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syndicom rivista N.18

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 18 Agosto-Settembre 2020<br />

<strong>rivista</strong><br />

Controllo<br />

dei salari,<br />

più che una<br />

necessità


Pubblicità<br />

Ogni soldo è un’opportunità<br />

Crediamo che tutti debbano avere la possibilità di investire al meglio il proprio denaro e<br />

cogliere le opportunità di rendimento offerte dai mercati finanziari. Per questo motivo,<br />

alla Banca Cler può beneficiare dei vantaggi di una gestione patrimoniale professionale<br />

già a partire da un capitale iniziale di 1 franco – e in qualità di membro di <strong>syndicom</strong> anche<br />

di condizioni preferenziali.<br />

Il risparmio rimane sempre molto gettonato in Svizzera: in un recente sondaggio, più della<br />

metà dei partecipanti ha affermato di aver speso meno denaro durante il coronavirus e di<br />

volerne depositare ora l’80 % circa su un conto di risparmio. Gli investimenti in borsa (12 %)<br />

o nella previdenza per la vecchiaia (15 %), per contro, non sembrano essere così apprezzati.<br />

Purtroppo gli interessi sui conti di risparmio sono pressoché a zero – non sarebbe meglio<br />

consentire ai suoi averi di godere di maggiori opportunità di rendimento a lungo termine? La<br />

previdenza privata (pilastro 3a) e le Soluzioni d’investimento sono alternative nettamente più<br />

lucrative rispetto al conto di risparmio.<br />

Soluzione d’investimento a partire da un capitale iniziale di 1 franco<br />

Con le Soluzioni d’investimento della Banca Cler beneficia dei vantaggi di una gestione patrimoniale<br />

professionale. Ma cosa significa? Le nostre Soluzioni d’investimento sono fondi<br />

strategici ai sensi della legge sugli investimenti collettivi ed esistono in diverse strategie. In<br />

un primo momento, insieme al suo consulente seleziona la strategia d’investimento adatta a<br />

lei. In seguito, i nostri esperti finanziari investiranno il suo capitale su tale base. Investiamo<br />

secondo il principio «best-in-class» – in modo neutro e indipendentemente dalle società di<br />

gestione di fondi, considerando principalmente aziende e organizzazioni operanti secondo i<br />

princìpi dello sviluppo sostenibile e consigliandole le varianti sostenibili della nostra Soluzione<br />

d’investimento. Ogni semestre riceverà un rapporto e il suo consulente in investimenti<br />

rimane sempre a sua disposizione in caso di domande. Naturalmente a titolo gratuito.<br />

La flessibilità è garantita: può modificare in ogni momento l’importo e la frequenza degli investimenti<br />

nella Soluzione d’investimento. Anche con un semplice ordine permanente, grazie<br />

al quale può costituire il suo patrimonio in modo regolare e a lungo termine. Acquisti e vendite<br />

sono esenti da commissioni, come pure il passaggio a un’altra strategia d’investimento.<br />

Anche per la sua previdenza per la vecchiaia<br />

Nel quadro della «Soluzione d’investimento Risparmio di previdenza» può investire i suoi<br />

averi previdenziali in titoli, incrementando così la possibilità di conseguire rendimenti migliori<br />

per la sua previdenza per la vecchiaia. Siccome di regola si investe su un lungo periodo,<br />

le fluttuazioni dei corsi a breve termine hanno un impatto minore e si può attendere un momento<br />

favorevole per vendere.<br />

La consulenza è fondamentale<br />

Quale investimento si addice alla sua situazione personale? Lo scopra in occasione di un<br />

colloquio personale, durante il quale affronteremo anche temi quale la sua propensione al<br />

rischio, i suoi obiettivi in termini di proventi nonché il suo orizzonte d’investimento. Dopo aver<br />

costituito una solida base, si hanno molte opportunità di conseguire, a lungo termine, buoni<br />

rendimenti con gli investimenti.<br />

Ogni soldo è quindi un’opportunità. Il primo passo per sfruttare quest’opportunità è avvalersi<br />

di una consulenza personale. www.cler.ch/investimenti<br />

I membri di <strong>syndicom</strong> ricevono di più!<br />

Nel 1927 l’Unione sindacale svizzera è stata una delle nostre fondatrici. Ancora oggi curiamo<br />

un rapporto stretto con associazioni e sindacati.<br />

In qualità di membro di <strong>syndicom</strong> beneficia quindi di condizioni esclusive, come ad esempio<br />

di uno sconto del 25 % su diritti di custodia, courtage, pacchetto bancario Premium, E-Deposito,<br />

deposito di previdenza e conto di risparmio in fondi.<br />

Maggiori informazioni sulle sue condizioni preferenziali: www.cler.ch/<strong>syndicom</strong><br />

Ci contatti! 0800 88 99 66 e kooperation@cler.ch<br />

Le presenti informazioni hanno esclusivamente scopi pubblicitari. Per quanto riguarda i fondi d’investimento strategici rimandiamo<br />

al prospetto e alle Informazioni Chiave per gli Investitori, disponibili gratuitamente sul nostro sito al link www.cler.ch oppure in<br />

forma cartacea presso tutte le succursali della Banca Cler, la direzione del fondo o la banca depositaria.


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: Controlli<br />

contro gli abusi<br />

In Svizzera salari svizzeri, ora più che mai!<br />

16 Dalle professioni<br />

18 Sondaggio sui salari<br />

dei giornalisti<br />

22 Sì al congedo paternità<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Salari svizzeri per qualsiasi lavoro svolto in<br />

Svizzera, sia da stranieri che da svizzeri, in<br />

un’azienda elvetica o estera: è questo l’obiettivo<br />

centrale delle misure d’accompagnamento.<br />

Per attuarle e combattere gli abusi, servono<br />

però efficaci meccanismi di implementazione,<br />

di controllo e di sanzione. È quanto rivendicato<br />

e attuato con successo dai sindacati. Di conseguenza,<br />

la Svizzera ha oggi il sistema di protezione<br />

salariale più sviluppato in Europa!<br />

Grazie ai contratti collettivi di lavoro (CCL),<br />

ai contratti normali di lavoro e all’ottima collaborazione<br />

tra le parti sociali e con le autorità<br />

competenti, il sistema funziona e si adegua ai<br />

cambiamenti del mondo del lavoro. Ogni anno,<br />

a quasi 170mila persone attive in Svizzera vengono<br />

controllate le condizioni di lavoro. I salari<br />

dovuti vengono rimborsati. Con le misure d’accompagnamento,<br />

noi sindacati abbiamo attuato<br />

CCL e salari minimi vincolanti anche nei settori<br />

finora caratterizzati da bassi salari e condizioni<br />

di lavoro precarie.<br />

Un’eventuale approvazione della cosiddetta<br />

iniziativa per la limitazione (ovvero, iniziativa<br />

per la disdetta), comporterebbe un notevole indebolimento<br />

delle misure d’accompagnamento<br />

e comprometterebbe i processi già consolidati.<br />

I lavoratori vedrebbero immediatamente le conseguenze<br />

sui loro certificati di salario. Tale protezione<br />

è più che mai importante, specialmente<br />

in un momento in cui le condizioni di lavoro sono<br />

sotto pressione a causa del coronavirus.<br />

4<br />

8<br />

22<br />

Daniel Münger, presidente <strong>syndicom</strong>


4<br />

Team vincenti<br />

«Insieme al sindacato siamo più forti»<br />

Nell’immagine, dall’alto<br />

in basso e da sinistra<br />

a destra:<br />

Annina Burkhard<br />

www.illunauten.ch<br />

Barbara Seiler<br />

www.illunauten.ch<br />

Rina Jost<br />

www.rinajost.ch<br />

Deborah Lätsch<br />

www.deborahlaetsch.ch<br />

Regina Vetter<br />

www.regina-vetter.ch<br />

Simon Kiener<br />

www.simonkiener.ch<br />

Kati Rickenbach<br />

www.katirickenbach.ch<br />

Nadja Baltensweiler<br />

www.nadjabaltensweiler.ch<br />

Ulteriori informazioni:<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/illustration<br />

howthef.ch<br />

Testo: Michael Moser<br />

Foto: <strong>syndicom</strong><br />

Costruiamo insieme<br />

il futuro dell’illustrazione<br />

«A febbraio 2020, noi otto illustratrici e<br />

illustratori ci siamo uniti a <strong>syndicom</strong> per<br />

fare qualcosa contro le precarie condizioni<br />

di lavoro diffuse nel nostro settore e per<br />

avviare nuovamente la discussione sugli<br />

onorari e sui diritti d’uso». Così inizia il<br />

manifesto con cui otto giovani creativi (i<br />

cui nomi e siti personali sono elencati nella<br />

colonna a sinistra) si sono presentati<br />

per cambiare il mondo degli illustratori in<br />

Svizzera.<br />

L’obiettivo è quello di riunire le illustratrici<br />

e gli illustratori indipendenti<br />

della Svizzera e forgiare insieme il loro<br />

settore nell’interesse dei professionisti.<br />

Ad esempio con un’azione congiunta in<br />

materia di diritti d’uso, una discussione<br />

aperta sulle tariffe di settore oppure addirittura<br />

negoziazioni collettive con le case<br />

editrici. Non si tratta solo di importanti<br />

settori del mondo dell’illustrazione, ma<br />

anche di annose questioni sindacali:<br />

<strong>syndicom</strong> e gli illustratori si integrano<br />

pertanto perfettamente.<br />

Tutto ha avuto inizio quando Annina<br />

Burkhard e Barbara Seiler, che hanno<br />

fondato insieme «How the F*ck do I survive»<br />

(howthef.ch), una piattaforma di autoaiuto<br />

per illustratrici e illustratori, hanno<br />

realizzato che era necessario un ulteriore<br />

passo per far sì che loro e i loro colleghi<br />

potessero «sopravvivere» nel settore.<br />

Insieme con Simon Kiener e Rina Jost hanno<br />

discusso se fosse il caso di fondare una<br />

propria associazione o se fosse possibile<br />

un’organizzazione collettiva per il settore.<br />

Il contatto con <strong>syndicom</strong> è avvenuto tramite<br />

Simon e dopo alcuni colloqui è stato<br />

chiaro che gli illustratori volevano organizzarsi<br />

sotto l’egida di <strong>syndicom</strong>.<br />

A convincere non è stata solo l’intesa,<br />

ma anche il fatto che si possa aderire a<br />

<strong>syndicom</strong> integrando professioni affini, in<br />

modo da essere ancora più forti. Proprio<br />

durante la crisi da coronavirus si è già dimostrato<br />

quanto valesse questa considerazione.<br />

Dopo che i quattro si sono rafforzati<br />

ulteriormente con l’ingresso di Nadja<br />

Baltensweiler, Kati Rickenbach, Deborah<br />

Lätsch e Regina Vetter, il gruppo ristretto<br />

si è preparato per sei mesi, ha prodotto<br />

diverso materiale di lavoro e ha fatto le prime<br />

riflessioni sul futuro dell’illustrazione.<br />

Hanno cominciato a diffondere il loro<br />

messaggio tra i colleghi e il 13 novembre<br />

prossimo si terrà un primo evento in occasione<br />

del quale potranno partecipare anche<br />

gli altri illustratori che aderiranno a<br />

<strong>syndicom</strong>.


Brevi ma utili<br />

Il ruolo sociale dei postini \ CCL AutoPostale in stallo \<br />

CSS, una nuova presidente \ Fusione UPC-Sunrise \ Sostegno<br />

a Skyguide \ No al premio di rischio Covid \ Contatti<br />

5<br />

Il ruolo sociale dei postini<br />

In un’interrogazione al Consiglio federale,<br />

la consigliera nazionale Léonore<br />

Porchet (Verdi) osserva che l’aumento<br />

della pressione sulle postine e sui postini<br />

minaccia il loro ruolo di creazione di<br />

un legame sociale. La consigliera vodese<br />

chiede all’esecutivo come intende<br />

proteggere questo ruolo in futuro e si<br />

interroga anche sulle misure previste<br />

per alleggerire la pressione dell’ottimizzazione<br />

economica che pesa sul personale<br />

e sulla rete degli uffici postali impedendo<br />

alla Posta di assumersi questo<br />

ruolo sociale. La possibilità per la Posta<br />

di sanzionare i postini che impiegano<br />

troppo tempo per il loro giro è in contrasto<br />

con questo ruolo ed essa interpella<br />

l’esecutivo a questo proposito. Infine,<br />

Léonore Porchet chiede come intende<br />

introdurre e rafforzare il ruolo sociale<br />

dei postini e degli uffici postali negli<br />

obiettivi strategici assegnati alla Posta.<br />

CCL AutoPostale in stallo<br />

A fine luglio, AutoPostale ha interrotto<br />

unilateralmente le trattative del CCL,<br />

sebbene <strong>syndicom</strong> avesse creduto fino<br />

all’ultimo momento in una soluzione e<br />

con l’ultima offerta avesse fatto un passo<br />

decisivo nei confronti di AutoPostale.<br />

Il 22 agosto, dopo la chiusura di questo<br />

numero, i delegati di AutoPostale hanno<br />

deciso quale seguito dare alla questione.<br />

Da leggere su <strong>syndicom</strong>.ch.<br />

CSS, una nuova presidente<br />

Il Consiglio di fondazione del Consiglio<br />

svizzero della stampa (CSS) ha eletto la<br />

sua nuova presidente: si tratta della<br />

giornalista, scrittrice e redattrice Susan<br />

Boos, che per tredici anni ha lavorato<br />

alla direzione redazionale e commerciale<br />

del settimanale WOZ. Dal primo gennaio<br />

2021 sostituirà Dominique von Burg,<br />

che lascerà al termine della durata massima<br />

del suo mandato, dopo 12 anni.<br />

Fusione UPC-Sunrise<br />

Il gigante anglosassone delle telecomunicazioni<br />

Liberty Global, proprietario<br />

di UPC, ha lanciato un’offerta di acquisizione<br />

in contanti di Sunrise valutando<br />

quest’ultima 6,8 miliardi di franchi.<br />

<strong>syndicom</strong> seguirà il processo insieme<br />

alle rappresentanze dei lavoratori di<br />

Sunrise e UPC, ma si prevede che la fusione<br />

sarà associata a una riduzione<br />

del personale. Durante le negoziazioni<br />

del piano sociale, l’accento sarà posto<br />

sui pensionamenti anticipati e su un<br />

sostegno generoso alla formazione<br />

continua.<br />

Sostegno a Skyguide<br />

Quest’anno e nel 2021, il Consiglio federale<br />

sosterrà Skyguide con un aiuto<br />

fino a 400 milioni di franchi. A causa<br />

dello stop del traffico aereo dovuto alla<br />

pandemia, la società per il controllo<br />

aereo svizzero sta affrontando problemi<br />

di liquidità.<br />

No al premio di rischio Covid<br />

A fine luglio, la Posta ha risposto ufficialmente<br />

alla petizione presentata da<br />

<strong>syndicom</strong> che rivendicava un vero e<br />

proprio premio di rischio legato al coronavirus<br />

per tutti i dipendenti della<br />

Posta. La risposta è stata deludente:<br />

un no secco. Ma noi non molliamo! Se<br />

4’500 colleghi del gruppo della Posta<br />

sostengono questa richiesta, si tratta<br />

di un segnale serio nei confronti dei<br />

responsabili della Posta. La petizione<br />

«Per la protezione dei dipendenti della<br />

Posta» ha sottolineato senza intransigenza<br />

le lacune del versamento del<br />

premio una tantum legato al coronavirus<br />

deciso dalla Posta. Avanzeremo<br />

pertanto questa rivendicazione al più<br />

tardi in occasione delle trattative<br />

salariali previste per la prossima primavera.<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />

ma-me-ve 13.30-17.30<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />

gruppo-regionale<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Settembre<br />

