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DONNA IMPRESA MAGAZINE BELLAVITA by JACK LUGLIO 2020

Si sa che la musica è la miglior cura per l’anima, e in un momento storico così delicato, non può che essere la protagonista. La musica è una delle più antiche forme d’arte umana, se non la più antica. Ed è anche un formidabile antidoto per la resilienza contro le guerre, le ingiustizie, le oppressioni e momenti di crisi. Lo abbiamo visto lo scorso autunno nelle proteste per strada in Cile, Libano, Catalogna, Hong Kong e Haiti. Lo abbiamo osservato, più di recente, come atto liberatorio contro l’isolamento sociale cui milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette per fronteggiare la diffusione del nuovo coronavirus. Voci e suoni si diffondono e si connettono, virtualmente, per condividere i sentimenti più intimi e profondi di un’esistenza stravolta all’improvviso e mai vissuta prima. Per avvicinarsi, consolarsi, ribellarsi, sperare, o anche solo per sopravvivere. Platone, nella sua Repubblica, ha trattato con enfasi straordinaria l’importanza della musica nella educazione, poiché il carattere di un popolo è proprio come la musica che esso apprezza. La musica rende più profonde le emozioni e le armonizza fra di loro. Suono e parola hanno in comune il fascino e la potenza di espressione di qualcosa che non deve necessariamente essere immediatamente presente nelle vicinanze. Ma che al tempo stesso è domabile, quasi controllabile, proprio attraverso l'espressione e il canto, quindi tramite la parola e le figure retoriche, il verso, e il suono. E' poi ovvio che la parola sia suono, molto prima che segno o immagine scritta. Inoltre, poesia e musica obbligano a contare: c’è anche il fascino per il controllo su qualcosa creato dall’uomo e contemporaneamente misterioso; originariamente il ritmo e la ripetizione di elementi sonori serve a ricordare meglio... CONTINUA

Si sa che la musica è la miglior cura per l’anima, e in un momento storico così delicato, non può che essere la protagonista.
La musica è una delle più antiche forme d’arte umana, se non la più antica. Ed è anche un formidabile antidoto per la resilienza contro le guerre, le ingiustizie, le oppressioni e momenti di crisi. Lo abbiamo visto lo scorso autunno nelle proteste per strada in Cile, Libano, Catalogna, Hong Kong e Haiti. Lo abbiamo osservato, più di recente, come atto liberatorio contro l’isolamento sociale cui milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette per fronteggiare la diffusione del nuovo coronavirus. Voci e suoni si diffondono e si connettono, virtualmente, per condividere i sentimenti più intimi e profondi di un’esistenza stravolta all’improvviso e mai vissuta prima. Per avvicinarsi, consolarsi, ribellarsi, sperare, o anche solo per sopravvivere.
Platone, nella sua Repubblica, ha trattato con enfasi straordinaria l’importanza della musica nella educazione, poiché il carattere di un popolo è proprio come la musica che esso apprezza. La musica rende più profonde le emozioni e le armonizza fra di loro.
Suono e parola hanno in comune il fascino e la potenza di espressione di qualcosa che non deve necessariamente essere immediatamente presente nelle vicinanze. Ma che al tempo stesso è domabile, quasi controllabile, proprio attraverso l'espressione e il canto, quindi tramite la parola e le figure retoriche, il verso, e il suono. E' poi ovvio che la parola sia suono, molto prima che segno o immagine scritta. Inoltre, poesia e musica obbligano a contare: c’è anche il fascino per il controllo su qualcosa creato dall’uomo e contemporaneamente misterioso; originariamente il ritmo e la ripetizione di elementi sonori serve a ricordare meglio... CONTINUA

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LA MUSICA

AL TEMPO

DEL

Coronavirus

Si sa che la musica è la

miglior cura per l'anima,

einunmomento

storico così delicato,

non può che essere la

protagonista.

La musica è una delle più antiche forme d'arte

umana, se non la più antica. Ed è anche un

formidabile antidoto per la resilienza contro le guerre,

le ingiustizie, le oppressioni e momenti di crisi. Lo

abbiamo visto lo scorso autunno nelle proteste per

strada in Cile, Libano, Catalogna, Hong Kong e

Haiti. Lo abbiamo osservato, più di recente, come

atto liberatorio contro l'isolamento sociale cui milioni

di persone in tutto il mondo sono state costrette per

fronteggiare la diffusione del nuovo coronavirus. Voci

e suoni si diffondono e si connettono, virtualmente,

per condividere i sentimenti più intimi e profondi di

un'esistenza stravolta all'improvviso e mai vissuta

prima. Per avvicinarsi, consolarsi, ribellarsi, sperare, o

anche solo per sopravvivere. Platone, nella sua

Repubblica, ha trattato con enfasi straordinaria

l'importanza della musica nella educazione, poiché il

carattere di un popolo è proprio come la musica che

esso apprezza. La musica rende più profonde le

emozioni e le armonizza fra di loro. Suono e parola

hanno in comune il fascino e la potenza di

espressione di qualcosa che non deve

necessariamente essere immediatamente presente nelle

vicinanze. Ma che al tempo stesso è domabile, quasi

controllabile, proprio attraverso l'espressione e il

canto, quindi tramite la parola e le figure retoriche, il

verso, e il suono.

singer

extra

IN THIS NUMBER :

&deejay

po r ducer

A casa di Jack

live streaming on FB

rubrica a cura Bruno Romano Baldassarri

nella foto: Captured by the moment

live streaming by Captain Jack

www.dimagazine.it104

ELLAVITA

summer music 2020


E' poi ovvio che la parola sia suono, molto prima che

segno o immagine scritta. Inoltre, poesia e musica

obbligano a contare: c'è anche il fascino per il

controllo su qualcosa creato dall'uomo e

contemporaneamente misterioso; originariamente il

ritmo e la ripetizione di elementi sonori serve a

ricordare meglio.

Oltre che all'origine della letteratura occidentale,

come in Omero o negli aedi o nel teatro greco,

l'accompagnamento musicale della poesia risulta

fondamentale in altre epoche ed in altre occasioni,

come nella poesia provenzale e trobadorica in età

medievale, o in molte forme di poesia popolare,

come quella dei cantastorie, o negli odierni

cantautori.

