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Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n. 98 giugno 2020

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Agricoltura > 98

Questa attività strategica è resa possibile

anche nel 2020 grazie al finanziamento

di Ferrero Hazelnut Company,

che ha reso operativa la rete di

monitoraggio territoriale, effettuato

mediante l’ausilio di trappole a feromoni

e relativi frappage.

NUMEROSE RICERCHE

E SPERIMENTAZIONI

SULLE TECNICHE DI

DIFESA SONO STATE

REALIZZATE IN QUESTI

ANNI, COORDINATE IN

PIEMONTE DAL SETTORE

FITOSANITARIO

LOTTA BIOLOGICA

Considerato che in Cina un altro parassitoide

oofago, lo scelionide Trissolcus

japonicus, è considerato un efficace

limitatore naturale di H. halys,

da anni è stato ipotizzato il ricorso alla

lotta biologica in Italia con l’introduzione

di questo piccolo imenottero,

lungo meno di 1,5 mm, comunemente

denominato “vespa samurai”. Tra l’altro

questa specie è già stata ritrovata,

sia negli Stati Uniti (2014) sia in Nord

Italia e Canton Ticino a partire dal

2018. Anche la specie affine Trissolcus

mitsukurii, ooparassitoide della

cimice riportato in Giappone, è stata

recentemente segnalata nell’Italia settentrionale.

Un possibile impiego di questi parassitoidi

per contrastare la cimice asiatica,

previa moltiplicazione in laboratorio e

rilasci inoculativi nelle aree infestate,

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STRATEGIE DI DIFESA

Varie sperimentazioni sono state realizzate per verificare l’efficacia delle strategie di difesa chimica e di metodi alternativi,

come le reti antinsetto, la tecnica “Attract & Kill”, i trattamenti contro il batterio simbionte di H. halys.

I trattamenti insetticidi continuano a essere

fondamentali per la difesa delle colture.

La loro azione può essere rafforzata da trattamenti

con sostanze repellenti o fagodeterrenti,

come il caolino; inoltre è indispensabile un monitoraggio

costante delle colture per collocare

gli interventi nei momenti di effettiva presenza

della cimice. Altro fattore importante è la gestione

della vegetazione del frutteto o noccioleto,

che, unitamente all’utilizzo di attrezzature adeguate,

deve consentire una distribuzione ottimale

della soluzione.

La difesa passiva con reti antinsetto

ha dimostrato la sua validità,

per cui nell’ambito del PSR sono

stati aperti specifici bandi per il finanziamento.

L’adesione è risultata

però molto scarsa, sia per ragioni

economiche che per le difficoltà

nella gestione delle operazioni

colturali in frutteto.

Gli studi volti a indagare

la presenza ed efficacia

di parassitoidi indigeni

nei confronti della cimice

esotica hanno evidenziato

la insufficiente azione

delle specie autoctone,

tra cui prevale l’imenottero

eupelmide Anastatus

bifasciatus, le cui percentuali

di parassitizzazione

a carico delle uova di

H. halys difficilmente superano

il 12%.

La tecnica “Attract & Kill”, sfruttando l’azione dei feromoni,

permette di attirare le cimici su poche piante in

prossimità delle postazioni, limitando poi a queste il trattamento

abbattente, oppure utilizzando reti impregnate

di insetticida a lenta cessione (Long Lasting Insecticide

Treated Nets). Un freno alla diffusione di questa tecnica

è rappresentato dal costo del feromone di aggregazione,

ancora piuttosto elevato.

La ricerca sulla possibilità di intervenire con trattamenti a

base di fertilizzanti integrati ad applicazione fogliare con

azione accessoria battericida nei confronti del batterio simbionte

di H. halys, ha già dato risultati positivi sia in laboratorio

che in campo e può aprire prospettive interessanti.

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