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ondaverde-30

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<strong>30</strong><br />

Periodico bimestrale online edito dall’Automobile Club d’Italia - Anno VI - n.<strong>30</strong> - luglio-agosto 2020<br />

DAL LOCKDOWN ALLA FASE 2<br />

Mobilità urbana<br />

TomTom Traffic Index<br />

Osservatorio "Audimob" ISFORT<br />

Ciclabilità e micro-mobilità<br />

ACI: per un futuro sostenibile<br />

Articoli da pagina 3<br />

Trasporto Collettivo<br />

TPL e lungo raggio: le prospettive<br />

Articolo a pagina 22<br />

Ambiente<br />

Le analisi ICOS e RSE<br />

Gli effetti a livello mondiale<br />

Lotta al cambiamento climatico<br />

Polveri sottili e rischio Covid-19<br />

Articoli da pagina 24<br />

Logistics & beyond<br />

I nuovi paradigmi dell'eCommerce<br />

Digital strategy per la logistica UE<br />

Articoli da pagina 36<br />

Trasporto merci<br />

Industriali e trainati: mercato in crisi<br />

L'innovazione "utile" Lamberet<br />

Il nuovo ruolo del meccatronico<br />

MAN agevola la transizione elettrica<br />

Articoli da pagina 42<br />

Guida autonoma<br />

I progetti europei Horizon 2020<br />

PAsCAL, Trustonomy,<br />

Drive2theFuture, SUaaVE<br />

Software di simulazione<br />

Copia virtuale per la città-test Mcity<br />

Articoli da pagina 54<br />

Effetto Covid-19<br />

Traffico e smog ridotti, boom dell’eCommerce e nuove prassi di mobilità<br />

ma blocco delle attività e crollo dei mercati auto e truck pesano sul futuro<br />

Statistiche<br />

Parco circolante 2019<br />

Mercato auto 1° sem. 2020<br />

Articoli da pagina 60<br />

APP Parade<br />

Euro Rescue<br />

Articolo a pagina 70<br />

Eventi<br />

International Bus Expo 2020<br />

Articolo a pagina 71


In questo numero di Onda Verde abbiamo voluto raccogliere dati, analisi e prime valutazioni per comprendere l’impatto<br />

che l’emergenza Covid-19, e le conseguenti misure di lockdown, imposte nei mesi di marzo e aprile, hanno avuto<br />

sulla mobilità delle persone e delle merci in Italia e nel mondo ( articoli contrassegnati nelle diverse sezioni del giornale<br />

con il simbolo COVID-19 ). Un insieme di utili informazioni da cui è possibile trarre importanti spunti di riflessione sul<br />

futuro dei sistemi di mobilità e sulle loro conseguenze per l’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città, soprattutto<br />

in vista di un’attesa quanto auspicata ripresa a pieno regime di tutte le attività a partire dal prossimo settembre.<br />

Direttore<br />

Angelo Sticchi Damiani<br />

Direttore Responsabile<br />

Paolo Benevolo p.benevolo@aci.it<br />

Segreteria di Redazione<br />

Maria Luisa Risa<br />

Maria Silvana Paci<br />

E-mail<br />

redazione.aci<strong>ondaverde</strong>@aci.it<br />

Comitato di Redazione<br />

Vincenzo Leanza<br />

(Direttore Educazione Stradale, Mobilità e Turismo ACI)<br />

Lucia Pennisi<br />

(Coordinatore Area Professionale Statistica ACI)<br />

Enrico Pagliari<br />

(Coordinatore Area Professionale Tecnica ACI)<br />

Vincenzo Pensa<br />

(Direttore Sistemi Informativi e Innovazione ACI)<br />

Lucia Vecere<br />

(Dirigente Mobilità e Sicurezza Stradale ACI)<br />

Francesco Mazzone<br />

(Amministratore Delegato ACI Infomobility S.p.A.)<br />

Riccardo Colicchia<br />

(Responsabile Direzione Progetti Smart City ACI Informatica)<br />

Alfredo Scala<br />

(Direttore ACI Vallelunga S.p.A.)<br />

In collaborazione con Ufficio Stampa ACI<br />

Hanno collaborato inoltre a questo numero:<br />

Larissa Basso, Paolo Beria, Marco Cilione, Simona Dardari, Luigi Di Matteo, Nuccia Fedel<br />

Alessia Grande, Paul Monks, Antonio Ricotta, Alessandro Vasserot<br />

Progetto Grafico<br />

ACI Informatica S.p.A.<br />

Realizzazione Editoriale<br />

Franco Donnini<br />

Francesco Provenzano<br />

Giancarlo Quartarone<br />

(Centro Servizi Grafica e Cartografia ACI)<br />

Editore e Proprietario<br />

Automobile Club d'Italia - Via Marsala, 8 - 00185 Roma<br />

Service Provider<br />

Telecom Italia<br />

Indirizzo web<br />

www.aci.it/<strong>ondaverde</strong><br />

OndaVerde<br />

Registrazione Tribunale di Roma n. 67 del 28/04/2015<br />

La riproduzione su qualsiasi tipo di supporto cartaceo o digitale degli articoli pubblicati su "Onda Verde"<br />

è consentita solo previo espresso consenso della direzione della rivista e dei singoli autori.<br />

L'editore si scusa per eventuali omissioni o errori di attribuzione del materiale fotografico pubblicato.


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

LA DIMINUZIONE DEL TRAFFICO NEL MONDO SECONDO IL TOMTOM TRAFFIC INDEX<br />

Rispettate in tutti i Paesi<br />

le limitazioni anti-Covid-19<br />

di Paolo Benevolo<br />

Le città di tutto il mondo,<br />

senza alcuna eccezione,<br />

hanno assistito nei mesi<br />

di marzo e aprile a una<br />

consistente riduzione dei<br />

volumi di traffico, in alcuni<br />

casi anche fino all’85%, come<br />

conseguenza delle limitazioni<br />

imposte alle attività<br />

commerciali e alla mobilità al<br />

fine di contenere la pandemia<br />

da Covid-19. Un dato di fatto<br />

che dimostra la volontà delle<br />

persone di rispettare lo stato<br />

di emergenza e di rinunciare<br />

a molti spostamenti ritenuti<br />

non necessari, lasciando<br />

spazio solo a quelli essenziali,<br />

per l’approvvigionamento di<br />

beni alimentari e farmaci o<br />

per rifornire gli scaffali dei<br />

supermercati e trasportare i<br />

lavoratori indispensabili in<br />

aziende strategiche e ospedali.<br />

Una documentazione<br />

oggettiva degli spostamenti<br />

effettuati in ambito<br />

urbano durante la fase di<br />

Grazie al tracciamento degli spostamenti<br />

tramite connessione ai sistemi satellitari<br />

ricostruite le mappe della mobilità urbana<br />

prima e durante il lockdown anti-Covid-19.<br />

lockdown che nel pieno<br />

della crisi pandemica ha<br />

interessato, seppure con<br />

differenze di tempi e di<br />

modalità applicative, tutti<br />

le principali città del mondo<br />

è stata fornita dal TomTom<br />

Traffic Index, lo strumento<br />

messo a disposizione dal<br />

noto produttore olandese<br />

di navigatori satellitari per<br />

misurare in tempo reale<br />

i livelli della congestione<br />

stradale.<br />

Più in particolare, la raccolta<br />

delle tracce GPS collegate ai<br />

dispositivi satellitari TomTom<br />

ha reso possibile tracciare<br />

vere e proprie mappe dei<br />

flussi urbani di traffico,<br />

mettendo a confronto i dati<br />

giornalieri rilevati nelle 24 ore<br />

del giorno venerdì 24 gennaio<br />

(scelto come riferimento<br />

in quanto precedente alle<br />

limitazioni anti-Covid-19,<br />

ma abbastanza vicino alla<br />

successiva fase di lockdown)<br />

con quelli del giorno venerdì<br />

6 aprile, quando quasi tutte<br />

le città del mondo avevano<br />

adottato misure di limitazione<br />

anti-Covid-19.<br />

UNA FOTOGRAFIA<br />

DELLA MOBILITÀ<br />

Le mappe così elaborate<br />

dal TomTom Traffic Index,<br />

in cui i soli dati sottostanti<br />

che compaiono sono i corpi<br />

idrici, mostrano in modo<br />

impressionante la riduzione<br />

dei flussi di traffico che si<br />

è verificata a seguito del<br />

lockdown.<br />

Una diminuzione del traffico<br />

che in città italiane come<br />

Roma e Milano si stima abbia<br />

comportato in media circa<br />

l’85% di spostamenti in meno<br />

rispetto alle condizioni pre-<br />

Covid-19.<br />

Anche negli Stati Uniti,<br />

dove l’effetto della crisi<br />

pandemica si è manifestato<br />

più tardi rispetto al<br />

continente europeo e la<br />

reazione dei singoli Stati ha<br />

evidenziato forti differenze,<br />

è possibile osservare un<br />

impatto significativo sui<br />

livelli di traffico nelle<br />

strade urbane: nella città di<br />

Los Angeles, ad esempio,<br />

il traffico ha subìto una<br />

riduzione del 67% circa,<br />

mentre a San Francisco<br />

il dato stimato si attesta<br />

intorno al 75%.<br />

luglio-agosto 2020 3


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

LOCKDOWN RISPETTATO<br />

ANCHE PER LA PASQUA<br />

Andamento simile anche nel<br />

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fine settimana pasquale, tra<br />

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il 10 e il 12 aprile, quando si<br />

All temeva All (15) (15) che Images le condizioni (15) (15) meteo<br />

favorevoli e la pausa dagli<br />

impegni di lavoro avrebbero<br />

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Release Date: 27 April 2020<br />

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TOMTOM<br />

TOMTOM<br />

TomTom<br />

Automotive<br />

spinto più persone a lasciare il<br />

proprio domicilio, soprattutto<br />

nei Paesi meno ferrei nelle<br />

modalità di limitazione<br />

proposte. Prendendo come<br />

esempio il Regno Unito,<br />

TomTom Traffic Index ha<br />

osservato i dati sul traffico<br />

anche durante il fine settimana<br />

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pasquale, mostrando come<br />

tra il 10 e il 12 aprile i cittadini<br />

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linee guida di distanziamento<br />

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sociale e, nonostante il bel<br />

All tempo, (15) siano Images rimasti (15) a casa<br />

anziché andare nei parchi e<br />

nelle località costiere.<br />

Città come Londra e<br />

TOMTOM<br />

TOMTOM<br />

TomTom<br />

Automotive<br />

Birmingham sono risultate<br />

relativamente tranquille,<br />

mentre le più rinomate città<br />

costiere britanniche come<br />

Brighton, a un’ora di viaggio<br />

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da Londra, hanno registrato un<br />

traffico limitato se non perfino<br />

nullo durante il weekend<br />

festivo.<br />

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Subscribe Today. We Get<br />

Subscribe to a our specialty. Today. of We are, however, Get data g<br />

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+10<br />

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SUBSCRIBE<br />

SUBSCRIBE<br />

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LA TOP TEN<br />

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e agli taken<br />

spostamenti; of on April<br />

quella in6 (fig. 2) and<br />

work?<br />

recent view taken on April 6 (fig. 2) and it’s startling to see the reduced amount of traffic città, in<br />

Per osservare la portata del<br />

the 1. city. Milano This (Italia) visually - 84,78% shows that people • New are York not (USA) moving - 69,96 in in the the usual city. piuttosto, way, This opting visually potrebbe to to shows follow ospitare that people<br />

cambiamento dei modelli di 2. Parigi (Francia) - 84,10% • Mosca (Russia) - 65,44% un’industria fondamentale<br />

t<br />

emiologists, and the clinical spread of of infectious diseases is is not<br />

official guidelines and stay at at home.<br />

official guidelines and stay at home.<br />

ver, data<br />

mobilità geeks<br />

in with<br />

tutto access<br />

il mondo,<br />

to to a a treasure<br />

3. Roma chest<br />

(Italia)<br />

of of location<br />

- 83,80%<br />

o un maggior numero di<br />

TomTom ha infine effettuato 4. Madrid (Spagna) - 83,27% Sebbene questi risultati siano lavoratori chiave e dunque<br />

ides crucial insights into how cities are reacting to to these new<br />

anche un’analisi delle<br />

5. Monaco (Monaco) - 79,44% un interessante oggetto<br />

non è in grado di ridurre<br />

thorities prime and dieci organizations città al mondo<br />

make informed 6. Barcellona mobility (Spagna) decisions. -<br />

di studio, sottolineano<br />

ulteriormente la mobilità.<br />

per riduzione del traffico,<br />

81,04%<br />

tuttavia i responsabili del<br />

Per sfruttare al massimo questi<br />

ere social utilizzando distancing come riferimento<br />

rules are in in effect. 7. Manchester (UK) - 75,65% TomTom Traffic Index, la loro dati, concludono dunque gli<br />

i dati medi sul traffico<br />

8. Lisbona (Portog.) - 75,54% interpretazione deve essere esperti TomTom, “dovremmo<br />

movements raccolti around nella settimana the city of del of Milan (fig. 9. 1). Lione 1). In In the (Francia) images - 73,66%<br />

below<br />

ta ta are 20 the confrontati water elements. con quelli All All della<br />

the lines 10. are Boston GPS (USA) traces - 73,40%<br />

valutata con molta attenzione.<br />

Se una città mostra un minore<br />

correlarli e unirli ad altre fonti.<br />

E proprio in questa direzione<br />

ices collected<br />

settimana<br />

on on<br />

del January<br />

<strong>30</strong> marzo.<br />

24. 24. We We can compare this to to a a more<br />

riduzione della mobilità<br />

stiamo lavorando attivamente<br />

Le prime dieci città del<br />

Tra le altre città di rilievo<br />

rispetto a un’altra città,<br />

con agenzie pubbliche e altre<br />

(fig. 2) 2) and it’s it’s startling to to see the reduced amount of of traffic in in<br />

mondo in termini di<br />

posizionate subito dopo le infatti, questo non significa organizzazioni per sostenere la<br />

that people riduzione are del not traffico moving sono in in the usual prime way, 10 figurano: opting to to follow automaticamente che vi sia lotta contro il COVID-19”.<br />

at t home.<br />

luglio-agosto 2020 5


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

INDAGINE “AUDIMOB” ISFORT SULLA MOBILITÀ IN ITALIA DURANTE IL LOCKDOWN<br />

Se il crollo della domanda<br />

apre nuove prospettive<br />

a cura di Paolo Agostino<br />

Circa 70 milioni di<br />

spostamenti in meno<br />

ogni giorno, percorsi più<br />

brevi e “di prossimità”<br />

motivati soprattutto<br />

da esigenze di gestione<br />

familiare, riposizionamento<br />

modale a favore della<br />

mobilità privata, ma con<br />

un significativo aumento<br />

degli spostamenti effettuati<br />

a piedi o in bicicletta: un<br />

profondo cambiamento<br />

delle nostre abitudini e un<br />

calo generalizzato della<br />

domanda di mobilità che ha<br />

particolarmente coinvolto in<br />

Italia le fasce di popolazione<br />

più anziane, insieme a<br />

giovani e giovanissimi<br />

impossibilitati a frequentare<br />

scuole e università.<br />

Sono questi alcuni dei<br />

principali effetti in tema<br />

di mobilità del lockdown<br />

imposto in Italia dall’11<br />

marzo (entrata in vigore del<br />

decreto #IoRestoaCasa) al<br />

3 maggio scorso (fine della<br />

c.d. “fase 1”) per contrastare<br />

il diffondersi del Covid-19,<br />

come evidenzia la fotografia<br />

scattata dall’Osservatorio<br />

“Audimob” di ISFORT<br />

a conclusione di questo<br />

lungo e faticoso periodo,<br />

dimostrando come gli<br />

italiani abbiano rispettato le<br />

regole di restrizione (caduta<br />

verticale della domanda)<br />

senza tuttavia schiacciarsi<br />

completamente nel<br />

confinamento domiciliare.<br />

L’indagine condotta<br />

da ISFORT si è dunque<br />

focalizzata sul monitoraggio<br />

della domanda di mobilità<br />

degli italiani nel periodo<br />

più intenso di restrizione<br />

degli spostamenti a seguito<br />

Gli italiani hanno rispettato con responsabilità le limitazioni<br />

imposte nei centri urbani dalle misure di lockdown<br />

modificando profondamente le loro abitudini di mobilità.<br />

dell’emergenza sanitaria da<br />

Covid-19, facendo seguito<br />

a due documenti successivi<br />

pubblicati il 1° e il 23 aprile<br />

scorso, relativi all’analisi<br />

degli andamenti della<br />

mobilità rispettivamente<br />

nei primi 15 e nei primi<br />

<strong>30</strong> giorni del lockdown,<br />

integrati e arricchiti<br />

dall’elaborazione di nuovi<br />

indicatori (motivazioni e<br />

fascia di lunghezza degli<br />

spostamenti) e variabili di<br />

segmentazione (ampiezza<br />

dei Comuni di residenza<br />

degli intervistati), nonché<br />

da due sezioni aggiuntive<br />

dedicate specificatamente<br />

alle propensioni future dei<br />

comportamenti di mobilità<br />

dei cittadini: in particolare,<br />

rispetto alle preferenze<br />

modali e alla percezione di<br />

sicurezza da contagio per i<br />

diversi mezzi di trasporto.<br />

I principali risultati messi<br />

in luce dalla nuova indagine<br />

“Audimob”, realizzata come<br />

di consueto attraverso un<br />

costante sondaggio effettuato<br />

su campioni rappresentativi<br />

della popolazione italiana<br />

in età compresa tra 14 e<br />

80 anni (circa 48 milioni<br />

di individui), sono stati<br />

sintetizzati da ISFORT nel<br />

testo che pubblichiamo di<br />

seguito.<br />

6<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

ISFORT - Osservatorio Audimob<br />

L’IMPATTO DEL LOCKDOWN SUI COMPORTAMENTI DI MOBILITÀ DEGLI ITALIANI<br />

Riepilogando, l’analisi dell’indagine “Audimob” per il periodo del lockdown mostra le seguenti principali evidenze, sintetizzate in 15 punti:<br />

1. una drastica riduzione della domanda di mobilità rispetto al regime ordinario, stimabile nella media giornaliera nell’ordine<br />

del 60-65% di spostamenti e del 80-85% di passeggeri*km (km percorsi); in valori assoluti sono stati generati (popolazione<br />

14-80 anni) giornalmente circa 70 milioni di spostamenti in meno;<br />

2. una riduzione più contenuta del tasso di mobilità, attorno a 40 punti percentuali considerando tutti i tragitti inclusi quelli<br />

molto corti, ma progressiva nel corso delle settimane di confinamento domiciliare; una quota significativa di popolazione,<br />

circa il 50%, ha comunque effettuato spostamenti in giornata, in alcuni casi (minoritari) solo di brevissima durata, in altri<br />

(maggioritari) di più lunga durata. Come valutazione complessiva si conferma quindi che gli italiani hanno rispettato le regole<br />

di restrizione (caduta verticale della domanda), senza tuttavia schiacciarsi completamente nel confinamento domiciliare;<br />

3. l’emergere di un modello di mobilità, si deduce dall’incrocio tra i due punti precedenti, che tende ad una maggiore distribuzione<br />

nel periodo del lockdown rispetto al regime ordinario; in sostanza, la domanda residua di mobilità è in proporzione meglio<br />

suddivisa tra i cittadini. Si tratta tuttavia di una tendenza media, ci sono eccezioni rilevanti sia nel maggiore assorbimento<br />

della domanda, ad esempio da parte di chi è in condizione professionale attiva, sia all’opposto nella sua rarefazione, ad esempio<br />

da parte di anziani, pensionati e studenti;<br />

Il tasso di mobilità nelle sue articolazioni: l'andamento nazionale prima e durante il lockdown (val. %)<br />

Prima del lockdown<br />

Durante il lockdown<br />

Media 2019 (4) 1 febbraio - 11 marzo<br />

12 marzo - 26 marzo<br />

(a 15 giorni)<br />

12 marzo - 10 aprile<br />

(a <strong>30</strong> giorni)<br />

12 marzo - 3 maggio<br />

(intero periodo)<br />

Tasso di mobilità "in senso stretto" (1) 85 80 43 38 32<br />

Tasso di mobilità "di prossimità" (2) 6 10 18 17 17<br />

Tasso di mobilità "allargato" (3) 91 90 61 55 49<br />

(1) % di intervistati che hanno effettuato in giornata almeno uno spostamento con qualsiasi mezzo ad eccezione dei tra-gitti a piedi inferiori ai 5 minuti<br />

(2) % di intervistati che hanno effettuato in giornata solo spostamenti a piedi inferiori ai 5 minuti<br />

(3) % persone che hanno effettuato in giornata almeno uno spostamento di qualsiasi durata (è la somma tra il tasso di mobilità "in senso stretto" e il tasso di mobilità "di prossimità")<br />

(4) Dati non definitivi<br />

Fonte: Isfort, Osservatorio "Audimob" sui comportamenti di mobilità degli italiani, 2020<br />

La stima delle variazioni della domanda di mobilità giornaliera<br />

Valori assoluti in milioni<br />

Variazioni percentuali<br />

Media 2019 (*) 1 febbraio - 11 marzo<br />

12 marzo - 3 maggio<br />

(lockdown)<br />

Lockdown<br />

rispetto al 2019<br />

Lockdown<br />

rispetto ad inizio 2020<br />

Spostamenti in senso stretto 103 98 34 -67 -65<br />

Passeggeri x km (distanze percorse) 1.210 941 197 -84 -80<br />

Tutti gli spostamenti<br />

(inclusi tragitti brevi a piedi)<br />

110 110 55 -50 -50<br />

(*) Dati non definitivi<br />

Fonte: Isfort, Osservatorio "Audimob" sui comportamenti di mobilità degli italiani, 2019 e 2020<br />

luglio-agosto 2020 7


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

4. una certa sostituzione di spostamenti più lunghi, strutturati e sistematici, con tragitti molto brevi, a piedi, nel quartiere (la<br />

c.d. “mobilità di prossimità” è cresciuta di 7 punti), processo più pronunciato nelle grandi città rispetto ai piccoli centri; è anche<br />

il contributo di questa “compensazione” ad assicurare la maggiore distribuzione della domanda tra i cittadini;<br />

5. una riduzione del 40% della lunghezza media dei viaggi, evidente e prevedibile effetto della regola dello “spostamento di<br />

sola prossimità, salvo motivate eccezioni”; al Centro e nel Nord-Est questo accorciamento risulta più pronunciato;<br />

6. in generale, una diminuzione molto più sensibile della domanda di mobilità nelle Regioni del Centro, dove congiuntamente<br />

il tasso di mobilità, il numero medio di spostamenti e la lunghezza media dei viaggi sono scesi in misura maggiore rispetto<br />

alle altre circoscrizioni geografiche;<br />

7. un impatto molto più alto del lockdown sui comportamenti delle fasce di popolazione anziana, che registrano un tasso di<br />

mobilità veramente ridotto sia in senso stretto (19%) che “allargato” (<strong>30</strong>%), nonché una contrazione complessiva degli spostamenti<br />

vicina all’80% del totale; anche il calo della domanda di mobilità di giovani e giovanissimi, per effetto della chiusura<br />

totale delle scuole, è stato più alto rispetto alle fasce centrali di età; e tra queste ultime il cluster decisamente più mobile<br />

è rappresentato dai <strong>30</strong>-45enni;<br />

8. una segmentazione molto marcata delle dinamiche di rallentamento tra le condizioni professionali: pensionati, casalinghe<br />

e studenti sono rimasti a casa in larghissima parte, studenti, casalinghe e disoccupati riducendo drasticamente viaggi più<br />

lunghi e tragitti più brevi, mentre chi è in condizione lavorativa in oltre il 60% dei casi ha effettuato almeno uno spostamento<br />

giornaliero - lungo o breve e a prescindere dal fatto che la motivazione di mobilità effettivamente fosse legata al lavoro<br />

, registrando un decremento degli spostamenti attorno al 55%, ovvero 10 punti in meno rispetto alla media generale;<br />

9. una scontata, e persino meno forte delle attese, ridislocazione delle motivazioni di spostamento dal polo “lavoro-scuola”<br />

verso l’insieme delle altre motivazioni (sostanzialmente la gestione familiare); il peso delle destinazioni scolastiche e lavorative<br />

è sceso dal 34% del 2019 al 17% del periodo di lockdown;<br />

10. un riposizionamento modale piuttosto netto (oltre 5 punti di share), a favore della mobilità privata, auto in particolare, e<br />

più contenuto (un punto e mezzo) a favore della mobilità non-motorizzata, a piedi in particolare; in forte contrazione invece<br />

il modal split della mobilità pubblica e intermodale sceso praticamente dei due terzi, dal 12,2% del 2019 al 4,1% in fase<br />

di lockdown; la progressione del monitoraggio evidenzia inoltre che il guadagno di share dell’auto è avvenuto soprattutto<br />

nella seconda parte del periodo di restrizione;<br />

11. una riduzione del peso della mobilità collettiva e di scambio tendenzialmente omogenea per segmenti, ma un po’ più accentuata<br />

nelle Regioni del Centro, nelle grandi città, nella media e lunga distanza; il Sud e Isole è l’unica circoscrizione territoriale<br />

dove il trasporto pubblico mantiene la propria quota di mercato, ma partendo da una base molto più bassa;<br />

I mezzi di trasporto utilizzati: l'andamento prima e durante il lockdown:<br />

totale Italia (distribuzione % degli spostamenti)<br />

Media 2019 (*)<br />

1 febbraio - 11 marzo<br />

12 marzo - 10 aprile<br />

(primi <strong>30</strong> giorni<br />

del lockdown)<br />

12 marzo - 3 maggio<br />

(intero lockdown)<br />

Mobilità attiva<br />

(a piedi, in bicicletta, altri mezzi non-motorizzati)<br />

Mobilità privata<br />

(auto, moto altri mezzi motorizzati individuali)<br />

Mobilità pubblica e di scambio<br />

(mezzi pubblici, combinazioni di mezzi)<br />

25,1 33,4 38,0 34,9<br />

62,6 56,5 57,0 61,0<br />

12,2 10,1 5,0 4,1<br />

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0<br />

(*) Dati non definitivi<br />

Fonte: Isfort, Osservatorio "Audimob" sui comportamenti di mobilità degli italiani, 2020<br />

8<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

I mezzi di trasporto utilizzati:<br />

l'andamento prima e durante il lockdown per ampiezza del Comune di residenza degli intervistati (val. %)<br />

Fino a 50.000<br />

abitanti<br />

Da 50.001 a 250.000<br />

abitanti<br />

Oltre<br />

250.001 abitanti<br />

Distribuzione % degli spostamenti nel periodo 1 febbraio – 11 marzo<br />

Mobilità attiva (a piedi, in bicicletta, altri mezzi non-motorizzati) 29,8 32,7 39,7<br />

Mobilità privata (auto, moto altri mezzi motorizzati individuali) 64,0 58,2 42,7<br />

Mobilità pubblica e di scambio (mezzi pubblici, combinazioni di mezzi) 6,1 9,1 17,6<br />

Totale 100,0 100,0 100,0<br />

Distribuzione % degli spostamenti nel periodo 12 marzo - 3 maggio Lockdown<br />

Mobilità attiva (a piedi, in bicicletta, altri mezzi non-motorizzati) 28,7 36,6 54,0<br />

Mobilità privata (auto, moto altri mezzi motorizzati individuali) 68,9 58,0 40,4<br />

Mobilità pubblica e di scambio (mezzi pubblici, combinazioni di mezzi) 2,4 5,4 5,6<br />

Totale 100,0 100,0 100,0<br />

Fonte: Isfort, Osservatorio "Audimob" sui comportamenti di mobilità degli italiani, 2020<br />

12. la mobilità non-motorizzata ha perso un po’ di posizioni nella seconda parte del lockdown (a favore dell’auto), ma mantiene<br />

una quota di spostamenti serviti ben superiore rispetto al 2019 (circa il 35%, quasi 10 punti in più rispetto allo scorso<br />

anno); durante il confinamento domiciliare si è andato di più a piedi o in bici nelle Regioni del Nord-Est e nelle grandi città;<br />

13. le prospettive di utilizzo dei diversi mezzi di trasporto all’uscita dal periodo di restrizioni, dichiarate dagli intervistati, confermano<br />

in pieno le difficoltà a cui andrà incontro il trasporto pubblico che rischia di perdere quote rilevanti di passeggeri,<br />

in particolare nell’extraurbano (solo l’autobus urbano ha una prospettiva di incremento degli utenti ma solo del segmento<br />

dei “regolari”); viceversa l’auto consoliderà le proprie posizioni nei diversi segmenti e la bicicletta aumenterà la platea degli<br />

utenti regolari ma ridurrà quella dei non-sistematici;<br />

14. in generale, in base a quanto prospettato dagli intervistati si può ipotizzare un calo significativo dei volumi di domanda almeno<br />

nella prima fase post-lockdown rispetto ai regimi ordinari;<br />

15. la sicurezza da contagio dei mezzi di trasporto percepita dai cittadini in questo momento penalizza fortemente i mezzi collettivi<br />

(indice fra 3 e 3,5 in scala 1-10), mentre crea ulteriore vantaggio competitivo per l’auto (indice a 8,7) e per la mobilità<br />

pedonale (7,3); allo stesso tempo, l’opinione maggioritaria degli intervistati è che le misure di protezione ipotizzate per i<br />

viaggi con i veicoli collettivi possano essere molto o in parte efficaci ad innalzare la soglia percepita di sicurezza.<br />

Percezione di sicurezza dal contagio Covid-19 per i diversi modi di trasporto (in scala da 1 a 10 - 10=max sicurezza)<br />

Voto medio<br />

Spostamenti in auto 8,7<br />

Spostamenti a piedi 7,3<br />

Spostamenti in treno 3,5<br />

Spostamenti in autobus/tram 3,5<br />

Spostamenti in autobus di lunga percorrenza 3,3<br />

Spostamenti in metropolitana 3,1<br />

Fonte: Isfort, Osservatorio "Audimob" sui comportamenti di mobilità degli italiani, 2020<br />

luglio-agosto 2020 9


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

LA MOBILITÀ CICLISTICA E LA MICRO-MOBILITÀ NEL POST COVID-19<br />

Biciclette e monopattini<br />

alla conquista della città<br />

di Marco Cilione (Area Professionale Statistica ACI)<br />

L<br />

’emergenza Covid-19 e le<br />

misure prese per mitigarne<br />

gli effetti (spesso drastiche<br />

come il lockdown) hanno<br />

portato ad un cambiamento<br />

profondo delle nostre<br />

abitudini di mobilità, con<br />

possibili effetti duraturi.<br />

Il Covid-19 ha inciso in<br />

maniera inaspettata sulle<br />

nostre vite, stravolgendole.<br />

Le strade, le ferrovie, persino<br />

i cieli e i mari italiani si sono<br />

improvvisamente svuotati,<br />

amplificando una sensazione<br />

nemmeno troppo latente di<br />

immobilità fisica. Il settore<br />

dei trasporti su strada ha visto<br />

riduzioni nella produzione<br />

chilometrica totale superiori<br />

al 70% (INRIX, 2020) rispetto<br />

Tra gli effetti dell’emergenza sanitaria<br />

il crescente ricorso alla mobilità dolce<br />

offre alle città un’importante opportunità<br />

da consolidare con efficaci interventi.<br />

alla situazione pre-contagio.<br />

Si sono quindi aperti diversi<br />

quesiti su come la mobilità<br />

apparirà in uno scenario<br />

post-lockdown, sia nel breve<br />

periodo che riguarda l’oggi<br />

in cui stiamo scrivendo, sia<br />

in una “nuova normalità”<br />

futura. Analizzare e adattarsi<br />

rapidamente ai diversi<br />

scenari futuri potrà essere<br />

infatti la chiave per cogliere<br />

le nuove opportunità nate in<br />

questo periodo di incertezza<br />

e la mobilità sarà certamente<br />

uno dei settori che subirà<br />

le maggiori trasformazioni,<br />

determinando un’inevitabile<br />

rivoluzione organizzativa,<br />

tecnologica ma anche di<br />

priorità politiche.<br />

In questo contesto assume<br />

un ruolo molto importante<br />

la mobilità ciclistica, vista<br />

da molti non solo come<br />

efficace soluzione in periodo<br />

di emergenza, ma anche<br />

come possibilità futura di un<br />

“rinascimento” delle nostre<br />

città, incrementandone<br />

vivibilità, salubrità e<br />

sostenibilità anche<br />

economica.<br />

Una ricerca dell’Osservatorio<br />

della Bikeconomy, in<br />

particolare, ha fornito<br />

recentemente una lettura<br />

proprio di stampo economico<br />

del ruolo della bicicletta<br />

durante la “Fase 2”<br />

dell’emergenza Covid-19.<br />

Il report si focalizza su due<br />

macro scenari, incentrandosi<br />

su cosa accadrà se la<br />

quota di utenti che prima<br />

utilizzavano il trasporto<br />

pubblico (diventato<br />

improvvisamente un vettore<br />

potenziale di contagio a<br />

10<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

causa del volume elevato di<br />

utenti, l’ambiente chiuso e<br />

gli spazi limitati), dovesse<br />

riversarsi esclusivamente<br />

sull’automobile privata<br />

(scenario 1), oppure se questa<br />

parte di popolazione venisse<br />

guidata nell’adozione di<br />

forme di mobilità attiva, come<br />

gli spostamenti a piedi o in<br />

bicicletta (scenario 2).<br />

In questo secondo scenario,<br />

a seconda delle percentuali<br />

di utenti che passerebbero a<br />

forme di mobilità attiva, lo<br />

studio prevede benefici sul<br />

piano economico compresi<br />

tra i 9 e i 20 miliardi di euro<br />

(principalmente minori spese<br />

sanitarie e maggiore qualità<br />

della vita delle persone). Tali<br />

vantaggi sarebbero ancora<br />

superiori se oltre a traslare<br />

parte degli utilizzatori del TPL<br />

sulla mobilità attiva si agisse<br />

anche su chi usa da sempre<br />

l’auto, superando di gran<br />

lunga la cifra precedentemente<br />

espressa: si tratterebbe di<br />

benefici economici per l’intera<br />

collettività che sfiorano un<br />

punto percentuale del PIL<br />

italiano.<br />

Questo scenario, ovviamente,<br />

è realizzabile solo se<br />

incentivato da una forte<br />

volontà politica volta a<br />

implementare drasticamente<br />

pedonalità e micro-mobilità<br />

sfruttando la “Fase 2”. Di<br />

contro, nello scenario 1,<br />

dove la quota di spostamenti<br />

degli ex utenti del trasporto<br />

pubblico dovesse essere<br />

assorbita da un ritorno<br />

all’uso dell’auto privata, si<br />

creerebbero costi esterni<br />

negativi variabili tra gli<br />

11 e i 20 miliardi di euro<br />

(essenzialmente maggiori<br />

costi sanitari e spese dovute<br />

alla congestione da traffico).<br />

il virus. Sarà necessario<br />

reinventarsi una mobilità<br />

più smart per non morire di<br />

traffico e di inquinamento.<br />

Il rischio infatti è un<br />

massiccio ritorno all’utilizzo<br />

dell’automobile privata, anche<br />

per piccoli spostamenti.<br />

Dal 4 maggio quattro milioni<br />

e mezzo di persone in tutta<br />

Italia sono tornate al lavoro<br />

nei settori dell’industria, delle<br />

costruzioni e di una buona<br />

parte del commercio. Altri<br />

torneranno a muoversi, via<br />

via che riaprono i negozi e<br />

riprendono le altre attività.<br />

Bisognerà quindi riorganizzare<br />

i tempi delle città,<br />

differenziare gli orari di<br />

ingresso al lavoro, nelle scuole<br />

e nei servizi. La domanda<br />

di trasporto pubblico non<br />

tornerà a pieno regime per<br />

diverso tempo e in molti<br />

continueranno a lavorare a<br />

distanza, mentre le scuole<br />

restano chiuse in attesa del<br />

banco di prova di settembre.<br />

In questa prospettiva gli<br />

interventi che il governo, ma<br />

anche numerosi enti locali,<br />

stanno mettendo in campo<br />

intendono per quanto possibile<br />

cambiare il paradigma che fino<br />

ad oggi ha contraddistinto la<br />

mobilità nelle nostre città:<br />

mobilità = auto privata.<br />

Un primo provvedimento<br />

riguarda lo stanziamento di<br />

incentivi per l’acquisto di<br />

mezzi a due ruote muscolari<br />

o elettrici, estesi per la prima<br />

volto anche a micro-mezzi<br />

quali segway, hoverboard e<br />

monowheel.<br />

Un secondo obiettivo è stato<br />

invece quello di semplificare<br />

la vita a ciclisti e pedoni,<br />

favorendo la realizzazione<br />

di nuove piste ciclabili e<br />

interventi di pedonalizzazione<br />

e moderazione del traffico.<br />

Ma questo non basta a<br />

“convertire” quante più<br />

persone possibile all’uso di<br />

bici, e-bike e micro-mezzi<br />

elettrici, pertanto il decreto<br />

“Rilancio” ha ritoccato anche<br />

il Codice della Strada, per<br />

introdurre:<br />

• la “casa avanzata”, cioè<br />

una linea d’arresto al<br />

semaforo avanzata di<br />

almeno tre metri rispetto<br />

a quella tracciata per tutti<br />

gli altri veicoli e dedicata a<br />

bici, e-bike e monopattini<br />

elettrici, su strade con limite<br />

di velocità non superiore a<br />

50 km/h (verosimilmente,<br />

quasi sempre la normale<br />

striscia di arresto diventerà<br />

casa avanzata e verrà<br />

tracciata per tutti gli altri<br />

mezzi un’altra striscia,<br />

arretrata di tre metri);<br />

• la delimitazione di “bike<br />

lane”, cioè di uno spazio<br />

ricavato nella parte destra<br />

della normale corsia di<br />

marcia (o della corsia destra,<br />

per le strada a più corsie<br />

per senso di marcia) per<br />

far circolare bici, e-bike e<br />

monopattini elettrici (nello<br />

stesso senso di marcia degli<br />

altri veicoli e non anche<br />

contromano come alcune<br />

proposte di anni precedenti<br />

avrebbero voluto).<br />

Anche sulle strade in cui<br />

manca la “bike lane” si potrà<br />

prendere posizione nella casa<br />

avanzata: la nuova norma<br />

prevede che la striscia di<br />

arresto avanzata dedicata a<br />

biciclette e monopattini sia<br />

preceduta da una corsia lunga<br />

almeno 5 metri che consenta a<br />

questi mezzi di avanzare.<br />

Infine risale a metà giugno<br />

l’articolato piano messo<br />

a punto dalla task force<br />

guidata da Vittorio Colao, che<br />

illustra in modo dettagliato<br />

le ulteriori possibili soluzioni<br />

per affrontare il periodo post<br />

pandemia; in particolare<br />

un capitolo riguarda<br />

“Infrastrutture e Ambiente,<br />

volano del rilancio”. Tra le<br />

varie azioni proposte, oltre<br />

a dare maggiore spazio alla<br />

bicicletta come mezzo di<br />

trasporto, viene messa nero su<br />

bianco la “chiusura al traffico<br />

privato dei centri urbani”:<br />

un suggerimento che suona<br />

come un imperativo, vista<br />

la situazione che si andrà<br />

a creare a settembre con la<br />

ripresa a pieno regime di tutte<br />

le attività. Nel dettaglio sono<br />

queste le azioni prioritarie<br />

individuate per promuovere<br />

il trasporto sostenibile e le<br />

relative infrastrutture:<br />

I PROVVEDIMENTI<br />

PIANIFICATI IN ITALIA<br />

Al centro dell’agenda del<br />

Governo italiano e della<br />

“task force” appositamente<br />

istituita, c’è la progressiva<br />

ripartenza del Paese,<br />

pianificando la cosiddetta<br />

“Fase 2”, quella in cui<br />

dovremo “convivere” con<br />

• incentivare lo sviluppo<br />

capillare di infrastrutture<br />

per la mobilità sostenibile,<br />

come ad esempio le stazioni<br />

di ricarica elettrica, anche<br />

private;<br />

• incentivare la creazione<br />

dell’infrastruttura ciclistica<br />

e incoraggiarne l’utilizzo<br />

attraverso, ad es., piste<br />

luglio-agosto 2020 11


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

ciclabili, stazioni di ricarica<br />

e-bike, sistemi di sicurezza<br />

e ciclo-parcheggi;<br />

• favorire lo sviluppo di Hub<br />

intermodali alle porte<br />

delle città, prevedendo<br />

parcheggi per privati e snodi<br />

del trasporto pubblico /<br />

piste ciclabili e successiva<br />

chiusura al traffico privato<br />

dei centri urbani;<br />

• incentivare l’utilizzo<br />

di car sharing a basso<br />

impatto, ad uso privato<br />

e aziendale, riservando<br />

spazi di parcheggio dedicati<br />

in posizioni strategiche,<br />

attraverso una modifica del<br />

Codice della Strada.<br />

Tra le indicazioni presenti nel<br />

documento c’è dunque la Rete<br />

di Mobilità di Emergenza, la<br />

promozione della bicicletta<br />

come mezzo di trasporto, il<br />

disincentivo all’uso dell’auto<br />

privata da perseguire<br />

attraverso la chiusura al<br />

traffico privato dei centri<br />

urbani e l’incentivo al car<br />

sharing (anche aziendale) a<br />

basso impatto ambientale. Il<br />

rischio infatti è che il bonus<br />

bici, se non accompagnato da<br />

un sistema infrastrutturale<br />

che favorisca la mobilità<br />

ciclabile, si dimostri un fuoco<br />

di paglia. Non è sufficiente,<br />

infatti, costruire le migliori<br />

bici del mondo, esportandole<br />

anche in tutto il mondo, è<br />

necessario anche sapere dove<br />

usarle in sicurezza.<br />

I NUOVI PROGETTI<br />

PER LA CICLABILITÀ<br />

Ad oggi nelle città italiane<br />

abbiamo circa 2.350 chilometri<br />

di piste ciclabili e siamo molto<br />

indietro rispetto all’Europa<br />

(solo Strasburgo, per esempio,<br />

ne conta attualmente 536).<br />

I programmi dei principali<br />

Comuni italiani al riguardo<br />

sono tuttavia molto ambiziosi<br />

e per 22 di questi ci sono già<br />

piani di mobilità pronti sulla<br />

carta, ma non realizzati: a<br />

Palermo si passerebbe da 48<br />

a 155 km di piste ciclabili, a<br />

Firenze da 66 a 108, a Pesaro<br />

da 100 a 180, a Napoli da 21 a<br />

184, a Bologna da 248 a 969,<br />

a Bari da 45 a 202, a Milano<br />

da 220 a 406, a Parma da 137<br />

a 296. Ma non è sufficiente<br />

creare ciclabili o bike-line:<br />

occorre modificare la struttura<br />

delle città e soprattutto<br />

cambiare le abitudini degli<br />

italiani. Difatti salvo alcune<br />

eccezioni (Bolzano, Pesaro<br />

e Ferrara) dove la mobilità<br />

ciclabile arriva al <strong>30</strong>%, in tutte<br />

le altre città gli spostamenti<br />

in bicicletta si fermano, nei<br />

migliori dei casi, ad uno scarso<br />

3-4% di media.<br />

La stessa Associazione<br />

Nazionale dei Comuni<br />

Italiani (ANCI) ha chiesto<br />

al Governo più risorse (e<br />

meno burocrazia) per le<br />

piste ciclabili, ottenendo<br />

a metà giugno il via libera<br />

dalla Conferenza Unificata<br />

al decreto proposto dal MIT<br />

che stanzia 137,2 milioni<br />

di euro per ciclovie urbane,<br />

ciclostazioni e altri interventi<br />

per incrementare la sicurezza<br />

dei ciclisti nelle città.<br />

Gli assessori alla Mobilità<br />

delle città italiane hanno<br />

fatto presente, peraltro,<br />

che in molti centri urbani<br />

sono già stati tracciati<br />

nuovi percorsi ciclabili che i<br />

cittadini stanno utilizzando,<br />

ma che occorre fare in fretta,<br />

mettendo in atto un sforzo<br />

comune straordinario, per<br />

essere pronti a fronteggiare<br />

la ripresa di settembre.<br />

L’obiettivo comune è infatti<br />

quello di riuscire a realizzare<br />

entro l’estate molti nuovi<br />

chilometri di corsie ciclabili<br />

e la messa in sicurezza dei<br />

percorsi pedonali nelle strade<br />

urbane, anche con misure di<br />

riduzione permanente della<br />

velocità come le “Zone <strong>30</strong>”,<br />

per aiutare concretamente<br />

i cittadini a scegliere la<br />

bicicletta come modalità di<br />

spostamento.<br />

Di seguito, in sintesi, i principali progetti su cui stanno lavorando importanti Comuni italiani e alcuni esempi dei programmi previsti a livello europeo e in alcuni<br />

singoli Stati membri per agevolare la mobilità ciclistica e pedonale.<br />

Roma<br />

Per incentivare la mobilità sostenibile nella "Fase 2" dell'emergenza<br />

sanitaria, il Comune di Roma ha approvato il primo piano straordinario<br />

per la realizzazione di 150 km di nuovi percorsi ciclabili "transitori"<br />

sulle principali vie della città e su altri itinerari considerati strategici.<br />