12<br />

Assemblea nazionale corrieri<br />

Losanna, Maison du peuple, ore 14.00<br />

Il comitato dei corrieri in bici svizzeri<br />

affronta i temi della sindacalizzazione<br />

e della professionalizzazione del mestiere.<br />

Info: coursier@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

14-15<br />

Formazione CoPe Posta<br />

Sessa, Hotel I Grappoli, ore 9.30<br />

Corso gratuito di formazione di due<br />

giorni, con moduli informativi e atelier<br />

interattivi, destinato ai collaboratori<br />

della Posta intenzionati a far parte<br />

delle Commissioni del Personale (CoPe).<br />

Info e iscrizioni: tel. 058 817 19 61<br />

22-23<br />

Formazione CoPe AutoPostale<br />

Sessa, Hotel I Grappoli, ore 9.30<br />

Corso gratuito di formazione di due<br />

giorni per i lavoratori di AutoPostale<br />

che desiderano entrare nelle CoPe.<br />

Info e iscrizioni: tel. 058 817 19 61<br />

30<br />

Corso nuovo CCL Posta<br />

Bellinzona, Casa del Popolo, ore 10.00<br />

Quesiti e risposte sul nuovo Contratto<br />

collettivo della Posta. Corso gratuito: è<br />

possibile parteciparvi durante l’orario<br />

di lavoro. Info: tel. 058 817 18 18 oppure<br />

logistik@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Ottobre<br />

14-18<br />

FFDUL<br />

Film Festival Diritti Umani Lugano.<br />

Info: festivaldirittiumani.ch<br />

15<br />

Multinazionali responsabili<br />

Locarno, cinema GranRex, ore 20.00<br />

Proiezione del documentario “Multinazionali<br />

responsabili”. Segue dibattito<br />

con Dick Marty. In collaborazione con<br />

COMUNDO e Kam for Sud. Entrata libera.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6<br />

Dalla parte<br />

degli altri<br />

Ralf Helbig è Managing Director di Detecon (Svizzera) SA, una<br />

società affiliata di T-Systems International che funge da pilastro<br />

consultivo per le relative operazioni digitali. Inoltre Helbig<br />

insegna process-based management all’Università di Bonn.<br />

1<br />

Che cosa significa il nuovo CCL per<br />

Detecon e per lei personalmente?<br />

La stipula del Contratto collettivo di<br />

lavoro (CCL) indica che siamo consapevoli<br />

della nostra responsabilità<br />

come datore di lavoro. Il fatto di aver<br />

percorso questo cammino come prima<br />

azienda di consulenza ci rende<br />

naturalmente anche un po’ orgogliosi<br />

e speriamo di poter dare così anche<br />

un impulso al settore. Per me significa<br />

una leva per offrire ai nostri lavoratori<br />

il miglior ambiente possibile per<br />

sviluppare il loro potenziale.<br />

2<br />

Come il CCL può supportare le attività<br />

di «new work»* di Detecon?<br />

Possiamo orientare al CCL le nostre<br />

ulteriori attività di «new work». Ad<br />

esempio, abbiamo per la prima volta<br />

regolamentato nel CCL in modo preciso<br />

il tema del telelavoro. In questo<br />

modo consentiamo ai nostri collaboratori<br />

una ripartizione più flessibile e<br />

responsabile del loro orario di lavoro,<br />

anche con l’obiettivo di semplificare<br />

la conciliabilità di lavoro, famiglia e<br />

tempo libero.<br />

3<br />

In che modo il CCL di Detecon 2020<br />

offre una migliore protezione nonché<br />

condizioni di lavoro garantite per i<br />

circa 80 lavoratori?<br />

I principali temi come salario, orario<br />

di lavoro, vacanze e versamento continuato<br />

del salario in caso di malattia<br />

o infortunio, sono documentati in<br />

modo unitario. I nostri collaboratori<br />

sanno quali servizi offriamo come datore<br />

di lavoro e su cosa possono fare<br />

affidamento. Oltre alla trasparenza,<br />

viene garantita anche l’equità.<br />

4<br />

Cosa possono fare le aziende e il settore<br />

contro la carenza di specialisti IT?<br />

È una sfida anche per noi, che richiede<br />

nuove modalità di reclutamento.<br />

Dobbiamo capire quali esigenze e<br />

desideri hanno questi profili e adeguarci<br />

esplicitamente a questi nelle<br />

nostre ricerche e con le nostre proposte.<br />

Vi rientra naturalmente il salario,<br />

ma ad esempio anche progetti interessanti,<br />

una vasta offerta di perfezionamento<br />

e una buona cultura aziendale.<br />

5<br />

Come investite nel perfezionamento?<br />

I nostri collaboratori e il loro knowhow<br />

rappresentano il nostro principale<br />

potenziale. Ecco perché sviluppiamo<br />

costantemente la nostra<br />

offerta di formazione. Oltre a quella<br />

aziendale, a formazioni e certificazioni<br />

esterne, quest’anno abbiamo inserito<br />

nella nostra offerta di perfezionamento<br />

anche la piattaforma online<br />

Udemy, per formare i nostri collaboratori<br />

in modo mirato.<br />

6<br />

Con il nuovo CCL è stata migliorata<br />

la partecipazione del personale in<br />

azienda. Che cosa è cambiato concretamente<br />

nella sua azienda?<br />

Dipendiamo dal feedback diretto del<br />

team per migliorare costantemente,<br />

noi e l’azienda stessa. Pertanto la<br />

costituzione della commissione del<br />

personale è un’ottima integrazione<br />

che istituzionalizza il dialogo. Pertanto<br />

sono molto contento di collaborare<br />

e di ricevere gli stimoli della rappresentanza<br />

del personale!<br />

Testo: Miriam Berger<br />

Foto: zVg<br />

*New Work: lavoro lungimirante e significativo, che<br />

promette nuove soluzioni per unire lavoro e vita.


L’ospite<br />

Esiste una relazione molto stretta<br />

tra la responsabilità sociale di impresa, che riguarda<br />

l’impatto sociale e ambientale delle attività<br />

imprenditoriali, e la responsabilità familiare<br />

dell’impresa, che promuove l’equilibrio tra lavoro<br />

e vita personale per lavoratori e lavoratrici. Non<br />

è certo soltanto una questione etica: gli studi<br />

sulla profittabilità delle aziende responsabili<br />

dimostrano che il vantaggio competitivo è<br />

strettamente correlato a una cultura aziendale<br />

rispettosa delle esigenze familiari e delle pari<br />

opportunità. Se le aziende sono confrontate con<br />

nuovi fattori di competitività, anche le famiglie<br />

svizzere stanno sperimentando modelli innovativi:<br />

i padri desiderano dedicare più tempo alla<br />

cura dei figli e le donne non intendono più rinunciare<br />

al lavoro dopo la maternità. Le ragioni sono<br />

variegate e si intrecciano in tendenze globali.<br />

Effetto della chiusura dei «gap» formativi delle<br />

ragazze? Due stipendi sono diventati indispensabili?<br />

Crescente diffusione delle famiglie<br />

monoparentali? Progressivo superamento degli<br />

stereotipi sulla rigida divisione dei ruoli?<br />

Ciò che conta è che l’81% delle famiglie delle<br />

grandi città svizzere e il 65% di quelle che vivono<br />

in zone rurali hanno bisogno di aiuti esterni per<br />

la custodia dei figli, ma le politiche familiari in<br />

materia di conciliabilità lavoro-famiglia non sono<br />

al passo con i tempi. Per questo, dieci giorni<br />

di congedo paternità sono soltanto un primo,<br />

indispensabile tassello. Prima di tutto, per<br />

rispondere al grido di aiuto lanciato dalle famiglie<br />

più giovani. Poi, per sostenere le piccole e<br />

medie imprese virtuose, che non possono competere<br />

con l’offerta di conciliabilità e flessibilità<br />

che le più grandi stanno già ampiamente sfruttando<br />

per attirare talenti, clienti e investimenti.<br />

Infine, per tentare di recuperare posizioni nello<br />

scoraggiante confronto internazionale degli<br />

interventi a favore delle famiglie.<br />

Congedo paternità,<br />

solo un primo tassello<br />

Marialuisa Parodi è laureata in economia<br />

con specializzazione in finanza; ha vissuto<br />

e lavorato a Londra, Milano e Lugano,<br />

dove è attualmente CIO di una società<br />

di gestione patrimoniale.<br />

Da anni si occupa dell’impatto economico<br />

delle disuguaglianze di genere e collabora<br />

alla rubrica di economia Plusvalore<br />

della RSI Rete Uno. Ha contribuito<br />

alla fondazione di Equi-Lab, di cui è<br />

co-direttrice, associazione no profit<br />

che offre consulenza in materia di conciliabilità<br />

famiglia-lavoro e pari opportunità<br />

e partecipa alla piattaforma cantonale<br />

Vita-Lavoro. Dal 2017 presiede la<br />

Federazione delle Associazioni Femminili<br />

Ticino (faftplus.ch), che sostiene<br />

il congedo paternità.<br />

7


Dossier<br />

Come i controllori della paritaria lottano contro gli abusi<br />

<strong>syndicom</strong> combatte il dumping salariale nei media<br />

Sempre più contratti di obbligatorietà generale nella logistica<br />

Cosa si nasconde dietro l’iniziativa UDC per la disdetta<br />

Protezione<br />

in pericolo


salariale<br />

9


10 Dossier<br />

«I controlli sono indispensabili<br />

per evitare il dumping salariale»<br />

José Abelenda, controllore della commissione<br />

paritetica del settore ICT, addetto ai controlli in<br />

Svizzera romanda e Ticino, ci spiega come le<br />

verifiche, previste dalle misure di accompagnamento,<br />

consentano di evitare abusi.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: Demir Sömnez<br />

L’iniziativa per la limitazione che siamo chiamati a votare<br />

il 27 settembre intende abolire la libera circolazione delle<br />

persone. Di conseguenza, successivamente alla soppressione<br />

degli Accordi bilaterali con l’Unione Europea, sparirebbero<br />

anche le misure di accompagnamento volte a proteggere<br />

i salari e le condizioni di lavoro. Ne conseguirebbe<br />

una minor trasparenza e una pressione al ribasso su questi<br />

stessi salari e sulle condizioni di lavoro.<br />

È ciò che va assolutamente evitato, spiega José Abelenda,<br />

controllore della commissione paritetica del settore<br />

ICT e da questa incaricato di effettuare i controlli in loco<br />

nella Svizzera romanda, a Berna e in Ticino. Annualmente,<br />

in Svizzera vengono controllate 41mila aziende in materia<br />

di condizioni di lavoro e di remunerazione. È quanto<br />

traspare dal 16° rapporto dell’osservatorio della libera circolazione<br />

delle persone pubblicato a fine giugno. Si tratta<br />

di una densità molto più fitta rispetto alla Germania, che<br />

ha permesso di evitare la proliferazione di attività a salari<br />

molto bassi. La norma prevede in effetti che chiunque lavori<br />

in Svizzera abbia diritto alle condizioni salariari e di<br />

lavoro elvetiche. È il caso dei lavoratori temporaneamente<br />

distaccati in Svizzera da un’azienda estera, che sono soggetti<br />

alle condizioni salariali e di lavoro minime vigenti<br />

nella Confederazione. Inoltre, in caso di dumping salariale<br />

ripetuto e abusivo, le disposizioni sui salari minimi e<br />

sull’orario di lavoro previste dai contratti-tipo possono essere<br />

estese più facilmente. Inoltre, il conferimento<br />

dell’obbligatorietà generale a un Contratto collettivo di lavoro<br />

(CCL) può essere allo stesso modo facilitato. <strong>syndicom</strong><br />

ha negoziato il CCL dell’infrastruttura di rete e il CCL<br />

dei call center e dei contact center, che hanno poi ottenuto<br />

l’obbligatorietà generale.<br />

Là dove regna il subappalto<br />

«Abbiamo infatti avuto un caso in un call center della Svizzera<br />

romanda dove i salari anziché essere di 23 franchi<br />

all’ora erano solo di 17. Il capo di questa azienda svizzera<br />

sosteneva di non essere assoggettato al CCL e noi abbiamo<br />

dovuto precisargli che le disposizioni erano state estese.<br />

Ci disse di non esserne al corrente, ma noi lo conosciamo<br />

bene poiché abbiamo già avuto un conflitto con lui in<br />

tribunale», racconta José Abelenda. Oltre alla correzione<br />

verso l’alto dei salari, simili controlli permettono di scovare<br />

diversi altri problemi, come i casi di mobbing.<br />

Abelenda gestisce l’esecuzione dei controlli in loco e<br />

lavora in collaborazione con Pascal Kaegi, responsabile<br />

dell’esecuzione dei CCL presso <strong>syndicom</strong>, incaricato di ottenere<br />

i documenti mancanti: «Se sospettiamo che in un<br />

cantiere vengono versati salari da 8 a 10 euro, ma non ot-<br />

Giornalisti, ripetute violazioni<br />

dei salari da combattere insieme<br />

alla Commissione tripartita<br />

La Commissione tripartita federale monitora il mercato del<br />

lavoro ed è l’organo di riferimento nel caso in cui si presume<br />

che i salari offerti si situino ripetutamente (e abusivamente)<br />

al di sotto di quelli usuali per luogo, professione o settore. In<br />

presenza di segnalazioni, la Commissione tripartita definisce<br />

i settori da tenere sotto osservazione. Essa cerca di risolvere<br />

la situazione avviando una procedura d’intesa con i datori di<br />

lavoro interessati.<br />

Se tale procedura non ha buon esito, le disposizioni sulla<br />

retribuzione minima e sugli orari di lavoro previste nei Contratti<br />

collettivi di lavoro (CCL) possono essere dichiarate di<br />

obbligatorietà generale secondo una procedura agevolata.<br />

Un’altra possibilità consiste nell’introdurre nei settori privi di<br />

CCL contratti normali di lavoro (CNL) di durata limitata con salari<br />

minimi vincolanti. Un CNL nazionale è attualmente in vigore<br />

per il personale domestico. Inoltre le Commissioni tripartite<br />

cantonali possono introdurre dei CNL per le loro regioni.<br />

Nell’estate del 2019 la Commissione tripartita federale ha<br />

invitato le parti sociali dei media cartacei e online a un dibattito<br />

per farsi un quadro della situazione. <strong>syndicom</strong> ha colto<br />

l’occasione per illustrare la situazione sempre più allarmante<br />

a causa della mancanza di contratto nelle redazioni della<br />

stampa scritta e online nella Svizzera tedesca e in Ticino.<br />

Presso i lavoratori indipendenti regolari e i dipendenti più giovani<br />

ci sono segnali che molti operatori dei media sono esposti<br />

a un vero e proprio dumping salariale. I rappresentanti<br />

dell’Associazione svizzera dei media, anch’essi convocati,<br />

hanno segnalato il difficile clima economico dei media e le<br />

trattative in corso per un CCL nel settore della stampa e dei<br />

media elettronici della Svizzera tedesca e del Ticino. Ma a un<br />

anno di distanza le trattative non sono ancora andate avanti,<br />

in particolare quelle relative ai salari dei dipendenti fissi e dei<br />

tirocinanti e degli onorari per i lavoratori indipendenti regolari.<br />

La Commissione tripartita vorrebbe essere tenuta al corrente.<br />

Dopo la pausa dovuta al coronavirus, <strong>syndicom</strong> ha<br />

esortato l’Associazione degli editori a riprendere le trattative<br />

a inizio settembre. Successivamente la Commissione tripartita<br />

presenterà una relazione, con la possibilità quindi di analizzare<br />

più da vicino i media.<br />

A maggio 2020 <strong>syndicom</strong>, insieme al sindacato dei media<br />

SSM e all’Associazione dei giornalisti, ha condotto – con il<br />

supporto dell’Unione sindacale svizzera USS – un sondaggio<br />

su ampia scala in materia di salari e condizioni di lavoro degli<br />

operatori dei media della stampa scritta, online, delle radio<br />

private e pubblica. Come per l’ultimo grande studio pubblicato<br />

nel 2007, la direzione scientifica dello studio è stata affidata<br />

al politologo Roman Graf. In qualità di specialista di<br />

analisi salariali, egli ha già curato diversi studi nell’ambito<br />

organizzativo di <strong>syndicom</strong>. L’articolo a pagina 18 della<br />

presente <strong>rivista</strong> riassume i principali risultati dello studio.<br />

