PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - luglio-agosto 2020

Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale) Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)

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PortavoceN. 5 - LUGLIO-AGOSTO 2020di san Leopoldo MandićMensile - anno 60 - n. 5 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PDIL PAPA: LA FAMIGLIA,IL DONO PIÙ GRANDECOME PREGAREIN COPPIASAN LEOPOLDO NELLA VITADI DUE SACERDOTI

Portavoce

N. 5 - LUGLIO-AGOSTO 2020

di san Leopoldo Mandić

Mensile - anno 60 - n. 5 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

IL PAPA: LA FAMIGLIA,

IL DONO PIÙ GRANDE

COME PREGARE

IN COPPIA

SAN LEOPOLDO NELLA VITA

DI DUE SACERDOTI


PER RICEVERE LA RIVISTA

UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO

Quota associativa

Italia € 20

Europa € 30

Altri Paesi USD 38

sostenitore da € 50

Portavoce

di san Leopoldo Mandić

Periodico di cultura religiosa

dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»

Direzione, Redazione, Amministrazione

Associazione «Amici di San Leopoldo»

Santuario san Leopoldo Mandić

Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova

Sito internet

www.leopoldomandic.it

Direttore e Redattore

Giovanni Lazzara

Dir. Responsabile

Variazione in corso di registrazione

Hanno collaborato a questo numero

Fabio Squizzato, Flaviano G. Gusella,

Andrea Blanco, William Cardona,

Pietro Brazzale, Ivano Cavallaro,

Luciano Matichecchia, Giacinto Magro,

Alfredo Pescante, Antonia Di Lenna, S.Z.

e Fabio Camillo

versamento su conto corrente postale

n. 68943901, intestato a

«Associazione Amici di San Leopoldo»

versamento on-line sul c.c.p. n. 68943901

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Santuario san Leopoldo Mandić,

piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova

L’associazione, che dà diritto di ricevere la rivista, può decorrere

da qualsiasi mese dell’anno. Il cambio di indirizzo è gratuito:

segnalatecelo al più presto per lettera o email

Impaginazione

Barbara Callegarin

Stampa

Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)

Editore

Associazione «Amici di san Leopoldo»

Spedizione in abbonamento postale

Pubblicazione registrata presso il Tribunale

di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,

n. 13870. Con approvazione ecclesiastica

e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini

Garanzia di riservatezza

Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san

Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali

relativi agli associati sono custoditi nel proprio

archivio elettronico con le opportune misure

di sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente

alla normativa vigente, non possono essere ceduti

ad altri soggetti senza espresso consenso

dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente

per l’invio della Rivista e iniziative connesse

In copertina: capitello di san Leopoldo,

convento dei cappuccini di Padova

Le foto, ove non espressamente indicato, hanno

valore puramente illustrativo

Questa testata non fruisce di contributi statali

Chiuso in prestampa il 20 maggio 2020

e consegnato a Poste Italiane

tra il 15 e il 20 giugno 2020

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Redazione: direttore@leopoldomandic.it

Santuario: info@leopoldomandic.it

Telefona a:

Redazione e santuario: 049 8802727

Scrivi per posta a:

Direttore Portavoce di san Leopoldo M.

Santuario san Leopoldo Mandić

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova

Rettore del santuario

Fra Flaviano Giovanni Gusella

Santuario san Leopoldo Mandić

Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova


Sommario

N. 5 LUGLIO-AGOSTO 2020 ANNO 60

5

8

10

12

Editoriali

«SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA» / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara

DUE ANNIVERSARI PER S. GIOVANNI PAOLO II E S. LEOPOLDO /

LA VOCE DEL SANTUARIO / di Flaviano G. Gusella

Attualità ecclesiale

PERISCOPIO CATTOLICO / a cura di Giovanni Lazzara

LA FAMIGLIA, IL DONO PIÙ GRANDE ALL’UMANITÀ / LA PAROLA DEL PAPA /

di papa Francesco

Società & solidarietà

16

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38

4

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34

35

“ARRIVANO I NOSTRI”. VOLONTARI TRA I BAMBINI AMMALATI / di una volontaria

Fede & vita

COME PREGARE IN COPPIA. CONSIGLI PER LA CURA SPIRITUALE DEL MATRIMONIO /

di Andrea Blanco e William Cardona

San Leopoldo ieri e oggi

CRISTIANI PIÙ VICINI CON L’ECUMENISMO DEI SANTI E DEL SANGUE / di Pietro Brazzale

«PER IL RITORNO DEGLI ORIENTALI». GLI SCRITTI DELL’ANNO 1931 /

TRENT’ANNI CON SAN LEOPOLDO (1911-1941) / di Ivano Cavallaro

QUESTO SANTO È PER ME MAESTRO E CONFIDENTE / di don Luciano Matichecchia

LEOPOLDO, MIO PAPÀ E LA VOCAZIONE SACERDOTALE / di don Giacinto Magro

IL “VILLAGGIO PADRE LEOPOLDO” / a cura di Giovanni Lazzara

LA CHIESA DI CRISTO RE IN PADOVA / di Alfredo Pescante

LA MADONNA / IL «PADRE» DEI PICCOLI > 5 / di Antonia Di Lenna

Rubriche

LA FOTO RACCONTA

LETTERE A PORTAVOCE / di Fabio Squizzato

GRAZIE, SAN LEOPOLDO / a cura della Redazione

VITA DEL SANTUARIO / a cura della Redazione

CALENDARIO LITURGICO / di S.Z.

LUGLIO-AGOSTO 2020 | PORTAVOCE | 3


SOCIETÀ & SOLIDARIETÀ

“Arrivano i nostri”

Volontari tra i bambini ammalati

d i u n a v o l o n t a r i a

La città di Padova per il 2020 è

“capitale europea del volontariato”.

Un riconoscimento

gratificante per la città, ma

anche per il Paese, e per

chiunque sia attivo in una realtà così

importante e ricca di solidarietà e

umanità in diversi aspetti della vita

cittadina.