L'obiettivo è promuovere un'alternativa all'uso dell'automobile privata,<br />

soprattutto negli spostamenti brevi, anche integrati col trasporto<br />

pubblico, realizzando in tempi rapidi una rete interconnessa di corsie<br />

ciclabili in gran parte nel lato destro della carreggiata, mediante sola segnaletica<br />

orizzontale e verticale. Sono dette "transitorie"e non "temporanee"<br />

perché, data l'emergenza, verranno realizzate velocemente e in<br />

modalità semplificata, garantendo comunque la massima sicurezza per<br />

tutti gli utenti della strada. In un secondo tempo è in programma di perfezionarle<br />

mano a mano che verranno definiti i progetti e le cantierizzazioni<br />

con gli ulteriori dettagli, per classificarle infine come "permanenti".<br />

Verrà quindi anticipato il completamento della rete romana per chi sceglierà<br />

di usare la bicicletta al posto dell'automobile, specialmente nella<br />

versione elettrica molto più agile per le salite della Capitale, così come i<br />

monopattini di ultima generazione, liberando spazio anche per chi non<br />

potrà fare a meno di spostarsi con il proprio autoveicolo. Gli itinerari sono<br />

in coerenza con quanto previsto dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile<br />

(PUMS) e da Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU).<br />

Obiettivo: potenziare la mobilità attiva, ciclabile e pedonale, per poi poter<br />

limitare il ricorso alle autovetture e alleggerire il peso sul trasporto<br />

pubblico. Un piano che dovrebbe essere attuato in linea con le altre misure<br />

previste per garantire il rispetto delle norme anti-Covid, come il<br />

distanziamento sociale, contribuendo così a migliorare la vivibilità delle<br />

nostre strade. La giunta capitolina, infine, ha anche approvato nuovi<br />

permessi per biciclette e monopattini elettrici in sharing, considerata la<br />

presenza nella Capitale già di 3 grandi operatori di sharing sia di monopattini<br />

elettrici che di bici elettriche.<br />

La pista ciclabile in sede protetta inaugurata prima dell’emergenza sanitaria<br />

Covid-19 a Roma lungo la via Nomentana.<br />

12<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

Una tratta della nuova ciclabile “light” lungo la via Prenestina (a sinistra) e una prima tratta di quella in progetto sul Lungotevere (a destra).<br />

Milano<br />

Milano ha quasi un milione e mezzo di abitanti che diventano 3,2 milioni con<br />

la città metropolitana (difficile considerare il centro separato da ciò che ha<br />

intorno). In tempi normali entrano in città circa 800.000 autovetture ogni<br />

giorno. In aprile la giunta comunale ha presentato una "Strategia di adattamento"<br />

per rilanciare la vita cittadina nella "Fase 2". Al capitolo "mobilità<br />

compatibile" il documento premette che si tratta di "riorganizzare i tempi<br />

della città", "ridefinire l'uso di strade e spazi pubblici" e aumentare gli "spostamenti<br />

non inquinanti". Per esempio diffondere in ogni quartiere i servizi<br />

essenziali per avere tutto a breve distanza, idealmente un quarto d'ora. Si<br />

contava sul fatto che ancora in maggio e giugno molti avrebbero continuato<br />

a svolgere lavoro a distanza e la domanda di mobilità urbana non sarebbe<br />

tornato subito ai livelli precedenti la crisi. Si è quindi iniziato subito a riorganizzare<br />

gli orari delle imprese e dei servizi in modo flessibile per decongestionare<br />

la città: gli enti pubblici devono cominciare a scaglionare gli orari in<br />

entrata e uscita e lo stesso devono fare le imprese private.<br />

Le cose si complicano quando si guarda alle reti suburbane e regionali,<br />

con circa 800.000 spostamenti pendolari al giorno (in tempi pre-crisi)<br />

nell'area che si estende tra Milano, Monza-Brianza, Varese e Gallarate.<br />

Una situazione che è stata affrontata studiando insieme alla Regione<br />

come potenziare il trasporto rapido di massa su ferro.<br />

Se il trasporto pubblico collettivo si conferma dunque una base indispensabile,<br />

la città deve comunque diversificare l'offerta. Si è così raddoppiata<br />

la disponibilità di mezzi individuali in sharing con 16.000<br />

biciclette e 6.000 monopattini. C'è un piano straordinario di ciclabili leggere<br />

e si pensa di connettere la rete milanese con quelle dei Comuni vicini<br />

e con le stazioni della metropolitana. Inoltre è previsto l'allargamento<br />

dei marciapiedi per lasciare più spazio ai pedoni. Dei 35 chilometri di ciclabili<br />

promessi, alcuni dovrebbero essere pronti tra giugno e luglio, altri<br />

a settembre o a fine anno.<br />

Purtroppo Milano è arrivata a questa crisi senza una mappa per le future<br />

ciclabili: l'amministrazione ha iniziato a costruire un piano in tutta<br />

fretta, ipotizzando una nuova strategia e un deciso cambio relativo alla<br />

mobilità urbana, immaginando un diverso vivere urbano. Ovunque si<br />

tratta di rafforzare il trasporto collettivo, garantendone la sicurezza, e<br />

insieme di riequilibrare gli spazi destinati ai pedoni, alle biciclette e alle<br />

auto. Progetti di vie ciclabili che erano in fase di studio ora diventano<br />

urgenti. La bici può diventare il mezzo più idoneo per l'ultimo miglio,<br />

accompagnando il trasporto collettivo con questi mezzi alternativi, ad<br />

esempio utilizzando la bici per andare a prendere il treno suburbano, o<br />

usarla dall'ultima fermata alla destinazione.<br />

A sinistra, la pista ciclabile “light” realizzata nel cuore di Milano a corso Venezia. A destra, primi problemi di gestione del traffico ciclopedonale nel capoluogo<br />

lombardo: una Smart parcheggiata sulla ciclabile in corso Buenos Aires e automobili che invadono gli stalli riservati al parcheggio delle moto.<br />

luglio-agosto 2020 13


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

Torino<br />

Il comune di Torino ha introdotto diversi provvedimenti riguardanti la "Fase"<br />

2 post-covid, in particolare: incentivazione dello smartworking di massa<br />

(il Comune contribuisce con 1.600 addetti che svolgeranno il loro lavoro<br />

in modalità agile), costruzione di piani di mobilità aziendale (con il potenziamento<br />

delle funzioni del Mobility Manager), incentivazione della mobilità<br />

sostenibile aziendale (il Comune inviterà i propri dipendenti all'utilizzo<br />

della mobilità dolce inserendo l'orario di spostamento all'interno dell'orario<br />

di lavoro), sviluppo e maggiore valorizzazione dei servizi e del commercio<br />

di prossimità e infine una maggiore razionalizzazione logistica in termini<br />

di orario e digitalizzazione. In particolare per la mobilità ciclistica l'amministrazione<br />

torinese ha previsto lo sviluppo di spazi dedicati alla mobilità dolce<br />

con l'istituzione del limite di 20 km orari sulle carreggiate laterali di 27 strade<br />

cittadine; questo consentirà di utilizzare biciclette e monopattini sui controviali<br />

in totale sicurezza, rendendo anche più scorrevoli il traffico veicolare<br />

sui viali principali. Inoltre ha deliberato il miglioramento della sicurezza alle<br />

intersezioni per la mobilità a 2 ruote, con la realizzazione delle "case avanzate",<br />

ed ha programmato un piano di manutenzione straordinaria per i 200<br />

km di piste ciclabili già esistenti, mettendone in cantiere altri 90 km.<br />

Verranno anche introdotte alcune scuole "car free", cioè si instituirà il divieto<br />

di accesso alle auto in prossimità delle scuole al momento dell'entrata e<br />

dell'uscita degli studenti. Infine verrà ulteriormente sviluppato lo sharing<br />

di bici (con l'avvio di 3 operatori), scooter, auto e monopattini e soprattutto<br />

verrà stimolata la domanda di mobilità elettrica con l'installazione di circa<br />

400 nuove stazioni di ricarica oltre alle 120 già installate.<br />

Parma<br />

L'amministrazione comunale ha presentato un piano per accelerare sulla<br />

revisione di parte degli itinerari ciclabili della città. Il fine è accompagnare<br />

le persone alla ripresa della normalità garantendone la sicurezza<br />

e tutelare l'ambiente, salvaguardando la qualità dell'aria che respiriamo.<br />

Questo piano di lavori rappresenta uno straordinario impulso alla<br />

ciclabilità che si aggiunge ai tanti interventi di mobilità sostenibile, come<br />

la micro-mobilità, la diffusione dell'elettrico, il potenziamento dello<br />

sharing, la valorizzazione delle Zone <strong>30</strong>, i nuovi posteggi dedicati alle<br />

biciclette, oltre a tante iniziative previste e finalizzate ad incentivare<br />

il ricorso alle due ruote a pedali. I lavori messi già in cantiere prevedono<br />

nuovi itinerari, ma soprattutto la riqualificazione e il miglioramento<br />

di quelli già oggi presenti, con interventi di rifacimento del tappetino<br />

di asfalto, utilizzando pigmenti di colore rosso, di tracciamento di una<br />

nuova segnaletica e di eliminazione delle asperità del terreno. L'obiettivo<br />

del Comune di Parma è di andare a ricucire i 137 km di rete ciclabile<br />

già presente con la costruzione degli ulteriori chilometri già previsti.<br />

Bologna<br />

Interessante la campagna di comunicazione informativa #andràtuttinbici<br />

che il Comune ha messo in campo per invitare a usare la bicicletta come<br />

mezzo per minimizzare le occasioni di contagio: "Installa l'antivirus"<br />

– "Dai Aria" – "Dagli dei metri" e per tutte le creatività il claim "Scegli la<br />

bici!". Sono questi i tre slogan che campeggiano a Bologna sulle fiancate di<br />

48 autobus, in 15 grandi cartelloni stradali posti ai principali snodi della<br />

città e sui manifesti di 100 bacheche (vedi immagini in basso).<br />

Questa iniziativa è stata promossa dalla Consulta Comunale della Bicicletta<br />

per raccontare i vantaggi delle due ruote a pedali nella mobilità attiva post<br />

Covid-19: spostarsi in bici, infatti, garantisce il distanziamento fisico, fa bene<br />

alla salute, rafforza le difese immunitarie, mantiene l'aria pulita. Inoltre<br />

favorisce la vita all'aria aperta, concede più tempo per sé stessi e permette<br />

il ricostruirsi di relazioni interrotte dalla quarantena. La campagna affissioni<br />

è stata solo l'inizio di un progetto più ampio nato dal basso che – grazie ai<br />

contributi finanziari di circa 400 cittadini - vuole andare oltre, portando la<br />

campagna in radio e nelle aziende bolognesi. Questa iniziativa proseguirà fino<br />

a ottobre con la costruzione di una piattaforma, www.andratuttinbici.it,<br />

che ha l'obiettivo di sostenere e rafforzare l'abitudine di chi avrà deciso per<br />

la prima volta di andare in bici. Il sito avrà come focus la città metropolitana<br />

di Bologna, ma con la possibilità di essere allargato ad altre città, per raccontarne<br />

i servizi e mettere in contatto la community che pedala.<br />

Questa campagna si unisce ai piani recentemente approvati dal Comune di<br />

Bologna e dalla Città Metropolitana, in primis il PUMS, che prevedono di triplicare<br />

entro il 20<strong>30</strong> il numero di spostamenti oggi effettuati in bicicletta, dal<br />

5% al 14% del totale, trasferendo su questa modalità circa 240.000 spostamenti<br />

quotidiani, oggi prevalentemente fatti in auto e moto.<br />

14<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

Unione Europea<br />

In una recente conferenza stampa, il vicepresidente esecutivo della<br />

Commissione Europea, Frans Timmermans, ha annunciato che la mobilità<br />

ciclistica potrà essere finanziata con parte dei nuovi fondi per la<br />

mobilità erogati dall'Unione Europea, insieme ad altre misure come la<br />

ricarica delle auto elettriche e il rafforzamento del trasporto pubblico.<br />

Il pacchetto sulla mobilità urbana dovrebbe erogare circa 20 miliardi di<br />

euro agli Stati membri attraverso fondi regionali UE per sostenere le sfide<br />

legate all'inquinamento atmosferico, ai cambiamenti climatici e al<br />

benessere dei cittadini.<br />

L'annuncio fa seguito alla proposta, alla Commissione di Bruxelles, di un<br />

pacchetto di finanziamento per la ciclabilità da 13 miliardi di euro per<br />

la realizzazione di infrastrutture e l'utilizzo delle e-bike proposto da sei<br />

associazioni (CIE, CONEBI, ECF, ECLF, IMBA EU ed EMBA).<br />

Alessandro Tursi, vicepresidente di ECF (European Cyclists Federation)<br />

e Presidente della FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), ha<br />

dichiarato in proposito: "Si tratta di un obiettivo che perseguivamo da<br />

tempo come ECF, puntando a moltiplicare i fondi comunitari per la mobilità<br />

in bicicletta dai precedenti 1,5 miliardi a 3 miliardi, per poi arrivare<br />

a 6. Direi che l'obiettivo sia stato ampiamente superato! La pandemia<br />

ha reso il tema della salute prioritario assieme a quello dell'emergenza<br />

ambientale e la Commissione europea ha puntato sulla bicicletta come<br />

strumento fondamentale su entrambi i fronti".<br />

Anche i due CEO di ECF, Jill Warren e Morten Kabell, hanno commentato:<br />

"Questo annuncio è qualcosa da festeggiare. Cogliamo ora l'occasione<br />

per sollecitare misure più concrete per la ciclabilità e per lavorare<br />

con le nostre organizzazioni aderenti per assicurare che gli Stati membri<br />

siano pronti a spendere i fondi assegnati per miglioramenti e incentivi<br />

della mobilità ciclistica che raggiungano i nostri obiettivi per un<br />

ricorso maggiore e migliore alla bicicletta, per tutti, in Europa". Naturalmente<br />

l'annuncio dovrà concretizzarsi in piani e finanziamenti, ma i<br />

rappresentanti delle associazioni ciclistica sono convinti che il settore<br />

dovrebbe essere in grado di ottenere una congrua parte dei miliardi di<br />

euro previsti nel piano di risanamento dell'UE.<br />

Previsti circa 20 mld di euro per il nuovo pacchetto UE sulla mobilità urbana.<br />

Regno Unito<br />

Nel Regno Unito è stata varata una manovra senza precedenti per finanziare<br />

gli spostamenti a piedi e in bicicletta nel periodo post pandemia:<br />

per la "Fase 2" il Governo britannico punta decisamente sulla<br />

mobilità attiva e l'intenzione è quella di convincere un gran numero di<br />

persone a pedalare o camminare per i propri tragitti urbani. L'obiettivo<br />

è quello di convincere le persone che hanno iniziato ad andare in<br />

bicicletta a rimanere in sella e di aggiungerne molte altre. Le misure<br />

che saranno attuate riguardano piste ciclabili "pop-up" per favorire e<br />

proteggere le pedalate urbane, marciapiedi più ampi atti a garantire il<br />

distanziamento fisico ed evitare il contagio, incroci più sicuri per chi<br />

pedala: la prima tranche di 250 milioni di sterline fa parte di un fondo<br />

di emergenza e gli investimenti previsti per lo sviluppo di ciclabilità e<br />

pedonalità ammontano in totale a 2 miliardi di sterline.<br />

Il Governo britannico collaborerà con le autorità locali in tutto il Paese<br />

per incentivare l'utilizzo della bicicletta nei centri urbani e incoraggiare<br />

i cittadini a scegliere alternative di trasporto pubblico quando devono<br />

viaggiare, contribuendo a garantire che reti stradali, autobus e<br />

ferroviarie siano pronte per rispondere ai futuri aumenti della domanda.<br />

L'area di Greater Manchester, ad esempio, ha allo studio la realizzazione<br />

di 150 miglia di piste ciclabili protette, a Londra TfL (Transport<br />

for London) prevede invece di realizzare una "Bike Tube" di superficie<br />

sopra le linee della metropolitana, mentre dal 22 giugno aumenterà<br />

quasi del 50% la congestion charge per l'accesso delle auto al centro.<br />

Una guida statale per la viabilità di emergenza – pubblicata e già operativa<br />

– indica come riallocare gli spazi stradali per favorire ciclisti e pedoni:<br />

nelle città alcune strade potrebbero diventare soltanto per bici e<br />

autobus, mentre altre rimarrebbero disponibili per gli automobilisti. Un<br />

buon numero di strade secondarie potrebbe essere chiuse al traffico,<br />

per creare quartieri più a misura di persona e senza traffico veicolare<br />

di attraversamento. In questa strategia di promozione della ciclabilità e<br />

della pedonalità rientrano anche i voucher per le riparazioni della bici –<br />

per incoraggiare le persone a tirare fuori le loro vecchie bici dalla cantina<br />

e a rimetterle in strada – e sono in fase di sviluppo piani per installare<br />

strutture per parcheggiare in modo sicuro le biciclette in città.<br />

Si potrà inoltre continuare a seguire anche il collaudato programma<br />

Cycle to Work, che offre ai dipendenti uno sconto per l'acquisto<br />

di una nuova bici. Questa strategia di investimento per la ciclabilità<br />

e la pedonalità sarà rilanciata dal Primo Ministro già in estate, con<br />

ulteriori misure che hanno l'obiettivo di raddoppiare l'uso della bici<br />

e incrementare gli spostamenti entro il 2025 con la creazione di un<br />

commissario e di un ispettorato nazionale per ciclisti e pedoni; standard<br />

più elevati per le infrastrutture ciclabili e pedonali in tutto il Regno<br />

Unito; dare ai medici di famiglia la possibilità di prescrivere la<br />

bicicletta e l'esercizio fisico.<br />

Il governo britannico prevede di investire nei prossimi anni 2 mld di sterline<br />

per favorire la mobilità ciclistica e pedonale.<br />

luglio-agosto 2020 15


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

Belgio (Bruxelles)<br />

In Belgio si punta a scoraggiare il traffico motorizzato ma anche ad evitare<br />

che ci siano troppi pedoni sui marciapiedi, il che potrebbe rendere difficile<br />

il necessario "social distancing". Incentivare la mobilità su due ruote<br />

per aiutare gli abitanti della capitale belga a uscire dal confinamento imposto<br />

dall'emergenza Covid-19 rispettando le distanze di sicurezza: è<br />

questa la nuova scommessa dell'amministrazione cittadina di Bruxelles,<br />

che ha annunciato un piano per creare 40 km di piste ciclabili che permettano<br />

ai ciclisti di entrare e uscire dal centro. Una misura che sarà accompagnata<br />

dall'abbassamento del limite di velocità a 20 km/h in tutte le<br />

strade del centro storico. L'obiettivo nel breve periodo della città è quello<br />

di incentivare il traffico di biciclette e veicoli leggeri per evitare che i<br />

marciapiedi del centro e le vie dello shopping vengano prese d'assalto<br />

nelle prime settimane di post lockdown, mettendo a repentaglio i duri<br />

sacrifici degli ultimi mesi per contenere il contagio. Ma la capitale belga<br />

punta anche a decongestionare il traffico di auto che la rendono una città<br />

inquinata e caotica, specie nelle ore di punta. Le nuove misure saranno<br />

operative con il via alla riapertura dei negozi non alimentari, chiusi<br />

alla clientela dall'inizio della crisi sanitaria. Concretamente, pedoni e ciclisti<br />

non saranno più limitati ai marciapiedi e alle piste ciclabili, ma potranno<br />

circolare nello spazio pubblico su tutta la sua larghezza. Avranno<br />

la priorità su altri veicoli, la cui velocità sarà limitata a soli 20 km/h. La<br />

Polizia Locale inoltre intende adottare un "comportamento preventivo"<br />

per assicurare il rispetto delle nuove regole senza comminare sanzioni<br />

ingiuste, ma nel lungo periodo non si escludono controlli elettronici di<br />

velocità, precisano le autorità di Bruxelles. In tutta la Regione di Bruxelles<br />

(che include il centro e le municipalità circostanti) si prevedono misure<br />

per alleviare anche la congestione sui trasporti pubblici come misura<br />

per ridurre il rischio contagio.<br />

Piste ciclabili e aree urbane del centro con limite di velocità limitato a soli 20 km/h: così Bruxelles affronta la mobilità nella fase post emergenza.<br />

Francia (Parigi)<br />

La capitale francese continua a sorprendere il mondo diventando giorno<br />

dopo giorno sempre più una città a misura di persona.<br />

L'ultima iniziativa riguarda il completo ridisegno della mobilità in Rue<br />

de Rivoli, una delle strade simbolo di Parigi che collega piazza della Bastiglia<br />

con piazza della Concordia. L'arteria stradale ha rivestito un ruolo<br />

fondamentale nella viabilità e nella storia parigina e da sempre è vista<br />

come un asse strategico per il centro della città, grazie al fatto che si<br />

trova nelle immediate vicinanze di alcuni grandi poli attrattori come il<br />

Louvre, gli Champs Élysées e il Giardino delle Tuileries. L'intervento di<br />

ridisegno ha destinato ai mezzi della micro-mobilità, soprattutto le biciclette,<br />

buona parte della carreggiata, ricavando nuovo spazio per i pedoni<br />

e una sola corsia riservata per mezzi di emergenza, taxi, autobus e<br />

autorizzati: un vero e proprio boulevard ciclabile. La sindaca Anne Hidalgo<br />

appena rieletta, anche grazie alla trasformazione della città portata<br />

avanti negli ultimi anni, avrà davanti un ulteriore intero mandato per<br />

completare la rivoluzione ciclabile di Parigi di cui Rue de Rivoli rappresenta<br />

il primo, forte, nuovo atto del secondo mandato.<br />

Nel frattempo i lavori per dare più spazio alle bici continuano a pieno ritmo<br />

come, ad esempio, lungo Rue d'Amsterdam, arteria altamente commerciale,<br />

dove è stato realizzato un doppio senso ciclabile.<br />

Rue de Rivoli dopo la trasformazione (sulla sinistra l’ex pista ciclabile).<br />

16<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

ACI: PROSPETTIVE E INTERVENTI PER LA MOBILITÀ URBANA POST COVID-19<br />

Dalla paura del contagio<br />

ad un futuro sostenibile<br />

di Enrico Pagliari (Coordinatore Area Professionale Tecnica ACI)<br />

La mobilità, dopo il lockdown<br />

che si reso necessario per<br />

fronteggiare l’emergenza<br />

sanitaria legata al Covid-19,<br />

cambierà molto sia in termini<br />

quantitativi che qualitativi.<br />

Fino a quando persisterà il<br />

timore del virus si tenderà ad<br />

utilizzare maggiormente il<br />

mezzo privato di proprietà. Si<br />

registrerà, invece, un netto calo<br />

del ricorso ai trasporti collettivi<br />

(autobus, metropolitane,<br />

tram, treni, etc.) e dei<br />

servizi di sharing e noleggio<br />

breve. Nonostante i rigorosi<br />

protocolli di distanziamento<br />

e di sanificazione dei mezzi,<br />

fin quando il virus incuterà<br />

timore resterà infatti una<br />

Revisione della rete viaria per favorire<br />

mobilità dolce e sicurezza, TPL di qualità,<br />

smart working e Mobility Management<br />

misure efficaci da adottare per la “Fase 2”.<br />

forte diffidenza nei confronti<br />

dell’utilizzo di questi servizi di<br />

trasporto. Per contro il mezzo<br />

privato, meglio se utilizzato<br />

da soli, offrirà quel senso di<br />

sicurezza che consente di<br />

superare la paura.<br />

Risultato: nella cosiddetta<br />

“Fase 2” il traffico nelle nostre<br />

città vedrà, come già si sta<br />

verificando, molte autovetture<br />

private circolare nei centri<br />

urbani con una sola persona a<br />

bordo, con conseguenti criticità<br />

e situazioni di congestione del<br />

traffico nelle ore di punta.<br />

Quali sono o possono essere<br />

le contromisure da mettere in<br />

campo per contrastare e gestire<br />

al meglio questo scenario a<br />

cui stiamo andando incontro e<br />

che potrebbe compromettere<br />

seriamente la vivibilità e la<br />

sostenibilità delle nostre città,<br />

soprattutto dopo l’estate,<br />

quando riapriranno le scuole?<br />

Di seguito analizziamo<br />

alcuni dei possibili interventi<br />

da adottare in termini di<br />

“contenimento” della<br />

domanda di spostamento e di<br />

“adeguamento” del sistema<br />

e dei servizi dell’offerta di<br />

trasporto.<br />

GOVERNARE<br />

LA DOMANDA<br />

Le azioni per limitare e<br />

controllare la domanda<br />

sono sostanzialmente due,<br />

l’adozione massiccia dello<br />

smart working (o lavoro agile)<br />

e una migliore articolazione e<br />

flessibilità degli orari di lavoro<br />

e dei turni.<br />

luglio-agosto 2020 17


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

Spinti dall’emergenza le<br />

percentuali di lavoro in<br />

smart working sono risultate<br />

altissime, per alcune attività<br />

anche del 100%. Una volta che<br />

si toglieranno definitivamente<br />

tutti i divieti imposti nel<br />

lockdown e, soprattutto, che<br />

saranno meglio definite a<br />

livello normativo le modalità<br />

dello smart working, è<br />

presumibile che si verifichi<br />

un incremento del lavoro<br />

a distanza rispetto alla<br />

situazione pre-Covid-19.<br />

Ma quali potranno essere<br />

le effettive percentuali del<br />

lavoro “agile”? Alcune ipotesi<br />

Incidenti stradali / Montenapoleone / Corso Venezia, 3<br />

Incidente in corso Venezia: donna in bicicletta<br />

travolta da un'automobile sulla ciclabile<br />

È successo nella mattinata di martedì 26 maggio. Ferita lievemente una donna di 41 anni<br />

Redazione<br />

26 maggio 2020 16:41<br />

L'incidente (foto di Gianluca Boari/Fb)<br />

U<br />

na Citroen C3 sulla pista ciclabile e una donna di 41 anni al pronto<br />

soccorso del Policlinico. È il bilancio di un incidente avvenuto sul nuovo<br />

tracciato riservato alle bici in Corso Venezia nella mattinata di martedì 26<br />

maggio.<br />

Il sinistro è avvenuto intorno alle 11.10, come riportato dall'azienda regionale di<br />

emergenza urgenza. L'esatta dinamica è al vaglio della polizia locale, sul posto<br />

per i rilievi, ma l'automobile avrebbe invaso la pista ciclabile proprio mentre<br />

stava sopraggiungendo la 41enne in bicicletta.<br />

La donna, soccorsa da un'ambulanza, è stata trasportata in codice verde al<br />

Policlinico. Le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni.<br />

parlano, per quelle attività<br />

che consentono il lavoro a<br />

distanza, di valori fino al 75%<br />

della forza lavorativa. L’ipotesi<br />

più probabile è però che la<br />

percentuale di lavoro da casa<br />

possa essere adottata dal 50%<br />

dei lavoratori. Da evidenziare<br />

tuttavia che anche le persone<br />

che adotteranno questa forma<br />

di lavoro dovranno comunque<br />

effettuare dei rientri presso<br />

la sede di lavoro in misura da<br />

1 a 3 giorni settimanali (caso<br />

di settimana lavorativa di 5<br />

giorni).<br />

In definitiva, per coloro che<br />

adotteranno il lavoro agile, la<br />

I più letti di oggi<br />

Grave incidente nella notte:<br />

ciclista colpito e sbalzato per<br />

oltre 6 metri<br />

Incidente a Milano, schianto<br />

frontale tra un'auto e uno<br />

scooter in corso 22 Marzo: grave<br />

un uomo<br />

Incidente in via Bianconi a<br />

Milano: ragazzino in bici<br />

investito da un'auto<br />

Incidente in via Bazzi, mamma e<br />

figlia travolte da un pirata della<br />

strada: denunciato<br />

percentuale di riduzione degli<br />

spostamenti casa-lavoro si<br />

ridurrà dunque da un minimo<br />

del 20%, caso di un solo giorno<br />

di lavoro a casa, fino ad un<br />

massimo dell’80% in caso<br />

di un solo giorno di rientro<br />

presso la sede di lavoro.<br />

Valori comunque importanti<br />

per ridurre il numero di<br />

spostamenti sistematici legati<br />

alle attività lavorative.<br />

La maggiore flessibilità<br />

degli orari di lavoro<br />

aiuterebbe invece a ridurre<br />

i picchi di traffico e le<br />

congestioni conseguenti. Uno<br />

scaglionamento degli ingressi<br />

00.<strong>30</strong>, all’altezza del civico 151 di via del Corso: una 18enne a bordo di un<br />

La pista ciclabile procede verso Sesto<br />

monopattino in sharing ha investito un <strong>30</strong>enne. Nell’impatto, entrambi sono<br />

caduti: la ragazza, che era con alcuni amici, ha rifiutato il trasporto in<br />

Nel frattempo proseguono i lavori sul percorso ciclabile che nelle prossime<br />

L’incentivazione settimane collegherà Sesto San Giovanni della a piazza San mobilità Babila: gli operai hanno “dolce” richiede opportuni interventi # ospedale, mentre l’uomo è stato trasportato all’ospedale Santo Spirito<br />

infrastrutturali per la sicurezza degli utenti.<br />

lievemente ferito, con graffi e contusioni, dopo aver perso conoscenza per<br />

tracciato i primi 1.600 metri sui circa 6 chilometri totali.<br />

alcuni minuti.<br />

Argomenti:<br />

18<br />

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sicurezza: dietro la<br />

è mai stato così facile! dello Stato e il futuro del alla fiera del lavoro<br />

luglio-agosto 2020<br />

1<br />

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Roma, ragazza in<br />

monopattino<br />

investe pedone in<br />

via del Corso<br />

(Foto Welcome to Favelas - Massimiliano Zossolo)<br />

Il giovane, <strong>30</strong> anni, è rimasto lievemente ferito ed è stato portato in ospedale. Domenica scorsa un<br />

quindicenne aveva travolto una donna in piazza di Spagna<br />

di VALENTINA LUPIA<br />

ABBONATI A 13 giugno 2020<br />

!<br />

"<br />

%<br />

$<br />

Ancora un pedone investito da un monopattino. È accaduto nella notte, verso<br />

Sul posto, oltre al 118 e a delle pattuglie di carabinieri e polizia di Stato che si<br />

sono trovate a passare, sono intervenute pattuglie del Gruppo Prati della<br />

polizia locale di Roma Capitale, che stanno procedendo con accertamenti per<br />

stabilire eventuali responsabilità della giovane conducente. Testimoni, infatti,<br />

avrebbero visto sullo stesso monopattino due ragazze, cosa che, per<br />

regolamento, sarebbe vietata, dato che il mezzo può trasportare un solo<br />

passeggero. Sarebbe stata la giovane “aggrappata” dietro a gridare all’amica<br />

di rallentare, prima dello schianto. Ma, appunto, questo dettaglio sarà<br />

confermato o smentito solo in una fase d’approfondimento da parte della<br />

polizia locale.<br />

e delle uscite dalla sede di<br />

lavoro, prevedendo almeno<br />

2 o più fasce orarie, sarebbe<br />

auspicabile.<br />

Lo stesso dicasi per le<br />

organizzazioni che prevedono<br />

turni, ad es. mattino,<br />

pomeriggio e notte. Anche<br />

in questo caso si potrebbe<br />

prevedere una articolazione<br />

dei turni più flessibile e<br />

addirittura “ritagliata”<br />

sulle diverse persone che si<br />

alternano al lavoro.<br />

ORGANIZZARE<br />

L’OFFERTA<br />

In termini di offerta occorre<br />

dare in primo luogo una<br />

risposta di mobilità alle<br />

importanti perdite di quote<br />

di domanda del trasporto<br />

collettivo. Finché prevarrà<br />

la “paura” non sarà facile<br />

tornare a viaggiare insieme<br />

su autobus e metro, magari a<br />

stretto contatto con gli altri.<br />

In quest’ottica si è pensato<br />

di migliorare l’offerta di<br />

mobilità dolce, o “muscolare”<br />

come qualcuno preferisce, e la<br />

micro-mobilità elettrica: tutte<br />

forme di mobilità individuale.<br />

Tante amministrazioni<br />

hanno infatti accelerato<br />

la realizzazione di piste e<br />

itinerari ciclopedonali.<br />

Incentivi economici sono<br />

inoltre previsti per l’acquisto<br />

di biciclette, anche a pedalata<br />

assistita, e monopattini<br />

elettrici. In queste iniziative<br />

sono però riscontrabili molte<br />

criticità:<br />

• i nuovi itinerari pedonali<br />

sono spesso provvisori e in<br />

! " # $ promiscuo con il traffico<br />

veicolare;<br />

informazione pubblicitaria<br />

Newsletter<br />

• la realizzazione<br />

dell’itinerario ciclopedonale<br />

avviene spesso<br />

utilizzando parte della<br />

corsia più a destra, con<br />

riduzione della sezione<br />

stradale destinata ai veicoli<br />

motorizzati;<br />

• il possibile utilizzo per<br />

le biciclette e gli scooter<br />

elettrici, in promiscuo, delle<br />

corsie riservate al trasporto<br />

collettivo;


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

• la realizzazione di una<br />

“casa avanzata”, riservata<br />

alle biciclette, davanti<br />

alla linea di arresto dei<br />

veicoli motorizzati,<br />

in corrispondenza dei<br />

semafori.<br />

Le criticità sono in termini<br />

di sicurezza, per la maggiore<br />

esposizione al rischio della<br />

mobilità dolce e della micromobilità<br />

elettrica, con un<br />

maggiore rischio di incidente<br />

in rapporto da 1 a 50 circa.<br />

A tal proposito sono<br />

da evidenziare i due<br />

emendamenti presentati da<br />

ACI all’art. 229 del decreto<br />

“Rilancio” che richiedono<br />

l’istituzione di corsie ad uso<br />

esclusivo dei velocipedi, in<br />

sostituzione delle corsie<br />

ciclopedonali “promiscue”,<br />

e l’abolizione della “casa<br />

avanzata” ai semafori<br />

(vedere anche i box allegati).<br />

L’altro controsenso è che in<br />

una situazione di incremento<br />

del traffico veicolare, dovuta<br />

ad un maggior ricorso al<br />

mezzo privato, si proceda<br />

ad una riduzione della<br />

capacità di deflusso delle<br />

strade e delle intersezioni,<br />

con il rischio in definitiva di<br />

ottenere più incidenti e più<br />

congestione.<br />

Poco si parla invece di<br />

classificare la rete viaria<br />

urbana in due categorie,<br />

una da destinare ai veicoli<br />

motorizzati e un’altra alla<br />

mobilità dolce e alla micromobilità.<br />

Così facendo i<br />

veicoli motorizzati avrebbero<br />

un deflusso più sicuro e<br />

fluido, mentre le utenze<br />

vulnerabili (pedoni, ciclisti<br />

e micro-mobilità elettrica)<br />

avrebbero a disposizione<br />

tutta il resto della viabilità<br />

organizzata a “Zona <strong>30</strong>”, in<br />

cui avrebbero la precedenza.<br />

Assai notevoli sarebbero<br />

in questo caso i benefici<br />

per l’intera vivibilità della<br />

città (vedi anche l’articolo<br />

“Isole funzionali a misura<br />

d’uomo e di traffico urbano”<br />

pubblicato su Onda Verde n.<br />

26 a pag. 6).<br />

Infine, relativamente al<br />

trasporto collettivo, le<br />

Grazie alle moderne tecnologie ipotizzabile l’introduzione di efficaci sistemi di prenotazione per i mezzi del TPL.<br />

azioni sono tutte rivolte ad<br />

assicurare il distanziamento<br />

interpersonale e la<br />

sanificazione, con il<br />

risultato di ridurre in modo<br />

drammatico la capacità di<br />

offerta: riduzioni nel numero<br />

di passeggeri trasportati fino<br />

al <strong>30</strong>% della capacità!<br />

Non si parla, invece, quasi<br />

mai di approfittare di questo<br />

momento eccezionale per<br />

“riconcepire” il trasporto<br />

collettivo, migliorandone<br />

gli standard di qualità e<br />

affidabilità.<br />

In particolare potrebbe<br />

essere introdotta la<br />

prenotazione obbligatoria<br />

della corsa in ambito urbano<br />

e del posto in ambito<br />

extraurbano, trasformando<br />

l’intero servizio a domanda,<br />

il che consentirebbe di<br />

gestire al meglio l’attuale<br />

fase emergenziale che<br />

impone un distanziamento<br />

interpersonale.<br />

La tecnologia già oggi è in<br />

grado di fornire soluzioni in<br />

questa direzione efficienti e<br />

a basso costo. In una prima<br />

fase di implementazione<br />

del sistema, ad esempio,<br />

si potrebbe imporre il<br />

vincolo di prenotazione 24<br />

ore prima, per poi ridurre<br />

successivamente i tempi fino<br />

a poche ore o minuti prima di<br />

quando si intende effettuare<br />

lo spostamento.<br />

IL RUOLO CHIAVE<br />

DEL MOBILITY MANAGER<br />

Quelli fin qui individuati<br />

e descritti sono senza<br />

dubbio problemi complessi<br />

e che come tali richiedono<br />

per giungere a soluzioni<br />

concrete un approccio<br />

multidisciplinare. In questo<br />

contesto andrebbe quindi<br />

rivalutato e riconsiderato,<br />

anche in termini di risorse<br />

a disposizione, il ruolo<br />

dei Mobility Manager, sia<br />

quelli di “area” per la loro<br />

visione complessiva del<br />

fenomeno della mobilità<br />

di una città o di un bacino<br />

di traffico, sia quelli<br />

“aziendali” e/o “scolastici”<br />

per la loro conoscenza delle<br />

peculiarità e delle esigenze<br />

delle organizzazioni di<br />

riferimento.<br />

La loro attività risulta<br />

infatti assolutamente<br />

preziosa per razionalizzare<br />

al meglio i tempi e gli spazi<br />

delle città, mediante una<br />

continua analisi qualitativa e<br />

quantitativa della domanda<br />

di mobilità nel breve e nel<br />

lungo periodo, alla luce<br />

delle limitazioni sanitarie<br />

e dei cambiamenti in atto<br />

nei settori del lavoro, della<br />

scuola, dei servizi e delle<br />

attività turistiche, ludiche e<br />

ricreative.<br />

Un ruolo fondamentale per<br />

promuovere una riduzione<br />

dell’utilizzo del mezzo di<br />

trasporto privato individuale<br />

nei percorsi casa-lavoro e/o<br />

casa-scuola e per favorire<br />

una maggiore diffusione<br />

di soluzioni ottimali di<br />

mobilità sostenibile.<br />

Obiettivi auspicati dallo<br />

stesso art. 229 del decreto<br />

“Rilancio”, che impone<br />

l’obbligo di dotarsi di un<br />

Mobility Manager a tutte le<br />

imprese e le amministrazioni<br />

pubbliche che presentano<br />

singole unità locali con oltre<br />

100 dipendenti, ubicate in<br />

città con una popolazione<br />

superiore a 50.000 abitanti.<br />

luglio-agosto 2020 19


Mobilità urbana<br />

COVID-19<br />

AC 2500<br />

"Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e<br />

all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19"<br />

Emendamento<br />

Articolo 229<br />

a) Al comma 3, il numero 1) della lett. a) è soppresso;<br />

b) Al comma 3, la lett. b) è soppressa<br />

Relazione<br />

Si ritiene che l’introduzione della “casa avanzata” sia poco utile ai fini del miglioramento della mobilità dolce che potrebbe invece essere assicurato<br />

con la realizzazione di piste ciclabili o l’istituzione di Zone <strong>30</strong>.<br />

