Tecnologie Alimentari N° 3 Maggio/Giugno 2020
Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.
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sommario<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 MAGGIO/GIUGNO <strong>2020</strong><br />
2<br />
6 In primo piano<br />
Sicurezza in movimento<br />
I nastri trasportatori sono fondamentali nella produzione dell’industria<br />
alimentare. Per questo durante l’emergenza coronavirus in Italia, Forbo<br />
Movement Systems ha garantito il proprio supporto alle aziende della filiera, nel<br />
pieno rispetto dei protocolli di sicurezza. E ora punta su diverse innovazioni nelle<br />
soluzioni modulari e sintetiche.<br />
24 Fragole resistenti senza agrofarmaci<br />
L’obiettivo del progetto di ricerca internazionale Med-Berry è quello di sviluppare<br />
misure nuove e alternative all’impiego degli agrofarmaci volte ad aumentare<br />
l’efficienza di coltivazione, qualità e sicurezza della produzione di fragole,<br />
a partire dalla protezione contro le sue principali malattie.<br />
28 Nactarome: un polo europeo nel mercato degli aromi<br />
Dopo l’acquisizione di Nactis Flavours, sono continuati anche durante la fase<br />
di emergenza i progetti di espansione del Gruppo Nactarome, di cui fa parte<br />
AromataGroup, che punta a crescere su diversi mercati europei.<br />
34 Il calore di processo per la qualità e la sicurezza<br />
dell’alimento<br />
Nell’industria alimentare l’aria calda è utilizzata in diverse applicazioni,<br />
tra cui l’asciugatura e sterilizzazione dei contenitori. I sistemi Leister,<br />
caratterizzati da potenza e portata elevata, riescono a riscaldare ingenti quantità<br />
di confezioni in tempi brevi.<br />
42 Automazione e strumentazione di processo:<br />
crescita verso l’8%<br />
Nel 2019 le applicazioni nell’industria alimentare hanno raggiunto il valore<br />
di 11,5 miliardi di dollari. Nei prossimi cresceranno ancora, trainate dalle<br />
tecnologie intelligenti e dal mercato asiatico.<br />
EDITORIALI<br />
Sempre al fianco dell’industria italiana 5<br />
IN COPERTINA<br />
Sicurezza in movimento (A. Bignami) 6<br />
ATTUALITÀ E APPUNTAMENTI<br />
La pandemia cambia le priorità dell’agroalimentare (E. De Vecchis) 10<br />
Notizie attualità 14<br />
Notizie appuntamenti 22<br />
SCIENZA E TECNOLOGIA<br />
Fragole resistenti senza agrofarmaci (E.Baraldi, F. Negrini) 24<br />
Notizie scienza e tecnologia 27<br />
INGREDIENTI<br />
Nactarome: un polo europeo nel mercato degli aromi (A. Bignami) 28<br />
Notizie ingredienti 32<br />
MACCHINE<br />
Il calore di processo per la qualità e la sicurezza dell’alimento 34<br />
pag. 24<br />
pag. 34<br />
pag. 6<br />
pag. 28<br />
pag. 42<br />
ENERGIA<br />
Notizie energia 36<br />
SICUREZZA<br />
Le nuove norme sui reati agroalimentari (E. De Vecchis) 38<br />
Notizie sicurezza 41<br />
AUTOMAZIONE/STRUMENTAZIONE<br />
Automazione e strumentazione di processo: crescita verso l’8% (G. Tamburini) 42<br />
Automazione avanzata per confezionamento flow pack di capsule caffè 48<br />
Analisi del consumo energetico nella produzione di formaggio fresco 50<br />
Notizie strumentazione 52<br />
PACKAGING<br />
Notizie packaging 54<br />
RUBRICHE<br />
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INDUSTRIA<br />
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ANNOXXX N.4 MAGGIO 2019<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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5
in copertina<br />
I nastri trasportatori sono<br />
fondamentali nella produzione<br />
dell’industria alimentare.<br />
Per questo durante<br />
l’emergenza coronavirus<br />
in Italia, Forbo Movement<br />
Systems ha garantito il<br />
proprio supporto alle aziende<br />
della filiera, nel pieno rispetto<br />
dei protocolli di sicurezza.<br />
E ora punta su diverse<br />
innovazioni nelle soluzioni<br />
modulari e sintetiche.<br />
di Alessandro<br />
Bignami<br />
SICUREZZA IN MOVIMENTO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Nella foto<br />
di apertura: trasporto<br />
di biscotti nello<br />
stabilimento<br />
di Bahlsen<br />
La sicurezza prima di tutto. Il Gruppo Forbo ha affrontato<br />
la fase di emergenza ponendo come priorità la tutela<br />
della salute dei dipendenti, anche a fronte di una riduzione<br />
del proprio business. “È stata una precisa scelta etica”,<br />
afferma Alan Favretto che guida la filiale di Parma (Tema<br />
Srl) della divisione Forbo Movement Systems, specializzata<br />
nella produzione di nastri di trasporto, nastri di processo,<br />
nastri modulari plastici, cinghie di trasmissione, cinghie<br />
dentate. Allo stesso tempo la società ha garantito il proprio<br />
supporto alle filiere essenziali, a partire dall’industria<br />
alimentare, uno dei principali settori di applicazione dei<br />
propri prodotti.<br />
Alan Favretto, qual è stato l’impatto dell’epidemia sulla<br />
vostra attività?<br />
Dopo un buon inizio dell’anno, con risultati davvero positivi<br />
a gennaio e febbraio, abbiamo naturalmente subito<br />
il contraccolpo, in parte a marzo, ma soprattutto ad aprile.<br />
Abbiamo chiuso totalmente per un paio di settimane,<br />
mentre nel resto della fase acuta dell’emergenza siamo<br />
stati aperti in modalità contingentata, al fine di garantire<br />
la sicurezza dei dipendenti e allo stesso tempo il servizio<br />
richiesto dagli operatori delle filiere essenziali, come l’alimentare<br />
e la farmaceutica. Tenga conto che in questi<br />
settori i nastri trasportatori rappresentano un elemento<br />
fondamentale della linea produttiva. È sufficiente la mancata<br />
fornitura di un componente per causare un fermo<br />
dell’impianto con tutte le conseguenze immaginabili.<br />
Anche per questo molte aziende hanno richiesto in modo<br />
formale il nostro supporto. Abbiamo così inviato la comunicazione<br />
alla Prefettura, allegando una lista accuratamente<br />
selezionata di clienti attivi nelle filiere essenziali,<br />
come food e pharma, e in quelle direttamente connesse,<br />
come packaging, printing e logistica.<br />
Siete riusciti a svolgere anche qualche intervento urgente<br />
presso gli stabilimenti degli utilizzatori?<br />
Sì, anche se in quantità ridotta e solo dove era assolutamente<br />
essenziale. In alcuni casi, siamo riusciti a compensare<br />
fornendo nastri per un’istallazione facile e autonoma da<br />
6<br />
www.interprogettied.com
parte del cliente. Quando strettamente<br />
necessari, gli interventi sono stati<br />
condotti rispettando alla lettera le normative<br />
di sicurezza. Il Gruppo Forbo è<br />
molto rigoroso nella tutela della salute<br />
degli operatori e degli stessi clienti in<br />
caso di trasferta. In tutta la fase di<br />
emergenza l’attenzione alla sicurezza<br />
è stata estrema, a costo di registrare<br />
perdite sotto il profilo del business. È<br />
stata una precisa scelta etica e responsabile<br />
presa dal Gruppo nei confronti<br />
di dipendenti, clienti, fornitori e, più in<br />
generale, dell’Italia.<br />
Come state affrontando la riapertura?<br />
La domanda per le vostre soluzioni<br />
si sta risvegliando?<br />
<strong>Maggio</strong> è stato un buon mese, anche<br />
per lo sblocco degli ordini rimasti in sospeso<br />
a marzo e aprile, in cui si è accumulata<br />
una serie di urgenze da evadere.<br />
Anche giugno è iniziato con una certa<br />
vivacità, grazie soprattutto alla spinta di<br />
settori come l’alimentare, il farmaceutico<br />
e la logistica. Altri, come l’edilizia e<br />
l’automotive, soffrono ancora.<br />
Qualche “effetto di rimbalzo” si avverte<br />
quindi…<br />
A maggio una reazione positiva era<br />
attesa, in effetti. Il punto di domanda<br />
riguardava più che altro i mesi successivi,<br />
da giugno a settembre. Pur considerando<br />
che oggi la visione è a corto<br />
raggio, a causa della cautela negli<br />
ordini a medio-lungo termine, giugno<br />
e luglio stanno dando segnali<br />
incoraggianti. Ovviamente la strada<br />
da percorrere è ancora lunga ma, se<br />
verrà confermata, la graduale ripresa<br />
dei consumi porterà dei benefici anche<br />
per chi, come noi, opera in diversi<br />
settori chiave.<br />
tuire dei pezzi con prontezza e autonomia<br />
in caso di necessità. Allargando<br />
lo sguardo anche su altri settori, abbiamo<br />
ricevuto molte richieste nell’ambito<br />
dei policarbonati trasparenti per la<br />
realizzazione di barriere di protezione<br />
negli uffici, sia presso clienti già acquisiti<br />
sia nuovi. Ci siamo così attrezzati<br />
per aumentare la disponibilità e la lavorazione<br />
di questi materiali.<br />
Come è cambiato il contatto col cliente?<br />
Avete aumentato il ricorso agli<br />
strumenti digitali?<br />
Certo, abbiamo sfruttato il più possibile<br />
le principali piattaforme digitali<br />
per la comunicazione in videoconferenza<br />
e per le riunioni on line. Il<br />
Gruppo ha spinto molto in questa<br />
direzione. In realtà sono strumenti<br />
che già utilizzavamo frequentemente<br />
per i meeting interni con le tante filiali<br />
della società nel mondo. Meno<br />
abituata a questa modalità era la forza<br />
vendita, che ha sempre puntato<br />
sull’efficacia dell’incontro in presen-<br />
Alan Favretto,<br />
responsabile<br />
di Tema Srl, la filiale<br />
di Parma<br />
della divisione<br />
Forbo Movement<br />
Systems<br />
Nastro modulare<br />
Prolink Serie 15<br />
za. Così Forbo ha organizzato dei<br />
training specifici per l’area commerciale<br />
e il customer service. Nella fase<br />
acuta dell’emergenza, abbiamo inoltre<br />
adottato lo smart working per<br />
quasi tutti gli addetti, che sono stati<br />
dotati di PC portatili.<br />
Avete mantenuto lo smart working<br />
anche dopo il lockdown?<br />
Sì, anche se in misura parziale, a seconda<br />
delle funzioni e in certi casi con<br />
una logica di rotazione. Abbiamo verificato<br />
comunque che il lavoro da remoto<br />
è efficace, oltre a venire incontro<br />
ad eventuali esigenze dei dipendenti,<br />
soprattutto per chi ha i figli a casa. È<br />
evidente anche l’abbattimento dei<br />
costi e dei tempi degli spostamenti.<br />
Anche l’ambiente ne beneficia.<br />
Pensando al futuro, state promuovendo<br />
delle novità tecnologiche?<br />
La nostra gamma conta su molte innovazioni.<br />
Stiamo spingendo sui prodotti<br />
per l’industria alimentare, non<br />
solo in Italia, essendo il food uno dei<br />
mercati principali per Forbo<br />
Movement Systems a livello globale.<br />
Nel 2019 abbiamo lanciato diversi<br />
nastri modulari, grazie a investimenti<br />
importanti. E per la seconda parte del<br />
<strong>2020</strong> sono in serbo altre novità di rilievo,<br />
nell’ambito dei nastri modulari<br />
e sintetici per l’alimentare.<br />
Ci può accennare alle caratteristiche<br />
dei nastri sviluppati recentemente?<br />
Prolink Serie 15 è un nastro modulare<br />
molto aperto, pensato per il settore<br />
Dalle industrie alimentari avete ricevuto<br />
richieste particolari in questo<br />
periodo?<br />
Non direi. Noto più che altro che, con<br />
la riduzione degli interventi sugli impianti<br />
dei clienti, è aumentata la richiesta<br />
di componenti di ricambio, da<br />
stoccare in magazzino al fine di sostiwww.interprogettied.com<br />
7<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong>
alimentare e in particolare per l’industria<br />
del bakery. È una soluzione efficace<br />
dove serve dissipare il calore,<br />
quindi lo scaricamento dai forni, oppure<br />
per il trasporto di prodotti molto<br />
caldi, proprio perché favorisce uno<br />
scambio di calore ottimale. È facilmente<br />
sanificabile e può girare su<br />
rulli di diametro molto piccolo, fino a<br />
19 millimetri, consentendo così di trasferire<br />
prodotti anche di dimensioni<br />
ridotte, come biscotti e barrette.<br />
Un’altra soluzione importante riguarda<br />
i nastri sintetici telati: Prosan, lanciato<br />
già qualche anno fa, è tuttora<br />
uno dei nostri prodotti di punta, grazie<br />
ai notevoli vantaggi offerti in termini<br />
di sanificazione e facilità di pulizia<br />
nel comparto alimentare. Ha la<br />
possibilità di avere i bordi sigillati, che<br />
lo proteggono dalla penetrazione di<br />
oli e grassi, eliminando la possibilità di<br />
proliferazione batterica. Continuiamo<br />
infine a sviluppare nuovi nastri sintetici<br />
telati in poliolefine, che hanno<br />
ottime proprietà di pulizia e facilitano<br />
il distacco dei prodotti molto appiccicosi,<br />
come caramelle, barrette energetiche<br />
e altri dolciumi.<br />
Le fiere hanno sempre avuto un ruolo<br />
importante nella strategia di comunicazione<br />
di Forbo. Cosa pensa dei problemi<br />
che il coronavirus sta creando<br />
al settore degli eventi professionali?<br />
L’impossibilità subita in questi mesi<br />
Trasporto<br />
di impasto<br />
Applicazione<br />
del nastro Prolink<br />
in un’industria<br />
di trasformazione<br />
della carne<br />
di partecipare a fiere per presentare<br />
prodotti nuovi e incontrare i clienti ci<br />
ha tolto chiaramente delle opportunità.<br />
Al momento stiamo compensando<br />
con meeting su piattaforme<br />
digitali e fiere on-line. Ma al di là<br />
dell’effetto contingente, credo che<br />
questa crisi porterà un cambiamento<br />
radicale nel modo di comunicare e<br />
presentare le proprie novità ai clienti,<br />
con un ricorso crescente al virtuale.<br />
Sono anche convinto, però, che<br />
la fiera tradizionale tornerà a essere<br />
un appuntamento clou. L’incontro<br />
fisico, l’esposizione dal vivo dei nuovi<br />
prodotti, il confronto diretto sulle<br />
applicazioni rappresentano un valore<br />
aggiunto a cui clienti e fornitori<br />
non credo rinunceranno.<br />
Ritiene quindi che il contatto umano<br />
resterà strategico?<br />
Sì, la nostra forza commerciale non<br />
vede l’ora di far visita ai clienti.<br />
Incontrarsi di persona apre la mente<br />
a nuove idee, a possibili sviluppi di<br />
prodotto, che sul digitale faticano<br />
ancora a emergere: la videoconferenza<br />
è uno strumento più freddo, con<br />
limiti di tempo e con pochi momenti<br />
di distensione e informali, che spesso<br />
portano intuizioni interessanti. Senza<br />
contare l’utilità pratica di andare sul<br />
posto, testare le applicazioni accanto<br />
al cliente, osservare direttamente la<br />
linea produttiva per capire e risolvere<br />
le criticità. Piano piano, comunque,<br />
le visite tecniche stanno ricominciando.<br />
Bisogna essere ottimisti: questo<br />
aiuterà a far ripartire i consumi e<br />
quindi l’industria.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
8<br />
Da questa drammatica esperienza ci<br />
resterà anche qualcosa di positivo?<br />
Sicuramente un’accelerazione tecnologica<br />
nel campo della digitalizzazione,<br />
dove le Pmi apparivano un po’<br />
indietro. Ciò ottimizzerà i processi,<br />
ridurrà tempi e costi, aumenterà la<br />
flessibilità e la competitività delle<br />
aziende italiane con i concorrenti dei<br />
paesi più avanzati digitalmente. A<br />
questo deve corrispondere la modernizzazione<br />
dell’Italia sotto il profilo<br />
della rete e delle infrastrutture tecnologiche.<br />
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attualità<br />
L’emergenza sanitaria<br />
ha messo in evidenza<br />
la centralità del settore<br />
agroalimentare<br />
nel nostro paese.<br />
Ma anche la necessità<br />
di investire su tecnologie<br />
innovative per ripartire.<br />
Se ne è parlato<br />
a Innovation Day, il forum<br />
on-line organizzato<br />
da Coldiretti.<br />
di Eva<br />
De Vecchis<br />
LA PANDEMIA CAMBIA LE<br />
PRIORITÀ DELL’AGROALIMENTARE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Il presidente<br />
di Coldiretti<br />
Ettore Prandini<br />
Nonostante le difficoltà del momento Coldiretti e le aziende<br />
del settore agroalimentare hanno inaugurato, il 28<br />
maggio, una giornata all’insegna dell’innovazione, un<br />
network che desse il via, attraverso l’incontro di più realtà,<br />
a quella che dovrebbe essere l’unione indispensabile tra<br />
aziende di tutte le dimensioni, ricercatori e investitori.<br />
Con al centro il 4.0, l’Innovation Day è stato un incontro<br />
(on-line) basato sulle necessità del momento, ma anche<br />
sulla spinta propulsiva portata dal Covid-19 al settore agroalimentare<br />
che, ancora una volta, si è confermato essere la<br />
spina dorsale del Sistema Paese. Emerge però una necessità:<br />
quella di un sistema che comprenda tutte le fasi dell’innovazione<br />
per poter ripartire anche verso quegli obiettivi<br />
che l’Italia aveva già iniziato a percorrere, non solo verso il<br />
4.0, ma anche a livello di investimenti e di strategie, come<br />
la Farm to Fork presentata dall’Unione Europea.<br />
Solo in questo modo, e guardando lo sviluppo agroalimentare<br />
nel suo complesso, sarà possibile aumentare in<br />
maniera concreta la competitività per il nostro paese.<br />
RIPARTIRE DALL’INNOVAZIONE<br />
Il tema dell’innovazione è fondamentale per l’Italia ma lo<br />
è soprattutto per un settore, quello agroalimentare, che<br />
fa di noi i primi al mondo per sostenibilità e qualità degli<br />
alimenti.<br />
È ormai evidente come l’emergenza Covid-19 abbia mes-<br />
10<br />
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attualità<br />
se abbiamo dovuto interrompere il percorso<br />
di presentazioni della soluzione e<br />
di spiegazione ai soci che già aderiscono<br />
ai servizi offerti”, ha dichiarato Antonio<br />
Samaritani, amministratore delegato<br />
Abaco Group. “Nel frattempo non ci<br />
siamo fermati e abbiamo rilasciato tutta<br />
la parte mobile, importante per lavorare<br />
in movimento soprattutto in un momento<br />
di distanziamento sociale e di<br />
emergenza come questo”.<br />
Demetra insomma dovrebbe rappresentare<br />
la “spina dorsale dell’ecosistema<br />
dell’agricoltura 4.0 in Italia”: una<br />
sorta di sistema nervoso in grado di<br />
valorizzare i dati pubblici presenti e creare<br />
un percorso di digitalizzazione<br />
dell’impresa; ottimizzazione nella gestione<br />
dell’azienda agricola; dati di ritorno<br />
anonimi grazie ai quali pensare<br />
soluzioni di sistema complessivo.<br />
Anche il credito d’imposta migliora e<br />
raggiunge il 40% per tutti coloro che<br />
hanno i propri macchinari collegati ad<br />
una piattaforma di interscambio come<br />
Demetra, con molti vantaggi e innovazione<br />
al servizio del lavoratore.<br />
Guardando l’altra faccia dell’emergenza<br />
sanitaria si può evidenziare la sua<br />
capacità nell’aver accelerato la realizzazione<br />
o il completamento di molte novità<br />
in ambito 4.0, senza mai scordare<br />
l’importanza delle dimensioni economiche<br />
e la capacità del settore agroalimentare<br />
di introdurre innovazione e<br />
nuove tecnologie: tutti fattori che hanno<br />
orientato significativamente la caso<br />
a nudo i limiti del sistema italiano<br />
e di molti altri paesi. Si tratta di un<br />
processo storico con pochi precedenti<br />
e in grado di aver intaccato l’andamento<br />
della produzione in maniera<br />
evidente, non solo in Italia.<br />
Se c’è una lezione che possiamo trarre<br />
da questa pandemia però è il fatto<br />
di averci lasciato a disposizione un<br />
preciso ordine di priorità e tra queste<br />
ci sono anche le filiere agroalimentari<br />
e dell’innovazione tecnologica in<br />
questo comparto fondamentale.<br />
“Oggi abbiamo bisogno di un’agricoltura<br />
sostenibile che concorra in<br />
tutti i suoi aspetti alla salute del pianeta,<br />
di un sistema agroalimentare<br />
prossimo ai coltivatori, di una scienza<br />
amica che rassicuri la comunità<br />
sulla bontà e sicurezza di ciò che si<br />
mangia, di strutture di ricerca democratiche<br />
e aperte a tutti i soggetti<br />
della filiera (che solitamente in Italia<br />
sono imprese medie o piccole)”, ha<br />
dichiarato Vincenzo Gesmundo, segretario<br />
generale Coldiretti.<br />
“Abbiamo bisogno di rendere le nostre<br />
imprese ancora più forti, solide<br />
e performanti anche se l’agricoltura<br />
italiana è la più sostenibile sul pianeta<br />
e il nostro rapporto con i consumatori<br />
è forte e consolidato, il nostro<br />
cibo buono e sicuro, ma non basta:<br />
una scienza amica a portata di tutti<br />
o una piattaforma italiana sono<br />
quanto serve oggi al paese e al mondo<br />
agroalimentare”.<br />
ACCELERARE SUL 4.0<br />
L’Innovation Day, che ha permesso di<br />
affrontare in maniera ampia e alla portata<br />
di tutti la questione del 4.0 in agricoltura,<br />
è stato un momento indispensabile<br />
per fare il punto sulle innovazioni<br />
tecnologiche e un’opportunità per dimostrare<br />
quanto il mondo agroindustriale<br />
sia capace di evolversi e lo stia già<br />
facendo. Un esempio è quello di<br />
Demetra, la piattaforma nata dalla collaborazione<br />
tra Abaco Group e Coldiretti,<br />
in grado di dotare le imprese agricole<br />
iscritte al Portale del Socio Coldiretti di<br />
un’applicazione capace di leggere lo stato<br />
di salute delle proprie coltivazioni, con<br />
dati sulle previsioni meteo e le temperature,<br />
sulla fertilità dei terreni, lo stress<br />
idrico e tanto altro, in modo da ottimizzare<br />
le rese e la produttività.<br />
“Oggi la piattaforma è una realtà, anche<br />
Il tema<br />
dell’innovazione<br />
è fondamentale<br />
per il settore<br />
agroalimentare,<br />
che fa del nostro<br />
paese il primo<br />
al mondo<br />
per sostenibilità<br />
e qualità<br />
degli alimenti.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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11
attualità<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
pacità produttiva del sistema agricolo.<br />
“Per molti anni il mondo agricolo e anche<br />
la filiera agroindustriale è stata percepita<br />
come un contesto in cui l’innovazione<br />
ha risolto delle applicazioni a<br />
fasi alterne; al contrario io ritengo che<br />
il mondo agricolo abbia dato una percezione<br />
in questo senso sottovalutata<br />
delle proprie reali capacità”, ha dichiarato<br />
Federico Vecchioni, amministratore<br />
delegato di Bonifiche Ferraresi. “In<br />
questi ultimi anni l’introduzione da<br />
parte del gruppo BF di tecnologie avanzate<br />
ha dato un’ampia dimostrazione<br />
delle capacità del tessuto produttivo e<br />
di sapersi orientare verso un’innovazione<br />
tecnologica, frutto di nuove conoscenze<br />
e nuove figure professionali”.<br />
“Questo ha aiutato anche gli investitori:<br />
molte delle iniziative che abbiamo realizzato<br />
hanno determinato la consapevolezza<br />
da parte del mondo finanziario, di<br />
quanto l’industria fosse capace di introdurre<br />
innovazione e da qui la volontà di<br />
investirvi e di apportare nuovi capitali”.<br />
Per Bonifiche Ferraresi l’introduzione<br />
di capitali ha consentito di realizzare<br />
nuovi investimenti e di gemmare uno<br />
spin-off dedicato con Ismea, con A2A<br />
e con il Gruppo Leonardo, in grado di<br />
confermare sia un piano industriale<br />
orientato all’innovazione, ma anche<br />
di offrire al nuovo hub di BF un’opportunità<br />
di mercato di generazione<br />
di valore e di valorizzazione del capitale<br />
investito negli azionisti.<br />
Altra considerazione è la capacità che<br />
c’è stata a fronte di questi investimenti<br />
di attrarre giovani e nuove figure professionali.<br />
Nata dalla<br />
collaborazione<br />
tra Abaco Group e<br />
Coldiretti, Demetra<br />
è una piattaforma<br />
in grado di dotare<br />
le imprese agricole<br />
iscritte al Portale<br />
del Socio Coldiretti<br />
di un’applicazione<br />
capace di leggere<br />
lo stato di salute<br />
delle proprie<br />
coltivazioni<br />
Stefano Patuanelli,<br />
ministro dello<br />
Sviluppo<br />
Economico<br />
“Il capitolo del rapporto con la ricerca,<br />
con il mondo scientifico e accademico<br />
ha rappresentato l’altro asse portante<br />
dei nostri investimenti”, ha dichiarato<br />
Vecchioni. “Investire in conoscenza significa<br />
raalizzare un importante percorso<br />
nel consolidamento del network<br />
internazionale, le università coinvolte<br />
sono state molte a cominciare dagli<br />
