LeStrade luglio 2020

SPECIALE - L’innovazione italiana che spicca nel mondo PONTI - Progetto di ripristino di impalcati in acciaio MATERIALI - Il lavoro di squadra tra emulsioni e bitumi SPECIALE - L’innovazione italiana che spicca nel mondo
PONTI - Progetto di ripristino di impalcati in acciaio
MATERIALI - Il lavoro di squadra tra emulsioni e bitumi

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24.07.2020 Views

36 37 LS re al servizio degli asset edili, utilizzo del bene, FM, operate 10. Rapporti con le committenze pubbliche in quanto a pratiche edili, ePermit. Le parti 1, 4, 5, 6, e 7 sono già state pubblicate. La 2 e la 3 sono in fase di lavorazione, la 8, la 9 e la 10 non sono ancora partite. La norma interessa gli aspetti generali della gestione digitale del processo informativo nel settore delle costruzioni, quali: la struttura dei veicoli informativi; la struttura informativa del processo; la struttura informativa del prodotto. È applicabile a qualsiasi tipologia di prodotto (risultante) di settore, sia esso un edificio o un’infrastruttura, e a qualsiasi tipologia di processo: di ideazione, produzione o esercizio. Siano essi rivolti alla nuova costruzione come alla conservazione e/o riqualificazione dell’ambiente o del patrimonio costruito. L’evoluzione del BIM Le criticità generali del nostro sistema nei confronti del cambiamento digitale sono varie: • Resistenza al cambiamento; • Resistenza verso un approccio “management”; • Formazione digitale (mediamente bassa) delle Stazioni Appaltanti; • Le Regole Tecniche si evolvono molto più lentamente dei contenuti innovativi che regolano. Solo in Italia si progetta e si costruisce per legge dello Stato. Nel resto del mondo no. Nel resto del mondo si costruisce con norme volontarie che possono essere Eurocodici o altro in modo contrattuale, tramite un contratto, da noi... per legge. Questo vuol dire che per cambiare una parte di legge, si deve attendere otto/dieci anni, il che è assurdo considerando la velocità con cui si evolve la tecnologia. La normazione volontaria “BIM” è costituita a livello mondiale dalla ISO 19650, che si declina a livello europeo nella CEN/TC 442 e a livello italiano nella UNI 11337. Queste norme volontarie seguono un regolamento: il Regolamento 1025/12; • Incapacità di programmare e farraginosi meccanismi di spesa. Oggi genericamente parliamo dell’implementazione del BIM, in realtà l’obiettivo è il Project Managment+BIM+Maintenance che comporterà l’industrializzazione del comparto delle costruzioni. Il BIM+M utilizza dati e informazioni generati lungo il ciclo di vita dell’opera, garantendo coordinazione ed efficienza tra tutti gli operatori coinvolti, fino alla gestione e manutenzione del bene. L’approccio digitale, inoltre, si presta particolarmente per l’integrazione non solo degli aspetti costruttivi e manutentivi, ma anche della sicurezza dei lavoratori e dell’esercizio. La condivisione delle informazioni e l’utilizzo di modelli collaborativi federati rappresenta un salto culturale proprio dove da anni il dato è ambiguo per scelta. Diversi risvolti Se analizziamo la segmentazione dei processi possiamo notare come la parte BIM rappresenti solo una piccola componente dell’iter, tutta la restante è puro management. Quindi sarebbe più corretto parlare di BIM e di BIMM. Gli inglesi nel- le BS 1192 e nelle PASS 1192 parlano di B(building)IM per la progettazione (BIM authoring & BIM tools), di P(roject) IM per il cantiere e creazione di modello as build, di AIM per la fase di esercizio e manutenzione. Il D.Lgs, 50/16, in attuazione alle Direttiva 2014/24/EU, da parte sua aveva già introdotto una serie di metodi e strumenti propedeutici allo sviluppo della questione. All’art.23, comma 13, si dice infatti che le stazioni appaltanti possono richiedere per le nuove opere, nonché per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici di cui al comma 1, lettera h). Tali strumenti utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari, al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti. L’uso dei metodi e strumenti elettronici può essere richiesto soltanto dalle stazioni appaltanti dotate di personale adeguatamente formato. Con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (n. 560 dell’1/12/2017) sono quindi definite le modalità e i tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà dei suddetti metodi presso le stazioni appaltanti, le amministrazioni concedenti e gli operatori economici, valutata in relazione alla tipologia delle opere da affidare e della strategia di digitalizzazione delle PA e del settore delle costruzioni. L’utilizzo di tali metodologie costituisce parametro di valutazione dei requisiti premianti di cui all’articolo 38. Spiegati gli antefatti, molto sinteticamente ricordiamo quali sono i punti principali del Decreto e la tempistica degli obblighi di implementazione di BIM e BIMM nella PA: • Aspetti organizzativi e gestionali, formativi e strumentali; • Interoperabilità (IFC), Ambiente di condivisione dati (CDE); • Livelli contrattuali di riferimento (sperimentale: prevalenza contrattuale della esplicitazione cartacea del contenuto informativo del modello; maturo: prevalenza contrattuale del modello informativo) • Capitolato Informativo; 9 9. Tutte le possibilità del