Quando “scatta” il verde al semaforo, le biciclette sono i veicoli più lenti a ripartire; quindi, per motivi di sicurezza, dovrebbero essere gli ultimi a muoversi.<br />

Con la “casa avanzata”, invece, rallentano il deflusso dei veicoli retrostanti, all’inizio del tempo di verde semaforico. Inoltre i velocipedi posti al centro<br />

e sulla sinistra della carreggiata devono compiere una manovra che li riporti sulla destra della carreggiata dove è situata la loro corsia di marcia,<br />

di fatto tagliando la traiettoria dei veicoli a motore che sopraggiungono da dietro. Questa criticità è peraltro accentuata in caso di ripartenza in salita,<br />

dove il velocipede ha ancora più difficoltà a rimettersi in moto.<br />

La “casa avanzata” così come proposta dall’art. 229 impone peraltro anche tutta una serie di interventi sulla segnaletica orizzontale e verticale, non<br />

sempre di facile ed economica realizzazione, e impone ai Comuni l’onere di effettuare valutazioni sull’opportunità di introdurre tale soluzione, creando<br />

di fatto i presupposti di interpretazioni soggettive, senza un corretto e oggettivo riscontro tecnico-normativo, e scaricando su di essi ogni responsabilità<br />

in relazione alle scelte effettuate.<br />

Pur comprendendo lo scopo principale della “casa avanzata”, ossia quello di permettere ai conducenti di velocipedi di attendere il verde semaforico in<br />

posizione più visibile agli altri veicoli e, nel caso, poter svoltare per primi, si evidenziano di seguito le criticità che tendono a sconsigliare l’uso della stessa.<br />

I rischi della istituzione della “casa avanzata” potrebbero consistere in una diminuzione della capacità della intersezione semaforica con conseguenti<br />

ripercussioni sul traffico motorizzato, sulla fluidità della circolazione, ivi compresa quella riferita ai mezzi adibiti al trasporto pubblico, nonché in<br />

un effetto start per i veicoli che attendono il verde semaforico e che potrebbero tamponare i velocipedi posizionati nella “casa avanzata”. Tale problema<br />

potrebbe invece essere superato istituendo un semaforo dedicato ai velocipedi che faccia scattare la fase verde prima di quella destinata agli<br />

altri veicoli, con diminuzione della capacità della intersezione semaforica.<br />

Infine dovrebbero essere valutati gli spazi disponibili in relazione alla sezione stradale, considerato che è necessario predisporre un corsia riservata<br />

per l’accesso alla “casa avanzata”, la cui larghezza non è indicata; in assenza di tale indicazione si dovrebbe far riferimento a quanto indicato nel DM<br />

557/1999 inerente la progettazione della piste ciclabili che fissa ad 1 metro la larghezza minima per brevi tratti.<br />

Si osserva in ultimo che ai sensi dell’articolo 168, comma 8, del DPR 495/1992, i pali di sostegno delle lanterne semaforiche devono essere installati<br />

al di là della linea di arresto, nel verso di marcia, ad una distanza tale da consentire la visibilità delle segnalazioni al primo conducente fermo<br />

in corrispondenza della linea di arresto. L’istituzione della “casa avanzata” potrebbe quindi determinare una difficoltà di percezione della lanterna<br />

semaforica che, in presenza della “casa”, non sarebbe più collocata in corrispondenza della linea di arresto ma ad almeno 3 metri (lunghezza di<br />

un velocipede ai sensi del Codice della Strada).<br />

La scelta di istituire la “casa avanzata” deve essere quindi ben ponderata in relazione alle caratteristiche che contraddistinguono la strada in termini<br />

di flussi, di velocità prevalente, di composizione del traffico, di geometria e organizzazione della intersezione, nonché in relazione alla illuminazione<br />

stradale. L’iniziativa di istituire o meno la “casa avanzata” dovrebbe essere lasciata ai Comuni che possono richiedere l’autorizzazione al Ministero<br />

delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tale modalità consentirebbe di individuare se e in quali contesti sia possibile istituirla.<br />

20<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

AC 2500<br />

"Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e<br />

all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19"<br />

Emendamento<br />

Articolo 229<br />

1) Al comma 3, il numero 2) della lett. a) è sostituito dal seguente:<br />

“dopo il numero 12) è inserito il seguente: «12-bis): Corsia ciclabile: corsia in ambito urbano facente parte della carreggiata posta, di norma,<br />

sul lato destro della stessa, adibita alla circolazione esclusiva dei velocipedi, fatto salvo l’utilizzo per la manovra di sosta;”<br />

Relazione<br />

Il comma 12-bis introduce una nuova fattispecie di corsia, denominata “corsia ciclabile”, diversa dalla pista ciclabile.<br />

La corsia ciclabile fa parte della carreggiata, è delimitata da una striscia bianca discontinua e quindi risulta valicabile da parte di tutti veicoli; è inoltre<br />

ad uso promiscuo e pertanto utilizzabile da tutti quei veicoli che hanno una dimensione (larghezza o ingombro) tale da rientrare nella delimitazione<br />

della corsia (tipicamente i veicoli a due ruote).<br />

Dal punto di vista della segnaletica la corsia è contraddistinta dal simbolo del “velocipede” che in concreto è quello della pista ciclabile (fig. II 442/b).<br />

Le piste ciclabili, invece, sono esterne alla carreggiata e, qualora non protette da elementi in elevazione sulla pavimentazione (ad es. cordoli, fioriere,<br />

etc.), sono separate dalle corsie di marcia mediante due strisce continue affiancate, una bianca di 12 cm di larghezza e una gialla di <strong>30</strong> cm distanziate<br />

tra loro di 12 cm).<br />

La soluzione indicata dall’art. 229 non assicura adeguati elevati livelli di sicurezza in quanto non consente la visibilità dei velocipedi da parte dei<br />

mezzi pesanti (autobus, autotreni e autoarticolati) in transito sulla parallela corsia di marcia.<br />

Per i predetti mezzi, anche in considerazione dell’altezza del posto di guida, risulta infatti difficile vedere i velocipedi in transito sulla corsia parallela<br />

poiché ricadenti nel cosiddetto “angolo cieco” sul lato destro (il problema peraltro esiste anche per il lato sinistro). Anche per questo motivo i<br />

veicoli industriali di nuova generazione sono dotati di telecamere e sensori che permettono al conducente la visione di quello che accade ai lati del<br />

mezzo o che segnalano acusticamente e visivamente la vicinanza ad un ostacolo. Queste “nuove” tecnologie per la sicurezza, tuttavia, riguardano ad<br />

oggi solo pochi mezzi pesanti. Il dispositivo per l’angolo cieco peraltro non è obbligatorio sui veicoli di nuova immatricolazione e, solo a partire dal<br />

novembre 2015, sono obbligatori, sui nuovi veicoli, alcuni devices (sistema di frenata automatica di emergenza e sistema di mantenimento della corsia).<br />

Da non sottovalutare inoltre il fatto che la vetustà di questi mezzi (età media) è superiore ai 14 anni, con punte che arrivano ai 23 anni e oltre.<br />

Ai fini della sicurezza si ritiene pertanto che la corsia ciclabile, ancorché valicabile, ad esempio per accedere a passi carrabili o a stalli di sosta, debba<br />

essere ad uso esclusivo dei velocipedi.<br />

La modifica che si propone vuole quindi evitare l’uso promiscuo della stessa e consentirne l’utilizzo da parte di altri veicoli solo per l’esecuzione della<br />

manovra di sosta, ovvero per accedere a stalli di sosta ubicati lungo la corsia ciclabile, e per l’accesso ai passi carrabili, in virtù dell’uso di strisce discontinue<br />

valicabili in luogo di quelle continue notoriamente invalicabili.<br />

La proposta di emendamento implica, infine, una diversa formulazione in termini di segnaletica e differenti specifiche di realizzazione della corsia<br />

ciclabile la cui disciplina troverebbe adeguata collocazione nel regolamento esecutivo del Codice della Strada.<br />

luglio-agosto 2020 21


Trasporto collettivo<br />

COVID-19<br />

PROBLEMATICHE E CRITICITA' POST-LOCKDOWN NEL TRASPORTO PASSEGGERI<br />

C’era una volta<br />

la lunga percorrenza<br />

di Paolo Beria (Professore associato in Economia Applicata presso il DAStU e direttore laboratorio di ricerca TRASPOL, Politecnico di Milano)<br />

La “fase 2” dell’epidemia<br />

di Covid-19 ha riacceso<br />

i riflettori sui trasporti, in<br />

particolare su quelli locali<br />

chiamati a sostenere la ripresa<br />

delle attività (in effetti mai<br />

davvero sospese) garantendo<br />

regole di distanziamento<br />

prima impensabili. Regole<br />

simili, anzi più restrittive,<br />

sono richieste anche al<br />

trasporto a lunga percorrenza,<br />

che dovrà fronteggiare pure un<br />

secondo problema, altrettanto<br />

grave: la mancanza di ricavi.<br />

Cercheremo qui di chiarire le<br />

differenze tra i due settori,<br />

mostrando che il problema<br />

del trasporto pubblico<br />

locale è essenzialmente<br />

organizzativo, mentre nella<br />

lunga percorrenza, quasi<br />

Sfide diverse nel post-lockdown per TPL<br />

e trasporto a lungo raggio: per il primo,<br />

sussidiato, il problema è organizzativo,<br />

nel lungo raggio a rischio molte aziende.<br />

interamente a mercato, è<br />

in gioco semplicemente<br />

la sopravvivenza di molte<br />

aziende.<br />

I PROBLEMI<br />

DEL TRASPORTO LOCALE<br />

Durante il lockdown le<br />

aziende di trasporto pubblico<br />

locale (TPL) e i treni regionali<br />

hanno continuato a operare,<br />

con frequenze ridotte e una<br />

frazione dei passeggeri usuali.<br />

Conseguenze: ricavi azzerati<br />

e costi quasi immutati. Tutto<br />

il trasporto pubblico locale,<br />

però, è basato su una duplice<br />

fonte di ricavi: biglietti e<br />

contributi. Il rapporto tra i<br />

due è variabile tra azienda<br />

e azienda, sebbene per tutti<br />

dovrebbe essere almeno pari<br />

al 35% di ricavi e al 65% di<br />

contributo dagli enti locali,<br />

spesso su fondi nazionali.<br />

Se durante l’epidemia i<br />

costi sono scesi – poniamo<br />

– del 10%, i ricavi si sono<br />

quasi azzerati, creando<br />

una situazione di buco non<br />

indifferente. Uno schema<br />

simile continuerà anche nella<br />

“fase 2”, ma con costi più<br />

alti e qualche ricavo in più.<br />

Si tratta di molti soldi, ma,<br />

almeno, alle aziende sono già<br />

stati garantiti con il decreto<br />

Rilancio 500 milioni di euro<br />

a compensazione dei danni e<br />

come anticipo dei contributi.<br />

Il problema delle aziende<br />

TPL nella “fase 2” è dunque<br />

essenzialmente organizzativo<br />

(garantire il distanziamento) e<br />

normativo (non finire nei guai<br />

perché non si è garantito il<br />

distanziamento).<br />

Cosa accadrà nella “fase 3”,<br />

quando cioè non vi sarà più<br />

necessità di distanziamento e<br />

la capacità tornerà a regime?<br />

22<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Trasporto Mobilità collettivo urbana<br />

Chiaramente non è facile<br />

prevederlo, ma è probabile<br />

che si cronicizzi un calo<br />

della domanda per effetto di<br />

residua paura e soprattutto<br />

della crisi economica, e pure<br />

per un maggior utilizzo dello<br />

smart working e, forse, anche<br />

di cambiamenti di residenza<br />

delle persone. L’ordine di<br />

grandezza potrebbe essere di<br />

un calo strutturale del 10-20%.<br />

Potrebbe sembrare un<br />

problema, ma è probabile che<br />

non sia così. Molte aziende<br />

TPL, quelle delle città più<br />

piccole, trasportano quasi<br />

esclusivamente categorie<br />

deboli: anziani, minorenni<br />

e la frazione di popolazione<br />

più povera o svantaggiata<br />

che non dispone di un’auto.<br />

Queste categorie non<br />

cambieranno molto la loro<br />

mobilità: continueranno a<br />

prendere l’autobus. Le aziende<br />

perderanno una frazione<br />

piccola di quella parte già<br />

piccola (dovrebbe essere il 35%,<br />

ma spesso è meno) coperta<br />

dai biglietti. Nelle città più<br />

grandi il calo potrebbe essere<br />

quello prospettato, ma stiamo<br />

comunque parlando di non<br />

più di un -5% o -10% di ricavi.<br />

Molti milioni, che qualcuno<br />

certamente dovrà coprire,<br />

ma che non sconvolgono gli<br />

equilibri.<br />

C’è però un altro fattore:<br />

spesso, nelle grandi città,<br />

il sistema TPL era già sotto<br />

pressione prima della crisi<br />

per eccesso di domanda. Un<br />

calo dei passeggeri e una loro<br />

redistribuzione nella giornata,<br />

se qualcuno garantisce i<br />

ricavi mancanti, potrebbe<br />

essere un beneficio per alcune<br />

realtà, che potranno ridurre<br />

straordinari, manutenzioni<br />

di emergenza, rotture dei<br />

mezzi per sovra-utilizzo,<br />

manutenzioni durante<br />

l’esercizio e via dicendo.<br />

LA LUNGA PERCORRENZA<br />

(A MERCATO)<br />

La lunga percorrenza, cioè<br />

aerei, autobus e buona<br />

parte dei treni nazionali,<br />

si preparano invece – in<br />

un discreto silenzio delle<br />

istituzioni – a una tempesta<br />

perfetta. Non stiamo parlando<br />

di perdite. Stiamo parlando<br />

di scomparsa delle aziende<br />

e soprattutto della rete per<br />

effetto del solo periodo<br />

transitorio della “fase 2”, di<br />

cui nessuno sembra essersi<br />

occupato.<br />

Vediamo quali sono gli<br />

ingredienti del probabile<br />

disastro:<br />

• la lunga percorrenza ha<br />

ricavi al 100% da mercato;<br />

• la crisi economica causerà<br />

importanti cali della<br />

domanda, certamente<br />

superiori a quel 10-20%<br />

prospettato per il TPL;<br />

• le frontiere rimarranno<br />

chiuse, almeno<br />

parzialmente, per un bel<br />

po’: dunque meno viaggi<br />

d’affari e meno turismo;<br />

• abbiamo imparato a fare le<br />

teleconferenze.<br />

A questi fattori “ovvii” se ne<br />

devono aggiungere due, meno<br />

intuitivi. Finché permangono<br />

gli standard di distanziamento<br />

attuali (diciamo massimo 50%<br />

di load factor) nessun servizio<br />

di lunga percorrenza (a parte il<br />

Milano-Roma naturalmente)<br />

può andare a breakeven: se i<br />

costi sono gli stessi, i ricavi<br />

unitari dovrebbero quasi<br />

raddoppiare (a meno del<br />

margine). Ma se raddoppiano<br />

i prezzi medi dei biglietti,<br />

molta meno gente viaggerà e<br />

dunque difficilmente vi sarà<br />

equilibrio.<br />

A ciò si aggiunge il<br />

problema, drammatico, della<br />

sovraccapacità, che rimarrà<br />

anche dopo: tutte le aziende<br />

della lunga percorrenza negli<br />

ultimi anni hanno investito<br />

in materiale rotabile perché<br />

la domanda stava crescendo<br />

enormemente. Quasi tutti i<br />

bus sono nuovi, con una rete<br />

molto più estesa di quella<br />

storica. Trenitalia e Italo<br />

hanno quasi raddoppiato<br />

la flotta alta velocità. In<br />

aviazione gli aerei nuovi od<br />

ordinati sono migliaia in<br />

Europa. Tutta questa capacità<br />

ridurrà i margini, ma non i<br />

costi, provocando ulteriore<br />

instabilità.<br />

Cosa dobbiamo aspettarci<br />

quindi? Molte aziende<br />

scompariranno (aerolinee<br />

e autolinee, ma anche il<br />

business alta velocità sarà<br />

a rischio) e quelle superstiti<br />

avranno costi maggiori. La<br />

scomparsa non dipenderà<br />

dalla loro efficienza, ma da<br />

quanto verranno protette o<br />

garantite. La concorrenza<br />

si ridurrà, ma i prezzi non<br />

potranno crescere all’infinito,<br />

perché i passeggeri non<br />

hanno la disponibilità a<br />

pagare di prima e perché c’è<br />

sovraccapacità.<br />

L’unica cosa che possono<br />

fare le aziende superstiti<br />

sarà tagliare la rete,<br />

concentrandosi su poche rotte<br />

certamente remunerative<br />

alle nuove condizioni. Cioè<br />

esattamente quello che erano i<br />

mercati negli anni Novanta.<br />

In conclusione, il problema<br />

delle aziende TPL è enorme,<br />

ma di tipo organizzativo. Un<br />

calo strutturale della domanda<br />

nelle città potrebbe essere un<br />

problema per le municipalità<br />

(se tanti passano all’auto),<br />

per le amministrazioni e lo<br />

stato centrale (che saranno<br />

chiamati ad aumentare i<br />

contributi o i biglietti), ma non<br />

per le aziende.<br />

Per il segmento di lunga<br />

percorrenza a mercato,<br />

invece, una diminuzione della<br />

domanda, anche piccola, è in<br />

grado di cancellare in breve<br />

tempo non solo molte aziende<br />

(il che potrebbe essere anche<br />

considerato fisiologico), ma<br />

soprattutto le condizioni di<br />

concorrenza e di estensione<br />

della rete a cui stiamo stati<br />

abituati nell’ultimo decennio.<br />

Quindi non si tratta di<br />

chiedere aiuti per superare la<br />

“fase 2”, ma di immaginare un<br />

assetto stabile (e non è affatto<br />

probabile che vi sia) nella<br />

“fase 3” di cronicizzazione.<br />

Quel che è certo è che potremo<br />

viaggiare molto, molto meno.<br />

Nel segmento lunga percorrenza il calo della domanda rischia di compromettere la sopravvivenza di molte aziende.<br />

Articolo pubblicato il 29 maggio<br />

2020 su www.lavoce.info<br />

luglio-agosto 2020 23


Ambiente<br />

COVID-19<br />

STUDIO ICOS SULLE EMISSIONI URBANE DI CO2 DURANTE IL LOCKDOWN<br />

Traffico e commercio<br />

sorgenti urbane di CO2<br />

di Paolo Benevolo<br />

Emissioni di anidride<br />

carbonica (CO2) ridotte<br />

da un minimo dell’8% fino a<br />

un massimo del 75% in sette<br />

città europee caratterizzate,<br />

prima dell’emergenza<br />

Covid-19, da un’alta densità<br />

di attività commerciali e da<br />

un traffico veicolare molto<br />

intenso.<br />

È questo uno degli effetti<br />

ambientali del lockdown<br />

imposto, seppure con<br />

modalità e tempi diversi,<br />

in quasi tutte le aree<br />

urbane presenti in Europa<br />

per arginare il rischio<br />

epidemiologico.<br />

I dati delle sette città<br />

campione (Basilea in<br />

Svizzera, Berlino in<br />

Germania, Firenze e<br />

Pesaro in Italia, Helsinki<br />

in Finlandia, Heraklion in<br />

Grecia e Londra nel Regno<br />

Unito) sono stati raccolti e<br />

analizzati nel recente studio<br />

“Clear evidence of reduction<br />

in urban CO2 emissions<br />

as a result of COVID-19<br />

lockdown across Europe”,<br />

promosso dall’Ecosystem<br />

Thematic Centre (ETC)<br />

dell’infrastruttura<br />

europea ICOS (Integrated<br />

Carbon Observation<br />

System), centro di ricerca<br />

internazionale coordinato<br />

dalla Fondazione CMCC<br />

(Centro Euro-Mediterraneo<br />

sui Cambiamenti Climatici)<br />

e dall’Università della Tuscia<br />

responsabile della raccolta,<br />

del controllo di qualità e<br />

dell’elaborazione dei dati<br />

nel contesto dell’ICOS<br />

Ecosystem Network, che si<br />

avvale di oltre 80 stazioni di<br />

monitoraggio in Europa.<br />

Lo studio scientifico,<br />

In sette città europee rilevato un evidente abbattimento<br />

delle emissioni di anidride carbonica a seguito del lockdown,<br />

con riduzioni da un minimo dell’8% a un massimo del 75%.<br />

attualmente in fase di<br />

revisione da parte di esperti<br />

indipendenti, ha rilevato in<br />

tutte le sette città europee<br />

prese in esame un’evidente<br />

connessione tra le restrizioni<br />

imposte alla mobilità e al<br />

commercio e la riduzione<br />

delle emissioni di gas ad<br />

affetto serra, con entità<br />

rapportate alle caratteristiche<br />

delle aree campionate e alla<br />

rigidità delle restrizioni<br />

messe in atto a livello locale.<br />

Le restrizioni relative al<br />

Covid-19 hanno infatti<br />

fortemente limitato in quasi<br />

tutto il continente europeo<br />

la mobilità individuale,<br />

costringendo molti cittadini a<br />

lavorare e condurre le attività<br />

quotidiane all’interno delle<br />

proprie abitazioni. Queste<br />

limitazioni hanno fortemente<br />

ridotto tanto il normale<br />

traffico stradale quanto le<br />

abituali attività economiche,<br />

in particolare nelle città e<br />

nelle aree urbane ad alta<br />

densità abitativa, abbattendo<br />

di conseguenza le emissioni<br />

di anidride carbonica (CO2) in<br />

atmosfera indotte dall’uomo.<br />

Una riduzione, sottolinea lo<br />

studio, che sebbene “non sia<br />

abbastanza forte da essere<br />

visibile a livello globale<br />

nell’atmosfera, è invece<br />

osservabile su scala locale”.<br />

Per raggiungere questo<br />

risultato le osservazioni<br />

sono state condotte proprio<br />

a livello locale, in ogni<br />

singolo centro urbano,<br />

utilizzando una tecnica<br />

ormai consolidata nel mondo<br />

scientifico definita “eddy<br />

covariance”, in cui lo scambio<br />

di anidride carbonica tra<br />

l’atmosfera e un particolare<br />

ecosistema viene misurato<br />

mediante apparecchiature<br />

installate in torri che<br />

sovrastano l’area interessata<br />

e la sua vegetazione. Una<br />

metodologia di raccolta dei<br />

dati che consente di rilevare<br />

i cambiamenti che avvengo<br />

nelle emissioni quasi in<br />

tempo reale (guarda il video).<br />

24<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Ambiente<br />

IMPATTO AMBIENTALE<br />

DEL LOCKDOWN<br />

“Le riduzioni registrate<br />

dallo studio vanno dall’8% di<br />

Berlino, in Germania, area<br />

urbana ricca di vegetazione,<br />

fino al 75% nel centro della<br />

città di Heraklion, in Grecia”,<br />

ha spiegato il professor Dario<br />

Papale, direttore dell’ICOS<br />

Ecosistemi Thematic Centre e<br />

responsabile scientifico per le<br />

attività ICOS alla Fondazione<br />

CMCC, dove lavora nell’ambito<br />

della divisione dedicata<br />

allo studio degli impatti<br />

dei cambiamenti climatici<br />

sull’agricoltura, sulle foreste e<br />

sui servizi ecosistemici.<br />

In tutte le sette città<br />

campione prese in esame si<br />

è infatti rilevata una chiara<br />

connessione temporale tra<br />

le restrizioni imposte e la<br />

riduzione delle emissioni,<br />

ma la loro entità si è<br />

dimostrata piuttosto variabile,<br />

dipendendo in larga misura<br />

dallo specifico assetto<br />

dell’area analizzata e dai<br />

tempi e dalle modalità con cui<br />

le misure di lockdown sono<br />

state programmate.<br />

Particolarmente rilevante,<br />

in quanto contesto, anche la<br />

presenza di parchi e ampie<br />

aree verdi all’interno o nei<br />

dintorni delle città, che<br />

come emerge dai risultati<br />

dello studio ha contribuito a<br />

mantenere stabili le emissioni<br />

di gas serra, controbilanciando<br />

gli effetti ambientali del<br />

lockdown.<br />

Non a caso la “torre” di<br />

monitoraggio nella città greca<br />

di Heraklion ha registrato<br />

i livelli più consistenti di<br />

abbattimento delle emissioni<br />

urbane di CO2, trovandosi<br />

in una zona caratterizzata<br />

da fitte attività commerciali<br />

e intenso traffico stradale,<br />

entrambi soggetti a blocco<br />

totale nel periodo più difficile<br />

della pandemia.<br />

Nella città di Pesaro, invece,<br />

lo stop quasi completo del<br />

traffico ha ridotto le emissioni<br />

di CO2 fino a un terzo. Mentre<br />

in altre città, come Firenze,<br />

Basilea e Helsinki, la riduzione<br />

delle emissioni derivata da<br />

una diminuzione del traffico<br />

veicolare e delle attività<br />

economiche è stata in parte<br />

controbilanciata dall’aumento<br />

del riscaldamento domestico e<br />

del metabolismo umano.<br />

La differente distribuzione<br />

del traffico all’interno della<br />

città, inoltre, ha permesso<br />

ai ricercatori di identificare<br />

in alcuni casi anche le zone<br />

rmatica S.p.A. - COMUNICATO STAMPA | CO2 e Covid…a riduzione di emissioni nelle aree urbane a seguito del lockdown<br />

Misure di blocco ed emissioni di CO2: emissioni giornaliere medie dal 5 febbraio al 6 maggio 2020 (area rossa)<br />

ura 1. Emissioni giornaliere medie dal 5 febbraio al 6 maggio 2020 (area rossa) e media degli anni<br />

e media degli anni precedenti nello stesso periodo (area grigia). Le barre orizzontali arancione scuro indicano<br />

cedenti nello stesso periodo (area grigia). Le barre orizzontali arancione scuro indicano i periodi di blocco<br />

i periodi di blocco ufficiale, mentre le barre arancione chiaro indicano periodi di blocco parziale o restrizioni<br />

ciale, mentre le barre arancione chiaro indicano periodi di blocco parziale o restrizioni generali (ad es.<br />

generali (ad es. scuole chiuse, riduzioni dei contatti personali, vincoli di mobilità).<br />

uole chiuse, riduzioni dei contatti personali, vincoli di mobilità).<br />

o i quartieri normalmente<br />

più esposti alle emissioni di<br />

CO2 a causa di consistenti<br />

flussi veicolari, laddove in<br />

fase di lockdown le riduzioni<br />

registrate sono state<br />

maggiori.<br />

Traffico e settore commerciale<br />

risultano causa della gran<br />

parte delle emissioni di CO2<br />

anche nel caso di Londra, che<br />

tuttavia differisce da Helsinki<br />

e Firenze per il suo contributo<br />

residenziale: la popolazione<br />

del centro di Londra infatti<br />

può aumentare di 10 volte<br />

nei giorni feriali a causa<br />

dell’afflusso dei pendolari,<br />

che per via dell’emergenza<br />

Covid-19 è stato fortemente<br />

ridotto.<br />

A Berlino, infine, la moderata<br />

riduzione del traffico è<br />

stata controbilanciata dalle<br />

emissioni 19/05/20, 16*20 domestiche e<br />

dalla presenza di parchi e<br />

vegetazione, portando a<br />

una minore riduzione delle<br />

emissioni.<br />

Va comunque sottolineato,<br />

come rileva lo studio, che In<br />

alcuni casi (Firenze, Londra<br />

e Heraklion) le emissioni<br />

hanno iniziato a diminuire<br />

anche qualche tempo prima<br />

dell’attuazione ufficiale dei<br />

provvedimenti di lockdown,<br />

quando molti cittadini<br />

con profondo senso di<br />

responsabilità hanno risposto<br />

alle raccomandazioni di<br />

ridurre il più possibile i viaggi<br />

e lavorare quando possibile<br />

da casa .<br />

“Questo studio”, ha quindi<br />

concluso Dario Papale,<br />

“è un ottimo esempio di<br />

collaborazione tra scienziati<br />

di diversi Paesi, supportato<br />

dalle autorità locali che ci<br />

consentono di raccogliere<br />

queste misurazioni, molto<br />

importanti per monitorare<br />

l’andamento delle emissioni<br />

nelle prossime settimane e<br />

mesi, quando le auto private<br />

saranno probabilmente<br />

preferite ai trasporti pubblici<br />

per evitare gli affollamenti.<br />

Ciò che potrebbe causare<br />

una rapida crescita delle<br />

emissioni, che potrebbe<br />

persino superare quelle del<br />

periodo di pre-blocco”.<br />

luglio-agosto 2020 25<br />

alcuni casi (Firenze, Londra e Heraklion) le emissioni hanno iniziato a diminuire anche qualche<br />

po prima dell’attuazione del blocco ufficiale, quando le persone hanno risposto alle


Ambiente<br />

COVID-19<br />

STUDIO RSE SU CONCENTRAZIONI DI NO2 E BLOCCO DEL TRAFFICO A MILANO E IN LOMBARDIA<br />

La quarantena lombarda<br />

migliora l’aria in città<br />

di Paolo Agostino<br />

Un consistente<br />

abbattimento delle<br />

concentrazioni in atmosfera<br />

di sostanze inquinanti in<br />

aree urbane densamente<br />

abitate è possibile, ma<br />

solo a patto che il traffico<br />

veicolare registri significative<br />

riduzioni, arrivando a<br />

percentuali superiori al 70%.<br />

È questo uno dei principali<br />

risultati che emergono<br />

dall’analisi realizzata dai<br />

ricercatori di RSE (Ricerca<br />

Sistema Energetico) dei<br />

dati sull’inquinamento<br />

atmosferico registrati<br />

nel mese di marzo, in<br />

pieno lockdown, nell’area<br />

Rilevate a marzo riduzioni medie fino al 35%<br />

delle concentrazioni di NO2 nell’aria<br />

nei principali centri urbani della Regione<br />

riconducibili al lockdown per Covid-19.<br />

metropolitana di Milano e in<br />

Lombardia.<br />

La metodologia adottata<br />

nello studio condotto da RSE,<br />

società controllata dal Gestore<br />

dei Servizi Energetici per lo<br />

sviluppo di attività di ricerca<br />

nel settore elettro-energetico,<br />

con particolare riferimento ai<br />

progetti strategici nazionali,<br />

ha infatti consentito<br />

di mettere in relazione<br />

tra loro, direttamente e<br />

quantitativamente, da un lato<br />

i provvedimenti restrittivi<br />

imposti dall’emergenza<br />

Covid-19 e dall’altro gli<br />

impatti che questi ultimi<br />

hanno avuto in termini<br />

ambientali.<br />

Lo studio, pubblicato lo scorso<br />

maggio, si è incentrato in<br />

particolare sull’andamento<br />

delle concentrazioni di<br />

biossido di azoto (NO2),<br />

sostanza notoriamente<br />

nociva per la salute umana<br />

e maggiormente legata al<br />

traffico veicolare, elaborando<br />

i dati registrati nel mese di<br />

marzo dalle centraline di<br />

ARPA Lombardia e mettendoli<br />

a confronto con quelli rilevati<br />

negli anni precedenti, previa<br />

accurata verifica delle relative<br />

condizioni meteorologiche.<br />

Di seguito pubblichiamo la<br />

sintesi dello studio predisposta<br />

da RSE, rimandando il lettore<br />

che volesse approfondire<br />

l’argomento allo studio<br />

integrale disponibile a<br />

questo link.<br />

26<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Ambiente<br />

Gli effetti del lockdown sulla qualità dell'aria a Milano e in Lombardia - SINTESI<br />

L'emergenza sanitaria dovuta alla diffusione planetaria del Covid-19 ha determinato<br />

una serie di provvedimenti che, in molte nazioni, hanno portato<br />

alla chiusura di attività produttive e commerciali, all'introduzione di misure<br />

di confinamento con conseguenti diminuzioni – per esempio fino al 75% nelle<br />

settimane di chiusura generalizzata delle attività a Milano – del traffico<br />

privato. Ciò ha indotto, evidentemente, un calo nelle emissioni di inquinanti<br />

legato traffico al trasporto e non stradale. alla Il totalità lavoro di RSE dei – comparti Ricerca sul Sistema emissivi. Energetico,<br />

che vanta una notevole esperienza sugli studi della qualità dell'aria a livello<br />

nazionale traffico – intende e non fornire alla totalità una prima dei valutazione comparti degli emissivi.<br />

effetti sulla qualità<br />

dell'aria nel territorio milanese e lombardo nel periodo febbraio-marzo<br />

2020. Una condizione, se considerata nell'ottica delle ricerca scientifica, favorevole<br />

perché permette di compiere delle valutazioni e confrontare mo-<br />

marzo, dal 9 al 15 marzo e dal 16 al 22 marzo.<br />

delli marzo, in situazioni dal reali 9 al di calo 15 del marzo traffico e veicolare dal 16 mai al verificatesi 22 marzo. in passato.<br />

Gli elementi di assoluta novità metodologica sono determinati, infatti,<br />

dalla condizione di lockdown che consente di validare, attraverso misure,<br />

la capacità del modello di ricostruire la situazione base e gli scenari legati<br />

a particolari condizioni. In altre parole è possibile porre in relazione, direttamente<br />

e quantitativamente, provvedimenti e impatti. Lo studio rappresenta<br />

anche un utile complemento alle valutazioni emerse in questo<br />

periodo, basate principalmente sull'analisi dei dati di misure sperimentali.<br />

Lo studio ha considerato in particolare il biossido d'azoto (NO2), inquinante<br />

nocivo maggiormente legato al traffico veicolare. In prospettiva si<br />

sta già lavorando per poter considerare l'impatto anche sul particolato atmosferico<br />

(PM10 e PM2.5M), molto presente nel contesto lombardo e altrettanto<br />

impattante sulla qualità dell'aria.<br />

Secondo i dati ARPA Lombardia il traffico stradale è principale fonte emissiva<br />

di ossidi di azoto (NOx): il 51% su base annuale in Regione e il 65% nella<br />

città metropolitana di Milano. Gli ossidi azoto sono quindi validi "traccianti"<br />

per questo tipo di indagine preliminare sugli effetti della drastica riduzione<br />

del traffico veicolare sulla qualità dell'aria. Il confronto fra lo stato attuale<br />

Le riduzioni delle concentrazioni di NO 2 sembrano essere in linea anche con studi preliminari di ARPA<br />

Lombardia Le riduzioni 18 e delle SNPA concentrazioni 19 , anche se rispetto di NOai 2 sembrano risultati presentati essere in da linea SNPA anche la riduzione con studi risultante preliminari dallo di scenario ARPA<br />

è Lombardia entità inferiore; 18 e SNPAbisogna 19 , anche ricordare se rispetto che ai il risultati nostro studio presentati considera da SNPA solo la le riduzione riduzioni risultante alle emissioni dallo dovute scenario al<br />

è di entità inferiore; bisogna ricordare che il nostro studio considera solo le riduzioni alle emissioni dovute al<br />

Le altre settimane non riportate graficamente presentano una riduzione delle concentrazioni nei centri urbani<br />

Le rappresentati altre settimane in figura non riportate nell’ordine graficamente del 3-6%, presentano 13-24% e 20-35% una riduzione rispettivamente delle concentrazioni per le settimane nei centri dal urbani 2 al 8<br />

rappresentati in figura nell’ordine del 3-6%, 13-24% e 20-35% rispettivamente per le settimane dal 2 al 8<br />

Confronto fra le concentrazioni medie settimanali di NO2 calcolate dal modello CAMx sul territorio lombardo per i due sottoperiodi 24/02-01/03 (sopra)<br />

Figura 5 – Confronto fra le concentrazioni medie settimanali di NO 2 calcolate dal modello CAMx sul territorio<br />

Figura<br />

lombardo<br />

5 –<br />

per<br />

Confronto<br />

i due sottoperiodi<br />

fra le concentrazioni<br />

24/02-01/03<br />

medie<br />

(sopra)<br />

settimanali<br />

e 23/03-29/03<br />

di NO<br />

(sotto)<br />

2 calcolate<br />

nella situazione<br />

dal modello<br />

“Business<br />

CAMx<br />

as<br />

sul<br />

usual”<br />

territorio<br />

(sx)<br />

lombardo per i due sottoperiodi 24/02-01/03 (sopra) e 23/03-29/03 (sotto) nella situazione “Business as usual” (sx)<br />

e 23/03-29/03 (sotto) nella situazione “Business As Usual” (sx) e “Lockdown” (dx). Nelle mappe di “Lockdown” è evidenziata anche la riduzione<br />

percentuale della concentrazione nelle principali aree urbane.<br />

luglio-agosto 2020 27<br />

18 Analisi preliminare della qualità dell’aria in Lombardia durante l’emergenza COVID-19<br />

https://www.arpalombardia.it/sites/DocumentCenter/Documents/Aria%20-


Ambiente<br />

COVID-19<br />

molteplici, quali effetti legati ad altri settori emissivi qui non considerati o a uno scenario di riduzion<br />

emissioni da traffico troppo conservativo e, più in generale, a imprecisioni del modello. Il confronto<br />

misura evidenzia quindi che la riduzione dei livelli di NO 2 determinata dalla riduzione delle em<br />

potrebbe essere leggermente superiore a quello evidenziato dal modello. Una valutazione più<br />

richiederà studi più approfonditi, ma le indicazioni emerse da questo primo studio forniscono già<br />

indicazioni sulla possibile efficacia di politiche di blocco della mobilità.<br />

dell'aria lombarda con quello degli anni precedenti è stato svolto prendendo<br />

in esame le misure di biossido d'azoto rilevate dalle centraline di ARPA<br />

Lombardia, che ha evidenziato una netta diminuzione dei livelli di concentrazione<br />

in aria soprattutto nel mese di marzo 2020.<br />

Lo studio di RSE ha verificato in primo luogo la variabilità delle condizioni<br />

meteorologiche che hanno un notevole impatto sull'accumulo degli inquinanti<br />

e sul loro naturale smaltimento. Per questo, come passo preliminare,<br />

è stata effettuato un confronto dei dati meteorologici dal 2018 al 2020 che<br />

hanno evidenziato una sostanziale similitudine dell'anno in corso rispetto a<br />

quelli precedenti, in termini di dinamicità delle condizioni meteorologiche.<br />

Ciò ha permesso di confermare l'ipotesi che la diminuzione delle concentrazioni<br />

rilevata dalle centraline fosse ascrivibile in larga parte all'effetto<br />

di lockdown.<br />

Successivamente, i ricercatori di RSE, mediante modelli matematici, hanno<br />

confrontato due simulazioni, la prima in cui è stato mantenuto un livello<br />

emissivo abituale Business As Usual (BAU) e una in cui è stata introdotta<br />

una riduzione delle emissioni che riflettesse la corrispondente riduzione<br />

del trasporto stradale, determinata dal susseguirsi delle misure restrittive.<br />

La fonte dei dati emissivi "inalterati" è l'inventario delle emissioni. In seguito,<br />

grazie ai modelli meteorologici e di qualità dell'aria e sulla base dalle due<br />

diverse condizioni emissive, è possibile rappresentare la concentrazione di<br />

inquinanti sia in caso di "lockdown" sia in quello di "BAU".<br />

L'applicazione del modello ha evidenziato come la riduzione del traffico<br />

veicolare produca effetti estremamente rilevanti sulle concentrazioni di<br />

biossido d'azoto. Durante il periodo di maggiore restrizione le riduzioni di<br />

concentrazioni di NO2 sono pari a circa il <strong>30</strong>% del valore che si osserverebbe<br />

senza lockdown. Ciò corrisponde a una discesa di circa 20 μg/m3 nelle<br />

aree di massimo inquinamento.<br />

I grafici mostrano il confronto fra la concentrazione media settimanale di<br />

NO2 calcolata nello scenario lockdown la 1° settimana – dal 24 febbraio al<br />

1° marzo – e l'ultima presa in considerazione – dal 23 al 29 marzo –. Le mappe<br />

mostrano anche la riduzione percentuale della concentrazione rispetto<br />

allo scenario BAU, valutata in alcune aree urbane, da cui si evince una riduzione<br />

molto più incisiva alla fine di marzo.<br />

Le concentrazioni nel caso BAU presentano per l'intero periodo massimi in<br />

corrispondenza delle aree urbanizzate di maggiore importanza, come l'area<br />

metropolitana di Milano, la Brianza e le città di Bergamo e Brescia. La<br />

riduzione della mobilità porta a un calo significativo nel valore di concentrazione<br />

modellato, con gran parte della regione che registra valori inferiori<br />

ai 40 μg/m3. Le riduzioni in termini assoluti sono generalmente superiori ai<br />

10 μg/m3, nella città metropolitana di Milano e aree adiacenti, con massimi<br />

superiori ai 20 μg/m3. Nei seguenti periodi la riduzione delle concentrazioni<br />

nei centri urbani è dell'ordine del 3-6%, 13-24% e 20-35% rispettivamente<br />

per le settimane dal 2 al 8 marzo, dal 9 al 15 marzo e dal 16 al 22 marzo.<br />

Quello che emerge dallo studio RSE è che un'importante riduzione Figura degli 6 – Confronto Confronto fra le fra serie le temporali serie temporali delle medie delle giornaliere medie giornaliere di NO 2 misurate di NO2 (nero) misurate e calcolate dal m<br />

inquinanti con conseguente miglioramento della qualità dell'aria si CAMx verifica sia per<br />