Lo ricordava anche il presidente

della Repubblica Sergio Mattarella,

lo scorso febbraio, nel suo discorso

alla cerimonia d’inaugurazione

dell’evento (cf. box a p. 19). Il capo

dello Stato ha affermato: «L’Italia è

Una preziosa attività ospedaliera nella clinica

di Oncoematologia pediatrica di Padova

ricca di solidarietà. Lo è il Veneto. Il

volontariato ha radici antiche e profonde

nel nostro Paese, nelle molteplici

tradizioni culturali che esso

presenta. Padova ne rappresenta

una punta avanzata».

Tante sono le forme del volontariato,

comprendente migliaia di

associazioni, sia umanitarie sia religiose,

che intervengono nell’assistenza

agli anziani, ai malati, ai carcerati,

ai disabili. O che forniscono

accoglienza e appoggio alle persone

che si trovano in difficoltà. Associazioni

attive nei servizi a domicilio, di

pronto soccorso, e in altri settori di

intervento socio-umanitario.

Decidere di entrare nel mondo

del volontariato è sempre una scelta

di solidarietà, che implica prendersi

un impegno e dedicare gratuitamente

parte del proprio tempo agli

altri. Non per buonismo ma per fratellanza

umana.

16 | PORTAVOCE | LUGLIO-AGOSTO 2020


ANCHE IN OSPEDALE

Da decenni, all’interno della clinica

di Oncoematologia pediatrica

dell’Ospedale di Padova, un gruppo

di volontari opera quotidianamente

con i bambini ammalati, degenti

e in day hospital. Parlo di loro non

perché li ritengo più meritevoli di

altri, ma perché mi ha colpito il

loro nome singolare: Arrivano i nostri.

E dopo aver conosciuto questa

associazione, tempo fa ho deciso di

farne parte. Strada facendo mi sono

resa conto che essere volontaria

a Oncoematologia pediatrica vuol

dire fare una scelta non solo di solidarietà

verso chi soffre, ma soprattutto

d’amore e condivisione verso

un bambino o un adolescente che si

trova in seria difficoltà.

L’associazione è nata in sordina

agli inizi degli anni Novanta dalla

spontanea aggregazione di alcune

persone dedite all’animazione per

i piccoli pazienti oncologici. Quel

gruppo – sostenuto dal prof. Luigi

Zanesco, allora direttore della clinica

di Oncoematologia pediatrica

e oggi presidente dell’AIL (Associazione

Italiana contro le Leucemie

Linfomi e Mieloma) – è progressivamente

cresciuto fino a raggiungere

la struttura attuale di circa cinquanta

volontari, tra reparto degenze e

day hospital. Persone di diversa provenienza,

età e professionalità, che

si sono organizzate in gruppi giornalieri

lungo tutta la settimana

All’inizio degli anni Duemila, il

gruppo di volontari sono stati “battezzati”

Arrivano i nostri (AIN) dai

bambini degenti. E con questo nome,

che hanno assunto con entusiasmo,

sono conosciuti nell’ambito

ospedaliero e del volontariato. Sono

riconosciuti dalle più importanti

e note istituzioni Onlus nazionali

quali l’AIL (che peraltro si è assunta

l’onere assicurativo per tutti) e la

fondazione Città della Speranza.

Oggi si può accedere all’associazione

previ colloqui ad hoc con

volontari senior e psicologhe, sottoscrizione

del “decalogo”, seminari

preparatori e un adeguato periodo

di prova.

COSA FACCIAMO

L’associazione Arrivano i nostri,

tramite la presenza giornaliera di

volontari, promuove il benessere

dei pazienti attraverso lo svago, la

compagnia e il gioco secondo un

regolamento (decalogo) a suo tempo

studiato e scritto dai volontari stessi,

approvato e ratificato dai medici.

Questo decalogo, che sta alla base

del comportamento del volontario,

contiene le linee guida per operare

al fine del benessere dei pazienti e

delle loro famiglie, nel rispetto delle

diverse presenze etniche e religiose,

utilizzando attività ludiche, ricreative

e socializzanti, e la relazione interpersonale,

mai invadente.

L’obiettivo dei volontari Arrivano

i nostri è quello di rendere meno

gravosa l’esperienza della malattia

e del ricovero, a volte prolungato

nel tempo, realizzando momenti di

spensieratezza non solo per i bambini

e ragazzi malati, ma anche per

il genitore che è costantemente presente.

Nonostante le difficoltà della malattia,

credono che Oncoematologia

pediatrica possa diventare un luogo

dove si può ancora sorridere. Chi

I NUMERI DEL

VOLONTARIATO

Il Veneto risulta essere la terza

regione italiana per numero

di enti non profit presenti,

con un totale di quasi 30 mila

realtà, preceduta soltanto da

Lombardia e Lazio. A Padova,

tra capoluogo e provincia, nel

volontariato risultano attive

6.466 associazioni, di cui 2.015

solo nel Comune, che vuol dire 7

ogni mille abitanti!

soffre, infatti, ha bisogno di positività,

unitamente alle terapie.

UNA PRESENZA SIGNIFICATIVA

Il ruolo dei volontari è importante,

come ampiamente testimoniato dal

personale socio-sanitario e ancor

più dai bambini e loro familiari, con

parole che sono il dono migliore.

Chi scrive ha avuto l’opportunità di

leggere alcuni messaggi o lettere al

riguardo.

In una lettera arrivata dai genitori

di un bimbo divenuto un angelo,

si legge: «…da genitori, abbiamo vissuto

abbastanza a lungo all’interno

di questo reparto e abbiamo potuto

così conoscere la vostra disponibilità

e il vostro amore nei confronti dei

nostri bambini. Grazie per la vostra

presenza e per ciò che fate».

I volontari Arrivano i nostri sono

empaticamente vicini ai malati e alle

loro famiglie e, insieme, distaccati

quanto basta per non essere sopraffatti

dal dolore e non essere quindi

più in grado di svolgere al meglio il

loro ruolo. Non è sempre facile riuscire

a mantenere questo equilibrio,

ma è proprio grazie ai piccoli pazienti,

ai loro sorrisi uniti all’affetto

che possono esserne capaci.

Molti di essi, una volta tornati a

casa, ricordano più il lato piacevole

del periodo trascorso in degenza

che quello del dolore. E accade che,

per certe ricorrenze, alcuni che erano

stati ricoverati in reparto giungano

a portare un regalino e parole di

speranza ai ricoverati.

