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gare. La svolta, però, arriva dopo la partita di Empoli,
quando i senatori convincono l’allenatore a puntare sul
4-3-3, schema che meglio si sposa con i giocatori a disposizione.
Sarri si lascia convincere, sente che fuori
dallo spogliatoio l’aria sta diventando mefitica e nasce
così una macchina da gol capace di divertire e far
emozionare tifosi napoletani e non per tre anni di fila.
I ragazzi giocano a memoria, ed Higuain diventa per
il suo mister ciò che Cavani era stato per Mazzarri, il
terminale offensivo perfetto di ogni trama di gioco.
Gonzalo concluderà quella stagione con 36 gol in
campionato, record assoluto di sempre appena eguagliato
da Immobile, ma si renderà anche protagonista
di lì a poco del gran tradimento, consumato qualche
anno dopo anche dal mister di Figline: il passaggio ai
rivali di sempre della Juve.
Il Napoli a quel punto individua in Arek Milik l’erede
di Gonzalo e l’uomo che coi suoi gol deve portare il
gruppo di Sarri a confermare la straordinaria annata
appena disputata. Inizierà bene, il polacco, che con la
sua tecnica ben si colloca negli schemi sarriani, ma due
infortuni consecutivi al ginocchio ne condizioneranno
e non di poco le prestazioni. Sarà a quel punto l’uomo
che non ti aspetti che non solo non farà rimpiangere
Cavani e Higuain, ma che diventerà il primo marcatore
all-time della storia azzurra: Dries “Ciro” Mertens.
2 mazzarriano, prevede in campo. Le due stagioni di
Higuain agli ordini dello spagnolo saranno, come
quelle di tutta la squadra, vincitrice di due Coppe ma
anche protagonista di tanti momenti altalenanti, in
chiaroscuro. Forse il modulo adottato da Rafa non è
l’ideale per tutti gli elementi della rosa, fatto sta che
il 2014/15 si chiude nel peggiore dei modi per il Napoli
e per l’argentino, che contro la Lazio sbaglia un
penalty che fa perdere agli azzurri la qualificazione
Champions. Sarà proprio quell’errore, tuttavia, a dare
al Pipa la voglia di rivalsa che gli consentirà, dodici
mesi più tardi, di entrare nella storia del calcio italiano
dalla porta principale.
Da Gonzalo a Dries
Il tradimento, i gol e i record
Quando a Napoli sbarca Maurizio Sarri nessuno o
quasi scommetterebbe sugli azzurri e sul Pipita. L’inizio
di torneo sembra dare ragione a chi parla di ridimensionamento,
col 4-3-1-2 del toscano che non decolla
e la squadra che raccoglie soltanto 2 punti in 3
Mertens-Osimhen
Una nuova coppia vincente?
Negli ultimi due anni di Sarri il belga, fino a quel momento
utilizzato prevalentemente come esterno di sinistra
in alternativa ad Insigne, è il terminale di un attacco
da sogno, e guidato da lui il Napoli sfiora
concretamente un terzo tricolore che avrebbe certamente
meritato. Mertens continua a rendere anche
quando, con l’avvento di Ancelotti, si passa al 4-4-2,
amato dall’allenatore ma osteggiato dai giocatori; sarà
anche questo disguido tattico uno dei motivi alla base
di un rapporto mai decollato tra tecnico, squadra e società,
che porterà nel dicembre 2019 all’addio all’emiliano,
arrivato poco più di un anno prima in
pompa magna, e all’ingaggio di Gattuso. Il mister calabrese
torna subito al 4-3-3 convincendo ADL a rinnovare
il contratto di Dries, ancora centralissimo nel
progetto azzurro e perfettamente integrato tanto con
la squadra che con la città. Nel frattempo dal continente
africano passando da Lille arriva il nigeriano
Osimhen, l’acquisto più costoso della storia azzurra,
24 domenica 30 agosto 2020