Il sondaggio dei media del 2020 fornirà informazioni sulla<br />

situazione anche alla Commissione tripartita.<br />

Stephanie Vonarburg<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/sondaggiomedia2020


tengo tutti i documenti, subentra Pascal e contatta l’azienda.<br />

Noi collaboriamo anche con altre commissioni paritetiche».<br />

Questi controlli ufficiali sono spesso l’occasione<br />

per smascherare altri problemi oltre ai salari: «Ho avuto<br />

un caso in Ticino di un’azienda svizzera in cui i salari erano<br />

troppo bassi, i contributi sociali non combaciavano, e<br />

c’erano anche dei problemi di sicurezza sul cantiere... Altre<br />

volte riscontriamo problemi di amianto. A mio avviso<br />

questi controlli sono veramente necessari, altrimenti in<br />

Svizzera ci troveremmo di fronte a una giungla dovuta al<br />

dumping salariale». La difficoltà riscontrata da José è il subappalto<br />

che regna nell’infrastruttura di rete: «Spesso troviamo<br />

un’azienda mandataria e quattro o cinque subappaltanti.<br />

Cerchiamo di stabilire la responsabilità solidale<br />

di questa prima azienda, poiché se ha accettato il mandato,<br />

i subappaltanti devono rispettare le condizioni salariali.<br />

Alcuni ci dicono di non esserne al corrente, ma noi li<br />

abbiamo informati ufficialmente...».<br />

Da parte delle vittime «riscontriamo prevalentemente<br />

lavoratori stranieri che non conoscono la lingua, che sono<br />

stati assunti all’estero con salari minimi come lavoratori<br />

distaccati... Purtroppo in Svizzera non vengono formati<br />

sufficienti lavoratori nella fibra ottica e nell’infrastruttura<br />

di rete, bisogna andare a cercare specialisti altrove. Nel<br />

Oltre a quelli<br />

salariali,<br />

i controlli<br />

rivelano ben<br />

altri problemi<br />

settore edile ho visto salari da 900 euro, il datore di lavoro<br />

intendeva pagare i salari spagnoli senza le spese. È spesso<br />

qui che ci sono delle lacune, talvolta i salari sono corretti<br />

ma le spese non vengono pagate oppure anziché due lavoratori<br />

per camera se ne trovano quattro... a partire dai 50<br />

anni si trovano anche svizzeri disposti ad abbassare il loro<br />

salario e ad accettare qualsiasi lavoro», constata José.<br />

Cercare soluzioni sul piano nazionale<br />

Queste procedure avvengono in condizioni di riservatezza,<br />

ma non sono prive di pressioni: «In Ticino un’azienda<br />

intendeva licenziare le persone che ci avevano risposto. In<br />

casi come questi, l’azienda mandataria può essere soggetta<br />

a una sanzione oppure a una denuncia pubblica». José<br />

constata che il dumping salariale è più facilmente diffuso<br />

nei cantoni periferici come Vallese, Ticino o Giura dove il<br />

mercato del lavoro è limitato. La sua conclusione? «Potremmo<br />

essere più efficaci con più mezzi e più controllori,<br />

poiché il territorio è vasto e ancora insufficientemente coperto.<br />

Inoltre, si potrebbe andare più rapidamente a livello<br />

di notifiche di situazioni da controllare, poiché se un<br />

lavoratore è distaccato solo per tre o quattro giorni, quando<br />

arriviamo noi lui non c’è già più. Si potrebbe farlo in 48<br />

ore al massimo». Egli lamenta infine l’impossibilità di<br />

perseguire penalmente i contravventori all’estero.<br />

La procedura di notifica sul sito del Dipartimento federale<br />

di giustizia e polizia non è inoltre ancora soddisfacente.<br />

Alcuni controlli sono ostacolati, poiché nel menù<br />

dell’applicazione informatica realizzata nel 2004 manca<br />

la rubrica corrispondente e l’ultimo aggiornamento importante<br />

risale al 2015. Ad esempio, le attività «call center<br />

e contact center» e «infrastruttura di rete» non saranno introdotte<br />

prima del prossimo autunno, indica la Segreteria<br />

di Stato della migrazione (SEM), responsabile dell’aggiornamento<br />

di queste procedure, in collaborazione con la<br />

SECO, i Cantoni e le commissioni paritetiche. Alcuni settori<br />

economici e attività professionali saranno completati<br />

a tappe a partire da tale data introducendo nuove professioni<br />

e designazioni oppure sostituendole. La SEM spiega


12 Dossier<br />

Le vittime sono spesso lavoratori stranieri, che non conoscono<br />

la lingua, assunti all’estero come lavoratori distaccati.<br />

il ritardo impiegato per introdurle con il fatto che bisogna<br />

farlo in più lingue e che ne sono coinvolti diversi attori<br />

(Confederazione, Cantoni, commissioni paritetiche) e<br />

questo richiede una lunga preparazione. La SEM relativizza<br />

le difficoltà causate da queste rubriche mancanti dicendo<br />

che l’attività può essere sempre descritta liberamente<br />

nei commenti oppure aggiungendo un testo libero al momento<br />

della procedura di notifica. I controlli da parte degli<br />

organi esecutivi delle misure di accompagnamento, ossia<br />

Cantoni e paritetiche, sarebbero quindi sempre possibili.<br />

Si può tuttavia ritenere scioccante il fatto che, dall’entrata<br />

in vigore del conferimento dell’obbligatorietà generale<br />

del CCL per il settore dell’infrastruttura di rete il primo<br />

ottobre 2018, si siano ricevute notifiche regolari solo<br />

da parte del Ticino, sebbene nella maggior parte dei Cantoni<br />

ci debbano pur essere altrettanti lavoratori distaccati<br />

che lavorano in questo settore. «Ovvio che è scioccante»,<br />

commenta il presidente di <strong>syndicom</strong> Daniel Münger. «Affinché<br />

i controlli possano essere eseguiti in modo efficiente,<br />

su scala nazionale e con successo, è necessario soddisfare<br />

le condizioni. Tra cui interfacce affidabili con la<br />

SECO e le autorità cantonali e la volontà di collaborare tra<br />

autorità e parti sociali. Senza questa collaborazione, i controlli<br />

avrebbero solo un successo parziale».<br />

Alcune professioni di <strong>syndicom</strong> non meriterebbero di<br />

essere maggiormente controllate? Daniel Münger risponde<br />

che i controlli nelle zone di frontiera sono ovviamente<br />

più frequenti perché lì i lavoratori distaccati sono più numerosi.<br />

Se le condizioni sono adempiute (notifica ecc.), il<br />

pericolo di un’assenza di controlli dovrebbe essere escluso.<br />

«Spetta anche alle commissioni paritetiche lottare per<br />

controlli su scala nazionale nel loro ambito di esecuzione.<br />

Uno degli scopi di<br />

<strong>syndicom</strong>, soprattutto<br />

nel settore logistica, è<br />

di firmare contratti di<br />

obbligatorietà generale<br />

È in particolare un obiettivo di <strong>syndicom</strong>, specialmente nel<br />

settore della logistica, quello di stipulare un numero maggiore<br />

di CCL di obbligatorietà generale». Il conferimento<br />

di quest’ultima è un atto delle parti sociali che richiede determinate<br />

condizioni e <strong>syndicom</strong> dà in questo modo la priorità<br />

a soluzioni sul piano nazionale. «Non puntiamo tanto<br />

a soluzioni unicamente cantonali», precisa il presidente di<br />

<strong>syndicom</strong>. «In effetti, fissare tramite contratto di lavoro<br />

cantonale o nazionale un salario di riferimento nei settori<br />

precari stabilisce solo condizioni minime. La strada da seguire<br />

è il conferimento dell’obbligatorietà generale, poiché<br />

è solo così che si garantiscono i controlli e si offre la<br />

migliore protezione», conclude Münger, precisando che<br />

l’obiettivo di <strong>syndicom</strong> è quello di controllare personalmente<br />

i settori in cui è parte di un CCL.<br />

Le commissioni paritetiche in Ticino<br />

cpcdiverse-ti.ch


Dossier<br />

Cosa si nasconde dietro l’iniziativa<br />

contro gli accordi bilaterali?<br />

13<br />

Non è una questione di migrazione, Unione<br />

Europea o sovranità: con l’iniziativa per la<br />

disdetta, l’UDC attacca frontalmente posti di<br />

lavoro, salari e condizioni di lavoro in Svizzera.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

Quando lo scorso marzo la Svizzera ha chiuso le frontiere<br />

per tutelare la salute della popolazione dal coronavirus, il<br />

sistema sanitario del paese ha rischiato di crollare. Questo<br />

è paradossale, ma è facilmente spiegabile: il 60% di<br />

medici, tecnici e infermieri dell’ospedale universitario di<br />

Ginevra è di nazionalità straniera, tra cui moltissimi frontalieri.<br />

Nell’ospedale universitario di Basilea, nell’ospedale<br />

cantonale di Aarau, addirittura a Zurigo, Losanna e San<br />

Gallo la situazione è analoga. Inoltre 3mila italiane e italiani<br />

si recano ogni lunedì in Ticino per fornire assistenza<br />

sanitaria alla popolazione.<br />

I frontalieri hanno sì potuto continuare a entrare nel<br />

paese, ma valichi chiusi, intasamenti e controlli alle frontiere<br />

hanno allungato fino a 6 ore i tempi di percorrenza<br />

per il tragitto casa-lavoro. In molti non ce la facevano a<br />

raggiungere il posto di lavoro. «Condizioni intollerabili»,<br />

ha constatato Omar Gisler, il portavoce dell’ospedale cantonale<br />

di Baden, «in questo modo non è possibile far funzionare<br />

normalmente un’azienda». Solo nel suo ospedale,<br />

relativamente piccolo, lavorano ben 140 frontalieri.<br />

Dietro i muri dilaga l’epidemia<br />

Nelle società e negli spazi economici aperti, i confini sono<br />

strumenti inadeguati. Lo dimostrano di per sé già solo i<br />

330mila lavoratori stranieri che quotidianamente fanno i<br />

pendolari in Svizzera e che sono indispensabili per tenere<br />

in piedi il servizio pubblico, il turismo, l’approvvigionamento<br />

alimentare, l’industria e il commercio. Non solo<br />

nelle regioni periferiche, ma fin nella Svizzera centrale. I<br />

confini non risolvono i problemi, bensì ne creano. Non<br />

sono riusciti a fermare il coronavirus che si è diffuso in<br />

tutto il mondo. Un esempio eclatante del cedimento dei<br />

muri e della chiusura sono gli USA di Donald Trump dove<br />

l’epidemia sta dilagando implacabilmente. Alcuni Stati<br />

europei e asiatici dimostrano invece che risultano molto<br />

più efficaci un elevato numero di medici, buoni servizi<br />

pubblici, scarse differenze reddituali e patrimoniali, comportamenti<br />

solidali e governi che agiscono con trasparenza.<br />

E le condizioni ecologiche del territorio.<br />

Un assaggio del post-27 settembre<br />

La crisi del coronavirus fa luce su ciò che minaccia la Svizzera<br />

qualora il 27 settembre i cittadini votanti dovessero<br />

seguire l’UDC e la sua organizzazione satellite ASNI. La<br />

loro «iniziativa per la disdetta» intende porre fine alla libera<br />

circolazione delle persone con l’Europa. In questo<br />

modo verrebbero meno tutti gli accordi bilaterali con<br />

l’UE. Il quadro è chiaro: tutti gli economisti di buon senso,<br />

le associazioni economiche e addirittura gli imprenditori<br />

dell’UDC come Peter Spuhler sanno che questa iniziativa<br />

implica un disastro economico e sociale. Se ci isoliamo<br />

dall’UE, viene meno il benessere della Svizzera. I salari diminuirebbero<br />

pesantemente, molti posti di lavoro sparirebbero,<br />

l’AVS e le altre assicurazioni sociali annasperebbero,<br />

il nostro paese sarebbe tagliato fuori dalla ricerca,<br />

dallo scambio culturale e dai grandi programmi dell’UE<br />

per ambiente e innovazione. Decine di migliaia di giovani<br />

svizzeri sarebbero esclusi dai programmi di formazione<br />

europei e dovremmo attendere ore alla frontiera di Chiasso<br />

per andare in Italia e compilare dichiarazioni valutarie.<br />

Non occorre essere un premio Nobel per comprendere<br />

questi legami. La Svizzera si trova al centro dell’Europa, il<br />

70% degli stranieri proviene dall’Europa e nell’export guadagniamo<br />

due franchi su tre con l’UE. Solo con il Land tedesco<br />

del Baden-Württemberg scambiamo tante merci e<br />

servizi quante ne scambiamo con gli USA. E questo è solo<br />

l’aspetto economico. Chi confronta la Svizzera del 1940<br />

con la Svizzera del 2020 vede quanta civilizzazione, apertura<br />

e arte di vivere abbiamo acquisito con la migrazione.<br />

Nella sua strana visione del mondo, il clan di Blocher<br />

sostiene che l’Europa abbia bisogno della Svizzera e che<br />

stipulerà pertanto presto nuovi accordi senza la libera cir-<br />

300mila frontalieri<br />

vengono ogni<br />

giorno a lavorare<br />

in Svizzera


14<br />

Dossier<br />

Gli accordi bilaterali infastidiscono i milionari perché hanno<br />

introdotto le misure di accompagnamento e la protezione salariale.<br />

Ovvero, maggiore sicurezza e benessere per i lavoratori.<br />

colazione delle persone. La Gran Bretagna, infinitamente<br />

più importante per l’UE, sta facendo l’esperienza opposta.<br />

Le prime conseguenze della Brexit sono così brutali da<br />

non mascherare la crisi del coronavirus.<br />

La Singapore delle Alpi<br />

I fatti sono talmente indiscutibili che in realtà resta solo<br />

una domanda: perché l’UDC, che si dice essere il miglior<br />

partito dell’economia oltre ai liberali, vuole mettere la<br />

Svizzera con le spalle al muro? Perché vuole porre fine alle<br />

relazioni collaudate, ben regolamentate e per lo più amichevoli<br />

con i nostri vicini?<br />

Evidentemente per l’UDC non è una questione di migrazione<br />

e «immigrazione di massa», come vuole farci credere<br />

quando spiega il motivo della sua iniziativa, promettendo<br />

che l’economia continuerebbe a ottenere qualsiasi forza<br />

lavoro estera necessaria. È questo esattamente il punto.<br />

Non è la libera circolazione delle persone a produrre l’immigrazione.<br />

L’immigrazione viene determinata quasi<br />

esclusivamente dalle esigenze delle aziende. All’inizio degli<br />

Anni Sessanta la percentuale di stranieri era notevolmente<br />

più elevata rispetto a oggi. Anche nel 1990, ovvero<br />

molto prima della libera circolazione delle persone, in<br />

Svizzera vivevano in percentuale più stranieri. Ora le associazioni<br />

economiche chiedono una maggiore immigrazione<br />

perché mancano decine di migliaia di professionisti,<br />

mentre iniziano l’apprendistato e vengono lanciati nel<br />

mondo del lavoro le annate a bassa natalità.<br />

Se non è l’immigrazione, cos’è che spinge l’UDC? Gli<br />

accordi bilaterali con l’UE disturbano i milionari e i miliardari<br />

dell’UDC perché hanno introdotto le misure di accompagnamento,<br />

la protezione salariale e migliori condizioni<br />

di lavoro, ovvero maggiore sicurezza e benessere per<br />

i lavoratori. La consigliera nazionale, presidente del gruppo<br />

e leader designata Magdalena Martullo-Blocher esprime<br />

regolarmente il suo astio nei confronti dei contratti<br />

collettivi di lavoro, delle misure di accompagnamento, dei<br />

controlli salariali e dei sindacati.<br />

Nell’UDC questo è come un mantra. L’UDC vuole tornare<br />

alla Svizzera dei contingenti e degli statuti speciali<br />

come lo statuto degli stagionali, ovvero tornare alla Svizzera<br />

delle baracche dei lavoratori senza diritti. Anche in<br />

questo caso puntano di più ai lavoratori nazionali che a<br />

quelli stranieri: lo statuto degli stagionali ha permesso di<br />

esercitare pressione sui salari, su tutti i salari, anche e soprattutto<br />

sui salari dei cittadini nazionali, i controlli salariali<br />

erano inesistenti, i contratti collettivi di lavoro inefficaci.<br />

In questo modo gli accordi bilaterali e le misure di<br />

accompagnamento hanno fatto ordine.<br />

Martullo-Blocher e i banchieri dell’UDC come Thomas<br />

Matter sperano però oggi in una «Singapore delle Alpi»,<br />

dove lavoratori privi di protezione e piegabili a piacimento<br />

L’UDC vuole tornare<br />

agli stagionali<br />

nelle baracche e ai<br />

lavoratori senza diritti<br />

siano al servizio di un’élite che opera a livello internazionale.<br />

L’UDC ha da tempo preso il posto dei liberali come<br />

partito votato al dumping salariale. In verità quest’iniziativa<br />

rappresenta un attacco su larga scala ai salari e ai posti<br />

di lavoro svizzeri.<br />

I sindacati non cascano più nelle propagande nazionalistiche<br />

degli estremisti di destra. Hanno riconosciuto già<br />

da decenni che non sono i colleghi stranieri a esercitare<br />

pressione sui loro salari e a minacciare i loro posti di lavoro,<br />

bensì i grandi gruppi. E che questo può essere impedito<br />

soltanto se tutti i lavoratori in Svizzera, indipendentemente<br />

dal loro passaporto, godranno degli stessi diritti.<br />

Ecco perché difendono le misure di accompagnamento e<br />

gli accordi bilaterali. Niente di più semplice.<br />

www.lavoroesalari.ch<br />

Fotoreportage<br />

Demir Sönmez, fotografo svizzero di origine armene/curde, ha<br />

realizzato questo reportage seguendo il controllore della commissione<br />

paritetica del settore ITC José Abelenda durante le<br />

ispezioni di routine in un cantiere del Canton Friburgo (tutte le<br />

immagini, tranne quella di pagina 13 che è stata scattata nel<br />

Vallese da <strong>syndicom</strong>, sono opera di Demir). Abituato a reportage<br />