SPAZIO ALLE RELAZIONI UMANE

E ALLA CREATIVITÀ DEI BAMBINI

Nel rispetto delle esigenze dei pazienti,

degli operatori sanitari e

delle attività scolastiche, i volontari

cercano di adeguarsi ai gusti dei degenti

e alle loro diverse richieste anche

in termini di età, dal momento

che le presenze vanno dalla primissima

infanzia all’adolescenza. Oltre

alle diverse tipologie di gioco e ani-

LUGLIO-AGOSTO 2020 | PORTAVOCE | 17


“ARRIVANO I NOSTRI” VOLONTARI TRA I BAMBINI AMMALATI

Giochi creativi per i piccoli ricoverati sotto la guida dei volontari

mazione si utilizzano teatro, musica,

progetti di disegno, poesia, ecc.

Senza scendere nei dettagli, ecco

alcune attività usuali. Si usa molto

la pittura su formine di legno di vari

soggetti (scatole, animali, vassoi,

cornici, ecc.), su formine di alabastro

e gesso, su sassi e su t-shirt,

lasciando sempre libertà di scelta

ai bambini, che sono protagonisti

creativi e attivi. Per quanto riguarda

gli oggetti in legno, una menzione

particolare va ai “soggetti importanti”

predisposti durante la settimana

da William, lo storico volontario falegname,

e poi assemblati e dipinti

dai bimbi in reparto. Il bricolage

di vario tipo è sempre gradito e altrettanto

il decoupage su carta, su

ceramica, su appositi piatti in vetro,

impiegando carta di riso e carta con

i vari elementi decorativi. Vengono

realizzate collane e braccialetti con

le perline, mentre i Sabbiarelli (un

gioco creativo, semplice, sicuro e divertente,

atossico e che non sporca)

piacciono a grandi e piccoli. Si usano

pure materiali poveri e di riciclo.

Ciò che conta è lasciare correre la

fantasia dei bambini!

A seconda delle presenze, si eseguono

giochi di gruppo con le carte

e altri “classici” quali Monopoli,

Scarabeo, ecc.

Per quanto riguarda i più grandicelli

e gli adolescenti, è importante

favorire la partecipazione di più ragazzi

alla stessa attività allo scopo di

incrementare la socializzazione.

I volontari Arrivano i nostri propongono

anche alcune attività “stagionali”,

legate a occasioni speciali.

Per esempio, nel periodo natalizio,

ci si applica ai decori per l’albero

e alla classica tombola. Altre cose

ancora si fanno per Halloween o

per carnevale, come trucchi e maschere.

Nel periodo pasquale, c’è

il decoro di uova di polistirolo e la

rea lizzazione di un esclusivo “albero

di Pasqua”. Non possono mancare

lavoretti simpatici per la festa del

papà o della mamma e tanto altro

ancora.

Ma la giornata più importante

è sempre quella che Arrivano i nostri

organizzano per la sera del 31

dicembre: un evento speciale per

tutti i bambini ricoverati con la partecipazione

dei loro genitori e alcuni

familiari, con degustazioni varie,

maxi tombola e maxi regali, musica

e in chiusura di serata fuochi d’artificio

in cortile visibili a tutti.

Una delle volontarie mi ha raccontato

che una ragazza, perfettamente

guarita, oggi più che ventenne,

ha voluto partecipare ancora e

contribuire alla festa dell’ultimo Capodanno.

Al termine della serata ha

detto con entusiasmo: «È stato il più

bel Capodanno della mia vita. Non

credo ce ne saranno altri così entusiasmanti!”.

Concludo con le parole di una

volontaria (che ringrazio per alcune

fotografie di queste pagine) al termine

della nostra chiacchierata: «Vorrei

precisare, senza tema di retorica,

che per ogni volontario Arrivano i

nostri il rapporto “tra chi dà e chi

riceve” è più che un rapporto alla

pari. Perché chi ne esce arricchito è

il volontario». P

18 | PORTAVOCE | LUGLIO-AGOSTO 2020


Lo spettacolo dei fuochi d’artificio di Capodanno ammirato dal reparto

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA:

QUI IL VOLONTARIATO HA «RADICI ANTICHE E PROFONDE»

Padova è la prima città italiana che, in base al verdetto

di una giuria internazionale, va ad aggiungersi a

un elenco che comprende metropoli come Londra,

Lisbona e Barcellona. Padova, Capitale europea del

Volontariato: «un prestigioso riconoscimento», ha

affermato il Presidente Mattarella alla cerimonia di

inaugurazione, «alla città, alla sua cultura di solidarietà,

alla storia di donne e uomini che hanno lasciato tracce

preziose; e aperto strade su cui altri hanno potuto poi

camminare».

Diverse le figure che ha ricordato Mattarella: don Luigi

Mazzucato e il prof. Francesco Canova, fondatori di

Medici con l’Africa – Cuamm; monsignor Giovanni

Nervo, padre della Caritas italiana e della Fondazione

Zancan, e il suo collaboratore monsignor Giuseppe

Pasini, «un altro padovano mite e instancabile»;

Antonio Papisca, «giurista e uomo di pace», fondatore

del Centro Diritti umani dell’università di Padova, e

Tom Benetollo «che si è speso per la distensione,

l’accoglienza, l’integrazione»; il francescano

conventuale padre Placido Cortese, martire dei nazisti

che «si ribellò all’indifferenza» e si adoperò per salvare

ebrei e ricercati. Mattarella ha poi ricordato i tanti che

spesso nell’anonimato dedicano la loro vita agli altri e

alla comunità: dai volontari antincendio e dei corpi di

soccorso ai donatori di sangue. «Persone accanto ad

altre persone, che vivono e sviluppano il senso della

comunità, appunto il senso dello “stare accanto”.

Commette un errore chi pensa che l’impegno volontario

e i valori che esso trasmette appartengano ai tempi

residuali della vita e che non incidano sulle strutture

portanti del nostro modello sociale. Al contrario la

dimensione della gratuità, unita alla responsabilità

civica e a un forte desiderio di condivisione, produce

riflessi e crea interrelazioni con ogni altro ambito della

vita sociale».