Il rapporto fra la poesia e la musica è fondamentale

in Omero (VIII-IX sec. a. C.), negli aedi (cantori) delle

gesta eroiche e della poesia epica nell'antica Grecia,

ma anche nel teatro greco: all'epoca di Eschilo (VI

sec. a. C.) assistere a una rappresentazione teatrale

consiste nel partecipare a un rito religioso, gli

avvenimenti che si raccontano sono un patrimonio

comune e la tragedia (come la poesia epica) deve

essere austera e grave in quanto svolge la funzione

di «poesia educatrice», moralizzatrice, per

eccellenza ed ecco che deve essere integralmente in

versi. Fabrizio De Andrè rappresenta, nel campo

musicale italiano il più riuscito incontro tra musica e

poesia. I suoi testi, intensi e curati, si basano infatti

su una ricerca ed una cura rigorosa nei confronti

della parola, ben costruita e ben pronunciata.

Spaziando dall'amore alla difficoltà ed al senso

dell'umana esistenza, le canzoni di De Andrè sono

riuscite ad interpretare il sentire collettivo

emozionando e diventando così davvero universali...

"Le passanti" su tutte è quella che preferisco: "dei

baci che non si è osato dare delle occasioni lasciate

ad aspettare degli occhi mai più rivisti" o anche "e ti

piace ricordarne il sorriso che non ti ha fatto e che tu

le hai deciso in un vuoto di felicità" e ultima "si

piangono le labbra assenti di tutte le belle passanti

che non siamo riusciti a trattenere". Non basterebbe

un libro, per esprimere la poesia che emana la

musica attraverso le sue note fluttuanti nell'aria, per

riportare i versi più celebri delle canzoni che

rimangono nei cuori, che fanno parte della vita di

ognuno di noi. Quelle note e quelle parole che ci

accompagnano lungo il percorso del nostro destino.

Ritornelli stonati, canticchiati di prima mattina al

risveglio, che sembrano quasi volerci accompagnare

l'intera giornata. Canzoni gridate con il cuore, in

piena notte, tra le luci abbaglianti di un concerto; le

emozioni forti scorrono lungo tutto il corpo, mentre

tra amici si intona un motivo, sotto un cielo stellato o

sotto un caldissimo sole di piena estate. Canzoni

d'amore che rimarranno per sempre impresse dentro

di noi in ricordo dei bei momenti vissuti. E poi ci sono

quelle melodie che, ogni volta che le ascolti, ti

provocano un brivido forte, una stretta al cuore.

Musica per ballare liberi, per gioire, per emozionare,

proprio come la poesia.

La musica è poesia, la poesia è musica...l'importante

è sentirla dentro. Una canzone può aiutarci a

comprendere meglio chi siamo, il significato del

nostro esistere? Possiamo chiederle di renderci

migliori, oltre che emozionarci?

E comunque, la musica, è forse uno dei settori che

più ha risentito delle barriere alzate per evitare il

contagio: interi tour in giro per il mondo sono stati

annullati, e si sa i concerti, dopo il calo delle vendite

fisiche di album, sono uno degli ambiti più

remunerativi per gli artisti e per tutto l'indotto che gli

ruota intorno. Non molto diversa la situazione per i dj

e le band anche minori che si esibivano nei locali,

anch'essi chiusi per ordinanza. Ma la musica si è

fermata? Diciamo proprio di no! La comunità

artistica, particolarmente colpita dal lockdown

globale, si reinventa grazie al digitale. Sospesa la

programmazione di festival, tour, concerti e djset, gli

artisti si esibiscono in diretta streaming dalle proprie

case, salotti o camere da letto. Per brevi intervalli o

interi show dal vivo, per solidarietà o divertimento.

Non da meno poteva essere per Donna Impresa

Magazine e la sua rubrica “Bella Vita” che per mezzo

del suo eclettico Capitano è stato in onda streaming

con l'appuntamento “Captured by the moment “…

ovvero Catturati dall'attimo. Non è un format digitale

di successo, è il format. Quelli che ascolterete sono

brani che profumano di poesia, che ne ricordano

quello che è il concetto stesso: brani da custodire

con cura, poesie che si fondono perfettamente con le

note. Un viaggio emozionale, un universo dove

l'unione di testa e cuore fa cadere tutte le frontiere

svelando ciò che siamo veramente nel profondo di

noi stessi.

E voi, avete una poesia preferita? Qual è la vostra

canzone-poesia del cuore? “Io non so che cosa sia la

poesia, ma la riconosco quando la sento” (Alfred E.

Housman)

Sono certo che presto tutto finirà e

torneremo a fare le cose che riteniamo più

importanti … con un pizzico di attenzione

in più … comunque sia … parafrasando il

buon Vasco …. Noi siamo ancora qua ….

E già!!!!.

parola di Capitano

B.B.

www.dimagazine.it

live stream on the city

must per la generazione

4.0

Nella foto:Vasco Rossi in un momento del lockdown


www.dimagazine.it

YUSUF RISCOPRE CAT

“Torno sui miei passi e mi riprendo

la musica”

Sorride, è rilassato, ha voglia di godersi Londra come quando era ragazzo e sognava di

diventare un Beatle (ci è andato parecchio vicino) strimpellando la chitarranella camera

dell'appartamento situato sopra al ristorante che suo padre, greco cipriota, gestiva nel quartiere

di Soho. Cat Stevens creò un mito, canzoni semplici e contagiose come Wild world e Father

and son, poi, alla soglia dei trent'anni, la decisione di cancellarsi dall'album d'oro del pop per

seguire un percorso spirituale travagliato e periglioso fin dal nome adottato a partire dal 1977,

dopo la conversione: Yusuf Islam. Da allora, tante polemiche, un impegno assiduo nella

comunità, molto tempo dedicato alla famiglia con la quale vive in pianta stabile a Dubai, molto

rigore, zero allegria, pochissima musica. Stupisce vederlo sorridere, dopo tante interviste in cui

inevitabilmente era l'ortodossia a prevalere ("Nell'Islam non c'è spazio per la musica" ) ed era

praticamente vietato rivangare il passato da popstar. Ma di più sorprende sapere che il nuovo

album The laughing apple, che recupera anche alcuni inediti composti nella seconda metà degli

anni Sessanta, è a nome di Yusuf/Cat Stevens (lo pseudonimo con cui Steven Demetre