istituti accademici italiani, i centri di ricerca<br />
e gli operatori privati”.<br />
È importante sottolineare come questa<br />
capacità di innovazione generale, e in<br />
particolare di BF, vada incontro anche<br />
alle richieste dei consumatori che ormai<br />
cercano sostenibilità, qualità degli alimenti<br />
ma anche blockchain e controllo<br />
delle produzioni.<br />
L’IMPORTANZA DI UNA STRATEGIA<br />
EUROPEA<br />
Parlando di innovazione e di necessità<br />
del compratore finale è utile introdurre<br />
il tema della strategia “Farm to Fork”:<br />
l’iniziativa dell’Unione Europea focalizzata<br />
sulla sostenibilità dei prodotti agricoli<br />
“dal campo alla tavola”.<br />
Tra gli obiettivi della strategia c’è anche<br />
il ruolo positivo dell’agricoltura biologica<br />
con l’impegno al raggiungimento del<br />
25% della superficie agricola europea in<br />
biologico, e con il 10% delle aree agricole<br />
destinate ad infrastrutture verdi per<br />
la conservazione della natura, ma anche<br />
l’obiettivo di ridurre del 50% la quantità<br />
dei pesticidi utilizzati in agricoltura.<br />
Eppure sembra impossibile parlare di<br />
innovazione e di futuro se non si abbraccia<br />
l’intera filiera agroalimentare<br />
(dalla produzione agricola alla trasformazione<br />
fino alla logistica) e non ha<br />
senso innovare le singole fasi se non c’è<br />
una reale integrazione tra tutte.<br />
“Penso sia un momento favorevole per<br />
parlare di innovazione per almeno due<br />
motivi”, ha dichiarato Luigi Pio<br />
Scordamaglia, consigliere delegato di<br />
Filiera Italia. “Il primo è la presentazione<br />
della strategia “Farm to Fork” della<br />
commissione europea al cui centro c’è<br />
un’innovazione verso un modello agroalimentare<br />
più sano e sostenibile; il secondo<br />
motivo è il Covid-19: un’emergenza<br />
che dovendo coniugare la<br />
continuazione dell’attività nelle nostre<br />
aziende con la protezione dei lavoratori,<br />
ha accelerato processi innovativi già in<br />
essere come il controllo remoto, i nuovi<br />
imballaggi, i sistemi per prolungare la<br />
durata per gli alimenti e ridurre gli scarti<br />
verso un modello circolare, i nuovi trattamenti<br />
di tutti i nostri sottoprodotti”.<br />
La Farm to Fork è un passo in più, ma<br />
quando si parla di sostenibilità bisogna<br />
che tutti siano d’accordo sul suo<br />
significato.<br />
“L’Italia, in particolare, ha sempre fatto<br />
da apripista sulla qualità, sulla sostenibilità<br />
e sul basso impatto ambientale<br />
delle sue produzioni, ma se innovare<br />
per la Commissione Europea vuol dire<br />
stravolgere e adottare sistemi innovativi<br />
che forzano gli attuali sistemi naturali<br />
e di qualità, che vanno verso un modello<br />
sempre più sintetico, artificiale e il<br />
cui basso impatto ambientale è garantito<br />
solo dalla distruzione di intere filiere<br />
e dalla sostituzione di milioni di agricoltori<br />
con poche multinazionali di<br />
laboratorio e di sintesi, allora non è<br />
quella l’innovazione di cui abbiamo<br />
bisogno”, ha concluso Scordamaglia.<br />
12<br />
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attualità<br />
Innovazione, investimenti e agricoltura<br />
4.0 sono dunque fondamentali per<br />
far si che l’agricoltura italiana diventi<br />
anche la prima agricoltura mondiale<br />
per innovazione grazie a tecnologie<br />
già attive come Demetra; Leonardo<br />
per i satelliti, la blockchain, il 4.0 e la<br />
battaglia sull’etichettatura.<br />
“A questo proposito abbiamo chiaro<br />
che l’Europa si aprirà ad una forma di<br />
etichettatura che valorizza la storia dei<br />
singoli stati membri e che dia evidenza<br />
alla provenienza del prodotto agricolo<br />
per i vari stati”, ha dichiarato Ettore<br />
Prandini, presidente di Coldiretti.<br />
“Grazie alla blockchain possiamo esportare<br />
in tutto il mondo l’idea di quella che<br />
è la tecnologia nell’agricoltura italiana,<br />
ciò che siamo, ovvero l’agricoltura più<br />
sostenibile a livello mondiale”.<br />
Redditività delle imprese, agricoltura 4.0<br />
possono fare da supporto indispensabile<br />
al nostro paese per aiutarlo ad essere<br />
più competitivo e tutto ciò che è fibra,<br />
linea e telematicità deve diventare qualcosa<br />
di certo anche nelle aree rurali.<br />
LE MISURE PER LE STARTUP<br />
“In questo governo sono state rafforzate<br />
le misure per aiutare le startup soprattutto<br />
nel periodo che stiamo passando e che<br />
rischia di portare alla sparizione di 11 mila<br />
realità”, ha dichiarato Stefano Patuanelli,<br />
ministro dello Sviluppo Economico.<br />
“Abbiamo sottoscritto 30 accordi con<br />
imprese e regioni per progetti innovativi<br />
nell’aera agrifood e nel Decreto Rilancio<br />
è stato inserito un piano da 20 miliardi di<br />
sostegno a tutti i settori”.<br />
Le piccole realtà sono importanti nel<br />
comparto agroalimentare e rappresentano<br />
al meglio quel tipo di interesse verso<br />
il singolo agricoltore che deve essere<br />
alla base di un nuovo progetto di sviluppo<br />
e di innovazione nazionale. Molti tra<br />
i fondatori hanno dichiarato di essere<br />
nati nel mondo agricolo o almeno di<br />
averci avuto a che fare: un dato importante<br />
se si pensa che il miglior modo per<br />
innovare un settore è quello di conoscerlo<br />
da vicino, di coglierne quei dettagli e<br />
quei difetti che da fuori sembrano neppure<br />
esistere. Tra le startup presenti all’Innovation<br />
Day ricordiamo: Agrorobotica,<br />
Cynomis, Bluetentacles, Tziboo, ONO,<br />
Xfarm, Idroplan, Horta, Edo, Revotree e<br />
Dataland, BSCompany, Xnext.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
13
news [fatti, persone, aziende]<br />
MATTEO GENTILI DESIGNATO ALLA PRESIDENZA DI UCIMA<br />
Al termine delle consultazioni con le<br />
aziende associate, la Commissione di<br />
designazione di Ucima (Unione dei<br />
costruttori italiani di macchine automatiche<br />
per il confezionamento e<br />
l’imballaggio) ha stabilito che il quadriennio<br />
<strong>2020</strong>-2024 vedrà alternarsi<br />
alla presidenza due imprenditori.<br />
Matteo Gentili, presidente di TMC<br />
(Tissue Machinery Company), è stato<br />
infatti designato come nuovo presidente<br />
per il biennio <strong>2020</strong>-2022. Gli<br />
subentrerà Riccardo Cavanna, Ceo<br />
di Cavanna Packaging Group, per il<br />
biennio 2022-2024.<br />
I vicepresidenti saranno Riccardo Cavanna di Cavanna e Roberto<br />
Paltrinieri di Tetra Pak. A Luciano Sottile di Goglio, membro del consiglio<br />
direttivo e vicepresidente per il quadriennio 2016-<strong>2020</strong>, sono state<br />
attribuite le deleghe alle attività promozionali e fieristiche.<br />
A luglio, durante l’Assemblea annuale, avverrà l’elezione di Gentili e<br />
sarà presentato il suo programma di mandato, sancendo così ufficialmente<br />
il passaggio di testimone con l’attuale presidente Enrico Aureli,<br />
Ceo di Robopac e Ocme.<br />
Le nomine sono state decise nel corso del Consiglio Direttivo del 17<br />
giugno, che ha stabilito che per dare<br />
voce ad entrambi i candidati, alla luce<br />
del grande consenso riscontrato da<br />
entrambi tra la base associativa,<br />
questo mandato avrà un avvicendamento.<br />
Una staffetta alla presidenza<br />
motivata dalla volontà di valorizzare<br />
i programmi presentati e che vuole<br />
dare un segnale di forte coesione e di<br />
comunanza di intenti circa gli obiettivi<br />
di ulteriore sviluppo di Ucima e del<br />
settore rappresentato.<br />
“In questi ultimi anni Ucima ha acquistato<br />
una grande autorevolezza e<br />
credibilità a livello internazionale diventando l’interlocutore privilegiato<br />
per quanti operano nel nostro settore, ha dichiarato Matteo Gentili.<br />
Abbiamo sviluppato nuovi progetti e implementato i servizi. Il mio<br />
obiettivo è continuare in questa direzione fornendo servizi e strumenti<br />
sempre più focalizzati al sostegno e alla crescita delle nostre aziende”.<br />
Matteo Gentili, 58 anni, è presidente della TMC (Tissue Machinery<br />
Company), azienda con sede a Castel Guelfo (Bologna) che produce<br />
e commercializza macchine automatiche per il confezionamento e la<br />
gestione di prodotti Tissue e Personal Care. Dal 2018 l’azienda è entrata<br />
a far parte del Gruppo IMA.<br />
L’AGRICOLTURA PUNTA SU SOSTENIBILITÀ E BIOECONOMIA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
“Il consumatore ha capito l’importanza<br />
del settore primario, ora è<br />
importante far conoscere anche<br />
il ruolo positivo dell’agricoltura<br />
nella gestione delle risorse naturali”,<br />
ha dichiarato Ezio Veggia,<br />
delegato alla bioeconomia di<br />
Confagricoltura, nel suo intervento<br />
alla presentazione del VI<br />
Rapporto Bioeconomia in Europa<br />
di Intesa Sanpaolo.<br />
Il rapporto ha evidenziato come<br />
l’agricoltura, insieme alla silvicoltura,<br />
facciano la parte del leone nella<br />
bioeconomia. In Italia il settore primario,<br />
ricorda Confagricoltura, è<br />
stato anche capace di ridurre, dal<br />
1990 ad oggi, del 13% le emissioni<br />
e sequestrare CO 2<br />
dall’atmosfera<br />
grazie alla fotosintesi<br />
clorofilliana.<br />
“La coltivazione dei suoli agricoli<br />
e la gestione attiva delle superfici<br />
forestali consentono di produrre<br />
cibo ed energia assorbendo CO 2<br />
,<br />
grazie all’adozione di tecnologie<br />
che permettono di ottimizzare<br />
l’uso di risorse strategiche come<br />
acqua, suolo e biomasse”, ha dichiarato<br />
Veggia.<br />
“Un ruolo centrale lo ha il suolo<br />
ed è essenziale migliorarne fertilità,<br />
con l’apporto anche di concimi<br />
organici prodotti dalle matrici<br />
agricole vegetali ed animali. È importante<br />
anche il ruolo dell’agricoltura<br />
nella trasformazione del<br />
carbonio residuale (ad esempio<br />
il letame) in energia, sostituendo<br />
petrolio e altri idrocarburi, partecipando<br />
così, in modo significativo,<br />
alla decarbonizzazione del settore<br />
energetico”.<br />
“Per rispondere alla sfida della<br />
sostenibilità – ha continuato Ezio<br />
Veggia – va ripensato il modello<br />
di sviluppo economico, dando<br />
maggiore attenzione alla bioeconomia.<br />
Servono normative chiare<br />
e risorse aggiuntive perché il percorso<br />
intrapreso dagli agricoltori in<br />
campo energetico è di successo,<br />
ma oneroso e non può pesare<br />
esclusivamente sulla politica agricola<br />
Comune (PAC). Per questo<br />
chiediamo che vengano incrementate<br />
le risorse per le bioenergie<br />
(biogas, biomasse) superando<br />
alcune incertezze normative che<br />
stanno frenando l’avvio del biometano<br />
agricolo come biocarburante<br />
avanzato”.<br />
14<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
MODELLI DI AI PER OTTIMIZZARE LA PRODUZIONE<br />
Il Grocery Alimentare (prodotti<br />
da supermercato) cresce<br />
dell’85% rispetto al 2019<br />
raggiungendo un valore di<br />
854 milioni di euro e diventando<br />
il principale segmento<br />
del Food&Grocery online secondo<br />
i dati dell’Osservatorio<br />
eCommerce B2c Netcomm-<br />
Politecnico di Milano. Hopenly,<br />
PMI innovativa di Data Science,<br />
ha applicato l’Intelligenza<br />
Artificiale in un’azienda italiana<br />
storica, dimostrando una riduzione<br />
di prodotti freschi invenduti<br />
per 170.000 in un anno,<br />
pari al 2.6% del fatturato.<br />
“Crediamo che l’Intelligenza<br />
Artificiale possa aiutare manager<br />
e imprenditori a ottimizzare<br />
gli investimenti ed eliminare gli<br />
sprechi, alleggerire il magazzino,<br />
limitare i costi di produzione<br />
inutili e migliorare la pianificazione<br />
di promozioni e sconti. I<br />
modelli di AI possono essere di<br />
grande aiuto, analizzando i dati<br />
di quello che sta succedendo<br />
per cercare di predire il futuro”,<br />
ha dichiarato Barbara Vecchi,<br />
Founder e CEO di Hopenly.<br />
“Lo abbiamo sperimentato<br />
con un’azienda italiana storica<br />
del settore alimentare, dove<br />
abbiamo realizzato un modello<br />
automatizzato di previsione<br />
della produzione che, con un investimento<br />
di 40 mila euro, ha<br />
permesso una riduzione annuale<br />
di prodotti freschi invenduti<br />
per € 170.000, pari al 2.6%<br />
del fatturato e il mantenimento<br />
di magazzino sotto i 100 mila<br />
euro di prodotto non fresco, per<br />
un risparmio totale di 300.000<br />
euro in un anno”.<br />
Fulcro del progetto, realizzato a<br />
inizio 2019 e in miglioramento<br />
continuo, è testare una nuova<br />
tecnologia a supporto della pianificazione<br />
della produzione di<br />
prodotti freschi e non freschi.<br />
L’azienda è stata dotata di un<br />
algoritmo in grado di offrire<br />
come output un dato che indica<br />
la previsione, con cadenza settimanale,<br />
delle future 4-5 settimane<br />
intrecciando una mole di<br />
dati come lo storico delle vendite,<br />
le festività, le promozioni e la<br />
stagionalità.<br />
La digitalizzazione ha permesso<br />
anche di automatizzare e<br />
liberare risorse interne dalla<br />
compilazione manuale dei dati,<br />
sgravandole dal rischio di un out<br />
of stock o di un eccesso di produzione<br />
e quindi di un possibile<br />
spreco. Il personale interviene<br />
solo per gestire gli imprevisti.<br />
“Seppur il tema della sostenibilità<br />
ambientale mi stia a cuore,<br />
mi preme far comprendere alle<br />
aziende il vantaggio economico<br />
nell’investire in Data Science.<br />
Barbara Vecchi, Founder<br />
e CEO di Hopenly<br />
Ottimizzare la produzione significa<br />
ridurre lo smaltimento<br />
della plastica, azione che può<br />
incidere sul costo finale e quindi<br />
aumentare i margini”, ha dichiarato<br />
Barbara Vecchi. “Per i<br />
prodotti freschi, a differenza dei<br />
beni durevoli, il ridotto tempo<br />
a disposizione per la vendita limita<br />
anche la pianificazione di<br />
promozioni e sconti. Insomma,<br />
la tecnologia in questi casi può<br />
fare davvero la differenza”.<br />
MINIPAN OTTIENE LA CERTIFICAZIONE MOCA<br />
La certificazione MOCA (Materiali e Oggetti<br />
a Contatto con Alimenti), rilasciata da ICIM<br />
Spa in qualità di ente certificatore, garantisce<br />
la conformità di tutti i macchinari prodotti<br />
da Minipan, la corretta rispondenza<br />
ai requisiti legislativi, l’adozione di buone<br />
pratiche di fabbricazione e il rispetto dei requisiti<br />
di sicurezza dei prodotti a tutela della<br />
salute umana. In pratica, certifica non solo<br />
che i materiali utilizzati da Minipan per realizzare<br />
i macchinari sono sicuri, ma anche<br />
che ogni passaggio del processo produttivo<br />
rispetta i più alti livelli di sicurezza e igiene,<br />
evitando che i componenti entrino in contatto<br />
con eventuali agenti contaminanti.<br />
Per concedere la certificazione, richiesta<br />
volontariamente da Minipan, ICIM ha analizzato<br />
la documentazione del processo<br />
produttivo, dei macchinari e dei materiali,<br />
individuando possibili cessioni sugli impasti<br />
attraverso test di laboratorio specifici.<br />
Successivamente è stato effettuato un audit<br />
sul campo, che avrà cadenza annuale, per<br />
valutare la congruità dei processi produttivi<br />
(selezione e gestione fornitori, piano di controllo<br />
del processo, attrezzature utilizzate),<br />
la gestione del magazzino, le istruzioni di<br />
installazione, uso e manutenzione. Una volta<br />
eseguito l’audit e ricevuto l’esito positivo<br />
dai test di laboratorio, ICIM ha rilasciato il<br />
certificato di conformità che avrà una validità<br />
di 5 anni.<br />
Il certificato MOCA conferma l’impegno di<br />
Minipan nel fare impresa in maniera responsabile,<br />
sostenibile, rispettando ogni normativa<br />
e mettendo la sicurezza al primo posto.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
16<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
LA BLOCKCHAIN PER VALORIZZARE IL MADE IN ITALY<br />
La startup Genuine Way con sede<br />
a Lugano e nata da un’idea di un<br />
gruppo di giovani imprenditori italiani,<br />
ha sviluppato una tecnologia<br />
blockchain pensata per le piccole<br />
e medie imprese che vogliono valorizzare<br />
la storia dei loro prodotti<br />
made in Italy. Genuine Way ha costruito<br />
una solida base di investitori<br />
internazionali: dopo aver ricevuto<br />
un primo round di finanziamento<br />
da 300.000 USD, è stata premiata,<br />
a gennaio <strong>2020</strong>, tra le startup più<br />
promettenti in ambito blockchain<br />
dal fondo EOS VC, ricevendo anche<br />
un ulteriore finanziamento di<br />
50.000 USD a fondo perduto.<br />
I settori cui Genuine Way si rivolge<br />
sono al momento il food&wine,<br />
la moda, la cosmesi, il design e la<br />
farmaceutica dove la qualità dei<br />
prodotti deve essere impeccabile e<br />
vengono richiesti elevati standard<br />
prestazionali in materia di salute e<br />
sicurezza.<br />
“Siamo un’azienda B2B-4C, nel<br />
senso che lavoriamo al fianco delle<br />
aziende e al servizio del consumatore”,<br />
ha dichiarato Walfredo della<br />
Gherardesca, uno dei fondatori e<br />
CEO di Genuine Way. “La nostra<br />
mission è quella di promuovere<br />
attraverso la tecnologia un consumo<br />
consapevole, dando risalto alle<br />
aziende che producono in modo<br />
sostenibile dal punto di vista ambientale<br />
e sociale e rispettoso della<br />
tradizione. Creiamo un punto di<br />
incontro tra i brand e i consumatori,<br />
ponendoci nei confronti dei primi<br />
nella doppia veste di fornitore<br />
e consulente tecnologico e verso i<br />
secondi come un portale grazie al<br />
quale raggiungere una maggiore<br />
consapevolezza di ciò che si sta<br />
acquistando”.<br />
La soluzioni proposte da Genuine<br />
Way sfruttano le opportunità offerte<br />
dalla tecnologia blockchain,<br />
che consente di immettere in<br />
modo permanente una serie di<br />
informazione sui prodotti di consumo,<br />
a garanzia della massima<br />
trasparenza della filiera. Un valore<br />
aggiunto quando si parla di prodotti<br />
made in Italy che hanno fatto<br />
degli alti standard qualitativi e del<br />
rispetto delle tradizione il loro marchio<br />
di fabbrica nel mondo.<br />
Genuine Way ha anche sviluppato<br />
ITEMx ® , una piattaforma digitale<br />
che consente alle aziende di caricare<br />
documenti aziendali e certificati<br />
sulla blockchain pubblica del protocollo<br />
Ethereum, il più diffuso a livello<br />
internazionale. Da qui si genera<br />
un’interfaccia native-mobile da<br />
collegare ai prodotti fisici attraverso<br />
la quale è possibile raccontare la<br />
storia produttiva del brand.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong>
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ICAM FORNIRÀ LOACKER<br />
ICAM, azienda familiare specializzata in cioccolato e semilavorati del<br />
cacao, e Loacker, marchio noto nel settore wafer e cioccolato, annunciano<br />
l’inizio di una importante collaborazione. L’accordo commerciale<br />
vedrà l’inserimento di ICAM tra i fornitori di Loacker per la lavorazione<br />
delle fave di cacao della filiera produttiva, la produzione di pasta di<br />
cacao ed anche come fornitore di cioccolato per supportare Loacker<br />
in specifiche esigenze di sviluppo del proprio business, quando avrà<br />
attivato la produzione propria.<br />
Unite da un percorso molto simile, queste due aziende sono accomunate<br />
da una forte tradizione familiare che ha tramandato di generazione<br />
in generazione la passione per la pasticceria, nel caso di Loacker e per<br />
il cacao e le sue innumerevoli declinazioni, nel caso di ICAM.<br />
ICAM da oltre 70 anni produce cioccolato e semilavorati del cacao di<br />
altissima qualità, diventando con i suoi brand ICAM Linea Professionale<br />
e Agostoni, un punto di riferimento di eccellenza per professionisti del<br />
settore in Italia e all’estero. Attraverso un presidio costante della filiera<br />
produttiva, dalla selezione delle piantagioni di cacao nei territori d’origine<br />
fino alla lavorazione dei prodotti presso uno stabilimento produttivo<br />
dotato delle più elevate tecnologie 4.0, ICAM è in grado di mettere a<br />
punto una produzione altamente diversificata che risponde perfettamente<br />
alle esigenze del mercato e dei più esigenti partner commerciali,<br />
operando sempre nel rispetto dell’ambiente.<br />
Professionalità e impegno che non sono sfuggiti allo sguardo attento<br />
di Loacker che ha individuato in ICAM un interlocutore serio e coerente<br />
con i propri valori aziendali, adatto a fornire un contributo ideale nel<br />
mantenere alti gli standard di qualità dei propri prodotti.<br />
Inoltre, attraverso il progetto Loacker Sustainable Cocoa Farming<br />
Program, l’azienda sostiene le comunità locali in modo da garantire<br />
sul medio e lungo periodo una crescita sostenibile, ad esempio con il<br />
supporto alla coltivazione di piccoli orti, che contribuiscono al sostentamento<br />
delle famiglie dei coltivatori. Il controllo della filiera permette<br />
così a Loacker di offrire ai propri consumatori non solo l´eccellenza del<br />
prodotto, ma anche l´impegno per una bontà in senso più lato, che<br />
includa anche la cura degli aspetti sociali e ambientali della filiera, un<br />
impegno che contraddistingue l´azienda da sempre.<br />
PROVOLONE VALPADANA:<br />
IL CONSORZIO CONFERMA I VERTICI<br />
I l C o n s i g l i o d i<br />
A m m i n i s t r a z i o n e<br />
del Consorzio Tutela<br />
Provolone Valpadana ha<br />
confermato all’unanimità<br />
Libero G. Stradiotti<br />
in qualità di presidente,<br />
Alberto Auricchio, vice<br />
presidente e Valter B.<br />
Giacomelli, consigliere<br />
tesoriere.<br />
Gli amministratori hanno<br />
così inteso mantenere la<br />
continuità in un periodo<br />
Libero G. Stradiotti, presidente<br />
del Consorzio Tutela Provolone<br />
Valpadana<br />
particolarmente difficile per tutte le Aziende<br />
(e per il Paese) e con la necessità di offrire le<br />
migliori prospettive per il futuro prossimo.<br />
Il Consiglio, infatti, ha ritenuto di procedere<br />
con una programmazione che comprenda il<br />
prossimo triennio di attività, sia sul mercato<br />
interno che all’estero.<br />
Sarà dato ampio spazio alla realizzazione di<br />
iniziative specifiche in Italia che porteranno,<br />
compatibilmente con l’evolversi della situazione<br />
sanitaria, a riprendere il dialogo diretto<br />
con il consumatore, sia con incontri mirati che<br />
attraverso il potenziamento dei canali social.<br />
Per quanto riguarda l’estero, il Consorzio intende<br />
riprendere la comunicazione sul mercato<br />
australiano che, sulla base delle più recenti<br />
indicazioni, può rappresentare, per le aziende<br />
associate, un interessante sviluppo per l’export<br />
del Provolone Valpadana.<br />
Tutto questo senza trascurare le attività già pianificate,<br />
che vedono il Consorzio protagonista<br />
in Europa con il progetto EEQF, di cui è capofila<br />
con altri Consorzi partner ed in Italia con un’attenta<br />
campagna di informazione che privilegia<br />
gli strumenti digitali ed il mondo del web.<br />
Infine l’amministrazione consortile ha preso atto<br />
del rinnovo del riconoscimento del Consorzio,<br />
ad opera del Ministero delle Politiche Agricole<br />
<strong>Alimentari</strong> e Forestali, quale organismo abilitato<br />
a svolgere le funzioni che ad esso vengono assegnate<br />
per la tutela, la valorizzazione, la vigilanza<br />
e la promozione del Provolone Valpadana, segno<br />
evidente della conformità di tutte le attività<br />
che vengono realizzate, nell’interesse precipuo<br />
della denominazione di origine.<br />
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SGAMBARO OMAGGIA MARCO AURELIO CON UN PROGETTO DI RICERCA<br />
È un omaggio all’imperatore-filosofo Marco Aurelio il nome del<br />
grano duro scelto da Sgambaro come unica varietà, 100% italiana,<br />
per la sua pasta d’eccellenza “Etichetta Gialla”. La selezione<br />
del Marco Aurelio è il punto di arrivo di un grande progetto di<br />
sviluppo e innovazione che ha visto la stretta collaborazione di<br />
Pierantonio Sgambaro con Stefano Ravaglia, ricercatore della<br />