Ma “Padova, Capitale europea del Volontariato”, ha

continuato il Presidente, «al tempo stesso è una

responsabilità, un impegno che Padova assume affinché

questi mesi non si limitino alla pur legittima celebrazione

[…], ma rappresentino un avanzamento per l’intero

Paese, una stagione di crescita collettiva italiana. Il

volontariato è una energia irrinunziabile della società.

Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera

sulla qualità delle nostre vite, a partire da coloro che si

trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare

ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti».

«Il donare volontariamente il proprio tempo, il proprio

impegno, le proprie capacità mantiene un ruolo cruciale

per la fiducia nel futuro, nel recupero di quel che di

buono si è espresso nel corso del tempo, per la ripresa

della vita. Parliamo di valori antichi, ma sempre attuali.

La gratuità; il dono di sé; il disinteresse; la condivisione.

E, naturalmente, la costanza nell’azione».

(cf. Intervento del Presidente della Repubblica,

Padova, 7.2.2020)


SAN LEOPOLDO IERI E OGGI

«Per il ritorno degli Orientali»

Gli scritti dell’anno 1931

Trent’anni con san Leopoldo (1911-1941)

Il cammino spirituale del santo confessore

documentato dai suoi scritti in latino

d i I v a n o C a v a l l a r o

Sono due gli scritti in latino

stesi in quest’anno da padre

Leopoldo: uno, di una certa

ampiezza, datato 30 agosto

(a margine di una sua celebrazione

eucaristica nella Basilica

mariana di Monte Berico, a Vicenza)

e un secondo – brevissimo – recante

la data del 19 dicembre, molto vicino

alla festa del Natale.

In entrambi gli scritti, pur di diversa

lunghezza e datazione, si può

rilevare che nel corso del 1931 la

«crisi fiumana» 1 appare come quasi

completamente superata, in quanto

l’umile cappuccino padovano-croato

sembra aver «smesso di soffrire»

per la lontananza forzata dai fratelli

del suo popolo orientale, e si è

orientata ad adeguarsi alla volontà

divina. Come, del resto, aveva auspicato

il suo superiore provinciale

e padre spirituale Odorico da Pordenone

nelle due (già citate) lettere

di richiamo alle «nebbie» padovane.

L’ultima possibile resistenza, infatti,

sembra venire travolta dall’informazione

iniziale del primo degli

scritti che stiamo esaminando:

informazione apparentemente di

pura cronaca, ma in realtà tale da

accostare il fiat di padre Leopoldo

al fiat della ragazza di Nazaret cercata

per noi dall’amore caritatevole

di Dio, appassionatamente definito

Caritas dal santo confessore.

Ecco lo scritto di padre Leopoldo

(cf. foto a lato), prima in italiano e

dopo in latino: «Oggi ho avuto la

grazia di celebrare i Santi Misteri

all’altar maggiore della basilica

della Beata Vergine Maria di

Monte Berico» («Hodie habui gratiam

Sacrum celebrandi in Ara Maxima

Basilicae Beatae Mariae Virginis

Montis Berici»). Qui il solo nome di

Maria – in questo contesto – è sinonimo

del suo «sì». Il «sì» di Maria,

dunque, come ispiratore del «sì»

24 | PORTAVOCE | LUGLIO-AGOSTO 2020


di Leopoldo, imitatore, a sua volta,

del confratello cappuccino padre

Cristoforo di manzoniana memoria.

Il quale – richiesto del suo stato di

salute dalla “promessa sposa” Lucia

che, dopo lungo tempo, lo ritroverà

ammalato al lazzaretto (cf. il capitolo

36 dei Promessi sposi) – sembra

anticipare il santo cappuccino padovano,

con la celebre espressione:

«Come Dio vuole e come per sua

grazia voglio anch’io».

Alla base della “resa” di padre

Leo poldo ai voleri divini vi è una

nuova forte radice biblica che (come

abbiamo detto altre volte) il prof.

Sambin, da forte devoto dell’umile

cappuccino, non cessava di ricordare.

Anche qui diamo prima la traduzione

italiana e poi il testo latino,

sottolineando nuovamente l’importanza

del riferimento giovanneo (cf.

Giovanni 15,5) che poniamo alla fine

della nostra citazione. Scrive padre

Leopoldo: «Mi è evidentissimo il

disegno armonico della grazia di

Dio riguardo alla salvezza dell’umanità

[…]. Senza di me non potete

far nulla». Ed ecco il testo latino:

«Perspicua mihi est oeconomia

gratiae Dei quoad humanam salutem

[…]. Sine me nihil potestis facere».

La parola oeconomia indica un “disegno

armonico”, che potremmo intendere

come una sorta di progetto

sensato e assolutamente non immotivato.

Anche l’aggettivo iniziale della

citazione riveste un enorme interesse

dal momento che proviene dal

verbo perspicio, indicante una realtà

di fronte alla quale non ci possono

essere dubbi (o, se qualche dubbio

ancora “resisteva” in padre Leopoldo,

esso non poteva non cadere).

Adesso – siamo nel 1931 – è tutto

chiaro nel santo confessore “innamorato”

dei suoi fratelli orientali.

Tuttavia accettare i disegni divini

al riguardo (ossia lasciare il timone

della “barca dei desideri” nelle mani

più sicure del buon Dio) – come

peraltro aveva previsto il suo superiore

e amico padre Odorico da

Pordenone – non deve essere stato

facile né agevole.

Ce lo ricorda, a conclusione dello

scritto che stiamo esaminando, la

voce latina monet: indubbiamente

riferita a un volere divino che una,

per quanto piccola, ombra di sofferenza

ancora lascia nel santo, a sette

anni circa ormai dalla “ferita” ricevuta.

In questo caso presentiamo

prima il testo latino: «Ita Christus

Deus ullo modo violando humanam

libertatem cum monet imperat, prout

vult». I due verbi monet da un lato

e imperat dall’altro – sotto il profilo

strettamente grammaticale – vengo-

Vicenza, 30 agosto 1931

Oggi ho avuto la grazia di celebrare i Santi Misteri sull’altare maggiore

della Basilica della Beata Vergine Maria di Monte Berico.