(nero)<br />

la simulazione<br />

e calcolate<br />

“Business<br />

dal modello<br />

as usual<br />

CAMx<br />

(BAU)”<br />

sia per<br />

(rosso)<br />

la simulazione<br />

che “Lockdown”<br />

“Business<br />

(blu).<br />

as usual<br />

in corrisponde<br />

alcune stazioni di misura della rete ARPA Lombardia sull’intero periodo di simulazione.<br />

se le riduzioni del traffico arrivano a percentuali superiori al 70%. Un dato (BAU)” (rosso) che “Lockdown” (blu). in corrispondenza di alcune stazioni<br />

che, riferito allo politiche per la mobilità richiede che queste ultime Conclusioni per poter<br />

dare un contributo importante, essere efficaci e al contempo realisti-<br />

e prospettive di misura della rete ARPA Lombardia sull’intero periodo di simulazione.<br />

Lo studio ha fornito una prima valutazione degli effetti sul biossido d’azoto (NO 2 ) nel territorio lom<br />

che, devono prendere in considerazione uno spettro molto ampio di ambiti<br />

determinati della riduzione del traffico veicolare, avvenuta a seguito del lockdown nazionale nel p<br />

di intervento. Le strategie per il contenimento degli inquinanti devono essere<br />

fondate su una sostanziale riduzione della mobilità nel suo comples-<br />

febbraio-marzo 2020. Grazie all’applicazione dei modelli matematici è stato possibile confronta<br />

situazioni, la prima in cui è stato mantenuto un livello emissivo abituale (Business as Usual) e una i<br />

so e non attraverso provvedimenti spot o confinati entro porzioni limitate<br />

stata introdotta una riduzione delle emissioni che riflettesse la condizione di lockdown.<br />

di territorio.<br />

La riduzione del traffico veicolare può produrre effetti estremamente rilevanti, in particolare, nelle set<br />

La scelta, obbligata in molti casi, di attivare modalità come lo smart working<br />

di maggiore restrizione si osservano riduzioni delle concentrazioni di NO 2 del <strong>30</strong>%, pari ad una dimin<br />

che si legano a politiche per il lavoro più agili, al ripensamento degli orari di<br />

massina di circa 20 µg/m 3 . Il miglioramento significativo della qualità dell’aria si ottiene a fronte di rid<br />

ingresso e uscita dalle scuole e dai luoghi di lavoro sino ad arrivare alla riprogettazione<br />

di aree urbane con più servizi di prossimità e crescenti livelli di<br />

molto significative delle emissioni stradali; ne deriva quindi che le politiche di mobilità, per essere in<br />

devono basarsi su strategie di ampio respiro. Occorre in primo luogo ridurre il bisogno compless<br />

digitalizzazione sono elementi che, insieme, possono concorrere al raggiungimento<br />

di obiettivi, anche ambiziosi, di miglioramento della qualità dell'aria.<br />

mobilità promuovendo politiche di lavoro agile e facilitando l’accesso ai servizi, ad esempio incentiva<br />

digitalizzazione. Parallelamente bisogna procedere con lo “shift modale” favorendo gli spostamenti a<br />

Anche le modalità di trasporto meno impattanti, la mobilità dolce, il car sharing<br />

e l'utilizzo di veicoli elettrici consentirebbe di arrivare ad abbattere in<br />

maniera continuativa e permanente la concentrazione di inquinanti nella<br />

nostra atmosfera.<br />

28<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Ambiente<br />

GLI EFFETTI POSITIVI DEL LOCKDOWN SULLA QUALITÀ DELL’ARIA NEL MONDO<br />

Ecco come il lockdown<br />

ha ridotto l’inquinamento<br />

di Paul Monks (Professore di Chimica Atmosferica e Scienza dell’Osservazione della Terra presso l’Università di Leicester)<br />

La pandemia di Covid-19<br />

ha causato il fermo<br />

dell’attività industriale e<br />

ha cancellato i voli e gli<br />

altri viaggi, ha tagliato le<br />

emissioni di gas serra e<br />

l’inquinamento atmosferico<br />

in tutto il mondo.<br />

Se in questa terribile crisi c’è<br />

un aspetto positivo, è quello<br />

di aver offerto un assaggio<br />

dell’aria che potremmo<br />

respirare in un futuro a<br />

basse emissioni di carbonio.<br />

L’Organizzazione Mondiale<br />

della Sanità (OMS) stima<br />

che ogni anno muoiono<br />

circa 3 milioni di persone<br />

per malattie causate<br />

Con il blocco delle attività e del traffico<br />

in calo ovunque le concentrazioni di NO2<br />

con punte del 40% in alcune aree della Cina,<br />

pari alla rimozione di 192.000 autovetture.<br />

dall’inquinamento<br />

atmosferico e che oltre l’80%<br />

delle persone che vivono<br />

in aree urbane è esposto a<br />

livelli di qualità dell’aria<br />

che superano i limiti di<br />

sicurezza. La situazione è<br />

peggiore nei Paesi a basso<br />

reddito, dove il 98% delle<br />

città non soddisfa gli<br />

standard di qualità dell’aria<br />

dell’OMS.<br />

Le misurazioni del satellite<br />

Sentinel-5P dell’Agenzia<br />

Spaziale Europea mostrano<br />

che tra la fine di gennaio e<br />

l’inizio di febbraio 2020, i<br />

livelli di biossido di azoto<br />

(NO2) nelle città e nelle aree<br />

industriali in Asia ed Europa<br />

erano inferiori, rispetto allo<br />

stesso periodo del 2019, di<br />

circa il 40%. Due settimane<br />

dopo l’annuncio del<br />

lockdown su scala nazionale<br />

del 23 marzo nel Regno<br />

Unito, l’inquinamento da<br />

NO2 in alcune città è calato<br />

anche del 60% rispetto allo<br />

stesso periodo del 2019.<br />

La NASA ha comunicato<br />

che l’inquinamento da<br />

NO2 su New York e sulle<br />

altre principali aree<br />

metropolitane nel nordest<br />

degli Stati Uniti è stato<br />

inferiore del <strong>30</strong>% a marzo<br />

2020 rispetto alla media<br />

mensile dal 2015 al 2019.<br />

La maggior parte delle<br />

emissioni di NO2 proviene<br />

dal trasporto su strada e<br />

dalle centrali elettriche e<br />

luglio-agosto 2020 29


China emits over 50% of all the nitrogen dioxide in Asia. Each tonne of NO₂ that isn’t emitted<br />

as a result of the pandemic is the equivalent of removing 62 cars per year from the road. So<br />

sed to air quality levels that exceed safe COVID-19: limits. The this situation is how Asia- is worse in low-income<br />

s, where 98% of cities fail to meet WHO Pacific air quality is emerging Nature’s standards. fromcomeback? No, the coronavirus pandemic threatens the world’s wildlife<br />

lockdown<br />

ments from the European Space Agency’s Jordi Sales Sentinel-5P 07 The May 2020 deadly satellite link show between that during COVID-19 late and air pollution<br />

and early February 2020, Ambiente<br />

COVID-19<br />

levels of nitrogen dioxide (NO₂) over cities and industrial<br />

eAsia and Europe were lower than in the How same the period U.S. These response in 2019, pictures toby as show much how as 40%. China's air pollution has dropped during the coronavirus outbreak<br />

coronavirus is forcing the hand<br />

of the world’s central banks<br />

read? può aggravare le patologie Koichi Hamada · Project Syndicate<br />

10 May 2020<br />

respiratorie come l’asma.<br />

comeback? No, the coronavirus pandemic threatens the world’s wildlife<br />

Popular Inoltre, aggrava i sintomi<br />

Coronavirus can attack your<br />

ly link between per le COVID-19 persone and che air pollution soffrono gut as well as your lungs. This<br />

tures show di how patologie China's air polmonari pollution has o dropped is what during we know the so coronavirus far<br />

COVID-19: this is how Asia-<br />

outbreak<br />

cardiache. Le emissioni di Martin Veysey · The Conversation<br />

Pacific is emerging from<br />

10 May 2020<br />

lockdown NO2 sono state un problema<br />

particolarmente spinoso per<br />

Jordi Sales 07 May More 2020on the agenda<br />

l’Europa, dove sono molti<br />

i Paesi che hanno violato i<br />

How the U.S. response to<br />

limiti UE.<br />

coronavirus is forcing the hand<br />

In un certo senso, Forum stiamo in focus<br />

of the world’s central banks<br />

svolgendo il più grande<br />

As new daily cases of COVID-19 reached their peak in China, air pollution plummeted.<br />

Image: ESA/NASA<br />

Koichi esperimento Hamada · Project globale Syndicate<br />

10 May 2020<br />

sull’inquinamento The Forum’s COVID Two weeks after the nationwide lockdown was announced on March 23 in the UK, NO₂<br />

atmosferico mai condotto.<br />

pollution in some cities fell by as much as 60% compared to the same period in 2019. NASA<br />

Coronavirus In un periodo can Action<br />

di attack tempo yourPlatform:<br />

revealed that NO₂ pollution over New York and other major metropolitan areas in northeastern<br />

USA was <strong>30</strong>% lower in March 2020, compared to the monthly average from 2015 to<br />

gut relativamente as well as your breve, lungs. This<br />

Over 1,000<br />

is what abbiamo we know spento so le far principali<br />

2019.<br />

Martin fonti Veysey di inquinamento<br />

· The organizations Conversation are<br />

10 atmosferico May 2020 nei settori<br />

Most NO₂ comes from road transport and power plants, and it can exacerbate respiratory<br />

working together in<br />

dell’industria e dei trasporti.<br />

illnesses such as asthma. It also makes symptoms worse for those suffering from lung or<br />

e agenda Solo a Wuhan, response erano to the<br />

heart conditions. NO₂ emissions have been a particularly thorny problem for Europe, with<br />

in lockdown 11 milioni<br />

many countries in breach of EU limits.<br />

di persone ai pandemic<br />

massimi<br />

In a sense, we are conducting the largest ever global air pollution experiment. Over a<br />

dell’epidemia. In tutta<br />

relatively short period of time, we’re turning off major air pollutant sources in industry and<br />

la Cina, più di mezzo<br />

in focus<br />

transport. In Wuhan alone, 11 million people were in lockdown at the height of the outbreak<br />

miliardo di persone. La Cina<br />

solitamente emette più di <strong>30</strong> Quando As new i daily nuovi cases casi di of Covid-19 COVID-19 there. Across<br />

hanno reached China,<br />

raggiunto their over peak half<br />

il picco in China, a billion. Image: ESA/NASA<br />

in Cina, air l’inquinamento pollution China normally plummeted. emits in excess of <strong>30</strong> mega tonnes of<br />

atmosferico è calato vertiginosamente.<br />

ily cases of COVID-19 reached their peak in China, air pollution plummeted.<br />

Image: ESA/NASA<br />

nitrogen oxides per year, with estimates for 2019 reaching 40 mega tonnes.<br />

megatonnellate di biossidi di<br />

orum’s azoto ogni anno, COVID con stime<br />

ks after<br />

per<br />

the nationwide<br />

il 2019 che<br />

lockdown<br />

raggiungono<br />

was announced Two on March weeks 23 after in the UK, the NO₂ nationwide lockdown was announced on March 23 in the UK, NO₂<br />

che in tutta la Cina, anche eliminate e sostituite dal miglioramenti della qualità<br />

in some<br />

le<br />

cities<br />

40 megatonnellate.<br />

fell by as much as 60% compared pollution to the same in period some in cities 2019. NASA fell by as much as 60% compared to the same period in 2019. NASA<br />

n Platform:<br />

una modesta riduzione di trasporto di massa a trazione dell’aria, dunque, potrebbero<br />

that NO₂ pollution over New York and other major<br />

NO2 revealed metropolitan<br />

del 10% that areas<br />

equivale NO₂ in pollution northa<br />

over elettrica. New York Elettrificare and other major il metropolitan essere resi areas permanenti in northeastern<br />

USA dalla was circolazione <strong>30</strong>% lower in March trasporto 2020, in questo compared modo, to the monthly sostituendo average la from produzione 2015 to<br />

USA was <strong>30</strong>%<br />

RENDERE<br />

lower in March<br />

PERMANENTI<br />

Read more 2020, about compared this project to the monthly average from 2015 to<br />

1,000<br />

rimuovere<br />

I MIGLIORAMENTI 48.000 autovetture. Ma il con una maggiore offerta di combustibili fossili con<br />

2019.<br />

nizations ₂ comes from road transport are<br />

calo del 40% del NO2 rispetto di linee ferroviarie e più<br />

energia rinnovabile e altre<br />

and power plants, and it can exacerbate respiratory<br />

La Cina emette più del 50% ai livelli del 2019 per gennaio veicoli elettrici con relative fonti a basse emissioni<br />

such as asthma. It also Explore makes symptoms context worse Most for those NO₂ suffering comes from from lung road or transport and power plants, and it can exacerbate respiratory<br />

di tutto il biossido d’azoto<br />

nditions. ing NO₂ together emissions have been in<br />

e febbraio in alcune aree, postazioni di ricarica,<br />

di carbon. Ridurre le<br />

a particularly thorny problem for Europe, with<br />

dell’Asia. Ogni tonnellata di equivale illnesses alla such rimozione as asthma. di It also ridurrebbe makes symptoms drasticamente worse for those emissioni suffering mensili from lung di NO2 or<br />

untries in breach of EU limits. COVID-19<br />

nse<br />

NO2<br />

to<br />

non emessa<br />

the<br />

a causa della ben heart 192.000 conditions. autovetture. NO₂ emissions le have emissioni been a di particularly inquinanti thorny problem derivanti for dalla Europe, generazione with<br />

se, we are pandemia conducting è the l’equivalente<br />

largest ever global air pollution È many un esempio countries experiment. di cosa in Over breach si a of EU limits. atmosferici come il NO2. di elettricità del 10%<br />

emic<br />

short period della of rimozione time, we’re dalla turning off major air pollutant potrebbe sources fare in industry modo and Ma i veicoli elettrici sono equivarrebbe a spegnere 500<br />

t. In Wuhan circolazione alone, 11 million di 62 people autovetture were in lockdown permanente In a at sense, the height we per of are l’aria the conducting outbreak se le the puliti largest quanto ever l’elettricità global air pollution centrali experiment. elettriche Over a carbone<br />

cross China, l’anno. over Perciò, half a billion. si può China stimare normally emits automobili in excess of in <strong>30</strong> uso mega fossero tonnes of che li alimenta. I recenti per un anno.<br />

relatively short period of time, we’re turning off major air pollutant sources in industry and<br />

oxides per year, with estimates for 2019 reaching 40 mega tonnes.<br />

transport. In Wuhan alone, 11 million people were in lockdown at the height of the outbreak<br />

there. Across China, over half a billion. China normally emits in excess of <strong>30</strong> mega tonnes of<br />

nitrogen oxides per year, with estimates for 2019 reaching 40 mega tonnes.<br />

Explore the latest strategic trends, research<br />

and analysis<br />

Immagine: ESA/NASA<br />

about this project<br />

re context<br />

9<br />

La concentrazione media di NO2 sugli USA nord-orientali a marzo nel periodo 2015-19 (a sinistra) e la concentrazione media misurata a marzo Image: 2020 EPA-EFE/NASA (a destra).<br />

The average concentration of NO₂ over northeastern US in March of 2015-19 (top) and the<br />

average concentration measured in March 2020 (bottom).<br />

<strong>30</strong><br />

luglio-agosto 2020<br />

Making air quality improvements permanent


That’s an indication of what could be achieved permanently for air quality if car use was<br />

phased down and replaced with electrically powered mass transit. Electrifying transport in<br />

this way, with expanded train lines and more electric cars and charging stations, would slash<br />

tail pipe emission of air pollutants such as NO₂.<br />

COVID-19<br />

Ambiente<br />

Immagine: Serv. di Monitoraggio dell’Atmosfera Copernicus (CAMS); ECMWF<br />

Concentrazioni al suolo di NO2 sul Nord Italia: confronto 31 gennaio 2020 e 15 marzo 2020.<br />

Surface concentrations of nitrogen dioxide over northern Italy,<br />

Image: Copernicus Atmosphere Monitoring<br />

Paradossalmente,<br />

della qualità dell’aria quando portata della Service sfida (CAMS); che ECMWF della qualità dell’aria che<br />

abbassando January 31 le versus saracinesche March 15 2020. le emissioni vengono ridotte dobbiamo affrontare. Come sono stati registrati nelle<br />

dell’economia globale,<br />

su scala globale.<br />

minimo, dovrebbe lanciare fasi di lockdown.<br />

il COVID-19 ha aiutato a La pandemia potrebbe<br />

una sfida a governi e aziende<br />

mettere<br />

But electric<br />

in luce un’altra<br />

vehicles are<br />

pertanto<br />

only as<br />

mostrarci<br />

clean as<br />

come<br />

the electricity<br />

affinché prendano<br />

that powers<br />

in<br />

them. The recent<br />

crisi sanitaria respiratoria. I<br />

conseguenti improvements lockdown in hanno air quality con meno could inquinamento be made permanent in modo by differente replacing dopo la fossil 2020 fuel dal generation World Economic with<br />

dimostrato che è possibile<br />

avere un miglioramento<br />

renewable energy and other low-carbon sources. Reducing monthly NO₂ emissions from<br />

electricity generation by 10% would be the equivalent of turning off 500 coal power stations<br />

for a year.<br />

potrebbe essere il futuro<br />

atmosferico oppure potrebbe<br />

solamente indicarci la<br />

Ironically, by shutting down swaths of the global economy, COVID-19 has helped expose<br />

another respiratory health crisis. The ensuing lockdowns have shown the improvements to air<br />

quality that are possible when emissions are reduced on a global scale.<br />

The pandemic could show us how the future might look with less air pollution, or it may just<br />

indicate the scale of the challenge ahead. At the very least, it should challenge governments<br />

and businesses to consider how things can be done differently after the pandemic, to hold on<br />

to temporary improvements in air quality.<br />

considerazione come agire<br />

pandemia e conservare i<br />

miglioramenti temporanei<br />

Articolo pubblicato il 20 aprile<br />

Forum in collaborazione con<br />

The Conversation.<br />

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License and Republishing<br />

World Economic Forum articles may be republished in accordance with our Terms of Use.<br />

Un esempio evidente degli effetti del blocco delle attività commerciali e del traffico sull’inquinamento atmosferico a Nuova Delhi, in India.<br />

Written by<br />

luglio-agosto 2020 31<br />

Paul Monks, Professor of Atmospheric Chemistry and Earth Observation Science, University of Leicester<br />

This article is published in collaboration with The Conversation.


Ambiente<br />

COVID-19<br />

EFFETTO LOCKDOWN E STRATEGIE CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO<br />

Un calo di emissioni del 17%<br />

non aiuterà a salvare il clima<br />

di Larissa Basso (Borsista post-dottorato, Ricerca Ambientale nelle Scienze Umane, Università di Stoccolma)<br />

La quarantena globale<br />

conseguente alla pandemia<br />

da COVID-19 ha significato<br />

meno inquinamento dell’aria<br />

nelle città e cieli più puliti.<br />

Gli animali sono tornati<br />

a passeggiare negli spazi<br />

pubblici e l’inquinamento<br />

acustico è diminuito,<br />

permettendoci di ascoltare il<br />

cinguettio degli uccelli.<br />

Ma questi cambiamenti<br />

relativamente piccoli e<br />

temporanei non dovrebbero<br />

essere confusi con l’idea<br />

che la pandemia COVID-19<br />

in realtà aiuti a riparare i<br />

cambiamenti climatici. Al<br />

contrario: la pandemia che<br />

ha fermato il mondo offre<br />

una prima prospettiva dei<br />

profondi cambiamenti negli<br />

stili di vita e nelle strutture<br />

Mantenere depressa l’attività economica<br />

non è strada percorribile: per affrontare<br />

il problema del cambiamento climatico<br />

occorre puntare sulle energie rinnovabili.<br />

economiche che dobbiamo<br />

attuare se vogliamo mitigare<br />

efficacemente il peggio del<br />

cambiamento climatico.<br />

Gli effetti a breve termine<br />

non sono in dubbio. Un<br />

recente studio scientifico<br />

sui cambiamenti climatici<br />

naturali condotto dai<br />

ricercatori dell’Università<br />

dell’East Anglia e di Stanford<br />

ha rilevato che le emissioni<br />

globali giornaliere di CO2<br />

all’inizio di aprile 2020<br />

sono diminuite del 17%<br />

rispetto al livello medio<br />

di emissioni nel 2019 (1) .<br />

Questa scoperta conferma<br />

un precedente rapporto<br />

dell’Agenzia Internazionale<br />

dell’Energia (AIE) secondo<br />

cui le emissioni di CO2<br />

dovute alla combustione di<br />

combustibili fossili - a livello<br />

globale, la principale fonte<br />

di emissioni di gas a effetto<br />

serra - nei primi tre mesi del<br />

2020 risultavano inferiori del<br />

5% rispetto allo stesso periodo<br />

dell’anno scorso.<br />

Ma gli effetti a breve e lungo<br />

termine dell’inquinamento<br />

sono cose diverse, e pochi<br />

mesi senza guidare o volare<br />

produrranno pochi risultati a<br />

lungo termine.<br />

I cambiamenti climatici infatti<br />

sono causati dall’aumento<br />

delle concentrazioni di gas<br />

serra nell’atmosfera. Le misure<br />

di quarantena hanno influito<br />

sulle emissioni di questi gas<br />

a breve termine e molte aree<br />

geografiche hanno registrato<br />

un calo dell’inquinamento<br />

atmosferico. Ma queste<br />

misure non sono sufficienti<br />

per frenare la concentrazione<br />

totale nell’atmosfera, che è<br />

ancora in aumento.<br />

Perché? Perché le molecole di<br />

questi gas rimangono a lungo<br />

nell’atmosfera: il metano per<br />

circa 12 anni e la CO2 fino a<br />

200 anni.<br />

32<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Ambiente<br />

UNA DIMINUZIONE<br />

SOLO TEMPORANEA<br />

Il recente studio sui<br />

cambiamenti climatici<br />

naturali che abbiamo citato<br />

prevede che se si manterranno<br />

alcune restrizioni per tutto<br />

il 2020 le riduzioni annuali<br />

delle emissioni potrebbero<br />

raggiungere il 7,5%.<br />

Questa sarebbe, in teoria,<br />

un’ottima notizia per<br />

l’ambiente, soprattutto<br />

se potessimo mantenere<br />

costante questo trend negli<br />

anni a venire. Peraltro, al<br />

fine di raggiungere l’obiettivo<br />

stabilito dall’accordo di Parigi<br />

di limitare il riscaldamento<br />

globale a 1,5 ºC , dobbiamo<br />

ridurre le emissioni globali di<br />

CO2 del 7,6% l’anno tra il 2020<br />

e il 20<strong>30</strong>.<br />

Ma questo livello di riduzione<br />

delle emissioni non durerà, a<br />

meno che l’attività economica<br />

non rimanga depressa. E<br />

quando i lockdown finora<br />

imposti terminano e le<br />

persone tornano al lavoro,<br />

le emissioni aumentaranno<br />

inevitabilmente di nuovo,<br />

come d’altra parte si verifica<br />

ogni qual volta le attività<br />

produttive riprendono dopo<br />

una recessione economica,<br />

compresa la crisi del 2008.<br />

Mantenere l’attività<br />

economica depressa ai livelli<br />

di aprile 2020 non è una<br />

strategia praticabile a lungo<br />

termine. Ma potremmo<br />

sfruttare questa opportunità<br />

in modo costruttivo per<br />

orientare le nostre società<br />

verso un nuovo paradigma,<br />

che affronti veramente<br />

il problema centrale del<br />

cambiamento climatico.<br />

RISTRUTTURARE<br />

LE NOSTRE ECONOMIE<br />

I combustibili fossili<br />

sono l’attuale base delle<br />

nostre economie. I nostri<br />

sistemi energetici sono<br />

costruiti attorno a loro e<br />

sorprendentemente poco è<br />

cambiato dai primi shock<br />

petroliferi del 1973.<br />

All’epoca, carbone, petrolio<br />

e gas rappresentavano<br />

l’87% della fornitura totale<br />

di energia primaria nel<br />

mondo e nel 2017 questi<br />

stessi combustibili fossili<br />

rappresentavano ancora<br />

l’81%. Ma nello stesso periodo<br />

la quantità totale di energia<br />

fornita è più che raddoppiata.<br />

In effetti esiste molta nuova<br />

energia prodotta da fonti<br />

rinnovabili, che tuttavia viene<br />

distribuita insieme a quella<br />

derivata da combustibili<br />

fossili, anziché sostituirli.<br />

In tutto il mondo, si<br />

riscontrano ancora<br />

progetti per costruire<br />

nuove centrali elettriche<br />

a carbone e infrastrutture<br />

per petrolio e gas. Anche<br />

Paesi come la Norvegia,<br />

dove i combustibili fossili<br />

rappresentano solo circa il<br />

<strong>30</strong>% dell’approvvigionamento<br />

energetico totale e quasi<br />

tutta l’elettricità proviene<br />

dall’energia idroelettrica, si<br />

basano fortemente sui profitti<br />

che derivano dai combustibili<br />

fossili per finanziare i propri<br />

sistemi di welfare e i propri<br />

regimi pensionistici.<br />

Se vogliamo veramente<br />

progredire verso un’economia<br />

a basse emissioni di carbonio,<br />

dobbiamo dunque affrontare il<br />

problema alle sue radici.<br />

Ma come possiamo<br />

incoraggiare un ulteriore<br />

disinvestimento dai<br />

combustibili fossili se il<br />

settore è ancora tra gli<br />

investimenti più sicuri e<br />

redditizi? O come possiamo<br />

costruire sistemi di energia<br />

pulita se continuiamo a<br />

sovvenzionare i combustibili<br />

fossili?<br />

Nonostante le promesse di<br />

eliminare gradualmente<br />

agevolazioni fiscali e altri<br />

incentivi, i Paesi più ricchi del<br />

G20 hanno ancora erogato 127<br />

miliardi di dollari americani<br />

in sussidi a carbone, petrolio<br />

e gas nel 2017 (in particolare,<br />

questa cifra esclude l’Arabia<br />

Saudita).<br />

E come possiamo riprendere<br />

le attività economiche senza<br />

“tornare alla normalità”?<br />

In conclusione, abbiamo<br />

bisogno di strategie di<br />

ripresa a lungo termine che<br />

valorizzino la natura come il<br />

quadro generale all’interno<br />

del quale viviamo, e non come<br />

una mera risorsa economica.<br />

Ad oggi, invece, diversi piani<br />

di ripresa post-pandemia<br />

includono un generoso aiuto<br />

al settore dei combustibili<br />

fossili, senza vincoli.<br />

La pandemia non è una<br />

panacea dei cambiamenti<br />

climatici. Ora sappiamo<br />

che possiamo agire<br />

collettivamente e adottare<br />

misure che riducono<br />

significativamente le<br />

emissioni, almeno nel breve<br />

termine. Ma il cambiamento<br />

a lungo termine non avviene<br />

direttamente a seguito di una<br />

crisi, ma solo di un’azione<br />

coerente che modifichi<br />

in primo luogo ciò che ha<br />

causato la crisi stessa. La<br />

pandemia di COVID-19 è solo<br />

un campanello d’allarme:<br />

abbiamo ancora molto lavoro<br />

da fare.<br />

Articolo pubblicato il 21 maggio<br />

2020 su The Conversation.<br />

Indispensabile il ricorso alle energie “green” per affrontare il problema del cambiamento climatico.<br />

(1) Nota “Onda Verde”: il 19<br />

maggio sulla rivista scientifica<br />

“Nature Climate Change” è<br />

stato pubblicato il primo studio<br />

sugli effetti della pandemia<br />

da Covid-19 sulle emissioni<br />

di anidride carbonica (CO2),<br />

il principale gas responsabile<br />

dell’effetto serra e del<br />

riscaldamento climatico. Lo<br />

studio ha offerto una prima<br />

stima di quanto si siano ridotte<br />

le emissioni di CO2 dall’inizio<br />

dell’anno alla fine di aprile,<br />

quantificando questa riduzione<br />

in oltre un miliardo di tonnellate<br />

rispetto al 2019.<br />

luglio-agosto 2020 33


Ambiente<br />

COVID-19<br />

AL VIA I PRIMI STUDI SULLA CORRELAZIONE TRA SMOG E DIFFUSIONE DEL COVID-19<br />

Polveri sottili sotto esame<br />

per il rischio Covid-19<br />

di Luigi Di Matteo (Area Professionale Tecnica ACI)<br />

cieli puliti sopra le grandi<br />

I città del mondo sono<br />

diventati un segno visibile<br />

delle misure di lockdown<br />

prese per contrastare la<br />

diffusione del Covid 19.<br />

I dati raccolti da autorevoli<br />

centri di ricerca (vedi anche gli<br />

articoli precedenti) mostrano<br />

come le concentrazioni di<br />

biossido di azoto (NO2),<br />

un inquinante emesso<br />

principalmente dal trasporto<br />

su strada, siano diminuite in<br />

molte città dove sono state<br />

implementate misure di<br />

blocco, così come in parte le<br />

polveri sottili PM10 e PM 2.5.<br />

In Italia, grazie alla collaborazione tra<br />

ENEA, ISS e SNPA, avviato a maggio<br />

il progetto PULVIRUS per analizzare<br />

il rapporto tra pandemia e inquinamento.<br />

Si tratta senza dubbio di<br />

un cambiamento positivo,<br />

anche se verificatosi in una<br />

situazione di drammatica<br />

pandemia, perché si<br />

stima che l ’inquinamento<br />

atmosferico causi la morte<br />

ogni anno di circa 4,2 milioni<br />

di persone in tutto il mondo.<br />

L’esposizione cronica<br />

all’inquinamento<br />

atmosferico contribuisce<br />

infatti all’aumento dei<br />

ricoveri e della mortalità,<br />

colpendo principalmente<br />

i sistemi cardiovascolare<br />

e respiratorio, causando<br />

diverse malattie e patologie<br />

tra cui il cancro (Brunekreef<br />

e Holgate, 2002; Kampa e<br />

Castanas, 2008).<br />

Le persone che vivono in città<br />

ad alto inquinamento hanno<br />

dunque maggiori probabilità<br />

di avere sistemi respiratori e<br />

cardiaci compromessi, il che<br />

li rende anche più vulnerabili<br />

agli impatti del Covid-19,<br />

come dimostra in modo<br />

scientifico un recente studio<br />

realizzato negli Stati Uniti<br />

dall’Università di Harvard<br />

T.H. Chan Scuola di Salute<br />

Pubblica, che ha preso in<br />

esame i dati di 3.080 contee<br />

americane.<br />

Lo studio in questione,<br />

condotto da Xiao Wu e Rachel<br />

Nethery e coordinato dalla<br />

professoressa di biostatistica<br />

34<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Ambiente<br />

Francesca Dominici, ha<br />

analizzato e quantificato<br />

la correlazione tra<br />

esposizione all’inquinamento<br />

atmosferico, protratta per<br />

nel tempo, e mortalità<br />

per infezione da Covid-19,<br />

evidenziando come per ogni<br />

microgrammo di particolato<br />

fine (PM 2.5) presente<br />

nell’aria respirata, le persone<br />

potrebbero essere soggette ad<br />

un aumento dell’8 % del tasso<br />

di mortalità per Coronavirus.<br />

L’analisi dei ricercatori<br />

di Harvard, ad esempio,<br />

ha messo in luce che se<br />

Manhattan avesse abbassato<br />

negli ultimi 20 anni il suo<br />

livello medio di particolato<br />

di una sola unità, cioè di un<br />

microgrammo per metro<br />

cubo, il distretto avrebbe<br />

probabilmente registrato<br />

248 vittime in meno causate<br />

dal Covid-19 nei primi mesi<br />

dell’epidemia.<br />

I pazienti affetti da<br />

Coronavirus in aree che<br />

presentano elevati livelli di<br />

inquinamento atmosferico<br />

prima della pandemia<br />

hanno pertanto maggiori<br />

probabilità di morire a<br />

causa dell’infezione rispetto<br />

ai pazienti che vivono in<br />

territori meno inquinati.<br />

“Questo studio fornisce la<br />

prova che le regioni che<br />

hanno aria più inquinata<br />

correranno maggiori rischi<br />

di morte per Covid-19”,<br />

ha concluso Francesca<br />

Dominici, “territori con<br />

livelli di inquinamento più<br />

elevati saranno quelli che<br />

avranno un numero maggiore<br />

di ricoveri e di vittime, e<br />

dove di conseguenza molte<br />

delle risorse disponibili<br />

dovrebbero essere<br />

concentrate”.<br />

IL FATTORE PM<br />

IN ITALIA<br />

Lo studio condotto ad Harvard<br />

è uno dei primi che hanno<br />

evidenziato come e quanto<br />

l’inquinamento atmosferico<br />

stia influenzando la mortalità<br />

da Covid-19.<br />

Questo studio fa parte di un<br />

piccolo ma crescente gruppo<br />

di ricerche, che offrono una<br />

visione di come respirare per<br />

lungo tempo aria inquinata<br />

possa rendere le persone<br />

più sensibili e vulnerabili al<br />

Covid-19.<br />

Anche una ricerca europea<br />

effettuata da Yaron Ogen,<br />

presso la Martin Luther<br />

University di Halle-<br />

Wittenberg in Germania,<br />

analizzando le statistiche<br />

di mortalità per Covid-19 in<br />

66 regioni in Italia, Spagna,<br />

Francia e Germania ha<br />

scoperto che nel 78% dei<br />

casi la letalità del virus si<br />

è registrata in cinque delle<br />

regioni più inquinate.<br />

In Italia, in particolare,<br />

l’ipotesi di un possibile<br />

collegamento tra la diffusione<br />

del Covid-19 e l’inquinamento<br />

atmosferico deriva dell’alta<br />

diffusione della pandemia<br />

nell’area della pianura<br />

Padana, riconosciuta come<br />

una delle aree geografiche più<br />

inquinate d’Europa (Re, 2020;<br />

Conticini 2020).<br />

Un Position Paper della<br />

Società Italiana di Medicina<br />

Ambientale sull’effetto<br />

dell’inquinamento da<br />

particolato atmosferico<br />

sulla diffusione di virus<br />

nella popolazione italiana,<br />

ha inoltre suggerito che<br />

l’inquinamento costituisce un<br />

plausibile fattore di rischio,<br />

ipotizzando che questo possa<br />

avvenire sia in modo diretto<br />

come “veicolo” (carrier),<br />

sia in modo indiretto come<br />

“amplificatore” (boost) degli<br />

effetti dell’infezione sul<br />

sistema respiratorio.<br />

In quest’ultimo studio l’unità<br />

di osservazione sono state le<br />

Province italiane e l’analisi<br />

ha messo in relazione la<br />

proporzione di superamenti<br />

per il PM10 nelle centraline<br />

di ciascuna Provincia con<br />

il numero di casi infetti da<br />

Covid-19, come riportati dal<br />

sito della Protezione Civile.<br />

L’analisi ha evidenziato una<br />

relazione molto forte, con un<br />

coefficiente di correlazione<br />

elevato.<br />

Si tratta tuttavia di<br />

osservazioni che hanno<br />

numerosi limiti dal punto<br />

di vista metodologico e note<br />

ufficiali (Società Italiana di<br />

Aerosol, Agenzia Ambientale<br />

del Veneto, Agenzia regionale<br />

Prevenzione Ambiente e<br />

Energia Emilia-Romagna e<br />

Lombardia) hanno richiamato<br />

alla cautela nel diffondere<br />

informazioni non suffragate<br />

da solide argomentazioni<br />

scientifiche, auspicando<br />

nuovi e più mirati studi.<br />

IL PROGETTO<br />

PULVIRUS<br />

Per effettuare un’analisi<br />

seria e approfondita su<br />

queste tematiche, fondata<br />

su protocolli scientifici<br />

verificabili, lo scorso maggio<br />

ENEA, Istituto Superiore<br />

di Sanità (ISS) e Sistema<br />

Nazionale per la Protezione<br />

Ambientale (SNPA, composto<br />

da ISPRA e dalle Agenzie<br />

Regionali del Sistema<br />

Nazionale per la Protezione<br />

dell’Ambiente) hanno<br />

annunciato un’alleanza<br />

scientifica e hanno dato<br />

avvio al progetto di ricerca<br />

congiunto denominato<br />

PULVIRUS.<br />

PULVIRUS è infatti<br />

un’iniziativa di respiro<br />

nazionale che mette a fattore<br />

comune rilevanti insiemi<br />

di dati, competenze ed<br />

esperienze in corso di cui<br />

dispongono le tre istituzioni,<br />

verificando così gli strumenti<br />

che la comunità scientifica si<br />

è data per supportare le policy<br />

ambientali e sanitarie.<br />

L’unione, dunque, di ENEA,<br />

ISS e SNPA cercherà di<br />

approfondire tre aspetti: il<br />

legame tra inquinamento<br />

atmosferico e diffusione della<br />

pandemia; le interazioni<br />

di tipo fisico, chimico e<br />

biologico, tra polveri sottili e<br />

virus; e cosa ha comportato<br />

questo periodo di “lockdown”<br />

per le emissioni di gas<br />

serra e per l’inquinamento<br />

atmosferico in generale.<br />

Per raggiungere questi tre<br />

obiettivi saranno utilizzati<br />

due tipi di analisi. Nella<br />

prima, sarà riprodotta<br />

l’interazione tra virus e<br />

particolato atmosferico,<br />

grazie ad una analisi<br />

matematica simulata al<br />

computer; nella seconda verrà<br />

invece utilizzato un modello<br />

biologico che abbia tutte le<br />

caratteristiche di Sars-Cov-2.<br />

Il progetto PULVIRUS si<br />

svilupperà nell’arco di un<br />

anno, ma già fra pochi<br />

mesi saranno comunque<br />

disponibili alcuni risultati<br />

significativi, fra i quali<br />

l’analisi di fattibilità di un<br />

sistema di rivelazione precoce<br />

da attivare possibilmente<br />

prima della prossima stagione<br />

autunnale.<br />

Bibliografia:<br />

Role of the chronic air pollution levels in the Covid-19 outbreak risk in Italy-Daniele Fattorini e Francesco Regoli, 2020<br />

Aria e Covid-19, documento della Rete italiana ambiente e salute, 2020<br />

Steering Committee del progetto CCM RIAS (Rete Italiana Ambiente e Salute) - Scienza in Rete, 2020<br />

New Research Links Air Pollution to Higher Coronavirus Death Rates - New York Times, 2020<br />

Exposure to air pollution and COVID-19 mortality in the United States- Xiao Wu, Rachel C. Nethery, Benjamin M. Sabath, Danielle Braun and Francesca<br />

Dominici, 2020, “Exposure to air pollution and COVID-19 mortality in the United States” medRxiv<br />

