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LeStrade luglio 2020

SPECIALE - L’innovazione italiana che spicca nel mondo PONTI - Progetto di ripristino di impalcati in acciaio MATERIALI - Il lavoro di squadra tra emulsioni e bitumi

SPECIALE - L’innovazione italiana che spicca nel mondo
PONTI - Progetto di ripristino di impalcati in acciaio
MATERIALI - Il lavoro di squadra tra emulsioni e bitumi

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68<br />

69 LS<br />

ce”. Per ciascuna delle posizioni interessate viene valutata<br />

la posizione del punto rappresentativo della discontinuità<br />

(difetto campione) sulla curva di sicurezza FAD (Fracture<br />

Assessment Diagram). La posizione del punto (fig. 4) viene<br />

identificata mediante i valori locali di Lr e Kr , parametri<br />

rappresentativi rispettivamente della suscettibilità al collasso<br />

plastico e alla rottura fragile.<br />

Nella valutazione della posizione del punto sul diagramma<br />

occorre tenere in considerazione oltre alle tensioni primarie<br />

(determinate dai carichi meccanici attualmente presenti)<br />

anche le tensioni residue di saldatura. Tali tensioni, di natura<br />

secondaria, non contribuiscono a incrementare il rischio<br />

di collasso plastico del componente ma devono essere prese<br />

in esame per quanto attiene la resistenza nei confronti<br />

della rottura fragile, cioè della propagazione instabile, rischio<br />

da mitigare in questo tipo di interventi. Come appare<br />

evidente da quanto sopra esposto ciascuna zona di intervento<br />

richiede una valutazione specifica, in quanto caratterizzata<br />

da valori locali relativamente a:<br />

• Spessore delle membrature;<br />

• Posizione e orientamento del singolo difetto;<br />

• Sollecitazioni primarie e secondarie nella zona.<br />

A titolo di esempio si riporta in tab. 1 un prospetto con i risultati<br />

delle valutazioni delle dimensioni critiche dei difetti/scavi.<br />

Per ciascuna configurazione sono stati forniti due<br />

possibili dimensioni limite per lo scavo (Scavo 1 e Scavo 2),<br />

entrambe ammissibili.<br />

La tenacità intrinseca<br />

del materale: una valutazione<br />

L’acciaio si oppone alla propagazione di una rottura di tipo<br />

fragile con la propria tenacità. Questa grandezza è una caratteristica<br />

propria di ciascuna tipologia di acciaio e varia con<br />

la temperatura. Nel caso in cui la tenacità del materiale, alla<br />

temperatura alla quale vengono realizzate le operazioni, non<br />

sia sufficiente a garantire la stabilità dei difetti/scavi, occorre<br />

ricorrere ad operazioni di preriscaldo delle aree interessate<br />

dalle lavorazioni. La stima della tenacità del materiale<br />

che costituisce i componenti in esame e delle relative giunzioni<br />

saldate è stata effettuata in accordo alle prescrizioni<br />

della norma BS 7910 (Annex J), sulla base dei valori di resilienza<br />

minimi prescritti dalla norma UNI EN ISO 10025.<br />

Il valore minimo tabellato di energia dissipata in una prova<br />

resilienza Charpy-V alla temperatura di -20°C deve essere<br />

non inferiore a 27 Joule per il materiale S355 J2 (spessori<br />

≤40 mm) e non inferiore a 40 Joule per il materiale S355<br />

K2 (spessori >40 mm).<br />

Considerando cautelativamente una temperatura minima<br />

ambientale, durante l’esecuzione della riparazione, pari a<br />

-15 °C, il valore corrispondente di KIC, secondo BS 7910,<br />

risulta pari a 56.1 [MPa m 1/2 ]. Nel caso in cui si consideri un<br />

valore meno severo della temperatura minima, ad esempio<br />

0 °C, il valore corrispondente di KIC risulta pari a 57.7 [MPa<br />

m 1/2 ]. Tali valori sono, sulla base dei concetti della meccanica<br />

della frattura, troppo contenuti per consentire l’esecuzione<br />

di uno scavo delle dimensioni necessarie per la rimozione<br />

dei difetti. Si ritiene di conseguenza necessaria l’adozione<br />

di un preriscaldo ad una temperatura compresa tra 100 °C<br />

4<br />

TAB. 1 RISULTATI DELLE VALUTAZIONI DELLE DIMENSIONI CRITICHE (DIFETTI/SCAVI)<br />

Piattabanda<br />

Anima<br />

Scavo in posizione<br />

centrale<br />

Scavo in estremità<br />

Scavo in posizione<br />

centrale<br />

Scavo in estremità<br />

Spessore Scavo 1 Scavo 2<br />

e 120 °C, in modo tale da garantire un incremento significativo<br />

della tenacità del materiale.<br />

La fase di riparazione<br />

Attraverso un’analisi con modellazione numerica ad elementi<br />

finiti (FEM) viene determinato, per ciascuna giunzione<br />

trasversale, lo stato tensionale agente nella configurazione<br />

di carico presente all’atto dell’esecuzione delle riparazioni.<br />

40 mm 200 mm x 25 mm 300 mm x 20 mm<br />

36 mm 200 mm x 23 mm 300 mm x 19 mm<br />

32 mm 200 mm x 21 mm 300 mm x 17 mm<br />

30 mm 200 mm x 20 mm 300 mm x 16 mm<br />

40 mm 100 mm x 20 mm<br />

36 mm 90 mm x 19 mm<br />

32 mm 85 mm x 17 mm<br />

30 mm 80 mm x 16 mm<br />

Spessore Scavo 1 Scavo 2<br />

20 mm 200 mm x 13 mm 300 mm x 11 mm<br />

18 mm 200 mm x 12 mm 300 mm x 10 mm<br />