Società Italiana Sementi (SIS), e con un gruppo di agricoltori<br />
italiani. Obiettivo: trovare il chicco perfetto per produrre una<br />
pasta di altissima qualità.<br />
Nel 2005 inizia il lungo percorso di analisi di un ampio ventaglio<br />
di campioni di grano duro: tra questi, la varietà Marco<br />
Aurelio. Una volta selezionato il chicco Marco Aurelio è partita<br />
la seconda fase del progetto, che ha coinvolto un gruppo<br />
di agricoltori dell’area bolognese nella produzione monovarietale<br />
a tutto campo per poi proporre questo grano duro ai<br />
fornitori che da anni collaborano con Sgambaro in tutta Italia.<br />
Con il Marco Aurelio, Sgambaro realizza l’intera gamma<br />
“Etichetta Gialla”, diventata nel tempo garanzia di tracciabilità<br />
e di origine sicura e 100% italiana. Il grano è macinato direttamente<br />
dall’azienda all’interno dello storico stabilimento di<br />
Castello di Godego, nella campagna trevigiana.<br />
Questa tipologia si distingue per la qualità del glutine e il colore<br />
giallo ambrato. I chicchi sono macinati nel mulino interno senza<br />
essere surriscaldati e la semola viene in seguito impastata in pastificio<br />
con acqua prelevata dal pozzo di proprietà profondo 140<br />
metri. La produzione avviene tramite un processo di trafilatura<br />
al bronzo. La lunga fase di essiccazione a bassa temperatura ne<br />
conserva le proprietà organolettiche e sensoriali.<br />
Il Marco Aurelio è coltivato su un’area compresa tra la Puglia,<br />
da sempre vocata al grano duro, e l’Emilia-Romagna che riesce<br />
a dare ottimi risultati in termini di specificità.<br />
Per una qualità senza compromessi, dal 2003 Sgambaro si<br />
rifornisce esclusivamente da agricoltori italiani con cui ha un<br />
consolidato rapporto di fiducia.<br />
La bassa quantità di anidride carbonica rilasciata nell’aria durante<br />
il ciclo di produzione rende l’Etichetta Gialla una delle linee di<br />
pasta a minor impatto ambientale. Nonostante ciò, Sgambaro<br />
ha promosso diverse iniziative di compensazione della CO 2<br />
.<br />
Infine, Sgambaro è “100% energia verde” e gli stabilimenti<br />
sono alimentati con sola energia da fonti rinnovabili.<br />
BIOLOGICO: ITALIA IN PRIMA FILA NEL MERCATO EUROPEO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Nel Green Deal europeo, la strategia<br />
con la quale l’Unione Europea punta<br />
a rendere più sostenibile l’attività<br />
agricola e a contrastare i cambiamenti<br />
climatici, uno degli obiettivi più rilevanti<br />
è quello di portare la superficie<br />
destinata all’agricoltura biologica al<br />
25% del totale delle terre coltivate.<br />
Su questa strada l’Italia può vantare<br />
circa il 15% di superficie bio. In valore<br />
assoluto il nostro Paese è al terzo<br />
posto (dati 2018) con 1,9 milioni di<br />
ettari, dietro a Spagna (2,2 milioni di<br />
ettari) e Francia (2 milioni di ettari),<br />
ma in percentuale è ampiamente<br />
davanti sia agli iberici (9%) che ai<br />
transalpini (7%). La media europea<br />
è del 7,5%.<br />
Percentuali superiori alla nostra si<br />
registrano solo in Austria (24%),<br />
Estonia (21%) e Svezia (20%).<br />
Inoltre l’Italia prevale per sau biologica<br />
investita in coltivazioni destinate<br />
all’alimentazione umana (food), concorrendo<br />
da noi i prati permanenti<br />
solo al 28% della sau bio complessiva,<br />
rispetto al 36% della Francia,<br />
al 53% della Spagna e al 55% della<br />
Germania.<br />
Per quanto riguarda i consumi di prodotti<br />
biologici L’Italia è il quinto mercato<br />
per dimensioni (4% delle vendite<br />
mondiali), preceduto da Stati Uniti<br />
(44%), Germania (12%), Francia<br />
(10%) e Cina (9%). In Italia, nel 2018<br />
le vendite di prodotti alimentari bio<br />
in tutte le tipologie di canali hanno<br />
raggiunto i 4.089 milioni di euro, con<br />
un +5% rispetto al 2017.<br />
In questo quadro Veronafiere propone<br />
la manifestazione B/Open, dedicata<br />
al food biologico certificato e al<br />
natural self-care e che si svolgerà il 23<br />
e 24 novembre <strong>2020</strong>.<br />
20<br />
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BNL STRUTTURA<br />
UN “POSITIVE LOAN”<br />
PER ANTARES VISION<br />
BNL Gruppo BNP Paribas ha strutturato un “positive<br />
loan” da 2 milioni di euro per Antares Vision, esperto<br />
nella realizzazione e commercializzazione di soluzioni<br />
nei sistemi di ispezione, Track & Trace e Smart<br />
Data Management. Il “positive loan” di BNL prevede<br />
condizioni che diventano ulteriormente migliorative<br />
per l’azienda al raggiungimento di precisi obiettivi di<br />
sostenibilità.<br />
Il supporto di BNL ad una società come Antares Vision<br />
- che investe in tecnologia, innovazione, risorse umane<br />
ed è attiva nella salvaguardia dell’ambiente - rientra<br />
pienamente nell’impegno della Banca a favore delle realtà<br />
produttive di valore del Paese. Inoltre, la presenza<br />
di questa multinazionale nel bresciano - un territorio<br />
così duramente colpito dall’emergenza sanitaria del<br />
Coronavirus - rende l’azione di BNL ancora più significativa,<br />
nella speranza di poter dare un aiuto economico<br />
e finanziario il più concreto ed utile possibile.<br />
Nell’ambito della sostenibilità ambientale Antares<br />
Vision punta ad un maggior efficientamento nell’utilizzo<br />
di energie per i propri siti produttivi e ad un<br />
crescente utilizzo di rinnovabili e ad un potenziata la<br />
raccolta differenziata. A ciò si aggiunge la campagna<br />
“paperless”, implementata a partire dalla manualistica<br />
e dalla documentazione, che verrà convertita in<br />
digitale. Mentre sul fronte della sostenibilità sociale,<br />
l’azienda assumerà giovani under 30. Proseguirà, infine,<br />
il progetto Welfare aziendale, con piattaforma<br />
dedicata, che comprende iniziative per promuovere<br />
il benessere e la qualità della vita dei collaboratori e<br />
delle loro famiglie.<br />
BNL è partner delle imprese – piccole, medie e grandi<br />
– e delle rispettive filiere produttive sia per le esigenze<br />
legate alla quotidianità dell’attività sia nei momenti<br />
di crescita in Italia e sui mercati internazionali, grazie<br />
all’expertise del Gruppo BNP Paribas che con i suoi<br />
specialisti è direttamente presente in 72 paesi nel<br />
mondo. La Banca è inoltre al fianco degli imprenditori<br />
sul fronte della sostenibilità per declinare la crescita<br />
con il rispetto per l’ambiente, la società tutta e per<br />
un’economia reale sana ed attenta. BNL sta infatti<br />
realizzando numerosi “positive loan” a favore delle<br />
imprese. BNP Paribas ha stanziato ad oggi oltre 180<br />
miliardi di euro in progetti che contribuiscono direttamente<br />
al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo<br />
Sostenibile ONU.<br />
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appuntamenti<br />
L’agenda<br />
NUOVE DATE PER B/OPEN<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Vitafood Virtual Expo<br />
7-11 settembre <strong>2020</strong><br />
www.vitafoods.eu<br />
Cibus Forum<br />
2-3 settembre <strong>2020</strong><br />
Parma<br />
www.cibus.it<br />
Macfrut Digital<br />
8-10 settembre <strong>2020</strong><br />
www.macfrut.com<br />
<strong>Alimentari</strong>a<br />
14-17 settembre <strong>2020</strong><br />
Barcellona. Spagna<br />
alimentaria.com<br />
FoodTech<br />
29 settembre - 1 ottobre <strong>2020</strong><br />
Herning, Danimarca<br />
www.foodtech.dk<br />
Analytica<br />
19-22 ottobre <strong>2020</strong><br />
Monaco di Baviera, Germania<br />
www.analytica.de<br />
Mct Alimentare Verona<br />
22 ottobre <strong>2020</strong><br />
Verona<br />
www.mctalimentare.com/verona<br />
B/Open<br />
23-24 novembre <strong>2020</strong><br />
Verona<br />
www.veronafiere.it<br />
All4Pack<br />
23-26 novembre <strong>2020</strong><br />
Parigi, Francia<br />
www.all4pack.com<br />
Innova Food Tech<br />
26-28 novembre <strong>2020</strong><br />
Bari<br />
www.innovafoodtech.it<br />
Anutec International<br />
Foodtec India<br />
26-28 novembre <strong>2020</strong><br />
Mumbai, India<br />
www.anutecindia.com<br />
FI Europe<br />
1-3 dicembre <strong>2020</strong><br />
Monaco di Baviera, Germania<br />
www.figlobal.com<br />
Sigep<br />
16-20 gennaio 2021<br />
Rimini<br />
www.sigep.it<br />
IPPE<br />
26-28 gennaio 2021<br />
Atlanta, Usa<br />
www.ippexpo.org<br />
Biofach<br />
17-20 febbraio 2021<br />
Norimberga, Germania<br />
www.biofach.de<br />
Interpack<br />
25 febbraio-3 marzo 2021<br />
Düsseldorf, Germania<br />
www.interpack.de<br />
Anuga FoodTec<br />
23-26 marzo 2021<br />
Colonia, Germania<br />
www.anugafoodtec.com<br />
Meat-Tech<br />
17-20 maggio 2021<br />
Milano<br />
www.ipackima.com<br />
Tuttofood<br />
17-20 maggio 2021<br />
Milano<br />
www.tuttofood.it<br />
Ipack-Ima<br />
3-6 maggio 2022<br />
Milano<br />
www.ipackima.com<br />
IFFA<br />
14-19 maggio 2022<br />
Monaco di Baviera, Germania<br />
www.iffa.de<br />
Cibus Tec<br />
25-28 ottobre 2022<br />
Parma<br />
www.cibustec.it<br />
Nuove date per B/Open (www.b-opentrade.com), la manifestazione<br />
di Veronafiere dedicata al food biologico certificato<br />
e al natural self-care: appuntamento il 23 e 24 novembre<br />
<strong>2020</strong>, per un evento esclusivamente B2B.<br />
B/Open, programmata dapprima nel primo semestre, ha trovato<br />
un nuovo posizionamento nel calendario di Veronafiere<br />
studiato per venire incontro alle esigenze degli espositori e<br />
di tutti gli operatori professionali del comparto, garantendo<br />
le massime condizioni di sicurezza.<br />
Una formula smart di due giorni che affianca alle sezioni<br />
espositive diverse opportunità di formazione, confronto e<br />
aggiornamento costruite attraverso la collaborazione con i<br />
principali enti certificatori italiani, le istituzioni e i maggiori<br />
player del settore.<br />
“La manifestazione si pone l’obiettivo di dare risposte concrete<br />
e offrire opportunità di crescita a un settore che si sta<br />
espandendo su scala mondiale, con un valore del mercato<br />
vicino ai 100 miliardi di euro, dei quali quasi 41 miliardi sviluppati<br />
in Europa”, afferma Flavio Innocenzi, direttore commerciale<br />
di Veronafiere. “La stessa Commissione europea,<br />
proprio nei giorni scorsi, ha ufficializzato nella strategia Farm<br />
to Fork all’interno del più ampio progetto sul Green Deal<br />
l’obiettivo di raggiungere almeno il 25% della superficie<br />
agricola utile entro il 2030”. La superficie agricola utile dedicata<br />
al biologico in Italia nel 2018 ha raggiunto 1,9 milioni<br />
di ettari (il 7,7% del totale) e si colloca al terzo posto in Ue,<br />
alle spalle di Spagna (2,2 milioni di ettari) e Francia (2 milioni<br />
di ettari), ma il nostro Paese si colloca al primo posto per<br />
numero di operatori, quasi 70mila.<br />
La prima edizione di B/Open si terrà in contemporanea a<br />
Wine2Wine Exhibition&Forum, il tradizionale appuntamento<br />
annuale dedicato al mondo del vino, al fine di creare<br />
nuove sinergie tra due settori che condividono un pubblico<br />
di operatori specializzati nel comparto dell’agroalimentare<br />
e medesimi trend di crescita di consumi.<br />
22<br />
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appuntamenti<br />
IPACK-IMA SPOSTATA AL 2022<br />
Essere al fianco dei propri clienti,<br />
soprattutto in un momento di<br />
grande incertezza a livello economico,<br />
per diventare il punto di<br />
riferimento del comparto. Questo<br />
è l’obiettivo di Ipack-Ima che, da<br />
sempre, interpreta i bisogni di<br />
un’industria, certamente meno<br />
colpita rispetto ad altre dall’emergenza<br />
sanitaria, ma che necessita<br />
di momenti di aggregazione forti<br />
e attrattivi a livello internazionale.<br />
“L’attuale contesto internazionale<br />
ci ha indotto a prendere le decisioni<br />
strategiche che rispondono alle<br />
esigenze dei nostri clienti – commenta<br />
Valerio Soli, Presidente<br />
di Ipack Ima srl – a cui vogliamo<br />
offrire la possibilità di incontrarsi<br />
a Milano in un contesto esclusivo<br />
ed a loro dedicato per fare affari<br />
con tutti i principali protagonisti<br />
dell’industria nel mondo”.<br />
Per dar voce a queste necessità<br />
e venire incontro alle esigenze<br />
delle aziende, Ipack-Ima viene<br />
riprogrammata dal 3 al 6 maggio<br />
2022.<br />
“La decisione di riprogrammare<br />
la nostra manifestazione Ipack-<br />
Ima non è stata facile – commenta<br />
Rossano Bozzi, AD di Ipack Ima<br />
Srl – ma dopo attente valutazioni<br />
ed approfondimenti abbiamo<br />
preferito dare priorità ai bisogni<br />
dei nostri espositori e visitatori<br />
che sono attualmente impegnati,<br />
e prevediamo lo siano ancora<br />
per molti mesi, nella gestione di<br />
un periodo molto delicato”.<br />
In un momento in cui le fiere vivono<br />
una situazione che nessuno<br />
poteva prevedere, la capacità di<br />
aggregare progetti ad elevato<br />
valore aggiunto per target omogenei<br />
rientra in una strategia di<br />
medio-lungo periodo che ha un<br />
nuovo e primo punto di partenza<br />
nel maggio del 2021.<br />
Meat-Tech – il salone di Ipack Ima<br />
specializzato nelle soluzioni per<br />
l’industria dei prodotti a base carne<br />
e piatti pronti – si svolgerà in<br />
contemporanea con TuttoFood<br />
dal 17 al 20 maggio 2021. La<br />
scelta della contemporaneità con<br />
TuttoFood – fiera internazionale<br />
dedicata al prodotto alimentare,<br />
con 3.079 espositori e 82.551<br />
visitatori nell’ultima edizione –<br />
pone i presupposti di un progetto<br />
unico nel panorama europeo per<br />
la filiera del food, che apre nuove<br />
opportunità e contaminazioni.<br />
Milano si prepara ad accogliere<br />
nuovamente l’eccellenza internazionale<br />
del processing & packaging,<br />
con piattaforme fieristiche<br />
mirate e pensate con l’industria,<br />
in grado di favorire nuove occasioni<br />
di networking, incontro tra<br />
produttori e buyer, sviluppo di<br />
idee e nuovi progetti in una logica<br />
“human-to-human”.<br />
> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi<br />
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23<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong>
scienza e tecnologia<br />
L’obiettivo del progetto<br />
di ricerca internazionale<br />
Med-Berry è quello di<br />
sviluppare misure nuove<br />
e alternative all’impiego<br />
degli agrofarmaci volte<br />
ad aumentare l’efficienza<br />
di coltivazione, qualità e<br />
sicurezza della produzione<br />
di fragole, a partire dalla<br />
protezione contro le sue<br />
principali malattie.<br />
di Francesca<br />
Negrini*,<br />
Elena Baraldi*<br />
FRAGOLE RESISTENTI<br />
SENZA AGROFARMACI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
*Laboratorio<br />
di Biotecnologie<br />
e Patologia Vegetale,<br />
Dipartimento<br />
di Scienze e <strong>Tecnologie</strong><br />
Agro-<strong>Alimentari</strong><br />
(DISTAL), Alma Mater<br />
Studiorum-Università<br />
di Bologna<br />
La fragola è un frutto particolarmente prelibato, ricco in<br />
vitamina C e con preziose proprietà nutraceutiche.<br />
Tuttavia, la sua delicata consistenza è causa di una elevata<br />
suscettibilità alle malattie che lo rendono facilmente<br />
deperibile, soprattutto nella fase di conservazione postraccolta.<br />
Per questo motivo l’innovazione sostenuta dalla<br />
ricerca scientifica cerca di trovare nuove risposte a vecchie<br />
e nuove problematiche insite nella coltura di questo frutto<br />
così amato.<br />
Med-Berry è un progetto di ricerca iniziato a settembre 2019,<br />
finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del programma<br />
congiunto di cooperazione EU-H<strong>2020</strong> e Paesi del<br />
Mediterraneo PRIMA (Partnership for Research and Innovation<br />
in the Mediterranean Area, www.prima-med.org).<br />
Nell’area del bacino Mediterraneo, la coltura della fragola<br />
riveste un ruolo molto importante per l’economia di<br />
diversi paesi. Complessivamente nel Mediterraneo vengono<br />
coltivati ogni anno 35 mila ettari di terreno agricolo<br />
con una produzione di fragole corrispondente al 26% di<br />
quella mondiale. In particolar modo, la Turchia si classifica<br />
al primo posto fra i paesi produttori seguita da Egitto,<br />
Spagna e Italia.<br />
CONTROLLARE LE MALATTIE SENZA<br />
INCIDERE SULL’AMBIENTE<br />
A causa del riscaldamento globale, nei paesi del bacino<br />
Mediterraneo, la temperatura sta aumentando di anno<br />
in anno, ed è stato stimato che, per la fine di questo secolo,<br />
in alcune aree tra cui anche il Marocco, si potrà verificare<br />
un incremento di 4-5°C. Questo innalzamento di<br />
temperatura rischia di avere un effetto drammatico sull’agricoltura<br />
alterando i cicli biologici dei patogeni endemici,<br />
provocando nuove emergenze fitosanitarie e complicando<br />
notevolmente la gestione della difesa delle colture.<br />
24<br />
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scienza e tecnologia<br />
Il consorzio<br />
Med-Berry,<br />
coordinato<br />
dal DISTAL<br />
(Dipartimento<br />
di Scienze<br />
e <strong>Tecnologie</strong><br />
Agroalimentari)<br />
e costituito<br />
da centri di ricerca<br />
e aziende oltre<br />
che italiane, anche<br />
spagnole, francesi,<br />
turche<br />
e marocchine<br />
Assisted Selection), per valutare sia<br />
varietà locali presenti nei diversi paesi<br />
coinvolti, sia selezioni avanzate per<br />
la resistenza alle malattie principali<br />
della fragola. Queste attività consentiranno<br />
lo sviluppo e il rilascio di nuove<br />
varietà resistenti sul mercato adatte<br />
alla coltivazione nell’area<br />
mediterranea.<br />
2) L’uso di nuove tecnologie di breeding<br />
(NTB) per potenziare le difese<br />
naturali della fragola con metodo<br />
intragenico-OGM free. Il principio alla<br />
base di queste nuove tecnologie è<br />
l’inserimento di un carattere di resi-<br />
Quest’ultima oggi è per lo più fondata<br />
sull’uso di agrofarmaci di sintesi, i<br />
quali notoriamente hanno un notevole<br />
impatto ambientale e sulla salute<br />
dell’uomo. È dunque divenuto<br />
necessario rinnovare le strategie di<br />
difesa in tempi brevi per cercare nuove<br />
soluzioni che consentano di affrontare<br />
efficacemente le nuove sfide<br />
nel controllo delle malattie così da<br />
riuscire a diminuire l’utilizzo di agrofarmaci<br />
tradizionali rispondendo alle<br />
pressioni sull’ambiente, in modo sostenibile<br />
per la salute dell’uomo e per<br />
l’economica.<br />
A causa della sua elevata suscettibilità<br />
alle malattie, soprattutto fungine,<br />
la fragola è una delle colture più esigenti<br />
in termini di trattamenti con<br />
agrofarmaci e più esposta al rischio di<br />
residui nei frutti. La sfida per i prossimi<br />
anni sarà quella di affrontare gli<br />
effetti negativi del cambiamento climatico<br />
e dell’aumento delle temperature,<br />
particolarmente grave nel<br />
Mediterraneo, mantenendo alti gli<br />
standard di produzione e di protezione<br />
delle colture. Per questo è cruciale<br />
concentrare sforzi di ricerca e sviluppo<br />
di nuove strategie di difesa che<br />
siano efficaci, economicamente sostenibili<br />
e socialmente accettabili, da<br />
impiegare in nuovi sistemi di gestione<br />
di difesa integrata (o Integrated Pest<br />
Management, IPM).<br />
L’obiettivo principale di Med-Berry è<br />
stenza noto, in una varietà vantaggiosa<br />
per altri caratteri, come ad<br />
esempio gusto e produttività. In questo<br />
modo il contesto genomico varietale<br />
non subisce ampi rimodellamenti,<br />
come invece avviene utilizzando le<br />
metodologie di breeding tradizionale<br />
nell’incrocio fra due varietà con caratteri<br />
interessanti. Le NBT permettono<br />
quindi di accelerare il processo di<br />
breeding e selezione, utilizzando materiale<br />
genetico di partenza appartenente<br />
alla stessa specie o a specie<br />
della stessa famiglia (intragenesi).<br />
Med-Berry intende, da una parte,<br />
confermare il ruolo dei geni di suscettibilità<br />
della fragola e approfondire la<br />
ricerca dei geni coinvolti nel meccaquindi<br />
quello di sviluppare misure di<br />
controllo nuove e alternative all’impiego<br />
degli agrofarmaci e consentire<br />
importanti passi in avanti nell’efficienza<br />
di coltivazione, qualità e sicurezza<br />
della produzione. La sperimentazione<br />
si focalizza sulle tre malattie<br />
principali della fragola: il marciume<br />
grigio, causato dal fungo Botrytis cinerea,<br />
l’antracnosi causata da specie<br />
del genere Colletotrichum, e il mal<br />
bianco causato da Podosphaera<br />
aphanis.<br />
Per raggiungere l’obiettivo, Med-<br />
Berry agirà su quattro fronti:<br />
1) La valorizzazione del germoplasma<br />
Mediterraneo. La variabilità delle colture<br />
che si trovano nelle diverse aree<br />
del Mediterraneo costituisce la ricchezza<br />
principale da cui attingere per<br />
lo sviluppo di varietà migliori e più<br />
resistenti alle malattie. A questo scopo,<br />
le risorse genetiche di resistenza<br />
usate in programmi di miglioramento<br />
genetico diversi e isolati nei paesi del<br />
Mediterraneo, coinvolti nel progetto,<br />
saranno valutate insieme e valorizzate<br />
al meglio in programmi di breeding<br />
comuni più vasti che tengono in considerazione<br />
multipli caratteri come la<br />
produttività della pianta, e le caratteristiche<br />
aromatiche del frutto. A questo<br />
scopo, si utilizzano tecniche di<br />
breeding convenzionale assistito da<br />
tecnologie di genomica MAS (Marker<br />
La presentazione<br />
del progetto<br />
all’Alma Mater<br />
Studiorum -<br />
Università di<br />
Bologna<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
www.interprogettied.com<br />
25
scienza e tecnologia<br />
nismo di infezione, e dall’altra produrre<br />
piante di fragola “intrageniche”<br />
resistenti alle malattie fungine.<br />
Le varietà prodotte utilizzando le<br />
nuove tecnologie verranno quindi<br />
accuratamente valutate, per la suscettibilità<br />
ai patogeni, la sostenibilità<br />
ambientale, economica e sociale.<br />
3) La messa a punto di protocolli e<br />
sperimentazioni per la produzione di<br />
nuove molecole ad azione antifungina<br />
basati sulla tecnologia dell’RNA<br />
interference (RNAi). L’RNAi è un processo<br />
biologico di regolazione che è<br />
presente in tutti gli organismi, dai<br />
batteri ai funghi, alle piante, agli animali,<br />
fino ad arrivare all’uomo. È sta-<br />
La sperimentazione<br />
si focalizza sulle tre<br />
malattie principali<br />
della fragola:<br />
il marciume grigio,<br />
causato dal fungo<br />
Botrytis cinerea,<br />
l’antracnosi<br />
causata da<br />
specie del genere<br />
Colletotrichum,<br />
e il mal bianco<br />
causato da<br />
Podosphaera<br />
aphanis<br />
attraverso RNA interference (RNAi)<br />
sta riscontrando successo in diversi<br />
campi, compresa la terapia medica<br />
per la quale ne è stato approvato l’utilizzo<br />
in USA. In agricoltura, agrofarmaci<br />
a base di piccoli RNA sono ancora<br />
in fase di sperimentazione, ma<br />
la loro efficacia già mostrata contro<br />
gli insetti nocivi per le colture e contro<br />
alcuni marciumi fungini, sta catalizzando<br />
l’attenzione di diversi centri di<br />
ricerca e imprese del settore.<br />
L’obiettivo di Med-Berry è dunque<br />
quello di progettare e disegnare molecole<br />
ad azione antifungina e mettere<br />
a punto un sistema sostenibile di<br />
produzione in laboratorio per testarne<br />
l’azione e l’efficacia allo scopo di<br />
colare cura sarà posta su questi<br />
aspetti per garantire l’attrattività<br />
delle innovazioni sviluppate e potenziare<br />
il loro impatto su industria, società<br />
ed economia dei sistemi agricoli<br />
nel Mediterraneo.<br />
COINVOLTI 5 PAESI<br />
DEL MEDITERRANEO<br />
E 9 PARTNER INTERNAZIONALI<br />
Med-Berry coinvolge cinque Paesi<br />
dell’area del Mediterraneo esperti<br />
nella produzione ed esportazione di<br />
fragole quali Spagna, Turchia,<br />
Marocco, Francia e Italia, ed è coordinato<br />
dal DISTAL (Dipartimento di<br />
Scienze e <strong>Tecnologie</strong> Agroalimentari)<br />