Mi risulta chiaro il disegno di salvezza che viene dalla grazia di Dio, quello

che riguarda la salvezza dell’uomo: Cristo è lo stesso ieri, oggi e nei secoli;

Senza di me voi non potete far nulla; Ecco, io sono con voi tutti i giorni,

fino alla fine del mondo.

Per questo motivo, il mio desiderio di ottenere il ritorno dei dissidenti orientali

all’unità cattolica è la medesima azione divina mediante la quale Cristo Signore

si degna, anche mediante il ministero, di portare alla salvezza eterna quei popoli.

Cioè: restando intatta la mia libertà, attraverso la mia volontà perfettamente

libera, egli si offre sul Santo Altare per la loro salvezza, così che io stesso,

pienamente libero di conoscere e di volere, ottempero ai suoi divini decreti. Così

Cristo Dio,

non violando per nulla la libertà umana, mentre l’ammonisce, le ordina quanto

egli vuole. Per questo oggi io rinnovo i miei voti a favore dei dissidenti orientali,

e per così dire ricomincio da capo. A Cristo Gesù Nostro Signore e alla Beatissima

Vergine Maria rinnovo i miei voti: caparra di questo sia la cura delle anime.

F. Leopoldo da Castelnuovo O.M. Cap.

(Traduzione pubblicata nel volume che raccoglie tutti gli scritti di san Leopoldo: Battel

R.-Lazzara G., a cura, Dall’intimo del mio povero cuore. Lettere e altri scritti di san Leopoldo

M a n d i ć, Edizioni San Leopoldo, Padova 2015, p. 335-336. Altri testi leopoldiani, in: Ivano

Cavallaro, È Dio che ama. E ama a uno a uno. L’ecumenismo spirituale negli scritti latini di san

Leopoldo Mandić, Edizioni San Leopoldo, € 5,00. I libri possono essere richiesti presso il negozio

di articoli religiosi del santuario.

LUGLIO-AGOSTO 2020 | PORTAVOCE | 25


PER IL RITORNO…

SAN LEOPOLDO IERI E OGGI

no a costituire una endiadi, ossia una

espressione particolare nella quale

uno dei due verbi resta tale e l’altro si

trasforma in un avverbio. Il cum poi,

seguito da un indicativo, ha il significato

di «ogni volta che» piuttosto che di

un semplice «quando». «Ullo modo violando»,

infine, ha chiaramente valore

di secondaria concessiva implicita.

Nell’insieme, quindi, la frase (indicativa,

come dicevamo, di una “sofferenza”

passata, ma che pure c’è stata)

potrebbe essere tradotta: «Così Dio

nella Persona di Cristo, pur lasciando

intatta la libertà umana, ogni

volta che si impone [anche] severamente,

lo fa per attuare la sua volontà».

Il secondo scritto del 1931 è un singolare

rinnovamento dei voti, già iniziati

nel giugno del 1887, per quello

che allora si chiamava il «ritorno» dei

lontani, qui reso però in termini “aggiornati”

al 1931, per la citazione di un

«disegno armonico» che subito dopo

Fiume non appariva esattamente tale.

Ora invece san Leopoldo dice di trovarsi

«davanti [questo è uno dei significati

classici del termine pro] a una visione

nitida del gratuito disegno armonico

di Dio» («pro clara divinae oeconomiae

gratiae»). Insomma, vent’anni, dal 1911,

non erano passati inutilmente! P

1

Anche don Gianantonio Bonato, salesiano,

ispettore emerito per il Triveneto, riconosce

il rilievo che ebbe la brevissima permanenza

di padre Leopoldo nel 1923 a Fiume, da

dove venne richiamato dopo appena pochi

mesi: «Il punto centrale è la “crisi fiumana”;

là padre Leopoldo, tramite una sofferta lettura

sapienziale degli avvenimenti, è giunto

a convertire la sua visione di “missione misericordiosa”,

riconoscendo la priorità di

Dio nell’opera di salvezza e abbandonandosi

perciò al suo volere. Ed è questa la vera

obbedienza sia del religioso che del credente.

Cosa questa che — se non poteva essere

ignorata, perché presente nelle fonti bibliche

– non era altrettanto riconosciuta e valorizzata

nella spiritualità del tempo, più centrata

sullo sforzo dell’uomo che cammina verso

Dio e meno sulla gratuità incondizionata della

Grazia che precede, incontra e ci sostiene

nel nostro cammino».

Questo santo è per me

maestro e confidente

d i d o n L u c i a n o M a t i c h e c c h i a

Sono sacerdote da otto anni e appartengo al clero diocesano

dell’arcidiocesi di Taranto. Al tempo dei miei studi al Pontificio

seminario Pio XI di Molfetta, ho avuto una prima conoscenza

del caro san Leopoldo. Mi stupì soprattutto la sua eroicità nel

servire il Signore nel sacramento del perdono.

Essendo stato io stesso “pescato da Dio” proprio in una confessione

vissuta negli anni della mia giovinezza (che è rimasta indelebile nella

mia esistenza), mi incuriosii ancora di più la figura e la vita del santo.

Sempre in seminario, cominciai

a frequentare il gruppo di interesse

per l’ecumenismo, diventandone poi

al mio secondo anno di teologia il diretto

responsabile, organizzando con

don Angelo Romita, nostro superiore,

i primi convegni ecumenici per i seminari

d’Italia.

Con sommo stupore nella lettura

della vita del santo, scoprii la bellezza

della offerta della sua vita, donata

per l’Unità della Chiesa, così, ancor

di più san Leopoldo divenne familiare

al mio cammino.

Diventato sacerdote, tra le ricchezze

più grandi con cui Dio ha reso la

mia vita felice nel servizio della sua

gloria e per il bene del popolo di Dio,

grande spazio ho riservato e riservo

con assiduità al confessionale, prima di tutto come penitente e certamente

come ministro della Misericordia di Dio... Spesso mi è capitato di

essere di “manica larga”: in ogni modo cerco un “cavillo” perché la Misericordia

di Dio trovi spazio nei cuori, per poi lasciare che germogli a suo

tempo, e, quando questo accade, davvero tanta è la mia gioia... Anche

in tutto questo, san Leopoldo è divenuto per me maestro e confidente.