Georgiou è diventato famoso non compariva su un disco inedito dal 1978!). Niente più

djellaba, niente più kefiah, Yusuf, 69 anni, è sobriamente vestito all'occidentale quando lo

incontriamo nell'hotel londinese di Maida Vale, a due passi dall'Islamic Centre of England. Lo

accompagna il primogenito Mohammed (che tempo fa incise un album con il nome di Yoriyos),

32 anni, in jeans e chiodo neri. Si diverte da matti il ragazzo quando gli mostro una foto di

Cat scattata a Roma nel 1974 (in cui la somiglianza tra padre è figlio è impressionante), in

compagnia di Florinda Bolkan e Helmut Berger. "Sono due attori famosissimi che hanno

lavorato con Luchino Visconti", spiega Yusuf distrattamente (non ricorda che quella notte ebbe

un epilogo drammatico: all'uscita dal Jackie O' di via Veneto i paparazzi vennero alle mani con

i bodyguard e qualcuno finì all'ospedale). Si accarezza la barba divertito quando gli faccio

notare che ci sono voluti quarant'anni perché Cat e Yusuf si stringessero la mano. "È vero, ma

Cat Stevens è solo un'etichetta legata a un periodo musicale della mia vita molto prolifico e

profondo. È ovvio che anche per Yusuf fosse un punto di riferimento, perché io vivo in

armonia con le canzoni che ho scritto", dice mentre sbircia i disegni che faranno parte della

scenografia del tour australiano in allestimento.

Le è mai capitato, dopo la conversione, quando sembrava che non ci fosse spazio per la

musica nella vita di un buon musulmano, di rinnegare o di provare avversione per quelle

canzoni?

A un certo punto presi la decisione di sospendere la mia attività musicale, perché l'ala più

conservatrice dell'Islam sosteneva che non fosse compatibile con la mia conversione. A quel punto

ero troppo indaffarato con la famiglia e con il mio impegno nella scuola islamica per approfondire la

materia. E difatti nelle ultime interviste dell'epoca dissi (lo dissi anche a lei, ricorda?): sospenderò le

Cat

STEVENS


le mie attività di musicista finché non avrò verificato

personalmente. Non ho mai detto che non avrei più

cantato e suonato, non avrei potuto farlo senza il volere

di Dio, semplicemente lasciai la porta aperta.

Ricordo i suoi soggiorni in Turchia, poi in Egitto per

apprendere l'arabo e applicarsi nell'interpretazione del

Corano.

Era indispensabile, avevo bisogno degli strumenti

necessari per prendere una decisione giusta ed

equilibrata, non potevo continuare a chiedere a questo o

a quell'imam. La maggior parte di loro fa affidamento sulla

leadership, ignorando che l'Islam ha dato un contributo

fondamentale alle civiltà attraverso i secoli, e non solo

perché le prime industrie dello zucchero nacquero in

Marocco, ma anche in fisica e matematica e astrologia. E

in musica: l'oud, il liuto, arrivò da Baghdad in Andalusia,

poi dalla Spagna in Austria, e da lì fino alla corte inglese;

anche gli antichi greci avevano la chitarra. La

civilizzazione non è né islamica né cattolica, né

occidentale né orientale, appartiene all'umanità. Il mondo

islamico ha la sua solennità e il suo rigore, c'è voluto del

tempo per separare le opinioni dai fatti.

Anche la presunzione della cultura occidentale ha

causato molti dei mali di cui stiamo soffrendo.

L'esclusione delle altre culture genera inevitabilmente

problemi. Mi piace ricordare che le civiltà cristiana e

islamica a un certo punto si sono incontrate generando

meraviglie: pensi agli ottomani, Haghia Sophia e le

architetture di Sinan a Istanbul.

Oggi possiamo dire che mettere il nome Islam

accanto a quello di Yusuf fu una decisione che col

tempo, anche a causa degli accadimenti che hanno

fatto seguito all'11 settembre, è diventata

imbarazzante?

C'è un fondo di verità in quel che dice. Quando all'epoca

abbracciai l'Islam, cercai di farlo nella maniera più totale e

rigorosa possibile. I miei principi, da cristiano come da

musulmano, hanno sempre avuto la pace come priorità. È

vero, forse non ho fatto abbastanza all'epoca per chiarire i

malintesi, forse non ho alzato sufficientemente la voce,

ma non è quello il mio lavoro, sono un essere umano non

un politico né un leader religioso.

L'album è una riflessione sugli esordi, uno sguardo

molto tenero all'entusiasmo dell'artista in erba. Alcune

dei brani sono stati scritti quando lei non aveva

ancora vent'anni e non era ancora un idolo del pop.

Sono canzoni che riflettono lo spirito degli anni Sessanta,

un periodo meraviglioso in cui tutto poteva succedere,

nascere, evolversi, un periodo di grandi novità e di grandi

cambiamenti. Il mio sound era piuttosto unico e lo amo

ancora, al punto che è riemerso prepotentemente quando

ho cominciato a pensare a questo disco. Alcuni brani,

come Northern wind (Death of Billy the Kid), con il loro

anelito pacifista, sono tremendamente attuali. Nel periodo

successivo alla conversione tutto questo era rimasto

nell'ombra, volevo provare altre cose, suoni più consoni

alla mia spiritualità. Questa volta ripercorrere le vecchie

strade è stato naturale e irrinunciabile. The laughing apple

è una sorta di prequel di quell'inno all'ottimismo che fu

Moonshadow".

Grazie anche alle sue illustrazioni, sembra un libro o

un album di canzoni per bambini. Le dolci ali della

giovinezza?

Sì, e più si diventa vecchi più sembrano dolci; il contrario

di quel periodo postadolescenziale in cui smaniavo per

crescere e diventare adulto. Sono ricordi indelebili: ieri ho

tenuto uno showcase nel locale dove mio padre gestiva

un ristorante (ora è una galleria d'arte) - ho vissuto al

piano di sopra per ventun anni, lì è nata la maggior parte

delle mie canzoni.

È nonno di otto nipotini, le è capitato di cantar loro

queste canzoni?