dell’Università di Bologna. Nel pro-<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
to recentemente scoperto che questo<br />
meccanismo è alla base della comunicazione<br />
pianta-patogeno nella formazione<br />
dell’infezione, dove il patogeno<br />
manda segnali per spegnere il<br />
sistema immunitario della pianta, e la<br />
pianta risponde per contrastare l’avanzata<br />
del fungo nei propri tessuti,<br />
utilizzando la stessa via di comunicazione<br />
molecolare. Ispirandosi al mondo<br />
naturale, gli “agrofarmaci molecolari”<br />
a base di RNA prevedono<br />
l’applicazione di molecole di RNA che<br />
hanno la capacità di spegnere l’espressione<br />
di un gene del fungo fondamentale<br />
per la sua vitalità. Di conseguenza,<br />
le molecole di RNA<br />
applicate sul fungo hanno l’effetto di<br />
diminuirne la virulenza, imitando il<br />
linguaggio di comunicazione e di regolazione<br />
che avviene durante l’infezione<br />
fra la pianta e il patogeno.<br />
L’induzione di silenziamento genico<br />
A causa della<br />
sua elevata<br />
suscettibilità<br />
alle malattie,<br />
soprattutto<br />
fungine, la fragola<br />
è una delle colture<br />
più esigenti<br />
in termini di<br />
trattamenti con<br />
agrofarmaci e più<br />
esposta al rischio<br />
di residui nei frutti<br />
sviluppare poi formulati per nuovi<br />
pesticidi molecolari.<br />
4) Negli ultimi anni, uno degli aspetti<br />
più spinosi riguardo l’utilizzo delle<br />
nuove tecnologie in agricoltura, è<br />
stato l’impatto che queste hanno<br />
avuto sull’opinione pubblica. È ben<br />
noto, infatti, che oltre alla comprovata<br />
efficacia di una nuova tecnologia,<br />
benché documentata dal metodo<br />
scientifico, l’accettabilità delle<br />
innovazioni da parte dei consumatori<br />
e della società e la sostenibilità<br />
economica delle soluzioni proposte<br />
siano fattori cruciali per l’applicabilità<br />
e il successo della stessa. Per questo<br />
motivo uno degli obiettivi di ricerca<br />
di Med-Berry è rappresentato<br />
da un’analisi approfondita della sostenibilità<br />
economica e della accettabilità<br />
sociale degli approcci 1, 2 e<br />
3 previsti nel progetto. Quindi parti-<br />
getto sono coinvolti nove partner<br />
internazionali fra centri di ricerca,<br />
università e aziende che mettono in<br />
campo competenze variegate e complementari<br />
per lo sviluppo di nuove<br />
tecnologie. Fra gli enti pubblici sono<br />
presenti tre Università italiane (oltre<br />
all’Università di Bologna, “La<br />
Politecnica” delle Marche e “La<br />
Statale” di Milano), una spagnola<br />
(Università di Cordoba) e una turca<br />
(Cukurova), due centri di ricerca, uno<br />
francese (INRA) e uno marocchino<br />
(IAV) e due aziende vivaistiche, una<br />
spagnola (Viveros California) e una<br />
francese (INVENIO). Inoltre saranno<br />
coinvolti altri membri esterni al consorzio,<br />
ed esperti del mondo accademico,<br />
del mondo agricolo e della<br />
produzione, rappresentanti dei consumatori<br />
e della sicurezza alimentare,<br />
allo scopo di monitorare e guidare le<br />
linee della ricerca.<br />
26<br />
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scienza e tecnologia<br />
UNA LINGUA VIRTUALE CHE PREDICE LE PROPRIETÀ DEI CIBI<br />
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L’acidità del limone, il rosso della ciliegia, la porosità<br />
di un fungo: aspetto, colore, forma, aroma,<br />
sapore e consistenza sono tutte proprietà<br />
organolettiche, determinate dalla composizione<br />
molecolare, che caratterizzano gli alimenti e<br />
che ne determinano il gusto e, di conseguenza,<br />
il buon sapore o meno che se ne può percepire.<br />
Fin dal principio, nella storia dell’evoluzione<br />
umana, il gusto ha guidato l’uomo a capire di<br />
cosa nutrirsi, a distinguere gli alimenti salutari<br />
da quelli velenosi o nocivi: un processo che sembra<br />
scontato ma che, all’interno del corpo umano,<br />
avviene attraverso una cascata di processi<br />
che attivano diversi organi, a partire dai recettori<br />
situati sulla lingua che elaborano informazioni<br />
fino ad arrivare al cervello: e proprio questo<br />
processo che il progetto VIRTUOUS (Virtual<br />
tongue to predIct the oRganoleptic profile of<br />
mediterranean IngredienTs and their effect on<br />
hUman hOmeostasis by means of an integrated<br />
compUtational multiphysicS platform) vuole<br />
replicare in modo da riuscire a predire le proprietà<br />
organolettiche di un dato alimento, che<br />
avranno effetto sull’organismo umano, partendo<br />
dalla composizione chimica unica per ogni<br />
prodotto.<br />
Un software intelligente che sarà realizzato<br />
nell’ambito di un progetto europeo Marie<br />
Skłodowska-Curie coordinato dal Politecnico di<br />
Torino. Quindi, una vera e propria “lingua virtuale”<br />
che - grazie a tecnologie multidisciplinari<br />
come intelligenza artificiale, data mining,<br />
modelli complessi a livello molecolare o cellulare<br />
e bioinformatica – potrà arrivare, dopo l’immissione<br />
di dati raccolti dagli alimenti stessi e<br />
su cui costruirà i modelli molecolari, a predire il<br />
profilo organolettico e l’effetto di questo sul<br />
nostro sistema sensoriale. Un progetto che parte<br />
appunto dalla raccolta delle qualità tipiche di<br />
ogni alimento, per creare una banca dati di avvio<br />
per la modellizzazione, a iniziare dall’olio e<br />
dal vino per poi espandersi al patrimonio della<br />
dieta mediterranea.<br />
“Il progetto VIRTUOUS ha diversi aspetti di interesse:<br />
in primo luogo, cerca di comprendere<br />
meglio i complessi meccanismi attraverso i<br />
quali, da un evento fisico-chimico come l’interazione<br />
tra cibo e recettori sulla lingua, emerga<br />
una sensazione, un pensiero”, ha dichiarato<br />
Marco Deriu, docente del Dipartimento di<br />
Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Ateneo<br />
e referente del progetto. “Questo aspetto<br />
è di grande interesse per il campo delle neuroscienze.<br />
In secondo luogo promuove lo sviluppo<br />
di un supporto decisionale che sia accessibile<br />
a “non esperti” dei tecnicismi associati alle<br />
metodiche intelligenza artificiale e modellazione<br />
multiscala, con l’obiettivo di un trasferimento<br />
di conoscenza e di informazione che sia<br />
indirizzato soprattutto verso gli esperti del<br />
settore della nutrizione quali biologici, clinici,<br />
nutrizionisti. Infine, è un progetto di ricerca<br />
che non cerca di trovare una soluzione per una<br />
specifica patologia, ma si focalizza sul benessere<br />
in generale cercando di spiegare attraverso<br />
metodiche ingegneristiche perché ciò che è<br />
buono è anche salutare. Si oppone quindi alla<br />
triste tendenza, maturata negli ultimi anni,<br />
verso il cosiddetto “cibo spazzatura” e sposa<br />
pienamente la filosofia dello slow food, cercando<br />
di associare a questa visione un modello<br />
scientifico che nel prossimo futuro possa<br />
aiutare ad innovare la tradizione della dieta<br />
mediterranea in maniera consapevole e sostenibile”.<br />
Interessanti gli sviluppi per il futuro: il progetto<br />
potrà essere utile ad aziende del settore agroalimentare<br />
per la funzionalizzazione di cibi e bevande<br />
e per l’agricoltura di precisione, a cui si<br />
aggiungono le possibili ricadute che si potranno<br />
avere sia in ambito sanitario ma anche sul benessere<br />
generale: i medici potranno, tramite il<br />
software caricato su un pc, identificare a priori<br />
diete capaci di agire sulle funzioni a livello cellulare<br />
combinando cibi gustosi e al tempo stesso<br />
salutari, contribuendo quindi a sviluppare<br />
stili di alimentazione più sani ed equilibrati.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
27
ingredienti<br />
Dopo l’acquisizione<br />
di Nactis Flavours,<br />
sono continuati anche<br />
durante la fase<br />
di emergenza i progetti<br />
di espansione<br />
del Gruppo Nactarome,<br />
di cui fa parte<br />
AromataGroup, che<br />
punta a crescere su<br />
diversi mercati europei.<br />
di Alessandro<br />
Bignami<br />
NACTAROME: UN POLO EUROPEO<br />
NEL MERCATO DEGLI AROMI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Tonio Grassmann,<br />
Managing Director<br />
e Partner<br />
in Nactarome<br />
Continua la strategia espansiva di AromataGroup, che<br />
non si è fermata neanche nel corso dell’emergenza globale<br />
per il coronavirus. Dopo l’acquisizione di IPAM a luglio<br />
del 2019, a dicembre 2019 è stata conclusa<br />
l’acquisizione del player francese Nactis Flavours:<br />
unione che ha dato vita alla nuova capogruppo<br />
Nactarome. A fine aprile <strong>2020</strong> è stato concluso<br />
l’iter per rilevare Create Flavours, azienda inglese<br />
specializzata nella produzione di aromi naturali. Si<br />
conferma così la strategia di buy-and-build<br />
del fondo di private equity Ambienta, che<br />
da fine 2018 detiene la quota di maggioranza<br />
di AromataGroup.<br />
Leader nella produzione e distribuzione<br />
di aromi, estratti e coloranti naturali,<br />
AromataGroup è un fornitore<br />
d’eccellenza nel mercato del food &<br />
beverage italiano ed europeo, in particolare per i segmenti<br />
delle bevande alcoliche, del gelato, dei prodotti da forno,<br />
della pasticceria e del cioccolato, oltre al settore nutraceutico<br />
e delle industrie cosmetiche. Per fare il<br />
punto sui progetti del Gruppo e sulla sua reazione<br />
all’impatto dell’epidemia, abbiamo parlato con<br />
Tonio Grassmann, Managing Director e Partner in<br />
Nactarome.<br />
Tonio Grassmann, può descriverci brevemente<br />
l’assetto attuale del Gruppo?<br />
AromataGroup rappresenta in Italia una<br />
realtà di quasi 130 persone, che operano<br />
in tre stabilimenti nel Nord Italia. Nel luglio<br />
scorso abbiamo rilevato IPAM, società italiana<br />
affermata nel mercato del pangrattato<br />
e di altri ingredienti funzionali per il set-<br />
28<br />
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ingredienti<br />
tore del salato, in particolare<br />
panificati, pastelle e prodotti impanati.<br />
Nel dicembre 2019 abbiamo acquisito<br />
anche la società francese<br />
Nactis Flavours, presente soprattutto<br />
sul mercato transalpino con quattro<br />
stabilimenti produttivi, oltre a uno in<br />
Belgio. L’unione delle forze con Nactis<br />
Flavours ci permetterà di incrementare<br />
la competenza nella formulazione<br />
e produzione di proposte per il mercato<br />
internazionale del dolce e del<br />
salato. La nuova organizzazione del<br />
Gruppo conta ora su oltre 450 dipendenti<br />
e un turnover di circa 110 milioni<br />
di euro di fatturato.<br />
in un anno e mezzo è stata creata<br />
una realtà da quasi 120 milioni, con<br />
tutte le caratteristiche di una multinazionale,<br />
capace però di rimanere<br />
vicina alle aziende medio-piccole<br />
presenti sul territorio di appartenenza<br />
delle società che fanno parte del<br />
Gruppo. La nostra azione supera<br />
così il mercato italiano e si allarga a<br />
quello francese, belga, inglese: tutti<br />
europei e vicini, ma anche molto<br />
diversi per esigenze e dinamiche.<br />
Quando si parla di aromi, qualsiasi<br />
differenza culturale e nazionale diventa<br />
sensibile. Ogni popolazione<br />
ha tradizioni e gusti specifici. Allo<br />
stesso tempo, questa organizzazione<br />
internazionale ci consente di<br />
sfruttare parecchie sinergie nella<br />
produzione, nella gestione degli acquisti<br />
e della logistica, e anche a livello<br />
di rete commerciale su diversi<br />
mercati esteri. Nei prossimi mesi<br />
continueremo a lavorare ulteriormente<br />
su questi aspetti.<br />
Qual è stato l’impatto del lockdown<br />
sull’attività di Aromata Group?<br />
Fortunatamente abbiamo potuto<br />
proseguire l’attività senza fermarci e<br />
finora non abbiamo avuto contagi in<br />
azienda. Appena iniziata l’emergen-<br />
Nactarome Spa<br />
ha recentemente<br />
acquisito il 100%<br />
di Create Flavours,<br />
importante<br />
produttore di aromi<br />
naturali top-notes<br />
nel Regno Unito<br />
per l’industria<br />
alimentare<br />
e delle bevande.<br />
za, abbiamo creato un comitato di<br />
crisi per gestire la situazione e attuare<br />
tutte le procedure finalizzate a mettere<br />
in sicurezza gli operatori e l’azienda.<br />
Per oltre un terzo del personale,<br />
dall’amministrazione al<br />
customer service, è stata attivata la<br />
modalità di smart working, con un<br />
investimento immediato in computer<br />
portatili e strumenti digitali. Circa 80<br />
addetti hanno continuato a lavorare<br />
nei reparti produzione, magazzino e<br />
logistica dei tre stabilimenti. Abbiamo<br />
garantito loro tutti i dispositivi di protezione,<br />
a partire dalle mascherine ed<br />
i guanti, che in parte avevamo già in<br />
sede per la tipologia del nostro lavoro.<br />
Ci siamo riforniti di quanto necessario<br />
anche per il prossimo futuro,<br />
sperando che in seguito diventino più<br />
facilmente reperibili.<br />
Nell’approvvigionamento delle materie<br />
prime e nella logistica avete incontrato<br />
molte criticità?<br />
Chiaramente ci sono stati rallentamenti,<br />
dato che molte materie prime<br />
che lavoriamo provengono dai mercati<br />
esteri, non solo dall’Europa, ma<br />
anche dalla Cina e dall’India, che a<br />
causa del lockdown locale hanno creato<br />
spesso ritardi nelle consegne.<br />
L’emergenza non ha fermato la vostra<br />
strategia di espansione…<br />
Abbiamo concluso recentemente<br />
l’acquisizione di un’altra azienda,<br />
l’inglese Create Flavours, che ha un<br />
fatturato di circa 9 milioni di euro e<br />
una quarantina di dipendenti. Sono<br />
iniziative in linea con la strategia<br />
buy-and-build del fondo europeo<br />
Ambienta, che nel 2018 rilevò<br />
AromataGroup. Allora il nostro fatturato<br />
era di circa 32 milioni di euro:<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
29
ingredienti<br />
Siamo riusciti a garantire l’attività grazie<br />
anche ad un incremento avvenuto<br />
ad inizio anno dello stock del nostro<br />
magazzino, dove continuiamo a concentrare<br />
le tante materie prime che<br />
potranno servire nei prossimi mesi.<br />
Vorrei far presente, d’altronde, che<br />
per la formulazione di un aroma possono<br />
venire impiegati anche 30 ingredienti<br />
diversi. Basta che ne manchi<br />
uno e il prodotto non è più quello che<br />
il nostro cliente e il consumatore finale<br />
si aspettavano.<br />
Cosa si può imparare da questa<br />
drammatica esperienza?<br />
Siamo stati messi tutti a dura prova.<br />
Ma questa fase ci sta ponendo anche<br />
nelle condizioni di cambiare e migliorare<br />
alcuni flussi operativi. La digitalizzazione<br />
ci permette di restare in<br />
contatto, scambiarci informazioni,<br />
suddividerci gli incarichi e continuare<br />
ad operare anche mentre una buona<br />
parte degli operatori lavora all’esterno<br />
dell’azienda. Ora è essenziale<br />
continuare a mantenere la massima<br />
sicurezza: rispetto delle distanze, sanificazione<br />
degli ambienti, ampliamento<br />
degli spazi lavorativi e relativa<br />
La sede<br />
di AromataGroup<br />
a Concorezzo (MB)<br />
turnazione, misura della temperatura<br />
corporea all’ingresso.<br />
C’è qualche settore alimentare in cui<br />
avete registrato un aumento della<br />
richiesta?<br />
È cresciuta la domanda da parte delle<br />
aziende che forniscono la grande<br />
distribuzione e, in particolare, quella<br />
per la produzione di prodotti da forno<br />
e bevande alcoliche. Ora attendiamo<br />
la progressiva riapertura di bar,<br />
ristoranti, alberghi, gelaterie, che<br />
sono altri canali fondamentali per i<br />
nostri prodotti.<br />
È ottimista per il futuro della filiera del<br />
food in Italia?<br />
Tutta l’economia ha subito un duro<br />
colpo. Noi fortunatamente abbiamo<br />
potuto continuare a produrre, ma<br />
troppe attività sono state ferme a lungo<br />
e ne risentiranno. Mi auguro solo<br />
che si possa tornare quanto prima<br />
alla gestione di una nuova normalità.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
State portando avanti i vostri progetti<br />
di sostenibilità?<br />
In questo periodo sono stati rallentati,<br />
ma non si sono fermati e appena<br />
sarà possibile li riprenderemo in<br />
mano. Stiamo per investire oltre 400<br />
mila euro in impianti energetici a<br />
pannelli solari per gli stabilimenti di<br />
Concorezzo e Gessate, che puntiamo<br />
a terminare entro l’anno. E contiamo<br />
di portare avanti diversi altri progetti,<br />
per esempio nell’ambito del trattamento<br />
delle acque di lavorazione e<br />
dell’illuminazione a basso consumo<br />
energetico.<br />
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RIVISTA<br />
DELL’ INDUSTRIA<br />
CHIMICA E<br />
FARMACEUTICA<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 40,00 €<br />
❏ contrassegno 43,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 58,50 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 65,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 92,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />
❏ contrassegno 65,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />
❏ contrassegno 65,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />
Indirizzo a cui vanno effettuate le spedizioni:<br />
Nome ..............................................................................................<br />
Cognome........................................................................................<br />
Ditta/ente ........................................................................................<br />
Via...................................................................................................<br />
Città ...............................................................................................<br />
Prov .................Cap ..........................Naz .......................................<br />
Tel. ..................................................................................................<br />
e-mail .............................................................................................<br />
Informativa a richiesta di consenso - d.lgs 196/2003. Ai sensi dell’art.11 della Legge 675/96<br />
ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento<br />
ed alla comunicazione degli stessi.<br />
Firma ...............................................................................................<br />
Modalità di pagamento:<br />
❏<br />
Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa<br />
❏ Bonifico bancario IBAN IT10 T031 0422 9030 0000 0820 424<br />
❏<br />
Carta di credito:<br />
❏<br />
❏<br />
Scadenza ..................................................................................<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 45,00 €<br />
❏ contrassegno 48,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 60,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 70,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 85,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 100,00 €<br />
n. carta<br />
Titolare carta .............................................................................<br />
Firma ...............................................................................................<br />
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Interprogetti Editori Srl - Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />
Tel/fax +39 039 5153705 - E-mail: abbonamenti@interprogettied.com
ingredienti<br />
UNA VALIDA ALTERNATIVA AL CARMINIO E AI ROSSI SINTETICI<br />
Il rosso brillante è una tonalità molto richiesta per diversi prodotti<br />
alimentari. Sino ad oggi non c’era un’alternativa stabile al rosso<br />
fuoco del carminio e che non avesse un impatto organolettico.<br />
I consumatori sono esigenti, attenti alla salute, all’ambiente e al<br />
prezzo. Cresce quindi la richiesta di un’alternativa vegetale stabile,<br />
performante, della tonalità rossa carminio e ad un costo ragionevole.<br />
Biochim presenta a questo proposito Hansen Sweet Potato e la<br />
gamma di concentrati rossi Fruitmax ® .<br />
Il primo prodotto colorante a base di Hansen Sweet Potato è<br />
stato lanciato nel novembre 2018 e l’anno successivo ha vinto<br />
l“Innovation Awards” di Food Ingredients Europe.<br />
Il prodotto dona un colore rosso brillante ed è una valida alternativa<br />
al carminio ed ai rossi sintetici. Tra le sue caratteristiche<br />
segnaliamo:<br />
• Colore vivido e stabile<br />
• Stabile a Ph acido<br />
• Origine vegetale<br />
• No impatto organolettico<br />
• Etichettatura “concentrato di patata dolce”<br />
Le applicazioni riguardano i settori dei prodotti da forno, fillings, decorazioni,<br />
confectionary, carni, prerazioni di frutta, gelati e bevande.<br />
BETAGLUCANI E SISTEMA IMMUNITARIO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
I lieviti sono naturalmente ricchi<br />
di proteine ad alta digeribilità, fibre<br />
e vitamine.<br />
Per ottenere prodotti con adeguati<br />
dosaggi di vitamine e minerali<br />
questi vengono addizionati<br />
prima della fermentazione,<br />
per poter essere “digeriti” dal<br />
lievito stesso e diventarne parte<br />
integrante, risultando più<br />
biodisponibili e stabili, come<br />
hanno dimostrato diversi studi<br />
a riguardo.<br />
Lallemand BIO Ingredients è<br />
specialista nella produzione di<br />
lieviti, con una gamma che comprende<br />
diverse referenze:<br />
• Lalmin ® Selenio: il lievito trasforma<br />
il selenio inorganico<br />
aggiunto in selenometionina e<br />
selenocisteina, forme organiche<br />
più biodisponibili.<br />
• Lalmin Zinco<br />
• Lalmin Rame<br />
• Lalmin Ferro<br />
• Lalmin B complex: contiene<br />
tutte le vitamine del gruppo B,<br />
ci sono diverse referenze più o<br />
meno concentrate che forniscono<br />
con 200 mg o 500 mg il<br />
100% dei VNR di tutte le vitamine<br />
contenute.<br />
• Lalmin Immune: miscela<br />
pronta alluso contenente<br />
-glucani, vitamina D e Selenio.<br />
Con 350 mg si forniscono 60<br />
µg di Selenio, 400 UI vitamina<br />
D2 e circa 80 mg di -1,3/1,6<br />
glucani. Per tutte queste referenze<br />
è possibile utilizzare<br />
il claim approvato“contribuisce<br />
alla normale funzione del sistema<br />
immunitario”.<br />
Oltre a questi prodotti che<br />
fanno parte oramai della linea<br />
“consolidata”, l’azienda sta promuovendo<br />
le referenze a base<br />
di -1,3/1,6 glucani estratti<br />
dalla parete cellulare del lievito<br />
Saccharomyces cerevisiae e<br />
noti per stimolare naturalmente<br />
il sistema immunitario:<br />
• Glucans-30: 30% -1,3/1,6<br />
glucani<br />
• LalDefense: 85% -1,3/1,6<br />
glucani<br />
LalDéfense fornisce beta glucano<br />
da lievito molto puro, con<br />
un contenuto minimo dell’85%.<br />
È privo di alfa glucani e per la<br />
sua estrazione viene utilizzata<br />
una tecnica particolare che non<br />
altera la struttura chimica originale<br />
del glucano; ciò si traduce<br />
in un’alta resa ed elevata attività<br />
biologica.<br />
È un prodotto sicuro ed equilibrato,<br />
senza effetti negativi, non<br />
modificato chimicamente e caratterizzato<br />
da elevata purezza.<br />
Per ottenere benefici ottimali<br />
LalDéfense dovrebbe essere<br />
consumato quotidianamente<br />
sotto forma di capsule o compresse<br />
o miscelato negli alimenti.<br />
I prodotti Lallemand BIO<br />
Ingredients sono distribuiti in<br />
Italia da Faravelli.<br />
Per ulteriori informazioni è possibile<br />
scrivere a Faravelli Nutra<br />
Division: dietetico@faravelli.it.<br />
32<br />
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ingredienti<br />
PROTEINA DI CECI CONCENTRATA E FUNZIONALE<br />
In risposta alla crescente domanda<br />
di prodotti a base di<br />
proteine vegetali nel mercato<br />
food e nutraceutico, l’azienda<br />
israeliana InnovoPro ha messo<br />
a punto, con successo, una soluzione<br />
performante in termini<br />
di funzionalità, nutrizione, sostenibilità<br />
e gusto gradevole.<br />
InnovoPro, fondata nel 2013 e<br />
caratterizzata da un approccio<br />
altamente innovativo nel settore<br />