Che lieta è stata la notizia, nell’Anno della Misericordia (2016) di sapere

che perfino il Santo Padre ha visto in san Leopoldo un modello

che ha incarnato la infinita tenerezza di Dio! Dal semplice approfondimento

della vita di san Leopoldo, ad oggi, mi ritrovo come suo devoto,

lo invoco spesso e il mio desiderio è di assomigliargli nelle virtù. Spero

dalla Grazia di Dio di riuscirci solo perché Dio sia esaltato e testimoniato

dalla mia vita, per ciò che mi è possibile. P

26 | PORTAVOCE | LUGLIO-AGOSTO 2020


Leopoldo, mio papà

e la vocazione sacerdotale

d i d o n G i a c i n t o M a g r o

Sono un sacerdote della diocesi siciliana di Piazza

Armerina (En), recentemente nominato parroco

della parrocchia San Lorenzo in Aidone, a una

trentina di chilometri da Enna.

Personalmente sono devoto di san Leopoldo a

motivo del fatto che, se sono sacerdote, un pochino lo

debbo a lui.

Mio papà Salvatore avrebbe desiderato diventare sacerdote,

ma proprio perché era il primo di nove figli,

sentì la spinta a mettersi subito a lavorare. Cosa che fece

sin dal suo dodicesimo anno di vita. Oltretutto, ai tempi

le condizioni economiche non gli avrebbero permesso di

seguire quella vocazione. Mio papà sposò poi mamma

Anna ed ebbero quattro figli, il più piccolo dei quali sono

io. Dopo pochi anni di matrimonio, papà emigrò in Germania

e lì ebbe come compagno di lavoro un padovano,

il quale gli regalò una immagine di san Leopoldo. Papà

incorniciò questa effigie e la tenne sul comodino della

sua cameretta. Tornando dalla Germania, proponeva di

intraprendere il cammino verso il sacerdozio a mio fratello

Calogero, poco più grande di me. Ma egli fin da subito

rifiutò la prospettiva. Mi ricordo che ero piccolo, di

soli sei anni, e dissi a papà: «Ti farò contento io». Certo,

era solo lo slancio inconsapevole di un bimbo.

La mia storia successiva è stata molto travagliata,

adesso però sono sacerdote da undici anni. Ricordo che

quando ero seminarista ed era ormai vicina l’Ordinazione

sacerdotale, papà mi diede quella immagine di san

Leopoldo dicendomi: «Sai, ho pregato molto questo frate

chiedendo per sua intercessione un figlio sacerdote.

Adesso custodiscila tu stesso».

Sento che debbo molto a san Leopoldo e desidero farlo

conoscere anche nella mia nuova parrocchia.

Per questo motivo, mi sono rivolto al santuario per

richiedere una reliquia insigne del santo, che auspico interceda

perché la mia comunità sappia farsi sempre più

discepola del Signore. P

LUGLIO-AGOSTO 2020 | PORTAVOCE | 27


GRAZIE, SAN LEOPOLDO

Stop ai topi !

Anni fa, ebbi la fortuna di conoscere padre Leopoldo

grazie a un frate cappuccino che me ne parlò come

di un “intercessore” più grande di sant’Antonio.

Alquanto scettica, dimenticai le sue parole. Oggi

però, all’età di 85 anni, essendo passata tanta acqua

dolorosa sotto i ponti della mia vita, con tre figli

maschi e un marito molto diversi dalla mia sensibilità,

improvvisamente ho riscoperto san Leopoldo

e da alcuni anni, da affezionata abbonata, leggo

la sua rivista.

Voglio dare conoscenza di una grazia da me ricevuta

per intercessione di san Leopoldo. Nel libro di Ugo

Suman C’era una volta padre Leopoldo si racconta che

una volta padre Leopoldo salvò il raccolto delle verze

di un contadino infestate dalle “rughe” (bruchi, ndr).

Poiché la casa di uno dei miei figli era infestata dai topi,

ho chiesto la grazia a san Leopoldo di liberare

per sempre tale abitazione dai roditori. Ebbene,

nell’arco di circa un mese, la grazia è stata ottenuta!

Io so che non c’è una “graduatoria” nella

intercessione dei santi, perché è Dio che accoglie

o meno le preghiere per il nostro bene. Tuttavia

noi, poveri mortali, usiamo un nostro “metro” per

rivolgerci al santo che ci sembra “specialista” per

ottenere da Gesù la grazia particolare di cui abbiamo

bisogno. È la fede che ci salva, come diceva padre

Leopoldo. Grazie, grazie san Leopoldo.

Francesca Di Grande, Catania, 11.6.2019

San Leopoldo,

“compagno di viaggio”

All’Istituto di ematologia di Bologna, mi fu

diagnosticato un cancro tra i peggiori. Era il 1983 e

in famiglia avevamo già un guaio: mio marito affetto

da leucemia. Dopo questa “sentenza”, cominciò la

mia “via crucis”. A quel tempo lavoravo presso il

Provveditorato agli studi di Bologna, dove una mia

carissima collega mi parlò di san Leopoldo, a cui lei

era molto affezionata, e mi donò un suo santino.

Fui sottoposta a cicli di chemioterapia. A ogni

ricovero, la prima cosa che facevo era prendere il

santino e metterlo sul comodino, per poi cominciare

a pregare il santo. Qualche tempo dopo mi fu

comunicato che mi sarebbero rimasti sei mesi di vita.

Eppure, la mia devozione mi portava a continuare

a pregare: aiutami a sconfiggere il male… aiutami

san Leopoldo!

Arrivai alla quinta seduta di chemio: una tortura.

Fui chiamata dal professore di Ematologia per una

comunicazione. Tremavo come una foglia in attesa

della sentenza (era lo stesso professore che mi aveva

dato sei mesi di vita). Ma è stata una meravigliosa

sentenza: il cancro era stato sconfitto, ero fuori

pericolo! Non capivo più niente, scoppiai a piangere,

andai via mormorando: grazie, san Leopoldo. Sono

sicura che chi mi vedeva abbia pensato che fossi

impazzita… ma di gioia. Appena fuori dell’ospedale

scoppiai a piangere, gridando: grazie, grazie padre.

Più avanti è successa un’altra cosa straordinaria.