in occasione di scioperi o manifestazioni, Demir ha notato<br />

in questo caso l’ottima collaborazione tra Abelenda e le persone<br />

sottoposte al controllo. «Ho apprezzato una simile esperienza,<br />

per me nuova, sul posto di lavoro. Tutto si è svolto in<br />

modo rilassato. José era attento ai loro bisogni, si accertava<br />

che le loro condizioni di lavoro si svolgessero in sicurezza, lasciava<br />

i suoi dati e questo in un’atmosfera quasi amichevole».<br />

Per Demir Sönmez «la fotografia costituisce uno degli elementi<br />

importanti della memoria collettiva». È in possesso<br />

di una tessera stampa Suisse RP e di una tessera stampa<br />

internazionale, è membro di Reporter sans frontières e della<br />

Federazione internazionale dei giornalisti (FIJ) e ha ricevuto<br />

diversi premi per le sue fotografie.<br />

www.photographygeneva.com


Attività di controllo in Svizzera<br />

Per combattere il dumping salariale servono controlli. Le esperienze dei controlli<br />

nell’ambito delle misure di accompagnamento dimostrano che i controlli sono uno<br />

strumento efficace. A tal fine nel 2019 le commissioni paritetiche e tripartite hanno<br />

controllato 160 000 persone. Solo un NO all’iniziativa per la limitazione garantisce<br />

questo sistema di controllo che i nostri colleghi europei ci invidiano.<br />

Quanti controlli vengono effettuati?<br />

Totale dei controlli effettuati dalle CT e CP cantonali dal 2011.<br />

senza CCL OG<br />

con CCL OG<br />

CP con CCL OG cantonale Totale CCL obiettivo legale<br />

50 000<br />

In che misura avvengono i controlli?<br />

Indipendentemente dal semplice numero, è necessario<br />

raggiungere un livello di controlli dissuasivo. La percentuale<br />

delle aziende controllate risp. degli indipendenti stranieri,<br />

il cosiddetto tasso d’ispezione, è pertanto decisiva ai fini<br />

dell’efficacia dei controlli.<br />

40 000<br />

30 000<br />

20 000<br />

10 000<br />

Fonte: Seco<br />

Quante violazioni vengono scoperte con i controlli?<br />

La necessità dei controlli è dimostrata anche dalla percentuale<br />

di violazioni constatate. La percentuale constatata<br />

di salari inferiori a quelli usuali è un importante<br />

indicatore.<br />

Dumping salariale presso i datori di lavoro svizzeri in settori senza CCL OG<br />

2018<br />

2019<br />

0<br />

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019<br />

12%<br />

11%<br />

Dumping salariale presso i datori di lavoro esteri in settori senza CCL<br />

Raggiungimento degli obiettivi a livello nazionale nel 2019<br />

Settori con CCL OG<br />

7%<br />

8%<br />

8%<br />

Fonte: SECO, modello Egger, SEM<br />

Settori senza CCL OG<br />

Percentuale dei luoghi di lavoro svizzeri controllati<br />

Percentuale dei lavoratori distaccati controllati<br />

26%<br />

27%<br />

29%<br />

Totale<br />

Percentuale dei lavoratori indipendenti controllati da segnalare<br />

32%<br />

34%<br />

40%<br />

Dove vengono eseguiti i controlli?<br />

I controlli non vengono eseguiti ovunque in modo uguale. La<br />

ripartizione tra i Cantoni viene determinata dalle dimensioni<br />

del mercato del lavoro, dal numero di fornitori di servizi transfrontalieri<br />

e dall’influenza generale della libera circolazione<br />

delle persone sui mercati del lavoro cantonali.<br />

2018<br />

2019<br />

14%<br />

15%<br />

Numero dei controlli aziendali effettuati dalle CT e CP cantonali per<br />

regione (presso aziende svizzere, aziende distaccate e lavoratori<br />

indipendenti), 2019.<br />

Fonte: Seco<br />

Controlli aziendali CT<br />

Controlli aziendali CP<br />

Quante sanzioni vengono inflitte?<br />

TI<br />

ZH<br />

4 600<br />

7 592<br />

Se vengono constatate delle violazioni, possono essere<br />

applicate delle sanzioni e dei blocchi dei servizi.<br />

Responsabili delle sanzioni sono le autorità cantonali.<br />

GE<br />

VD<br />

BE<br />

AG<br />

2 836<br />

2608<br />

1962<br />

4 106<br />

Totale sanzioni<br />

Totale sanzioni definitive<br />

Totale blocchi dei servizi<br />

VS<br />

LU<br />

BS<br />

1727<br />

1551<br />

1 504<br />

5000<br />

FR<br />

1 402<br />

4500<br />

4000<br />

3500<br />

GR<br />

BL<br />

NE<br />

SG<br />

1 306<br />

1 306<br />

1 203<br />

1 121<br />

3000<br />

SO<br />

1 115<br />

2500<br />

TG<br />

921<br />

2000<br />

1500<br />

1000<br />

SZ<br />

JU<br />

SH<br />

UR/OW/NW<br />

606<br />

562<br />

534<br />

433<br />

500<br />

ZG<br />

329<br />

0<br />

2014 2015 2016 2017 2018 2019<br />

AR/AI<br />

GL<br />

174<br />

149<br />

Fonte: elenco RESA<br />

Fonte: Seco


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Le mie idee mi appartengono!<br />

Tu metti le tue ore di lavoro e in cambio ricevi<br />

uno stipendio. Ma oggi i confini tra lavoro e tempo<br />

libero sono in parte svaniti. Questa commistione<br />

fa sì che il datore di lavoro avanzi addirittura<br />

un diritto su ciò che viene fatto durante il<br />

tempo libero oppure su ciò che è stato fatto<br />

ancora prima del rapporto di lavoro. In concreto<br />

questo effetto lo si vede nel caso dei diritti di<br />

proprietà intellettuale. Attraverso interminabili<br />

clausole contrattuali, le aziende del settore IT<br />

cercano di garantirsi un diritto su ciò che prima<br />

o poi potrebbe produrre un profitto.<br />

Nello sviluppo di software e algoritmi, la discrepanza<br />

tra lavoro e capitale, tra bene collettivo<br />

e interesse privato va però ancora più lontano.<br />

Che succede se le macchine a elevata capacità di<br />

calcolo appartengono a pochi gruppi multinazionali?<br />

Le scoperte e le idee, che devono operare<br />

nell’interesse della collettività, passano automaticamente<br />

alla proprietà di monopolisti privati.<br />

Questi monopoli privati possono essere controllati<br />

solo limitatamente a livello sociale o democratico.<br />

Dobbiamo pertanto garantire che i lavoratori<br />

delle professioni IT possano disporre più<br />

liberamente dei loro diritti di proprietà intellettuale,<br />

come prevede anche la risoluzione del settore<br />

ICT sugli «IP Rights».<br />

Miriam Berger<br />

I programmi creati prima del rapporto di lavoro o durante il tempo libero sono miei. (© Fotomelia)<br />

La risoluzione del settore ICT di <strong>syndicom</strong><br />

sulla proprietà intellettuale: bit.ly/3anCIy5<br />

Profitti ai privati<br />

e perdite allo Stato<br />

Marco Geissbühler, segretario regionale<br />

settore Media Svizzera centrale e nord-ovest<br />

Nella primavera di quest’anno i dipendenti<br />

della <strong>rivista</strong> Schweizer Illustrierte<br />

hanno prestato del lavoro ridotto<br />

nella speranza di impedire eventuali<br />

licenziamenti. Ma è stato tutto inutile:<br />

ora si trovano comunque in strada. Il<br />

gruppo editoriale Ringier Axel Springer<br />

ha licenziato 35 operatori dei media.<br />

Oltre a Schweizer Illustrierte, questo<br />

riguarda anche i dipendenti delle<br />

riviste di moda Style e Bolero, testate<br />

che saranno definitivamente chiuse.<br />

In caso di lavoro ridotto la cassa di disoccupazione<br />

(ovvero fondi pubblici)<br />

paga parte del salario, con l’obiettivo<br />

di impedire i licenziamenti. Ringier<br />

Axel Springer ha intascato il denaro<br />

pubblico, ma le persone sono comunque<br />

rimaste per strada. Ringier Axel<br />

Springer è un progetto comune di due<br />

gruppi lucrativi: nel 2019 Ringier presentava<br />

un utile di oltre 100 milioni di<br />

franchi, Axel Springer addirittura di<br />

oltre 600 milioni.<br />

L’esempio dimostra che anche ricorrendo<br />

al lavoro ridotto, le aziende di<br />

successo tagliano senza indugio posti<br />

di lavoro laddove conviene. I manager<br />

operano spesso secondo la logica dei<br />

«profitti ai privati e perdite allo Stato».<br />

La politica deve tenerne conto prima di<br />

distribuire il denaro dei contribuenti ai<br />

grandi gruppi. Confederazione e Cantoni<br />

devono subordinare sempre il finanziamento<br />

pubblico a determinate<br />

condizioni affinché questi mezzi soddisfino<br />

il loro scopo. Solo in questo modo<br />

il denaro finisce nelle mani giuste.<br />

La notizia del licenziamento (in francese):<br />

bit.ly/3aA5MlI


«Ancora una volta i lavoratori hanno dovuto dar voce collettivamente<br />

alle loro richieste per ottenere un vero cambiamento» Matthias Loosli<br />

17<br />

Neanche un’ora gratis<br />

Non è mai piacevole (né tantomeno legittimo)<br />

sentirsi dire che si è lavorato<br />

per niente. Si può quindi immaginare<br />

la rabbia e il disappunto dei conducenti<br />

di AutoPostale del Team 3 della<br />

Regia di Lugano, quando hanno saputo<br />

che avrebbero dovuto cedere a titolo<br />

gratuito parte delle loro ore supplementari.<br />

Ma andiamo con ordine.<br />

Il virus non è una scusa<br />

A novembre 2019, AutoPostale ha rilevato<br />

le corse di IA Capriasca Servizi, i<br />

cui collaboratori avevano accumulato<br />

diverse ore supplementari. I conducenti<br />

hanno dato mandato a <strong>syndicom</strong> di<br />

trattare per evitare che queste ore venissero<br />

“perse” con l’assegnazione di turni<br />

brevi. Poco dopo è arrivato il Covid-19.<br />

Per trasferire le ore sul conto ferie,<br />

Auto Postale ha posto come condizione<br />

che un terzo delle ore supplementari<br />

fosse ceduto gratuitamente per compensare<br />

la diminuzione del lavoro dovuta<br />

al virus. Immediata la sospensione<br />

delle trattative. <strong>syndicom</strong> ha sempre<br />

chiesto che il Team 3 fosse trattato analogamente<br />

alle altre sedi di AutoPostale:<br />

spettava al conducente decidere se<br />

concedere o meno queste ore.<br />

Un accordo che soddisfa<br />

Dopo settimane di trattative si è giunti<br />

a un accordo: un terzo del tempo supplementare<br />

è stato immediatamente<br />

pagato con lo stipendio di luglio, mentre<br />

due terzi saranno considerati giorni<br />

di compensazione che dovranno essere<br />

assegnati in accordo con il conducente<br />

sino alla fine del 2020. Qualora restasse<br />

un saldo positivo, questo resterà al conducente.<br />

Nemmeno un’ora è stata ceduta<br />

a titolo gratuito. Un accordo che<br />

AutoPostale a Lugano, accordo raggiunto. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

soddisfa i lavoratori e che mostra, ancora<br />

una volta, i risultati di un’azione<br />

compatta e coordinata dal sindacato.<br />

Giovanni Valerio<br />

Più personale a PostLogistics<br />

A seguito della petizione lanciata da <strong>syndicom</strong>, PostLogistics<br />

ha assunto 400 nuovi impiegati a tempo indeterminato.<br />

Durante la crisi da Covid-19 una gran<br />

parte della popolazione svizzera ha ordinato<br />

un numero esagerato di articoli<br />

online. Il volume di pacchi presso le<br />

basi di distribuzione della Posta è cresciuto<br />

a dismisura. Picchi che non si<br />

toccavano neanche durante il periodo<br />

natalizio sono diventati all’ordine del<br />

giorno per le colleghe e i colleghi di<br />

PostLogistics (PL). E poiché questo è<br />

avvenuto in modo improvviso e non<br />

programmato, il personale fisso ha<br />

dovuto sgobbare non poco, prestando<br />

ore straordinarie e arrivando al limite<br />

delle forze. Questo ha riguardato sia lo<br />

smistamento che il recapito. Si è però<br />

avuta l’impressione che i superiori<br />

non facessero nulla per sgravare il personale,<br />

le cui preoccupazioni e lamentele<br />

non sono state ascoltate. Pertanto<br />

a metà maggio <strong>syndicom</strong> ha lanciato<br />

la petizione «Aumentare il personale<br />

da PostLogistics».<br />

Ci voleva una petizione<br />

per cambiare. (© La Posta)<br />

Assumere personale fisso<br />

Nel giro di poche settimane la petizione<br />

è stata firmata da più di 500 colleghi.<br />

Le rivendicazioni dei firmatari<br />

sono state presentate dal responsabile<br />

del settore Matteo Antonini ai responsabili<br />

della Posta. Ed è valsa la pena<br />

esercitare un po’ di pressione: la<br />

questione più urgente era – come dice<br />

già il nome della petizione – quella relativa<br />

all’aumento dell’organico fisso.<br />

Anziché compensare i picchi con personale<br />

temporaneo, dovrebbe essere<br />

aumentato il numero di dipendenti<br />

fissi. Questo consentirebbe<br />

nel lungo<br />

termine di diminuire<br />

il carico di<br />

lavoro. Questa rivendicazione<br />

è stata<br />

ascoltata: nel<br />

giro di poche settimane<br />

PL ha assunto<br />

a tempo indeterminato<br />

circa 400 nuovi collaboratori.<br />

Diversi colleghi e colleghe interinali<br />

sono stati assunti a tempo indeterminato<br />

e se ne dovrebbero aggiungere<br />

altri 150.<br />

Compensare gli straordinari<br />

La direzione di PL ha messo in pratica<br />

anche ulteriori rivendicazioni del personale<br />

basate su questo sovraccarico<br />

temporaneo durante il lockdown da<br />

coronavirus. Ad esempio, ha introdotto<br />

nuovamente in tempo record la settimana<br />

di 5 giorni lavorativi. Grazie a<br />

una più stretta collaborazione con il<br />

servizio di trattamento delle lettere di<br />

PostMail è stato possibile sgravare i<br />

volumi di PostLogistics. Il personale<br />

di quest’ultima, messo a dura prova,<br />

ha richiesto una conversione delle ore<br />

straordinarie in giorni di ferie di cui<br />

poter fruire al più presto. I dipendenti<br />

devono riprendersi dalla mole di lavoro.<br />

Anche in questo caso la direzione<br />

di PL ha garantito che le ore in più saranno<br />

compensate in linea di principio<br />

con del tempo libero.<br />

Entro la chiusura redazionale non<br />

abbiamo ottenuto alcuna risposta in<br />

merito alla rivendicazione di una riqualifica<br />

di diverse funzioni professionali.<br />

Indipendentemente da ciò una<br />

cosa è evidente: ancora una volta i dipendenti<br />

hanno dovuto esporre le<br />

proprie questioni collettivamente per<br />

ottenere un cambiamento. E ha funzionato.<br />

Matthias Loosli<br />

Il testo della petizione: bit.ly/31EX95o


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Le giornaliste guadagnano anche 800 franchi in meno dei<br />