delle proteine vegetali, ha sviluppato,<br />
attraverso una nuova tecnologia<br />
brevettata, CP-Pro 70®,<br />
una Proteina di Ceci concentrata<br />
e altamente funzionale.<br />
Il prodotto è caratterizzato da<br />
un sapore neutro e pulito, e non<br />
richiede pertanto l’impiego di<br />
agenti mascheranti o sostanze<br />
chimiche, a differenza di altre<br />
proteine vegetali.<br />
CP-Pro 70, grazie ad un tenore<br />
proteico del 70% e alle peculiari<br />
caratteristiche organolettiche,<br />
trova applicazione in numerose<br />
formulazioni, sia come emulsionante<br />
sia come aerante; in<br />
sostituzione di additivi quali addensanti<br />
e gelificanti, ha dato<br />
ottimi risultati soprattutto nei<br />
gelati, nei budini, hamburger<br />
vegetali, e come alternativa alle<br />
uova nella maionese e nei prodotti<br />
da forno.<br />
Si è riscontrato un forte interesse<br />
per CP-Pro 70 anche nel<br />
settore dietetico e sportivo,<br />
dove è crescente l’impiego di<br />
fonti proteiche non-dairy, clean<br />
label, GMO free, con buona<br />
palatabilità e con interessanti<br />
valori nutrizionali: CP-Pro 70<br />
si è rivelato, infatti, ideale nella<br />
formulazione di blend proteici,<br />
barrette energetiche e bevande<br />
“ready to drink”.<br />
CP-Pro 70 è distribuita in Italia<br />
da Deimos Food, business unit<br />
di Deimos Group.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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33
macchine<br />
Nell’industria alimentare<br />
l’aria calda è utilizzata<br />
in diverse applicazioni,<br />
tra cui l’asciugatura<br />
e sterilizzazione dei<br />
contenitori. I sistemi<br />
Leister, caratterizzati<br />
da potenza e portata<br />
elevata, riescono a<br />
riscaldare ingenti<br />
quantità di confezioni<br />
in tempi brevi.<br />
IL CALORE DI PROCESSO<br />
PER LA QUALITÀ E LA SICUREZZA<br />
DELL’ALIMENTO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Antonio<br />
Colleroso, tecnico<br />
commerciale di<br />
Leister per la linea<br />
di riscaldatori<br />
destinati<br />
all’industria<br />
alimentare<br />
Fra le numerose proposte di Leister, multinazionale svizzera<br />
leader nella produzione di soluzioni per la saldatura della<br />
plastica e sistemi ad aria calda per l’industria di processo, i<br />
riscaldatori industriali risultano particolarmente interessanti<br />
per il settore alimentare: efficienti e performanti, permettono<br />
di ottenere un’elevata produttività e raggiungere ottimi<br />
risultati a costi ragionevoli. Il tutto nel pieno rispetto degli<br />
standard posti a tutela della qualità degli alimenti e della<br />
salute dei consumatori. Ne abbiamo<br />
parlato con Antonio Colleroso, tecnico<br />
commerciale di Leister per questa<br />
linea di prodotti.<br />
Le applicazioni dell’aria calda nell’industria<br />
alimentare sono numerose: quali<br />
sono le più richieste?<br />
Un’applicazione che da sempre interessa<br />
il settore alimentare è l’asciugatura e sterilizzazione dei contenitori<br />
per alimenti. A seconda del prodotto e del processo,<br />
può essere richiesto un lavaggio con acqua, una sterilizzazione<br />
a vapore o con perossido di idrogeno; in ogni caso il contenitore<br />
va asciugato prima del riempimento, per evitare che eventuali<br />
residui di acqua o altre sostanze alterino il contenuto.<br />
Quali vantaggi presenta l’uso di questa tecnologia?<br />
L’aria calda è apprezzata per diversi<br />
aspetti. I riscaldatori Leister possono<br />
erogare getti di aria a una temperatura<br />
che può arrivare a 650°C; già alle temperature<br />
di 150-200°C usate in molti<br />
processi di asciugatura si crea nel contenitore<br />
un ambiente poco gradito alla<br />
maggior parte dei microorganismi.<br />
Se il processo di confezionamento pre-<br />
34<br />
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macchine<br />
Riscaldatore LE 10000 DF-C<br />
vede la sterilizzazione del contenitore<br />
con perossido di idrogeno, disinfettante<br />
efficace ma non commestibile, la successiva<br />
asciugatura ad aria calda ne elimina<br />
completamente i residui evitando<br />
ogni contaminazione del contenuto.<br />
Nel caso di utilizzo di vapore per la sterilizzazione<br />
o il preriscaldo rapido, necessario<br />
ad esempio per contenitori in<br />
vetro che vanno riempiti con sostanze<br />
calde per evitare crepe da sbalzo termico,<br />
l’asciugatura con aria calda elimina<br />
ogni traccia di acqua rapidamente e<br />
mantiene la temperatura del contenitore<br />
al livello richiesto.<br />
In alcuni processi, l’asciugatura e riscaldamento<br />
ad aria calda, che non lascia<br />
tracce di condensa, può anche rendere<br />
superflui ulteriori trattamenti a valle del<br />
riempimento, contribuendo così a<br />
mantenere inalterati i pregi organolettici<br />
del prodotto confezionato.<br />
Quali sono i riscaldatori più utilizzati in<br />
questi processi?<br />
Riscaldare ingenti quantità di contenitori<br />
in tempi brevi richiede sistemi con<br />
potenza e portata elevata: la soluzione<br />
migliore è costituita dai riscaldatori<br />
Leister abbinati a soffianti in grado di<br />
generare una pressione adeguata. Fra<br />
i riscaldatori più apprezzati dall’industria<br />
alimentare spicca LE 10000 DF-C<br />
Clean Air Heater, progettato per ambienti<br />
nei quali sono richieste condizioni<br />
igieniche particolarmente stringenti,<br />
come appunto il settore alimentare.<br />
Questo riscaldatore a doppia flangia è<br />
prodotto con materiali assolutamente<br />
atossici e senza isolamento termico in<br />
mica così da ridurre al minimo eventuali<br />
emissioni di particolato. Dalle presta-<br />
zioni elevate – fino a 17 kW di potenza<br />
e 650°C di temperatura dell’aria in<br />
uscita – Clean Air Heater può essere<br />
abbinato a soffianti o, grazie alla sua<br />
robustezza, anche ad aria di rete: può<br />
quindi esser collegato direttamente al<br />
compressore, un vantaggio nel caso i<br />
protocolli prevedano l’utilizzo di aria<br />
purificata mediante filtri come quelli<br />
spesso presenti nei compressori industriali,<br />
o in impianti dove l’aria calda<br />
deve viaggiare attraverso canalizzazioni<br />
complesse prima di raggiungere il<br />
punto di utilizzo finale e dove la pressione<br />
richiesta è quindi maggiore.<br />
L’offerta di riscaldatori industriali Leister<br />
comprende inoltre la gamma LHS, con<br />
potenze erogabili dai 550 W ai 40 kW,<br />
disponibili in versione Classic, Premium<br />
(regolabile con potenziometro) e<br />
System (gestibili tramite PLC).<br />
Sufficientemente ampia da consentire<br />
una grande versatilità, la gamma LHS è<br />
caratterizzata dalla disponibilità di numerosi<br />
ricambi e accessori: resistenze,<br />
tubi, adattatori, flange, ugelli e riflettori.<br />
E per quanto riguarda le soffianti?<br />
I riscaldatori Leister possono essere<br />
abbinati a una grande varietà di soffianti<br />
che i nostri tecnici sanno consigliare<br />
a seconda delle caratteristiche<br />
Soffiante Robust<br />
Soffiante<br />
Airpack<br />
dell’impianto; fra i più interessanti si<br />
possono ricordare Robust e Airpack.<br />
Robust è un soffiante compatto dalle<br />
notevoli prestazioni: con soli 8 kg di<br />
peso ha una portata d’aria di 1.200 litri<br />
al minuto. Progettato con un sistema<br />
di insonorizzazione che lo rende molto<br />
silenzioso, è particolarmente robusto e<br />
può essere utilizzato in qualsiasi posizione,<br />
anche in continuo e in condizioni<br />
ambientali difficili.<br />
Per impianti di maggiori dimensioni è<br />
sicuramente indicato Airpack, soffiante<br />
ideale per applicazioni dove occorra<br />
convogliare grandi quantità d’aria a elevata<br />
pressione. Potente (2200W) e performante<br />
(3.900 litri al minuto), può<br />
essere utilizzato per alimentare anche<br />
più di un riscaldatore alla volta. Anche<br />
per Airpack sono disponibili numerosi<br />
accessori: tubi, adattatori e ugelli.<br />
Soffianti e riscaldatori Leister costituiscono<br />
una combinazione vincente per le<br />
esigenze dell’industria alimentare, anche<br />
grazie all’ottimo servizio di assistenza:<br />
la loro robustezza li rende poco soggetti<br />
a necessità di manutenzione, ma<br />
in caso di necessità i nostri uffici tecnici<br />
sono a disposizione, anche in questo<br />
periodo, per assicurare continuità ai processi<br />
nel pieno rispetto di tutte le normative<br />
di sicurezza e salute vigenti.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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35
energia<br />
ANALISI SULL’ANDAMENTO DEL MERCATO ELETTRICO E DEI PPA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Circa 200 persone hanno partecipato al webinar<br />
“Sviluppo e agro-fotovoltaico: sostenibilità e<br />
bancabilità del nuovo primario” organizzato da<br />
Moroni&Partners, interessante occasione per<br />
comprendere le potenzialità di sviluppo del settore<br />
fotovoltaico post-pandemia. La combinazione<br />
di produzione agricola e produzione di<br />
energia sullo stesso terreno rappresenta, infatti,<br />
un’interessante opportunità sia per le aziende<br />
agricole, che possono differenziare il loro business<br />
e valorizzare meglio parte dei terreni mantenendo<br />
l’attenzione alla coltivazione, sia per i<br />
produttori di energia che possono ottimizzare<br />
costi di gestione e di manutenzione attraverso<br />
l’affidamento di una parte delle attività al partner<br />
agricolo.<br />
L’evento è stato l’occasione per un’analisi dettagliata,<br />
a cura di EGO, della situazione presente<br />
e futura del mercato elettrico alla luce della recente<br />
emergenza sanitaria ed economica, nel<br />
corso della quale si è verificato un calo dei consumi<br />
di energia elettrica. In particolare, nel mese<br />
di marzo c’è stata una riduzione di circa il 10%<br />
rispetto a marzo 2019, che è arrivato al 17% nel<br />
mese di aprile - rispetto ad aprile 2019 - per poi<br />
risalire nel mese di maggio in cui si è tornati a<br />
meno 10% rispetto allo stesso mese dell’anno<br />
precedente.<br />
Più critico l’effetto sul prezzo dell’energia, fortemente<br />
influenzato oltre che dal calo dei consumi<br />
dal prezzo del gas, che ha registrato nel periodo<br />
marzo-maggio <strong>2020</strong> un calo del 50%<br />
nei confronti del prezzo medio del 2019.<br />
Gli effetti positivi, comunque, ci sono stati<br />
e sono sintetizzabili in un forte calo nel<br />
consumo di idrocarburi e di carbone con<br />
conseguente riduzione delle emissioni di<br />
CO 2<br />
, il che fa pensare che l’emergenza<br />
COVID possa essere considerata un elemento<br />
di accelerazione verso la decarbonizzazione.<br />
“Durante la fase tre dell’emergenza<br />
stiamo assistendo a una graduale ripresa<br />
dei consumi, con prezzi spot<br />
che rimangono sempre molto bassi<br />
e con prospettive di parziale risalita<br />
solo verso fine anno. Prevediamo<br />
infatti un prezzo medio di base load<br />
sull’intero <strong>2020</strong> di circa 36,00 Euro/<br />
MWh, nettamente inferiore al minimo<br />
storico (da quando nel 2004 è<br />
stata istituita la Borsa Elettrica) registrato nel<br />
2016: 42,78 Euro/MWh”, ha dichiarato Stefano<br />
Cavriani, direttore e fondatore di EGO Energy.<br />
”Tutto questo ha un impatto significativo sui<br />
PPA, per i quali è necessario prevedere formule<br />
contrattuali più articolate: non più soltanto<br />
prezzo fisso ma anche prezzo variabile con cap<br />
& floor oppure floor + profit-sharing, piuttosto<br />
che formule che prevedono un prezzo variabile<br />
nel periodo iniziale e un fixing successivo, o<br />
eventualmente con meccanismo di “accumulo”<br />
di riserva economica in caso di significativi scostamenti<br />
di prezzo sfavorevoli per una o per<br />
l’altra Parte.<br />
Per quanto riguarda la partecipazione delle<br />
FER non programmabili al mercato elettrico<br />
avranno un ruolo importante gli accumuli<br />
e sempre di più servirà attrezzarsi<br />
per gestire gli impianti rinnovabili<br />
come elementi attivi del sistema (e<br />
non solo passivi)”.<br />
Il webinar ha comunque fatto<br />
intravedere segnali di ottimismo,<br />
le criticità maggiori ad<br />
oggi sono infatti dovute agli<br />
aspetti burocratici e di autorizzazione,<br />
e non alla mancanza<br />
di capitali e di interesse da parte<br />
degli investitori. A questo si<br />
aggiunge una maggiore sensibilità<br />
nei confronti dell’energia green e<br />
un abbassamento dei prezzi della<br />
tecnologia.<br />
Impianto fotovoltaico<br />
a terra<br />
Stefano Cavriani, direttore<br />
e fondatore di EGO Energy<br />
36<br />
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energia<br />
COGENERAZIONE NELLO STABILIMENTO DI SPUMANTI E LIQUORI<br />
Lo storico stabilimento Martini &<br />
Rossi di Pessione, a pochi chilometri<br />
da Torino, uno dei maggiori<br />
punti di produzione al mondo del<br />
Gruppo Bacardi di cui l’azienda<br />
piemontese fa parte da 25 anni, è<br />
protagonista su Cogeneration<br />
Channel. Il successo di questo fiore<br />
all’occhiello italiano della multinazionale<br />
con sede a Bermuda non è<br />
dato solo dalla qualità della produzione<br />
e dall’alto livello di professionalità<br />
degli addetti, ma anche dalla<br />
politica riguardante l’efficienza<br />
energetica dello stabilimento stesso<br />
che diventa ancora più importante<br />
ora, in questo periodo di<br />
emergenza. Ora più che mai puntare<br />
sull’efficienza, per tagliare costi<br />
ed emissioni inquinanti rimanendo<br />
competitivi sul mercato, è<br />
sempre più fondamentale.<br />
In considerazione degli elevati<br />
consumi di energia elettrica e termica<br />
richiesti dai processi produttivi<br />
e nell’ottica di una razionalizzazione<br />
nell’utilizzo delle fonti di<br />
energia fossile, con conseguente<br />
risparmio economico e miglioramento<br />
della condizione ambientale<br />
relativamente ai gas serra, la<br />
Martini & Rossi ha deciso di installare<br />
a Pessione un impianto di cogenerazione<br />
AB, azienda italiana<br />
esperta in questo settore a livello<br />
internazionale, per la produzione<br />
di energia elettrica e termica (caldo<br />
e freddo) che è andato a sostituire<br />
due impianti di cogenerazione<br />
già attivi. L’azienda è da sempre<br />
votata al risparmio energetico e<br />
all’efficientamento degli impianti<br />
con un occhio di riguardo alla sostenibilità<br />
che parte dal ciclo produttivo<br />
delle materie prime fino al<br />
confezionamento del prodotto in<br />
scatola, passando per la riduzione<br />
dai consumi d’acqua, dalla gestione,<br />
fino alle strategie sul packaging<br />
per la riduzione degli scarti.<br />
“L’impianto installato, che ha sostituito<br />
due cogeneratori funzionanti<br />
da circa 20 anni”, ha dichiarato<br />
Stefano Fava, addetto ai<br />
Servizi Tecnici dello stabilimento<br />
di Pessione, nel corso dell’intervista<br />
a Cogeneration Channel. “È<br />
stato dimensionato in base alla<br />
storicità dei nostri consumi permettendoci<br />
di avere ora un impianto<br />
sfruttato nella sua totalità,<br />
in quanto tutta l’energia elettrica<br />
e termica prodotta viene sfruttata<br />
dallo stabilimento”.<br />
Lo stabilimento quindi, grazie a<br />
questo impianto, è anche un gioiello<br />
“green” oltre ad essere uno<br />
dei principali siti di produzione al<br />
mondo del Gruppo Bacardi, con<br />
una superficie di 161’000 mq in<br />
cui si confezionano 48 differenti<br />
prodotti tra Vermouth, Spumanti,<br />
liquori e (a partire dal 2017) anche<br />
23 tipi di Rum Bacardi, con una<br />
produzione di circa 120 milioni di<br />
bottiglie dei prodotti storici e 40<br />
milioni bottiglie di Rum Bacardi,<br />
con spedizioni in partenza da qui<br />
verso oltre 100 paesi nel mondo.<br />
L’impianto AB della Linea ECOMAX ®<br />
Natural Gas (ECOMAX ® 9 NGS) ha<br />
una potenza elettrica di 1200kW e<br />
una potenza termica di ulteriori<br />
1100 kW ottenuti dal recupero termico<br />
del motore per la produzione<br />
di acqua calda. Grazie all’impianto<br />
installato, attivo 3.500 ore/anno, si<br />
ha un ciclo produttivo che prevede<br />
l’utilizzo contemporaneo dell’energia<br />
elettrica (per tutti i macchinari di<br />
produzione e imbottigliamento),<br />
del vapore (per i processi di distillazione,<br />
fermentazione, disinfezione<br />
degli impianti e nel periodo invernale<br />
per il riscaldamento dei locali)<br />
e dell’acqua calda (destinata alle<br />
varie fasi di lavaggio sia di cantina<br />
che di imbottigliamento, nonché<br />
nei tunnel di riscaldamento delle<br />
linee di imbottigliamento spumante).<br />
La scelta di questo impianto<br />
permette di mantenere basse le<br />
emissioni di CO 2<br />
e di avere un risparmio<br />
sulla bolletta elettrica di<br />
circa 200mila euro e 1500MWh rispetto<br />
alla situazione precedente<br />
con due cogeneratori attivi.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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37
sicurezza<br />
Il governo italiano<br />
ha approvato il Ddl<br />
per la riforma del<br />
diritto sanzionatorio<br />
agroalimentare.<br />
Tra i focus, la lotta<br />
all’agropirateria, la tutela<br />
delle eccellenze nazionali<br />
e la responsabilità<br />
della persona giuridica.<br />
Mentre gli USA hanno<br />
definito nuovi piani di<br />
autocontrollo, adottando<br />
il “Food Defence Plan”.<br />
di Eva De<br />
Vecchis<br />
LE NUOVE NORME SUI REATI<br />
AGROALIMENTARI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Il nuovo DDL<br />
pone “la necessità<br />
di fronteggiare<br />
urgentemente,<br />
sistemicamente<br />
e in maniera<br />
strutturata i<br />
fenomeni di<br />
infiltrazione<br />
malavitosa e di<br />
sfruttamento<br />
umano” nel<br />
comparto agricolo<br />
Il 25 febbraio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato<br />
il disegno di legge n. 283 della XVIII Legislatura che riprende<br />
i contenuti del precedente DDL S n. 2231 del 2016,<br />
con il quale era stato recepito il progetto di riforma del<br />
diritto sanzionatorio agroalimentare. Il nuovo diritto penale<br />
che si pone l’obiettivo di interpretare le sfide della<br />
globalizzazione e quelle delle realtà territoriali, come importanti<br />
parimenti da rispettare, è stato proposto dal<br />
Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, e dal Ministro<br />
delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa<br />
Bellanova; approvato nel Consiglio dei ministri ed ispirato<br />
al testo elaborato dall’Osservatorio Agromafie guidato<br />
dall’ex magistrato Giancarlo Caselli.<br />
Nella relazione di accompagnamento al DDL S n. 283 si<br />
legge espressamente che “il contesto normativo e sociale<br />
che vive il comparto agricolo pone la necessità di fronteggiare<br />
urgentemente, sistemicamente e in maniera<br />
strutturata i fenomeni di infiltrazione malavitosa e di sfruttamento<br />
umano. Come nel cosiddetto ‘caporalato’ si è<br />
intervenuti legislativamente, anche l’apparato produttivo<br />
e distributivo del comparto vive la necessità di protezione<br />
38<br />
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sicurezza<br />
normativa verso fenomeni connessi<br />
all’illegalità”.<br />
Il disegno di legge “Nuove norme in<br />
materia di reati agroalimentari” risponde<br />
dunque a tali esigenze ed<br />
integra il codice penale intervenendo<br />
anche “sull’organizzazione del controllo<br />
aziendale e sulla strutturazione<br />
delle imprese, prevedendo per esse<br />
anche facilitazioni amministrative che<br />
consentano l’adempimento dei controlli<br />
ex ante. Sono inoltre fornite modalità<br />
operative che permettono una<br />
puntuale tracciabilità e trasparenza<br />
della filiera, del percorso produttivo e<br />
distributivo del prodotto, al fine di<br />
garantire la legalità indispensabile a<br />
tutela dei consumatori”.<br />
Tutela della salute e dell’ordine economico,<br />
rimangono i due obiettivi<br />
principali. Anche le imprese, infatti,<br />
dovranno essere tutelate dalla concorrenza<br />
sleale, ma solo quelle che<br />
operano nel rispetto delle norme.<br />
Per quanto riguarda la tutela del consumatore,<br />
si tenta di prevedere il più<br />
possibile tutti quei rischi che possono<br />
essere evitati, prima di venire sanzionati.<br />
In tal senso, sono stati individuati<br />
nuovi reati, tra cui: il disastro sanitario<br />
(“agropirateria”), il ruolo della<br />
persona giuridica; la pubblicità ingannevole,<br />
falsa oppure incompleta.<br />
Nel frattempo però c’è un altro mercato<br />
che si sta occupando della propria<br />
sicurezza alimentare e della tutela<br />
dei propri cittadini in modo<br />
adeguato, gli USA. Il mercato statunitense,<br />
infatti, che rappresenta uno<br />
degli sbocchi principali per l’economia<br />
italiana, sta mettendo in atto alcune<br />
linee di sicurezza nel settore<br />
“food” che si traducono nel Food<br />
Defence Plan (FDP): molto simile ai<br />
piani di autocontrollo, ma con l’aggiunta<br />
di un membro responsabile<br />
che garantisca la corretta applicazione<br />
delle norme attraverso il cosiddetto<br />
Preventive Controls Qualified<br />
Individual (o PCQI). Per la prima volta<br />
quindi, l’operatore alimentare dovrà<br />
valutare e sorvegliare la sicurezza del<br />
proprio processo: un cambio di ap-<br />
LE CONDIZIONI DI TRASPORTO<br />
E CONSERVAZIONE<br />
La grande novità del disegno di legge<br />
è quella di aver introdotto per la prima<br />
volta tutte quelle violazioni che<br />
anticipano il possibile pericolo per il<br />
consumatore e dunque assicurano la<br />
sicurezza lungo tutta la filiera. In questo<br />
senso sono state stabilite nuove<br />
condizioni di trasporto e di conservazione<br />
dei prodotti prima che vengano<br />
messi sul mercato.<br />
Tra i comportamenti sanzionabili riproccio<br />
importante, rispetto alle classiche<br />
norme di un HACCP.<br />
IL RUOLO DELL’IMPRENDITORE<br />
Tra le novità di rilievo del Ddl c’è la<br />
responsabilità della persona giuridica.<br />
Nello specifico sono descritte nel testo<br />
tutte le condizioni che mirano ad<br />
esentare l’imprenditore da qualunque<br />
tipo di responsabilità penale o<br />
amministrativa opportunamente dimostrate<br />
dal titolare dell’impresa che<br />
dovrà aver tenuto conto di ogni condotta<br />
necessaria per evitare rischi<br />
(che vanno dalla certificazione dell’origine<br />
del prodotto fino alla tracciabilità<br />
e la verifica delle informazioni<br />
dell’etichetta).<br />
L’IMPORTANZA DELLE CORRETTE<br />
DICHIARAZIONI IN FASE<br />
DI COMMERCIO E VENDITA<br />
Il decreto sottolinea l’importanza delle<br />
corrette dichiarazioni, sia in fase di<br />
commercio che di vendita del prodotto.<br />
In questo senso, l’articolo 516 dedicato<br />
alla frode in commercio di prodotti<br />
alimentari specifica che “fuori<br />
dei casi di cui all’articolo 517, chiunque,<br />
nell’esercizio di un’attività agricola,<br />
commerciale, industriale o di<br />
intermediazione, importa, esporta,<br />
spedisce in transito, introduce in custodia<br />
temporanea o in deposito<br />
doganale, trasporta, detiene per<br />
vendere, offre o pone in vendita,<br />
somministra, distribuisce o mette<br />
altrimenti in circolazione alimenti<br />
che, per origine, provenienza, qualità<br />
o quantità, sono diversi da quelli<br />
indicati, dichiarati o pattuiti, è punito<br />
con la reclusione da quattro mesi<br />
a due anni e con la multa fino a<br />
10.000 euro”.<br />
L’articolo 517, invece, approfondisce<br />
la vendita di alimenti con segnali<br />
mendaci e sanziona chiunque,<br />
“nell’esercizio di un’attività agricola,<br />
commerciale, industriale o di intermediazione<br />
di alimenti” inganni il<br />
consumatore (anche mediante introduzione<br />
in custodia temporanea o in<br />
deposito doganale) utilizzando segni<br />
Il disegno di<br />
legge stabilisce<br />
nuove condizioni<br />
di trasporto e di<br />
conservazione dei<br />
prodotti prima che<br />
vengano messi sul<br />
mercato<br />
distintivi falsi o indicazioni, anche di<br />
tipo figurativo. Colui che “omette le<br />
