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Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n. 98 giugno 2020

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DOMENICO SACCHETTO, Presidente AOP Piemonte

Il settore ortofrutticolo non

si è mai fermato, tuttavia

il ridimensionamento dei

mercati rionali e del settore

della ristorazione ha avuto

ripercussioni anche sulle

produzioni agricole. Dopo

due mesi e le riaperture

graduali, com’è la situazione?

Siamo stati fortunati perché abbiamo

potuto e dovuto continuare

a lavorare per garantire ai cittadini

italiani di mangiare frutta genuina,

nonostante i rischi per la lavorazione

e i confezionamento della

frutta conservata nei magazzini

(mele e kiwi) e in campagna per

poter fare i lavori agronomici (potatura,

reti antigrandine, ecc)

Riguardo a tipologie come mele

e kiwi la chiusura dei mercati rionali

e la ristorazione non hanno

dato grossi svantaggi perché la

mancata vendita è stata sopperita

dall’acquisto delle famiglie e anzi

è aumentato il consumo, grazie al

fatto che è frutta duratura.

Appare invece diversa la situazione

della frutta che sta maturando

“PUNTIAMO SU

SALUBRITÀ E QUALITÀ

DELLA NOSTRA FRUTTA”

in questo periodo (fragole, mirtilli,

piccoli frutti, ciliegie) anche

a causa del clima piovoso di queste

settimane. Ma speriamo in un

risvolto positivo anche perché le

aziende hanno molto investito in

questi anni e in questi mesi per l’adeguamento

ai regolamenti Covid

e arrivano dalle ultime campagne

in cui non si sono coperti i costi di

produzione.

I problemi legati al reclutamento

della manodopera stagionale

sono in fase di superamento?

Sono stati mesi molto intensi per

fare i lavori colturali primaverili

poiché mancava una parte di manodopera

specializzata, normalmente

stranieri. Finalmente il mondo frutticolo

ha fatto sinergia per cercare

soluzioni, per cercare di sopperire

alla mancanza di manodopera

e trovare il modo di alloggiare in

modo più sicuro gli stagionali.

Diverse associazioni e la Regione

Piemonte si sono attivati per creare

dei portali in modo da mettere

in contatto disponibilità di lavoro e

richiesta da parte delle aziende. Insieme

alla Regione è stato fatto un

protocollo per rispettare le norme

e lavorare in sicurezza e la Regione

ha attivato un bando con i comuni

per agevolare le aziende che danno

ospitalità agli stagionali.

Abbiamo avuto molti più italiani

che si sono resi disponibili per la

raccolta e la lavorazione della frutta;

speriamo che prima del momento

clou, ovvero da agosto, possano

arrivare anche dall’Albania e

dall’Africa, dipendenti che da molti

anni venivano a fare la stagione,

che hanno già i corsi della sicurezza

e i patentini per i carri raccolta.

In che modo può essere rafforzata

la filiera e che ruolo

dovranno giocare i vari attori

del mercato, come ad es. la

grande distribuzione?

Sicuramente la filiera deve essere

rafforzata per poter garantire la

sopravvivenza delle nostre aziende

e poter essere competitive con gli

altri produttori europei.

Tra i paesi esportatori l’Italia ha i

costi di produzione molto più alti,

a volte anche del 50%. è incredibile

che in questo momento l’Italia, che

è il maggior produttore di pesche e

nettarine, consumi il 40 % che arriva

dall’estero. La salubrità della

frutta che garantiamo in Italia non

è paragonabile a quella che arriva

da altri paesi, dobbiamo far capire

ai cittadini italiani che devono privilegiare

la frutta italiana ed essere

disponibili a pagarla un pochino

di più.

Manca un pezzo della filiera: coinvolgendo

le aziende agricole, le

organizzazioni dei produttori, la

grande distribuzione, i produttori

devono avere garantiti i costi

di produzione e i consumatori un

prezzo accessibile.

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