colleghi uomini, il divario raddoppia nelle radio-tv private» Dore Heim<br />

Giornalisti, in aumento le disparità<br />

Negli ultimi anni, il settore dei media ha attraversato profonde<br />

ristrutturazioni. Questo si ripercuote anche sulle condizioni<br />

di lavoro e sui salari. Un nuovo studio lo ha tradotto in cifre.<br />

Non solo i media stessi, ma nel corso<br />

degli ultimi anni sono cambiati anche<br />

i salari. L’ultimo sondaggio delle associazioni<br />

dei media sulla situazione<br />

reddituale risaliva però al 2006. Ecco<br />

perché <strong>syndicom</strong>, il Sindacato svizzero<br />

dei mass media SSM, l’Associazione<br />

svizzera dei giornalisti specializzati<br />

SFJ-AJS e l’Unione sindacale svizzera<br />

USS hanno lanciato un nuovo studio.<br />

Ora disponiamo di risultati rappresentativi:<br />

1’190 operatori dei media<br />

hanno partecipato al sondaggio online.<br />

Poiché è stato preso febbraio 2020<br />

come mese di riferimento, sono state<br />

escluse le perdite reddituali dovute<br />

alla pandemia da coronavirus. Ma lo<br />

studio dimostra che la situazione era<br />

precaria già prima.<br />

Meno soldi per donne e freelance<br />

Ad aggravarsi maggiormente è la situazione<br />

dei freelance: se nel 2006 il<br />

Differenza salario mediano<br />

uomo-donna<br />

Pubblicazioni<br />

online 320<br />

Quotidiani/<br />

settimanali 812<br />

TV/Radio<br />

pubbliche* 160<br />

TV/Radio<br />

private 1673<br />

Riviste<br />

specializzate 443<br />

*con CCL per tutta la Svizzera<br />

reddito mensile lordo ammontava a<br />

6’978 franchi, oggi è sceso a soli 5’600<br />

franchi. Inoltre, la forbice è ampia: il<br />

quarto inferiore guadagna in media<br />

appena 4mila franchi. «Il divario è<br />

enorme. Più della metà dei freelance<br />

ha dichiarato di dipendere da guadagni<br />

extra», afferma Dore Heim, responsabile<br />

dello studio e segretaria<br />

centrale dell’USS. «Oggi la maggior<br />

parte dei freelance è ben lontana dalla<br />

tariffa minima consigliata di 518 franchi<br />

al giorno», afferma anche Marco<br />

Geissbühler, segretario regionale dei<br />

media di <strong>syndicom</strong>. Il motivo, secondo<br />

lui, sta tra l’altro nella crescente concentrazione<br />

dei datori di lavoro: «Difficilmente<br />

i freelance sono in grado di<br />

negoziare il loro salario in quanto ci<br />

sono ben poche alternative». Ciò che<br />

ha sorpreso maggiormente Geissbühler<br />

è l’elevata disparità tra i sessi:<br />

«A prima vista la differenza salariale<br />

Differenza salariale<br />

con CCL /senza CCL<br />

<br />

Salario mensile in franchi<br />

Reddito più alto con CCL 9518<br />

senza CCL 9500<br />

Reddito alto con CCL 8700<br />

senza CCL 8300<br />

Reddito medio con CCL 7756<br />

senza CCL 6947<br />

Reddito basso con CCL 6874<br />

senza CCL 5524<br />

Reddito più basso con CCL 6000<br />

senza CCL 3907<br />

sembra essersi ridotta, ma in certi settori<br />

è eclatante: nel settore della stampa<br />

le donne guadagnano talvolta fino<br />

a 800 franchi in meno rispetto agli uomini,<br />

presso le emittenti radio-tv private<br />

addirittura fino a 1’670 franchi in<br />

meno!». Serve pertanto urgentemente<br />

un salario minimo al fine di ridurre il<br />

margine per la discriminazione.<br />

Pessimismo per il futuro<br />

Di fatto le differenze salariali sono<br />

meno marcate laddove vige un Contratto<br />

collettivo di lavoro (CCL), conferma<br />

la responsabile dello studio:<br />

«Un CCL ha una funzione stabilizzante,<br />

in particolare per i salari bassi». Lo<br />

dimostra la Svizzera romanda, unica<br />

regione ad aver stipulato un CCL con<br />

gli editori. Lì è previsto un salario d’ingresso<br />

di 5’843 franchi, circa 500 franchi<br />

in più rispetto ai salari più bassi<br />

nel resto della Svizzera dove dal 2004<br />

non c’è più alcun CCL. È proprio qui<br />

che Geissbühler intravede il problema:<br />

«La palla è nelle mani dei datori di<br />

lavoro che da ormai 15 anni negano il<br />

rinnovo di un CCL per la Svizzera tedesca<br />

e il Ticino».<br />

Sorprende inoltre la stima pessimistica<br />

per il futuro degli intervistati,<br />

e questo indipendentemente da CCL,<br />

salario o tipologia di media: più del<br />

90% valuta negativamente le possibilità<br />

di ritrovare un posto di lavoro equivalente.<br />

Ciò che ha colpito positivamente<br />

Heim e Geissbühler è stata la<br />

grande passione per la professione: il<br />

90% ha affermato di vivere il proprio<br />

lavoro come qualcosa di entusiasmante<br />

e significativo. «Questo entusiasmo<br />

dovrebbe essere maggiormente apprezzato<br />

da parte degli editori e soprattutto<br />

remunerato adeguatamente»,<br />

afferma Marco Geissbühler.<br />

Eva Hirschi<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/nc/divisioni/stampa/<br />

sondaggiodeimedia2020/<br />

Rappresentanza del<br />

personale a Google,<br />

un successo collettivo<br />

Da giugno di quest’anno, gli «zoogler»,<br />

ovvero i collaboratori di Google<br />

a Zurigo, hanno eletto una loro rappresentanza<br />

del personale. Un risultato<br />

notevole, ottenuto con grande slancio<br />

e tenacia dai collaboratori di Google<br />

che hanno lottato insieme per avere<br />

una rappresentanza del personale. Le<br />

strutture di recente istituzione consentono<br />

una partecipazione più efficace<br />

in azienda. Il fatto che tra i dipendenti<br />

di Google ci siano richieste che<br />

non si risolvono semplicemente da<br />

sole è dimostrato anche dai «walkouts»<br />

(le azioni di protesta) degli ultimi<br />

anni. Inoltre, il fatto che ora Zurigo disponga<br />

di una rappresentanza del personale<br />

è importante in particolare anche<br />

per le altre sedi di Google e per il<br />

settore: la visibilità è grande e incoraggerà<br />

altri lavoratori della multinazionale<br />

a organizzarsi allo stesso modo.<br />

Ma è chiaro che soltanto un Contratto<br />

collettivo di lavoro e una partnership<br />

effettivamente vissuta potranno garantire<br />

ancor meglio la partecipazione<br />

dei lavoratori. Noi sosteniamo i collaboratori<br />

di Google Zurigo in questo<br />

processo e continueremo inoltre a restare<br />

al loro fianco con i nostri consigli.<br />

Perché ora si tratta di far sì che le<br />

condizioni quadro riescano effettivamente<br />

a produrre il loro effetto.<br />

Miriam Berger<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/it/google


«L’idea che gli tutti indipendenti guadagnino così tanto da<br />

non aver bisogno di sicurezza sociale non ha senso» Michael Moser<br />

19<br />

Che ci fa Swisscom in Lettonia?<br />

L’azienda di telecomunicazioni svizzera sta costruendo nella<br />

capitale Riga un centro per lo sviluppo di software. Quali motivi<br />

la spingono nella parte più nordorientale d’Europa?<br />

Le esternalizzazioni di Swisscom proseguono.<br />

Dopo Rotterdam, l’azienda<br />

di telecomunicazioni svizzera inaugura<br />

ora un cosiddetto DevOps-Center<br />

anche nella capitale lettone, Riga. DevOps<br />

è una metodologia di sviluppo rapido<br />

di software e di applicazioni altamente<br />

specializzate, come ad esempio<br />

l’interconnessione di cloud. La motivazione<br />

ufficiale di Swisscom è: «In<br />

Svizzera non riusciamo a reclutare un<br />

numero sufficiente di professionisti<br />

del DevOps».<br />

Eppure suona strano: la Lettonia<br />

stessa (poco più di due milioni di abitanti)<br />

segnala un grave stato di emergenza<br />

in materia di professionisti IT.<br />

Con una rapida rimonta il paese sta<br />

cercando di superare il suo vicino, l’Estonia.<br />

La piccola Estonia (1,3 milioni<br />

di abitanti, capitale Tallinn) è infatti<br />

considerata un gigante della digitalizzazione.<br />

Tutti gli abitanti sono registrati<br />

con un ID elettronico e sono dotati<br />

di una card con chip. Possono<br />

accedere alle prestazioni del servizio<br />

pubblico solo con la card in questione<br />

sulla quale viene memorizzato tutto:<br />

identità, formazione, registro penale,<br />

dati sui pazienti, dati fiscali, e così via.<br />

Amministrazione, politica e sanità<br />

sono ampiamente digitalizzate, gli<br />

estoni eleggono il loro Parlamento tramite<br />

una votazione elettronica. In futuro<br />

un algoritmo emetterà addirittura<br />

le sentenze giuridiche.<br />

Smantellamento digitale dei diritti<br />

È chiaro che la raccolta digitale delle<br />

informazioni globali su tutti i cittadini<br />

crea enormi problemi in materia di<br />

protezione dei dati. Quando nell’autunno<br />

del 2017 i capi dei governi UE si<br />

sono incontrati a Tallinn in occasione<br />

del «vertice digitale», le ID card di<br />

800mila estoni hanno dovuto essere<br />

bloccate a causa di una falla nella sicurezza:<br />

un vero disastro. Nell’Unione<br />

Europea si osserva con crescente preoccupazione<br />

lo smantellamento digitale<br />

dei diritti di base della democrazia<br />

e si è cercato ripetutamente di<br />

mettere freno agli intenti dei baltici.<br />

Eppure Estonia e Lettonia fungono<br />

da modelli per i fautori della digitalizzazione<br />

svizzeri. Non passa mese senza<br />

che una delegazione del governo o<br />

dell’economia non si rechi nella regione<br />

baltica. Esperti come Taavi Kotka<br />

(ex capo della comunicazione del governo<br />

estone e «mente» del progetto di<br />

cittadinanza digitale del paese baltico)<br />

vengono visti come guru a Berna.<br />

Ora i politici borghesi come il liberale<br />

radicale zurighese Ruedi Noser speculano<br />

sul fatto che la digitalizzazione<br />

sopprimerà «dal 20 al 30 per cento» dei<br />

posti di lavoro nel servizio pubblico.<br />

E in questo Swisscom vuol essere<br />

in prima linea.<br />

Oliver Fahrni<br />

Swisscom in trasferta a Riga (nella foto). Come sempre, si esternalizza per ridurre i costi. (© Swisscom)<br />

bit.ly/3ggvFIF<br />

Lavoratori indipendenti<br />

meglio rappresentati<br />

anche in politica<br />

Michael Moser, segretario centrale Settore media<br />

Se qualcuno all’inizio dell’anno mi<br />

avesse detto che in estate ci sarebbe<br />

stata una sessione straordinaria per<br />

discutere i problemi dei lavoratori indipendenti<br />

e che il Consiglio federale<br />

avrebbe promesso due miliardi di sussidi,<br />

avrei fatto fatica a crederci. Da<br />

anni <strong>syndicom</strong> s’impegna per gli interessi<br />

degli indipendenti. Oltre mille<br />

dei nostri membri si guadagnano da<br />

vivere come freelance e la tendenza è<br />

in aumento. Non è che la pandemia da<br />

coronavirus abbia fatto crollare un<br />

mondo perfetto. Piuttosto molti problemi,<br />

ad esempio che cosa fare se<br />

all’improvviso vengono meno degli incarichi<br />

oppure se non ne arrivano di<br />

nuovi, sono noti a tutti gli indipendenti.<br />

Ma con il coronavirus questo problema<br />

individuale è divenuto improvvisamente<br />

collettivo. È come se<br />

politica e società avessero realizzato<br />

soltanto ora che c’è bisogno di intervenire.<br />

L’idea che tutti i lavoratori indipendenti<br />

guadagnino così tanto da<br />

non aver bisogno di alcuna sicurezza<br />

sociale, è definitivamente fuori discussione.<br />

Ora occorre trovare soluzioni.<br />

<strong>syndicom</strong> parteciperà attivamente alle<br />

modalità di sviluppo di queste ultime.<br />

Con il supporto della consigliera nazionale<br />

socialista Mattea Meyer, che in<br />

Parlamento si è battuta in modo incredibile<br />

per gli interessi dei nostri membri<br />

e degli altri indipendenti, sono state<br />

gettate le basi per una forte<br />

rappresentanza dei lavoratori indipendenti<br />

anche in politica.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/indipendente


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Le misure di accompagnamento con salari minimi, contratti<br />