indicazioni obbligatorie sull’origine o<br />
provenienza geografica ovvero sull’identità<br />
o qualità del prodotto in sé o<br />
degli ingredienti che ne rappresentano<br />
il contenuto qualificante, è punito<br />
con la reclusione da sei mesi a tre<br />
anni e con la multa da 5.000 a<br />
30.000 euro”.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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39
sicurezza<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
entrano per la prima volta anche<br />
quelle violazioni che anticipano la<br />
formazione del pericolo ma che sono<br />
importanti per la sicurezza lungo la<br />
filiera come ad esempio le condizioni<br />
di trasporto e di conservazione dei<br />
prodotti prima della loro immissione<br />
al consumo.<br />
INTRODOTTO IL REATO<br />
DI AGROPIRATERIA<br />
Altra novità è l’introduzione del reato<br />
di “agropirateria”, che si ha nel momento<br />
in cui le frodi sono commesse<br />
da soggetti che non per forza fanno<br />
parte di associazioni di stampo criminale,<br />
ma che agiscono attraverso e<br />
per mezzo di attività organizzate.<br />
Lo stesso reato di frode ha subito una<br />
revisione rispetto al passato (quando<br />
era legato alla sola consegna materiale<br />
del prodotto) e sarà allargato a<br />
tutte quelle attività che precedono la<br />
fase di consegna come il ricorso ad<br />
“informazioni commerciali false o<br />
incomplete riguardanti alimenti, pregiudica<br />
la sicurezza della loro consumazione<br />
con pericolo concreto per la<br />
salute pubblica”. In tal senso le sanzioni<br />
saranno riferite ai casi di “falso<br />
biologico” e di falsa indicazione d’origine.<br />
Anche l’imprenditore, restando in<br />
tema di “agropirateria”, può essere<br />
sanzionato se realizza alterazioni delle<br />
caratteristiche merceologiche del<br />
prodotto. Il fine ultimo è quindi quello<br />
di stabilire delle regole che vadano<br />
oltre la semplice protezione dei prodotti<br />
Dop e Igp e si estenda anche ai<br />
prodotti più convenzionali.<br />
Il progetto, ad oggi, non è ancora diventato<br />
legge, ma quello di cui si parla<br />
è qualcosa che merita una particolare<br />
attenzione.<br />
La salute e la sicurezza alimentare dei<br />
cittadini, il corretto funzionamento<br />
del settore e il riconoscimento degli<br />
imprenditori onesti sono infatti temi<br />
chiave per il nostro “Made in Italy”,<br />
che ci rappresenta a livello economico<br />
e dunque merita di essere salvaguardato<br />
anche all’interno delle di-<br />
Per la prevenzione<br />
dei reati<br />
agoalimentari sono<br />
fondamanentali<br />
la certificazione<br />
dell’origine del<br />
prodotto, la<br />
tracciabilità e<br />
la verifica delle<br />
informazioni<br />
dell’etichetta<br />
rettive europee, oltre che nazionali.<br />
In questo modo anche il cibo e la sua<br />
identità si valorizzano, alla pari della<br />
cultura in senso più ampio, diventando<br />
vero e proprio patrimonio agroalimentare<br />
italiano.<br />
FOOD DEFENCE PLAN:<br />
LA PREVENZIONE IN USA<br />
Da qualche anno i produttori alimentari<br />
che vendono in USA si devono<br />
adeguare a una serie di norme a garanzia<br />
della sicurezza dei prodotti<br />
alimentari che interessano anche i<br />
beni d’importazione. Si tratta di un<br />
pacchetto di norme a tutela del consumatore<br />
e del mercato da tutti i possibili<br />
rischi igienico-sanitari concernenti<br />
gli alimenti.<br />
Tra i vari provvedimenti, è il tema di<br />
prevenzione sanitaria meglio noto<br />
come Food Defence, un insieme di<br />
attività finalizzate alla protezione dei<br />
prodotti alimentari da falsificazioni in<br />
ambito internazionale e sabotaggi,<br />
messi in atto con lo scopo di arrecare<br />
danni alle aziende e alla salute dei<br />
cittadini.<br />
All’interno del capitolo della FSMA<br />
dedicato alle adulterazioni intenzionali<br />
(FSMA-IA) si stabilisce che le<br />
aziende statunitensi e quelle straniere<br />
che esportano negli Stati Uniti dovranno<br />
attuare un Food Defense Plan<br />
(FDP), costituito da provvedimenti<br />
molto simili ai piani di autocontrollo,<br />
ma con l’aggiunta di un membro responsabile<br />
che garantisca la corretta<br />
applicazione delle norme attraverso<br />
il cosiddetto Preventive Controls<br />
Qualified Individual o PCQI.<br />
Una vera novità insomma, perché per<br />
la prima volta si richiede che l’operatore<br />
alimentare valuti la sicurezza del<br />
proprio processo in merito a possibili<br />
atti di contaminazione volontaria (si<br />
esterni che interni all’azienda); che<br />
analizzi la vulnerabilità aziendale, i<br />
suoi processi e i suoi prodotti; che<br />
metta a punto strategie di mitigazione<br />
e procedure di monitoraggio o di<br />
verifica.<br />
Il tema delle adulterazioni intenzionali<br />
però sta viaggiando anche al di fuori<br />
degli Stati Uniti e presto dovrà essere<br />
affrontato da tutti i produttori di<br />
alimenti perché le stesse normative di<br />
certificazione volontaria (standard<br />
GFSI) stanno incorporando, all’interno<br />
delle ultime revisioni, alcuni concetti<br />
da includere negli schemi.<br />
In generale, il complesso di norme in<br />
vigore ha subito un processo di accrescimento<br />
che parte dal 2016 quando<br />
le aziende che esportano negli USA<br />
hanno dovuto adottare i Preventive<br />
Controls for Human Food, redatti in<br />
base alle analisi di controllo preventivo<br />
(HARPC, Hazard analysis and risk<br />
based preventive Controls), versione<br />
approfondita dell’italiano HACCP.<br />
Altro step è stato quello avvenuto nel<br />
2019, quando per le aziende che<br />
esportano negli Stati Uniti è diventato<br />
necessario presentare i Food<br />
Defence Plan. Dal 2019 al <strong>2020</strong> l’obbligo<br />
di adeguamento riguarderà<br />
circa l’80% delle aziende alimentari<br />
italiane.<br />
40<br />
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sicurezza<br />
INDUMENTI PER GARANTIRE<br />
LA SICUREZZA MICROBIOLOGICA<br />
UN’APP PER INDIVIDUARE I LIVELLI<br />
DI RISCHIO OPERATIVO<br />
L’abbigliamento MEWA viene<br />
indossato ogni giorno da circa<br />
1,2 milioni di persone. Matthias<br />
Zoch, responsabile ingegneria<br />
ambientale e di processo presso<br />
MEWA, spiega perché è<br />
possibile fare affidamento sui<br />
processi di lavaggio certificati<br />
per l’igiene.<br />
I virus possono sopravvivere ai<br />
processi di lavaggio MEWA?<br />
No, le nostre procedure sono<br />
validate igienicamente e sono<br />
sicure, cosa che non sempre<br />
vale per il bucato nella lavatrice<br />
domestica. Questo è il motivo<br />
per cui proprio le aziende che<br />
operano in settori sensibili<br />
come quello dei generi alimentari<br />
vanno sul sicuro se affidano<br />
a professionisti il lavaggio degli<br />
indumenti dei propri dipendenti.<br />
Non è possibile il contagio<br />
attraverso i tessuti lavati da<br />
MEWA. La nostra gestione<br />
dell’igiene garantisce l’innocuità<br />
microbiologica degli indumenti<br />
lavati e riconsegnati da<br />
noi. I virus non possono sopravvivere<br />
a questo lavaggio industriale<br />
professionale.<br />
Questo vale anche per il coronavirus?<br />
Tutti i nostri processi di lavaggio<br />
per indumenti professionali si<br />
svolgono a temperature comprese<br />
tra 60 e 75 gradi Celsius.<br />
Queste temperature, insieme ai<br />
disinfettanti che utilizziamo,<br />
inattivano completamente i coronavirus.<br />
L’efficacia virucida<br />
degli agenti disinfettanti è comprovata.<br />
Tutte le nostre aziende<br />
per il lavaggio dell’abbigliamento<br />
da lavoro sono certificate wfk<br />
per l’igiene dei tessuti.<br />
Per i panni per la pulizia, le temperature<br />
di lavaggio sono ancora<br />
più elevate. Vengono lavati a<br />
temperature di 90 gradi C° per<br />
almeno 15 minuti. Il Robert<br />
Koch Institut definisce come parametri<br />
per la disinfezione termica<br />
il lavaggio a una temperatura<br />
di 90 gradi C° con un<br />
tempo di mantenimento di 10<br />
minuti. I nostri processi di lavaggio<br />
superano questi requisiti e<br />
sono quindi disinfettanti. Tutti i<br />
germi sono completamente<br />
inattivati.<br />
Il coronavirus può trasmettersi<br />
attraverso i tessuti?<br />
Non sono note infezioni causate<br />
da tessuti. Tutte le infezioni<br />
conosciute si sono verificate per<br />
contatto diretto, poiché le vie di<br />
infezione del coronavirus sono,<br />
secondo le attuali conoscenze,<br />
paragonabili al virus dell’influenza:<br />
si tratta di infezioni<br />
trasmesse da goccioline o infezioni<br />
dirette. Inoltre, non sono<br />
note infezioni da goccioline<br />
trasportate dall’aria. Questo è il<br />
motivo per cui attualmente<br />
dobbiamo mantenere una distanza<br />
di almeno un metro e<br />
mezzo. Di norma, a questa distanza<br />
si è fuori dal raggio di<br />
azione delle goccioline emesse<br />
con uno starnuto, un colpo di<br />
tosse oppure parlando.<br />
È nata una nuova app che aiuterà i responsabili<br />
delle operation, i responsabili<br />
degli impianti e i professionisti<br />
di IT/OT a misurare i livelli di rischio<br />
operativo all’interno delle proprie<br />
infrastrutture connesse.<br />
L’app Assessment Hub di<br />
Rockwell Automation copre<br />
reti, asset di automazione<br />
e cyber security ed<br />
è stata sviluppata per<br />
far sì che i manager<br />
siano maggiormente<br />
consapevoli<br />
di quanto il<br />
livello di rischio<br />
aumenti, in rapporto<br />
a una crescente<br />
espansione degli spazi di lavoro connessi<br />
e dello smart manufacturing.<br />
Disponibile ora sia per Android che per<br />
iOS, l’applicazione dopo aver posto una<br />
serie di semplici domande intuitive e stimolanti,<br />
fornisce un rating personalizzato<br />
a basso, medio o alto rischio, calcolato<br />
in base alle attuali best practice del<br />
settore.<br />
“Abbiamo sviluppato questa app come<br />
incentivo e punto di partenza per una<br />
valutazione più approfondita dell’impianto,<br />
la nostra significativa esperienza,<br />
basata su progetti realizzati in tutto il<br />
mondo, ci ha permesso di comprendere<br />
che, spesso, semplici problemi operativi<br />
e rischi possono essere indicativi di criticità<br />
più importanti ed estese che, non<br />
sempre, sono così facili da prevedere o<br />
da analizzare”, ha dichiarato Marc Baret,<br />
EMEA Regional Director, Customer<br />
Support and Maintenance di Rockwell<br />
Automation.<br />
“Attraverso una serie di quesiti su reti, asset<br />
e sicurezza - anche solo con semplici<br />
domande come quelle previste dall’appgli<br />
utenti possono iniziare a delineare un<br />
quadro e a localizzare i potenziali rischi e,<br />
quindi, far evolvere ed espandere le proprie<br />
operazioni in un ambiente più strutturato<br />
e meglio gestito”.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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41
automazione/strumentazione<br />
Nel 2019 le applicazioni<br />
nell’industria alimentare<br />
hanno raggiunto<br />
il valore di 11,5 miliardi<br />
di dollari. Nei prossimi<br />
anni cresceranno ancora,<br />
trainate dalle tecnologie<br />
intelligenti e dal mercato<br />
asiatico.<br />
di Giuseppe<br />
Tamburini<br />
AUTOMAZIONE E STRUMENTAZIONE<br />
DI PROCESSO: CRESCITA VERSO L’8%<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Le soluzioni<br />
automatizzate<br />
e di robotica<br />
trovano la<br />
loro maggior<br />
applicazione<br />
nelle fasi di vera<br />
e propria<br />
lavorazione<br />
e trasformazione<br />
delle materie<br />
prime in alimento<br />
finito<br />
Il mercato mondiale dell’automazione e strumentazione di<br />
processo nell’industria alimentare ha raggiunto nel 2019 il<br />
valore di 11,5 miliardi di dollari, con un incremento medio<br />
annuo del 7,2% nell’arco dell’ultimo decennio (figura 1).<br />
È importante precisare che cosa comprendono i dati di mercato.<br />
Il settore di riferimento è quello della strumentazione<br />
per l’automazione e il controllo di processo utilizzata nell’industria<br />
alimentare, ed è comprensiva di una serie di voci:<br />
- strumenti vari di misura e controllo di campo: termometri,<br />
termostati, manometri, pressostati, misuratori di livello, flussimetri<br />
ecc. La strumentazione di campo assiste l’operatore<br />
nella gestione degli asset dell’impianto e contribuisce ad<br />
ottimizzare in generale i processi di produzione attraverso<br />
l’acquisizione e l’analisi dei dati; è indispensabile per ottenere<br />
le informazioni in maniera rapida, agevole e sicura attraverso<br />
la misurazione dei vari parametri di processo;<br />
- sensori di controllo e decodificatori;<br />
- analizzatori di gas e liquidi;<br />
- valvole di regolazione, attuatori, azionamenti industriali;<br />
- quadri e pannelli di controllo degli impianti, compresa relativa<br />
strumentazione, composta da monitor, regolatori<br />
avanzati single e multi-loop: i regolatori multi-loop sono<br />
utilizzati per il controllo di una macchina di processo in sistemi<br />
che richiedono più di un loop di controllo all’interno dello<br />
stesso sistema;<br />
- sistemi di pesatura e dosaggio;<br />
- sistemi di controllo e gestione del processo: rappresentano<br />
la quota più consistente del mercato (tabella 1), e comprendono<br />
varie voci:<br />
• Manufacturing Execution System (MES): contribuisce ad<br />
aumentare la produttività dell’azienda, tenendo sotto controllo<br />
costante le condizioni dell’impianto nonché tutti i vari<br />
elementi del complesso processo produttivo, riducendo i<br />
tempi di ciclo, ed eliminando la dipendenza dall’uomo nella<br />
42<br />
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automazione/strumentazione<br />
Figura 1 - Evoluzione del mercato mondiale dell’automazione<br />
e strumentazione di processo nell’industria alimentare: 2009 -2019<br />
Tab. 1 - Mercato mondiale dell’automazione<br />
e strumentazione di processo per industria<br />
alimentare per voci che lo compongono: anno 2019<br />
IMA% (Incremento medio annuo percentuale) 2009 - 2019: +7,2%<br />
Fonte: aziende alimentari - società produttrici di strumentazione e automazione<br />
Tipo di strumentazione Milioni $<br />
Strumenti di misura e controllo di campo 850<br />
Sensoristica di controllo, decodificatori 920<br />
Analizzatori di gas e liquidi 290<br />
Valvole di regolazione, attuatori,<br />
azionamenti industriali da campo 1.200<br />
Quadri e pannelli di controllo 390<br />
Sistemi di controllo e gestione impianti 2.350<br />
Sistemi di pesatura e dosaggio 150<br />
Strumentazione di laboratorio 910<br />
Macchinari e robotica 3.200<br />
Altri vari 1.290<br />
Totale 11.550<br />
Fonte: aziende alimentari - società produttrici<br />
di strumentazione e automazione<br />
elaborazione dei dati, con evidente risparmio<br />
di costi. Un MES è un sistema<br />
software che gestisce in maniera integrata<br />
ed efficiente il processo produttivo<br />
di un’azienda, attraverso collegamenti<br />
diretti alle macchine (PLC/Scada:<br />
vedi sotto). Tramite le informazioni<br />
fornite in tempo reale è possibile avere<br />
una visione completa dello stato di<br />
avanzamento degli ordini, delle risorse<br />
e delle materie prime impiegate nel<br />
processo. Tramite appositi software è<br />
possibile realizzare la “Pianificazione<br />
delle Risorse d’Impresa” (Enterprise<br />
Resource Planning: ERP);<br />
• PLC (Programmable Logic Controller<br />
o Controllore Logico Programmabile):<br />
Foto Siemens<br />
il PLC elabora i segnali digitali ed analogici<br />
provenienti da sensori e diretti<br />
agli attuatori presenti nell’impianto. In<br />
sostanza si tratta di un computer dotato<br />
di interfacce ingresso/uscita, capaci<br />
di dialogare con dispositivi di vario<br />
tipo: pulsanti, sensori, o altro;<br />
• SCADA (Supervisory Control and<br />
Data Acquisition: Supervisione,<br />
Controllo e Acquisizione Dati): un sistema<br />
SCADA è costituito da uno o più<br />
computer interconnessi fra loro con<br />
funzioni di supervisione e, in particolare,<br />
di interfaccia uomo-macchina;<br />
• DCS (Distributed Control System o<br />
Sistema di Controllo Distribuito): è costituito<br />
da diversi sottosistemi, tra cui<br />
In Europa<br />
Occidentale<br />
il maggior mercato<br />
è quello tedesco,<br />
seguito da Regno<br />
Unito, Francia<br />
e Italia, paesi nei<br />
quali si concentra<br />
all’incirca il 62%<br />
della domanda<br />
nell’area<br />
per i sistemi<br />
di automazione<br />
di processo<br />
industriale<br />
quello di acquisizione e di elaborazione<br />
dei dati, in grado di scambiare autonomamente<br />
informazioni col processo<br />
tramite diversi controllori dislocati nelle<br />
varie sezioni dell’impianto: le informazioni<br />
scambiate dai sottosistemi vengono<br />
raccolte da accentratori di supervisione.<br />
L’eventuale disfunzione di un<br />
accentratore non significa perdita della<br />
capacità di mantenere il sistema sotto<br />
controllo, evitando perciò l’arresto totale<br />
dell’impianto, con evidenti benefici<br />
in termini di produttività;<br />
- strumentazione di laboratorio: è<br />
esclusa la strumentazione utilizzata al<br />
di fuori delle aziende alimentari produttrici<br />
(es. quella utilizzata presso i<br />
Centri di Ricerca Universitari);<br />
- macchinari e robotica e relativo software;<br />
- altre voci: va assumendo un ruolo<br />
sempre più importante la componente<br />
“servizi”, che comprende fra l’altro:<br />
assistenza tecnica e consulenza, manutenzione<br />
preventiva programmata,<br />
progettazione e messa a punto dell’intero<br />
impianto ecc.<br />
NORDAMERICA IL MERCATO<br />
MAGGIORE<br />
Il mercato di maggiori dimensioni resta<br />
attualmente quello Nord Americano,<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
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43
automazione/strumentazione<br />
Figura 2 - Mercato mondiale dell’automazione e strumentazione di processo<br />
per industria alimentare per voci che lo compongono (in %): anno 2019<br />
Tab. 2 - Il mercato dell’automazione e<br />
strumentazione di processo per industria alimentare<br />
suddiviso per area geografica: anno 2019<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
dato l’elevato livello delle tecniche di<br />
automazione a disposizione nella regione,<br />
all’avanguardia a livello mondiale<br />
insieme al Giappone. Secondo e<br />
terzo mercato per dimensioni sono<br />
Europa Occidentale e Asia con quote<br />
solo leggermente inferiori al Nord<br />
America (tabella 2).<br />
In Europa Occidentale il maggior<br />
mercato è quello tedesco, seguito da<br />
Regno Unito, Francia e Italia, paesi<br />
nei quali si concentra all’incirca il<br />
62% della domanda europea occidentale<br />
di sistemi di automazione di<br />
processo industriale. Nel confronto<br />
mondiale, comunque, l’Unione<br />
Europea ancora è superata dagli Stati<br />
Uniti, dal Giappone e perfino dalla<br />
Corea del Sud in quanto ad adozione<br />
di tali tecnologie.<br />
I paesi scandinavi, pur essendo mercati<br />
di dimensioni minori, si confermano<br />
leader in Europa nell’innovazione e<br />
automazione di processo (in particolare<br />
Svezia, Danimarca e Finlandia).<br />
Se comparata con altri settori industriali,<br />
l’industria alimentare è stata relativamente<br />
lenta nell’adozione di sistemi di<br />
automazione e robotica, ma negli ultimi<br />
anni anche in Europa l’automazione<br />
di processo sta diventando parte integrante<br />
sia del processo produttivo che<br />
del processo di packaging, colmando<br />
progressivamente il gap con USA e<br />
Giappone. Nell’ area europea orientale<br />
il mercato di maggiori dimensioni è<br />
quello russo (vedi tabella 3), ma la penetrazione<br />
delle soluzioni automatizzate<br />
di processo è maggiore nei paesi<br />
dell’ Est Europa appartenenti alla UE;<br />
in particolare Polonia e Slovacchia,<br />
mentre iniziali segnali di rallentamento<br />
degli investimenti hanno iniziato a farsi<br />
sentire già tra fine 2018 e 2019 in<br />
Romania, Ungheria, Repubblica Ceca.<br />
Per quanto riguarda la Russia, i consumi<br />
alimentari e dei beni di consumo in genere,<br />
dopo una buona ripresa nel 2018,<br />
hanno dato segnali di rallentamento;<br />
inoltre va rilevato che il paese è sostanzialmente<br />
un importatore di impianti<br />
alimentari e relativi sistemi di automazione<br />
di processo: circa l’87% degli<br />
impianti viene importato da paesi esteri<br />
ed acquistato dalle circa 30 industrie<br />
alimentari e circa 43.000 organizzazioni<br />
alimentari dislocate in tutto il paese.<br />
Lo stato degli impianti attualmente<br />
esistenti è per lo più obsoleto, ma si rileva<br />
comunque una crescente domanda<br />
di soluzioni di automazione e digitalizzazione;<br />
un mix che risulta<br />
sicuramente attrattivo per le multinazionali<br />
dell’automazione e strumentazione<br />
di processo, anche se attualmente condizionato<br />
da una situazione di rallenta-<br />
Area geografica / paese Milioni $<br />
Nord America, di cui: 3.060<br />
. USA 2.740<br />
. Canada 320<br />
America Latina, di cui: 1.040<br />
. Brasile 380<br />
. Messico 270<br />
. altri paesi 390<br />
Europa Occidentale 2.920<br />
Europa dell’ Est 340<br />
CSI 560<br />
Asia - Pacifico 2.850<br />
Africa 300<br />
Medio Oriente, di cui: 480<br />
. Turchia 160 (1)<br />
. Arabia Saudita 70<br />
. Altri paesi 250<br />
Totale 11.550<br />
(1)<br />
Stime basate sulle reali potenzialità del paese<br />
Fonte: aziende alimentari - società produttrici<br />
di strumentazione e automazione<br />
ta crescita dell’economia del paese.<br />
In America Latina la penetrazione di<br />
soluzioni automatizzate nell’industria<br />
manufatturiera è ancora relativamente<br />
bassa; ciò è in parte dovuto alla carenza<br />
di personale specializzato in grado<br />
di gestire soluzioni innovative; secondo<br />
recenti stime mediamente quasi un<br />
terzo delle società industriali in America<br />
Latina ha difficoltà a reperire personale<br />
specializzato, una media superiore di<br />
circa 10-15 punti percentuali rispetto<br />
alla media mondiale. Esiste inoltre il<br />
problema che circa il 40% dei lavoratori<br />
nella regione svolge lavori semplicemente<br />
di routine, per cui il passaggio<br />
a soluzioni automatizzate risulta più<br />
difficile. D’altra parte però, proprio<br />
questo gap tecnologico e, soprattutto<br />
il fatto che i consumi alimentari nella<br />
regione aumentino comunque a tassi<br />
superiori rispetto alle aree industrializzate,<br />
rappresentano i futuri driver del<br />
mercato dell’automazione in America<br />
Latina. Va rilevato, in particolare, che<br />
l’industria alimentare è fra i settori in-<br />
44<br />
www.interprogettied.com
automazione/strumentazione<br />
Tab. 3 - Il mercato dell’automazione e<br />
strumentazione di processo per industria alimentare<br />
nell’ Est Europa – CSI suddiviso per paese: anno 2019<br />
Figura 3 - Mercato mondiale dell’automazione e strumentazione di processo<br />
per industria alimentare suddiviso per area geografica (in %): anno 2019<br />
Paese Milioni $<br />
Polonia 107<br />
Repubblica Ceca 48<br />
Slovacchia 33<br />
Ungheria 34<br />
Romania 34<br />
Bulgaria 15<br />
Paesi della ex - Jugoslavia 69<br />
Russia 410<br />
Ucraina 100<br />
Altri paesi 50<br />
Totale Europa dell’ Est - CSI 900<br />
Fonte: aziende alimentari – società produttrici<br />
di strumentazione e automazione<br />
dustriali che registrano una maggior<br />
penetrazione di automazione in quasi<br />
tutti i paesi latino-americani.<br />
Il Brasile resta il maggior mercato<br />
dell’automazione e strumentazione di<br />
processo nell’industria alimentare con<br />
una quota di circa il 37% sull’intero<br />
mercato latino – americano, con una<br />
particolare penetrazione nell’industria<br />
di lavorazione del pollame.<br />
In Messico l’impianto di Guanajuato<br />
della società Sucroliq, che produce circa<br />
150.000 litri di zucchero liquido /<br />
anno, nel settembre 2018 è stato automatizzato<br />
al 100%. Un altro settore<br />