Air quality and COVID-19- European Environment Agency, 2020<br />

luglio-agosto 2020 35


Logistics & beyond<br />

COVID-19<br />

NETCOMM-POLITECNICO DI MILANO: I NUOVI PARADIGMI DELL’eCOMMERCE IN ITALIA<br />

Le sfide del click&collect<br />

e del proximity commerce<br />

di Paolo Benevolo<br />

Con un incremento<br />

eclatante di oltre 2 milioni<br />

di nuovi utenti, in gran<br />

parte registrato nel bimestre<br />

marzo-aprile, durante<br />

il periodo di lockdown<br />

dovuto alla crisi sanitaria<br />

Covid-19, l’eCommerce<br />

conquista in Italia ulteriori<br />

posizioni, arrivando a contare<br />

complessivamente agli inizi<br />

di maggio ben 29 milioni di<br />

consumatori online.<br />

Un vero e proprio salto<br />

evolutivo verso il commercio<br />

digitale, se si considera che<br />

nei primi quattro mesi del<br />

2019 (da gennaio ad inizio<br />

maggio) la crescita organica<br />

del settore era stata di<br />

Con l’entrata in vigore del lockdown<br />

triplicati in Italia tra gennaio e maggio<br />

i nuovi consumatori online, diventati<br />

2 milioni rispetto ai 700.000 del 2019.<br />

circa 700.000 nuovi utenti,<br />

tanti quanti ci si aspettava<br />

sarebbero stati i nuovi<br />

consumatori online anche nei<br />

primi primi quattro mesi del<br />

2020.<br />

La chiusura temporanea<br />

dei negozi fisici e l’invito<br />

a restare il più possibile<br />

nelle proprie abitazioni non<br />

hanno dunque fermato in<br />

modo drastico la spinta agli<br />

acquisti, ma piuttosto hanno<br />

cambiato radicalmente le<br />

abitudini e i comportamenti<br />

dei consumatori italiani,<br />

spostandoli a favore<br />

dell’eCommerce, che ha<br />

garantito continuità di<br />

servizio per numerose attività<br />

essenziali, quali soprattutto<br />

l’approvvigionamento<br />

quotidiano di beni alimentari<br />

e l’acquisto di medicinali.<br />

Due settori, questi ultimi, che<br />

proprio in virtù dell’impatto<br />

del Covid-19 appaiono oggi<br />

a livello mondiale tra i più<br />

promettenti per le vendite<br />

online e per i quali si<br />

prospettano nel 2020 ulteriori<br />

aumenti: fino al 23% nel<br />

segmento del c.d. “modern<br />

food retail” (modalità di<br />

acquisto multicanale nel<br />

settore alimentare: ordini<br />

online via sito eCommerce,<br />

social network, app di<br />

messaggistica, click&collect<br />

ed eCommerce di prossimità)<br />

e fino al 15% per la vendita<br />

di prodotti farmaceutici,<br />

a fronte di una crescita<br />

generale dell’eCommerce<br />

che dovrebbe superare<br />

ampiamente il 50%.<br />

36<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Logistics & beyond<br />

Inevitabili, di conseguenza,<br />

i cambiamenti di paradigma<br />

indotti sia nel retail sia nella<br />

logistica, preannunciandosi il<br />

commercio elettronico come<br />

un fenomeno tutt’altro che<br />

transitorio e occasionale,<br />

considerati i vantaggi in<br />

termini di comodità, prezzi e<br />

programmi di fidelizzazione<br />

sperimentati per la prima<br />

volta da molti italiani<br />

proprio nella fase più acuta<br />

dell’emergenza sanitaria.<br />

Queste alcune delle principali<br />

evidenze sull’evoluzione<br />

dell’eCommerce in Italia, con<br />

l’arrivo del Covid-19, illustrate<br />

durante la prima edizione<br />

edizione di Netcomm Forum<br />

Live, promosso e curato il 6 e<br />

7 maggio scorso dal Consorzio<br />

del commercio elettronico<br />

italiano Netcomm, punto<br />

di riferimento in materia di<br />

commerce e retail digitale e<br />

collaboratore dell’autorevole<br />

Osservatorio eCommerce B2c<br />

della School of Management<br />

del Politecnico di Milano.<br />

IL TREND DELLA SPESA<br />

QUOTIDIANA ONLINE<br />

Dal punto di vista delle<br />

vendite online a confermare<br />

in particolare la sua forza<br />

propulsiva è stato nei mesi<br />

del lockdown il settore dei<br />

prodotti alimentari, che ha<br />

tratto i maggiori vantaggi<br />

dalla situazione di emergenza<br />

sanitaria e che stava già in<br />

precedenza attraversando<br />

una fase molto positiva<br />

soprattutto nel delivery a<br />

domicilio.<br />

Diversamente altri<br />

settori, come quello del<br />

“fashion&lifestyle”, pur<br />

rimarcando nuovi clienti<br />

online, sono stati colpiti più<br />

duramente anche online in<br />

questa fase di emergenza<br />

sanitaria.<br />

Una vera e propria impennata<br />

è stata invece registrata<br />

in settori già da tempo<br />

considerati emergenti: a<br />

registrare l’incremento<br />

maggiore, da fine febbraio<br />

a metà aprile, è stato infatti<br />

il “pet care” (+154%), ovvero<br />

il settore dei prodotti per la<br />

Generalisti e PurePlayer - Tassi di crescita online, click&collect, home delivery<br />

cura degli animali domestici;<br />

seguito dai prodotti per la<br />

cura della casa (+126%) e della<br />

persona (+93).<br />

Non solo dunque<br />

approvvigionamento<br />

alimentare per gli esseri<br />

umani e igiene per la cura<br />

personale e della casa: gli<br />

italiani hanno fatto acquisti<br />

e continuano sempre più a<br />

comprare online anche per<br />

soddisfare altre esigenze.<br />

Tornando infine al settore<br />

alimentare, una recente<br />

fotografia del comparto<br />

“Food&Grocery” scattata<br />

dall’Osservatorio eCommerce<br />

B2c promosso dalla School of<br />

Management del Politecnico<br />

di Milano e da Netcomm, la<br />

quarta con focus specifico su<br />

questo settore merceologico<br />

trainante per lo sviluppo<br />

dell’eCommerce B2c in<br />

Italia, ha messo in evidenza<br />

come tra le sue componenti<br />

il “Grocery Alimentare”<br />

(prodotti da supermercato)<br />

si stia affermando quale<br />

principale segmento online,<br />

grazie a una crescita del<br />

+85% rispetto al 2019 e un<br />

valore di 854 milioni di euro,<br />

seguito dal “Food Delivery”<br />

(cibo pronto) con 706 milioni<br />

(+19%) e dall’Enogastronomia<br />

(prodotti di nicchia) con 589<br />

milioni di euro (+63%).<br />

Nel 2020, stima la<br />

ricerca dell’Osservatorio<br />

eCommerce B2c, gli acquisti<br />

online dei consumatori<br />

italiani (su siti sia italiani<br />

sia stranieri) nel comparto<br />

“Food&Grocery” varranno<br />

2,5 miliardi di euro, con una<br />

crescita del +55%, quasi 1<br />

miliardo in valore assoluto in<br />

più rispetto al 2019.<br />

Variazione % vendite online dal 23/2 al 12/4<br />

UN CAMBIO<br />

DI PARADIGMA<br />

Al di là dei singoli comparti,<br />

le vendite online hanno<br />

anche messo in luce nel<br />

periodo di lockdown nuove<br />

interessanti dinamiche,<br />

che se debitamente colte<br />

potrebbero divenire volàno<br />

per un ancor più rapido balzo<br />

del commercio digitale in<br />

Italia.<br />

“Stiamo assistendo a<br />

un’evoluzione inaspettata<br />

dei modelli di consumo<br />

degli italiani. A cambiare in<br />

tempi record sono state in<br />

particolare le modalità di<br />

spedizione e di consegna.<br />

Il “click&collect”, ovvero la<br />

possibilità di ordinare online<br />

un prodotto e di ritirarlo in<br />

negozio da parte del cliente,<br />

ha registrato una crescita del<br />

luglio-agosto 2020 37


Logistics & beyond<br />

COVID-19<br />

+349% e ci aspettiamo che<br />

nei prossimi mesi diventerà<br />

un’abitudine sempre più<br />

consolidata, poiché consente<br />

flessibilità, adattamento<br />

alle esigenze di mobilità e,<br />

soprattutto, distanziamento<br />

sociale”, spiega il presidente<br />

di Netcomm, Roberto Liscia,<br />

“un ulteriore modello che ha<br />

preso piede in Italia in questi<br />

mesi di lockdown è poi il<br />

“proximity commerce”, che<br />

permette l’integrazione tra i<br />

grandi player del commercio<br />

elettronico e i piccoli<br />

negozianti, i quali, grazie alla<br />

logistica e alle piattaforme di<br />

delivery, possono raggiungere<br />

i clienti residenti nelle zone<br />

limitrofe. Si tratta di un<br />

servizio che ha finalmente<br />

raggiunto cittadine e piccoli<br />

centri abitati che fino a poche<br />

settimane fa non avrebbero<br />

immaginato di poterne<br />

beneficiare e difficilmente i<br />

consumatori rinunceranno a<br />

questa comoda pratica”.<br />

Tuttavia, sottolinea l’indagine<br />

condotte da Netcomm,<br />

emerge che la tendenza a<br />

una logica omnicanale è<br />

ancora molto bassa, come<br />

basso rimane il livello di<br />

gestione smart dei negozi<br />

tramite app che consentano<br />

ai consumatori di localizzare<br />

lo store più vicino, pagare,<br />

ricevere sconti e programmi<br />

fedeltà. Su circa 280 insegne<br />

di diversi settori prese in<br />

esame, che rappresentano<br />

circa 46.000 punti vendita,<br />

Insegne che consentono il ritiro in negozio degli acquisti online<br />

risulta infatti che solo il<br />

79% possiede un canale<br />

eCommerce attivo e solo<br />

il 37% è abilitato al ritiro o<br />

al reso in store di prodotti<br />

acquistati online.<br />

“In questi giorni di<br />

emergenza sono tante le<br />

domande che ci poniamo<br />

sugli effetti e sulle mutazioni<br />

che ci attendono nel mondo<br />

del commercio”, commenta<br />

in proposito la direttrice<br />

dell’Osservatorio eCommerce<br />

B2c Netcomm - Politecnico<br />

di Milano, Valentina<br />

Pontiggia, “e tra le poche<br />

certezze c’è a mio avviso la<br />

vicinanza, la dipendenza<br />

che i canali online e fisico<br />

hanno dimostrato con<br />

forza in questo momento<br />

difficile. Durante il lockdown,<br />

il digitale per tanti ha<br />

rappresentato l’unica (e<br />

preziosa) occasione per<br />

mantenere viva una relazione<br />

con i propri consumatori.<br />

Per altri l’eCommerce è<br />

stato motore di crescita<br />

esponenziale delle vendite,<br />

ma le operations hanno<br />

dettato con violenza i ritmi e<br />

soprattutto hanno imposto<br />

i limiti. Quando avremo<br />

lasciato alle spalle questa<br />

crisi, l’eCommerce svolgerà<br />

un ruolo indispensabile per<br />

la ripresa del commercio e<br />

dei consumi: come individui<br />

cercheremo una nuova<br />

normalità, sicuramente più<br />

digitale. Una sfida importante<br />

per il nostro Retail”.<br />

L’ADEGUAMENTO<br />

DEI PICCOLI ESERCIZI<br />

“In questo scenario in<br />

continua evoluzione, le sfide<br />

per le aziende e le PMI non<br />

sono poche, ma altrettante<br />

sono le opportunità per<br />

trasformare e innovare il<br />

proprio business”, puntualizza<br />

il presidente di Netcomm,<br />

Roberto Liscia, “acquisire<br />

le competenze tecnologiche<br />

più adeguate è la chiave per<br />

accelerare o avviare per la<br />

prima volta il percorso verso<br />

l’eCommerce, un settore che<br />

mai come in questo momento<br />

ha dimostrato di essere non<br />

più solo un accessorio, ma un<br />

servizio fondamentale per le<br />

imprese e per i cittadini”.<br />

Durante il lockdown, infatti,<br />

molti negozi fisici focalizzati<br />

sui beni alimentari e di prima<br />

necessità si sono avvicinati per<br />

la prima volta all’eCommerce<br />

grazie alla collaborazione con<br />

soggetti terzi già presenti<br />

online (piattaforme di<br />

food delivery e non solo), e<br />

numerosi esercizi di quartiere<br />

hanno iniziato a lavorare con<br />

strumenti digitali, anche se<br />

meno evoluti dell’eCommerce,<br />

come whatsapp.<br />

I picchi “straordinari” di<br />

richieste e l’incapacità<br />

di soddisfarli da parte<br />

della maggior parte degli<br />

operatori hanno dunque<br />

accelerato un processo sia<br />

di digitalizzazione (per<br />

chi online non era ancora<br />

presente) sia di adeguamento<br />

delle risorse, in primis<br />

logistico/distributive (per chi<br />

online c’era già).<br />

“Lo sforzo messo in atto è<br />

stato encomiabile e volto a<br />

potenziare l’investimento in<br />

tecnologie e a incrementare la<br />

capacità operativa, soprattutto<br />

in fase di allestimento<br />

dell’ordine, ma l’adeguamento<br />

delle risorse non è comunque<br />

stato sufficiente a soddisfare<br />

interamente la domanda”,<br />

ha puntualizzato il direttore<br />

dell’osservatorio eCommerce<br />

B2c, Valentina Pontiggia,<br />

“rispetto al passato è però<br />

maturata una definitiva<br />

consapevolezza dei limiti<br />

fino a oggi imposti dalle<br />

operations. Ed è grazie a<br />

questa consapevolezza che<br />

stanno prendendo forma<br />

nuove strategie, finalmente<br />

caratterizzate da impegno e<br />

risorse adeguati a sostenere<br />

una crescita strutturale<br />

del canale eCommerce nei<br />

prossimi anni. Oggi ci sono<br />

quindi tutti i presupposti<br />

per gettare le fondamenta<br />

di un progetto di sviluppo<br />

sostenibile di questo settore<br />

online, con due punti di<br />

attenzione: l’ottimizzazione<br />

delle operations e la<br />

riorganizzazione aziendale”.<br />

E concludendo ha aggiunto:<br />

“Sarà dunque necessario<br />

ottimizzare i processi di<br />

picking e di distribuzione<br />

perché per fare eCommerce<br />

nel Food (dove l’ordine medio<br />

è costituito da un numero<br />

elevato di prodotti, fino a 50<br />

nel Grocery, con un basso<br />

valore unitario e con esigenze<br />

specifiche come la gestione<br />

a temperatura controllata)<br />

serve una macchina operativa<br />

perfettamente funzionante<br />

ed efficiente. Sarà prioritario<br />

lavorare sull’organizzazione<br />

aziendale, sui ruoli e sulle<br />

responsabilità necessarie per<br />

favorire una nuova idea di<br />

commercio, sicuramente più<br />

digitale e omnicanale. Solo<br />

così sarà possibile superare i<br />

connotati ancora sperimentali<br />

di molte iniziative e garantire<br />

una copertura territoriale<br />

sempre più estesa”.<br />

38<br />

luglio-agosto 2020


Logistics & beyond<br />

STUDIO BITKOM SULLA DIGITALIZZAZIONE NEL CONTESTO DELLA STRATEGIA INDUSTRIALE UE<br />

Una digital strategy<br />

per la logistica europea<br />

di Antonio Ricotta (Direzione Sistemi Informativi e Innovazione ACI)<br />

Un’opinione tutto sommato<br />

favorevole, anche se non<br />

esattamente entusiasta. Ecco<br />

qual è l’idea che le aziende,<br />

in particolare tedesche,<br />

hanno dell’uso di piattaforme<br />

digitali applicate alla logistica.<br />

A riferirlo è un sondaggio<br />

condotto da Bitkom su più<br />

di 500 aziende tedesche<br />

con background diversi, il<br />

cui risultato è riportato nel<br />

recente studio sulla strategia<br />

industriale dell’Unione<br />

Europea per un’economia<br />

digitalizzata.<br />

Bitkom è l’associazione<br />

Intervistate oltre 500 aziende tedesche<br />

per individuare i problemi che ancora<br />

ostacolano in UE la transizione digitale<br />

e delineare soluzioni e nuove strategie.<br />

che rappresenta oltre 2.700<br />

aziende dell’economia digitale<br />

che generano un fatturato<br />

annuo di 190 miliardi di euro e<br />

danno lavoro a oltre 2 milioni<br />

di persone in Germania, sorta<br />

con l’obiettivo dichiarato<br />

(Linkedin) di rendere la<br />

Germania uno dei Paesi più<br />

digitalizzati al mondo.<br />

Una transizione fondamentale<br />

per l’efficientamento<br />

dell’intera catena logistica,<br />

soprattutto in considerazione<br />

dei profondi cambiamenti e<br />

delle nuove esigenze emerse<br />

a seguito dell’emergenza<br />

Covid-19.<br />

Dal sondaggio Bitkom risulta<br />

che l’opinione delle aziende<br />

sull’utilizzo di piattaforme<br />

digitali riferite è positiva per<br />

il 41% e negativa per il 37%.<br />

Per il retail l’orientamento<br />

positivo sale al 60%, mentre<br />

quello negativo scende al 22%.<br />

Per i servizi, infine, il parere<br />

positivo si attesta sul 43% e<br />

quello negativo al 27%.<br />

UNA SCARSA ATTITUDINE<br />

ALLA DIGITALIZZAZIONE<br />

La mancanza di entusiasmo da<br />

parte delle aziende tedesche<br />

è considerata sorprendente<br />

dalla stessa Bitkom, visti i<br />

luglio-agosto 2020 39


Logistics & beyond<br />

Bitkom asked more than 500 German companies with different backgrounds about their views<br />

I risultati del sondaggio Bitkom sull'uso delle piattaforme digitali (per settore aziendale)<br />

on digital platforms for the future of their businesses:<br />

Manufacturing<br />

Retail<br />

Services<br />

Fonte: Bitkom Research<br />

22% negatively<br />

Source: Bitkom Research ↗ https://www.bitkom.org/Presse/Presseinformation/Vor-allem-die-Industrie-bleibt-bei-<br />

vantaggi digitalen-Plattformen-skeptisch<br />

delle piattaforme<br />

digitali applicate all’industria.<br />

Basti pensare alla possibilità<br />

di commercializzare le<br />

proprie offerte a livello<br />

globale, con relativamente<br />

poco sforzo e raggiungendo<br />

contemporaneamente<br />

un numero assai elevato<br />

di clienti. O ai risparmi<br />

sui costi di magazzino<br />

direttamente conseguenti ad<br />

un aumento dell’efficienza<br />

27% negatively<br />

nella gestione delle<br />

giacenze.<br />

Per averne un’idea concreta<br />

può essere utile ricordare una<br />

recente analisi apparsa sul<br />

“Wall Street Journal” che ha<br />

ricordato come l’efficienza<br />

delle sue fabbriche cinesi<br />

consenta a un colosso globale<br />

come Apple di operare con<br />

giacenze di magazzino pari<br />

a una sola settimana di<br />

vendite. I risparmi enormi<br />

sulla logistica consentono di<br />

conseguenza all’azienda di<br />

investire di più in ricerca e<br />

sviluppo.<br />

Comunque, la (ancora)<br />

poco spiccata propensione<br />

alla digitalizzazione delle<br />

aziende tedesche non deve<br />

sorprendere più di tanto. A<br />

parte i casi (tutto sommato<br />

isolati) delle aziende top,<br />

quanti dei dati prodotti in un<br />

qualunque ambiente digitale<br />

This is surprising insofar as the advantages of platforms also apply to industry, in particular the<br />

possibility of marketing one’s own offers globally with relatively little effort and thereby reaching<br />

a high number of customers simultaneously.<br />

Uncertainties regarding the confidentiality of sensitive data and information of IT security as<br />

well as the lack of necessary skills are regarded as the greatest obstacles – these issues can be<br />

addressed through concrete improvements.6 The ability to set up and operate IIoT platforms<br />

should be incentivised – for example by introducing simple and transparent rules – in order to<br />

strengthen international competitiveness.<br />

41% positively<br />

37% negatively<br />

43% positively<br />

With regard to the industrial use of cloud solutions, the following principles should be observed<br />

from a European perspective: Framework conditions must allow and facilitate the development<br />

and scaling of cloud and data infrastructures in Europe. To achieve this, the actual needs of users<br />

must be at the forefront of considerations. New offerings must be attractive in terms of functionality<br />

and price as well as trustworthiness and transparency. One possible approach would be a<br />

networked, interoperable and modular structure.7<br />

6 IoT Plattformen: Aktuelle Trends und Herausforderungen, Bitkom (2018)<br />

60% positively<br />

7 Eine souveräne Cloud- und Dateninfrastruktur in Deutschland und Europe, Bitkom Eckpunktepapier<br />

(Oct 2019)<br />

La guida automatica e connessa prospetta efficaci soluzioni per migliorare l’efficienza dei trasporti su gomma.<br />

sono infatti strutturati e<br />

quindi utilizzabili per finalità<br />

di analisi, interpretazione e<br />

governo dei processi? Pochi,<br />

secondo le stime ricorrenti,<br />

addirittura una minima<br />

parte secondo alcuni. Per<br />

la logistica significa non<br />

avere la possibilità di poter<br />

disporre di un supporto<br />

tecnologico che consenta di<br />

dedurre dalla massa di dati<br />

non strutturati suggerimenti<br />

di intervento e potenziali<br />

concreti per i processi di<br />

magazzino.<br />

Una strategia che<br />

non può non passare,<br />

affinché l’UE rimanga<br />

competitiva, che attraverso<br />

una modernizzazione<br />

fondamentale delle vecchie<br />

strutture, che pur essendosi<br />

dimostrate efficaci in<br />

passato, non sono più idonee<br />

per il futuro. L’obiettivo<br />

deve dunque essere quello di<br />

rimanere agili.<br />

GLI OSTACOLI<br />

E LE CRITICITÀ<br />

Secondo l’analisi Bitkom,<br />

pesano in particolare<br />

sullo sviluppo della<br />

digitalizzazione le incertezze<br />

relative alla riservatezza<br />

dei dati sensibili e sulla<br />

sicurezza IT, così come la<br />

mancanza di competenze<br />

necessarie.<br />

Tra i possibili ostacoli e<br />

strettoie che rischiano di<br />

rallentare l’evoluzione e<br />

l’utilizzo delle piattaforme<br />

digitali, lo studio Bitkom<br />

cita infatti la necessità<br />

di superare alcune<br />

frammentazioni nella<br />

normativa sui requisiti<br />

di sicurezza IT con una<br />

integrazione che guardi ad<br />

un contesto globale. Sul tema<br />

della sovranità digitale,<br />

affermano gli esperti di<br />

Bitkom, l’UE non deve agire<br />

in “splendido isolamento”,<br />

in particolare quando si<br />

tratta di sviluppare nuove<br />

tecnologie e corrispondenti<br />

modelli di business. Deve al<br />

contrario avere l’ambizione<br />

di diventare un hub globale<br />

per l’innovazione di<br />

40<br />

luglio-agosto 2020


Logistics & beyond<br />

Digitalizzzazione e automazione rivestono una funzione strategica per l’ottimizzazione a la gestione dei magazzini.<br />

tecnologie e servizi, affinché<br />

possano essere sviluppate<br />

tecnologie digitali potenti e<br />

sicure.<br />

Un altro fondamentale<br />

aspetto da considerare<br />

in un’ottica di sviluppo<br />

strategico della<br />

digitalizzazione riguarda<br />

lo sviluppo di identità<br />

digitali sicure. Tema su<br />

cui, scrive Bitkom, non<br />

ci si concentra ancora in<br />

misura sufficiente e che<br />

risulta invece fondamentale<br />

per aumentare la fiducia<br />

nelle tecnologie digitali.<br />

Le norme specifiche del<br />

settore in Germania, come<br />

in molti dei diversi sistemi<br />

normativi esistenti nell’UE,<br />

ostacolano infatti i fornitori<br />

di servizi di identità e, di<br />

conseguenza, i loro utenti.<br />

Per rafforzare l’ecosistema<br />

digitale europeo, conclude<br />

Bitkom, sono dunque<br />

necessarie semplificazioni<br />

normative e uno sforzo di<br />

armonizzazione a livello UE.<br />

Altro tema fondamentale<br />

per il rafforzamento<br />

dell’ecosistema digitale<br />

è costituito dalla tutela<br />

dei diritti di proprietà<br />

intellettuale: idee,<br />

invenzioni e creatività sono<br />

state e sono tuttora i cardini<br />

della creazione di valore<br />

nell’industria europea. La<br />

protezione della proprietà<br />

intellettuale sotto forma<br />

di diritti d’autore, brevetti,<br />

know-how, marchi e diritti<br />

connessi costituisce pertanto<br />

un incentivo a investire<br />

in nuovi prodotti, servizi<br />

e risultati creativi. L’UE<br />

dovrebbe quindi sviluppare<br />

ulteriormente la sua politica<br />

di protezione della proprietà,<br />

garantendo l’equilibrio tra<br />

le esigenze di protezione e la<br />

promozione di condizioni di<br />

parità dall’altro.<br />

Ulteriore caposaldo è<br />

costituito dal libero<br />

scambio e dall’esigenza di<br />

garantirlo con strumenti<br />

che ne assicurino la<br />

certezza giuridica, quali<br />

istituzioni multilaterali e<br />

accordi commerciali e di<br />

investimento bilaterali. Le<br />

politiche commerciali non<br />

dovrebbero in ogni caso in<br />

alcun modo incoraggiare<br />

la tendenza internazionale<br />

verso il protezionismo<br />

degli investimenti.<br />

Nell’UE, osserva Bitkom, è<br />

importante rimanere fedeli<br />

ai principi del mercato unico<br />

e l’Unione dovrebbe pertanto<br />

contrastare le pratiche che<br />

minacciano il libero scambio<br />

e la concorrenza leale in<br />

condizioni di parità.<br />

DALL’AMBIENTE<br />

AI TRASPORTI<br />

Oltre alla digitalizzazione,<br />

la seconda grande sfida<br />

per l’industria è l’agenda<br />

ambientale, su cui la<br />

Commissione europea ha<br />

riposto gran parte delle<br />

proprie ambizioni, con<br />

l’impegno a conseguire la<br />

neutralità climatica entro il<br />

2050 mediante la proposta<br />

della legge europea sul clima<br />

e avviando una consultazione<br />

sul patto europeo per il<br />

clima.<br />

Anche Bitkom sostiene<br />

l’obiettivo della neutralità<br />

climatica entro il 2050 ma,<br />

precisa, che questo obiettivo<br />

può essere raggiunto solo<br />

se le tecnologie digitali<br />

svolgeranno un ruolo<br />

centrale come motori per<br />

l’efficienza energetica e dei<br />

materiali, nonché per la<br />

riduzione delle emissioni.<br />

Enormi opportunità sono<br />

inoltre attese nel settore<br />

della mobilità: in futuro i<br />

sistemi di trasporto saranno<br />

collegati in modo molto<br />

più stretto. Lo scambio di<br />

dati tra i modi di trasporto<br />

consentirà di attuare sistemi<br />

intermodali che promuovono<br />

una mobilità più sostenibile.<br />

La guida automatica, in<br />

questo contesto, deve<br />

essere vista come una<br />

tecnologia chiave in cui le<br />

aziende europee dovrebbero<br />

raggiungere una posizione<br />

di leadership a livello<br />

internazionale al fine di<br />

rimanere il fornitore leader<br />

di automobili e forniture<br />

necessarie.<br />

Last but not least, le abilità<br />

e le competenze rivestono<br />

un’importanza primaria<br />

nella definizione della<br />

strategia, in quanto la<br />

trasformazione digitale<br />

è caratterizzata da<br />

un’innovazione continua e<br />

frenetica e, di conseguenza,<br />

va assicurato un costante<br />

aggiornamento delle<br />

competenze.<br />

Le aziende devono dunque<br />

valutare il gap tra le<br />

competenze richieste e quelle<br />

effettivamente disponibili.<br />

E in questa direzione<br />

appare molto importante<br />

rendere disponibili fondi<br />

per la riqualificazione<br />

professionale e la formazione<br />

continua, indipendentemente<br />

dalle dimensioni<br />

dell’azienda, ma ovviamente<br />

con particolare attenzione<br />

alle imprese più piccole, che<br />

dipendono maggiormente<br />

dal supporto finanziario per<br />

rimanere competitive.<br />

luglio-agosto 2020 41


Trasporto merci<br />

COVID-19<br />

UNRAE: TREND DI MERCATO E SITUAZIONE DELL’AUTOTRASPORTO IN ITALIA<br />

Dal truck agli allestimenti<br />

a rischio la competitività<br />

di Paolo Benevolo<br />

Qualità e sicurezza: un<br />

binomio essenziale per<br />

il mondo dell’autotrasporto<br />

italiano, che si trova oggi<br />

a fronteggiare l’agguerrita<br />

concorrenza dei vettori<br />

esteri con un parco<br />

circolante complessivo<br />

di 685.000 truck > 3,5 t,<br />

la cui anzianità media è<br />

di 13,6 anni (contro una<br />

media europea di 11,5 anni),<br />

e di 405.400 rimorchi e<br />

semirimorchi, tra furgoni,<br />

cisterne, pianali ecc., di cui<br />

oltre un terzo immatricolato<br />

da oltre 20 anni.<br />

Uno stato di fatto<br />

Emergenza Covid-19: un colpo di grazia<br />

per il mercato dei truck, dei rimorchiati<br />

e degli allestimenti: il settore chiede<br />

con forza urgenti interventi di supporto.<br />

difficilmente sostenibile per<br />

garantire la competitività<br />

del sistema logistico<br />

italiano, che come hanno<br />

dimostrato in modo<br />

inequivocabile le prime fasi<br />

dell’emergenza Covid-19<br />

svolge un ruolo strategico<br />

a supporto dell’industria<br />

e dell’economia del nostro<br />

Paese, offrendo un servizio<br />

indispensabile per la vita<br />

quotidiana di ognuno di noi.<br />

Con l’obiettivo di esaminare<br />

la situazione e avanzare<br />

proposte di soluzione per<br />

affrontare il post-emergenza<br />

e dare nuove e più solide<br />

basi allo sviluppo del<br />

settore, anche a sostegno<br />

del rinnovo sempre più<br />

urgente del parco, la<br />

sezione veicoli industriali<br />

di UNRAE, l’associazione<br />

che rappresenta i costruttori<br />

esteri che operano in<br />

Italia, ha organizzato,<br />

rispettivamente l’8 e il<br />

27 maggio, due specifiche<br />

conferenze stampa online,<br />

dedicate l’una agli attuali<br />

trend di mercato dei veicoli<br />

industriali e l’altra a quello<br />

di rimorchi, semirimorchi e<br />

allestimenti.<br />

Due comparti inscindibili,<br />

parte integrante di uno<br />

stesso “ecosistema” che<br />

vede protagonisti, insieme<br />

alle imprese costruttrici<br />

42<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Trasporto merci<br />

e agli allestitori, le<br />

aziende di autotrasporto, i<br />

committenti, le istituzioni<br />

nazionali, le associazioni<br />

di categoria, i produttori<br />

di carburanti e i fornitori<br />

di energia, i gestori delle<br />

infrastrutture, il mondo<br />

accademico, il personale<br />

addetto all’assistenza<br />

dei veicoli e i conducenti<br />

professionali, a cui si<br />

aggiunge - non ultimo - il<br />

mondo dei media e della<br />

comunicazione.<br />

Un “ecosistema”<br />

indubbiamente complesso,<br />

che richiede oggi più che<br />

mai un dialogo costruttivo<br />

e un “agire di comune<br />

accordo” tra i diversi<br />

soggetti coinvolti al fine di<br />

consolidare le fondamenta di<br />

un sistema industriale di cui<br />

l’Italia non può permettersi<br />

di fare a meno.<br />

TRUCK: QUASI IL 60%<br />

ANCORA ANTE EURO 4<br />

“I dati del mercato dei<br />

veicoli industriali portano<br />

segno negativo già dal<br />

gennaio 2019”, ha spiegato<br />

nel corso della conferenza<br />

stampa sul mercato dei<br />

truck il presidente della<br />

Sezione Veicoli Industriale<br />

di UNRAE, Franco Fenoglio,<br />

“abbiamo quindi seguito<br />

con attenzione l’andamento<br />

dei dati di immatricolazione<br />

per capire fino a che punto<br />

l’emergenza in corso potesse<br />

dare un vero e proprio colpo<br />

di grazia alla sofferenza di<br />

questo mercato, che non si<br />

è mai ripreso del tutto dalla<br />

crisi del 2008, arrivando<br />

con fatica, dopo dieci anni,<br />

a meno del 66% dei volumi<br />

fatti nel 2007”.<br />

Il crollo di vendite che<br />

ha fatto seguito dal 2008<br />

allo scoppio della crisi<br />

finanziaria Lehman<br />

Brothers ha portato nel<br />

2012 in Italia ad una perdita<br />

di volumi di mercato<br />

superiore al 60%, che gli<br />

anni successivi di crescita<br />

(con la sola eccezione del<br />

2014) non sono riusciti<br />

a colmare, mostrando le<br />

prime avvisaglie di un<br />

preoccupante rallentamento<br />

nel 2019 (-7,7%), che si è<br />

rapidamente aggravato<br />

nel 2020 a seguito della<br />

pandemia da Covid-19 (nei<br />

primi cinque mesi del 2020,<br />

per effetto del lockdown, il<br />

mercato dei truck > 3,5 t ha<br />

registrato una variazione<br />

negativa del 29,4%).<br />

Alla fine del 2019, come<br />

evidenziano i dati UNRAE, il<br />

58,5% dei veicoli industriali<br />

>3,5 t in circolazione<br />

sulle nostre strade risulta<br />

omologato in classe di<br />

emissione ante Euro 4<br />

(401.000 veicoli) e ben il<br />

12,8% del parco italiano si<br />

dimostra ancora composto<br />

da veicoli di classe Euro 0<br />

(88.000 mezzi con oltre 27<br />

anni di età). Una situazione<br />

che compromette non solo<br />

l’apporto ambientale del<br />

trasporto merci su gomma,<br />

ma anche la sicurezza<br />

della circolazione stradale,<br />

considerata l’entrata in<br />

vigore dal 1° novembre 2015<br />

dell’obbligo di installare<br />

di serie sui truck di nuova<br />

omologazione dispositivi<br />

di sicurezza attiva di<br />

estrema rilevanza (AEBS<br />

per la frenata autonoma<br />

d’emergenza e LDW per il<br />

mantenimento della corsia).<br />

In occasione della<br />

conferenza stampa dell’8<br />

maggio scorso UNRAE<br />

ha inoltre evidenziato<br />

la diversa ripartizione<br />

del parco circolante in<br />

relazione all’utilizzo dei<br />

veicoli, mettendo in luce,<br />

in particolare, come il 52%<br />

del totale del parco sia<br />

attualmente destinato al<br />

trasporto merci in conto<br />

terzi, mentre solo il 31,6% al<br />

conto proprio, con profonde<br />

differenze in termini di età<br />

media dei veicoli: 10,7 anni<br />

nel caso del conto terzi e<br />

circa 15 anni nel caso del<br />

conto proprio.<br />

“Le aziende italiane di<br />

trasporto vorrebbero<br />

rinnovare le loro flotte”, ha<br />

commentato in proposito<br />

Fenoglio, “perché sono<br />

consapevoli di non poter<br />

essere competitive se<br />

non dispongono di tutti<br />

i mezzi oggi necessari<br />

per fare efficienza, cioè<br />

sostenibilità e sicurezza,<br />

che per la committenza<br />

significano affidabilità,<br />

in un mondo dove la<br />

competizione è spietata e<br />

fin troppo spesso sleale, e di<br />

fronte a concorrenti esteri<br />

adeguatamente sostenuti<br />

I più moderni truck prodotti dai marchi esteri associati ad UNRAE in mostra a Roma nel novembre 2018.<br />

luglio-agosto 2020 43


Trasporto merci<br />

COVID-19<br />

dai loro governi, che ne<br />

riconoscono la funzione<br />

strategica”.<br />

E ha poi aggiunto: “Le<br />

nostre aziende di trasporto<br />

scontano l’inefficienza<br />

di un sistema Paese che<br />

non ha mai provveduto a<br />

definire una politica dei<br />

trasporti che indicasse e<br />

sostenesse economicamente<br />

le linee di uno sviluppo<br />

strategico del settore. Molte<br />

risorse pubbliche sono<br />

andate sprecate anziché<br />

essere concentrate in<br />

azioni necessarie ad un<br />

consolidamento strutturale<br />

del sistema italiano dei<br />

trasporti”.<br />

Inefficienza del sistema<br />

Paese che ha già avuto come<br />

effetto una significativa<br />

delocalizzazione delle<br />

attività di trasporto, con<br />

conseguente perdita del<br />

<strong>30</strong>% delle reti italiane e di<br />

circa un miliardo e mezzo<br />

di euro di fatturato l’anno,<br />

con minori entrate fiscali<br />

per lo Stato quantificabili in<br />

105 milioni di euro l’anno e<br />

con la scomparsa, in questo<br />

sconcertante scenario,<br />

di ben 35.000 imprese e<br />

di 135.000 addetti, come<br />

documentano i dati UNRAE<br />

presentati nel corso della<br />

conferenza stampa.<br />

RIMORCHIATI: OLTRE L’80%<br />

PRIVI DI ESP E ABS<br />

Anche sul fronte dei<br />

veicoli rimorchiati e degli<br />

allestimenti la situazione<br />

italiana si dimostra<br />

tutt’altro che rosea, come<br />

delineato con accuratezza<br />

nel corso della conferenza<br />

stampa online organizzata<br />

da UNRAE il 27 maggio<br />

scorso, interamente dedicata<br />

a questo specifico comparto.<br />

“Si tratta di un settore<br />

molto poco conosciuto, tanto<br />

dalle istanze politiche e<br />

amministrative quanto dal<br />

pubblico”, ha precisato in<br />

apertura dell’evento online<br />

il coordinatore del Gruppo<br />

Rimorchi, Semirimorchi<br />

e Allestimenti di UNRAE,<br />

Sandro Mantella, “eppure i<br />

Il mercato dei veicoli industriali > 3,5 t – andamento storico<br />

Il mercato dei veicoli industriali > 3,5 t – andamento storico<br />

40.000<br />

35.000<br />

<strong>30</strong>.000<br />

25.000<br />

20.000<br />

15.000<br />

10.000<br />

5.000<br />

0<br />

20.000<br />

15.000<br />

10.000<br />

5.000<br />

0<br />

35.448<br />

-62%<br />

Con la crisi «Lehman<br />

Brothers» il mercato<br />

perde oltre il 60% dei<br />

volumi<br />

13.591<br />

+0,0%<br />

13.592<br />

-10,6%<br />

12.151<br />

+25,3%<br />

2007 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019<br />

17.619<br />

6.278<br />

15.2<strong>30</strong><br />

23.790<br />

Conferenza Stampa Veicoli Industriali UNRAE – 8 maggio 2020<br />

7.007<br />

6.651<br />

10.593<br />

+56,2% +2,4% +5,0% -7,7%<br />

14.749<br />

24.353<br />

16.119<br />

25.579<br />

15.486<br />

-11.842 unità<br />

-33,4%<br />

Il mercato dei rimorchi e semirimorchi > 3,5 t<br />

Il mercato dei rimorchi e semirimorchi > 3,5 t– andamento storico<br />

-64%<br />

Crisi Lehman<br />

Brothers: il<br />

mercato perde<br />

quasi 2/3 dei<br />

volumi<br />

+11,6% -5,1%<br />

-18,3% (-3,225 unità)<br />

+59,3%<br />

+39,2%<br />

+9,3%<br />

-3,9%<br />

2007 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019<br />

23.606<br />

-7,1%<br />

14.394<br />

44<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Trasporto merci<br />

veicoli rimorchiati e allestiti<br />

sono stati i protagonisti di<br />

punta dell’autotrasporto<br />

che - in occasione<br />

dell’emergenza in corso<br />

- ha garantito al Paese il<br />

rifornimento, in condizioni<br />

di sicurezza, proprio di quei<br />

prodotti che la situazione<br />

ha reso indispensabili,<br />

quali i generi alimentari e<br />

i farmaci, che necessitano<br />

di trasporto in regime di<br />

temperatura controllata,<br />

nonché prodotti energetici<br />

o presidi sanitari particolari<br />

(ad esempio l’ossigeno<br />

liquido) che sono disciplinati<br />

come merci pericolose ai fini<br />

del trasporto”.<br />

Un mondo estremamente<br />

variegato quello dei veicoli<br />

rimorchiati e allestiti per il<br />

trasporto e la distribuzione,<br />

soggetto a precise norme<br />

tecniche che ne presiedono<br />

progettazione, omologazione<br />

e immatricolazione, ma che<br />

nel suo complesso presenta<br />

un andamento storico di<br />

mercato del tutto analogo a<br />

quello dei truck.<br />

La crisi del 2008, infatti, ha<br />

fatto perdere al comparto<br />

quasi i due terzi dei suoi<br />

volumi tra il 2007 e il 2012 e<br />

la difficile ripresa registrata<br />

negli anni seguenti ha<br />

raggiunto il massimo nel<br />

2017 (pur senza raggiungere<br />

i volumi del 2007), per poi<br />

ridiscendere nel 2018 (- 3,9%)<br />

e nel 2019 (- 7,1%), fino ad<br />

un vero e proprio crollo nei<br />

primi mesi del 2020 (nei<br />

primi cinque mesi del 2020,<br />

per effetto del lockdown,<br />

il mercato dei rimorchi e<br />

semirimorchi > 3,5 t ha<br />

registrato una variazione<br />

negativa del 41,9%).<br />

Questo trend di mercato,<br />

secondo le stime elaborate<br />

da UNRAE sulla base<br />

dei dati forniti dall’Area<br />

Statistica dell’ACI, si<br />

ripercuote pesantemente<br />

sull’attuale parco<br />

rimorchiato circolante in<br />

Italia, soprattutto in termini<br />

di sicurezza stradale,<br />

in quanto ben l’81,6%<br />

dei veicoli in questione<br />

risulta immatricolato<br />

Un parco circolante datato, poco sostenibile e sicuro<br />

Totale al 31.12.2019*<br />

Euro V<br />

131.000<br />

19,1%<br />

Euro VI<br />

120.000<br />

17,5%<br />

Euro IV<br />

33.000<br />

4,8%<br />

* stima UNRAE<br />

Euro 0<br />

88.000<br />

12,8% Euro I<br />

56.500<br />

8,2%<br />

Euro III<br />

159.500<br />

23,3%<br />

Euro II<br />

97.000<br />

14,2%<br />

Veicoli Industriali>3,5t<br />

685.000 Età media: 13,6 anni<br />

Con ESP<br />

74.400<br />

18,4%<br />

Con ABS<br />

180.200<br />

44,4%<br />

Fonte: ACI<br />

Un parco circolante datato, poco sostenibile e sicuro<br />

Ante Euro IV<br />

401.000<br />

58,5%<br />

Ante 1/10/1993<br />

Conferenza Stampa Veicoli Industriali UNRAE – 8 maggio 2020<br />

1/10/1993<br />

1/10/1996<br />

1/10/2001<br />

1/10/2006<br />

1/10/2009<br />

31/12/2013<br />

Euro 0<br />

Euro I<br />

Euro II<br />

Euro III<br />

Euro IV<br />

Euro V<br />

Euro VI<br />

Un parco circolante datato, poco sicuro<br />

Totale al 31.12.2019<br />

405.400<br />

Veicoli Industriali>3,5 t<br />

Senza ABS<br />

150.800<br />

37,2%<br />

1/10/1999<br />

1/11/2014<br />

Senza ABS<br />

Con ESP<br />

Oltre 27 anni<br />

27 anni<br />

24 anni<br />

19 anni<br />

14 anni<br />

11 anni<br />

7 anni<br />

Rimorchi e Semirimorchi >3,5 t Speciali/Specifici<br />

Ante ESP 331.000 (81,6%)<br />

*La percentuale è calcolata in base alla data di obbligatorietà dei dispositivi. Una quota<br />

maggiore del parco potrebbe essere tuttavia già dotata dei dispositivi in oggetto<br />