Per forza, perché ormai ho un piccolo fan club in famiglia.

S'impara sempre tanto osservando i bambini. Tutti

avremmo da apprendere guardando i bambini giocare,

anche i nostri governanti. È in quel momento che s'impara

a vivere insieme, i meccanismi sono già tutti lì.

Mighty peace, la prima canzone che scrisse a

quindici anni e rimasta nel cassetto, è quella che

riunisce il percorso spirituale di Cat e Yusuf. Il

messaggio sembra essere: non c'è bisogno di

cambiar nome o religione per essere una persona

migliore.

Sacrosanto! La verità non ha colori, non ha pregiudizi,

non ha nazionalità. Di fronte alla verità le esigenze

individuali perdono d'importanza. Per questo è

fondamentale rispettare la legge, come riusciremmo

diversamente a mettere d'accordo due persone che

litigano?.

You can do (Whatever) fu scritta per la colonna

sonora del film "Harold e Maude", ma poi restò

incompiuta. Ora la canta con l'aggiunta di qualche

nuova strofa (Quando i soldati cominciano a

marciare/ Puoi ascoltare quel che dicono/ O puoi

urlare).

La scrissi in Giamaica, a casa del produttore Chris

Blackwell. Il regista Hal Ashby era innamorato delle mie

canzoni, mi diceva: non devi vergognartene perché sono

semplici, è questa la loro forza. In effetti, la mia filosofia di

vita è esattamente quella descritta da questa canzone (la

canticchia, ndr). Le nuove parole mi sono venute quando

l'ho rispolverata per la colonna sonora del film su Steve

Jobs. La prima canzone che Jobs ha salvato in mp3 (me

l'ha detto uno degli inventori del formato) è stata Father

and son, mi ha lusingato saperlo.

Non ha mai pensato di scrivere un'autobiografia per

raccontare tutto e far luce su quello che i vecchi fan

considerano il suo periodo buio?

Ci lavoro da anni. Ne ho già pubblicata una per spiegare

al mondo islamico perché sono tornato a fare musica, si

chiama Why I still carry a guitar (My spiritual journey from

Cat Stevens to Yusuf Islam).

Ha condannato il terrorismo e da sempre è molto

sensibile al problema dei rifugiati. Qual è oggi la sua

più grande paura?

La stampa. Il mondo dell'informazione è così deprimente!

Dovrebbe essere uno strumento al servizio della verità,

dovrebbe... La libertà di stampa è sacrosanta come la

libertà d'espressione, purché non si mistifichi o distorca la

realtà. Che è quel che regolarmente accade.

“A un certo punto presi

la decisione di sospendere

la mia attività musicale,

perché l'ala più conservatrice

dell'Islam sosteneva che non

fosse compatibile con la mia

conversione.


www.dimagazine.it

Foto: Dimitri Balan

MUA: Aurelia Liansberg

Styling: Florie

Agent: Silver Agency Paris, France

KANDIS DAVIS

Americana Eclettica che ama L'Europa,

in modo particolare, L'Italia, Parigi e Londra”.

Detroit Country Day Alumna Liaison

Co-founder Global Culture Talks

Cultural Diplomacy Conferred by

U. S. Consul General Milan, Italy


CELEBRATING

Dopo gli studi alla Detroit Music School for

The Arts e alla Detroit Country Day School

dove si è Diplomata con onore e lodi e la sua

pluriennale frequentazione al Blue Lake Fine

Arts ed Interlochen Center for the Arts,

Kandis Davis ha conseguito la Laurea presso la

University of Michigan e Canterbury

University. In Italia, ha proseguito gli studi

musicali frequentando il corso di

Perfezionamento di Violoncello e Musica da

Camera presso la Civica Scuola di Musica

"Claudio Abbado" di Milano, dove ha vinto il

concorso concertistico solistico per archi con il

Concerto di F. Haydn Do Maggiore. Ha

successivamente seguito un Master presso la

Scuola Musicale di Milano tenuto dalle due

prime parti dell’Orchestra Filarmonica della

Scala. Kandis ha iniziato molto presto la sua

carriera da solista; all'età di sette anni ha

eseguito il suo primo recital solistico con

pianoforte. Ha ottenuto affermazioni in

innumerevoli concorsi sin dall’età di otto anni. A

dodici anni, ha eseguito il Concerto di C. Saint-

Saëns in La minore presso la Scholenburg

Symphony Orchestra, continuando ad

effettuare diverse incisioni discografiche e

tournées in Germania, Svizzera, Olanda, e

Francia. Collaborando con le orchestre più

importanti e rinomate del panorama italiano ha

partecipato alla prima Opera diretta da Woody

Allen e prosegue un’attività concertistica dove

si esprime non solo con la musica classica, ma

anche attraverso collaborazioni attuali, come in

quartetto d'archi con David Guetta per

programmi televisivi e con altri artisti come

Laura Pausini, Modá e Gigi D'Alessio per

Rai e Mediaset. Il suo corpo statuario ed il suo

bellissimo volto le hanno consentito di posare e

calcare le passerelle per numerosi stilisti come

Claude Montana, Thierry Mugler,

Ralph

Lauren a New York, Parigi, Londra, Milano e in

Vogue Italia. Ha fatto numerosi spot televisivi

per importanti aziende Italiane, è stata

doppiatrice per Emporio Armani,

Chiquita

Banana e Lavazza ed a recitato con Delia

Scala e Gerry Scotti nella sit com televisiva di

Canale 5 “ IoeLaMamma”. Ha organizzato

l’evento cerimoniale del Premio dal U. S.

Consulate General per la Cultural Diplomacy

del American Ballet Theatre Prima Ballerina

Misty Copeland per il suo debutto con L’Étoile

Roberto Bolle al Teatro alla Scala e l’evento

cerimoniale del Premio dal U. S. Consulate

General per la Cultural Diplomacy del Direttore

Maestro Alan Gilbert al Teatro alla Scala.

