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L’APPROFONDIMENTO
di Francesco Marchionibus
Gli attaccanti
dell’era De Laurentiis
tra gol e plusvalenze
Le punte della storia recente del Napoli oltre alle reti avversarie
molto spesso hanno “gonfiato” anche il portafogli del club azzurro
L’
arrivo di Victor Osimhen e Andrea Petagna ha arricchito
ulteriormente la lunga serie di attaccanti
acquistati dal Napoli di De Laurentiis dal ritorno
in Serie A ad oggi.
In questi anni nei ruoli di attacco il Napoli ha schierato giovani
promesse poi consacratesi come campioni proprio in
maglia azzurra, autentici fuoriclasse, buoni giocatori che
però non hanno mai fatto il salto di qualità e purtroppo anche
calciatori (per fortuna pochi) che non si sono mostrati
all’altezza.
Tutti gli attaccanti azzurri però hanno avuto una caratteristica
in comune: il Napoli da un punto di vista economico
non ci ha (quasi) mai rimesso, ed anzi in molte occasioni ha
realizzato notevoli guadagni.
Gli investimenti effettuati infatti, anche quando non si
sono rivelati vantaggiosi in rapporto al rendimento sportivo,
si sono però tradotti in operazioni economiche favorevoli,
alimentando i bilanci del club con importanti plusvalenze.
In questo senso il Napoli ha sempre avuto una strategia ben
precisa.
Va premesso che le plusvalenze, di cui così tanto si parla nel
calcio di oggi, non sono date dalla semplice differenza tra
il prezzo di vendita e il costo di acquisto di un giocatore.
Il costo del calciatore, infatti, viene “spalmato” per tutta la
durata del suo contratto, con quote di ammortamento che
anno dopo anno riducono il suo valore di bilancio, e la plusvalenza
è proprio la differenza tra il valore di vendita del
calciatore e il valore al netto degli ammortamenti che risulta
in bilancio al momento della vendita.
Per fare un esempio, se acquisto un giocatore per 10 milioni
con un contratto di cinque anni e lo ammortizzo per 2 mln
all’anno, dopo tre anni il calciatore avrà un valore residuo
a bilancio di 4 ml e se lo cederò per gli stessi 10 milioni otterrò
una plusvalenza di 6 mln.
Il Napoli però non ammortizza i propri giocatori con quote
costanti, ma “a scalare”, prevedendo cioè percentuali di ammortamento
decrescenti: per i contratti di durata quin-
34 domenica 30 agosto 2020