13<br />

8<br />

Oltre 20 anni<br />

6 anni<br />

L’81,6% del parco circolante non è dotato di ESP o<br />

addirittura neanche di ABS*<br />

luglio-agosto 2020 45


Trasporto merci<br />

COVID-19<br />

prima dell’ottobre 1999<br />

e, dunque, assolutamente<br />

privo non solo del sistema<br />

di controllo della stabilità<br />

(ESP), introdotto di serie a<br />

partire dal novembre 2014,<br />

ma anche dei più basilari<br />

dispositivi di assistenza alla<br />

frenata (ABS).<br />

“Agganciare un rimorchio<br />

senza i dispositivi di<br />

sicurezza a motrici o trattori<br />

dotati dei sistemi tecnologici<br />

più avanzati”, ha rimarcato<br />

Mantella commentando<br />

questa preoccupante<br />

situazione, “costituisce un<br />

rischio reale di incidente<br />

nel caso che il complesso<br />

debba compiere frenate o<br />

deviazioni di emergenza”.<br />

Da qui la richiesta di<br />

limitare, almeno su<br />

autostrade e grandi arterie,<br />

la circolazione dei veicoli<br />

rimorchiati privi dei sistemi<br />

di sicurezza avanzata oggi<br />

disponibili e di esercitare<br />

seri controlli sulle<br />

importazioni dall’estero di<br />

rimorchi e semirimorchi<br />

usati, proponendo anche<br />

la ripresa e lo sviluppo di<br />

complessi da 18 e 25 metri,<br />

come già avviene in altri<br />

Paesi dell’Unione Europea.<br />

Incentivi insufficienti<br />

e troppo discontinui<br />

L’analisi di UNRAE si è<br />

quindi focalizzata sui diversi<br />

fattori che hanno impedito<br />

l’auspicato recupero delle<br />

immatricolazioni dei<br />

veicoli rimorchiati a partire<br />

dal 2017. Tra i principali<br />

fattori individuati e<br />

puntualmente evidenziati<br />

nel corso della conferenza<br />

stampa: l’inadeguatezza<br />

dei fondi stanziati, la<br />

discontinuità nei periodi di<br />

finanziamento e gli eccessivi<br />

ritardi nell’erogazione dei<br />

contributi, talvolta anche<br />

ridimensionati rispetto agli<br />

importi previsti.<br />

“La situazione dei<br />

contributi”, ha commentato<br />

Mantella, “ci dice come<br />

le immatricolazioni<br />

del nostro comparto<br />

dipendano fortemente<br />

dalla disponibilità di<br />

incentivi. Le condizioni<br />

Parco circolante veicoli industriali > 3,5 t<br />

Trasporto merci in conto proprio<br />

(31,6% del totale)<br />

Euro V<br />

14,5%<br />

Euro IV<br />

4,8%<br />

Euro VI<br />

8,5%<br />

Euro III<br />

28,1%<br />

Euro 0<br />

14,0%<br />

Euro I<br />

12,0%<br />

Euro II<br />

18,1%<br />

di discontinuità derivanti<br />

dalle modalità di erogazione<br />

finora impiegate non hanno<br />

facilitato le strategie di<br />

investimento delle imprese<br />

di autotrasporto. Inoltre,<br />

dal 2017 al 2019 le risorse<br />

dedicate a rimorchi e<br />

semirimorchi sono scese<br />

Parco circolante veicoli industriali > 3,5 t - suddivisione per utilizzo<br />

Età media: 15 anni<br />

Ante Euro IV<br />

72,2%<br />

Parco circolante per uso:<br />

- Conto terzi 52,0%<br />

- Conto proprio 31,6%<br />

- Esente licenza 10,4%<br />

- Noleggio 0,8%<br />

- Non classificati (ante 1990) 5,2%<br />

Euro VI<br />

27,0%<br />

Conferenza Stampa Veicoli Industriali UNRAE – 8 maggio 2020<br />

Trasporto merci in conto terzi<br />

(52,0% del totale)<br />

Euro V<br />

25,2%<br />

da 19 milioni a 6 milioni di<br />

euro. Questi ultimi si sono<br />

esauriti con le domande<br />

presentate nei primi 10<br />

giorni dall’apertura dei<br />

termini”.<br />

“Fondi pubblici”, ha ricordato<br />

subito dopo il coordinatore<br />

del Gruppo Rimorchi,<br />

Euro 0<br />

4,9% Euro I<br />

5,5%<br />

Euro IV<br />

4,4%<br />

Euro II<br />

10,9%<br />

Euro III<br />

22,1%<br />

Età media: 10,7 anni<br />

Ante Euro IV<br />

43,4%<br />

Semirimorchi e Allestimenti<br />

di UNRAE, “che sono<br />

riservati ai veicoli allestiti<br />

per il trasporto intermodale,<br />

che si svolge per lo più<br />

su tratte internazionali,<br />

dove la presenza dei<br />

trasportatori italiani è<br />

purtroppo in continua<br />

9<br />

46<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Trasporto merci<br />

diminuzione, mentre<br />

per l’acquisto di nuovi<br />

rimorchi e semirimorchi<br />

stradali da impiegare sulle<br />

nostre strade non è alcun<br />

contributo. Il che significa<br />

che il parco italiano<br />

continua ad invecchiare<br />

eccessivamente, diventando<br />

sempre meno sicuro”.<br />

UN CONTRIBUTO VITALE<br />

PER IL NOSTRO AMBIENTE<br />

Discorso simile, infine,<br />

per quanto riguarda la<br />

sostenibilità ambientale,<br />

obiettivo a cui anche il<br />

comparto dei rimorchiati<br />

è oggi in grado di offrire<br />

importanti contributi,<br />

soprattutto grazie<br />

all’applicazione di nuove<br />

tecnologie costruttive che<br />

portano a significative<br />

riduzioni delle tare e<br />

a profili sempre più<br />

aerodinamici.<br />

Un contributo alla<br />

sostenibilità ambientale che<br />

raggiunge i suoi massimi<br />

livelli nell’allestimento<br />

con dispositivi motorizzati<br />

che rispettino le norme<br />

di settore più avanzate,<br />

come nel caso dei gruppi<br />

frigoriferi la normativa sul<br />

controllo delle emissioni<br />

Stage 5 entrata in vigore<br />

nel gennaio 2019, la cui<br />

applicazione, secondo le<br />

stime più recenti, riduce<br />

del 98% le emissioni di gas<br />

inquinanti e particolato<br />

rispetto ai motori degli anni<br />

‘90 (ante Stage 1).<br />

Come più volte rilevato<br />

nel corso della conferenza<br />

stampa UNRAE, infatti,<br />

appare assai poco<br />

significativo incentivare<br />

l’adozione di sistemi di<br />

propulsione ecologici<br />

nei truck, se poi sugli<br />

allestimenti si accetta la<br />

presenza si motori fissi<br />

inquinanti, che peraltro<br />

devono funzionare anche<br />

a veicolo fermo. Problema<br />

da valutare con dovuta<br />

attenzione, preso atto che<br />

nella distribuzione circa il<br />

50% del circolante è dotato<br />

di allestimenti specifici.<br />

Il mercato dei rimorchi e semirimorchi > 3,5 t<br />

Fondi stanziati e mercato dei rimorchi e semirimorchi >3,5 t<br />

La diminuzione delle immatricolazioni è legata a diversi fattori, tra i quali<br />

l’inadeguatezza dei fondi stanziati per incentivare l’acquisto di nuovi rimorchi e<br />

semirimorchi<br />

Anno DM IMPORTI IMMATRICOLAZIONI<br />

2017 14/07/2017, n° 367 16 mln 16.119<br />

2018 20/04/2018, n° 221 14 mln 15.486<br />

2019 22/07/2019, n° 336 6 mln 14.394<br />

- Stanziamenti insufficienti<br />

- Discontinuità nei periodi di finanziamento<br />

- Eccessivi ritardi nell’erogazione dei contributi, che possono essere anche<br />

ridimensionati<br />

LE PROPOSTE UNRAE<br />

Interventi a sostegno dei costruttori e delle aziende di autotrasporto:<br />

• Aumento del credito di imposta dal 6% al 12% fino al 2025 con rimborso in unica soluzione<br />

• Azzeramento o riduzione significativa delle tasse alle imprese per 12/24 mesi<br />

• Prestiti a lungo termine (10/15 anni) senza interessi;<br />

• Maggiori garanzie bancarie alle imprese<br />

Interventi strutturali di supporto al mercato dei truck:<br />

• Istituzione di un fondo triennale per il rinnovo del parco circolante (veicoli Euro 6 o ad alimentazione<br />

alternativa)<br />

• Possibilità di acquisto di usato su usato (con contestuale rottamazione di veicoli ante Euro 5)<br />

• Proroga di sei mesi del superammortamento, in scadenza a giugno 2020<br />

• Emanazione urgente dei decreti attuativi per la concessione degli incentivi 2019-2020<br />

• Pagamento degli incentivi per investimenti non ancora erogati dal 2017.<br />

Interventi strutturali di supporto al mercato dei veicoli rimorchiati e degli allestimenti:<br />

• Fondo triennale per incentivare l’acquisto con rottamazione di rimorchi e semirimorchi senza la<br />

limitazione ai soli trasporti intermodali<br />

• Prevedere, in alternativa agli incentivi, agevolazioni tramite credito di imposta (anche per anni<br />

precedenti non ancora erogati)<br />

• Incentivi per allestimenti sostenibili: elettrici, criogenici, ibridi e Stage 5<br />

luglio-agosto 2020 47


Trasporto merci<br />

LA RIVOLUZIONE ELETTRICA NEL SETTORE DEL TRASPORTO ISOTERMICO<br />

Lamberet promuove<br />

l’innovazione “utile”<br />

di Paolo Agostino<br />

La rivoluzione tecnologica<br />

in atto nel trasporto<br />

merci, con l’elettrificazione<br />

dei veicoli commerciali e<br />

industriali, impone ai diversi<br />

player del settore un costante<br />

impegno per fronteggiare<br />

le richieste sempre più<br />

consistenti dei propri<br />

committenti, offrendo loro<br />

soluzioni innovative per tutte<br />

le diverse missioni. Una vera e<br />

propria sfida dell’innovazione<br />

che vede oggi protagonisti<br />

non solo i principali<br />

costruttori di veicoli, ma<br />

anche le aziende specializzate<br />

nella componentistica e<br />

Obiettivo delle nuove soluzioni proposte<br />

trasformare la quotidianità di chi trasporta<br />

merci a temperatura controllata, migliorando<br />

la produttività e la sostenibilità ambientale.<br />

negli allestimenti, come<br />

dimostrano i recenti progressi<br />

compiuti nel comparto dei<br />

trasporti a temperatura<br />

controllata.<br />

In un crescente mercato<br />

dei furgoni frigoriferi, che<br />

ha raggiunto in Europa un<br />

volume di 20.000 unità l’anno,<br />

la progressiva elettrificazione<br />

dei veicoli ha spinto infatti la<br />

committenza, in particolare<br />

della GDO e del PHARMA,<br />

a manifestare l’esigenza di<br />

poter disporre di applicazioni<br />

isotermiche innovative da<br />

installare sui nuovi veicoli a<br />

trazione ibrida e full-electric.<br />

Nel settore del trasporto<br />

isotermico la sfida tecnologica<br />

si traduce pertanto non<br />

solo nell’utilizzo di<br />

veicoli con alimentazioni<br />

alternative ecologicamente<br />

sostenibili, ma anche nella<br />

configurazione di allestimenti<br />

frigo sempre più avanzati.<br />

Si tratta cioè di mettere in<br />

campo risorse per sviluppare<br />

tutta una serie di componenti<br />

e soluzioni ingegneristiche in<br />

grado integrare e connettere<br />

tra loro” le diverse parti di un<br />

veicolo destinato al trasporto<br />

isotermico, rendendo così la<br />

mobilità e la distribuzione<br />

veramente ecologica ed<br />

efficiente, anche dal punto<br />

di vista della produttività dei<br />

committenti.<br />

48<br />

luglio-agosto 2020


Trasporto merci<br />

Un impegno che in Italia<br />

vede da tempo in prima fila il<br />

costruttore Lamberet, gruppo<br />

leader francese specializzato<br />

in soluzioni per il trasporto<br />

isotermico a temperatura<br />

controllata, attraverso la sua<br />

filiale Lamberet Italia.<br />

INNOVAZIONE AD HOC<br />

PER L’E-MOBILITY<br />

Come spiega il direttore<br />

generale di Lamberet, Erick<br />

Mejean: “La vera sfida è<br />

l’innovazione “utile”, quella<br />

che si diffonde in massa e<br />

che trasforma la quotidianità<br />

dei nostri clienti aiutandoli<br />

a migliorare la loro<br />

produttività”. E Lamberet,<br />

facendo tesoro delle lunga<br />

tradizione di innovazioni<br />

alle proprie spalle, punta<br />

oggi a rispondere alle<br />

nuove esigenze del settore<br />

predisponendo soluzioni<br />

sempre più ecosostenibili e<br />

al passo con la progressiva<br />

elettrificazione dei trasporti.<br />

Ne offre esempio, nel<br />

segmento dei veicoli<br />

commerciali, il lancio del<br />

nuovo gruppo frigorifero<br />

KERSTNER CoolJet 106, frutto<br />

di uno sviluppo interno<br />

inizialmente avviato in<br />

considerazione dell’impatto<br />

della nuova norma di<br />

omologazione WLTP (vedi<br />

foto di apertura).<br />

Tra i plus del nuovo gruppo<br />

elettrico sviluppato da<br />

Lamberet, va anzitutto<br />

evidenziata l’installazione<br />

del condensatore sotto<br />

il telaio del veicolo,<br />

soluzione che permette di<br />

mantenere inalterate le<br />

originali caratteristiche<br />

di omologazione WLTP<br />

del furgone, nonché la sua<br />

estetica e l’aerodinamica.<br />

Altro aspetto innovativo:<br />

la gestione della potenza<br />

sfrutta le competenze<br />

sviluppate per il Frigovan<br />

H2, il primo veicolo<br />

frigorifero a cella a<br />

combustibile, presentato<br />

da Lamberet nel 2017 e<br />

premiato con la medaglia<br />

d’oro del Premio per<br />

l’Innovazione Solutrans.<br />

Il “Green Truck” progettato da Lamberet per ottimizzare i consumi energetici e ridurre le emissioni di CO2.<br />

Questa soluzione tecnologica<br />

offre infatti il miglior<br />

rendimento energetico<br />

attualmente sul mercato,<br />

con un COP (EER) di 1,55, per<br />

un consumo ridotto a soli 45<br />

ampere, mitigando anche i<br />

picchi di tensione durante le<br />

fasi di richiamo di potenza,<br />

quali l’avvio. Un consumo<br />

sufficientemente basso per<br />

consentire di eliminare i<br />

pacchi batteria pesanti e<br />

costosi, tradizionalmente<br />

necessari per i gruppi<br />

elettrici.<br />

Il KERSTNER CoolJet 106,I i<br />

cui primi prototipi sono in uso<br />

da 2 anni con ottimi risultati,<br />

risulta così particolarmente<br />

funzionale per i nuovi furgoni<br />

frigoriferi a trazione ibrida<br />

o elettrica che si stanno<br />

sempre più diffondendo nelle<br />

nostre città per garantire<br />

la consegna di alimentari e<br />

farmaci riducendo al minimo<br />

l’impatto ambientale.<br />

UN “GREEN TRUCK”<br />

PER LA SOSTENIBILITÀ<br />

Anche nell’ambito dei<br />

veicoli industriali, dove<br />

l’elettrificazione dei<br />

veicoli sta muovendo<br />

oggi i suoi primi passi, le<br />

soluzioni tecnologiche<br />

proposte da Lamberet sono<br />

rivolte all’ottimizzazione<br />

dell’utilizzo dell’energia per<br />

assicurare consumi ridotti ed<br />

elevati livelli di sostenibilità,<br />

sia in termini economici che<br />

ambientali.<br />

Il progetto più significativo,<br />

sotto questo profilo, è<br />

rappresentato dal “Green<br />

Truck” progettato da<br />

Lamberet e composto da un<br />

semirimorchio isotermico<br />

SR2 Green Liner, con un<br />

peso a vuoto inferiore di<br />

una tonnellata rispetto alla<br />

media del settore, agganciato<br />

ad un trattore Scania LNG<br />

con motore a metano da 13<br />

litri dotato di un sistema<br />

refrigerante Thermo King<br />

SLXi Hybrid Solution di<br />

ultima generazione, in<br />

versione mono o multi<br />

temperatura.<br />

La parte più innovativa della<br />

tecnologia è l’applicazione<br />

sul trattore di un alternatore<br />

raffreddato ad acqua che<br />

ha il compito di sviluppare<br />

energia ricavandola dalla<br />

trasmissione stessa del<br />

trattore e da un inverter<br />

che attinge energia<br />

dall’alternatore (a circa<br />

1.000V) e la trasforma in<br />

corrente elettrica (380V),<br />

trasmettendola quindi al<br />

gruppo frigo.<br />

Oltre alla silenziosità del<br />

veicolo e alla riduzione<br />

delle emissioni di CO2<br />

questa soluzione ibrida non<br />

richiede infrastrutture per<br />

i rifornimenti e le ricariche,<br />

come ad esempio avviene<br />

invece nel full electric.<br />

Come dichiarato in<br />

conclusione dal direttore<br />

Commerciale & Marketing<br />

di Lamberet Italia, Ismaele<br />

Iaconi: “Siamo convinti che<br />

il solco tracciato vada nella<br />

giusta direzione e risponda<br />

appieno alle richieste del<br />

mercato in particolare di<br />

tutte quelle aziende attente<br />

alla sostenibilità economica<br />

e ambientale. La stretta<br />

collaborazione con le<br />

maggiori case costruttrici fa<br />

parte del DNA di Lamberet.<br />

In Italia, l’attività è già stata<br />

avviata e sta accelerando<br />

il processo di innovazione<br />

dando vita a numerosi<br />

progetti che ci vedono<br />

sempre più al passo con le<br />

richieste dei costruttori e del<br />

mercato”.<br />

luglio-agosto 2020 49


Trasporto merci<br />

UNRAE - AUTOPROMOTEC: IL NUOVO RUOLO DEI PROFESSIONISTI DELL’ASSISTENZA<br />

#Meccatronicocercasi<br />

la ripartenza punta sui giovani<br />

di Paolo Benevolo<br />

Se l’emergenza sanitaria<br />

causata dal diffondersi<br />

del Covid-19 ha messo in<br />

pieno risalto l’importanza<br />

dell’autotrasporto italiano<br />

e la sua funzione strategica<br />

per l’approvvigionamento<br />

quotidiano di merci in tutto<br />

il Paese, evidenziando<br />

il ruolo di primo piano<br />

svolto con grande senso di<br />

responsabilità dagli autisti,<br />

non altrettanto evidente è<br />

stato per l’opinione pubblica<br />

il ruolo esercitato in questo<br />

difficile contesto da quanti,<br />

nelle officine e su strada,<br />

hanno garantito l’efficienza<br />

L’evoluzione hi-tech dei veicoli industriali<br />

richiede nuovi ruoli tecnici specializzati<br />

offrendo ai giovani importanti opportunità<br />

in tema di occupazione e di formazione.<br />

e la sicurezza delle centinaia<br />

di veicoli industriali che<br />

hanno attraversato l’Italia<br />

nei giorni più complessi<br />

dell’emergenza.<br />

Personale altamente<br />

specializzato che, anche<br />

grazie al ricorso alle più<br />

moderne tecnologie di<br />

manutenzione predittiva<br />

e di intervento da remoto,<br />

ha offerto un servizio<br />

essenziale per il corretto<br />

funzionamento dell’intero<br />

sistema logistico e senza<br />

il quale le flotte di veicoli<br />

industriali, a cui è affidata<br />

la movimentazione di<br />

oltre l’86% delle merci che<br />

viaggiano in Italia, non<br />

avrebbero potuto assicurare<br />

regolari consegne.<br />

Proprio i veicoli industriali,<br />

infatti, rappresentano da<br />

tempo la punta di diamante<br />

dell’evoluzione tecnologica<br />

nel mondo dei trasporti<br />

su gomma. Basti pensare,<br />

per citare pochi esempi,<br />

all’installazione di serie<br />

a bordo degli autocarri di<br />

sistemi di sicurezza attiva<br />

estremamente avanzati<br />

quali la frenata automatica<br />

d’emergenza (AEBS) e il<br />

controllo di corsia (LDW),<br />

entrambi obbligatori per<br />

i nuovi truck dal 2015, o<br />

al forte sviluppo della<br />

connettività tanto per la<br />

50<br />

luglio-agosto 2020


Trasporto merci<br />

gestione delle flotte quanto<br />

per sperimentare nuove<br />

modalità di viaggio, come<br />

nel caso del “platooning”,<br />

per non tralasciare<br />

infine le attività già<br />

eseguite senza bisogno<br />

di conducente dai primi<br />

truck a guida autonoma in<br />

ambiti circoscritti quali<br />

miniere, terminal portuali e<br />

aeroporti.<br />

Soluzioni hi-tech che<br />

anticipano e preparano<br />

il terreno per il futuro<br />

dell’industria automotive,<br />

ma che proprio in funzione<br />

dell’elevato grado di<br />

innovazione tecnologica<br />

impiegata richiedono<br />

forme di assistenza e di<br />

manutenzione del tutto<br />

nuove, promuovendo “un<br />

necessario cambiamento<br />

nell’approccio culturale<br />

che l’opinione pubblica ha,<br />

per inerzia, nei confronti<br />

del mestiere di meccanico<br />

che oggi dovremmo più<br />

correttamente definire<br />

“tecnico specializzato in<br />

meccatronica”, o ancora<br />

meglio “meccatronico”,<br />

utilizzando un neologismo<br />

molto significativo”, come<br />

ha più volte sostenuto il<br />

presidente della Sezione<br />

Veicoli Industriali di<br />

UNRAE, Franco Fenoglio.<br />

FORMAZIONE<br />

IN PRIMO PIANO<br />

Al fine di creare una<br />

maggiore consapevolezza<br />

dell’evoluzione tecnologica<br />

in atto nei comparti della<br />

costruzione, distribuzione<br />

e assistenza dei veicoli<br />

industriali, mettendo<br />

in evidenza le nuove<br />

opportunità occupazionali<br />

e formative offerte<br />

dal settore, la Sezione<br />

Veicoli Industriali di<br />

UNRAE e Autopromotec<br />

- la più importante<br />

fiera internazionale<br />

delle attrezzature<br />

e dell’aftermarket<br />

automobilistico - hanno<br />

avviato da tempo una<br />

proficua collaborazione,<br />

ribadita in ultimo lo scorso<br />

maggio nel corso di un<br />

incontro “virtuale” con<br />

studenti di scuole superiori e<br />

università di tutta Italia dal<br />

titolo #Meccatronicocercasi,<br />

organizzato in<br />

collaborazione con GM-Edu<br />

(Programma di Formazione<br />

Scuola Lavoro) in occasione<br />

dell’evento Motor Valley<br />

Festival.<br />

“Abbiamo voluto creare<br />

un momento d’incontro<br />

con i giovani che vogliono<br />

lavorare nel nostro settore,<br />

per sensibilizzarli sulle<br />

opportunità occupazionali<br />

che potrà offrire il comparto<br />

alla sua ripresa. Stiamo<br />

vivendo un momento<br />

particolarmente difficile,<br />

ma i giovani possono<br />

sicuramente rappresentare<br />

una leva importante per<br />

la ripartenza”, ha spiegato<br />

Franco Fenoglio, “Tutto il<br />

mondo che ruota attorno<br />

al trasporto è destinato a<br />

cambiare e nei prossimi<br />

dieci anni la velocità di<br />

questo cambiamento<br />

sarà rapidissima: i<br />

veicoli saranno sempre<br />

più complessi e avranno<br />

sempre nuove esigenze di<br />

assistenza; le nostre reti<br />

avranno sempre più bisogno<br />

di personale qualificato<br />

che sia in grado di lavorare<br />

in officine 4.0 dotate di<br />

strumenti elettronici e<br />

sistemi di diagnostica<br />

tecnologicamente avanzati”.<br />

Ruoli tecnici, dunque, di<br />

alta specializzazione, con<br />

competenze incrociate di<br />

meccanica, elettronica e<br />

informatica, mirati a fornire<br />

un’assistenza sempre più<br />

personalizzata, con utilizzo<br />

di sistemi hi-tech in grado<br />

di offrire anche interventi<br />

da remoto e di anticipare<br />

e prevenire gli eventuali<br />

guasti dei veicoli. Un<br />

progressivo addio, in altre<br />

parole, alla tradizionale<br />

immagine del meccanico<br />

con la tuta sporca di grasso<br />

e la chiave inglese in mano,<br />

che già prospetta a livello<br />

occupazionale 5.000 posti<br />

di lavoro mancanti nelle<br />

aziende estere associate ad<br />

UNRAE e circa 5.000 addetti<br />

nelle altre aziende del<br />

comparto.<br />

“Il settore<br />

dell’autoriparazione<br />

dei veicoli industriali è<br />

un ambito di lavoro nel<br />

quale la tecnologia ha<br />

raggiunto un’elevatissima<br />

sofisticazione. Il<br />

meccanico del futuro è<br />

un mestiere ben diverso<br />

da quello a cui pensiamo,<br />

soprattutto nel mondo<br />

dei veicoli industriali”, ha<br />

evidenziato a sua volta<br />

l’AD di Autopromotec,<br />

Renzo Servadei, “il<br />

settore offre, infatti,<br />

importanti opportunità<br />

di lavoro qualificato<br />

e tecnologicamente<br />

all’avanguardia che<br />

possono essere di grande<br />

Feedback sondaggio UNRAE<br />

AUTOPROMOTEC 2019<br />

interesse per tanti giovani.<br />

È un’occasione concreta con<br />

ampie possibilità di crescita<br />

e formazione in un settore<br />

in costante evoluzione”.<br />

In conclusione, un impegno<br />

quello avviato da UNRAE<br />

e Autopromotec utile non<br />

solo per far conoscere le<br />

nuove condizioni di un<br />

lavoro tradizionale che<br />

si sta avviando verso<br />

un crescente standard<br />

qualitativo, rispondendo a<br />

precise richieste del settore<br />

autotrasporto, ma anche<br />

una proposta concreta di<br />

formazione permanente e<br />

una prospettiva di crescita<br />

professionale all’interno<br />

di aziende multinazionali<br />

all’avanguardia a supporto<br />

del futuro dell’intero settore<br />

automotive.<br />

In occasione dell’evento Autopromotec che si è svolto nel giugno<br />

2019, UNRAE ha predisposto uno - 3 specifico - questionario on line per<br />

sondare l’interesse manifestato dai giovani nei confronti del settore<br />

dell’autoriparazione. Di seguito i principali risultati ottenuti.<br />

Feedback Studenti Evento UNRAE-Autopromotec<br />

Cosa ti avvicinerebbe maggiormente alla professione di meccanico di veicoli industriali?<br />

non sono interessato<br />

Cosa ritieni più importante per te nel lavoro<br />

flessibilità di orario<br />

Cosa ti incuriosisce del settore dei veicoli industriali?<br />

non sono incuriosito<br />

Quale è il livello di interesse per la professione di meccanico presso un'officina dei marchi<br />

UNRAE?<br />

molto basso<br />

basso<br />

Roma, 14 giugno 2019<br />

interesse al tipo di attività<br />

autonomia organizzativa<br />

vicinanza alla propria abitazione<br />

opportunità di lavoro<br />

prospettiva di entrare a far parte del settore<br />

il mondo dei trasporti<br />

possibilità di lavorare in gruppo<br />

la guida<br />

molto alto<br />

voglia di apprendere nuove tecnologie<br />

crescita professionale e specializzazione<br />

la meccanica, la tecnologia e i motori<br />

alto<br />

UNRAE - Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, è l’Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato<br />

italiano delle autovetture, dei veicoli commerciali e industriali, dei rimorchi e semirimorchi, e bus. L’UNRAE è divenuta uno dei più validi<br />

interlocutori delle Istituzioni ed è oggi la principale luglio-agosto fonte di informazioni ed 2020 analisi del mercato, costituendo un punto di riferimento 51 per<br />

tutti gli operatori del settore. Oggi le 45 Aziende associate - e i loro 62 marchi - fanno parte della filiera della distribuzione e dell’assistenza<br />

autorizzata che nel suo complesso fattura 53 miliardi di euro, con un numero di occupati pari a circa 160.000 unità.


Trasporto merci<br />

MAN SUPPORTA LE AZIENDE NEL PASSAGGIO AL VAN ELETTRICO eTGE<br />

TCO: elettrico e diesel<br />

verso il pareggio<br />

di Paolo Benevolo<br />

Un concorrenziale prezzo<br />

di listino con possibilità,<br />

in alternativa all’acquisto,<br />

di noleggiare il veicolo e<br />

una garanzia di otto anni<br />

per la batteria: sono le due<br />

proposte messe in campo<br />

dal costruttore tedesco MAN<br />

Truck & Bus per incentivare<br />

i clienti a compiere un primo<br />

importante passo nel mondo<br />

della mobilità elettrica,<br />

introducendo nelle proprie<br />

flotte il nuovo furgone MAN<br />

eTGE, versione 100% elettrica<br />

dello sperimentato MAN<br />

TGE commercializzata in<br />

Italia dallo scorso novembre<br />

Prezzo competitivo, batteria garantita 8 anni,<br />

consulenza e assistenza specializzate:<br />

così il Leone equipara eTGE e van diesel<br />

in termini di Total Cost of Ownership.<br />

nella configurazione da 3,5<br />

tonnellate con tetto alto (L3)<br />

e un volume di carico di 10,7<br />

m3 (vedi articolo a pag. 32 su<br />

Onda Verde n. 28).<br />

“Ogni volta che si parla dei<br />

propulsori elettrici e della<br />

loro redditività futura, viene<br />

spesso sottolineato che i<br />

prezzi unitari delle batterie<br />

diventeranno sempre più<br />

economici con l’aumento<br />

delle quantità prodotte. Lo<br />

stesso dovrebbe valere per<br />

i prezzi dei veicoli”, spiega<br />

un apposito comunicato<br />

MAN inviato alla stampa, “e<br />

tuttavia, affinché le quantità<br />

prodotte aumentino, al<br />

cliente deve essere offerto<br />

un veicolo in grado di poter<br />

essere paragonato alla sua<br />

controparte diesel anche in<br />

termini di redditività”.<br />

Il nuovo prezzo di listino per<br />

l’acquisto di un eTGE 3.140 è<br />

stato pertanto fissato a 53.990<br />

euro. Un prezzo vantaggioso<br />

che si accompagna a costi<br />

operativi più bassi, in<br />

particolare in termini di<br />

ricarica e di manutenzione,<br />

rendendo il furgone elettrico<br />

del Leone una valida<br />

alternativa al modello<br />

equivalente con motore<br />

diesel per tutte le aziende che<br />

operano prevalentemente in<br />

ambito urbano, come corrieri,<br />

commercianti, rivenditori e<br />

52<br />

luglio-agosto 2020


Trasporto merci<br />

operatori per la gestione dei<br />

servizi municipali.<br />

La ricarica del MAN eTGE,<br />

comunica infine la casa<br />

bavarese, viene effettuata<br />

tramite wallbox a CA da 7,2<br />

kW e richiede circa cinque<br />

ore e mezzo. Se il punto<br />

di ricarica è a corrente<br />

continua, con presa di carica<br />

combinata e potenza di 40<br />

kW, la ricarica dell’80% della<br />

batteria richiede al massimo<br />

45 minuti. Con un’adeguata<br />

manutenzione, inoltre, la<br />

perdita di capacità della<br />

batteria, dopo circa duemila<br />

cicli di ricarica, è soltanto<br />

del 15%.<br />

DALLA CONSULENZA<br />

ALL’ASSISTENZA<br />

La strada che porta dalle<br />

“basse emissioni” a “zero<br />

emissioni” non è semplice<br />

e immediata e le aziende di<br />

trasporto e i gestori delle<br />

flotte si trovano ad affrontare<br />

una serie di sfide che esulano<br />

dal singolo veicolo.<br />

Per dare supporto e<br />

accompagnare i clienti nel<br />

passaggio alla mobilità<br />

elettrica, tanto nel settore<br />

truck quanto in quello<br />

autobus, MAN Truck & Bus<br />

ha perciò costituito un team<br />

di consulenti specializzati,<br />

denominato Transport<br />

Solutions (vedi articolo a pag.<br />

28 su Onda Verde n. 27), il cui<br />

compito è quello di studiare<br />

la realtà aziendale di ciascun<br />

cliente e fornire suggerimenti<br />

“personalizzati” per<br />

l’approccio, l’inserimento<br />

e la gestione del prodotto<br />

elettrico nello specifico<br />

contesto preso in esame.<br />

L’impegno assunto dal<br />

costruttore bavarese,<br />

tuttavia, non è solo rivolto<br />

alla vendita ma anche ad<br />

una professionale assistenza<br />

tecnica per van, truck e<br />

autobus a batteria.<br />

Per rispondere infatti<br />

alle future esigenze di<br />

manutenzione e riparazione<br />

dei veicoli elettrici, la rete di<br />

assistenza MAN ha avviato<br />

un processo di adeguamento<br />

delle proprie officine<br />

Un’immagine di un’officina MAN con certificazione “e-Mobility”, in grado di fornire assistenza ai veicoli elettrici.<br />

agli standard strutturali<br />

richiesti dalla normativa<br />

e ha promosso attività di<br />

formazione specifiche per il<br />

proprio personale tecnico.<br />

La concessionaria MAN<br />

Nord Diesel di Tavagnacco,<br />

in provincia di Udine, è una<br />

delle prime in Italia ad aver<br />

ottenuto la certificazione<br />

e-Mobility che le consente di<br />

poter gestire, nell’apposita<br />

area dedicata dell’officina<br />

dove è presente anche<br />

l’adeguata strumentazione<br />

tecnica, la manutenzione e<br />

la riparazione del prodotto<br />

elettrico MAN. In officina<br />

sono infatti autorizzati ad<br />

intervenire sul prodotto<br />

elettrico solo i meccanici<br />

che hanno svolto l’apposita<br />

formazione tecnica sul<br />

funzionamento dei veicoli<br />

elettrici MAN e sulla<br />

manutenzione con alto<br />

voltaggio, ottenendo la<br />

relativa certificazione di<br />

idoneità.<br />

In Europa sono già 40 le<br />

officine MAN che rispondono<br />

agli standard per svolgere<br />

la manutenzione dei<br />

veicoli elettrici e l’obiettivo<br />

dichiarato dal costruttore<br />

tedesco è quello di arrivare a<br />

renderne presto disponibili<br />

270 sul territorio europeo.<br />

Gli sforzi intrapresi<br />

dalla rete del Leone per<br />

adattare le officine agli<br />

standard necessari per<br />

gestire il prodotto elettrico<br />

sono pertanto ulteriore<br />

dimostrazione dell’approccio<br />

responsabile del costruttore<br />

tedesco nei confronti<br />

dell’ambiente e dell’impegno<br />

profuso per proporre al<br />

mercato nuove soluzioni di<br />

trasporto efficienti e senza<br />

emissioni, assicurando nello<br />

stesso tempo ai propri clienti<br />

la necessaria redditività.<br />

MAN eTGM: AVVIATA LA PRODUZIONE<br />

Da settembre 2018 MAN Truck & Bus ha consegnato a nove<br />

aziende appartenenti ad un consorzio austriaco specializzato<br />

nella distribuzione (CNL), nove truck elettrici eTGM per condurre<br />

test in condizione di reale utilizzo (vedi articolo a pag. 32<br />

su Onda Verde n. 20). Considerato il successo di questa prima<br />

fase di sperimentazione MAN ha quindi deciso di compiere un<br />

passo ulteriore verso una distribuzione a zero emissioni lanciando<br />

ufficialmente la produzione, in piccola serie, dell’autocarro<br />

MAN eTGM 26.360. Le consegne sono già programmate<br />

per il 2020. Tra i primi clienti Friedrich Wenner GmbH, azienda<br />

tedesca con una lunga tradizione nella produzione di scatole<br />

e imballaggi alimentari, che ha inserito nella propria flotta<br />

dal 15 maggio scorso il camion elettrico MAN.<br />

luglio-agosto 2020 53


Guida autonoma<br />

IL PROGETTO PASCAL E I PROGETTI EUROPEI COLLEGATI<br />

Un poker di consorzi<br />

per l’Europa “driverless”<br />

di Nuccia Fedel (Project Manager PAsCAL - Ufficio Mobilità e Sicurezza Stradale ACI)<br />

Il progetto PAsCAL ha<br />

compiuto un anno. Sono stati<br />

mesi di intenso lavoro, durante<br />

i quali si sono poste le basi per<br />

svolgere le attività previste.<br />

Sono state effettuate le prime<br />

interviste con gli esperti del<br />

settore e le prime indagini tra<br />

gruppi di cittadini in diversi<br />

Paesi Europei, coinvolgendo<br />

anche categorie specifiche di<br />

utenti quali i non vedenti e<br />

i conducenti professionali (i<br />

risultati, non appena validati,<br />

saranno puntualmente<br />

pubblicati su “Onda Verde”).<br />

A buon punto è anche il lavoro<br />

di definizione degli scenari<br />

di sperimentazione e delle<br />

rispettive interdipendenze,<br />

che verranno utilizzati per i<br />

test in progetto con i diversi<br />

simulatori disponibili. Sono<br />

Nell’ambito del programma Horizon 2020,<br />

il progetto PAsCAL si interfaccia con altri<br />

importanti progetti per favorire sviluppo<br />

e accettazione dei veicoli autonomi.<br />

stati costituiti, infine, alcuni<br />

gruppi di esperti di alto livello,<br />

esterni ai partner di progetto<br />

ma interessati e disponibili<br />

a seguirne i lavori, fornendo<br />

la loro consulenza e il loro<br />

apporto di conoscenze e<br />

competenze.<br />

PAsCAL però non è un progetto<br />

isolato per lo sviluppo e<br />

la diffusione delle nuove<br />

tecnologie di guida autonoma<br />

e connessa in Europa: il<br />

bando del programma UE di<br />

finanziamento Horizon 2020<br />

che finanzia PAsCAL, infatti,<br />

prevedeva di finanziare<br />

più progetti, con l’obiettivo<br />

non solo di ottenere diversi<br />

approcci e punti di vista sulla<br />

materia, ma anche di poter<br />

valutare sia la coerenza di<br />

determinati risultati che le<br />

differenze di risultati ottenibili<br />

utilizzando, per l’appunto,<br />

differenti approcci. Abbiamo<br />

quindi chiesto a ciascuno<br />

degli altri 3 progetti con i<br />

quali PAsCAL si interfaccia<br />

di “presentarsi”, offrendo<br />

un quadro delle loro diverse<br />

prospettive e impostazioni.<br />

Il progetto è finanziato<br />

dal programma per la ricerca<br />

e l'innovazione<br />

dell'Unione Europea<br />

“Horizon2020”<br />

con l'Accordo di Finanziamento<br />

N. 815098<br />

54<br />

luglio-agosto 2020


Guida autonoma<br />

Trustonomy<br />

(Horizon 2020 / grant agreement n. 815003): costruire accettazione e fiducia nella mobilità autonoma<br />

Avviato a maggio 2019, nell'ambito del programma di ricerca e innovazione<br />

della Commissione europea Horizon 2020, Trustonomy<br />

(neologismo dalla combinazione trust + autonomy, rispettivamente<br />

"Fiducia" e "Autonomia") ha come obiettivo quello di aumentare<br />

la sicurezza, la fiducia e l'accettazione nei confronti dei veicoli automatizzati<br />

contribuendo ad affrontare questioni e sfide legate al<br />

tema, tecniche e non, in modo integrato e interdisciplinare, portando<br />

esperti e cittadini a lavorare a stretto contatto.<br />

Il progetto Trustonomy si occupa quindi di studiare, installare,<br />

testare e valutare comparativamente, in termini di prestazioni,<br />

etica e accettabilità, diverse tecnologie e approcci rilevanti in<br />

una varietà di scenari di guida autonoma, che coprono diversi<br />

tipi di utenti, modalità di trasporto su strada, livelli di automazione,<br />

condizioni di guida.<br />

Nonostante i progressi nel trasporto connesso e automatizzato, la<br />

trasformazione totale dell'attuale sistema di trasporto in uno completamente<br />

autonomo è infatti ancora piuttosto lontana. Nel frattempo,<br />

gli ambienti a traffico misto con veicoli semi-autonomi, che<br />

passano il controllo al conducente umano in situazioni specifiche,<br />

dovrebbero diventare presto la norma.<br />

In questo contesto, il fattore umano è ancora (e rimarrà) essenziale<br />

per la sicurezza e le prestazioni del trasporto su strada, a causa della<br />

necessaria interazione conducente-veicolo e della coesistenza di sistemi<br />

misti, che probabilmente solleverà aspetti e sfide inaspettati.<br />

Ma trovare il giusto livello di cooperazione uomo/macchina non<br />

è così facile né veloce. Lavorare sulla fiducia delle persone è una<br />

grande sfida. E anche superandola, potrebbe essere ancora necessaria<br />

una fase di coesistenza uomo/macchina. Trustonomy intende<br />

dunque mettere proprio il fattore umano al centro di diversi<br />

approcci tecnologici.<br />

Durante il suo primo anno di lavoro, coinvolgendo 16 partner e con<br />

il supporto di un Advisory Board di alto livello, Trustonomy ha analizzato<br />

il contesto operativo generale della guida automatizzata,<br />

compresi quadri normativi, barriere operative, soluzioni esistenti e<br />

tendenze attese, sia a livello tecnologico che di mercato.<br />

Trustonomy ha condotto inoltre ricerche preliminari per definire<br />

i requisiti dell'utente, concentrandosi sullo scenario noto come<br />

"Richiesta di intervento", in base al quale un conducente è tenuto<br />

a riprendere il controllo manuale di un veicolo precedentemente<br />

automatizzato. È stato anche condotto un sondaggio per capire<br />

quali caratteristiche a livello di progettazione siano importanti<br />

per gli utenti rispetto alla fiducia che avrebbero in uno scenario<br />

di questo tipo.<br />

Successivamente, sono state definite le linee guida metodologiche<br />

e l'architettura modulare, mentre al momento Trustonomy è focalizzato<br />

soprattutto sulla definizione delle specifiche, un lavoro<br />

chiave che coinvolge quasi l'intero consorzio. Anche i progetti pilota<br />

previsti, dedicati principalmente all'analisi dell'accettazione e<br />

della fiducia dell'utente nei sistemi di guida autonomi, stanno prendendo<br />

forma e nei prossimi mesi verranno avviati, compatibilmente<br />

con l'emergenza Covid-19.<br />

Maggiori informazioni: https://h2020-trustonomy.eu/<br />

Laura Franchi (redazione@ttsitalia.it)<br />

luglio-agosto 2020 55


Guida autonoma<br />

Drive2theFuture<br />

(Horizon 2020 / grant agreement n. 815001): esigenze, desideri e comportamenti degli "autisti" e degli utenti dei veicoli automatizzati<br />