che secondo le stime della FAO è particolarmente<br />
promettente in Messico<br />
è quello della lavorazione del pesce.<br />
Anche i dati relativi ad una serie di<br />
componenti utilizzati nell’automazione<br />
di processi industriali (per esempio i<br />
circuiti integrati) nel 2018 hanno registrato<br />
in diversi paesi latino-americani<br />
significativi incrementi delle importazioni<br />
(fino al un +45% in Paraguay).<br />
In sintesi l’America Latina resta un mercato<br />
con buone potenzialità di crescita<br />
per lo meno nel medio-lungo periodo,<br />
al di là delle incertezze economiche in<br />
cui attualmente si trovano diversi paesi<br />
di quest’area geografica.<br />
In Asia Pacifico il mercato di maggiori<br />
dimensioni è quello cinese (tabella 4).<br />
www.interprogettied.com<br />
Figura 4 - Il mercato dell’automazione e strumentazione di processo per<br />
industria alimentare nell’Est Europa - CSI suddiviso per paese (in %): anno 2019<br />
Da una parte il mercato alimentare cinese<br />
comincia a mostrare un certo livello<br />
di maturità o per lo meno di rallentamento<br />
rispetto ad alcuni anni fa<br />
quando cresceva a ritmi elevatissimi: va<br />
rilevato una progressiva tendenza da<br />
una situazione di “eating full” a “eating<br />
well”, che favorisce in particolare<br />
il settore beverage, degli yogurt, dei<br />
succhi di frutta e delle bevande ad effetto<br />
salutistico o per sportivi. Il continuo<br />
fenomeno dell’inurbamento inoltre<br />
è un ulteriore elemento di crescita<br />
del mercato del processed food e<br />
packaged food. D’altra parte l’introduzione<br />
dell’automazione di processo<br />
nell’industria alimentare cinese prosegue<br />
a ritmi decisamente sostenuti, ben<br />
superiori alla crescita del mercato alimentare,<br />
in relazione alla massiccia<br />
presenza nel paese di soluzioni automatizzate<br />
e robotizzate.<br />
Crescita più marginale del mercato interno<br />
giapponese, ma con l’adozione<br />
di tecnologie tra le più qualificate al<br />
mondo. Rimane elevato il flusso di<br />
esportazioni di strumentazione e soluzioni<br />
di automazione, in particolare<br />
verso gli altri paesi asiatici.<br />
Ancor più dinamica, rispetto a quello<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
45
automazione/strumentazione<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
cinese, la crescita del mercato indiano;<br />
gli investimenti in automazione di processo<br />
sono favoriti dal MOFPI (Ministry<br />
of Food Processing Industry) tramite<br />
una serie di agevolazioni di tipo fiscale<br />
e finanziario soprattutto nei settori trainanti<br />
dell’industria alimentare indiana:<br />
industria lattiero-casearia, lavorazione<br />
della frutta e verdura, industria della<br />
carne e del pollame, industria ittica,<br />
dislocate in quasi 40.000 unità produttive.<br />
Attualmente comunque l’India<br />
non è tra i paesi asiatici a più alta penetrazione<br />
di soluzioni automatizzate<br />
nell’industria alimentare.<br />
Ancora piuttosto limitata la penetrazione<br />
di soluzioni automatizzate anche in<br />
Thailandia: solo circa il 13% (per lo più<br />
multinazionali estere attive nel paese)<br />
delle industrie alimentari thailandesi<br />
attualmente già utilizza sistemi di automazione<br />
di processo; altri due terzi<br />
circa non hanno nemmeno pensato ad<br />
un’eventuale introduzione di tali sistemi,<br />
mentre circa un 20% sta pensando<br />
di introdurli nel futuro.<br />
In Sud Corea la penetrazione della strumentazione<br />
e automazione di processo<br />
nell’industria alimentare è tra le più elevate<br />
al mondo, e ha registrato negli ultimi<br />
anni uno dei tassi di crescita più alti<br />
all’interno della regione asiatica; il paese<br />
è da tempo un hub per tecnologie di<br />
robotica e automazione, in particolare<br />
per quanto riguarda la sensoristica.<br />
Avanzate le tecnologie di automazione<br />
di processo anche nell’industria alimentare<br />
australiana e neozelandese.<br />
Anche Taiwan, se pure mercato di minori<br />
dimensioni, è all’avanguardia<br />
nell’adozione di strumentazione e soluzioni<br />
di automazione di processo<br />
nell’industria alimentare e delle bevande<br />
e, più in generale, in tutte le industrie<br />
manifatturiere, data l’eccellenza di<br />
un’industria informatica specializzata<br />
in particolare nella produzione di componenti<br />
elettronici e computer.<br />
Diversa la situazione in Vietnam: la recessione<br />
economica ha bloccato gran<br />
parte degli investimenti; altri fattori<br />
comunque sono di ostacolo alla crescita<br />
degli investimenti in automazione:<br />
Tab. 4 - Il mercato dell’automazione<br />
e strumentazione di processo per industria alimentare<br />
in Asia - Pacifico suddiviso per paese: anno 2019<br />
Paese Milioni $<br />
Giappone 860<br />
Cina 1.110<br />
India 315<br />
Sud Corea 420<br />
Indonesia 10<br />
Thailandia 20<br />
Singapore 30<br />
Taiwan 70<br />
Altri paesi (1) 15<br />
Totale Asia - Pacifico 2.850<br />
(1)<br />
Filippine, Malaysia, Pakistan<br />
Fonte: aziende alimentari – società produttrici<br />
di strumentazione e automazione<br />
la carenza di personale specializzato, la<br />
carenza di strutture di supporto IT; le<br />
industrie locali sono oberate da problemi<br />
finanziari e di badget; esistono barriere<br />
all’importazione di strumentazione<br />
e di tecnologie di cui ancora il paese<br />
è carente. È opinione comunque che<br />
sia proprio l’industria del food & beverage<br />
a fare da traino nell’adozione di<br />
soluzioni avanzate, in quanto ritenuta<br />
di vitale importanza nello sviluppo<br />
dell’industria manifatturiera nazionale.<br />
In Indonesia dopo il precedente boom<br />
trainato dall’aumento dei consumi alimentari<br />
e di largo consumo e l’ingresso<br />
di capitali esteri in diversi settori industriali,<br />
gli investimenti hanno rallentato<br />
in relazione all’aggravarsi della congiuntura<br />
economica generale.<br />
Di dimensioni limitate il mercato malaysiano,<br />
dove comunque esiste una valida<br />
industria elettronica fornitrice di componenti<br />
e strumentazione di processo;<br />
nello specifico settore alimentare le principali<br />
industrie utilizzatrici di tali sistemi<br />
sono quelle della lavorazione di frutti<br />
locali, olio di palma, zuccherifici.<br />
Limitata la penetrazione di strumentazione<br />
e soluzioni automatizzate di<br />
processo nell’industria alimentare<br />
filippina; attualmente l’adozione di<br />
tali tecniche nelle Filippine riguarda<br />
in prevalenza altri settori industriali:<br />
cementifici, energia, oil & gas.<br />
Nell’area mediorientale il mercato con<br />
maggiori potenzialità di crescita è quello<br />
turco. Attualmente il livello di automazione<br />
dell’industria alimentare turca<br />
è ancora lontano da quello medio dei<br />
paesi Europei. Solo un 30% circa delle<br />
industrie alimentari turche utilizza tecnologie<br />
di processo automatizzate: del<br />
totale aziende, comprese quelle che già<br />
le hanno introdotte almeno in parte,<br />
circa un 50% comunque ha dichiarato<br />
di voler investire, o aumentare gli investimenti,<br />
in tali tecnologie nell’arco dei<br />
prossimi 3-5 anni, un altro 30% nell’arco<br />
dei prossimi 5-10 anni, mentre solo<br />
il 20% allo stato attuale non ha ancora<br />
considerato questo argomento. Nel<br />
2017 il Ministero delle Scienze, Industria<br />
e <strong>Tecnologie</strong> ha varato la “Digital<br />
Transformation Platform in Industry”,<br />
una partnership pubblico – privato per<br />
fornire un supporto tecnologico alle<br />
imprese; gli incentivi a favore delle imprese<br />
sono stati delineati nel marzo<br />
2019 al fine di implementare progetti<br />
relativi all’automazione dei processi industriali<br />
(big data, IoT, sensoristica intelligente).<br />
L’industria del food processing<br />
è tra quelle, in Turchia, più inclini all’adozione<br />
di tali tecnologie. Purtroppo<br />
però l’attuale situazione di incertezza<br />
politica e la difficile situazione economica<br />
sono un forte freno agli investimenti,<br />
in particolare gli investimenti esteri di<br />
cui tanto necessita il paese.<br />
SEMPRE PIÙ AUTOMAZIONE<br />
NEL FUTURO DEL FOOD&BEVERAGE<br />
Nel delineare le prevedibili evoluzioni<br />
del mercato della strumentazione e<br />
automazione di processo nell’industria<br />
alimentare vanno tenute presenti le<br />
seguenti considerazioni:<br />
- in primo luogo diverse fonti citano<br />
l’industria alimentare e delle bevande<br />
come una delle quattro top potenziali<br />
maggiori beneficiarie delle soluzioni<br />
automatizzate, insieme all’industria oil<br />
& gas, automotive, energia. Si ritiene<br />
infatti che l’utilizzo di sistemi di automazione<br />
nei processi di produzione e<br />
imballaggio di cibo e bevande rappre-<br />
46<br />
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automazione/strumentazione<br />
Figura 5 - Il mercato dell’automazione e strumentazione di processo per<br />
industria alimentare in Asia - Pacifico suddiviso per paese (in %): anno 2019<br />
Tab. 5 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale della strumentazione<br />
e automazione di processo per industria alimentare: 2019 – 2023 (1)<br />
Area geografica / paese Milioni $ IMA% (2)<br />
2019 2023<br />
Nord America 3.060 4.240 + 8,5<br />
Europa Occidentale 2.920 3.880 + 7,4<br />
Giappone 860 1.090 + 6,1<br />
Russia 410 520 + 6,1<br />
India 315 490 + 11,7<br />
Cina 1.110 1.655 + 10,5<br />
Brasile 380 470 + 5,5<br />
Messico 270 365 + 7,8<br />
Turchia 160 190 + 4,4<br />
Resto mondo 2.065 2.810 + 8,0<br />
Totale mondo 11.550 15.710 + 8,0<br />
(1)<br />
Tutti i dati sono a $ costante 2019<br />
(2)<br />
IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2019 - 2023<br />
Fonte: consensus aziende alimentari - aziende fornitrici di strumentazione<br />
e soluzioni di automazione<br />
senti sempre di più un fattore indispensabile<br />
per soddisfare la crescente domanda<br />
alimentare mondiale;<br />
- l’adozione di soluzioni automatizzate<br />
e robotizzate risulta utile nel processo<br />
primario della produzione di selezione,<br />
cernita, lavaggio, lavorazione primaria<br />
(es. macellazione di carni) delle materie<br />
prime. Ma è soprattutto nelle fasi di produzione<br />
vera e propria di lavorazione e<br />
trasformazione delle materie prime in<br />
alimento finito che le soluzioni automatizzate<br />
e di robotica trovano la loro magwww.interprogettied.com<br />
gior applicazione, ottimizzando al massimo<br />
i vari parametri di processo e<br />
accelerandolo. Infine oggi l’intero processo<br />
di imballaggio può essere automatizzato<br />
e robotizzato, sia in fase di<br />
confezionamento primario (immissione<br />
dell’alimento nel suo contenitore), sia in<br />
fase di confezionamento secondario di<br />
raccolta dei singoli contenitori a contatto<br />
dell’alimento in una scatola esterna<br />
(di cartone, plastica o altro materiale),<br />
sia infine di confezionamento terziario<br />
(es: un robot che impila più scatole su<br />
un pallet pronto per la spedizione). È<br />
proprio nella fase di confezionamento<br />
e imballaggio che troverà applicazione<br />
la robotica, in particolare i cosiddetti<br />
“cobot” (robot collaborativi), che consentono<br />
di ridurre al minimo i tempi di<br />
inattività, sono facilmente programmabili<br />
e, in particolare in fase di confezionamento<br />
ed etichettatura, risultano<br />
utili nel ridurre gli sprechi di materiale;<br />
- non va dimenticato che l’industria<br />
alimentare è tipicamente un’industria<br />
“anti-ciclica”, e l’ultima tragica situazione<br />
Covid-19 ne è la dimostrazione<br />
più evidente; l’industria alimentare è<br />
quella che meno ha risentito dell’impatto,<br />
anzi, almeno alcuni settori quali<br />
i prodotti in scatola o gli ingredienti<br />
per cibi fatti in casa (come il lievito), ne<br />
hanno addirittura beneficiato;<br />
- l’IIoT (Industrial Internet of Thing) sarà<br />
iI trend dominante nell’automazione<br />
dei processi industriali in uno scenario<br />
che vedrà macchinari e strumenti sempre<br />
più interconnessi tra loro. Il numero<br />
totale di apparecchiature connesse IoT<br />
tra il 2015 e il 2018 è aumentato di<br />
oltre il 30%, ed entro il 2024 dovrebbe<br />
arrivare a superare i 50 miliardi a livello<br />
mondiale, con un’ulteriore crescita del<br />
12-14% medio annuo rispetto ai valori<br />
attuali, in relazione agli investimenti<br />
in tecnologie smart e all’attività di<br />
Ricerca & Sviluppo. Questa crescita delle<br />
connessioni uomo – macchina e tra<br />
macchina e macchina (M2M machine<br />
to machine) avrà un ruolo fondamentale<br />
nella supervisione e controllo di<br />
processo in tutta l’industria manifatturiera,<br />
compresa l’industria alimentare.<br />
A livello mondiale il mercato della strumentazione<br />
e automazione di processo<br />
per industria alimentare è previsto crescere<br />
ad un tasso medio annuo dell’8%,<br />
leggermente superiore a quello registrato<br />
nell’arco dell’ultimo decennio grazie<br />
all’avvento delle tecnologie “smart”,<br />
per arrivare ad attestarsi a 15,71 miliardi<br />
di dollari nel 2023. I paesi “emergenti”<br />
sono ancora quelli destinati a registrare<br />
il tasso di crescita più elevato, in particolare<br />
quelli dell’area asiatica (India e Cina<br />
in testa: tabella 5).<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
47
automazione/strumentazione<br />
Mannara ha adottato<br />
i sistemi di Mitsubishi<br />
Electric per la sua<br />
innovativa macchina<br />
flow pack destinata<br />
all’imballaggio<br />
di capsule di caffè.<br />
Raggiungendo<br />
tempi di<br />
lavorazione molto<br />
rapidi.<br />
AUTOMAZIONE AVANZATA<br />
PER CONFEZIONAMENTO<br />
FLOW PACK DI CAPSULE CAFFÈ<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
48<br />
Chi opera nel mercato del packaging si trova a gestire una<br />
sempre maggiore richiesta di flessibilità, varietà e multifunzionalità<br />
dell’involucro, ormai diventato un elemento di differenziazione<br />
irrinunciabile che deve combinare funzioni di tipo<br />
pratico e di tipo comunicativo. Per rispondervi, sono necessarie<br />
macchine capaci di garantire prestazioni d’eccellenza in<br />
termini di velocità, precisione e facilità di setup, soluzioni in cui<br />
la tecnologia di automazione gioca un ruolo fondamentale,<br />
a partire dalla scelta di un eccellente sistema di Motion Control.<br />
Questa consapevolezza guida l’operato dell’azienda P.<br />
Mannara & Figli di Nocera Superiore, in provincia di Salerno,<br />
attiva da oltre 40 anni nella costruzione di soluzioni destinate<br />
alle linee di packaging, dalle incartonatrici alle termosigillatrici<br />
per il settore alimentare, dalle vassoiatrici alle fardellatrici, con<br />
una particolare expertise nel campo delle macchine flow pack.<br />
Per rispondere in modo performante alle richieste del mercato,<br />
l’azienda si avvale da tempo di prodotti Mitsubishi Electric,<br />
da cui trae notevoli vantaggi. L’offerta di Mitsubishi Electric si<br />
compone infatti di una vasta gamma di soluzioni basate su<br />
architetture e funzionalità sviluppate ad hoc per rispondere<br />
alle esigenze tipiche del settore: a partire dai controllori compatti<br />
fino ai sofisticati controllori motion, le soluzioni Mitsubishi<br />
Electric garantiscono tempi di risposta molto veloci e l‘alta<br />
flessibilità nei profili eseguibili. Si ottengono in tal modo significativi<br />
incrementi di produttività e l’abbattimento dei tempi di<br />
cambio formato. Inoltre, l’implementazione di Librerie Motion<br />
secondo standard PLCopen e OMAC PackML permette un<br />
facile e rapido sviluppo delle macchine, rendendo semplice la<br />
configurazione del sistema e liberando il cliente dalla necessità<br />
di gestirne la programmazione.<br />
PACKAGING AD ALTA TECNOLOGIA<br />
I vantaggi garantiti dal sistema Mitsubishi Electric sono<br />
evidenziati chiaramente da una delle più recenti realizza-<br />
www.interprogettied.com
automazione/strumentazione<br />
La macchina flow pack P. Mannara &<br />
Figli destinata al confezionamento<br />
di capsule di caffè<br />
zioni di P. Mannara & Figli, una flow<br />
pack destinata al confezionamento<br />
di capsule di caffè.<br />
La macchina si basa su di un sistema<br />
completamente elettronico movimentata<br />
da servomotori brushless ad altissima<br />
precisione e affidabilità, regolabile<br />
tramite un pannello touch screen da<br />
cui è possibile selezionare le diverse ricette<br />
di lavoro. Il relativo set up e avvio<br />
avviene poi in modo completamente<br />
automatico, per la massima semplicità<br />
d’utilizzo. La diagnosi dei guasti può<br />
essere eseguita a distanza grazie al sistema<br />
di teleassistenza, che permette<br />
inoltre di effettuare da remoto – e previa<br />
autorizzazione - anche modifiche<br />
alle impostazioni principali della macchina<br />
e aggiornamenti software.<br />
A garanzia di efficienza e qualità, la Flow<br />
Pack adotta inoltre tre coppie di ruote di<br />
traino, un gruppo di supporto gommato<br />
e servo assistito, convogliatori regolabili,<br />
piastre traino refrigerate e un impianto<br />
d’iniezione gas inerte. La<br />
macchina si distingue in particolare per<br />
la massima flessibilità, raggiunta grazie<br />
al sistema di cambio bobina con ri-giunzione<br />
automatica, ad un’alimentazione<br />
prodotto automatica a velocità regolabile<br />
ed alla modularità delle spatole saldanti<br />
con rifasamento automatico, che<br />
rende possibile montare e smontare<br />
agevolmente spatole supplementari<br />
grazie al rifasamento elettronico.<br />
Il telaio è realizzato in acciaio inox,<br />
mentre molti particolari meccanici<br />
sono in acciaio speciale ricavati dal<br />
pieno, per una lunga durata nel tempo<br />
anche in ambienti in cui siano presenti<br />
agenti esterni aggressivi. Tutto<br />
ciò garantisce ai clienti un’elevata<br />
flessibilità produttiva e l’alta qualità<br />
nelle operazioni di packaging.<br />
Cuore del sistema è la soluzione<br />
Motion Control di Mitsubishi Electric<br />
integrata in iQ Platform. Grazie<br />
all’impiego di questa piattaforma,<br />
capace di integrare fino a quattro<br />
CPU ad alte prestazioni, Mannara ha<br />
potuto disporre di tutti gli straordinari<br />
incrementi della produzione e riduzione<br />
dei costi di gestione che il sistema<br />
completo integrato di Mitsubishi<br />
Electric può consentire.<br />
VELOCITÀ E PRECISIONE<br />
PER UN BUON CAFFÈ<br />
La combinazione del know-how applicativo<br />
di Mannara e delle caratteristiche<br />
avanzate di iQ Platform di Mitsubishi<br />
Electric garantisce all’utente finale la<br />
possibilità di ottenere tempi di lavorazione<br />
molto rapidi. La macchina preleva<br />
ad una ad una le capsule dalla capsulatrice,<br />
le posiziona in una pellicola ed<br />
effettua quindi la chiusura del film attorno<br />
al prodotto, ad un ritmo di 250<br />
confezioni al minuto. In particolare, la<br />
potenza della CPU la rende particolarmente<br />
reattiva nell’elaborazione dei<br />
dati, garantendo velocità di risposta,<br />
mentre l’impiego del motion-bus in fibra<br />
ottica SSCNET III/H permette di gestire<br />
la comunicazione ad una velocità<br />
di 300 Mbps, grazie ad una tecnologia<br />
molto più avanzata di quella adottata<br />
sulle macchine di generazioni prece-<br />
I prodotti della<br />
famiglia Melservo<br />
MR-J4 di<br />
Mitsubishi Electric<br />
permettono<br />
a Mannara di<br />
massimizzare<br />
l’affidabilità di<br />
lavorazione e<br />
posizionamento<br />
denti. L’alta velocità di confezionamento<br />
è un prerequisito fondamentale per<br />
garantire la produttività della linea e,<br />
quindi, la competitività della soluzione,<br />
ma in questo caso più che in altri è fondamentale<br />
che ad essa si accompagni<br />
un’elevatissima precisione, per garantire<br />
la tenuta stagna delle confezioni ed<br />
assicurare così la qualità del prodotto<br />
ed il mantenimento del suo aroma anche<br />
nel formato a capsule. Grazie all’adozione<br />
di prodotti Mitsubishi Electric<br />
è stato possibile coniugare in modo<br />
efficace queste esigenze.<br />
La soluzione Motion rappresenta l’intelligenza<br />
tecnologica che controlla i<br />
servosistemi della famiglia Melservo<br />
MR-J4, che integra numerose funzioni<br />
innovative e di facile impiego, destinate<br />
a minimizzare i lunghi ed impegnativi<br />
adattamenti di sistema fra<br />
meccanica ed elettronica.<br />
Caratterizzati da una protezione<br />
IP65/IP67, i prodotti della famiglia<br />
Melservo MR-J4 permettono a<br />
Mannara di massimizzare l’affidabilità<br />
di lavorazione e posizionamento<br />
grazie a funzionalità quali drive recorder,<br />
autotuning avanzato e soppressione<br />
delle vibrazioni. Un encoder<br />
assoluto integrato con risoluzione 22<br />
bit (oltre 4 milioni di impulsi / giro)<br />
incrementa ulteriormente la precisione<br />
del sistema, garantendo a<br />
Mannara la possibilità di combinare<br />
velocità e massima accuratezza di<br />
posizionamento.<br />
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49
automazione/strumentazione<br />
La cooperativa lattierocasearia<br />
Arla Foods ha<br />
installato un sensore di flusso<br />
calorimetrico di Baumer<br />
nei punti nevralgici del<br />
sistema di raffreddamento<br />
e di riscaldamento nel sito<br />
produttivo di Falkenberg,<br />
rendendo trasparente<br />
il consumo di energia<br />
e consentendo così interventi<br />
di ottimizzazione.<br />
ANALISI DEL CONSUMO<br />
ENERGETICO NELLA PRODUZIONE<br />
DI FORMAGGIO FRESCO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
50<br />
Nello stabilimento di Falkenberg, in Svezia, la cooperativa<br />
di prodotti lattiero-caseari Arla Foods è riuscita per<br />
la prima volta a rendere trasparente il consumo energetico<br />
nella produzione del formaggio fresco in fiocchi.<br />
Utilizzando il sensore di flusso FlexFlow® di Baumer, in<br />
grado di misurare sia il flusso che la temperatura del<br />
fluido. L’installazione particolarmente facile e la possibilità<br />
di risparmi futuri hanno reso subito redditizio questo<br />
investimento.<br />
Nel sito di Falkenburg Arla Foods produce 20 000 tonnellate<br />
di formaggio fresco in fiocchi l’anno, 76,9 tonnellate<br />
al giorno. Una quantità impressionante, con la<br />
quale tuttavia Arla Foods copre pressoché tutta la domanda<br />
del mercato svedese esportando anche in<br />
Finlandia, Danimarca e Grecia. Con volumi di produzione<br />
di questo livello è assolutamente necessario avere un<br />
processo di produzione efficiente in termini di risorse.<br />
Arla Foods inoltre è un precursore in tema di sostenibilità:<br />
entro il 2050 la cooperativa produrrà i suoi latticini<br />
senza alcuna emissione di CO 2<br />
. Gioca un ruolo essenziale<br />
qui l’efficienza energetica.<br />
Afferma Mattias Abrahamsson, responsabile del sistema<br />
di produzione di Arla Falkenberg: “Negli ultimi anni abbiamo<br />
posto sempre maggiore attenzione al monitoraggio<br />
del consumo energetico dei nostri impianti. In alcune<br />
aree però non sapevamo proprio dove fosse consumata<br />
esattamente l’energia”. Il sensore di flusso calorimetrico<br />
FlexFlow degli esperti svizzeri di Baumer ha rappresentato<br />
la svolta: Arla lo ha installato nei punti nevralgici del<br />
sistema di raffreddamento e di riscaldamento, e sulla base<br />
dei risultati di misura ottenuti ha potuto avere per la prima<br />
volta un’idea chiara del consumo di energia. Il produttore<br />
di latticini può così trarre misure concrete per ridurre l’energia<br />
utilizzata.<br />
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automazione/strumentazione<br />
UNA COLLABORAZIONE<br />
DI LUNGA DATA<br />
Raffreddamento e riscaldamento:<br />
questi erano i punti critici a livello di<br />
consumo energetico per il sito Arla<br />
Foods di Falkenberg. Alla luce<br />
dell’impegno dell’azienda per la sostenibilità,<br />
già la concezione<br />
dell’impianto rifletteva molto la volontà<br />
