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La città - La squadra - Gli eventi

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cordo sulle tariffe tra la Cook’s e le guide locali.

Le difficoltà per la giovane linea non finirono qui. Infatti

nel 1906 una potente eruzione del Vesuvio distrusse varie

macchine e le Stazioni Superiore e Inferiore insieme

con le varie attrezzature ed altri macchinari.

La funicolare venne prontamente ricostruita nel 1909 per

poi avere un’altra interruzione nel 1911 a seguito di una

frana. Il servizio, poi, riprese agli inizi del 1912 e proseguì

sino all’eruzione del Vesuvio del 1944, in piena Seconda

Guerra Mondiale. Tali furono i danni della lava da

impedire, ancora una volta, il servizio.

La Cook's decise, quindi, di non investire ulteriori capitali

per la ricostruzione, e, nel dicembre 1945, cedette gli

impianti alla Circumvesuviana, che nel 1947 completò la

ricostruzione delle tratte distrutte dalla lava e rimise in

funzione gli impianti.

Nel 1948 si decise di costruire una strada asfaltata fino

alla Stazione Inferiore della Funicolare, e di sostituire

quest'ultima con una Seggiovia. Nel 1955 la strada asfaltata

venne completata fino a quota 1000: ciò che rimaneva

in funzione, ovvero il tratto di Ferrovia Elettrica Eremo-

Vesuvio, venne quindi chiuso e tre anni dopo smantellato;

il sipario sulla Funicolare Vesuviana si chiuse definitivamente.

Un jingle musicale per la nuova Funicolare

Dopo la cerimonia di inaugurazione della Funicolare nel

1880 venne l’idea di pubblicizzare il nuovo mezzo di trasporto

con una canzone per via dell’iniziale insuccesso

commerciale. Il compito fu affidato al

giornalista Giuseppe

Turco ed al maestro

Luigi Denza.

Dalla loro collaborazione

nacque Funiculì

funiculà, un

brano che descriveva

ai napoletani e soprattutto

ai turisti i

vantaggi offerti dal

nuovo mezzo di trasporto,

che permetteva

di salire senza fatica, ammirando

il panorama sottostante.

Un autentico

jingle musicale.

La canzone ebbe un successo

strepitoso in tutta Italia

e da idea pubblicitaria divenne

un monumento della canzone napoletana classica.

Tale fu il successo che in un anno la Casa Editrice Ricordi

pubblicò e vendette più di un milione di copie, cosa mai

accaduta fino ad allora.

Trasportati sulle note di Funiculì funiculà, il Vesuvio, la

sua Funicolare ed il Golfo di Napoli raggiunsero una fama

mondiale. La melodia era canticchiata dai migranti italiani

mentre i dischi su cui era incisa venivano fatti suonare

nelle case e nelle sale da ballo di tutto il mondo.

Un’occasione mancata?

Dopo la chiusura definitiva della Funicolare, ormai sostituita

dalla strada asfaltata e dal trasporto su gomma,

si sono susseguite varie proposte per il ripristino dello

storico servizio. Nel 1988 si arrivò quasi al ripristino della

Funicolare Vesuviana, infatti l'architetto Nicola Pagliara,

già conosciuto per altri progetti simili, si aggiudicò la gara

per la progettazione e la realizzazione di una nuova funicolare

per il Vesuvio. A dicembre 1992 la prima comitiva

di turisti avrebbe dovuto prendere posto in

vettura e arrivare a quota 1.162, cioè sul bordo del

cratere.

Tuttavia, dopo vari mesi, i lavori ebbero una battuta

d'arresto, inciampati in una serie di problemi legali

che fermarono l’opera. Le due vetture realizzate

giacciono, a dispetto dei soldi che furono spesi, nel

deposito dell'azienda di trasporti Clp a Pollena

Trocchia, lo stesso dicasi per la stazione a

monte, anch’essa smontata e depositata.

Ad oggi, oltre al progetto di Pagliara, non

sono state presentate concrete proposte per ripristinare

la Funicolare Vesuviana. Non esiste

alcuna progettazione per sfruttare l’indotto

economico che può derivare da un

tale investimento. Al momento il flusso turistico

utilizza essenzialmente il trasporto

su gomma. Con una nuova Funicolare si

potrebbe, ancora una volta, rilanciare l’escursionismo

turistico alle pendici del vulcano partenopeo.

60 domenica 30 agosto 2020

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