Drive2theFuture ha preso il via a maggio 2019: un viaggio di 3 anni<br />

per preparare conducenti, viaggiatori e operatori dei veicoli ad<br />

accettare e utilizzare modalità di trasporto connesse, cooperative<br />

e automatizzate e, parimenti, l'industria di queste tecnologie a<br />

comprendere e soddisfare i loro bisogni e desideri.<br />

Il progetto Drive2theFuture si concentra sulla formazione, su concetti<br />

di interfacce uomo-macchina (HMI), politiche di incentivazione<br />

e altre misure economicamente vantaggiose per promuovere e<br />

quindi valutare comparativamente diverse alternative di casi d'uso<br />

del trasporto connesso, condiviso e automatizzato, per tutte le modalità<br />

di trasporto e con tutti i tipi di utenti (guidatori, viaggiatori, piloti,<br />

utenti vulnerabili della strada, operatori di flotte e altri soggetti<br />

al fine di comprendere, simulare, regolare e ottimizzare l'introduzione<br />

sostenibile di tali veicoli sul mercato; compresa la creazione<br />

di una consapevolezza sociale, il miglioramento dell'accettazione e<br />

la formazione all'uso. Con 31 partner provenienti da 13 Paesi europei<br />

e un comitato consultivo internazionale composto da autorevoli<br />

esperti, Drive2theFuture (coordinato da CERTH / HIT) ha già<br />

completato il suo primo anno di lavoro, con i primi risultati piuttosto<br />

interessanti e importanti da presentare. L'attenzione principale<br />

è stata rivolta al raggruppamento degli utenti, all'identificazione<br />

delle esigenze e dei desideri e alla definizione dei casi d'uso pertinenti.<br />

In merito è stato effettuato un raggruppamento dettagliato<br />

degli utenti, comprendendo tutte le modalità, insieme a un database<br />

terminologico comprendente 120 termini e introducendo una<br />

nuova definizione di "utente vulnerabile della strada" correlato ai<br />

veicoli autonomi.<br />

Un ampio sondaggio sull'accettazione da parte degli utenti per tutte<br />

le diverse modalità di trasporto e i diversi livelli di automazione è<br />

in corso in oltre 20 Paesi, tradotto in 18 lingue. Questo sondaggio ha<br />

raccolto finora più di 10.000 risposte (analisi preliminari già eseguite).<br />

La trasferibilità delle misure tra le diverse modalità di trasporto è stata<br />

in parte studiata, mentre i rischi relativi all'accettazione dei veicoli<br />

autonomi sono stati identificati e valutati da esperti, suddivisi in quattro<br />

gruppi tematici (organizzazione, legale, tecnico e comportamentale),<br />

tenendo anche conto delle tendenze emergenti sui social media.<br />

È stata inoltre eseguita una tassonomia delle conoscenze e abilità<br />

specifiche della modalità richieste per il funzionamento dei veicoli<br />

autonomi, sono state definite ipotesi di ricerca, insieme a una serie<br />

di 13 casi d'uso che inquadreranno la valutazione dell'impatto<br />

nell'ambito di Drive2theFuture.<br />

Infine, sono stati compiuti progressi significativi nell'analisi dei<br />

big data, della simulazione e della modellistica comportamentale,<br />

identificando un benchmarking delle buone pratiche sulle interfacce<br />

utente esistenti e delle esigenze di formazione di ogni gruppo<br />

di utenti per ciascuna modalità. Definiti l'ambito della valutazione<br />

dell'impatto e i relativi indicatori di performance, i progetti pilota<br />

previsti nella Fase I sono già in corso.<br />

I prossimi passi di Drive2theFuture includono, tra gli altri, l'implementazione<br />

dei progetti pilota di Fase II (valutazione) - da considerare<br />

tuttavia le restrizioni dovute al Covid-19 -, lo sviluppo di strumenti<br />

di addestramento e curricula, nonché concetti di interfaccia utente<br />

affettivi e persuasivi e un modello comportamentale del conducente<br />

di veicolo autonomo, con adeguati strumenti di simulazione.<br />

Anche le questioni etiche, socioculturali, legali e di sicurezza vengono<br />

costantemente considerate, mentre la correlazione con il MaaS<br />

(Mobility as a Service) è un'altra questione importante al centro<br />

dell'attenzione, così come i nuovi modelli di business, le linee guida e<br />

le raccomandazioni politiche per la creazione, sulla base dei risultati<br />

generali del progetto, di un percorso di accettazione da parte degli<br />

utenti per gli anni a venire.<br />

Maggiori informazioni: www.drive2thefuture.eu<br />

Evangelia Gaitanidou (lgait@certh.gr)<br />

56<br />

luglio-agosto 2020


Guida autonoma<br />

SUaaVE<br />

(Horizon 2020 / grant agreement n. 814999): un nuovo approccio per colorare la guida automatizzata con le emozioni umane<br />

Mentre il dispiegamento dei veicoli automatizzati e connessi (CAV)<br />

diventa progressivamente realtà, la loro accettazione è ancora messa<br />

in discussione. Le questioni sociali relative all'accettazione pubblica,<br />

alla consapevolezza dell'utente e all'etica, pertanto, diventano<br />

preoccupazioni prioritarie. L'approccio basato sulla spinta tecnologica,<br />

infatti, mette a repentaglio la fattibilità sociale di tecnologie innovative<br />

come i CAV, poiché crea un divario tra l'affidabilità tecnica ben<br />

ponderata e l'accettazione da parte del pubblico.<br />

Il progetto SUaaVE (SUpporting acceptance of automated VEhicle)<br />

mira dunque a cambiare la situazione attuale dell'accettazione pubblica<br />

dei CAV facendo perno su un "design" guidato dall'uomo (HDD),<br />

migliorando le sinergie tra scienze sociali, ricerca sui fattori umani e<br />

mercato automobilistico mediante un processo iterativo di valutazione,<br />

coprogettazione e prototipazione. Tale processo, al centro del<br />

progetto, mira a coinvolgere oltre 4.000 soggetti (passeggeri, guidatori<br />

tradizionali e futuri, VRU) nonché 100 esperti e parti interessate.<br />

L'obiettivo principale di SUaaVE è il nuovo paradigma dell'automazione:<br />

ALFRED, definito come un'intelligenza artificiale centrata<br />

sull'uomo, per umanizzare le azioni del veicolo comprendendo le<br />

emozioni dei passeggeri dei CAV e gestendo le azioni correttive nel<br />

veicolo per migliorare l'esperienza di viaggio.<br />

Il progetto SUaaVE, inoltre, affronta le questioni sociali relative<br />

all'accettazione pubblica, all'etica e alla consapevolezza degli utenti.<br />

A questo proposito, l'obiettivo è lo sviluppo di linee guida per il<br />

supporto delle autorità pubbliche, che rappresenteranno una svolta<br />

nell'accettazione pubblica futura dei CAV sia per la società che, in<br />

particolare, per tutti gli utenti della strada.<br />

Le ricerche condotte nell'ambito di SUaaVE sono supportate da diverse<br />

metodologie, quali discussioni nell'ambito di focus group, studi<br />

Delphi, sondaggi su larga scala (Francia, Germania, Regno Unito, Italia,<br />

Spagna e Paesi Bassi), nonché test sperimentali con persone reali<br />

per valutare il comportamento dell'utente e i livelli di accettazione<br />

nell'ambito di un veicolo automatizzato.<br />

Questi test sono supportati dalla piattaforma "Virtual Human Centered<br />

Design" (V-HCD), un ambiente di simulazione virtuale 3D per<br />

il contesto stradale urbano e autostradale che consente "esperienze<br />

immersive", come passeggero o come soggetto esterno, valutando<br />

così i livelli di accettazione dei CAV nei diversi gruppi di utenza.<br />

SUaaVE è coordinato dall'Istituto di Biomeccanica di Valencia (IBV)<br />

e si avvale di un consorzio multidisciplinare di partner di grande<br />

esperienza. Il profilo dei partner, più in particolare, rappresenta una<br />

duplice visione del problema: prospettiva accademica e scientifica<br />

(RUG, TÜM, VED, Bordeaux INP, IFSTTAR e IBV) e visione industriale,<br />

che comprende diverse società nella catena di valore: OEM - CRF<br />

(Centro Ricerche Fiat società di FCA ) -, TIER 1 - FICOSA / AAA - e<br />

fornitori tecnologici, CVT e IDIADA.<br />

Maggiori informazioni: www.suaave.eu<br />

Jose Solaz Sanahuja ( jose.solaz@ibv.org)<br />

luglio-agosto 2020 57


Guida autonoma<br />

NUOVO SOFTWARE DI SIMULAZIONE PER I TEST SUI VEICOLI AUTONOMI E CONNESSI<br />

Creato il “gemello digitale”<br />

della città-test Mcity<br />

di Simona Dardari (Direzione Sistemi Informativi e Innovazione ACI)<br />

Fondata e ospitata<br />

dall’Università del<br />

Michigan nella città di Ann<br />

Arbor, Mcity ha aperto<br />

i battenti nel luglio del<br />

2015 come ambiente di<br />

sperimentazione in cui<br />

industria automobilistica,<br />

Governo e Università hanno<br />

deciso di condividere le<br />

loro conoscenze sulla<br />

funzionalità dei veicoli a<br />

guida autonoma, all’interno<br />

di un ambiente controllato<br />

dove sono riprodotte tutte le<br />

condizioni che si incontrano<br />

normalmente alla guida.<br />

Della città-laboratorio<br />

Mcity ci siamo già occupati<br />

in precedenza nel n. 3 di<br />

Onda Verde. Torniamo<br />

sull’argomento in quanto<br />

l’evoluzione tecnologica ha<br />

portato a nuovi interessanti<br />

Prodotta dall’azienda specializzata rFpro<br />

una copia virtuale della struttura realizzata<br />

dall’Università del Michigan per effettuare<br />

le sperimentazioni sulla guida autonoma.<br />

sviluppi di questa iniziativa:<br />

ora Mcity ha un gemello … un<br />

gemello digitale.<br />

L’azienda rFpro, specializzata<br />

nella produzione di software<br />

di simulazione, ha sviluppato,<br />

infatti, un software di<br />

simulazione che permette<br />

un significativo risparmio<br />

di tempo agli utenti della<br />

struttura di Mcity per i<br />

test sui veicoli autonomi e<br />

connessi. Ha creato quello<br />

che definisce un “gemello<br />

digitale altamente accurato”<br />

di Mcity, con dettagli precisi<br />

sui materiali utilizzati e sulla<br />

sua infrastruttura stradale<br />

(guarda il video).<br />

Più in particolare, applicando<br />

un’apparecchiatura LiDAR<br />

di livello topografico rFpro,<br />

con sede nell’Hampshire, nel<br />

Regno Unito, ha “catturato”<br />

una copia digitale dell’area<br />

di test statunitense con un<br />

altissimo livello di precisione.<br />

Un’area laboratorio che<br />

si estende per ben 32 acri<br />

e che incorpora strade e<br />

infrastrutture di traffico,<br />

edifici, un passaggio a livello,<br />

un tunnel, un ponte in acciaio<br />

e diverse rotonde, con un<br />

ampio mix di superfici stradali<br />

e funzionalità che includono<br />

connettività V2X e 5G.<br />

“Questo “gemello” digitale<br />

consente ai produttori<br />

di veicoli e ai fornitori di<br />

tecnologie di accelerare<br />

notevolmente lo sviluppo<br />

mediante la simulazione”,<br />

ha affermato Matt Daley,<br />

amministratore delegato<br />

di rFpro, spiegando come<br />

i metodi consolidati per<br />

creare dati di addestramento<br />

e test per i veicoli autonomi<br />

comportino l’annotazione<br />

manuale dei dati del mondo<br />

reale, fotogramma per<br />

fotogramma, per individuare<br />

caratteristiche come pedoni,<br />

altri veicoli, segnaletica<br />

stradale in modo tale che<br />

il software identifichi<br />

correttamente tutto.<br />

58<br />

luglio-agosto 2020


Guida autonoma<br />

“Possono essere necessari<br />

diversi anni-uomo per<br />

annotare un’ora di video<br />

sorgente”, ha precisato<br />

Daley, “ma in questo modo,<br />

in un mondo virtuale, i<br />

produttori possono creare dati<br />

sintetici fino a 10.000 volte più<br />

velocemente, senza l’errore<br />

umano dell’annotazione<br />

manuale, consentendo di<br />

aumentare enormemente la<br />

quantità di test”.<br />

UN BANCO DI PROVA<br />

IN AMBIENTE VIRTUALE<br />

Il “gemello” digitale di Mcity<br />

si aggiunge alla lista di lavori<br />

simili sviluppati da rFpro,<br />

tra cui Applus + IDIADA<br />

in Spagna e Millbrook nel<br />

Regno Unito, oltre che a sedi<br />

di sport motoristici come il<br />

Nürburgring in Germania<br />

(guarda il video) e Pikes Peak<br />

sulle Montagne Rocciose, in<br />

Nord America.<br />

L’utilizzo di un “gemello”<br />

digitale offre infatti<br />

un utile banco di prova<br />

e aiuta i produttori a<br />

rendere più rapido lo<br />

sviluppo effettuando<br />

test in un ambiente<br />

virtuale completamente<br />

rappresentativo prima della<br />

convalida sull’effettivo<br />

circuito. Come ha spiegato<br />

ancora Matt Daley: “I test in<br />

un ambiente virtuale sono<br />

ora l’unico modo economico<br />

e anche efficace in termini di<br />

tempo per introdurre sistemi<br />

di autoapprendimento al<br />

numero illimitato di scenari<br />

che possono verificarsi<br />

nel mondo reale. Consente<br />

a un veicolo autonomo<br />

connesso di interagire con<br />

qualsiasi combinazione di<br />

altri utenti della strada,<br />

veicoli o pedoni, in qualsiasi<br />

condizione meteorologica o<br />

di illuminazione, in modo<br />

sicuro e ripetibile”.<br />

Solo al termine della<br />

sperimentazione virtuale il<br />

veicolo autonomo e connesso<br />

viene ulteriormente validato<br />

nell’ambiente fisico. Il<br />

“gemello” digitale, pertanto,<br />

integra e completa il campo<br />

di prova piuttosto che<br />

competere con esso. Daley<br />

cita inoltre l’accuratezza<br />

assoluta come priorità per il<br />

successo di una creazione di<br />

gemelli digitali: “Rileviamo<br />

i dettagli della superficie<br />

stradale con un margine<br />

di errore inferiore a 1 mm<br />

attraverso la scansione laser.<br />

Ciò consente la simulazione<br />

della qualità di guida, del<br />

rumore della strada e di altri<br />

fattori che influiscono sul<br />

comfort degli occupanti dei<br />

veicoli autonomi e connessi”.<br />

Inoltre, assicura che i<br />

supporti dei sensori sono<br />

esposti a livelli di vibrazione<br />

rappresentativi per<br />

garantire che funzionino<br />

correttamente su diverse<br />

superfici.<br />

Layout di strade, corsie e<br />

incroci sono incorporati nella<br />

simulazione digitale gemella<br />

rFpro usando i tre formati<br />

più comuni del settore per le<br />

descrizioni delle reti stradali:<br />

OpenDRIVE, IPG ROADS<br />

e SUMO. Ciò garantisce la<br />

compatibilità del software<br />

rFpro con tutti i principali<br />

strumenti di modellazione<br />

dei veicoli presso Mcity e<br />

altri siti.<br />

Fondamentale l’utilizzo dei software di simulazione per lo sviluppo dei sistemi di guida autonoma (guarda il video).<br />

Qui e in apertura immagini della replica digitale di Mcity prodotta da rFpro.<br />

La rete di controllo Mcity<br />

raccoglie dati utilizzando<br />

wireless, fibra ottica,<br />

Ethernet e un posizionamento<br />

cinematico in tempo reale. La<br />

tecnologia di test della realtà<br />

aumentata (AR), in attesa di<br />

brevetto, consente ai veicoli<br />

“fisici” di interagire con i<br />

veicoli connessi virtuali in<br />

tempo reale all’interno della<br />

struttura.<br />

Huei Peng, professore di<br />

ingegneria meccanica presso<br />

l’Università del Michigan<br />

e direttore della cittàlaboratorio<br />

Mcity ha quindi<br />

commentato: “Lo sviluppo<br />

di veicoli autonomi connessi<br />

è più sicuro, più rapido ed<br />

economico combinando<br />

strategicamente test e<br />

simulazioni, piuttosto che<br />

fare troppo affidamento sui<br />

test su strada pubblica”.<br />

Affermazioni pienamente<br />

condivise dall’AD di FRpro,<br />

Matt Daley che in proposito<br />

ha concluso: “I terreni<br />

di prova sono sempre<br />

stati molto apprezzati dai<br />

nostri clienti produttori di<br />

apparecchiature e rFpro ha<br />

prodotto modelli privati ​<br />

di quelle aree per molti<br />

anni. Ciò che è eccitante<br />

ora è la gamma di modelli<br />

accessibili al pubblico che<br />

abbiamo a disposizione,<br />

compresi luoghi come MCity<br />

che sono stati appositamente<br />

progettati per i test dei veicoli<br />

autonomi”.<br />

luglio-agosto 2020 59


Statistiche<br />

Parco Veicolare 2019 - Consistenza<br />

a cura di Alessandro Vasserot (Area Professionale Statistica ACI)<br />

dati relativi alla consistenza del parco veicolare italiano al<br />

I 31/12/2019, pubblicati in questo numero, sono calcolati in base<br />

alle risultanze sullo stato giuridico dei veicoli, tratte dal Pubblico<br />

Registro Automobilistico (PRA). Il PRA è l’Istituto in cui vengono<br />

registrati tutti gli eventi legati alla vita “giuridica” del veicolo dalla<br />

sua nascita con l’iscrizione alla sua fine, la radiazione.<br />

In tutte le elaborazioni effettuate il criterio adottato per includere<br />

un veicolo in uno o l’altro aggregato è l’espletamento della<br />

formalità presso il PRA. Ciò crea alcune distorsioni temporali,<br />

tuttavia quasi insignificanti se il sistema è “a regime”. Infatti,<br />

in base all’art. 93 del Codice della Strada, i veicoli immatricolati<br />

in Italia - sia quelli nuovi di fabbrica che quelli importati usati<br />

dall’estero - devono essere iscritti al PRA entro 60 giorni dalla<br />

data di immatricolazione.<br />

Va poi considerato che vi sono alcuni veicoli che, pur essendo in<br />

circolazione, non sono iscritti al PRA: si tratta dei veicoli iscritti<br />

in altri Registri quali quelli del Ministero della Difesa (targhe EI),<br />

della Croce Rossa Internazionale, del Ministero degli Esteri (targhe<br />

CD), ecc.. Resta comunque ragionevole ritenere che il numero<br />

di questi veicoli non sia tale da modificare sensibilmente le caratteristiche<br />

del parco circolante italiano nel suo complesso.<br />

Inoltre a seguito del D.lgs. 22 del 5/2/97 e dei successivi D.lgs. 291<br />

del 8/9/97 e D.lgs. 839 del 8/11/97 con i quali è stata disciplinata la<br />

gestione dei rifiuti, la cancellazione dal PRA dei veicoli avviati a<br />

demolizione, a partire dal <strong>30</strong>/6/98 deve avvenire esclusivamente<br />

a cura dei titolari del centro di raccolta o del concessionario o del<br />

titolare della succursale della casa costruttrice, i quali assicurano<br />

la loro demolizione “ecologica”. Tali soggetti, secondo la citata<br />

normativa, hanno 60 giorni di tempo dalla data di consegna del<br />

veicolo per presentare le relative formalità al PRA.<br />

Nel definire la consistenza del parco veicolare si è partiti dunque<br />

dai veicoli iscritti al PRA al 31/12 ai quali sono stati sottratti:<br />

1. i veicoli radiati, considerando a tal fine la data di presentazione<br />

della formalità (anche in questo caso può esserci uno<br />

slittamento temporale rispetto alla consegna per la rottamazione<br />

fino a 60 gg.);<br />

2. i veicoli oggetto di furto o appropriazione indebita per i quali<br />

sia stata annotata la perdita di possesso;<br />

3. i veicoli confiscati dallo Stato.<br />

Nelle tabelle sono presentati dati provinciali e dati riguardanti<br />

le aree urbane, ovvero quei Comuni costituiti da più di<br />

150.000 abitanti.<br />

COMUNI<br />

(oltre 150mila<br />

abitanti)<br />

PARCO VEICOLARE 2019<br />

Autovetture Var. 19/18 Autobus Var. 19/18 Veicoli Industr. Var. 19/18 Motocicli Var. 19/18 Totale Var. 19/18<br />

Torino 554.422 -3,84% 2.287 3,16% 65.689 -2,27% 75.180 1,88% 698.626 -3,08%<br />

Genova 270.889 -0,18% 817 -6,52% 34.195 0,95% 144.971 1,57% 451.388 0,45%<br />

Brescia 121.509 1,00% 688 1,03% 17.532 1,61% 17.833 2,04% 157.695 1,18%<br />

Milano 690.914 -0,31% 3.014 -0,40% 85.996 -0,07% 175.647 3,63% 957.100 0,41%<br />

Padova 127.177 0,85% 767 -2,42% 13.515 0,22% 27.567 0,40% 169.127 0,72%<br />

Venezia 110.459 -1,42% 664 1,53% 14.931 0,86% 17.271 -0,12% 143.408 -1,02%<br />

Verona 167.027 -0,40% 734 -9,16% 19.412 1,25% 37.507 1,07% 224.859 -0,05%<br />

Trieste 108.381 0,44% 279 -4,78% 13.906 0,99% 42.351 1,27% 165.019 0,69%<br />

Bologna 208.487 0,48% 1.<strong>30</strong>2 -1,14% 25.176 1,06% 57.704 1,69% 292.913 0,76%<br />

Parma 121.139 1,90% 390 -1,27% 17.104 1,59% 24.201 2,14% 163.050 1,89%<br />

Firenze 199.882 0,71% 676 1,20% 26.346 2,46% 75.592 0,95% <strong>30</strong>2.933 0,93%<br />

Livorno 87.404 0,47% 69 2,99% 11.229 -0,49% 42.626 0,74% 142.928 0,40%<br />

Roma 1.771.969 0,74% 7.671 2,24% 171.015 1,28% 389.218 0,21% 2.342.374 0,70%<br />

Napoli 551.651 1,11% 2.537 -4,34% 58.175 2,08% 143.626 3,39% 756.290 1,59%<br />

Bari 183.228 1,72% 1.401 7,52% 18.441 1,54% 34.203 1,12% 237.438 1,65%<br />

Foggia 88.665 1,68% 147 -6,96% 11.103 1,81% 8.052 0,80% 108.056 1,61%<br />

Taranto 110.272 0,58% 606 2,02% 9.219 2,46% 15.951 1,26% 136.136 0,78%<br />

Reggio di Calabria 114.381 0,57% 494 -1,98% 12.343 -0,11% 20.316 -0,11% 147.700 0,40%<br />

Catania 228.139 2,36% 720 -3,74% 35.047 4,43% 65.706 1,34% 329.807 2,36%<br />

Messina 145.245 0,03% 273 -2,85% 13.4<strong>30</strong> 0,60% 40.250 -0,13% 199.405 0,04%<br />

Palermo 393.544 0,61% 1.683 0,42% 40.345 0,53% 123.654 0,45% 559.544 0,57%<br />

Siracusa 83.362 0,98% 118 -0,84% 10.100 1,02% 24.390 1,75% 118.091 1,13%<br />

Cagliari 100.986 0,13% 1.376 6,67% 16.579 1,34% 15.571 1,22% 134.708 0,46%<br />

TOTALE 6.539.132 0,22% 28.713 0,35% 740.828 0,92% 1.619.387 1,36% 8.938.595 0,48%<br />

Nota: i veicoli industriali comprendono le seguenti categorie di veicoli: autocarri merci, autoveicoli speciali e specifici, motrici, motocarri e quadricicli trasporto<br />

merci, rimorchi e semirimorchi. La colonna Totale comprende anche la categoria Altri Veicoli.<br />

60<br />

luglio-agosto 2020


Statistiche<br />

PROVINCE<br />

PARCO VEICOLARE 2019<br />

Autovetture Var. 19/18 Autobus Var. 19/18 Veicoli Industr. Var. 19/18 Motocicli Var. 19/18 Totale Var. 19/18<br />

Alessandria 288.891 0,83% 616 0,82% 50.171 1,09% 49.729 1,95% 390.317 1,00%<br />

Asti 150.490 0,97% 378 6,48% 26.846 -0,<strong>30</strong>% 25.140 2,03% 203.534 0,93%<br />

Biella 129.310 0,28% 286 0,00% 18.199 -1,45% 20.508 1,16% 168.654 0,19%<br />

Cuneo 419.790 1,07% 886 1,49% 79.434 0,97% 69.559 2,50% 571.552 1,23%<br />

Novara 243.934 0,68% 448 2,99% 34.493 -0,65% 38.252 2,04% 317.675 0,70%<br />

Torino 1.479.671 -0,83% 3.322 -0,27% 195.832 -0,35% 226.042 1,92% 1.909.044 -0,46%<br />

Verb. Cusio Ossola 106.442 0,74% 153 -2,55% 16.159 0,65% 20.913 1,81% 144.020 0,88%<br />

Vercelli 119.494 0,40% 107 -1,83% 18.268 0,18% 18.194 1,12% 156.387 0,45%<br />

Totale Piemonte 2.938.022 -0,03% 6.196 0,63% 439.402 0,04% 468.337 1,95% 3.861.183 0,22%<br />

Aosta 213.904 14,38% 344 -0,29% 61.663 7,64% 16.640 1,43% 292.943 12,05%<br />

Totale Valle D'Aosta 213.904 14,38% 344 -0,29% 61.663 7,64% 16.640 1,43% 292.943 12,05%<br />

Bergamo 691.331 1,<strong>30</strong>% 1.715 1,00% 112.484 1,24% 126.532 2,10% 933.5<strong>30</strong> 1,40%<br />

Brescia 810.141 1,47% 1.337 0,15% 132.444 0,95% 1<strong>30</strong>.004 2,62% 1.076.676 1,54%<br />

Como 402.490 1,01% 620 1,14% 48.252 0,11% 73.514 2,44% 525.681 1,12%<br />

Cremona 224.468 1,27% 312 0,97% <strong>30</strong>.157 1,64% 34.998 1,59% 290.362 1,35%<br />

Lecco 218.485 0,58% 312 0,32% 29.497 -0,40% 40.544 1,95% 289.512 0,67%<br />

Lodi 142.152 1,42% 385 -3,75% 15.882 1,42% 19.766 1,46% 178.390 1,41%<br />

Mantova 274.878 1,50% 472 -3,87% 50.483 1,20% 46.396 2,03% 372.801 1,52%<br />

Milano 1.822.731 0,55% 3.847 0,21% 202.986 0,07% 357.437 2,74% 2.389.938 0,83%<br />

Monza Brianza 561.521 2,26% 295 0,68% 61.622 0,78% 92.167 3,03% 716.199 2,23%<br />

Pavia 353.529 1,08% 645 -3,87% 46.718 -0,32% 56.636 1,33% 458.691 0,96%<br />

Sondrio 115.732 1,21% 280 -0,36% 23.051 0,49% 24.498 2,02% 164.427 1,21%<br />

Varese 595.021 0,77% 635 -3,05% 64.890 -0,72% 93.189 1,84% 754.718 0,77%<br />

Totale Lombardia 6.212.479 1,09% 10.855 -0,38% 818.466 0,49% 1.095.681 2,37% 8.150.925 1,19%<br />

Bolzano 496.555 1,06% 1.071 -0,65% 78.831 2,89% 58.831 3,96% 636.367 1,54%<br />

Trento 676.614 8,15% 1.287 -0,46% 124.888 8,63% 64.903 3,91% 869.088 7,85%<br />

Totale Tr. Alto Adige 1.173.169 5,03% 2.358 -0,55% 203.719 6,33% 123.734 3,93% 1.505.455 5,09%<br />

Belluno 136.522 0,93% 408 1,75% 22.120 0,69% 19.116 2,18% 178.694 1,03%<br />

Padova 610.692 1,23% 1.185 -2,79% 90.433 1,15% 103.863 1,37% 807.007 1,23%<br />

Rovigo 160.456 0,77% 242 -0,82% 25.407 1,26% 22.278 1,15% 208.584 0,87%<br />

Treviso 596.152 1,38% 1.351 -0,95% 93.916 1,43% 78.800 2,22% 771.076 1,47%<br />

Venezia 475.869 0,96% 1.421 0,64% 64.658 1,00% 71.974 1,14% 614.450 0,99%<br />

Verona 621.825 1,14% 1.348 -5,60% 91.791 1,57% 113.919 1,95% 829.902 1,28%<br />

Vicenza 583.711 1,10% 1.082 0,00% 89.089 0,90% 91.937 2,16% 766.972 1,20%<br />

Totale Veneto 3.185.227 1,14% 7.037 -1,58% 477.414 1,20% 501.887 1,77% 4.176.685 1,22%<br />

Gorizia 91.110 1,36% 196 1,03% 10.474 0,90% 16.461 1,93% 118.321 1,39%<br />

Pordenone 216.770 1,10% 414 0,73% <strong>30</strong>.687 1,35% 27.996 2,45% 276.452 1,26%<br />

Trieste 129.341 0,68% 297 -3,88% 17.276 1,15% 48.010 1,42% 195.053 0,90%<br />

Udine 369.637 0,43% 716 -1,65% 51.820 1,67% 52.849 1,51% 475.825 0,68%<br />

Totale Friuli V. Giulia 806.858 0,76% 1.623 -1,16% 110.257 1,42% 145.316 1,71% 1.065.651 0,95%<br />

Genova 421.941 0,04% 1.290 -3,59% 57.559 0,64% 218.066 1,66% 699.762 0,59%<br />

Imperia 126.668 1,09% 270 -4,26% 20.824 0,74% 63.657 1,87% 211.676 1,28%<br />

La Spezia 127.874 0,94% 470 0,21% 16.891 0,79% 41.867 1,70% 187.<strong>30</strong>2 1,08%<br />

Savona 169.119 0,77% 391 -2,01% 29.688 0,66% 73.521 1,98% 273.227 1,08%<br />

Totale Liguria 845.602 0,48% 2.421 -2,69% 124.962 0,68% 397.111 1,76% 1.371.967 0,86%<br />

luglio-agosto 2020 61


Statistiche<br />

PROVINCE<br />

PARCO VEICOLARE 2019<br />

Autovetture Var. 19/18 Autobus Var. 19/18 Veicoli Industr. Var. 19/18 Motocicli Var. 19/18 Totale Var. 19/18<br />

Bologna 622.714 1,16% 1.702 -0,76% 84.593 0,15% 127.991 1,89% 838.073 1,17%<br />

Ferrara 232.151 0,73% 383 0,52% 33.0<strong>30</strong> 0,71% 34.171 0,75% 299.970 0,73%<br />

Forli'-Cesena 261.969 1,44% 825 -2,71% 47.152 0,84% 52.675 1,07% 363.156 1,<strong>30</strong>%<br />

Modena 477.449 1,37% 1.214 -1,46% 74.408 0,18% 66.849 1,90% 621.002 1,28%<br />

Parma 295.382 1,74% 636 1,27% 48.325 1,34% 52.649 2,19% 398.017 1,75%<br />

Piacenza 187.637 1,28% 275 -2,83% 40.349 1,34% <strong>30</strong>.921 2,60% 259.844 1,43%<br />

Ravenna 271.162 1,70% 352 -4,61% 44.441 0,52% 49.553 1,40% 366.040 1,51%<br />

Reggio Emilia 350.996 0,77% 367 -4,92% 59.400 -1,27% 55.591 1,<strong>30</strong>% 467.436 0,56%<br />

Rimini 218.669 2,14% 446 4,94% <strong>30</strong>.620 0,71% 70.108 1,93% 320.397 1,96%<br />

Totale Emilia R. 2.918.129 1,33% 6.200 -1,07% 462.318 0,38% 540.508 1,71% 3.933.935 1,26%<br />

Arezzo 242.060 0,99% 1.127 2,92% 33.745 0,06% 43.280 1,25% 321.022 0,92%<br />

Firenze 777.070 3,24% 1.178 0,60% 135.350 4,72% 159.409 1,32% 1.074.274 3,13%<br />

Grosseto 149.549 1,15% 190 -4,52% 25.499 0,39% 35.088 1,06% 210.936 1,03%<br />

Livorno 204.331 0,89% 225 0,45% 29.476 0,46% 78.565 1,35% 314.471 0,93%<br />

Lucca 261.452 0,91% 434 5,60% 39.401 0,59% 58.656 1,34% 360.493 0,95%<br />

Massa Carrara 122.081 1,18% 148 4,96% 17.596 0,31% <strong>30</strong>.480 1,42% 170.610 1,14%<br />

Pisa 279.441 1,47% 1.336 -0,60% 39.723 0,62% 60.038 1,12% 380.993 1,32%<br />

Pistoia 191.601 1,<strong>30</strong>% 378 0,27% 26.521 1,05% 27.695 1,91% 246.450 1,33%<br />

Prato 160.413 1,18% 378 2,72% 23.299 0,22% 24.607 1,33% 208.914 1,09%<br />

Siena 189.920 0,80% 274 -2,49% 29.660 1,19% 39.367 1,57% 259.888 0,95%<br />

Totale Toscana 2.577.918 1,73% 5.668 1,02% 400.270 1,92% 557.185 1,34% 3.548.051 1,69%<br />

Perugia 486.911 0,95% 1.433 -5,22% 71.798 1,08% 71.591 0,93% 633.395 0,95%<br />

Terni 157.385 0,70% 254 0,00% 24.223 0,16% 26.050 0,63% 208.387 0,62%<br />

Totale Umbria 644.296 0,89% 1.687 -4,47% 96.021 0,85% 97.641 0,85% 841.782 0,87%<br />

Ancona <strong>30</strong>9.114 0,55% 648 1,57% 41.024 -0,18% 64.633 1,41% 415.986 0,61%<br />

Ascoli Piceno 145.138 0,89% 428 -0,23% 21.434 0,87% 26.944 1,56% 194.275 0,98%<br />

Fermo 121.739 1,36% 459 5,76% 18.379 1,00% 18.167 1,82% 159.069 1,38%<br />

Macerata 220.087 1,08% 751 2,88% 41.186 1,06% 36.824 1,88% 299.449 1,18%<br />

Pesaro e Urbino 240.526 1,13% 546 -0,55% 35.986 0,32% 61.504 0,19% 339.148 0,87%<br />

Totale Marche 1.036.604 0,94% 2.832 1,87% 158.009 0,54% 208.072 1,18% 1.407.927 0,93%<br />

Frosinone 359.510 0,86% 1.776 5,65% 52.659 1,46% 42.715 0,88% 457.922 0,95%<br />

Latina 376.091 1,79% 771 -0,52% 60.557 1,39% 66.420 0,86% 504.452 1,61%<br />

Rieti 111.716 1,09% 310 -1,59% 16.316 0,42% 16.131 0,16% 144.967 0,90%<br />

Roma 2.738.975 1,31% 8.859 1,68% 272.582 1,16% 516.714 0,60% 3.541.077 1,19%<br />

Viterbo 232.080 0,95% 416 3,23% 31.526 0,13% 34.361 0,38% 298.920 0,80%<br />

Totale Lazio 3.818.372 1,28% 12.132 2,06% 433.640 1,13% 676.341 0,62% 4.947.338 1,18%<br />

Chieti 262.440 1,01% 1.901 3,71% 45.815 1,41% 46.065 0,95% 357.260 1,07%<br />

L'Aquila 214.209 1,00% 559 -1,76% 34.910 1,27% 26.496 1,04% 277.<strong>30</strong>5 1,02%<br />

Pescara 200.745 1,36% 266 -5,34% 29.113 1,54% 39.495 0,87% 270.147 1,<strong>30</strong>%<br />

Teramo 214.492 1,35% 540 -3,57% 34.365 1,88% 33.640 0,55% 283.720 1,31%<br />

Totale Abruzzo 891.886 1,17% 3.266 0,71% 144.203 1,51% 145.696 0,85% 1.188.432 1,17%<br />

Campobasso 149.709 0,61% 876 -2,34% 28.733 1,36% 22.469 1,53% 202.551 0,79%<br />

Isernia 65.076 1,02% 342 1,79% 14.498 1,85% 9.506 1,18% 89.847 1,16%<br />

Totale Molise 214.785 0,73% 1.218 -1,22% 43.231 1,52% 31.975 1,43% 292.398 0,91%<br />

Avellino 270.880 0,73% 958 -0,10% 49.034 1,62% 29.637 1,26% 351.<strong>30</strong>2 0,89%<br />

62<br />

luglio-agosto 2020


Statistiche<br />

PROVINCE<br />

PARCO VEICOLARE 2019<br />

Autovetture Var. 19/18 Autobus Var. 19/18 Veicoli Industr. Var. 19/18 Motocicli Var. 19/18 Totale Var. 19/18<br />

Benevento 185.086 0,80% 629 -1,87% 33.354 1,40% 22.166 1,08% 241.906 0,90%<br />

Caserta 576.589 2,45% 1.007 -7,44% 69.919 1,70% 73.919 1,82% 722.198 2,<strong>30</strong>%<br />

Napoli 1.816.592 1,40% 5.878 -0,24% 210.623 1,55% 353.612 3,<strong>30</strong>% 2.387.778 1,69%<br />

Salerno 692.895 1,50% 2.413 1,56% 126.407 2,34% 116.427 1,67% 939.290 1,64%<br />

Totale Campania 3.542.042 1,51% 10.885 -0,65% 489.337 1,77% 595.761 2,61% 4.642.474 1,67%<br />

Bari 719.335 1,51% 3.324 4,89% 94.742 1,58% 96.213 1,60% 914.287 1,54%<br />

Barletta Trani 221.975 1,51% 456 1,56% 29.799 0,44% 27.<strong>30</strong>8 1,57% 279.649 1,40%<br />

Brindisi 254.848 1,33% 801 -0,12% 38.416 1,28% 28.919 1,39% 323.261 1,33%<br />

Foggia 346.874 1,68% 799 3,10% 59.488 1,39% 34.446 1,22% 442.318 1,61%<br />

Lecce 517.363 1,15% 1.180 -0,17% 78.671 1,04% 76.470 1,80% 674.155 1,21%<br />

Taranto 342.626 1,32% 1.043 0,58% 39.370 2,34% 43.140 1,85% 426.596 1,46%<br />

Totale Puglia 2.403.021 1,41% 7.603 2,55% 340.486 1,38% <strong>30</strong>6.496 1,62% 3.060.266 1,43%<br />

Matera 127.577 0,75% 457 1,11% 22.754 1,34% 15.125 1,37% 166.222 0,89%<br />

Potenza 251.242 0,56% 1.472 -0,81% 44.715 2,26% 23.431 1,21% 321.639 0,83%<br />

Totale Basilicata 378.819 0,62% 1.929 -0,36% 67.469 1,95% 38.556 1,27% 487.861 0,85%<br />

Catanzaro 235.154 1,57% 986 -1,50% 39.108 1,21% 28.125 0,52% <strong>30</strong>4.112 1,41%<br />

Cosenza 489.786 1,66% 1.844 -1,23% 73.647 1,52% 51.898 1,56% 618.851 1,62%<br />

Crotone 105.577 2,61% 423 -5,16% 22.252 1,45% 9.8<strong>30</strong> 0,87% 138.509 2,29%<br />

Reggio Calabria 362.855 1,48% 1.190 -2,22% 59.595 1,<strong>30</strong>% 44.345 0,94% 468.764 1,39%<br />

Vibo Valentia 108.9<strong>30</strong> 1,65% 342 -2,56% 19.339 1,10% 11.449 1,27% 140.431 1,54%<br />

Totale Calabria 1.<strong>30</strong>2.<strong>30</strong>2 1,67% 4.785 -1,99% 213.941 1,36% 145.647 1,10% 1.670.667 1,57%<br />

Agrigento 292.370 1,14% 648 3,35% 47.822 1,35% 48.616 1,86% 390.180 1,26%<br />

Caltanissetta 165.317 0,64% 280 0,72% 23.968 1,29% 22.384 0,72% 212.233 0,72%<br />

Catania 822.993 2,09% 1.600 -1,05% 124.962 2,67% 168.884 1,25% 1.119.531 2,02%<br />

Enna 106.258 0,92% 355 -5,84% 16.283 1,05% 13.064 -0,02% 136.250 0,82%<br />

Messina 420.414 0,97% 1.148 -0,52% 60.721 0,99% 94.398 1,14% 577.858 1,00%<br />

Palermo 764.242 1,25% 2.342 0,73% 95.936 1,04% 182.573 0,90% 1.045.985 1,17%<br />

Ragusa 223.167 1,85% 273 0,00% 39.179 1,33% 37.615 1,76% <strong>30</strong>0.601 1,76%<br />

Siracusa 268.635 1,50% 379 0,00% 38.676 1,84% 58.927 1,66% 366.969 1,56%<br />

Trapani 291.095 1,40% 541 -1,28% 50.121 1,04% 46.342 1,00% 388.698 1,<strong>30</strong>%<br />

Totale Sicilia 3.354.491 1,44% 7.566 -0,16% 497.668 1,57% 672.803 1,19% 4.538.<strong>30</strong>5 1,41%<br />

Cagliari 278.873 1,42% 1.527 6,04% 42.480 1,94% 37.876 1,78% 361.184 1,54%<br />

Nuoro 146.253 1,54% 277 0,73% 28.967 2,85% 11.546 1,79% 187.587 1,75%<br />

Oristano 104.267 1,36% 210 3,96% 20.120 1,96% 10.354 1,82% 135.183 1,50%<br />

Sassari 322.837 1,93% 922 2,10% 56.399 2,42% 47.459 2,37% 428.616 2,05%<br />

Sud Sardegna 218.448 1,57% 538 -2,36% 41.224 1,52% 20.579 2,13% 281.594 1,60%<br />

Totale Sardegna 1.070.678 1,62% 3.474 3,06% 189.190 2,13% 127.814 2,06% 1.394.164 1,73%<br />

Non definito 16.628 -0,98% 70 1,45% 3.340 -0,77% 2.847 -2,33% 22.890 -1,12%<br />

Totale Italia 39.545.232 1,35% 100.149 0,11% 5.775.006 1,34% 6.896.048 1,70% 52.401.299 1,39%<br />