collettivi e controlli tutelano i giovani dalla precarietà» Dominik Fitze<br />

I giovani, alleati contro<br />

l’iniziativa per la disdetta<br />

Un’ampia alleanza di giovani, dai sindacati agli<br />

studenti, dalle associazioni alla società civile, si<br />

schiera contro l’iniziativa UDC che vuole abolire<br />

l’accordo sulla libera circolazione con l’Unione<br />

Europea. Una proposta deleteria, soprattutto<br />

per i giovani lavoratori.<br />

Una Svizzera aperta, al centro dell’Europa. (© JKOS)<br />

L’iniziativa dell’UDC per la disdetta,<br />

denominata «per un’immigrazione limitata»,<br />

al voto il 27 settembre, minaccia<br />

il benessere di tutti noi. Sono<br />

proprio i giovani lavoratori a essere<br />

spesso interessati dal lavoro precario:<br />

stage non retribuiti o mal retribuiti,<br />

contratti temporanei o lavoro a tempo<br />

parziale sono la realtà di molti giovani<br />

in questo paese. Le misure di accompagnamento<br />

con salari minimi, Contratti<br />

collettivi e controlli salariali<br />

servono a tutelare anche e proprio i<br />

Dominik Fitze, segretario centrale dei Giovani di<br />

<strong>syndicom</strong>, copresidente della Gioventù sindacale<br />

dell’USS e membro del Comitato dei giovani per<br />

una Svizzera aperta.<br />

giovani dalla crescente precarizzazione<br />

del loro lavoro.<br />

A rischio il programma Erasmus<br />

Allo stesso tempo l’iniziativa minaccia<br />

anche la formazione universitaria.<br />

Studiare all’estero sarebbe fortemente<br />

limitato, la partecipazione al programma<br />

di scambio studentesco Erasmus<br />

– di cui possono beneficiare del<br />

resto anche gli apprendisti – sarebbe<br />

praticamente impensabile.<br />

Giovani alleati contro l’iniziativa<br />

Per prendere posizione nella campagna<br />

elettorale, il Comitato dei giovani<br />

per una Svizzera aperta (JKOS) ha riunito<br />

un’ampia alleanza di associazioni<br />

giovanili. «L’iniziativa per la disdetta<br />

rappresenta una minaccia per tutti<br />

noi. Ecco perché siamo molto felici di<br />

questa collaborazione», afferma Kathrin<br />

Ziltener, co-presidente della<br />

Commissione giovani dell’Unione<br />

Sindacale Svizzera. «Dobbiamo pertanto<br />

mostrare insieme i vantaggi della<br />

libera circolazione delle persone e<br />

delle misure di accompagnamento<br />

per giovani professionisti». Nel Comitato<br />

la gioventù sindacale collabora ad<br />

esempio con la Federazione delle associazioni<br />

giovanili, l’Associazione<br />

degli studenti e la youngCaritas.<br />

Campagna social per i giovani<br />

La campagna elettorale prevede una<br />

campagna mediatica sui social. «È il<br />

miglior modo per raggiungere i giovani»:<br />

ne è convinto Jean-Claude Barandun,<br />

segretario della JKOS. «La campagna<br />

unisce gli interessi di studenti e<br />

lavoratori, che dervono trovare espressione<br />

nella campagna elettorale. Ecco<br />

perché ci siamo riuniti in questa alleanza».<br />

Un messaggio necessario<br />

Il Comitato si impegna per una Svizzera<br />

aperta, interculturale e solidale. La<br />

via bilaterale, la mobilità europea e le<br />

buone condizioni di lavoro sono un investimento<br />

nel futuro della Svizzera. È<br />

questo che il Comitato intende sottolineare<br />

nella campagna elettorale. Un<br />

messaggio che altrimenti scomparirebbe<br />

dietro la chiassosa propaganda<br />

dell’UDC.<br />

Dominik Fitze<br />

Il sito del comitato (in francese)<br />

comitedesjeunes.ch/<br />

A Presto si respira<br />

un clima di entusiasmo<br />

Alla loro assemblea dei delegati, lo<br />

scorso 27 giugno, gli addetti al recapito<br />

mattutino iscritti a <strong>syndicom</strong> si<br />

sono riposizionati per prepararsi alle<br />

prime trattative salariali collettive di<br />

Presto. I collaboratori di Presto si sono<br />

assicurati questo diritto con il nuovo<br />

contratto collettivo di lavoro. La rivendicazione<br />

consiste in un aumento salariale<br />

generale, in un aumento del salario<br />

minimo e in un premio legato al<br />

coronavirus per gli addetti al recapito<br />

che durante la pandemia si sono fatti<br />

carico di giri supplementari.<br />

Riorganizzarsi per lavorare in rete<br />

Fondamentale per l’efficacia delle<br />

commissioni del personale (CoPe) è il<br />

loro collegamento in rete al di là delle<br />

loro sedi. Il comitato aziendale nazionale<br />

e l’assemblea dei delegati hanno<br />

pertanto subìto una riorganizzazione.<br />

Le presidenze delle CoPe formano il<br />

comitato aziendale nazionale di Presto.<br />

I membri delle CoPe di tutte le<br />

sedi formano dal canto loro l’assemblea<br />

dei delegati di Presto. Ora questo<br />

vale anche per i componenti delle<br />

commissioni del personale della sede<br />

di Berna. Questo significa che <strong>syndicom</strong><br />

è ora collegato in rete con tutte le<br />

sedi di Presto tramite le rispettive<br />

commissioni del personale.<br />

Ottimismo per le trattative<br />

Negoziatrice delle trattative è la segretaria<br />

centrale <strong>syndicom</strong>, Sheila Winkler,<br />

che si dimostra ottimista per le<br />

trattative salariali, previste per settembre:<br />

«In brevissimo tempo siamo<br />

riusciti ad acquisire tutti i membri delle<br />

CoPe di tutte le sedi e orientare in tal<br />

senso la composizione dei nostri gruppi.<br />

La nuova assemblea dei delegati di<br />

Presto è ora composta da sindacalisti<br />

impegnati e in relazione fra loro. Sono<br />

convinta che raggiungeremo un buon<br />

risultato salariale».<br />

Christian Capacoel


«Con l’esternalizzazione dei servizi postali, Oerlikon elude<br />

gli standard minimi concordati nel CCL della Posta» Dominik Dietrich<br />

21<br />

Stop al subappalto a terzi!<br />

È la richiesta dei collaboratori della base di distribuzione del<br />

centro pacchi di Oerlikon, che hanno organizzato una petizione.<br />

Nell’ultimo numero di questa <strong>rivista</strong> vi<br />

abbiamo presentato Mujo Mujagic,<br />

Davide Ramundo, Andreas Käser e<br />

Marwan Ismaili del centro pacchi di<br />

Oerlikon. A seguito della costante insoddisfazione<br />

dei lavoratori di PostLogistics,<br />

i quattro colleghi hanno deciso<br />

di opporsi insieme con <strong>syndicom</strong><br />

alla strategia di esternalizzazione che<br />

da diversi anni viene praticata presso<br />

questa sede. Con l’esternalizzazione<br />

dei servizi postali, il centro pacchi di<br />

Oerlikon elude gli standard minimi<br />

stabiliti e concordati dalle parti sociali<br />

nel CCL della Posta svizzera: i subappaltatori<br />

non sono obbligati ad attenersi<br />

alle disposizioni del CCL.<br />

Nel giro di pochi giorni la petizione<br />

«Questa medicina è sbagliata: stop a<br />

tutte le esternalizzazioni a terzi dei<br />

servizi postali!» è stata firmata dal 99%<br />

dei lavoratori. Grazie alla crescente<br />

pressione del personale, il 25 maggio<br />

c’era già stato un primo dialogo tra la<br />

direzione della sede, la commissione<br />

del personale designata e <strong>syndicom</strong>.<br />

Sebbene si siano ottenute le prime<br />

concessioni da parte della direzione, i<br />

lavoratori del centro di Oerlikon hanno<br />

comunque voluto consegnare la petizione.<br />

Hanno pertanto organizzato<br />

un’azione di protesta lunedì 15 giugno.<br />

Tutti quelli che si trovavano sul<br />

posto al mattino presto, hanno partecipato<br />

alla nostra iniziativa e hanno<br />

assistito alla consegna. In occasione<br />

di un intervento, Davide Ramundo e<br />

Dominik Dietrich hanno nuovamente<br />

sottolineato le rivendicazioni e hanno<br />

ringraziato per il grande impegno. Il<br />

signor Gräzer, responsabile del centro<br />

pacchi di Oerlikon, ha preso in consegna<br />

la petizione e ha assicurato non<br />

solo di prendere sul serio le rivendicazioni,<br />

ma anche di implementarle.<br />

Esercitare il diritto di partecipazione<br />

Nel frattempo è in corso il processo di<br />

elezione per l’istituzione di una commissione<br />

del personale. Inoltre siamo<br />

stati rassicurati in merito all’intenzione<br />

di ridurre considerevolmente il numero<br />

di subappaltatori e di coprire i<br />

giri futuri con personale della Posta.<br />

L’esempio di Oerlikon dimostra che<br />

insieme è possibile ottenere dei risultati.<br />

Grazie ad alcuni membri impegnati,<br />

siamo riusciti ad aumentare notevolmente<br />

il livello organizzativo. In<br />

futuro i colleghi potranno quindi esercitare<br />

il loro diritto di partecipazione,<br />

come commissione del personale ufficialmente<br />

eletta, e difendere così gli<br />

interessi dei lavoratori. In ottobre si<br />

terrà il prossimo colloquio tra la direzione<br />

della sede, la neoeletta commissione<br />

del personale e <strong>syndicom</strong>. In<br />

quell’occasione si vedrà se le rivendicazioni<br />

sono state soddisfatte e implementate.<br />

Fino ad allora, continueremo<br />

a essere regolarmente presenti sul posto<br />

e sosterremo i colleghi e le colleghe<br />

per il rispetto dei loro diritti.<br />

Dominik Dietrich<br />

Il 15 giugno, i lavoratori di Oerlikon hanno potuto assistere alla consegna della petizione. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/lenostretematiche/dossier/<br />

spicchidivita/team-postlogistics-oerlikon<br />

L’aiuto ai media impone<br />

degne condizioni di lavoro<br />

Nella sessione autunnale il pacchetto<br />

di misure per una nuova promozione<br />

dei media arriverà al Consiglio nazionale.<br />

All’audizione nella commissione<br />

competente, <strong>syndicom</strong> rivendica due<br />

adeguamenti: le sovvenzioni devono<br />

essere previste solo per i media con<br />

condizioni di lavoro dignitose e l’importo<br />

per i media online dovrà essere<br />

sufficientemente elevato. Il pacchetto<br />

di misure che il Consiglio degli Stati<br />

ha già discusso poggia su tre livelli: 1)<br />

potenziamento della promozione indiretta<br />

grazie a tariffe ridotte per il recapito<br />

di giornali e riviste; 2) nuova<br />

promozione per i media online locali<br />

con modelli di pagamento e 3) sostegno<br />

di istituzioni di servizio pubblico.<br />

In concreto, le prestazioni dell’agenzia<br />

nel servizio di base di Keystone-ATS, la<br />

formazione e il perfezionamento, gli<br />

organi di autoregolamentazione (in<br />

particolare il Consiglio della stampa) e<br />

progetti di infrastruttura IT aperti per<br />

la trasformazione digitale dei media.<br />

Con l’obbligo di un contratto<br />

Come per il recapito mattutino sostenuto<br />

di recente, anche per i media supportati<br />

è necessario includere l’obbligo<br />

di negoziare un CCL. Lo Stato non può<br />

infatti investire in salari indegni e in<br />

condizioni di lavoro in crescente peggioramento.<br />

Possono perciò beneficiare<br />

del sostegno solo quelle aziende<br />

operanti nel settore dei media che contribuiscono<br />

a trattative contrattuali<br />

con regole per salari minimi, in modo<br />

graduale, secondo il potere finanziario.<br />

Per promuovere i media online servono<br />

fondi sufficienti. Questa misura è<br />

rivolta ai giovani che usano i media<br />

online e pertanto al futuro. Affinché il<br />

pacchetto sia equilibrato tra stampa<br />

scritta e online, la sovvenzione deve disporre,<br />

come nel progetto originario,<br />

di 50 milioni di franchi, per sostenere i<br />

media di rilevanza democratica con i finanziamenti<br />

necessari. Un sistema dei<br />

media funzionante equivale a dare ossigeno<br />

alla società. Con questo aiuto gli<br />

editori hanno l’obbligo di evitare tagli<br />

ai servizi giornalistici e il taglio dei posti<br />

di lavoro sulla scia del coronavirus!<br />

Stephanie Vonarburg


22 Politica<br />

Sì al congedo paternità<br />

Due settimane pagate per<br />

tutti i neopapà, anche per<br />

quei settori nei quali la legge<br />

prevede un solo giorno di<br />

congedo. È il primo passo<br />

per smuovere la Svizzera dalle<br />

ultime posizioni europee<br />

in materia di sostegno alla<br />

famiglia.<br />

Testo: Dominik Fitze<br />

Foto: Flavia Leuenberger Ceppi<br />

Con la modifica della legge sulle indennità<br />

di perdita di guadagno, che<br />

saremo chiamati a votare il 27 settembre,<br />

in Svizzera si affronta per la<br />

prima volta il congedo paternità per<br />

tutti. Questo passo è assolutamente<br />

necessario e noi sindacati lo richiediamo<br />

da tempo. La proposta è che<br />

dopo la nascita del proprio figlio i<br />

padri possano fruire di due settimane<br />

di congedo retribuito. Il congedo<br />

viene finanziato mediante le indennità<br />

di perdita di guadagno (IPG)<br />

come avviene già per il congedo maternità.<br />

Questa modifica urge da<br />

tempo. Finora i neopapà avevano diritto<br />

solo a uno o due giorni liberi.<br />

Grazie ai Contratti collettivi di lavoro<br />

(CCL), il congedo paternità è già<br />

stato introdotto in molti dei nostri<br />

settori. Nel CCL dell’industria grafica<br />

tale congedo corrisponde attualmente<br />

a due settimane, presso Swisscom<br />

a tre e nel nuovo CCL della<br />

Posta, in vigore a partire dal prossimo<br />

anno, saranno previste addirittura<br />

quattro settimane.<br />

Questo era anche l’obiettivo originario<br />

di un’iniziativa popolare sostenuta<br />

dai sindacati. La votazione di<br />

settembre è un controprogetto indiretto<br />

del Parlamento che riscontra<br />

ampio consenso e che è supportato<br />

da un’alleanza di sindacati, partiti<br />

da sinistra a destra, nonché da organizzazioni<br />

della società civile come<br />

alliance f (federazione mantello<br />

delle associazioni femminili), Pro<br />

Familia (federazione mantello delle<br />

associazioni familiari) e FAFT Plus<br />

(Federazione delle Associazioni<br />

Femminili Ticino). È chiaramente<br />

finanziabile e migliora la conciliabilità<br />

di lavoro e famiglia. Consente<br />

alle giovani famiglie di gestire insieme<br />

sin dall’inizio l’accudimento<br />

del bambino e permette ai padri di<br />

assumersi la responsabilità in famiglia.<br />

Un punto di partenza<br />

Per noi sindacati è però chiaro che<br />

due settimane non sono che l’inizio.<br />

Noi voteremo chiaramente Sì, per<br />

solidarietà con le nostre colleghe e<br />

con i nostri colleghi che non sono<br />

tutelati da alcun CCL, dove i padri<br />

secondo la legge ottengono solo da<br />

uno a due giorni di congedo. Ma voteremo<br />

anche Sì perché sappiamo<br />

che due settimane di congedo paternità<br />

retribuito migliorano la nostra<br />

posizione negoziale per i futuri CCL.<br />

Possiamo partire da questo e chiedere<br />

al Parlamento di estendere il<br />

congedo paternità.<br />

Il testo dell’iniziativa<br />

congedo-paternita.ch<br />

No all’imbroglio della<br />

deduzione fiscale per i figli<br />

La novità si cela dietro l’insignificante<br />

titolo «Modifica della legge federale<br />

sull’imposta federale diretta».<br />

Ma ben nascosto c’è un enorme<br />

imbroglio. Apparentemente si tratta di<br />

sgravare le famiglie: le deduzioni<br />

fiscali massime per l’accudimento dei<br />

figli dovrebbero passare da 10’100 a<br />

25’000 franchi per figlio, la deduzione<br />

generale per ciascun figlio da 6’500 a<br />

10’000 franchi. Suona bene, ma a<br />

beneficiarne saranno i redditi più alti,<br />

ovvero solo il 6% delle famiglie. Questo<br />

costerà invece a tutti noi 370 milioni di<br />

franchi all’anno.<br />

Si tratta quindi di una ridistribuzione<br />

a favore dei più ricchi. Quasi la<br />

metà delle famiglie con figli non versa<br />

infatti alcuna imposta federale diretta.<br />

Per loro non è pertanto previsto alcun<br />

centesimo di sgravio! Le famiglie con<br />

un reddito di mezzo milione potrebbero<br />

però risparmiare quasi 1’000 franchi<br />

di tasse. Questo è ingiusto e sfrontato<br />

nei confronti della classe media!<br />

Il Parlamento borghese avrebbe<br />

potuto decidere diversamente.<br />

Avrebbe ad esempio potuto promuovere<br />

direttamente gli asili nido. Oppure<br />

estendere le riduzioni dei premi delle<br />

casse malati. Questo avrebbe aiutato<br />

coloro che non riescono ad arrivare a<br />

fine mese. Invece ha optato per la<br />

politica clientelare. Ci sono quelli che<br />

hanno già abbastanza. Questi 370<br />

milioni di franchi verranno a mancare<br />

nelle casse federali: chi osserva la<br />

politica svizzera sa che questo<br />

ammontare difficilmente verrà<br />

recuperato fra i più ricchi. Dobbiamo<br />

piuttosto aspettarci che vengano<br />

operati tagli nei trasporti pubblici,<br />

negli asili nido o nel sistema sanitario.<br />

Si tratta quindi di una ridistribuzione<br />

dal basso verso l’alto, a spese della<br />

classe media. Si intende dare ai ricchi<br />

e non poco. Questo denaro verrà a<br />

mancare nelle casse statali di cui<br />

beneficiamo tutti: servizio pubblico,<br />

ospedali, qualità dell’accudimento dei<br />

figli.<br />

Non fatevi ingannare da questo<br />

imbroglio fiscale. La proposta è una<br />

fregatura che noi sindacati non<br />

possiamo assolutamente sostenere.<br />

Votate pertanto NO alla modifica della<br />

legge sulle imposte!<br />

Dominik Fitze, segretario Giovani


Politica<br />

Léonore Porchet : «È urgente<br />

una 13esima mensilità AVS»<br />

23<br />

La consigliera nazionale verde, membro di<br />

<strong>syndicom</strong>, ritiene che sia essenziale potenziare<br />

il primo pilastro. In particolare per migliorare<br />

la condizione delle donne in pensione.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: Alexander Egger<br />

