TRAKS MAGAZINE 035
Ecco il nuovo numero TRAKS MAGAZINE. In copertina gli UMMO e inoltre interviste ad Aneurisma, Tangram, Giorgia Giacometti, Kalafi, Prelude to Desire, Giuseppe D'Alonzo, Maddalena Conni, Elena Sanchi, Nico, Francesco Tirelli, Rocco, Francesco Aubry
Ecco il nuovo numero TRAKS MAGAZINE. In copertina gli UMMO e inoltre interviste ad Aneurisma, Tangram, Giorgia Giacometti, Kalafi, Prelude to Desire, Giuseppe D'Alonzo, Maddalena Conni, Elena Sanchi, Nico, Francesco Tirelli, Rocco, Francesco Aubry
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90. Band come Nirvana, Pearl Jam
e Smashing Pumpkins hanno segnato
profondamente le loro vite
influenzando il loro background
musicale. Nelle canzoni raccontano
i loro stati d’animo: le emozioni
sono al centro dei testi e della
musica. Dal vivo sono rabbiosi,
sudati ed intensi, amano il contatto
con il pubblico e danno sempre
il massimo per emozionare chi li
ascolta.
Never Say nasce dopo un’esperienza
sentimentale negativa, a
quanto ho letto. Ci raccontate
qualcosa di più in merito?
Il brano, come dici, nasce dopo
la fine di un’esperienza sentimentale
infelice. La ragione, almeno
inizialmente, viene offuscata dalla
rabbia, ma il tempo cura tutte
le ferite e guarisce l’anima. Clive
Staples Lewis dice che “Non puoi
tornare indietro e cambiare l’inizio,
ma puoi iniziare dove sei e
cambiare il finale”, questa frase è
in perfetta sintonia con il messaggio
della canzone: non abbatterti,
reagisci! La vita è imprevedibile e
tutto deve ancora essere scritto.
Com’è stato girare il video in
quel “cimitero di automobili”?
E’ stata una bellissima esperienza,
spontanea, grazie soprattutto al
regista Manuel Norcini, il
quale ci ha subito messi a
nostro agio durante le riprese,
tanto che in mezza
giornata abbiamo concluso
tutte le scene. E, a dire
il vero, siamo stati anche
molto fortunati: la giornata
è stata soleggiata e solo
una settimana dopo aver
girato il video è stato predisposto
il lockdown, un
tempismo perfetto!
Siete di Pescara. Perciò
mi potete spiegare sicuramente
perché ormai
l’80% delle band rock,
anche di rilievo nazionale, arrivino
dall’Abruzzo, mentre il
resto della nazione suona pop,
trap, hip hop?
Non sappiamo spiegare il perché,
ma nella nostra regione il rock è
sempre stato radicato nel profondo,
ognuno di noi è cresciuto a
“pane e rock” e questo ha consentito
la nascita e lo sviluppo sempre
maggiore della musica indipendente.
Poi, come la storia musicale
insegna, la “provincia” si presta
meglio a certe sonorità e l’essere
un po’ “emarginati” forse ha contribuito
a tutto questo.
Che cosa avete in programma
ora?
In autunno uscirà il nostro album
d’esordio. Ci auguriamo che la
questione Covid-19 sia risolta per
allora e di poter presentare il disco
suonando finalmente live in giro
per i Club. Inoltre siamo al lavoro
per la stesura di nuovi brani, il nostro
sguardo è rivolto già al secondo
album. Abbiamo tanta strada
da fare, questo è solo l’inizio…
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