Al ritorno da un viaggio a New York, dov’ero stata a

trovare dei parenti, mi trovavo all’aeroporto di Roma,

davanti al cancello di partenza per Bologna. Aspettavo

che mia figlia venisse a prendere un suo borsone per

poi lasciarmi proseguire per Bologna. Ad un tratto

una voce dall’altoparlante comunicò che il cancello di

partenza era cambiato. Avevo soltanto 15 minuti e mia

figlia aveva un contrattempo. Ero nel panico. Mi diressi

in fretta verso la scala mobile tenendo due borsoni

con la stessa mano, che appoggiavo al corrimano

Con l’altra mano reggevo il trolley. Improvvisamente

la ruota di quest’ultimo slittò sul gradino della scala

mobile, facendomi perdere l’equilibrio. Mentre cadevo

all’indietro, invocai san Leopoldo e capitò qualcosa di

inspiegabile: sentii la forza di due braccia possenti che

mi presero e mi rimisero sulla scala, mentre una voce

mi gridava: non ti voltare. Io ero sola, dietro di me non

c’era nessuno. Arrivai in cima alla scala tremante, ma

sana e salva. Alcune persone che si trovavano lì forse

pensavano che fossi pazza. Il viaggio proseguì bene.

Il pensiero verso san Leopoldo mi accompagna

lungo la giornata, mi sostiene, mi aiuta ad affrontare

i momenti brutti della vita. Mi auguro che chiunque si

trovi in situazioni analoghe, comunque critiche, possa

attingere speranza e forza per superare

i momenti difficili della vita.

Antonietta Romani, Bologna, 20.6.2019

Affidamento

Ringrazio san Leopoldo per i tanti benefici

ricevuti negli ultimi tempi. La nonna e la mamma,

da sempre devote a san Leopoldo, mi hanno

32 | PORTAVOCE | LUGLIO-AGOSTO 2020


invitata più volte a fare la novena. Mi dicevano:

«Affidati e non stancarti perché, come diceva il santo,

“Dio è medico e medicina”». Sono qui a dire grazie

perché, uscita fuori strada per un colpo di sonno, non

mi sono fatta un graffio. E anche perché ci siamo sentiti

assistiti in un momento difficile della mamma e in un

momento particolare della mia vita.

Ringrazio san Leopoldo per quanto vorrà

concederci anche nel futuro.

Francesca Dal Pozzolo, Vicenza, 1.7.2019

Dal Belgio

Dal Belgio siamo venuti in Italia, fermandoci a Padova

per pregare sulla tomba di san Leopoldo. Dieci giorni

dopo siamo ritornati in Belgio, ma strada facendo mio

marito ha avuto un grave problema vascolare. Io ho

potuto guidare la macchina fino in Belgio e portare mio

marito in ospedale. Sembra che l’incidente vascolare

non abbia conseguenze. Ringrazio di cuore san

Leopoldo per la sua protezione. Continuerò sempre a

pregarlo, invocando il suo aiuto.

Anna Massaro Vigant, Cheratte (Belgio), 18.8.2019

In breve

Nel 2014 mi fu diagnosticato un tumore all’utero.

Ho subito tre interventi chirurgici e numerosi cicli

di chemioterapia e radioterapia. Ho sempre pregato

san Leopoldo con fede. Una volta l’ho pure visto

in sogno. I medici mi giudicano guarita e attualmente

io mi sento bene.

Gianna Sagrillo, Spineda di Riese Pio X, 1.10.2018

Non so come ringraziare san Leopoldo. Mi sono rivolta

a lui circa due mesi fa, avendo mio figlio depresso

e senza lavoro. Ora va abbastanza bene, come

salute e come lavoro. Non finirò mai di ringraziare

san Leopoldo al quale mi rivolgo con tanta fede,

invocandolo e pregandolo.

Daniela, 4.2.2019

Desidero ringraziare padre Leopoldo per avermi

esaudita: gli avevo chiesto la grazia che la terapia,

a cui mi dovevo sottoporre, mi riducesse il neurinoma.

Così è stato. Grazie, san Leopoldo!

L.R., Verona, 12.03.2019

Qualche tempo fa vi ho telefonato chiedendo preghiere

a san Leopoldo per un posto di lavoro a mia nipote.

Le è stato assegnato il posto di lavoro da lei desiderato.

Ringrazio commossa per le vostre preghiere.

Marì Filippini, 20.3.2019

a cura della Redazione

Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti su

grazie ricevute, esperienze umane e spirituali che

riguardano il vostro rapporto con p. Leopoldo.

Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandić

Piazzale Santa Croce, 44 – 35123 Padova

email: direttore@leopoldomandic.it

LUGLIO-AGOSTO 2020 | PORTAVOCE | 33


VITA DEL SANTUARIO

11 febbraio 2020, Sasso Marconi (Bologna), messa solenne nella Giornata mondiale del malato con le reliquie di

san Leopoldo e tanta frequenza dei fedeli, seguita da adorazione del Santissimo Sacramento (per l’organizzazione

e la foto si ringrazia Jadwiga A. Bogacz)

ADDIO AD ALCUNI AMICI DI PORTAVOCE

Padre Aurelio Blasotti, sacerdote cappuccino del convento di Gorizia, è spirato lo scorso

18 aprile, a seguito di complicanze dell’infezione da Covid-19, era ricoverato ormai da tre

settimane nell’ospedale di Palmanova. Nato a Campolessi di Gemona (UD) 71 anni fa, svolse

per anni il suo ministero, oltre che a Udine-via Ronchi, a Castelmonte, dove curava anche

il bollettino La Madonna di Castelmonte. Era vicepostulatore per la causa di beatificazione

della ven. Concetta Bertoli, terziaria francescana friulana. È stato anche un devoto di

san Leopoldo e collaboratore di Portavoce di san Leopoldo Mandić. Dal gennaio 2009

al dicembre 2018, su queste pagine padre Aurelio ha risposto a centinaia di lettere pervenute

alla redazione o al suo indirizzo. Problemi di vita familiare, questioni morali o temi di vita

cristiana: in ogni circostanza padre Aurelio ha mostrato di accostarsi con una parola serena

e chiara, incoraggiante e illuminata. A nome della grande famiglia dei lettori e dei devoti

di san Leopoldo, lo ringraziamo e affidiamo all’infinità bontà del Padre.