BIM e del BIMM, in cui la Emme aggiuntiva sta per “maintenance”, manutenzione 10. Normativa volontaria BIM, che diventa cogente se inserita in contratto 10 • Applicazione progressiva (fase sperimentale, obbligatoria; soglie, tipo di intervento, complessità); • Monitoraggio di progetti sperimentali. Capitolato Informativo Il Capitolato Informativo è il documento cardine dell’intero processo, in quanto riporta le richieste di gestione informativa della Stazione Appaltante, cui l’Appaltatore è chiamato a rispondere attraverso un’opportuna riorganizzazione dei propri processi operativi. In esso, tra l’altro, ritroviamo: • Precisazioni circa il livello di sviluppo (LOIN) richiesto per gli oggetti presenti nei modelli alle varie fasi di realizzazione dell’opera (con riferimento alla classificazione prevista nella UNI 11337-4); • Indicazione circa le caratteristiche che l’ambiente di dati comuni (ACDat), da predisporsi a cura dell’appaltatore, dovrà avere in accordo alle indicazioni della UNI 11337; • Procedure di verifica e validazione dei modelli, oggetti e elaborati; • Suggerimenti, secondo le indicazioni della UNI 11337-5, circa le le procedure di verifica e validazione di modelli, oggetti e elaborati che dovranno essere approntate dall’appaltare. Tale documento, redatto secondo le indicazioni fornite nella UNI/TR 11337-6 e rispondente alle linee d’indirizzo generali dello Schema di Decreto, rappresenta certamente un significativo esempio di Capitolato Informativo relativo alla realizzazione di un’opera infrastrutturale, che ci si augura, però, non diventi una sorta di “format” riproposto indefinitamente e acriticamente negli appalti pubblici del nostro Paese. In tal senso, infatti, già diverse sono le PA che si stanno adoperando nel tentativo di redigere modelli di capitolato sviluppati nel rispetto delle UNI 11337 e delle indicazioni del Decreto BIM. Offerta Informativa Il Capitolato Informativo esprime e sintetizza questi concetti richiedendo ai partecipanti al bando di gara di rispondere impegnandosi ad esplicitare la propria strategia digitale nella loro risposta attraverso l’Offerta per la Gestione Informativa (OGI), un documento altresì previsto dalla norma tecnica. In dettaglio è prescritto e richiesto di: • Realizzare modelli informativi grafici delle varie discipline con caratteristiche costruttive; • Utilizzare detti modelli per seguire lo stato di avanzamento lavori attraverso un continuo aggiornamento degli stessi; • Fornire ed utilizzare una piattaforma informatica da utilizzarsi come unico “ACDat”; • Consentire l’instaurarsi delle procedure di controllo dei SAL attraverso l’uso dei modelli aggregandoli sulla piattaforma di condivisione e collaborazione; • Poter gestire il cantiere dal punto di vista della sicurezza; • Ultimare e aggiornare i modelli corredandoli delle informazioni necessarie alla successiva manutenzione del manufatto. Piano della Gestione Informativa Il Decreto ministeriale precisa che il Piano di Gestione Informativa è il documento redatto dal candidato o dall’appaltatore ovvero dal concessionario al momento dell’offerta e dell’esecuzione del contratto che, in risposta ai requisiti informativi del capitolato, struttura temporalmente e sistemicamente i flussi informativi nella catena di fornitura dell’appaltatore o del concessionario, ne illustra le interazioni con i processi informativi e decisionali di quest’ultimo all’interno dell’ambiente di condivisione dei dati, descrive la configurazione organizzativa e strumentale degli operatori, precisa le responsabilità degli attori coinvolti. La struttura che propongono, indirettamente, attraverso il Capitolato Informativo, le norme della serie UNI 11337, è suddivisa in una sezione introduttiva, in una sezione tecnica e in una sezione gestionale. La sezione introduttiva comprende essenzialmente le premesse, la descrizione della commessa e i riferimenti normativi. La sezione tecnica include la caratterizzazione dell’hardware, del software, dei formati di fornitura dei dati, del sistema comune di coordinate e di specifiche di riferimento, dell’evoluzione informativa, delle competenze in materia di gestione informativa. La sezione gestionale include gli obiettivi informativi, gli usi, i livelli di sviluppo, i ruoli, le responsabilità e i poteri decisionali, l’analisi dei modelli informativi contenuti nel Capitolato Informativo, l’organizzazione della struttura di gestione della modellazione informativa, le politiche per la tutela delle proprietà intellettuali e della sicurezza dei dati, la proprietà dei modelli informativi, le modalità di condivisione dei dati e delle informazioni, le procedure di verifica, la gestione delle interferenze e delle incoerenze, la modellazione informativa multi-dimensionale, le modalità di archiviazione e di consegna. Ambiente di condivisione ACDat Particolare attenzione è stata riposta infine nei confronti dei flussi informativi delle attività di realizzazione e condivisione del modello costruttivo in quanto a fasi di consegna, approvazione e aggiornamento dello stesso durante la realizzazione. A tal proposito si sono indicate le modalità con cui organizzare l’ambiente di condivisione ACDat (suddividendolo come di consueto a livello inter- Infrastrutture Infrastrutture 7/2020 leStrade 7/2020