Nota: i veicoli industriali comprendono le seguenti categorie di veicoli: autocarri merci, autoveicoli speciali e specifici, motrici, motocarri e quadricicli trasporto merci,<br />

rimorchi e semirimorchi. La colonna Totale comprende anche la categoria Altri Veicoli.<br />

luglio-agosto 2020 63


Statistiche<br />

Parco Veicolare 2019 - Considerazioni<br />

a cura di Alessandro Vasserot (Area Professionale Statistica ACI)<br />

Nel 2019 il parco veicolare in Italia ammonta a quasi 52,5 milioni<br />

di veicoli, di cui 39,5 milioni sono autovetture. In generale,<br />

la consistenza del parco veicolare nell’arco degli ultimi<br />

dieci anni (2010-2019) è aumentata del 7,7%, con un massimo<br />

per la categoria dei motocicli (+9,4% circa); le autovetture sono<br />

aumentate del 7,6%, gli autobus sono cresciuti dello 0,3% e i veicoli<br />

industriali sono aumentati del 6,2% circa. Ricordiamo che<br />

dal 2009 non vengono più conteggiati i rimorchi e i semirimorchi<br />

con PTT (Peso Totale a Terra) inferiore a 3,5 t, per i quali già dal<br />

2003 non c’è obbligo di iscrizione al PRA.<br />

La consistenza del parco veicolare 2019 è in leggero aumento rispetto<br />

al 2018 (+1,4% circa), le autovetture e i veicoli industriali<br />

crescono del 1,3%, i motocicli crescono del 1,7%, gli autobus aumentano<br />

dello 0,1%.<br />

PARCO VEICOLARE IN ITALIA: SERIE STORICA ANNI 2010–2019<br />

2010 2011 2012 2013 2014<br />

AUTOBUS 99.895 100.438 99.537 98.551 97.914<br />

AUTOVETTURE 36.751.311 37.113.<strong>30</strong>0 37.078.274 36.962.934 37.080.753<br />

Tab. 1. Parco veicolare MOTOCICLI in Italia: serie storica anni 2010–2019 6.<strong>30</strong>5.032 6.428.476 6.482.796 6.481.770 6.505.620<br />

VEICOLI INDUSTRIALI<br />

2010 2011<br />

5.436.046<br />

2012 2013<br />

5.494.366<br />

2014<br />

5.456.<strong>30</strong>3<br />

2015 2016<br />

5.392.<strong>30</strong>0<br />

2017<br />

5.387.334<br />

2018<br />

AUTOBUS 99.895 100.438 99.537 98.551 97.914 97.991 97.817 99.100 100.042<br />

ALTRO 70.117 73.121 76.332 77.585 78.845<br />

AUTOVETTURE 36.751.311 37.113.<strong>30</strong>0 37.078.274 36.962.934 37.080.753 37.351.233 37.876.138 38.520.321 39.018.170<br />

MOTOCICLI TOTALE ITALIA 6.<strong>30</strong>5.032 6.428.476 48.662.401 6.482.796 49.209.701 6.481.770 6.505.620 49.193.242 6.543.612 49.013.140 6.606.844 6.689.911 49.150.466 6.780.733<br />

VEICOLI INDUSTRIALI 5.436.046 5.494.366 5.456.<strong>30</strong>3 5.392.<strong>30</strong>0 5.387.334 5.414.989 5.518.021 5.618.093 5.698.801<br />

TOTALE ITALIA 48.662.401 49.209.701 2015 49.193.242 2016 49.013.140 49.150.466 2017 49.488.493 2018 50.181.875 51.011.347 2019 51.682.370<br />

ALTRO AUTOBUS 70.117 73.121 97.991 76.332 97.817 77.585 78.845 99.100 80.668 100.042 83.055 83.922 100.149 84.624<br />

AUTOVETTURE 37.351.233 37.876.138 38.520.321 39.018.170 39.545.232<br />

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018<br />

MOTOCICLI 6.543.612 6.606.844 6.689.911 6.780.733 6.896.048<br />

AUTOBUS 100 100,54 99,64 98,65 98,02 98,09 97,92 99,20 100,15<br />

AUTOVETTURE VEICOLI INDUSTRIALI 100 100,98 5.414.989 100,89 5.518.021 100,58 100,90 5.618.093 101,63 5.698.801 103,06 104,81 5.775.006 106,17<br />

MOTOCICLI ALTRO 100 101,96 80.668 102,82 83.055 102,80 103,1883.922 103,78 84.624 104,79 106,1084.864<br />

107,54<br />

VEICOLI INDUSTRIALI 100 101,07 100,37 99,20 99,10 99,61 101,51 103,35 104,83<br />

TOTALE ITALIA 49.488.493 50.181.875 51.011.347 51.682.370 52.401.299<br />

TOTALE ITALIA 100 101,12 101,09 100,72 101,00 101,70 103,12 104,83 106,21<br />

ALTRO 100 104,28 108,86 110,65 112,45 115,05 118,45 119,69 120,69<br />

Tab 1<br />

110<br />

PARCO VEICOLARE IN ITALIA ANNI 2010–2019 (numeri indice: anno 2010 = 100)<br />

Parco veicolare in Italia 2010-2019 (numeri indice: 2010=100)<br />

105<br />

100<br />

AUTOBUS<br />

AUTOVETTURE<br />

MOTOCICLI<br />

VEICOLI INDUSTRIALI<br />

TOTALE ITALIA<br />

95<br />

90<br />

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019<br />

64<br />

luglio-agosto 2020


Statistiche<br />

Parco Veicolare 2019 - Auto Ecologiche<br />

a cura di Alessandro Vasserot (Area Professionale Statistica ACI)<br />

In Italia il parco autovetture con alimentazione ecologica (GPL,<br />

metano, elettriche e ibride) è in costante aumento. Nel 2019 le<br />

alimentazioni ecologiche rappresentano il 9,85% circa del totale,<br />

contro il 9,3% del 2018. Nel complesso le autovetture con alimentazione<br />

ecologica sono cresciute del 61,4% negli ultimi dieci anni.<br />

Analizzando la distribuzione per Regione, le Marche e l’Emilia<br />

Romagna risultano quelle con la percentuale più elevata<br />

di autovetture ecologiche rispetto al proprio parco autovetture<br />

complessivo (20,3% e 19,6% rispettivamente), seguite<br />

dall’Umbria (14,7%) e dal Veneto (12,3%).<br />

Sono nove complessivamente le Regioni italiane che presentano<br />

una percentuale di autovetture ecologiche maggiore rispetto<br />

alla media nazionale (9,85%).<br />

In termini assoluti, l’Emilia Romagna è la Regione con il maggior<br />

numero di autovetture con alimentazione ecologica (oltre<br />

570.000 unità), seguita dalla Lombardia (513.000) e dalla Campania<br />

(409.000).<br />

Le Regioni che hanno incrementato in misura maggiore il numero<br />

di autovetture con alimentazione ecologica tra il 2018 e il 2019<br />

sono il Trentino Alto Adige (con una variazione percentuale del<br />

16,2%), il Lazio (13%) e la Valle D’Aosta (12,4%), seguite da Campania<br />

e Friuli, con una variazione percentuale superiore al 10%.<br />

PARCO AUTOVETTURE IN ITALIA PER REGIONE ED ALIMENTAZIONE – ANNO 2019<br />

Regione Benzina Gas Liquido Metano Elettricità Gasolio<br />

Ibrido<br />

Benzina<br />

Ibrido<br />

Gasolio<br />

Altre<br />

Totale<br />

complessivo<br />

Totale<br />

ecologiche<br />

% Ecologiche<br />

su totale<br />

complessivo<br />

regionale<br />

Variaz. %<br />

2019/2018<br />

autovetture<br />

ecologiche<br />

MARCHE 373.953 68.451 135.626 273 452.<strong>30</strong>0 5.422 556 23 1.036.604 210.328 20,29% 5,33%<br />

EMILIA R. 1.177.611 319.055 210.864 1.542 1.169.690 37.053 2.192 122 2.918.129 570.706 19,56% 4,56%<br />

UMBRIA 249.925 46.410 44.113 190 299.803 3.483 344 28 644.296 94.540 14,67% 6,77%<br />

VENETO 1.354.063 251.493 101.243 1.813 1.437.559 36.494 2.454 108 3.185.227 393.497 12,35% 7,07%<br />

CAMPANIA 1.576.520 316.207 85.973 421 1.556.206 5.675 842 198 3.542.042 409.118 11,55% 12,01%<br />

PIEMONTE 1.423.421 265.250 34.418 1.374 1.186.556 25.601 1.264 138 2.938.022 327.907 11,16% 7,73%<br />

ABRUZZO 363.620 64.835 27.639 187 431.515 3.726 339 25 891.886 96.726 10,85% 7,24%<br />

TOSCANA 1.160.095 159.864 86.865 2.812 1.149.459 17.288 1.412 123 2.577.918 268.241 10,41% 5,41%<br />

LAZIO 1.809.629 298.489 35.088 2.626 1.628.613 41.952 1.462 513 3.818.372 379.617 9,94% 13,04%<br />

PUGLIA 924.602 139.833 66.332 324 1.265.095 5.877 852 106 2.403.021 213.218 8,87% 6,50%<br />

MOLISE 75.559 12.689 5.768 22 120.228 467 47 5 214.785 18.993 8,84% 5,82%<br />

LOMBARDIA 3.394.036 339.097 73.494 3.954 2.<strong>30</strong>4.780 92.825 3.842 451 6.212.479 513.212 8,26% 8,89%<br />

BASILICATA 142.120 17.239 7.234 52 211.421 622 126 5 378.819 25.273 6,67% 7,29%<br />

LIGURIA 459.439 <strong>30</strong>.335 9.064 <strong>30</strong>9 339.284 6.795 350 26 845.602 46.853 5,54% 7,84%<br />

T. ALTO ADIGE 393.344 <strong>30</strong>.956 10.5<strong>30</strong> 5.606 721.406 10.600 687 40 1.173.169 58.379 4,98% 16,23%<br />

SICILIA 1.647.047 123.560 20.366 440 1.555.176 7.164 592 146 3.354.491 152.122 4,53% 5,91%<br />

FRIULI V. GIULIA 450.747 21.349 3.536 349 322.584 7.832 418 43 806.858 33.484 4,15% 10,98%<br />

CALABRIA 573.835 39.931 6.151 115 679.355 2.549 311 55 1.<strong>30</strong>2.<strong>30</strong>2 49.057 3,77% 7,07%<br />

SARDEGNA 529.937 25.829 570 253 510.229 3.609 215 36 1.070.678 <strong>30</strong>.476 2,85% 4,85%<br />

VALLE D'AOSTA 84.816 3.185 396 66 124.210 1.175 54 2 213.904 4.876 2,28% 12,43%<br />

Totale ITALIA 18.174.338 2.574.287 965.340 22.728 17.467.776 316.209 18.359 6.195 39.545.232 3.896.923 9,85% 7,90%<br />

Nota: il totale complessivo comprende anche dati con Regione non identificata.<br />

luglio-agosto 2020 65


Statistiche<br />

PARCO AUTOVETTURE AD ALIMENTAZIONE ECOLOGICA IN ITALIA PER REGIONE - CONFRONTO VALORI ASSOLUTI ANNO 2018-2019<br />

Regione<br />

Gas Liquido<br />

2019<br />

Gas Liquido<br />

2018<br />

Metano<br />

2019<br />

Metano<br />

2018<br />

Elettricità<br />

2019<br />

Elettricità<br />

2018<br />

Ibrido<br />

Benzina<br />

2019<br />

Ibrido<br />

Benzina<br />

2018<br />

Ibrido<br />

Gasolio<br />

2019<br />

Ibrido<br />

Gasolio<br />

2018<br />

EMILIA R. 319.055 <strong>30</strong>4.702 210.864 211.442 1.542 836 37.053 28.341 2.192 489<br />

LOMBARDIA 339.097 326.607 73.494 70.972 3.954 2.033 92.825 70.496 3.842 1.213<br />

CAMPANIA 316.207 278.319 85.973 82.473 421 215 5.675 4.086 842 147<br />

VENETO 251.493 240.846 101.243 97.846 1.813 943 36.494 27.242 2.454 638<br />

LAZIO 298.489 267.990 35.088 33.833 2.626 1.484 41.952 32.189 1.462 317<br />

PIEMONTE 265.250 249.777 34.418 34.351 1.374 753 25.601 19.1<strong>30</strong> 1.264 362<br />

TOSCANA 159.864 152.054 86.865 87.125 2.812 1.652 17.288 13.349 1.412 286<br />

PUGLIA 139.833 131.061 66.332 64.495 324 178 5.877 4.283 852 186<br />

MARCHE 68.451 63.108 135.626 132.325 273 159 5.422 3.973 556 120<br />

SICILIA 123.560 118.489 20.366 19.415 440 297 7.164 5.277 592 152<br />

ABRUZZO 64.835 60.451 27.639 26.876 187 90 3.726 2.710 339 65<br />

UMBRIA 46.410 42.940 44.113 42.802 190 104 3.483 2.618 344 84<br />

TRENTINO ALTO A. <strong>30</strong>.956 28.537 10.5<strong>30</strong> 9.203 5.606 2.827 10.600 9.382 687 277<br />

CALABRIA 39.931 37.939 6.151 5.815 115 70 2.549 1.917 311 78<br />

LIGURIA <strong>30</strong>.335 29.239 9.064 9.137 <strong>30</strong>9 139 6.795 4.860 350 70<br />

FRIULI V. GIULIA 21.349 20.886 3.536 3.329 349 155 7.832 5.698 418 102<br />

SARDEGNA 25.829 25.732 570 515 253 153 3.609 2.621 215 44<br />

BASILICATA 17.239 16.016 7.234 7.029 52 24 622 447 126 39<br />

MOLISE 12.689 11.857 5.768 5.728 22 11 467 337 47 15<br />

VALLE D'AOSTA 3.185 3.060 396 400 66 33 1.175 823 54 21<br />

Totale ITALIA 2.574.287 2.409.840 965.340 945.184 22.728 12.156 316.209 239.779 18.359 4.705<br />

PARCO AUTOVETTURE AD ALIMENTAZIONE ECOLOGICA IN ITALIA PER REGIONE - CONFRONTO VALORI ASSOLUTI ANNO 2018-2019<br />

Regione Totale ecologiche 2019 Totale ecologiche 2018 Totale complessivo 2019 Totale complessivo 2018<br />

EMILIA ROMAGNA 570.706 545.810 2.918.129 2.879.926<br />

LOMBARDIA 513.212 471.321 6.212.479 6.145.609<br />

CAMPANIA 409.118 365.240 3.542.042 3.489.496<br />

VENETO 393.497 367.515 3.185.227 3.149.335<br />

LAZIO 379.617 335.813 3.818.372 3.769.957<br />

PIEMONTE 327.907 <strong>30</strong>4.373 2.938.022 2.938.884<br />

TOSCANA 268.241 254.466 2.577.918 2.533.979<br />

PUGLIA 213.218 200.203 2.403.021 2.369.601<br />

MARCHE 210.328 199.685 1.036.604 1.026.949<br />

SICILIA 152.122 143.6<strong>30</strong> 3.354.491 3.<strong>30</strong>6.796<br />

ABRUZZO 96.726 90.192 891.886 881.576<br />

UMBRIA 94.540 88.548 644.296 638.625<br />

TRENTINO ALTO ADIGE 58.379 50.226 1.173.169 1.116.978<br />

CALABRIA 49.057 45.819 1.<strong>30</strong>2.<strong>30</strong>2 1.280.935<br />

LIGURIA 46.853 43.445 845.602 841.578<br />

FRIULI VENEZIA GIULIA 33.484 <strong>30</strong>.170 806.858 800.810<br />

SARDEGNA <strong>30</strong>.476 29.065 1.070.678 1.053.639<br />

BASILICATA 25.273 23.555 378.819 376.469<br />

MOLISE 18.993 17.948 214.785 213.2<strong>30</strong><br />

VALLE D'AOSTA 4.876 4.337 213.904 187.005<br />

Totale ITALIA 3.896.923 3.611.664 39.545.232 39.018.170<br />

Nota: il totale complessivo comprende anche dati con Regione non identificata.<br />

66<br />

luglio-agosto 2020


Statistiche<br />

Prendendo in considerazione, infine, il parco autovetture<br />

secondo la classificazione Euro, la percentuale delle categorie<br />

meno inquinanti (Euro 4, 5 e 6) in Italia nel 2019 è pari al 67,5%,<br />

con alcune Regioni nettamente oltre la media, come Valle<br />

D’Aosta e Trentino Alto Adige (88% e 87,3% rispettivamente),<br />

Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Veneto (tutte comprese<br />

tra il 74% ed il 76%).<br />

Le Regioni meno “virtuose” risultano quelle dell’Italia meridionale<br />

e insulare: in particolare Calabria, Sicilia, Campania e<br />

Basilicata, si attestano tutte sotto il 56%.<br />

PARCO AUTOVETTURE DISTINTE PER CLASSIFICAZIONE EURO – ANNO 2019<br />

Regione EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4 EURO 5 EURO 6<br />

Emissioni<br />

Zero<br />

Non<br />

definito<br />

Totale<br />

complessivo<br />

% EURO<br />

0-1-2-3<br />

% EURO<br />

4-5-6<br />

VALLE D'AOSTA 6.523 1.695 6.662 10.974 27.189 20.651 140.133 66 11 213.904 12,09% 87,91%<br />

TRENTINO ALTO A. 32.933 9.614 38.736 67.829 189.770 165.800 662.763 5.606 118 1.173.169 12,71% 87,28%<br />

LOMBARDIA 401.726 105.390 376.037 616.786 1.647.905 1.334.268 1.724.437 3.954 1.976 6.212.479 24,14% 75,82%<br />

TOSCANA 171.000 41.749 153.393 256.380 622.248 497.772 831.331 2.812 1.233 2.577.918 24,15% 75,80%<br />

EMILIA R. 194.515 51.879 197.657 <strong>30</strong>3.403 781.477 602.160 784.695 1.542 801 2.918.129 25,61% 74,36%<br />

VENETO 181.802 56.329 232.445 360.910 884.122 660.239 806.559 1.813 1.008 3.185.227 26,10% 73,86%<br />

PIEMONTE 220.879 54.836 212.848 338.186 788.701 556.264 763.848 1.374 1.086 2.938.022 28,14% 71,82%<br />

LIGURIA 67.402 17.844 60.740 98.510 232.794 167.567 200.239 <strong>30</strong>9 197 845.602 28,91% 71,06%<br />

FRIULI V. GIULIA 50.179 16.923 67.657 100.444 235.125 157.723 178.154 349 <strong>30</strong>4 806.858 29,15% 70,81%<br />

MARCHE 86.908 23.273 87.728 127.832 289.257 194.427 226.636 273 270 1.036.604 31,42% 68,55%<br />

Totale ITALIA 3.650.822 970.479 3.338.268 4.882.101 10.650.320 6.973.440 9.035.054 22.728 22.020 39.545.232 32,47% 67,47%<br />

LAZIO 354.433 88.289 312.724 485.481 1.082.644 668.374 821.580 2.626 2.221 3.818.372 32,50% 67,44%<br />

UMBRIA 61.604 15.838 58.834 81.334 173.254 114.055 138.939 190 248 644.296 33,77% 66,19%<br />

ABRUZZO 84.961 24.461 88.599 128.104 249.248 147.526 168.458 187 342 891.886 36,57% 63,40%<br />

SARDEGNA 100.032 29.416 108.624 174.865 3<strong>30</strong>.875 162.470 163.474 253 669 1.070.678 38,57% 61,37%<br />

PUGLIA 266.099 74.279 262.372 388.634 721.424 361.851 326.418 324 1.620 2.403.021 41,26% 58,68%<br />

MOLISE 23.363 7.555 26.748 35.620 60.795 32.085 28.492 22 105 214.785 43,43% 56,52%<br />

BASILICATA 45.538 14.387 47.216 63.080 104.178 53.294 50.859 52 215 378.819 44,93% 55,01%<br />

CAMPANIA 621.244 140.324 400.166 498.870 961.454 470.776 444.644 421 4.143 3.542.042 46,88% 53,00%<br />

SICILIA 465.956 135.029 4<strong>30</strong>.638 546.773 929.160 438.406 405.911 440 2.178 3.354.491 47,05% 52,88%<br />

CALABRIA 200.461 60.941 167.887 197.888 338.445 167.7<strong>30</strong> 167.484 115 1.351 1.<strong>30</strong>2.<strong>30</strong>2 48,16% 51,74%<br />

% su Totale ITALIA 9,23% 2,45% 8,44% 12,35% 26,93% 17,63% 22,85% 0,06% 0,06% 100,00%<br />

La classe "Emissioni Zero" è stata inclusa nella somma Euro 4-5-6 in quanto comprende esclusivamente veicoli elettrici.<br />

Anno 2018<br />

Anno 2019<br />

18,27%<br />

9,48%<br />

2,65%<br />

9,48%<br />

Euro 0<br />

Euro 1<br />

Euro 2<br />

22,85%<br />

9,23%<br />

2,45%<br />

8,44%<br />

18,07%<br />

28,40%<br />

13,64%<br />

Euro 3<br />

Euro 4<br />

Euro 5<br />

Euro 6<br />

17,63%<br />

26,93%<br />

12,35%<br />

luglio-agosto 2020 67


Statistiche<br />

COVID-19<br />

Mercato autovetture in Italia - 1° sem. 2020<br />

a cura di Alessia Grande (Area Professionale Statistica ACI)<br />

Il mercato italiano di auto nuove ha chiuso il primo semestre<br />

2020 con un forte decremento, chiaramente influenzato dal<br />

lockdown dovuto al Covid-19 nei mesi di marzo e aprile e con<br />

maggio e giugno ancora deboli per la scarsità di risorse economiche<br />

a disposizione dei consumatori, che hanno rinviato l’acquisto<br />

di auto nuove, anche in attesa di incentivi alla rottamazione su<br />

auto ad alimentazione tradizionale oltre che su elettriche e ibride.<br />

In totale nel semestre sono state registrate 596.588 prime iscrizioni,<br />

record negativo in assoluto, riportando una flessione del<br />

43,8% sul I semestre 2019.<br />

Relativamente alle prime iscrizioni a livello territoriale si sono rilevati<br />

decrementi a doppia cifra in tutte le Province, partendo dal<br />

-32,3% di Trento fino ad arrivare al -57,6% di Pavia.<br />

Dall’analisi delle nuove iscrizioni per alimentazione nel I semestre<br />

2020, a dispetto delle flessioni a due cifre registrate dalle alimentazioni<br />

tradizionali e dalle vetture a doppia alimentazione<br />

benzina/gpl e benzina/metano, spiccano i forti incrementi delle<br />

auto elettriche (+103%), che raggiungono un’incidenza sul totale<br />

dell’1,6%, e delle auto ibride a gasolio (+63,5%), che superano la<br />

quota dell’1%. Anche le auto ibride a benzina sono rimaste in territorio<br />

positivo, con una crescita del 7,8% e una quota percentuale<br />

sul totale quasi raddoppiata: dal 4% del I semestre 2019 al 7,6%<br />

nel I semestre del corrente anno. C’è da dire che sono tuttora in<br />

vigore gli incentivi per l’acquisto di auto ad alimentazione ecologica<br />

che, nonostante la profonda crisi dovuta al COVID-19, hanno<br />

certamente influenzato gli acquirenti nelle loro scelte. Il diesel,<br />

oltre ad aver subìto una diminuzione del 52,9%, ha diminuito la<br />

propria quota di circa 7 punti percentuali, arrivando al 35,5%, contro<br />

il 45,5% della benzina.<br />

A livello regionale, nuovamente il Trentino Alto Adige ha riportato<br />

forti aumenti sia per le auto elettriche sia per le ibride a gasolio,<br />

che iniziano a diffondersi anche in Sardegna.<br />

Riguardo le nuove iscrizioni per fascia di cilindrata, si sono riscontrate<br />

contrazioni a due cifre in tutte le fasce: dal -28,2% della<br />

PRIME ISCRIZIONI PER REGIONE E ALIMENTAZIONE - Variazione % 1° semestre 2020 / 1° semestre 2019<br />

REGIONE<br />

BENZINA<br />

BENZINA/<br />

GPL<br />

BENZINA/<br />

METANO<br />

ELETTRICO<br />

GASOLIO<br />

IBRIDO<br />

BENZINA/<br />

ELETTRICO<br />

IBRIDO<br />

GASOLIO/<br />

ELETTRICO<br />

METANO<br />

ABRUZZO -39,29 -46,64 -70,25 78,03 -57,02 18,61 31,12 -9,16<br />

BASILICATA -41,26 -43,42 -71,00 170,60 -62,78 73,86 <strong>30</strong>,37 2,98<br />

CALABRIA -37,68 -44,20 -58,75 485,71 -53,24 31,67 50,16 33,34<br />

CAMPANIA -37,18 -42,06 -63,45 99,39 -51,86 39,52 27,05 -6,77<br />

EMILIA ROMAGNA -43,46 -48,19 -74,81 43,25 -52,76 0,83 69,86 4,22<br />

FRIULI VENEZIA GIULIA -52,16 -56,33 -81,31 161,23 -66,20 65,63 87,54 -16,42<br />

LAZIO -36,24 -43,94 -65,62 75,72 -49,01 -1,55 60,48 -12,35<br />

LIGURIA -45,02 -55,49 -79,77 -5,39 -62,34 51,68 91,82 14,96<br />

LOMBARDIA -47,14 -52,97 -77,81 132,42 -58,50 -4,15 66,82 4,16<br />

MARCHE -42,39 -50,72 -71,52 103,99 -57,01 28,26 46,03 -14,45<br />

MOLISE -37,49 -62,10 -92,33 99,39 -53,51 -3,11 24,62 35,58<br />

PIEMONTE -43,85 -46,85 -74,36 28,94 -39,68 22,65 66,04 5,94<br />

PUGLIA -38,22 -37,91 -66,40 55,08 -56,93 9,55 38,33 -11,08<br />

SARDEGNA -43,08 -52,28 - 238,96 -60,77 14,11 113,24 -0,31<br />

SICILIA -38,94 -51,04 -67,96 102,20 -53,81 13,99 59,12 10,90<br />

TOSCANA -32,47 -44,96 -79,41 3,87 -48,06 20,98 64,17 14,79<br />

TRENTINO ALTO ADIGE -44,11 -64,62 86,93 316,75 -53,97 24,31 180,56 154,67<br />

UMBRIA -42,94 -49,07 -57,33 67,06 -54,54 20,50 12,62 -5,88<br />

VALLE D’AOSTA -35,42 -8,68 -84,66 186,62 -51,74 61,31 241,81 32,93<br />

VENETO -43,94 -50,43 -70,56 67,10 -59,39 -2,56 63,15 0,39<br />

TOTALE ITALIA -42,67 -47,76 -70,29 103,11 -52,86 7,75 63,49 6,61<br />

68<br />

luglio-agosto 2020


COVID-19<br />

Statistiche<br />

MERCATO AUTOVETTURE USATO PER ALIMENTAZIONE<br />

MERCATO AUTOVETTURE USATO PER ANZIANITÀ<br />

Alimentazione 1° sem. 2019 1° sem. 2020 Var. %<br />

Fascia anzianità 1° sem. 2019 1° sem. 2020 Var. %<br />

BENZINA 580.796 403.779 -<strong>30</strong>,48<br />

>=<strong>30</strong> 27.375 21.253 -22,36<br />

BENZINA E GAS LIQUIDO 106.370 78.885 -25,84<br />

=20 81.126 68.326 -15,78<br />

BENZINA E METANO 33.073 23.065 -<strong>30</strong>,26<br />

=10 661.029 463.378 -29,90<br />

ELETTRICITA 569 609 7,03<br />

=5 317.419 208.000 -34,47<br />

GASOLIO 824.349 545.027 -33,88<br />

4 - 5 87.175 68.943 -20,91<br />

IBRIDO BENZINA/ELETTRICO 9.347 8.890 -4,89<br />

3 - 4 80.707 63.280 -21,59<br />

IBRIDO GASOLIO/ELETTRICO 502 1.511 201,00<br />

2 - 3 103.214 61.139 -40,76<br />

METANO 3.524 3.935 11,66<br />

1 - 2 165.491 118.681 -28,29<br />

NON DEFINITO 18.197 27.915 53,40<br />

0 - 1 53.191 20.616 -61,24<br />

TOTALE 1.576.727 1.093.616 -<strong>30</strong>,64<br />

TOTALE 1.576.727 1.093.616 -<strong>30</strong>,64<br />

fascia da 1.001 a 1.200 cc al -63,1% della fascia da 2.001 a 2.500 cc.<br />

Nonostante la flessione, la prima fascia ha tuttavia guadagnato 3<br />

punti di quota percentuale dal I semestre 2019 al I semestre 2020,<br />

arrivando al 22,5%, a discapito della fascia più numerosa, da 1.400<br />

a 1.600 cc, che invece ha perso più di 5 punti percentuali, scendendo<br />

al 28,8% di incidenza.<br />

Malgrado le diffuse variazioni negative, è da evidenziare l’incremento<br />

registrato dalla Valle d’Aosta, pari al 56,5%, per le auto<br />

nuove iscritte nella fascia di cilindrata oltre 2.500 cc.<br />

RADIAZIONI<br />

Decremento anche per le radiazioni di autovetture nel I semestre<br />

2020: -35,4%, con cali diffusi in tutte le Province, dal -11% di Isernia<br />

al -46,4% di Belluno.<br />

Considerando la suddivisione in base alla classificazione euro si è<br />

evidenziata la percentuale ancora elevata (55,4%), anche se in diminuzione<br />

rispetto al 2019, di radiazioni auto con classe euro da<br />

0 a 3. È risultata altresì alta l’incidenza di automobili radiate con<br />

classe euro 4 (28,8%). Le auto eliminate dalla circolazione in Italia<br />

con classificazione euro 5 hanno rappresentato il 6,1%, con percentuali<br />

più elevate in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana; le<br />

euro 6, con incidenza media del 6,9% in Italia, hanno raggiunto<br />

picchi del 41,3% in Valle d’Aosta e del 32,2% in Trentino Alto Adige;<br />

essendo vetture praticamente nuove, si tratta per lo più di auto<br />

radiate per esportazione all’estero, la parte restante è attribuibile<br />

maggiormente a radiazioni in seguito ad incidenti, sequestri e<br />

cancellazioni d’ufficio.<br />

Osservando il tasso di sostituzione, vale a dire il rapporto tra radiazioni<br />

e prime iscrizioni, permane la chiara tendenza nel Sud<br />

Italia a radiare auto piuttosto che ad iscriverne di nuove: ad Isernia,<br />

Barletta Trani, Foggia ed Enna si è registrato un tasso dal <strong>30</strong>0%<br />

al 400% (contro una media nazionale dell’86%), in altre parole per<br />

ogni auto nuova ne sono state radiate almeno tre. Situazione del<br />

tutto antitetica in Trentino Alto Adige, dove ogni 100 auto nuove<br />

ne sono state radiate circa 26, pertanto il parco veicolare continua<br />

a crescere poiché il saldo tra prime iscrizioni e radiazioni risulta<br />

ampiamente positivo.<br />

TRASFERIMENTI DI PROPRIETÀ<br />

AL NETTO DELLE MINIVOLTURE<br />

La flessione a doppia cifra non risparmia neppure i passaggi di<br />

proprietà al netto delle minivolture, che hanno chiuso il primo<br />

semestre del 2020 con un decremento del <strong>30</strong>,6%. Le perdite percentuale<br />

si collocano tra i due estremi di Agrigento (-21,5%) e di<br />

Bolzano (-55,2%).<br />

Dall’esame dei trasferimenti di proprietà al netto delle minivolture<br />

suddivisi per alimentazione è emersa la crescita triplicata tra i due<br />

semestri considerati delle auto ibride a gasolio (+201%), delle auto a<br />

metano (+11,7%) e delle elettriche (+7%). Le vetture a gasolio hanno<br />

subito la contrazione più elevata: -33,9%.<br />

Rispetto ai passaggi di proprietà al netto delle minivolture in base<br />

all’anzianità, sono risultate in calo tutte le fasce: dal -15,8% per<br />

le auto tra 20 e <strong>30</strong> anni al -61,2% delle vetture fino ad un anno<br />

di anzianità, che evidentemente, essendo più costose, sono state<br />

meno ricercate. Le vetture di seconda mano più numerose sono<br />

state quelle che vanno dai 10 ai 20 anni di età, con un’incidenza<br />

del 42,4% sul totale.<br />

Proseguendo l’analisi sui trasferimenti di proprietà al netto delle<br />

minivolture in rapporto alle prime iscrizioni, rispetto ad una media<br />

nazionale del 183%, si sono evidenziati valori particolarmente alti,<br />

intorno all’800%, nelle Province di Barletta Trani e Foggia, vale a dire<br />

che per ogni nuova iscrizione sono stati effettuati circa 8 passaggi<br />

di proprietà, evidenziando quindi una forte propensione ad acquistare<br />

auto usate. Più in generale nelle regioni del Sud e nelle Isole<br />

si è osservata una maggiore inclinazione ad acquistare vetture di<br />

seconda mano. Viceversa le Regioni con valori percentuali inferiori<br />

all’unità sono state Trentino Alto Adige (<strong>30</strong>%) e Valle d’Aosta (84%),<br />

in cui evidentemente si tende a comprare più auto nuove che usate.<br />

luglio-agosto 2020 69


App Parade<br />

Euro Rescue<br />

di Simona Dardari (Direzione Sistemi Informativi e Innovazione ACI)<br />

In caso di grave incidente salvare vite è spesso questione di minuti<br />

se non di secondi. Per questo è fondamentale per i soccorritori<br />

conoscere le caratteristiche del veicolo coinvolto affinché possano<br />

intervenire per estrarre il conducente o i passeggeri dall’abitacolo<br />

senza incorrere in rischi per gli stessi e per loro.<br />

Ogni veicolo dovrebbe avere al proprio interno un foglio di rischio<br />

(Rescue sheet) nel quale vengono segnalate tutte le parti “pericolose”<br />

presenti (serbatoio, batteria, generatori di gas, rinforzi<br />

dell’abitacolo, unità di controllo, airbag, cavi e batterie ad alta tensione)<br />

e la loro ubicazione.<br />

Una nuova applicazione nata dalla cooperazione tra Euro NCAP e<br />

CTIF (International Association of Fire and Rescue Service) consente<br />

di avere in un’unica soluzione tutti i fogli di rischio dei veicoli a seconda<br />

dei modelli. L’applicazione di recentissima pubblicazione sui principali<br />

store (Google Play e App Store) fornisce in un sistema unico tutti i<br />

fogli di salvataggio che possono essere utilizzati sia online che offline.<br />

Non è necessaria la registrazione pertanto si hanno subito a disposizione<br />

i fogli di ogni veicolo. All’apertura dell’applicazione appaiono<br />

in ordine alfabetico tutti i marchi delle case automobilistiche.<br />

Cliccando sulla casa di interesse verranno visualizzati tutti i modelli<br />

prodotti con l’indicazione degli anni di produzione.<br />

È possibile selezionare anche uno specifico modello scegliendolo<br />

dal menù a tendina. Una volta scelto il modello è possibile così aprire<br />

il relativo foglio di rischio.<br />

70<br />

luglio-agosto 2020


Eventi<br />

IBE - International Bus Expo 2020<br />

a cura della Redazione<br />

International Bus Expo (IBE) 2020, in programma alla Fiera di Rimini<br />

dal 22 al 24 ottobre, quest'anno per la prima volta usufruirà<br />

L'<br />

del supporto di un autorevole Comitato Tecnico-Scientifico per la programmazione<br />

e il coordinamento di eventi e contenuti da proporre al<br />

vasto pubblico di tecnici, operatori di settore e amministratori pubblici<br />

e di aziende di TPL che prenderà parte alla manifestazione.<br />

La presidenza di questo nuovo Comitato Tecnico-Scientifico è stata<br />

affidata al professor Giuseppe Catalano, ordinario presso l'Università<br />

Sapienza di Roma e coordinatore della Struttura Tecnica di Missione<br />

del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.<br />

Compito precipuo del Comitato quello di realizzare un palinsesto contenuti<br />

di alto livello e di elevata qualità tecnico-scientifica, in cui siano<br />

rappresentati e coinvolti tutti i principali attori del settore del trasporto<br />

collettivo (associazioni, aziende, enti pubblici, centri di ricerca, stakeholders,<br />

ecc.) al fine di sviluppare un confronto costruttivo sui temi<br />

strategici del mercato, proponendo soluzioni condivise.<br />

Parimenti il nuovo Comitato darà vita a un Tavolo Permanente sul TPL,<br />

sulle tecnologie per materiali rotabili, promosso da IEG, IBE, ISFORT<br />

e Università Sapienza di Roma, che anche in questo vedrà coinvolta<br />

un'ampia platea di istituzioni, associazioni, gestori del servizio e rappresentanti<br />

delle industrie di settore.<br />

Quattro, più in dettaglio, le tematiche su cui sarà incentrata l'offerta<br />

convegnistica in occasione dell'importante eventi fieristico riminese<br />

organizzato dal 22 al 24 ottobre da Italian Exhibition Group: tecnologia<br />

e innovazione, sostenibilità e decarbonizzazione, impatto del Covid-19<br />

e nuove modalità di accesso alle risorse (vedi box).<br />

Tra gli appuntamenti già calendarizzati segnaliamo l'evento di apertura:<br />

un vero e proprio corso di "Digital Strategy" per la comunicazione<br />

aziendale legata al TPL che verrà curato dalla redazione della<br />

rivista specializzata "AUTOBUS". Nel corso dell'evento verranno illustrate,<br />

tra l'altro, le interessanti esperienze di due aziende che hanno<br />

cambiato con successo il registro comunicativo nel settore del TPL:<br />

ATM Milano e COTRAL.<br />

Il 23 ottobre, invece, da non mancare l'appuntamento con la Giornata<br />

Italiana del Filobus, con uno specifico convegno inserito nell'ambito<br />

del Mobility Innovation Tour, di cui IBE è Mobility Partner, quale<br />

tappa conclusiva di questo partecipato format itinerante completamente<br />

dedicato alle aziende di TPL. Al centro del convegno la tecnologia<br />

"In Motion Charging", ovvero l'impiego di pacchi batteria in<br />

luogo del classico motogeneratore, che ha consentito un ritorno alla<br />

ribalta del filobus, mezzo annoverato oggi a pieno titolo nella categoria<br />

dei veicoli a zero emissioni per la sua capacità di circolare in<br />

modalità full electric anche nelle aree non coperte dal bifilare. L'attenzione<br />

della giornata, oltre che all'analisi del trend europeo del<br />

settore, sarà inoltre indirizzata ai principali progetti di sviluppo del<br />

filobus in Italia con le istanze presentate a seguito del recente programma<br />

di finanziamento.<br />

A completare un primo quadro dell'offerta riservata ai visitatori<br />

dell'importante evento fieristico in programma a Rimini, infine, non<br />

mancheranno i consueti attesissimi test drive, che si svolgeranno<br />

sulle strade di Rimini, aperte al traffico, con partenza e arrivo nel<br />

Quartiere Fieristico.<br />

I componenti del Comitato Tecnico-Scientifico IBE 2020:<br />

MAIN TOPICS Linee guida dell’organizzazione dell’offerta convegnistica<br />

TEMA<br />

TECNOLOGICO /<br />

INNOVAZIONE<br />

a. dotazioni e servizi per<br />

la nuova flessibilità,<br />

b. mappatura ed analisi<br />

quali-quantitativa dei<br />

fenomeni,<br />

c. importanza<br />

dell’analisi dei dati e<br />

loro provenienza,<br />

d. nuovi ruoli del<br />

Mobility Manager<br />

e. importanza della<br />

formazione su nuove<br />

soluzioni<br />

organizzative e nuove<br />

competenze<br />

SOSTENIBILITA’/<br />

DECARBONIZZAZIONE<br />

a. il Covid-19 come<br />

elemento di stress in<br />

un processo di<br />

cambiamento già in<br />

atto,<br />

b. proposte di soluzioni<br />

sostenibili e di<br />

razionali abbinamenti<br />

fra soluzioni<br />

sostenibili e territori<br />

in cui le stesse<br />

possano essere<br />

applicate,<br />

c. elettrificazione e non<br />

solo (gas naturale,<br />

metano, ibrido, …)<br />

IMPATTO DEL<br />

COVID-19<br />

a. SULLE FILIERE: governance,<br />

manutenzione ed<br />

aggiornamento dei parchi<br />

mezzi attuali, complicanze<br />

derivanti dall’adozione di<br />

trazioni alternative<br />

(cambiano gli stili di guida,<br />

cambiano le competenze<br />

per la gestione e<br />

manutenzione, cambia la<br />

filiera industriale)<br />

b. SUL TPL: urbano<br />

(confronto fra case<br />

histories), scolastico, di<br />

lunga percorrenza<br />

NUOVE<br />

MODALITA’ DI<br />

ACCESSO ALLE<br />

RISORSE<br />

a. per la prima volta il<br />

finanziamento non è<br />

solo per i mezzi ma<br />

anche per le<br />

infrastrutture<br />

necessarie<br />

b. le risorse vengono<br />

erogate ai Comuni e<br />

non alle Regioni per<br />

sveltire le pratiche<br />

necessarie<br />

all’aumento rapido<br />

del parco circolante<br />

• Presidente: Giuseppe Catalano (Univ. Sapienza di Roma e MIT)<br />

• Arrigo Giana - AGENS<br />

• Fabrizia Vigo - ANFIA<br />

• Giuseppe Vinella - ANAV<br />

• Emanuele Proia - ASSTRA<br />

• Roberta Frisoni - Comune di Rimini<br />

• Licia Balboni - FEDERMETANO<br />

• Carlo Carminucci - ISFORT<br />

• Anna Donati - KYOTO CLUB<br />

• Paolo Beria - Politecnico di Milano<br />

• Alessandro Avenali - Università Sapienza di Roma<br />

• Antonio Cernicchiaro - UNRAE<br />

www.internationalbusexpo.it<br />

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