14 mm 200 mm x 9 mm 300 mm x 8 mm<br />

12 mm 200 mm x 8 mm 300 mm x 7 mm<br />

20 mm 60 mm x 14 mm<br />

18 mm 55 mm x 13 mm<br />

14 mm 50 mm x 10 mm<br />

12 mm 45 mm x 9 mm<br />

4. Posizione del difetto<br />

limite sul diagramma FAD<br />

in una data configurazione<br />

5. Stato di sollecitazione<br />

sulla sezione tipica<br />

6. Tipico di sequenza<br />

di saldatura<br />

5<br />

Questi elementi, ovvero il posizionamento dell’asse neutro<br />

unitamente allo stato tensionale agente nella giunzione in<br />

esame (v. fig. 5), permettono di individuare la corretta sequenza<br />

di intervento.<br />

È infatti opportuno ribadire che la giunzione saldata equilibra<br />

sollecitazioni che, nel caso in cui l’intervento di riparazione<br />

riducesse in misura eccessiva l’area della sezione resistente,<br />

potrebbero determinare il cedimento della struttura.<br />

Si procede di conseguenza alla riparazione, privilegiando<br />

dapprima le parti in compressione e, una volta completato<br />

il ripristino delle stesse, intervenendo sulle restanti parti in<br />

trazione. È inoltre preferibile agire in primo luogo sull’anima,<br />

partendo dall’asse neutro verso la piattabanda, per poi<br />

passare a quest’ultima, procedendo dal centro verso l’esterno,<br />

come indicato in fig. 6.<br />

Questa tecnica garantisce l’ottimizzazione della resistenza<br />

della sezione, minimizzando la riduzione della resistenza<br />

stessa indotta dall’intervento. Un ulteriore accorgimento<br />

è relativo alla lunghezza dello scavo: nella parte in trazione<br />

lo scavo in corrispondenza dell’indicazione è suddiviso in<br />

6<br />

tratti la cui lunghezza consentita può essere significativamente<br />

inferiore (di oltre il 30%) rispetto a quanto ammesso<br />

nella parte compressa. Anche il preriscaldo è differente:<br />

nella parte compressa deve essere effettuato prima di<br />

eseguire la nuova saldatura, nella parte tesa va effettuato<br />

già prima di operare lo scavo. Questo comporta un impiego<br />

di temperature differenti non solo fra anima e piattabanda,<br />

ma anche fra parte tesa e parte compressa, raddoppiando,<br />

di fatto, le casistiche possibili.<br />

In ultimo, la tecnica da impiegarsi per procedere all’asportazione<br />

del materiale è differenziata a seconda che<br />

ci si trovi nelle parti centrali dei giunti o più prossimi alle<br />

estremità.<br />

L’approccio sistematico<br />

e l’applicativo dedicato<br />

Come si vede, le discriminanti sono molteplici e, per il caso<br />

in esame, è stato predisposto un applicativo dedicato che, di<br />

fatto, minimizzasse gli errori di tipo casuale, tipici di un’attività<br />

manuale e massiva. Inserendo i dati relativi alla situazione<br />

locale, l’applicativo:<br />

• Integra l’anagrafica del giunto, oltreché dei dati identificativi,<br />

attraverso l’indicazione della giunzione “tipo” di riferimento;<br />

• Rappresenta graficamente l’indicazione dei difetti nella<br />

loro esatta posizione rispetto alla sezione trasversale della<br />

trave;<br />

• Individua il posizionamento dell’asse neutro e determina,<br />

di conseguenza, le parti in trazione ovvero di compressione;<br />

• Produce l’esatta sequenza degli scavi con la puntuale indicazione<br />

di lunghezza e tecnica da utilizzarsi per ciascuno<br />

di questi;<br />

• Riporta le istruzioni circa l’effettuazione del preriscaldo secondo<br />

le logiche sopra descritte.<br />

A questo l’applicativo unisce la possibilità di procedere alla<br />

generazione contestuale delle istruzioni di saldatura, in formato<br />

PDF o cartaceo, per un’intera campata, per uno o più<br />

conci o per la singola giunzione. Alimentando di fatto un database<br />

strutturato al proprio interno, l’applicativo è in grado<br />

di produrre una serie di elaborati di tipo statistico e di consuntivazione.<br />

Il caso qui presentato mostra come, anche<br />

attraverso un efficace approccio di metodo, sia possibile incrementare<br />

l’affidabilità del servizio erogato.<br />

Conclusione<br />

Gli interventi di riparazione/ripristino di impalcati in acciaio<br />

condotti su ponti o viadotti per la viabilità, già in opera o<br />

in servizio, debbono essere affrontati adottando un vero e<br />

proprio approccio progettuale, soprattutto quando gli interventi<br />

sono condotti sotto carichi importanti, come nel caso di<br />

strutture miste con soletta in c.a. e/o in presenza di traffico.<br />

L’articolo ha trattato un caso reale affrontato da IIS (Istituto<br />

Italiano della Saldatura), rappresentativo di un intervento<br />

di grande complessità che ha dimostrato come, affrontando<br />

i lavori con le adeguate dotazioni di strumenti di calcolo,<br />

competenze su diverse discipline ed esperienze specifiche,<br />

sia possibile portare a termine con successo il ripristino a<br />

progetto di strutture talvolta compromesse. nn<br />

Ponti&Viadotti<br />

Ponti&Viadotti<br />

7/<strong>2020</strong> leStrade<br />

7/<strong>2020</strong>

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