Kandis è anche co founder del non profit

Global Culture Talks creando e organizzando

Master Classes Internazionale in partnership

create con la U. S. Consulate General,

Fondazione Cariplo, Accademia delle Belle Arti

di Brera, FareArte e The Chuma Gallery; inoltre

organizzando l’evento cerimoniale del Premio

dal U. S. Consulate General per la Cultural

Diplomacy dell’artista John W. Jones. Svolge

un ruolo attivo nel sociale e nella comunità

multietnica e multiculturale, collaborando con

diverse associazioni ed enti; realizzando

progetti con lo scopo di integrare la comunità

ed è stata Premiata dal U. S. Consulate

General con la U. S. Consul General’s Award

for Cultural Diplomacy.

Arts Advocate

Violoncellista

Cantante

Ballerina

Attrice

Indossatrice/Fotomodella

Events Manager

Public Relations

Manager International

Relations Coordinator Detroit Country

Day Alumna Liaison

Cultural Diplomacy Ambassador


FRANCESCO

Francesco Tursi in arte “ Le Noire” nasce a Moncalieri

il 30 aprile 1972, cresciuto a Trofarello ma tutt'ora

residente a Santena prov.Torino, è un DJ producer

insieme al suo collega Simone Ventura. Francesco

cresce con la passione per la musica sin da piccolo

quando all’età di 18 passava gran parte delle

domeniche in discoteca a guardare e cercare di

apprendere il lavoro del DJ. Nel 1992 frequenta il corso

per DJ e inizia a suonare il varie discoteche in Italia ed

estero, tra cui Magic Club, Porto Seguro,

Rodhouse

341, Gipsy Club, korona Disco, Coyote Club Roma,

Ethage Club, New Havana Cafè, The Sound Club, e

molti altri. Inizia a produrre remix in cui collabora anche

con noti DJ. I due producono musica EDM dove con

ottimi risultati sfornano brani di buon livello come

DREAM, EHART, MAD ma non disdegnano anche

collaborazioni dance con artisti dj del calibro di ALEX

MILANI con cui sono usciti, nel febbraio 2020, col

brano edito da SMILAX - DON'T STOP THE RHYTHM.

“I miei remix non hanno un genere specifico, se una

canzone mi colpisce qualsiasi sia il suo genere ci metto

l’anima per far un buon prodotto rispettando il genere e

l’artista che ha composto il brano” ci dice. “ Mi sono

esibito in discoteche, disco pub e ospite in villaggi

turistici e piazze in Italia ed estero. Locali più noti e con

bei ricordi ”. Sul web è possibile ascoltare le loro

version: delle perle nascoste da scoprire. Francesco

Le Noire è presente su facebook, twitter, instagram,

linkedin.

Per contatti lavorativi francescolenoire@yahoo.it

collabora tutt'ora con RadioScia. Per info e contatti

+ 39 348 5608246.

LE NOIRE

DEEJAY

Negli ultimi decenni i remix

sono diventati una parte

essenziale della

produzione musicale. Ciò

che è iniziato come una

pratica fai-da-te nella prima

dancehall e DJ culture è

ormai un fenomeno

mondiale con addirittura

una categoria propria nei

Grammys. Non è vero che

la versione originale di un

pezzo è sempre meglio

dei suoi remix. È capitato

(e capita tuttora) che certi

brani abbiano riscosso

successo solo una volta

“ritoccati”. Lasciando da

parte i giudizi soggettivi,

esistono canzoni che

hanno conquistato il

pubblico proprio grazie ai

remix, mentre i brani

originali non hanno avuto

altrettanta fortuna, o in casi

estremi sono state del tutto

ignorate dalla stragrande

maggioranza degli

ascoltatori. Almeno una

volta nella vita ognuno di

noi si è domandato: chissà

questa canzone come

sarebbe stata se fosse

stata fatta in un genere

diverso? Alcuni

professionisti in ambito

musicale hanno provato a

dare risposta a questa

domanda sperimentando

combinazioni diverse come

dei veri alchimisti in

laboratorio.

IREMIXSONOIL

RISULTATO DI

QUESTA

SPERIMENTAZIONE.

B.B.


LEONFORTE - SICILIA - ITALIA

FILIPPO STANZÙ

Racconti ...

In casa dei nonni, ruotava frenetico adagiato su un

ingombrante grammofono. Nel mio immaginario il

curioso braccio della testina era il lungo becco di

un uccello e la musica prepotentemente fuori dalla

grossa tromba a spirale si diffondeva eterea come

per magia. Era uno spesso 78 giri, il primo che

vedevo e toccavo. Poi fu una inondazione di vinile.

Lo zio Ignazio ci passava i suoi ormai consumati

45 giri, tipo Tweedle Dee Tweedle Down, roba che

tra i ‘60 e i ‘70 lasciava dondolare i giovani nelle

terrazze estive alla Plaja, Patty Pravo, Demis

Roussos ma anche Don Backy e tanto tanto Lucio

Battisti. Il nostro mangiadischi fece il suo dovere

per anni e a lungo torturato finì per consumarsi

leggendo centinaia di volte I Wish di Stevie

Wonder, il mio preferito. L’incontro con l’etichetta

Motown chiarì che i confini della musica erano più

ampi e sorprendenti di quanto sospettassi. Nelle

case imperversavano i giradischi di Selezione del

Reader’s Digest, c’era Tony che imbracciata la sua

Gibson accompagnava l’assolo di George Harrison

mentre si ascoltava Something, nella stanzetta di

Salvatore impazzavano Le Orme, Hendrix e Area

da Andrea, da Pierfrancesco ho incontrato i Deep

Purple e aggiungo solamente i Led Zeppelin e gli

Emerson Lake & Palmer. Le copertine erano un

viaggio, le spulciavamo fino a sgualcirle,

originalissime quelle di Santana, Lotus addirittura

una rarità, mai visto prima un album triplo.

Iniziai a sfogliare gli LP di Radio Onda Libera, una

buona raccolta, fonte per me di nuovi spunti e

sonorità. Con Giancarlo, mio brioso partner,

conducemmo un programma grottesco, WC si

chiamava, passavamo di tutto, da Bennato agli

Earth Wind & Fire, da Dylan ai Pink Floyd.

Ecco, pensare che la musica analogica abbia

predisposto la colonna sonora della nostra

gioventù mi rende fiero. Riempiva tutti gli spazi, la

ritrovavi dappertutto. All’Eden, come al Jolly ci

intrattenevamo dinnanzi al jukebox per riprodurre

le hit del momento. Attraverso il vetro trasparente

vedevi il meccanismo ruotare per poi arrestarsi col

disco preselezionato. Preistoria.