Perché i membri di <strong>syndicom</strong> devono mobilitarsi per<br />

raccogliere le firme per l’iniziativa AVSx13?<br />

È urgente e indispensabile sostenere e migliorare la situazione<br />

dell’AVS, che offre un finanziamento sicuro e<br />

solido dal momento che le rendite del 2° pilastro sono<br />

diminuite dell’8% dal 2005. Per lavori come il mio (responsabile<br />

comunicazione, da indipendente) così come<br />

per chi ha piccoli stipendi, per esempio alla Posta, è già<br />

difficile avere un secondo pilastro, figuriamoci un terzo…<br />

impensabile. Migliorando l’AVS, si necessita di<br />

meno denaro e si arriva a un risultato migliore di quello<br />

che si otterrebbe se questa prestazione venisse fornita attraverso<br />

il secondo o il terzo pilastro.<br />

Per finanziare i circa 2,7 miliardi di franchi che costerà<br />

questa tredicesima AVS, l’USS prevede in particolare un<br />

aumento di 0,35 punti percentuali dei contributi del<br />

personale salariato. È questo il momento giusto, considerato<br />

che il potere d’acquisto dei lavoratori si è drasticamente<br />

ridotto?<br />

Preferirei che fossero considerate prioritarie altre soluzioni,<br />

anche se questo contributo è basato sulla parità e<br />

sarebbe finanziato in ugual modo dai datori di lavoro. In<br />

effetti, garantire le pensioni della popolazione è un dovere<br />

dello Stato. Il denaro va cercato là dove si trova, nelle<br />

riserve astronomiche della Banca nazionale (ndr: circa<br />

800 miliardi di franchi), negli utili realizzati regolarmente<br />

dai Cantoni e dalla Confederazione. La rivalutazione<br />

delle rendite AVS che non raggiungono duemila franchi<br />

al mese per la metà dei beneficiari è più utile del finanziare<br />

aerei da combattimento a suon di miliardi.<br />

Perché questa iniziativa è particolarmente importante<br />

per le donne?<br />

Dobbiamo denunciare le retribuzioni disuguali e troppo<br />

basse che portano un terzo delle donne a non avere la<br />

LPP, così come le disuguaglianze strutturali di una società<br />

ancora patriarcale, che porta le donne a sacrificarsi<br />

per la cura dei figli o ad assumere il ruolo di badanti. Di<br />

conseguenza, migliaia di donne raggiungono l’età della<br />

Una firma per le donne<br />

«Rafforzare l’AVS significa anche rafforzare la parità tra i<br />

sessi», sostiene Léonore Porchet. Perché le donne (che<br />

spesso lavorano a tempo parziale per occuparsi della<br />

famiglia) sono le più penalizzate dal sistema pensionistico.<br />

Ecco perché l’iniziativa per una 13esima mensilità AVS era<br />

stata lanciata proprio il 5 marzo, pochi giorni prima della<br />

Giornata internazionale della donna. Interrotta a causa della<br />

pandemia, la raccolta firme continua ora anche online:<br />

pensione condannate a condizioni precarie. Il miglioramento<br />

dell’AVS è necessario perché è l’unica assicurazione<br />

a introdurre la solidarietà per il lavoro gratuito delle<br />

donne attraverso bonus per i compiti educativi e l’assistenza<br />

ai parenti. Inoltre, molte donne devono fare affidamento<br />

sulle prestazioni complementari (è il caso del<br />

15% delle donne in pensione e il loro numero aumenta<br />

con l’età) e sulla solidarietà familiare. Nella mia famiglia,<br />

mia nonna non potrebbe essere accudita senza l’aiuto<br />

dei suoi parenti. La tredicesima rendita AVS andrà<br />

quindi a vantaggio di tutte le generazioni, perché permette<br />

di esprimere solidarietà ai nostri anziani e allo<br />

stesso tempo andare a beneficio delle nostre rendite.<br />

Unione Sindacale Svizzera (USS) e <strong>syndicom</strong> sostengono<br />

insieme questa iniziativa: che ne pensa?<br />

Il compito di un sindacato è pure quello di garantire che<br />

i suoi membri possano avere una vita dignitosa anche<br />

dopo quella professionale. Questo obiettivo è davvero a<br />

rischio se i nostri stipendi non garantiscono pensioni decenti,<br />

il che è inaccettabile. Per me, che ho combattuto<br />

politicamente a fianco dei 41 del Matin, un miglioramento<br />

delle pensioni, oltre al beneficio transitorio per i lavoratori<br />

anziani, permetterebbe anche alle persone che<br />

vengono licenziate alla fine della loro vita lavorativa di<br />

ottenere dei vantaggi.<br />

avsx13.ch


24 Politica<br />

Una rendita-ponte per chi non ha più diritto alla disoccupazione<br />

Prepensionamento, modelli innovativi<br />

Chi viene licenziato intorno<br />

ai 55 anni (e oltre) fatica a<br />

reinserirsi nel mercato del<br />

lavoro. Il Parlamento introduce<br />

finalmente una nuova<br />

assicurazione sociale che<br />

però riguarda solo i casi più<br />

difficili. E tutti gli altri?<br />

Testo: Franz Schori<br />

Disegno: Max Spring<br />

Erwin viene convocato inaspettatamente<br />

nell’ufficio del capo: «A seguito<br />

della riorganizzazione dobbiamo<br />

purtroppo rinunciare alle tue<br />

prestazioni, ti prego di firmare qui<br />

l’accordo di rescissione». Tutto questo<br />

dopo 35 anni al servizio della<br />

stessa azienda. Sconvolto, in stato<br />

confusionale, Erwin firma. Ancora<br />

sotto shock, libera il suo ufficio, saluta<br />

a malapena i suoi colleghi e si<br />

avvia verso il vuoto. Un vuoto difficilmente<br />

colmabile. Inizialmente<br />

sei mesi di versamento continuato<br />

del salario. Poi un anno di prestazioni<br />

del piano sociale, all’80% del salario<br />

precedente, infine candidatura<br />

dopo candidatura, ma raccoglie solo<br />

rifiuti. Poi l’URC, di nuovo decine di<br />

sforzi inutili, al 70% dello stipendio.<br />

Quindi la fine del diritto all’indennità<br />

di disoccupazione. Aiuto sociale,<br />

umiliazione, depressione, fino a<br />

quando a 65 anni arriva finalmente<br />

la rendita AVS.<br />

Una nuova assicurazione sociale<br />

A seguito di storie simili a quella di<br />

Erwin, il Parlamento ha creato una<br />

nuova assicurazione sociale che intende<br />

garantire ai disoccupati, di<br />

età compresa tra 60 e 65 anni e che<br />

hanno esaurito le indennità di disoccupazione,<br />

una rendita transitoria<br />

onde evitare di ricorrere all’aiuto<br />

sociale. La condizione è che il patrimonio<br />

netto ammonti a meno di<br />

50mila franchi. Rientrano nel patrimonio<br />

netto anche gli averi del 2°<br />

pilastro, nella misura in cui superano<br />

un importo che il Consiglio federale<br />

deve ancora definire. La rendita<br />

transitoria viene limitata verso l’alto.<br />

Grazie a questa struttura, la nuova<br />

assicurazione sociale si applica ai<br />

lavoratori con redditi bassi. Se<br />

Erwin ha lavorato come magazziniere,<br />

questo gli risparmia di dover ricorrere<br />

all’aiuto sociale. Se Erwin è<br />

stato invece un responsabile di progetto<br />

nel settore IT, resterà a mani<br />

vuote fino a quando non avrà esaurito<br />

i suoi risparmi compresa una<br />

buona parte del 2° pilastro. Eppure<br />

in una società solidale le assicurazioni<br />

sociali, come la rendita transitoria<br />

deliberata recentemente, sono<br />

importanti per la coesione.<br />

Swisscom, modelli all’avanguardia<br />

Lo smantellamento del personale in<br />

atto presso Swisscom (dovuto a motivi<br />

puramente finanziari) è causa di<br />

destini drammatici come quello di<br />

Erwin. Ma grazie alla pluriennale<br />

partnership sociale con <strong>syndicom</strong>,<br />

presso Swisscom esistono strumenti<br />

che facilitano ai collaboratori il pensionamento<br />

anticipato.<br />

Rendita transitoria: se il pensionamento<br />

avviene prima del raggiungimento<br />

dell’età pensionabile ordinaria<br />

AVS (dai 58 anni), si ha diritto<br />

a una rendita transitoria per assorbire<br />

le perdite di reddito provvisorie.<br />

L’importo della rendita transitoria<br />

dipende dal momento del pensionamento,<br />

dall’anzianità di servizio e<br />

dal grado occupazionale, indipendentemente<br />

dal patrimonio.<br />

Orario ridotto in funzione<br />

dell’età e pensionamento parziale:<br />

quest’anno Swisscom ha offerto ai<br />

dipendenti a partire dal 58° anno di<br />

età di ridurre il proprio grado occupazionale<br />

fino al 30% per i due anni<br />

antecedenti il pensionamento. Nel<br />

modello dell’orario ridotto in funzione<br />

dell’età, i dipendenti accettano<br />

una decurtazione salariale, ma<br />

non perdono nulla della rendita prevista.<br />

Nel modello del pensionamento<br />

parziale avviene il contrario:<br />

nessuna decurtazione salariale,<br />

bensì una rendita leggermente più<br />

bassa.<br />

Un ponte verso la pensione<br />

I modelli previsti da Swisscom sono<br />

un ponte importante per i dipendenti<br />

anziani fino al raggiungimento<br />

dell’età pensionabile ordinaria.<br />

Se osserviamo la storia delle assicurazioni<br />

sociali in Svizzera, la rendita<br />

transitoria è una tappa importante<br />

per i disoccupati anziani che hanno<br />

esaurito il diritto all’indennità di disoccupazione.<br />

Una tappa che intende<br />

consentire a tutti i dipendenti di<br />

andare dignitosamente in pensione<br />

anche anticipatamente con una stabilità<br />

economica. Questa nuova assicurazione<br />

sociale non esime però i<br />

datori di lavoro dalla loro responsabilità<br />

sociale di continuare a contare<br />

sull’esperienza dei lavoratori più<br />

anziani.<br />

L’accordo tra Swisscom e <strong>syndicom</strong>:<br />

bit.ly/3gXh8mm


Diritto e diritti<br />

25<br />

Lavoro presso un’azienda che necessita di<br />

più manodopera a breve termine, a seconda<br />

della stagione e degli ordinativi. Siamo solo<br />

pochi dipendenti fissi. Molti sono stati<br />

licenziati e sostituiti da lavoratori flessibili<br />

e temporanei, che vengono assunti per<br />

2 o 3 mesi e poi lasciano il posto. Costano<br />

meno e non dicono niente. Oltre ai sindacati,<br />

ci sono altri modi per opporsi a tutto<br />

questo?<br />

Cosa succede se il dumping salariale viene<br />

effettivamente accertato e come viene<br />

determinato il salario minimo in assenza di<br />

un Contratto collettivo di lavoro?<br />

I controlli vengono effettuati regolarmente<br />

o avvengono solo dietro segnalazione?<br />

Anche i datori di lavoro colpevoli vengono<br />

multati e, in caso affermativo, a quanto<br />

ammontano queste sanzioni?<br />

Risponde il servizio giuridico <strong>syndicom</strong><br />

Sì, il dumping salariale può essere denunciato all’autorità<br />

del mercato del lavoro competente del Cantone in cui<br />

opera l’azienda. Questa invierà delle ispettrici e degli<br />

ispettori affinché verifichino il rispetto dei salari usuali<br />

per il luogo e il settore. Questo riguarda in particolare i<br />

settori in cui non vi è alcun Contratto collettivo di lavoro<br />

vincolante. Laddove invece ci fosse, il rispetto del CCL<br />

viene spesso controllato da una commissione paritetica<br />

i cui compiti devono essere stabiliti nel CCL. Se non è<br />

prevista una commissione paritetica, saranno sempre le<br />

ispettrici e gli ispettori cantonali a provvedere ai controlli.<br />

Le ispettrici e gli ispettori lo notificano alla cosiddetta<br />

commissione tripartita. In ogni Cantone ce n’è una ed è<br />

composta da rappresentanti dei datori di lavoro, rappresentanti<br />

dei lavoratori e rappresentanti statali. Se si constatano<br />

delle irregolarità, la commissione tripartita cerca<br />

di ottenere dal datore di lavoro in questione la retribuzione<br />

dovuta e un adeguamento dei contratti di lavoro.<br />

Altrimenti può richiedere all’autorità cantonale che il<br />

lavoro venga interrotto, che venga stabilito obbligatoriamente<br />

un salario minimo per questo settore oppure che<br />

singole disposizioni del CCL possano essere dichiarate di<br />

obbligatorietà generale. Se per mancanza di un CCL dovesse<br />

essere determinato un salario minimo, questo avviene<br />

in considerazione dei salari usuali per il settore e<br />

delle differenze salariali regionali.<br />

Nell’ambito della libera circolazione delle persone con<br />

l’Unione Europea, dal 1° giugno 2004 sono state introdotte<br />

misure di accompagnamento che regolano l’attuazione<br />

dei controlli. Nella legge sul distacco dei lavoratori<br />

sono previste, a seconda della violazione, sanzioni da<br />

5mila franchi a 1 milione oppure un divieto di esercizio<br />

dell’attività di 5 anni. Inoltre al datore di lavoro in questione<br />

possono essere fatturate le spese dei controlli. Con<br />

un CCL possono essere concordate delle sanzioni per il<br />

mancato rispetto delle disposizioni contrattuali. Con il<br />

CCL possono anche essere imposte al datore di lavoro le<br />

spese dei controlli.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/diritto/dirittoediritti


