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29_NAPOLI_magazine

La città - La squadra - Gli eventi

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Il compositore Francesco Cilea, che fu direttore del Conservatorio

versazioni telefoniche nelle quali ci si accorda per un

luogo di ritrovo e spesso si sentono pronunciare nel divertimento

frasi del seguente tipo: “Allora ce verimmo

a Via Cilea ...eh Cilea…

Cilea addo’ sta

chillu bar gruoss

gruoss... vicino ‘o negozio

addo’ m’accattaje

‘e scarpe?”. Ed in

quel contesto, in uno

scenario surreale, si

riesce a vedere

l'espressione sconfortata

del Maestro che

rivolge il suo sguardo

basito in direzione di

Euterpe... una Euterpe

che si trasforma

nella più agguerrita

delle vrenzole e sfoggiando

un degno turpiloquio gli risponde: “Chi ‘e mann

a fanc***?? Io o tu??”

Tornando a noi come si diceva, in principio queste strutture

nacquero esclusivamente come orfanotrofi, più

avanti come prestigiose accademie ed in quei periodi la

vita in quei posti non era certo serena e gioiosa e spesso

i convittori lamentavano una pessima gestione dell'istituto,

condizioni di vita al limite del disumano e anche

metodi educativi poco conformi, tanto è vero che nel

1730 avvenne un tragico fatto di sangue. In quell'anno,

con la complicità del Rettore, un allievo, Domenico Lanotte,

fu barbaramente assassinato dalla milizia della

Curia Arcivescovile, i cosiddetti Cursori. Tale omicidio

avvenne nel tentativo di sedare una rivolta, le cui motivazioni

sono ancora adesso sconosciute. Le fonti dell'epoca

archiviarono ed insabbiarono tutto con la motivazione

“Malgoverno”. Dopo l'omicidio del Lanotte, le

cose peggiorarono al punto che nel 1744 l'Arcivescovo

Spinelli lo chiuse definitivamente.

Dopo aver attraversato un periodo turbolento tra critiche

e degrado, il Conservatorio di San Pietro a Majella

sembra essere tornato ad essere una realtà consolidata,

fucina di talenti. Al

suo interno, oltre al

chiostro con la statua

di Beethoven, c’è probabilmente

il più importante

museo di

musica al mondo: si

possono ammirare

opere, busti e ritratti

donati tra l’Ottocento

e il Novecento da artisti

e benefattori;

l’arpa di Stradivari e

il pianoforte di Paisiello;

manoscritti di

Verdi e Bellini custoditi

nella biblioteca e

l’archivio storico. Si organizzano inoltre eventi, ospitati

nelle sale interne dedicate a Bellini e al maestro di fama

mondiale Riccardo Muti, studente del conservatorio

negli anni 50 come l'esimio violinista Salvatore Accardo,

altro celebre studente.

Tutto questo per dire che Napoli canta ma con cognizione

di causa ed è proprio il caso di dire “carta canta”

... tutto il resto è invidia!

A sinistra una foto prospettica delle sale del Conservatorio

dedicate ad illustri compositori e a destra la sala Bellini

la statua di Beethoven nel cortile interno

domenica 30 agosto 2020

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