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LS<br />

re al servizio degli asset edili, utilizzo del bene, FM, operate<br />

10. Rapporti con le committenze pubbliche in quanto a pratiche<br />

edili, ePermit.<br />

Le parti 1, 4, 5, 6, e 7 sono già state pubblicate. La 2 e la 3<br />

sono in fase di lavorazione, la 8, la 9 e la 10 non sono ancora<br />

partite.<br />

La norma interessa gli aspetti generali della gestione digitale<br />

del processo informativo nel settore delle costruzioni,<br />

quali: la struttura dei veicoli informativi; la struttura informativa<br />

del processo; la struttura informativa del prodotto.<br />

È applicabile a qualsiasi tipologia di prodotto (risultante)<br />

di settore, sia esso un edificio o un’infrastruttura, e<br />

a qualsiasi tipologia di processo: di ideazione, produzione<br />

o esercizio. Siano essi rivolti alla nuova costruzione come<br />

alla conservazione e/o riqualificazione dell’ambiente o del<br />

patrimonio costruito.<br />

L’evoluzione del BIM<br />

Le criticità generali del nostro sistema nei confronti del cambiamento<br />

digitale sono varie:<br />

• Resistenza al cambiamento;<br />

• Resistenza verso un approccio “management”;<br />

• Formazione digitale (mediamente bassa) delle Stazioni<br />

Appaltanti;<br />

• Le Regole Tecniche si evolvono molto più lentamente dei<br />

contenuti innovativi che regolano. Solo in Italia si progetta<br />

e si costruisce per legge dello Stato. Nel resto del mondo<br />

no. Nel resto del mondo si costruisce con norme volontarie<br />

che possono essere Eurocodici o altro in modo contrattuale,<br />

tramite un contratto, da noi... per legge. Questo vuol<br />

dire che per cambiare una parte di legge, si deve attendere<br />

otto/dieci anni, il che è assurdo considerando la velocità<br />

con cui si evolve la tecnologia. La normazione volontaria<br />

“BIM” è costituita a livello mondiale dalla ISO 19650, che si<br />

declina a livello europeo nella CEN/TC 442 e a livello italiano<br />

nella UNI 11337. Queste norme volontarie seguono un<br />

regolamento: il Regolamento 1025/12;<br />

• Incapacità di programmare e farraginosi meccanismi di<br />

spesa.<br />

Oggi genericamente parliamo dell’implementazione del BIM,<br />

in realtà l’obiettivo è il Project Managment+BIM+Maintenance<br />

che comporterà l’industrializzazione del comparto<br />

delle costruzioni. Il BIM+M utilizza dati e informazioni generati<br />

lungo il ciclo di vita dell’opera, garantendo coordinazione<br />

ed efficienza tra tutti gli operatori coinvolti, fino alla<br />

gestione e manutenzione del bene.<br />

L’approccio digitale, inoltre, si presta particolarmente per<br />

l’integrazione non solo degli aspetti costruttivi e manutentivi,<br />

ma anche della sicurezza dei lavoratori e dell’esercizio.<br />

La condivisione delle informazioni e l’utilizzo di modelli<br />

collaborativi federati rappresenta un salto culturale proprio<br />

dove da anni il dato è ambiguo per scelta.<br />

Diversi risvolti<br />

Se analizziamo la segmentazione dei processi possiamo notare<br />

come la parte BIM rappresenti solo una piccola componente<br />

dell’iter, tutta la restante è puro management. Quindi<br />

sarebbe più corretto parlare di BIM e di BIMM. Gli inglesi nel-<br />

le BS 1192 e nelle PASS 1192 parlano di B(building)IM per<br />

la progettazione (BIM authoring & BIM tools), di P(roject)<br />

IM per il cantiere e creazione di modello as build, di AIM per<br />

la fase di esercizio e manutenzione.<br />

Il D.Lgs, 50/16, in attuazione alle Direttiva 2014/24/EU, da<br />

parte sua aveva già introdotto una serie di metodi e strumenti<br />

propedeutici allo sviluppo della questione. All’art.23,<br />

comma 13, si dice infatti che le stazioni appaltanti possono<br />

richiedere per le nuove opere, nonché per interventi di recupero,<br />

riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori<br />

complessi, l’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici<br />

di cui al comma 1, lettera h). Tali strumenti utilizzano<br />

piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari,<br />

al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori<br />

di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità<br />

tra i progettisti. L’uso dei metodi e strumenti elettronici<br />

può essere richiesto soltanto dalle stazioni appaltanti dotate<br />

di personale adeguatamente formato.<br />

Con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti<br />

(n. 560 dell’1/12/2017) sono quindi definite le modalità<br />

e i tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà<br />

dei suddetti metodi presso le stazioni appaltanti,<br />

le amministrazioni concedenti e gli operatori economici,<br />

valutata in relazione alla tipologia delle opere da affidare<br />

e della strategia di digitalizzazione delle PA e del settore<br />

delle costruzioni.<br />

L’utilizzo di tali metodologie costituisce parametro di valutazione<br />

dei requisiti premianti di cui all’articolo 38. Spiegati<br />

gli antefatti, molto sinteticamente ricordiamo quali sono i<br />

punti principali del Decreto e la tempistica degli obblighi di<br />

implementazione di BIM e BIMM nella PA:<br />

• Aspetti organizzativi e gestionali, formativi e strumentali;<br />

• Interoperabilità (IFC), Ambiente di condivisione dati<br />

(CDE);<br />

• Livelli contrattuali di riferimento (sperimentale: prevalenza<br />

contrattuale della esplicitazione cartacea del contenuto<br />

informativo del modello; maturo: prevalenza contrattuale<br />

del modello informativo)<br />

• Capitolato Informativo;<br />

9<br />

9. Tutte le possibilità<br />

del BIM e del BIMM,<br />

in cui la Emme aggiuntiva<br />

sta per “maintenance”,<br />

manutenzione<br />

10. Normativa volontaria BIM,<br />

che diventa cogente<br />

se inserita in contratto<br />

10<br />

• Applicazione progressiva (fase sperimentale, obbligatoria;<br />

soglie, tipo di intervento, complessità);<br />

• Monitoraggio di progetti sperimentali.<br />

Capitolato Informativo<br />

Il Capitolato Informativo è il documento cardine dell’intero<br />

processo, in quanto riporta le richieste di gestione informativa<br />

della Stazione Appaltante, cui l’Appaltatore è chiamato<br />

a rispondere attraverso un’opportuna riorganizzazione<br />

dei propri processi operativi. In esso, tra l’altro, ritroviamo:<br />

• Precisazioni circa il livello di sviluppo (LOIN) richiesto per<br />

gli oggetti presenti nei modelli alle varie fasi di realizzazione<br />

dell’opera (con riferimento alla classificazione prevista<br />

nella UNI 11337-4);<br />

• Indicazione circa le caratteristiche che l’ambiente di dati<br />

comuni (ACDat), da predisporsi a cura dell’appaltatore, dovrà<br />

avere in accordo alle indicazioni della UNI 11337;<br />

• Procedure di verifica e validazione dei modelli, oggetti e<br />

elaborati;<br />

• Suggerimenti, secondo le indicazioni della UNI 11337-5,<br />

circa le le procedure di verifica e validazione di modelli, oggetti<br />

e elaborati che dovranno essere approntate dall’appaltare.<br />

Tale documento, redatto secondo le indicazioni fornite nella<br />

UNI/TR 11337-6 e rispondente alle linee d’indirizzo generali<br />

dello Schema di Decreto, rappresenta certamente<br />

un significativo esempio di Capitolato Informativo relativo<br />

alla realizzazione di un’opera infrastrutturale, che ci si augura,<br />

però, non diventi una sorta di “format” riproposto indefinitamente<br />

e acriticamente negli appalti pubblici del nostro<br />

Paese. In tal senso, infatti, già diverse sono le PA che si<br />

stanno adoperando nel tentativo di redigere modelli di capitolato<br />

sviluppati nel rispetto delle UNI 11337 e delle indicazioni<br />