Il 27 marzo è mancato all’affetto dei suoi cari Egidio Bertazzo, di anni 95, di Legnaro (PD).

È stato un bravo organista, negli ultimi anni a servizio della parrocchia di Santa Croce

in Padova. Alla sua creatività si devono testi e musica di alcuni inni a san Leopoldo, tuttora

eseguiti. Bertazzo conobbe la sofferenza della prigionia nella Seconda guerra mondiale.

In particolare fu internato in tre lager, tra cui Buchenwald, dove lavorò in miniera

a quasi 400 metri sotto terra. Un’esperienza che fece conoscere anche con un libro

di memorie: Il mio diario di prigionia (1943-45).

Il giorno 20 aprile è deceduto Giorgio Deganello, di anni 80. È stato un fotografo

di grande professionalità e versatilità, che ha lasciato un segno profondo nella storia

della documentazione fotografica della città di Padova. Una documentazione che spaziava

dalle foto di carattere artistico, quali dipinti e sculture conservati in chiese e in collezioni

private (diffusissima la sua riproduzione fotografica in scala 1 a 4 della Cappella degli

Scrovegni), alle foto di carattere ambientale, paesaggistico. In numerose occasioni

Deganello ha collaborato con le edizioni san Leopoldo e con il santuario.

34 | PORTAVOCE | LUGLIO-AGOSTO 2020


CALENDARIO LITURGICO

Luglio

5 14a Dom. del T. Ord.

(salt. 2 a sett.)

Alba Lucia Franchin e Gianni Mazzabò ringraziano

san Leopoldo per aver concesso loro la grazia

di celebrare le nozze d’oro (20.7.2019) nel santuario

da loro molto amato

12 MAGGIO FESTA DI S. LEOPOLDO

Per via del Coronavirus, è stata una novena senza

pellegrinaggi e una festa in sordina e senza alcun

assembramento quella del 12 maggio, ricorrenza

liturgica di san Leopoldo Mandić. E comunque in tempi

di distanziamento sociale non è affatto mancata la

devozione di numerosi fedeli che, muniti dei dispositivi

di protezione, fin dal mattino hanno raggiunto il

santuario sostando in preghiera silenziosa e passando

celermente davanti alla tomba. L’unica celebrazione

eucaristica si è svolta ‘a porte chiuse’ alle ore 19.00

presieduta da p. Roberto Tadiello, Ministro provinciale

dei cappuccini, alla presenza della comunità dei frati

del santuario. La messa è stata trasmessa in diretta

televisiva dalle emittenti CafèTV24 e Telepace. Nel

prossimo numero di Portavoce troverete l’omelia

proposta dal Ministro provinciale (G.L.)

Zc 9,9-10 • Sal 144 • Rm 8,9.11-13 • Mt 11,25-30

Nella seconda parte del Vangelo si parla di un «giogo», di

un «pesante carico». Gesù chiama le cose, attribuendo ad

ognuna il loro nome, senza far risaltare toni o proporzioni

diverse dalla realtà. Anche chi lo segue non va certo a

spasso, ma si carica di un «dolce giogo», si addossa un

«carico leggero». Il peso lo dà l’amore, come ha sostenuto

sant’Agostino dicendo: «Pondus meum amor meus!», cioè

«peso che non pesa è il mio amore». L’amore di Gesù è

totalizzante ed esigente. Per noi resta da imparare, così

come ha fatto lui, la lezione di mitezza e di umiltà profonda.

Le vie del cuore le conosce bene solo lui, ed è disposto ad

insegnarle a chi vuol camminare nella sua luce a prezzo di

fedele amore.

12 15a Dom. del T. Ord.

(salt. 3 a sett.)

Is 55,10-11 • Sal 64 • Rm 8,18-23 • Mt 13,1-23

«Il seminatore uscì a seminare… una parte cadde sul

terreno buono e diede frutto». Analogamente il seme puro

fu accolto nel grembo fertile di una Vergine. Gesù nacque

dall’accoglienza libera, umile, silenziosa della Parola. Così,

Dio esce dalla sua eternità per entrare nel nostro tempo

a «seminare» Cristo. Il Padre ha sottoposto la sua Parola

all’accoglienza dell’uomo e tra gli uomini c’è chi la disattende,

chi la svuota, chi la consuma. Nel tempestoso mare delle

tante parole, che smuovono il fondo delle emozioni e delle

distrazioni, non è facile accettare Cristo- Parola del Padre.

Nell’accoglienza piena e leale della Parola si gioca il nostro

presente e futuro. Uomo, piccolo seme, non rinunciare a

divenire quercia!

19 16a Dom. del T. Ord.

(salt. 4 a sett.)

Sap 12,13.16-19 • Sal 85 • Rm 8,26-27 • Mt 13,24-43

«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del

buon seme nel suo campo. Il suo nemico seminò della

zizzania in mezzo al grano…». Forza, debolezza, pazienza:

sono gli elementi che entrano in contrasto fra loro nel

brano evangelico. Riflettendo è un po’ come tastare il polso

all’umanità, che vive al ritmo enigmatico del quotidiano. Dio

onnipotente, nella sua infinita benevolenza, giudica il nostro

LUGLIO-AGOSTO 2020 | PORTAVOCE | 35


«Non abbiate paura!

Aprite, anzi spalancate

le porte a Cristo!»

SAN GIOVANNI PAOLO II

CENTENARIO DELLA NASCITA

(1920–2020)

Padova, 12 settembre 1982,

papa Giovanni Paolo II in preghiera davanti

alla tomba di padre Leopoldo e in visita

al suo confessionale con p. Pietro Bernardi,

vicepostulatore della causa di canonizzazione

ORARI DEL SANTUARIO

APERTURA

6.00-12.00 / 15.00-19.00

Tomba e luoghi del santo

7.00-12.00 / 16.00-19.00

SANTE MESSE E CONFESSIONI

A causa dell’emergenza Coronavirus, è in vigore un orario provvisorio.

Per conoscerlo, consulta il sito www.leopoldomanic.it oppure telefona

I

IN CASO DI MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA C.M.P., DETENTORE

DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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