La vitalità ci sosteneva e la musica era un buon

mezzo per avvicinare le ragazze. Nella sala

circolare di una villa nuova di zecca approntammo

una pseudo discoteca. Contavamo in un solo

giradischi, una strobosfera e una dozzina di faretti

colorati. I’m Your Boogie Man e vai! Disco

Speedway la chiamammo, passò via come una

meteora ma custodisco ancora la mia tessera nero

grigia tra preziose reliquie.

Chi ricorda la New Line Club, prima discoteca

degna di tale nome? Insieme a Serafino, abile

conduttore di Radio Centrale 2, ci proponemmo

timidamente come deejay ai quattro illuminati

cognati che la gestirono. Ci presero, e per quasi

due anni tutti i sabati e le domeniche pomeriggio

appollaiati su un angusto banco mixer suonammo

Disco maneggiando vinile su vinile. Impazzavano i

temi dei Bee Gees, Saturday Night Fever, i

primissimi rappers, oltre agli immancabili lenti.

Quante coppie di futuri sposi avrà coniato Easy dei

Commodores! Nel contempo riuscivo a mantenere

lucidi e ben oleati i miei timpani. Da Elena e

Giovanni il pensiero musicale di Coltrane così

come lo stile inconfondibile di Bach fluttuavano per

la stanza intanto che lanciavamo i dadi sfidandoci

a Risiko. Poi arrivò Carlo. Non posso farci nulla,

non riesco a non emozionarmi ripensando ai tempi

di Radio Remo. Carlo è (era, maledizione!) un

grande. Sempre bendisposto, generoso,

lungimirante, allegro, aprì la sua, la nostra radio

libera col nome del primogenito, Remo. Carlo

disponeva di una raccolta di dischi impressionante,

dal pop americano e inglese al jazz classico e

moderno, dai cantautori italiani impegnati alle

nuove tendenze mondiali, reggae, elettronica. In

sala di registrazione scoprii quanta più musica

potevo riportandola in bobine magnetiche da

mandare in onda nelle ore notturne. Ogni sera

Spazio PdV, programma che curai col mio gruppo

di amici, distribuiva il meglio del panorama

musicale jazz e rock. Posso tranquillamente

affermare che è, anche e principalmente, grazie

alla radio del compianto Carlo Romano che il

livello della qualità di ascolto della mia generazione

e di quelle a seguire è, dico senza modestia,

abbastanza elevato. Improvvisamente, giunse il

digitale. Fu Tony, quello che accompagnava

l’ascolto dei Beatles con la chitarra elettrica, il

primo tra noi a votarsi alla nuova tecnologia e

piano piano ci convertimmo tutti. I compact disk

erano più versatili, l’ascolto più comodo. Si

aprivano nuove pagine, nuovi orizzonti nelle nostre

vite, anche se i tempi del vinile non potremo

dimenticarli mai.(…)

Da "Annotazioni senza scopo circa

un leone non più forte" di Giusto

Perdiletto

F.S.


cuori

in

confusione

Il rock degli Hania

e la voce di Roberta Faccani

Nei digital store e nelle radio italiane

dal 12 Giugno è arrivato “ Cuori in

confusione ”, il nuovo singolo della

band romana HANIA, questa volta

insieme alla cantautrice e nota

performer italiana Roberta Faccani (ex

voce Matia Bazar, Zerovskij di Renato

Zero, Romeo e Giulietta ama e cambia

il mondo - David Zard) che torna

ancora una volta in scena con una

band per dare supporto alle nuove

generazioni del panorama musicale

italiano con la sua esperienza e

caratura per dare una forte spinta

energetica ad un inno da ballare e

cantare a squarciagola.

ROBERTA FACCANI


"Cuori in confusione” (musica

di Giacomo EVA, testo di

Roberta Faccani e Giacomo

EVA, arrangiamento di Matteo

Caretto, Nèra, direzione artistica

Gianni Testa per la Joseba

Publishing) è un invito a vivere

questa estate con più voglia di

sempre tenendo per mano la

persona amata. “Sei sei sei”

vuole essere, infatti,

un’affermazione rivolta

all’amore ma anche all’estate.

Cuori in confusione è un brano ballabile,

dal grande appeal radiofonico, con un

chorus di facile presa pur tuttavia

raffinato e non banale. La mia voce e

quella del leader degli Hania si sposano

perfettamente in un connubio fresco e

giovanile: una sfida decisamente ben

riuscita che mi ha entusiasmata,

coinvolta con rinnovate passione e linfa

vitale. Ho scelto di ritornare a lavorare

ripartendo da una collaborazione con

una band perché

adoro il feeling che si

crea con i musicisti con i quali si è

instaurato un rapporto di amicizia, un

senso di famiglia e condivisione. Tutto

questo è il preludio a un mio ritorno

discografico e sono strafelice e pronta a

farlo con Joseba Publishing, etichetta

discografica con la quale ho trovato una

grande affinità artistica e umana. Dopo

alcuni anni di teatro ho sentito l'

esigenza

di tornare alla discografia e con il mio

staff stiamo preparando una nuova

Roberta che si racconterà a

trecentosessanta gradi in musica e

verità, esplorando mondi sonori e vocali

diversi dal passato.

ROBERTA FACCANI (“MATA” per i

fans), nasce ad Ancona dove inizia la

sua carriera artistica professionalmente

nel 1988, dopo aver conseguito il

diploma di “perito aziendale,

corrispondente in lingue estere”.

