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TRAKS MAGAZINE 035

Ecco il nuovo numero TRAKS MAGAZINE. In copertina gli UMMO e inoltre interviste ad Aneurisma, Tangram, Giorgia Giacometti, Kalafi, Prelude to Desire, Giuseppe D'Alonzo, Maddalena Conni, Elena Sanchi, Nico, Francesco Tirelli, Rocco, Francesco Aubry

Ecco il nuovo numero TRAKS MAGAZINE. In copertina gli UMMO e inoltre interviste ad Aneurisma, Tangram, Giorgia Giacometti, Kalafi, Prelude to Desire, Giuseppe D'Alonzo, Maddalena Conni, Elena Sanchi, Nico, Francesco Tirelli, Rocco, Francesco Aubry

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rangiamento dei brani. Forse ora

sono più libero dai generi o stili

musicali ma più responsabilizzato

da un punto di vista di immagine,

gestione, tempistiche, social... mi

ci devo ancora abituare.

“Imparare a nuotare”, il tuo nuovo

singolo, parla di accettare gli

errori come parte del processo.

Sei sempre stato così “filosofico”

con i tuoi errori o anche questa

accettazione è stata un processo?

La mia natura Serendipity ha fatto

sì che io accogliessi e sperimentassi

tutto quello che mi si presentava

davanti... non mi definisco

uno “Yes Man” ma di sicuro una

persona curiosa di sperimentare,

di fatto anche suonare il basso con

Dente (non avendo mai suonato

un basso prima di allora) è stata

una di quelle mie decisioni da

incosciente che fortunatamente

non ha avuto cattive ripercussioni.

Effettivamente ho sempre avuto

questo atteggiamento permissivo

di fronte agli sbagli (miei e degli

altri), forse perché ho sempre

mantenuto il focus sulle cose importanti

della vita ma anche perché

per saper giudicare uno sbaglio...

Come si dice: “Chi è senza

peccato...” Riconoscere i propri

errori di per sé fa già parte di una

crescita sana, così come cambiare

opinione.

Credo che il video meriti una descrizione

a parte, vista anche

location e protagonisti.

Ho sempre desiderato un video

movimentato... adoro il ballo, ballare

con stile è una delle cose più

sexy del mondo, quindi trattandosi

di un brano con un ritmo che

lo permettesse ho pensato subito

a un ballerino e nello specifico

a Francesco Beltrani. Lo vidi in

azione qualche anno fa e rimasi

colpito dalla sua bravura ma soprattutto

dal suo volto, espressivo

e sempre perfettamente calato

nella parte, l’ho chiamato e lui si

è mostrato subito disponibile e

professionale. Di Savinelli avevo

invece solo sentito parlare, quindi

mi sono guardato un po’ di lavori

fatti da lui e ho scoperto che: aveva

in passato già fatto video dove

c’erano delle coreografie, aveva

già collaborato con Francesco e

sapeva rendere le riprese all’interno

con la luce che piaceva a me. Il

Volumnia a Piacenza (o ex chiesa

di Sant’Agostino) è stata la botta

di c_ _ o finale, serviva uno spazio

ampio ma che avesse anche con

un certo spessore emotivo, avevamo

fatto delle ipotesi che ci sembravano

tutte irrealizzabili, vista

anche la situazione di “Post Lockdown”...anche

questa del Volumnia

era tra le ipotesi irrealizzabili

ma l’Universo e più concretamente

Enrica De Micheli hanno fatto

sì che tutti i tasselli andassero a

finire il puzzle e così in un giorno

abbiamo fatto tutto il girato cercando

di mischiare dei rituali Pagani

con la location. Il risultato mi

è piaciuto molto, spero che piaccia

anche a chi lo guarderà.

Hai collaborato con tanti nomi

importanti della musica italiana.

Scegliendo uno con cui non hai

ancora lavorato, chi citeresti?

Ahhh che lista infinita che ho

nella testa. Sono ancora molte le

collaborazioni che mi piacerebbe

fare, sicuramente uno dei miei sogni

sarebbe quello di duettare con

Gino Paoli. Lo adoro.

Hai un disco quasi pronto. Che

“carattere” avrà?

È un disco pieno di spunti di riflessione

su cose che in questi

anni stiamo rischiando di considerare

banali, un disco pieno

di domande ma senza risposte, a

quelle penserà l’ascoltatore se riuscirà

a leggere tra le righe. Mi

sono accorto che ultimamente i

testi della nuova generazione pop

si concentrano su dettagli di vita

vissuta mettendo al centro dell’attenzione

il “personaggio” e dando

per scontato che chi sta ascoltando

sia davvero interessato a cosa

hai bevuto ieri, se hai fatto tardi o

a cos’hai nel frigorifero, cosa che

effettivamente ha suscitato interesse,

forse serviva questo cambio

ma io faccio parte di un’altra generazione,

ho bisogno di canzoni

più visionarie ed è quello che ho

provato a fare. Contestualmente la

musica avrà anch’essa un’impronta

particolare, non mancheranno citazioni

a grandi sound del passato

per rendere il tutto più familiare e

nel complesso comunque ho cercato

di tenere il tutto molto leggero.

Descritto così sembra un disco

complicato, ma ti assicuro che

non è così.

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