Orazio Martinetti - Gabriele Rossi - Rosario Talarico<br />

26<br />

Rubriche<br />

Idee<br />

RIBELLARSI<br />

PER AVANZARE<br />

LO SCIOPERO GENERALE DEL 1918<br />

IN SVIZZERA E TICINO<br />

Sapersi promuovere online<br />

Il periodo di «lockdown» ha accelerato<br />

tutte le interazioni virtuali già<br />

sviluppate, a più livelli, nell’ultimo<br />

decennio. In poche settimane, pratiche<br />

come telelavoro, insegnamento<br />

a distanza, acquisti online, video on<br />

demand e teleconferenze sono diventate<br />

(forzatamente) la quotidianità.<br />

Ancora di più, dopo l’esperienza<br />

del confinamento dovuto alla<br />

pandemia, la nostra vita e il nostro<br />

lavoro si svolgono online. Quindi, è<br />

più che mai d’attualità il corso «Facebook<br />

e social media: opportunità<br />

per l’autopromozione», iniziato a<br />

settembre e destinato a tutti quei<br />

professionisti, indipendenti o no,<br />

che vogliono accrescere le loro competenze<br />

nel settore del marketing<br />

online. Nel corso, condotto da Alessandro<br />

Bianchi, si impara a utilizzare<br />

i social media per promuovere il<br />

proprio brand o la propria azienda.<br />

Attraverso esercizi pratici si imparerà<br />

a creare post con una strategia<br />

definita per il raggiungimento dei<br />

propri obiettivi, utilizzando software<br />

adatti a tutti. Sabato 3 ottobre<br />

parte anche il corso “Canva: minaccia<br />

o opportunità?”, con Diego Uccellani,<br />

destinato all’industria grafica.<br />

Canva è un’applicazione online<br />

che permette di creare e personalizzare<br />

la grafica di ogni tipo di progetto<br />

in modo semplice e intuitivo,<br />

risultando particolarmente utile<br />

soprattutto per chi non possiede<br />

particolari competenze grafiche.<br />

La caratteristica principale consiste<br />

nella possibilità di usufruire gratuitamente<br />

di layout preimpostati di<br />

buon livello, personalizzabili e modificabili<br />

a piacimento dall’utente,<br />

ottenendo risultati di buon livello<br />

con specifiche adatte alla stampa<br />

professionale. In questo modo, si<br />

potrà gestire la preparazione dei file<br />

saltando i passaggi (e i costi) di prestampa.<br />

Per i lavoratori dell’industria<br />

grafica sarà un rischio o una<br />

chance? (Gio.Vi.)<br />

Informazioni aggiornate sui corsi helias<br />

al sito helias.ch<br />

Oltre lo sciopero della fame<br />

Pubblicato da USS, Fondazione Pellegrini<br />

Canevascini ed Ecap, il libro<br />

si compone di tre saggi riguardanti<br />

le vicende che portarono, 102 anni<br />

fa, allo sciopero generale in Svizzera.<br />

A lungo definito di ispirazione<br />

bolscevica, quello del 1918 è stato<br />

poi detto lo sciopero «della fame»,<br />

aggravata dall’ondata della spagnola.<br />

«Tutto vero, ma non interamente»,<br />

scrive Orazio Martinetti, che<br />

ripercorre la storiografia di questi<br />

cento anni e sottolinea il cortocircuito<br />

(ancora oggi fondamentale) tra<br />

economia, società e politica. Lo<br />

sciopero scoppiò tra il movimento<br />

operaio, stremato dalla miseria, ma<br />

in risposta alla mobilitazione dell’esercito<br />

da parte dello Stato, senza<br />

dunque essere direttamente aizzato<br />

dal Comitato di Olten (CdO).<br />

Quest’ultimo rivendicava piuttosto<br />

cambiamenti per endogenesi, non<br />

per mezzo di una rivoluzione proletaria.<br />

Tuttavia, proprio questa cultura<br />

politica del CdO acuì la caratterizzazione<br />

negativa dello sciopero<br />

giudicato, nei Cantoni latini, un<br />

prodotto del germanismo bolscevico<br />

politico infiltrato in Svizzera e<br />

spingendo, come ricorda Gabriele<br />

Rossi nel suo saggio, i lavoratori cristiano-sociali<br />

– che non avevano ancora<br />

all’epoca costituito un’organizzazione<br />

sindacale – a schierarsi<br />

contro lo sciopero. Allo stesso tempo,<br />

il mancato collegamento con le<br />

Centrali della Svizzera tedesca consentì<br />

anche ai sindacalizzati e ai socialisti<br />

ticinesi di uscire dall’isolamento<br />

e rivendicare una maggiore<br />

presenza sul territorio. Il ricorso<br />

all’esercito, indicato quale fattore<br />

determinante nella radicalizzazione<br />

delle posizioni sullo sciopero, ebbe<br />

un ruolo decisivo anche nella diffusione<br />

della spagnola, costringendo<br />

il Ticino, come ricostruisce infine<br />

Rosario Talarico, ad adottare forme<br />

di lockdown e distanziamento sociale<br />

ante litteram. (Valeria Camia)<br />

Gratis per i primi 10 soci <strong>syndicom</strong> che<br />

invieranno una mail a redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

© Verzasca Foto Festival - ph. Federico Estol<br />

Di uomini e di boschi<br />

Giunto alla settima edizione, il Verzasca<br />

Foto Festival è diventato un<br />

punto di riferimento per gli appassionati<br />

di fotografia. Innanzitutto,<br />

per la particolarità del luogo. Qui, al<br />

termine di una delle più selvagge (e<br />

belle) valli ticinesi, a 900 metri sul<br />

livello del mare, tra le case di pietra<br />

e il bosco, le esposizioni vengono allestite<br />

all’aperto. Sulle facciate delle<br />

abitazioni e delle vecchie stalle di<br />

Sonogno, ma anche nel bosco, tra<br />

gli alberi. Nel corso degli anni, il<br />

giovane staff della manifestazione<br />

(capitanato da Alfio Tommasini e<br />

Rico Baumann) ha selezionato fotografi<br />

di tutto il mondo, stimolandoli<br />

con temi sempre diversi (Finestre<br />

sul mondo, Margini, In cammino) e<br />

offrendo residenze artistiche in un<br />

luogo davvero unico. Nell’edizione<br />

di quest’anno (fino al 5 novembre,<br />

ingresso gratuito) l’argomento<br />

dell’esposizione non poteva che essere<br />

Di uomini e di boschi. Ovvero,<br />

le forme di interazione tra gli esseri<br />

umani e la natura. A partire da questo<br />

tema (vastissimo e d’attualità),<br />

una ventina di artisti internazionali<br />

(dal Perù alla Polonia, dal Cile alla<br />

Grecia, oltre a numerosi svizzeri)<br />

sono stati invitati a interagire con il<br />

territorio e chi lo abita. Una comunità<br />

che vive circondata dal bosco,<br />

che usa e cura instaurando una convivenza<br />

armonica. Le opere, con<br />

approcci umanistici o concettuali,<br />

saranno come sempre presentate<br />

tra gli alberi del bosco della Valle<br />

Redorta, alla cascata Froda e per le<br />

strade del villaggio di Sonogno. Il<br />

tutto accompagnato (misure sanitarie<br />

permettendo) da un programma<br />

di incontri, tavole rotonde, musica<br />

dal vivo e proiezioni audiovisive.<br />

(Giovanni Valerio)<br />

Il programma del Verzasca Foto Festival<br />

è sul sito verzasca.com


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi In questa strana estate senza grandi manifestazioni, le battaglie di <strong>syndicom</strong> si<br />

sono declinate con raccolte firme e con il sostegno ai prossimi appuntamenti<br />

elettorali. Il 14 giugno, lo storico sciopero delle donne è stato ricordato con<br />

azioni in tutto il paese. Con la mascherina e nel rispetto delle misure sanitarie.<br />

2<br />

1<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6 7


1. Matteo Antonini, del Settore logistica, consegna a Martin Camenisch, responsabile HR della Posta, la petizione per il premio coronavirus (© <strong>syndicom</strong>)<br />

2. Interrotta a causa della pandemia, riparte la raccolta firme per l’iniziativa popolare per una 13esima AVS, qui a Lugano (© <strong>syndicom</strong>)<br />

3. Oltre 20mila lavoratori hanno firmato l’appello di Unia e USS per il pagamento del salario al 100% e la rinuncia ai licenziamenti a causa del Covid-19.<br />

Ecco la consegna delle firme al Consiglio federale, il 20 agosto (© Unia)<br />

4. In Svizzera, un milione di persone lavora all’80%. Con i salari ridotti si ritrovano in difficoltà, come mostrano questi cartelli su Piazza Federale (© Unia)<br />

5. Il 27 settembre si vota per il congedo paternità. Le bandiere da esporre sono disponibili gratuitamente su www.congedo-paternita.ch (© Congedo paternità)<br />

6. Si mobilita il comitato dell’iniziativa per multinazionali responsabili: qui una delle tante bandiere esposte in Ticino (© <strong>syndicom</strong>)<br />

7. La rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici di Orell Füssli al corso di ergonomia organizzato da Movendo (© <strong>syndicom</strong>)<br />

8-13. A un anno dallo sciopero delle donne, il 14 giugno si sono tenute manifestazioni in tutta la Svizzera (© <strong>syndicom</strong> e Nateil14giugno.ch)<br />

9<br />

8<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

Sergio Ferrari, militante della solidarietà<br />

Difficile riassumere l’attività di Sergio<br />

Ferrari in poche righe. Si definisce ribelle,<br />

ma alla ricerca del consenso, e<br />

altermondialista. Lui stesso dice di<br />

aver vissuto 5 vite: la militanza politica<br />

durante la dittatura in Argentina, il<br />

carcere, l’asilo politico, il sandinismo in<br />

Nicaragua come volontario dell’ONG<br />

Frères sans Frontières (oggi E-CHAN-<br />

GER), la militanza sindacale e associativa<br />

in Svizzera. Giornalista, redattore<br />

de Le Courrier dal 1994, corrispondente<br />

per diverse testate latino-americane,<br />

è co-presidente del comitato Stampa e<br />

media elettronici e membro del comitato<br />

centrale di <strong>syndicom</strong>.<br />

Il libro collettivo Ni fous, ni morts, che<br />

racconta la prigionia nel carcere di Coronda,<br />

può essere acquistato al sito<br />

www.nifousnimorts.com<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Foto: Pia Neuenschwander<br />

«Senza il collettivo<br />

non si vince»<br />

Mi considero un sopravvissuto. In un<br />

paese come l’Argentina, con 30mila<br />

«desaparecidos», migliaia di prigionieri<br />

politici e di persone costrette<br />

all’esilio, so che la mia sorte avrebbe<br />

potuto essere diversa. Per la mia militanza<br />

politica contro la dittatura<br />

quando ero studente all’università<br />

di Rosario, ho trascorso tre anni in<br />

prigione, la maggior parte dei quali<br />

nel centro di massima sicurezza di<br />

Coronda. L’esperienza del carcere è<br />

stata la mia università di vita: istanti<br />

in cui percepisci la profondità dell’esistenza<br />

e la fragilità della vita. E<br />

anche la forza di resistere collettivamente.<br />

Mi hanno tolto le manette a<br />

bordo dell’aereo che mi ha portato in<br />

Svizzera, il 27 dicembre 1978. Devo<br />

ammettere che la mia è stata una<br />

condizione privilegiata, rispetto ai rifugiati<br />

di oggi. Assieme al passaporto<br />

argentino, mi hanno concesso l’asilo<br />

e hanno accelerato la mia integrazione<br />

tramite assistenti sociali, corsi di<br />

lingua. Eppure non mi sono mai sentito<br />

libero, perché lasciavo dietro di<br />

me i compagni ancora detenuti. E lì<br />

ho sentito la necessità di raccontare<br />

cos’era successo e cosa stava accadendo<br />

in America Latina.<br />

Però la passione per la comunicazione<br />

è scoppiata durante il decennio<br />

trascorso in Nicaragua. Lì ho<br />

lavorato all’agenzia di stampa nazionale,<br />

durante la rivoluzione sandinista:<br />

una tappa significativa della mia<br />

militanza, ma anche del mio lavoro<br />

come corrispondente per giornali<br />

argentini, messicani, per l’agenzia<br />

ALASEI dell’UNESCO… Da giovane<br />

avevo già scritto per la stampa militante,<br />

ma in Nicaragua ho scoperto la<br />

comunicazione pubblica con un senso<br />

più ampio del giornalismo. Per me<br />

non è soltanto una professione ma<br />

una passione: non solo di scrivere,<br />

ma anche di dare voce a chi non ce<br />

l’ha, soprattutto con le interviste.<br />

E infine, anche un’ossessione: quella<br />

di portare una piccola voce in Svizzera,<br />

di aprire una finestra su quanto<br />

accade in America Latina, e di creare<br />

un ponte tra Nord e Sud. Ed è questo<br />

che ha contrassegnato la mia vita di<br />

giornalista: un’andata e ritorno fra<br />

due realtà, fra due mondi.<br />

Rientrato dal Nicaragua, nel<br />

1992, al sindacato USJ (poi Comedia)<br />

ho conosciuto segretari di straordinaria<br />

sensibilità. E ho deciso di impegnarmi,<br />

ricoprendo diversi ruoli.<br />

Da studente avevo appoggiato il sindacato<br />

degli operai petrolchimici a<br />

Rosario. Quello era un movimento di<br />

lotta, qui ho vissuto la quotidianità.<br />

Ma gli effetti si notano in tempo di<br />

crisi. Lo si è visto all’ATS, con lo sciopero.<br />

E col Covid-19, nel ruolo di <strong>syndicom</strong><br />

per i freelance. La rapidità del<br />

pacchetto di aiuti è frutto anche della<br />

forza dell’USS. Sono convinto che<br />

si andrà verso un’unità sindacale più<br />

ampia. Solo il collettivo può portare<br />

al successo. E questo vale al lavoro,<br />

in un’associazione, in un movimento,<br />

in un sindacato. Perfino nel calcio.<br />

Puoi avere buoni elementi, ma<br />

senza un collettivo che sappia unire<br />

le diversità per un obiettivo comune<br />

non si giunge alla vittoria.<br />

Le date delle presentazioni del libro su:<br />

www.nifousnimorts.com


Impressum<br />

Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva-Translations, Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />

Correzione testi: Petra Demarchi<br />

Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 30 ottobre 2020<br />

Chiusura redazionale: 28 settembre 2020<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio una tessera Hotelcard. La soluzione<br />

sarà pubblicata sul prossimo<br />

numero insieme col nome del vincitore.<br />

Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza<br />

sul concorso. Sono escluse<br />

le vie legali. Inviare la soluzione entro il<br />

28 settembre a: <strong>syndicom</strong>, via Genzana<br />

2, 6900 Massagno, oppure per mail<br />

all’indirizzo admin@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è INSEGNAMENTO A DISTANZA.<br />

La vincitrice è Roberta Righetti di<br />

Lumino, alla quale va il premio di un<br />

buono Coop del valore di 40 franchi.<br />

Congratulazioni!<br />

Pubblicità<br />

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Ordinate la vostra richiesta di carta al nostro ufficio<br />

cts al litro<br />

+41 (0)58 817 18 18 - info@<strong>syndicom</strong>.ch


32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Sulle tracce di Robert Grimm4.7.2020<br />

Robert Grimm, consigliere comunale,<br />

cantonale e nazionale e leader dello<br />

sciopero nazionale del 1918, emigrò<br />

all’età di 21 anni come tipografo da Graz<br />

a Lubiana, Trieste, Gorizia per poi rientrare<br />

a Wald ZH passando per il Sudtirolo. Il diario di<br />

questa migrazione è stato ora elaborato in modo interattivo<br />

e dà un’idea della vita sociale finora sconosciuta<br />

del leggendario leader dei lavoratori. robertgrimm.ch<br />

Suona l’ora per TikTok? <br />

L’app video cinese verrà probabilmente vietata negli USA,<br />

a meno che venga acquistata da un’azienda statunitense<br />

(si parla di Microsoft). TikTok è infatti accusata di<br />

inoltrare i dati degli utenti al governo cinese. L’app è<br />

molto amata dai teenager anche in Svizzera ed è approdata<br />

definitivamente nel mainstream. Tanto che Svizzera<br />

Turismo ha ingaggiato quattro TikToker e l’UFSP vi<br />

promuove l’app Covid. Fonte: kleinreport.ch<br />

Leggere e scrivere meglio1.7.2020<br />

In Svizzera ci sono 800mila adulti che<br />

non leggono a sufficienza e non sanno<br />

scrivere bene. I due terzi lavorano.<br />

L’iniziativa «Semplicemente meglio!»<br />

(della Conferenza intercantonale della<br />

formazione continua e della Federazione<br />

svizzera Leggere e Scrivere) si impegna<br />

per la promozione delle competenze<br />

di base. meglio-adesso.ch<br />

FernUni propone un master<br />

in giurisprudenza in francese1.7.2020<br />

FernUni, l’università a distanza elvetica,<br />

offre per la prima volta un master in<br />

francese e lo fa nel settore del diritto all’innovazione.<br />

Il corso inizia a febbraio 2021.<br />

unidistance.ch/droit/master<br />

Social media come fonte di notizie15.7.2020<br />

La Generazione Z critica nei confronti<br />

dei social media27.7.2020<br />

Negli ultimi 12 mesi un quinto della Generazione<br />

Z (ovvero, dal 1995 al 2010) ha abbandonato<br />

i social media. Particolarmente importanti per i<br />

giovani sono soprattutto l’utilizzo non autorizzato dei loro<br />

dati e l’influenza sul loro benessere psichico. La maggioranza<br />

afferma tuttavia che la digitalizzazione è in grado<br />

di risolvere i problemi più grandi dell’umanità. Per riconquistarsi<br />

la fiducia, le aziende e le organizzazioni devono<br />

dimostrare che utilizzano la tecnologia per il bene della<br />

società. Lo dimostra un sondaggio dell’agenzia di stampa<br />

Dentsu Aegis Network.<br />

Uno studio dell’Università di Oxford e dell’Istituto Reuters<br />

ha esaminato il consumo di notizie dei millennial<br />

e della Generazione Z all’inizio della crisi da coronavirus.<br />

La ricerca ha evidenziato che molte persone si<br />

rivolgono a Instagram per informarsi sulle notizie del<br />

giorno. I contenuti politici sono pure una componente<br />

fissa della piattaforma: qui sono virtualmente di casa<br />

molti movimenti come #BlackLivesMatter.<br />

Mercato pubblicitario digitale oltre il 50%27.7.2020<br />

Boicottaggio contro Facebook1.8.2020<br />

All’insegna del motto #StopHateForProfit,<br />

nel mese di luglio più di 1’000 inserzionisti,<br />

tra cui Coca-Cola, Adidas e Starbucks, non<br />

hanno acquistato più spazi pubblicitari su<br />

Facebook. Questo per indurre Facebook a<br />

fare di più contro le false informazioni e<br />

l’hate-speech (incitamento all’odio).<br />

Come reazione, Facebook ha coinvolto un<br />

esperto di diritto civile.<br />

Articolo del New York Times: nyti.ms/2E0kBlv<br />

Per la prima volta, nel mondo la pubblicità digitale<br />

rappresenta più della metà del volume pubblicitario<br />

complessivo. La crisi da coronavirus ha accelerato<br />

quindi la trasformazione digitale anche in questo<br />

settore. Secondo un advertising-forecast pubblicato<br />

da Zenith, nel 2020 le spese pubblicitarie scendono a<br />

livello mondiale del 9%.<br />

Novità da Twitter<br />

Twitter, da 14 anni il «matusalemme» tra i<br />

social network, ha alcune nuove funzioni<br />

nella pipeline: segnalazione di notizie infondate<br />

su persone di pubblico interesse,<br />

«fleets» (fleeting thoughts che scompaiono dopo<br />

24 ore), voice tweet, e una serie di migliorie per una<br />

maggiore panoramica in lunghi threads.<br />

blog.twitter.com

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