Dopo alcuni anni di gavetta nei clubs

marchigiani debutta nel 1990 arrivando

seconda a "CASTROCARO TERME",

noto festival per voci nuove (di GIANNI e

MARCO RAVERA) trasmesso da Rai

due. Nel 1992 vince il concorso

patrocinato da IVAN GRAZIANI "QUASI

QUASI UN FESTIVAL", nella categoria

cantautori con il brano interamente

scritto da lei “Ma quale vita”. Nel 1994

arriva in finale Rai TV a: "UNA VOCE

PER SANREMO" con il brano “Quante

stelle” di cui è anche autrice. Nel 1995 si

diploma INTERPRETE DI MUSICA

LEGGERA al "C.E.T." (Centro Europeo

di Toscolano), scuola istituita da MOGOL

e nel corso degli anni 90 lavora come

vocalist per artisti come: (PAOLA TURCI,

ADRIANO CELENTANO, MARIO

LAVEZZI, ANNALISA MINETTI,

ORNELLA VANONI, AIDA COOPER,

THELMA HOUSTON, ecc); Negli stessi

anni è in tv nel programma di Italia Uno

“METEORE", come vocalist nella band

del maestro LUCA ORIOLI. Dopo alcuni

anni in tour come vocalist e chitarrista

nello show "VOCI E CHITARRE" di

Mogol e Lavezzi, nel 2000 esce il suo

primo singolo "RIDO" scritto da lei

stessa con LIVIO VISENTIN (LIJAO) e

ANGELA BARALDI, prodotto da Lavezzi

e distribuito SONY MUSIC con l’allora

direttore artistico RUDY ZERBI). Esce

anche il relativo video che sarà

censurato per lʼimmagine provocatoria

dellʼartista. Contemporaneamente al

percorso discografico inizia quello di

performer in teatro nel 1999; per due

stagioni consecutive interpreta il ruolo di

“JOANNE JEFFERSON” nel cast

italiano originale del musical "RENT",

scelta personalmente dal maestro

LUCIANO PAVAROTTI e diretta dal

regista e coreografo FABRIZIO

ANGELINI. Dal 2002 al 2004 interpreta

il ruolo della “MAMMA DI LUCIGNOLO”

nel cast originale de: "PINOCCHIO, IL

GRANDE MUSICAL", per la regia di

SAVERIO MARCONI, con musiche e

liriche scritte dai POOH, prodotto dalla

COMPAGNIA DELLA RANCIA. Nel 2004

viene scelta come voce solista dal noto

gruppo “MATIA BAZAR” con cui debutta

al "FESTIVAL DI SANREMO" del 2005

con il brano GRIDO D'AMORE, che si

aggiudica il terzo posto nella categoria

“gruppi”. Con la band genovese resterà

fino al 2010 e oltre a numerose

partecipazioni televisive e tournée

italiane ed estere, inciderà tre albums e

un dvd: ("PROFILI SVELATI" nel 2005

"ONE,TWO,THREE,FOUR VOL.1 e

2"(2007 e 2008) -

"ONE,TWO,THREE,FOUR...CIAK!"

(2009). Nel 2009 scrive musiche e liriche

del musical "STREGHE, UN MUSICAL

MAGICO" per la regia di GIANFRANCO

VERGONI. NEL 2010 torna a teatro

come performer per due stagioni consecutive nel ruolo

della REGINA DI CUORI in "ALICE NEL PAESE

DELLE MERAVIGLIE", musical diretto da CHRISTIAN

GINEPRO. Nel 2012 esce il suo primo album da

solista "UN PO' MATT(i)A, UN PO' NO ...

CONTROTEMPO LIVE TOUR 2012", cd + dvd

omaggio al suo background artistico e nel 2013 il suo

secondo cd da solista "STATO DI GRAZIA" con 14

inediti scritti da lei stessa insieme GIORDANO

TITTARELLI. Il 2 ottobre 2013 debutta all' ARENA DI

VERONA nel ruolo di LADY MONTECCHI in "ROMEO

E GIULIETTA AMA E CAMBIA IL MONDO", opera

popolare prodotta da DAVID ZARD, diretta da

GIULIANO PEPARINI, musiche di GERARD

PRESGURVIC e liriche di VINCENZO INCENZO. Il

musical, con più di 400 repliche all'attivo, rimane

campione d’incassi per tre stagioni consecutive dal

2013 al 2016. Il 28 novembre 2014 si esibisce in

mondovisione in onore di PAPA FRANCESCO a SAN

GIOVANNI IN LATERANO, nella manifestazione

"TERRAM IN PACIS" accompagnata dallʼorchestra

diretta dal Maestro JACOPO SIPARI DI

PESCASSEROLI. Nel 2013 scrive il brano "LA LUPA"

per il ritorno discografico di FIORDALISO e


"LAZIO GENERAZIONE" inno calcistico per la squadra

della LAZIO; scrive e duetta in "QUESTO AMORE

PROIBITO” con il collega performer VITTORIO

MATTEUCCI, scrive il brano “IO MI AMO” per la

collega performer SILVIA QUERCI e collabora con il dj

NEROLOZ per la versione remix del brano "IL

MONDO CHE VERRÀ" da cui è tratto anche un

videoclip. Da anni insegna didattica di canto pop e

musical in numerose masterclass in giro per l'Italia

proponendo il suo personale metodo: "LA FABBRICA

DEL CANTANTE ATTORE" e ha aperto l'etichetta

discografica "BANDIDOS RECORDS" che si occupa

anche di produrre giovani talenti (come ALICE

SPINETTI con il brano “ANAHERA” di cui ha prodotto

anche il relativo video). Con la sua nuova etichetta nel

2017 pubblica il brano "NON SAI IL MIO NOME",

dedicato a una sua personale storia d’amore. Da aprile

2017 e in tour con lo spettacolo "ELETTROTOUR",

accompagnata dalla “MATABAND”. Dal 1 luglio 2017 è

in tour anche con RENATO ZERO nello spettacolo

"ZEROVSKIJ, SOLO PER AMORE", scritto dallo

stesso ZERO con VINCENZO INCENZO, dove canta

e recita a fianco del grande artista romano

interpretando il doppio ruolo di "MORTE e VITA".