del Decreto BIM.<br />

Offerta Informativa<br />

Il Capitolato Informativo esprime e sintetizza questi concetti<br />

richiedendo ai partecipanti al bando di gara di rispondere<br />

impegnandosi ad esplicitare la propria strategia digitale<br />

nella loro risposta attraverso l’Offerta per la Gestione<br />

Informativa (OGI), un documento altresì previsto dalla<br />

norma tecnica. In dettaglio è prescritto e richiesto di:<br />

• Realizzare modelli informativi grafici delle varie discipline<br />

con caratteristiche costruttive;<br />

• Utilizzare detti modelli per seguire lo stato di avanzamento<br />

lavori attraverso un continuo aggiornamento degli stessi;<br />

• Fornire ed utilizzare una piattaforma informatica da utilizzarsi<br />

come unico “ACDat”;<br />

• Consentire l’instaurarsi delle procedure di controllo dei SAL<br />

attraverso l’uso dei modelli aggregandoli sulla piattaforma<br />

di condivisione e collaborazione;<br />

• Poter gestire il cantiere dal punto di vista della sicurezza;<br />

• Ultimare e aggiornare i modelli corredandoli delle informazioni<br />

necessarie alla successiva manutenzione del manufatto.<br />

Piano della Gestione Informativa<br />

Il Decreto ministeriale precisa che il Piano di Gestione Informativa<br />

è il documento redatto dal candidato o dall’appaltatore<br />

ovvero dal concessionario al momento dell’offerta<br />

e dell’esecuzione del contratto che, in risposta ai<br />

requisiti informativi del capitolato, struttura temporalmente<br />

e sistemicamente i flussi informativi nella catena<br />

di fornitura dell’appaltatore o del concessionario, ne illustra<br />

le interazioni con i processi informativi e decisionali di<br />

quest’ultimo all’interno dell’ambiente di condivisione dei<br />

dati, descrive la configurazione organizzativa e strumentale<br />

degli operatori, precisa le responsabilità degli attori<br />

coinvolti. La struttura che propongono, indirettamente,<br />

attraverso il Capitolato Informativo, le norme della serie<br />

UNI 11337, è suddivisa in una sezione introduttiva, in una<br />

sezione tecnica e in una sezione gestionale. La sezione introduttiva<br />

comprende essenzialmente le premesse, la descrizione<br />

della commessa e i riferimenti normativi. La sezione<br />

tecnica include la caratterizzazione dell’hardware, del<br />

software, dei formati di fornitura dei dati, del sistema comune<br />

di coordinate e di specifiche di riferimento, dell’evoluzione<br />

informativa, delle competenze in materia di gestione<br />

informativa. La sezione gestionale include gli obiettivi<br />

informativi, gli usi, i livelli di sviluppo, i ruoli, le responsabilità<br />

e i poteri decisionali, l’analisi dei modelli informativi<br />

contenuti nel Capitolato Informativo, l’organizzazione<br />

della struttura di gestione della modellazione informativa,<br />

le politiche per la tutela delle proprietà intellettuali e della<br />

sicurezza dei dati, la proprietà dei modelli informativi,<br />

le modalità di condivisione dei dati e delle informazioni, le<br />

procedure di verifica, la gestione delle interferenze e delle<br />

incoerenze, la modellazione informativa multi-dimensionale,<br />

le modalità di archiviazione e di consegna.<br />

Ambiente di condivisione ACDat<br />

Particolare attenzione è stata riposta infine nei confronti<br />

dei flussi informativi delle attività di realizzazione e condivisione<br />

del modello costruttivo in quanto a fasi di consegna,<br />

approvazione e aggiornamento dello stesso durante<br />

la realizzazione. A tal proposito si sono indicate le<br />

modalità con cui organizzare l’ambiente di condivisione<br />

ACDat (suddividendolo come di consueto a livello inter-<br />

Infrastrutture<br />

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7/<strong>2020</strong> leStrade<br />

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