di ridurre il bilancio energetico.<br />
Per il circuito di raffreddamento,<br />
che raffredda il formaggio prodotto<br />
portandolo da 60 a 30 gradi<br />
Celsius, l’azienda utilizza infatti per<br />
quanto possibile il freddo del clima<br />
svedese, in modo da raggiungere<br />
una temperatura di raffreddamento<br />
di 0,5 gradi Celsius. Anche qui si<br />
avevano però perdite di energia,<br />
che per lungo tempo Arla non è riuscita<br />
a localizzare con precisione.<br />
“Quando abbiamo sentito parlare<br />
delle possibilità offerte dal sensore<br />
F l e x F l o w – a ff e r m a M a t t i a s<br />
Abrahamsson – siamo stati subito<br />
interessati. Era proprio quello che<br />
stavamo cercando da tempo”.<br />
“Baumer collabora da diversi anni<br />
con Arla Foods – afferma Martin<br />
Leupold, responsabile prodotto<br />
competente per i sensori di processo<br />
di Baumer – addirittura fin dagli<br />
anni ’90. Nel corso di questa collaborazione<br />
è nato un nuovo collegamento<br />
di processo per la produzione<br />
di latte chiamato Baumer<br />
Hygienic Connection, con il quale è<br />
stato possibile ottimizzare i tempi di<br />
pulizia. Anche i sensori di temperatura<br />
della serie CombiSeries sono<br />
nati in stretta collaborazione tra<br />
Arla e il centro di sviluppo Baumer<br />
di Aarhus, in Danimarca.<br />
“Questa stretta collaborazione ci<br />
consente di conoscere i veri punti<br />
dolenti dei nostri clienti – aggiunge<br />
Leupold – e basandoci su di essi<br />
possiamo sviluppare o consigliare<br />
prodotti in grado di ottimizzare i<br />
loro processi in modo effettivamente<br />
sostenibile”. Per il problema del<br />
monitoraggio del consumo energetico<br />
la scelta è caduta sul sensore<br />
FlexFlow in quanto poteva essere<br />
facilmente integrato nell’ impianto<br />
esistente e consentiva di misurare<br />
in un’unica soluzione sia il flusso<br />
che la temperatura.<br />
FACILE DA INSTALLARE E CON<br />
UN ROBUSTO CORPO IN ACCIAIO<br />
La facilità di installazione del sen-<br />
Sensore di flusso<br />
Baumer FlexFlow<br />
PF20H<br />
Il sito<br />
di produzione<br />
di Arla Foods<br />
a Falkenberg,<br />
in Svezia<br />
sore di flusso FlexFlow è il risultato<br />
del design simmetrico e centrato<br />
con un elemento sensore davanti<br />
alla punta del sensore; quest’ultimo<br />
può quindi essere installato in<br />
modo ottimale nel processo indipendentemente<br />
dalla posizione di<br />
installazione e dall’allineamento.<br />
“Con il nostro portafoglio vogliamo<br />
rendere più semplice possibile<br />
la messa in servizio ai nostri clienti”,<br />
commenta Martin Leupold.<br />
“Così possono dedicare il loro tempo<br />
prezioso alle loro attività vere e<br />
proprie”. Il sensore di flusso è dotato<br />
di un robusto corpo in acciaio<br />
inossidabile con sistema elettronico<br />
completo, evitando così un dispendioso<br />
cablaggio e montaggio del<br />
quadro elettrico. Inoltre il FlexFlow<br />
soddisfa la classe di protezione IP<br />
68 (Baumer proTect+), rendendolo<br />
idoneo per applicazioni igieniche<br />
insieme ai materiali utilizzati. Una<br />
caratteristica straordinaria è il suo<br />
range di temperatura massimo,<br />
fino a 150 gradi Celsius, che lo<br />
qualifica anche per compiti SIP<br />
(Sterilization-In-Process).<br />
Arla ha già montato circa 15 dei<br />
sensori di flusso nel circuito di raffreddamento<br />
e nel sistema di riscaldamento.<br />
Il passo successivo<br />
sarà dotare di questi sensori anche<br />
la linea di ritorno CIP, per monitorare<br />
e ottimizzare il consumo energetico<br />
anche in quell’area. Mattias<br />
Abrahamsson è soddisfatto: “La<br />
nostra scelta si è dimostrata una<br />
soluzione efficiente in termini economici.<br />
E dato che i sensori finora<br />
installati forniscono i risultati affidabili<br />
di cui abbiamo bisogno, ora<br />
ne installeremo sempre di più”.<br />
Anche Martin Leupold è contento:<br />
“Questa soluzione consente al nostro<br />
partner di lunga data Arla di<br />
ottimizzare il consumo energetico<br />
in modo mirato, di risparmiare risorse<br />
e di mettere in pratica il suo<br />
impegno di sostenibilità. E noi di<br />
Baumer lavoriamo proprio per soluzioni<br />
di questo tipo”.<br />
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51
strumentazione<br />
SENSORE 3D PER CONTROLLO COMPLETEZZA<br />
Il sensore 3D O3D di ifm con tecnologia<br />
PMD rileva scene e oggetti in modo rapido<br />
e tridimensionale ed è adatto a differenti<br />
processi di produzione. Nella versione in<br />
inox con grado di protezione IP 65, IP 67 e<br />
IP 69K può essere utilizzato nella lavorazione<br />
di prodotti alimentari come latte, formaggio,<br />
pane, pasta e carne.<br />
Nel caso specifico di un impianto di produzione<br />
di latte, ad esempio, trova utilizzo ottimale<br />
su una linea di confezionamento per il<br />
controllo completezza dei fardelli di bottiglie.<br />
Il sensore O3D, in questo caso programmato<br />
con l’Applicazione Completezza presente<br />
nell’apposito software di parametrizzazione<br />
Vision Assistant, controlla le confezioni<br />
dall’alto e le confronta con i modelli precedentemente<br />
impostati dall’utente. Le differenze<br />
sono segnalate tramite uscita di commutazione.<br />
Il sensore si integra alla linea in<br />
modo semplice e monitora in modo dinamico<br />
la produzione. Il controllo visivo da parte<br />
dell’operatore per individuare i fardelli non<br />
conformi diventa così superfluo.<br />
Ecco i principali vantaggi:<br />
• Possibilità di impostare diverse tipologie di<br />
confezione e di selezionarle senza regolazioni<br />
meccaniche.<br />
• Capacità di controllare carenze ed eccedenze<br />
e, se necessario, anche entrambe<br />
• Tracciabilità automatica della posizione<br />
che garantisce un funzionamento stabile<br />
anche con posizione dell’oggetto variabile.<br />
• Il sensore è indipendente dal colore e immune<br />
alla luce esterna grazie alla tecnologia<br />
a tempo di volo (ToF).<br />
INNOVAZIONE DIGITALE PER L’IMBOTTIGLIAMENTO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
Con l’obiettivo di ottenere maggiore efficienza, risparmio<br />
sui costi energetici, continuità e capacità operativa<br />
l’azienda Fratelli Gancia & c, specializzata in produzione<br />
vitivinicola da 170 anni, ha deciso di affidarsi all’esperienza<br />
di Schneider Electric e introdurre all’interno del<br />
suo stabilimento di Canelli (Asti) nuove tecnologie in<br />
grado di monitorare i processi di imbottigliamento. La<br />
collaborazione tra i due, iniziata nel 2018 e proseguita<br />
fino ad oggi, ha permesso a Gancia di individuare un<br />
partner tecnologico che possa assistere la sua crescita<br />
in termini sia di efficienza aziendale ma soprattutto di<br />
risparmio sui costi energetici. Nello specifico poi, lo stabilimento<br />
di Canelli produce ogni anni 29 milioni di<br />
bottiglie di vini, spumanti, e vermouth, grazie al lavoro<br />
di circa 200 dipendenti.<br />
Il processo di collaborazione è stato accurato e, una<br />
volta valutato lo stato dell’arte, si è dato il via ad un<br />
progetto che ha portato l’azienda vitivinicola ad avvalersi<br />
di tutti i livelli di innovazione EcoStruxure: controllo<br />
edge, prodotti connessi, applicazioni, cloud, e<br />
servizi digitali.<br />
Grazie all’integrazione di strumenti di rilevamento dati<br />
e di misurazione dell’energia, una prima fase di aggiornamento<br />
dei quadri di automazione inverter e di bassa<br />
tensione ha trasformato questi componenti in quadri<br />
smart e comunicanti. In questo modo è stato possibile<br />
indirizzare le informazioni energetiche dalle macchine,<br />
tramite un web server integrato, verso sistemi di monitoraggio<br />
dei consumi energetici, e interpretare questi<br />
dati per ottimizzare i consumi.<br />
Schneider Electric ha consentito a Gancia di portare<br />
avanti soluzioni innovative senza però trascurare il già<br />
esistente. Grazie a soluzioni installabili su macchinari già<br />
operativi, l’azienda ha raccolto una serie di dati fondamentali<br />
per il controllo della produzione.<br />
Inoltre, al fine di sfruttare al meglio la connettività, è<br />
stato scelto di rinnovare il sistema SCADA adottato<br />
nell’impianto con una soluzione EcoStruxure SCADA<br />
Expert in grado di consentire l’attuale integrazione, con<br />
le funzionalità dedicate al controllo dell’automazione e<br />
al monitoraggio, ma adatta anche per supportare ulteriori<br />
evoluzioni in ottica di Industria 4.0.<br />
Con la soluzione EcoStruxure sviluppata per Gancia è<br />
stato possibile connettere tra loro le linee di produzione<br />
inizialmente separate e adottare una soluzione software<br />
aperta a future integrazioni, (compresi elementi di terze<br />
parti) e immediatamente scalabile. In termini numerici,<br />
per fare una stima della riduzione dei consumi energetici<br />
- considerando la fase operativa del progetto avviata nella<br />
primavera del 2019 - il risparmio oscilla tra il 5 e il 10%.<br />
52<br />
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strumentazione<br />
SOLUZIONI PER IL MONITORAGGIO DELLA TEMPERATURA<br />
DEI FRIGORIFERI/FREEZER<br />
Ci sono almeno dieci motivi per<br />
investire in un sistema di monitoraggio<br />
della temperatura dei frigoriferi/freezer:<br />
1. La tua attività è soggetta a<br />
controlli sul monitoraggio della<br />
temperatura<br />
2. Attualmente esegui il monitoraggio<br />
utilizzando metodi<br />
che prevedono la presenza<br />
dell’operatore<br />
3. I tuoi attuali metodi di monitoraggio<br />
della temperatura<br />
potrebbero essere soggetti a<br />
errori umani<br />
4. I tuoi attuali metodi di monitoraggio<br />
della temperatura<br />
richiedono impegnative pratiche<br />
di archiviazione e organizzazione<br />
dei dati<br />
5. Le spese per gli scarti di cibo<br />
o di medicinali, dovute a una<br />
non corretta conservazione,<br />
devono essere ridotte<br />
6. I costi energetici devono essere<br />
ridotti<br />
7. Il rischio di contaminazione<br />
dei prodotti alimentari o farmaceutici<br />
deve essere contenuto<br />
8. Devi assicurarti che le apparecchiature<br />
impiegate per la<br />
conservazione funzionino correttamente<br />
9. Devi ridurre il tempo che tu<br />
e il tuo personale impiegate<br />
per gestire i controlli manuali<br />
della temperatura<br />
10. Hai più luoghi da monitorare<br />
di cui desideri avere pieno<br />
controllo<br />
I sistemi di monitoraggio della<br />
temperatura wireless di Hanwell,<br />
forniti da Fasinternational, consentono<br />
agli utenti non solo di<br />
eliminare qualsiasi errore umano<br />
tipico dei controlli manuali, ma<br />
anche di monitorare la temperatura<br />
24 ore su 24, 7 giorni su 7,<br />
e di ricevere notifiche di allarme<br />
in caso di guasti alle apparecchiature.<br />
I sistemi di monitoraggio della<br />
temperatura come Hanwell<br />
IceSpy sono spesso utilizzati in<br />
applicazioni alimentari e sanitarie<br />
in cui la catena del freddo è<br />
fondamentale.<br />
Sistemi come questo possono<br />
anche essere facilmente utilizzati<br />
per monitorare magazzini di<br />
stoccaggio, nonché per effettuare<br />
misurazioni durante il trasporto<br />
dei prodotti.<br />
Sul mercato si possono trovare<br />
diversi sistemi wireless che<br />
promettono più o meno risultati,<br />
ma è importante ricevere<br />
la consulenza di esperti del<br />
settore, come il team di<br />
Fasinternational, prima di procedere<br />
all’acquisto.<br />
ENCODER LINEARI ASSOLUTI IN VERSIONE SAFETY<br />
TTK50S e TTK70S sono le nuove<br />
varianti safety di una serie di sistemi<br />
di misura assoluti che ha<br />
conquistato il mercato grazie<br />
alla sua precisione, alla misurazione<br />
senza contatto e all’interfaccia<br />
Hiperface ® . Ogni prodotto<br />
Sick della famiglia TTK è<br />
formato da due componenti:<br />
una testa di lettura e una banda<br />
magnetica.<br />
La testa di lettura, disponibile in<br />
taglia 50 e 70, permette una<br />
misurazione senza contatto e<br />
senza riferimento di corsa, nemmeno<br />
dopo una perdita di tensione<br />
o un restart del sistema.<br />
Infatti, la banda magnetica genera,<br />
oltre alla traccia incrementale,<br />
una traccia assoluta.<br />
La lunghezza di misura è determinata<br />
dalla banda magnetica,<br />
che arriva fino a 1.000 mm nel<br />
caso del TTK50/TTK50S e fino a<br />
4.000 mm nel caso del TTK70/<br />
TTK70S.<br />
L’housing di appena 50 o 70<br />
mm ne permette l’installazione<br />
in qualsiasi spazio, senza<br />
rinunciare ad alte perfomance:<br />
accuratezza di ±10 µm, ripetibilità<br />
inferiore ai 5 µm e velocità<br />
di lavoro fino a 10 m/s.<br />
Caratteristiche garantite persino<br />
in ambienti difficili, dal momento<br />
che l’elettronica è completamente<br />
chiusa nella testa<br />
di lettura.<br />
Le versioni TTK50S e TTK70S,<br />
infatti, possiedono certificazione<br />
SIL2 - PL d, una vera rarità per<br />
questa tipologia di encoder.<br />
Essendo senza contatto, questa<br />
tipologia di rilevamento riduce<br />
l’usura del sensore stesso e fa sì<br />
che il dispositivo non richieda<br />
frequenti interventi di manutenzione.<br />
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53
packaging<br />
IMBALLAGGIO RICICLATO PER SORBETTI NATURALI<br />
L’azienda genovese, produttrice di gelati e di prorietà<br />
della famiglia Dovo da tre generazioni, rinnova il<br />
proprio packaging della linea Il Sorbetto con una<br />
svolta ancora più green. Tonitto 1939, è infatti da<br />
sempre impegnata in favore dell’ambiente: utilizza<br />
energia rinnovabile e riduce gli imballaggi convertendo<br />
il 75% delle confezioni di plastica in plastica<br />
riciclata R-Pet o in cartoncino. I vasetti che contengono<br />
il prodotto naturale inoltre, sono sia riciclabili<br />
sia realizzati con plastica riciclata (R-Pet).<br />
Ma l’attenzione di Tonitto 1939 al tema della sostenibilità<br />
coinvolge anche, e più direttamente, lo storico<br />
stabilimento di Campi, a Genova.<br />
I fratelli Dovo, Luca e Massimiliano terza generazione<br />
dopo il padre Alfredo e il nonno Antonio, sono<br />
infatti attivi nelle buone pratiche di comportamento<br />
ecologico. Si parte dal riutilizzo dei materiali all’interno<br />
degli uffici, ad interventi sulle linee produttive per<br />
ridurre i consumi, fino all’installazione di pannelli<br />
fotovoltaici in grado di abbassare le emissioni di anidride<br />
carbonica di 150 tonnellate ogni anno; e inoltre<br />
sono stati ridotti del 50% i consumi di acqua<br />
utilizzata per il lavaggio degli impianti, attraverso<br />
interventi sia sul processo, quindi sulle procedure<br />
interne e sulla formazione degli addetti e degli operatori,<br />
sia sui macchinari.<br />
In più per promuovere la sensibilità ambientale sono<br />
state realizzate anche numerose campagne social a<br />
favore del riciclo creativo, in cui si suggeriscono svariati<br />
modi per riutilizzare i barattoli di “Tonitto”, una<br />
volta consumato il gelato.<br />
“La nostra azienda si ispira da ormai qualche anno<br />
agli obiettivi di sviluppo sostenibile o Agenda 2030<br />
dell’ONU”, ha dichiarato Luca Dovo, amministratore<br />
delegato di Tonitto 1939. “Dei 17 capitoli presenti,<br />
abbiamo cercato di svilupparne al meglio cinque,<br />
ovvero zero fame, zero povertà, buona salute e benessere<br />
per le persone e appunto energia pulita e<br />
accessibile e consumo e produzione responsabile. E’<br />
un impegno importante che stiamo cercando di rispettare<br />
e che abbiamo inserito all’interno del nostro<br />
piano strategico quinquennale fino al 2025”.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />
L’ETICHETTA TRICOLORE FA CRESCERE LE VENDITE<br />
Il richiamo all’italianità nel<br />
mondo della GDO continua a<br />
essere una delle caratteristiche<br />
più apprezzate dai consumatori<br />
nella ricerca di prodotti alimentari,<br />
e questo rende l’etichetta<br />
tricolore una importante<br />
leva per il successo dei prodotti<br />
nel post emergenza. Lo ha<br />
dimostrato un’indagine condotta<br />
dall’Osservatorio<br />
Immagino di GS1 Italy su un<br />
campione di quasi 20mila referenze<br />
con l’etichetta caratterizzata<br />
da un richiamo all’italianità<br />
del prodotto, evidenziando<br />
come la presenza del tricolore<br />
avesse generato un aumento<br />
delle vendite del +0,7% rispetto<br />
all’anno precedente, toccando<br />
un giro d’affari che supera i<br />
7 miliardi di euro. La tesi è stata<br />
avallata da Federica Bigiogera,<br />
m a r k e t i n g m a n a g e r d i<br />
Vitavigor, e da Ercole Vagnozzi,<br />
p r o f e s s o r e d i B u s i n e s s<br />
Intelligence presso l’Università<br />
“Alma Mater” di Bologna.<br />
L’importanza dell’italianità dei<br />
beni alimentari appare di grande<br />
rilevanza anche in correlazione<br />
all’attuale emergenza<br />
sanitaria che ha visto numerosi<br />
esponenti del mondo produttivo<br />
chiedere un sostegno del<br />
made in Italy: l’italianità dei<br />
prodotti copre infatti il 25,2%<br />
delle referenze a scaffale e incide<br />
per il 24,4% sul fatturato<br />
del largo consumo. Ma non è<br />
tutto, perché la presenza della<br />
bandiera italiana sulle confezioni<br />
rappresenta un segmento<br />
che interessa il 14,5% del giro<br />
d’affari dei prodotti nostrani e<br />
il 15% di share sulle vendite a<br />
valore.<br />
Oltre all’importanza del tricolore<br />
sul packaging, grande risalto<br />
è dato al claim “100% italiano”<br />
che, sempre secondo la<br />
ricerca dell’Osservatorio<br />
Immagino, ha registrato una<br />
crescita del +0,4% dell’offerta<br />
e del +3,5% nel giro d’affari su<br />
base annua. Performance positive<br />
anche per i marchi Doc/<br />
Docg che coprono il 2% del<br />
fatturato del made in Italy alimentare,<br />
mettendo a segno un<br />
aumento del 3,4% rispetto al<br />
2018. E ancora, il trend delle<br />
etichette Dop si è mantenuto<br />
stabile con un aumento<br />
dell’1,8%. Ma non è tutto, perché<br />
secondo un’indagine della<br />
Coldiretti, sempre basata sui<br />
d a t i d e l l ’ O s s e r v a t o r i o<br />
Immagino, due terzi degli italiani<br />
sarebbero disposti a pagare<br />
almeno il 20% in più rispetto al<br />
prezzo di partenza pur di garantirsi<br />
l’italianità del prodotto che<br />
devono consumare a tavola.<br />
54<br />
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packaging<br />
LATTINE LEGGERE E SOSTENIBILI PER ACQUA MINERALE<br />
Per la prima volta nei suoi 94 anni<br />
di storia, Acqua S. Bernardo (comunemente<br />
conosciuta come San<br />
Bernardo) è passata agli imballaggi<br />
in metallo per le sue eccellenti<br />
acque minerali naturali e gassate.<br />
Il prodotto, commercializzato<br />
come “l’acqua più leggera del<br />
mondo”, è stato storicamente<br />
confezionato esclusivamente in<br />
bottiglie di vetro. Tuttavia, la società<br />
ha riconosciuto l’importanza<br />
di diversificare il proprio portfolio<br />
di imballaggi, per consentire il<br />
consumo durante grandi eventi<br />
all’aperto, attività sportive, in<br />
spiaggia e in altri luoghi in cui determinati<br />
formati possono essere<br />
limitanti. Le lattine per bevande<br />
sono state infine scelte per la loro<br />
trasportabilità, sostenibilità e<br />
gamma di opzioni di stampa e decorazione,<br />
a supporto della differenziazione<br />
del marchio.<br />
Acqua S. Bernardo ha collaborato<br />
con gli esperti di Crown per sviluppare<br />
un design creativo che<br />
riflettesse la propria qualità e il<br />
proprio patrimonio. La grafica finale<br />
è stata ispirata dall’opera<br />
d’arte La Goccia, la bottiglia del<br />
marchio creata nel 1994 dal leggendario<br />
designer automobilistico<br />
Giorgetto Giugiaro. Il suo design<br />
prevedeva che 105 goccioline<br />
d’acqua dessero vita a un imballaggio<br />
come fosse una “opera<br />
dell’acqua”. Stampate nello stabilimento<br />
Crown di Parma, in<br />
Italia, le lattine sono dotate di una<br />
finitura tattile speciale di grande<br />
effetto, che crea un prodotto multisensoriale<br />
che si distingue davvero<br />
sugli scaffali dei negozi, garantendo<br />
allo stesso tempo la<br />
coerenza del marchio. Lo stesso<br />
numero di goccioline tattili è<br />
stampato su ogni lattina, veicolando<br />
così il mantra che ogni prodotto<br />
di acqua sorgiva di Acqua<br />
S. Bernardo dovrebbe essere bello<br />
da vedere, maneggiare e servire.<br />
Le lattine con questa speciale finitura<br />
hanno funzionato bene sulla<br />
linea di produzione, essendo facili<br />
da stampare come le normali<br />
lattine.<br />
Poiché per Acqua S. Bernardo<br />
questa è stata la prima esperienza<br />
di utilizzo di imballaggi in metallo,<br />
Crown ha contribuito a educare i<br />
progettisti dell’azienda in merito<br />
alle sfumature della stampa sul<br />
metallo e a come adattare la grafica<br />
tenendo in considerazione la<br />
superficie curva della lattina. I<br />
team hanno lavorato a stretto<br />
contatto durante l’intero processo,<br />
inclusa la produzione.<br />
Oltre a offrire vantaggi visivi e<br />
funzionali, le lattine da 33 cl sono<br />
una parte fondamentale dell’impegno<br />
di Acqua S. Bernardo volto<br />
a raggiungere i più alti livelli di<br />
qualità. Gli imballaggi metallici<br />
fungono da imbattibile barriera<br />
nei confronti della luce, dell’ossigeno<br />
e dei batteri e offrono ai<br />
consumatori la freschezza prevista<br />
dall’azienda, poiché preservano<br />
l’acqua esattamente nelle stesse<br />
condizioni di quando viene<br />
inserita nella lattina. Il formato è<br />
anche un perfetto esempio dell’economia<br />
circolare sul lavoro, rendendolo<br />
un’opzione di imballaggio<br />
responsabile. Come materiale<br />
permanente e riciclabile, le risorse<br />
utilizzate nella produzione del<br />
metallo continuano a essere reinvestite<br />
nella produzione di nuovi<br />
prodotti metallici, incluse le lattine,<br />
una volta che hanno superato<br />
il processo di riciclaggio.<br />
“Acqua S. Bernardo si impegna a<br />
preservare l’ambiente e a implementare<br />
azioni che riducano al<br />
minimo il nostro impatto come<br />
azienda”, ha dichiarato Antonio<br />
Biella, direttore generale di Acqua<br />
S. Bernardo. “Ad esempio, il nostro<br />
stabilimento è alimentato a<br />
energia eolica già da diversi anni.<br />
Inoltre reintroduciamo l’eventuale<br />
eccedenza di acqua nell’ambiente<br />
naturale. Con questo progetto,<br />
la nostra intenzione era di<br />
rimanere fedeli alle nostre radici<br />
sfruttando tuttavia formati di imballaggio<br />
alternativi, che consentissero<br />
ai consumatori di godere<br />
dei nostri prodotti senza limitazioni<br />
in ambienti all’aperto e in<br />
occasione di altri eventi. Le lattine<br />
per bevande erano naturalmente<br />
adatte grazie alle loro credenziali<br />
di sostenibilità e alla capacità di<br />
mantenere la nostra acqua più<br />
fresca per periodi di tempo più<br />
lunghi.”<br />
“Il formato consente ai consumatori<br />
di portare con sé Acqua S.<br />
Bernardo ovunque vadano e di fare<br />
la propria parte per essere ecologicamente<br />
responsabili”, ha dichiarato<br />
Veronique Curulla, direttore<br />
marketing e dello sviluppo commerciale<br />
di Crown Bevcan per<br />
Europa e Medio Oriente. “Abbiamo<br />
apprezzato la collaborazione con<br />
Acqua S. Bernardo e pensiamo che<br />
il risultato finale si distinguerà con<br />
orgoglio nei punti vendita”.<br />
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DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi<br />
REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />
Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />
HA COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Elena Baraldi, Francesca Negrini, Giuseppe Tamburini<br />
IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />
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Direttore responsabile: Simone Ghioldi<br />
Finito di stampare il 30/06/<strong>2020</strong> presso Aziende Grafiche Printing S.r.l.<br />
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