Prende parte al progetto “AUDIO BAZAR

EXPERIENCE” a fianco dei colleghi AUDIO2 e TONY

ESPOSITO, in cui i tre artisti ripropongono le canzoni

più famose del repertorio Audio2, Esposito e Matia

Bazar interagendo fra loro sul palco in due ore di

concerto. Il 10 novembre è uscito il suo terzo album da

solista: ”MATRIOSKA ITALIANA”, (distribuito

UNIVERSAL), che omaggia la musica e gli artisti

italiani più famosi in Russia con 11 covers più tre inediti

scritti dalla stessa Faccani tra cui il primosingolo e

relativo video dal titolo “L'ALTRA METÀ DI ME”,

promuovendo l’album anche in trasmissioni tv come

“UNO MATTINA” (RAI 1), “BEL TEMPO SI SPERA”

(TV 2000), “MUSICA E’ PASSIONE” (TELEPAVIA),

“FESTIVAL ITALIA IN MUSICA” (CANALE ITALIA),

ecc…A gennaio 2018 è uscito il secondo singolo

estratto dal titolo “VENTIQUATTRORE” e il relativo

video e da febbraio è tornata a vestire i panni di lady

Montecchi nella nuova edizione di Romeo e Giulietta

ama e cambia il mondo di Zard e Peparini. A marzo

2018 è uscito per il grande schermo il film

“ZEROVSKIJ, SOLO PER AMORE” il docu-film di

Renato Zero registrato durante una delle due date

allʼArena di Verona. Attualmente Roberta è in tour nelle

piazze con due spettacoli diversi: “MATRIOSKA

ITALIANA IL TOUR” con la sua mataband e con

lʼorchestra “LIVE ORCHESTRA” con uno show

omaggio alle band storiche italiane anche in

collaborazione con VITTORIO DE SCALZI, fondatore

della nota band “NEW TROLLS”. Nel mese di ottobre

2018 ha partecipato come featuring nel brano

“L’elefante e la farfalla” contenuto nel disco “CREDO”

del cantautore Vincenzo Incenzo prodotto da Renato

Zero. Attualmente sta preparando un nuovo spettacolo

teatrale incentrato sulla storia della sua carriera e

contemporaneamente svolge la sua professione di

didatta in numerose masterclass sul canto moderno

dal titolo “DALLA VOCALITA’ ALLA PERFORMANCE

con il collega MARCO CLARIZIA, portando la sua

personale esperienza tecnico-interpretativa di trent’anni

di attività professionale tra discografia e teatro

musical.Nel 2019 scrive il brano “A QUANDO

L’AMORE?” interpretato dalla collega e amica

BARBARA COLA, per lo show tv di Rai Uno “ORA O

MAI PIÙ”. Il brano è anche contenuto nella compilation

distribuita dalla rivista “TV SORRISI E CANZONI’. Ad

aprile 2019 ha partecipato a ben 13 puntate del

programma tv “MILLEVOCI” del patron GIANNI

TURCO, trasmesso da molte emittenti regionali e

anche da canale Italia, cantando molti brani tratti dai

suoi album da solista.Per la presentatrice dello stesso

programma DAPHNE BARILLARO, scrive due

canzoni: “MA SE MI DICI” e “L’AMORE VIENE E VA”.

Nel giugno 2019 e’ uscito il nuovo disco di SILVIA

MEZZANOTTE, anche lei ex cantante dei Matia Bazar,

dal titolo “ASPETTA UN ATTIMO” in cui è contenuto il

brano “MA CHE SPETTACOLO” scritto da Roberta sia

per la parte letteraria che musicale. Il brano è cofirmato

da Giordano Tittarelli e Giuseppe Marcucci. A

settembre 2019 è stata scelta per rappresentare l’Italia

in Brasile all’interno di un progetto culturale-artistico

triennale che si è concretizzato nello spettacolo “O’

INCONTRO” in coppia con il musicista MILTON

GUEDES per alcune tappe nelle principali città

brasiliane. Recentemente ha registrato il brano

“ANGELI” in coppia con la soprano BARBARA DE

SANTIS” scritto dal musicista e produttore FRANCO

CIANI, recentemente scomparso, presentato in

commissione per il festival di SANREMO 2020 e

prodotto da NANDO SEPE. A giugno 2020 pubblica un

singolo come featuring alla band hania, “cuori in

confusione”, un brano tormentone estivo dal carattere

pop rock che annuncia il suo ritorno in scena con la

joseba publishing.

J.P.

Cuori in confusione

è un brano ballabile,

dal grande appeal

radiofonico, con un

chorus di facile presa

pur tuttavia raffinato

e non banale. La mia

voce e quella del leader

degli Hania si sposano

perfettamente

in connubio

fresco e giovanile.

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ANA IANCU

, ho 25 anni, vivo in Romania,

BelleScoperte

the singer

"Mi chiamo Ana Iancu

la città di Târgoviște, ho studiato giurisprudenza

all'Università “ Valahia”, Master in Diritto commerciale

e attualmente sono al Dottorato, il 3° anno di tirocinio.

La mia passione è la musica, si dice che la musica sia

il cibo dell'amore e che la vita sarebbe un errore

senza musica. Volere, credere, amare! Quando sono

felice, canto. Quando sono triste, canto. Quando mi

rilasso canto. Quando incontro ostacoli, canto. La

musica in sintesi mi dà la forza di superare qualsiasi

cosa, di andare avanti. Ogni canzone nasce da una

profonda motivazione: la prima, incisa sotto il nome di

Casandra (ho scelto questo nome in memoria dei

miei nonni), è stata pubblicata nel 2015 e si intitola

"Solo tu". Di seguito "Non mi arrenderò": un

messaggio positivo che invita a non mollare mai nella

vita, a non arrendersi, è stata pubblicata nel 2016. Nel

2017, sotto la guida del noto Daniel Mihai Călin sul

canale Danezu Music, esce "Sola" che ha segnato un

traguardo importante nella mia carriera professionale:

grazie a questa canzone è iniziata una meravigliosa

collaborazione, con grandi professionisti. Un team

eccezionale. Questo anche grazie alla meravigliosa

collaborazione delle mie straordinarie amiche: Sorina

Ceugea e Danezu, due donne molto apprezzate nella

musica e nella società, che ringrazio dal profondo del

cuore. Il 14 ottobre 2019, abbiamo pubblicato la

canzone "Sigură pe ea", una canzone composta,

registrata alla Danezu Music. Il 1° luglio 2020, potrete

ascoltare la mia nuova canzone: "Andale"... sono

certa che sarà molto apprezzata dai miei fan."

TÂRGOVIȘTE - ROMANIA

La musica è "magica" unisce

le persone, scopre valori,

trasmette sentimenti, messaggi

positivi, eleva le nostre anime

verso l'alto, ci scopre, ci trova,

ci unisce e ci rende migliori.

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