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La Freccia Luglio 2020

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PER CHI AMA VIAGGIARE<br />

ANNO XII | NUMERO 7 | LUGLIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />

AURORA D’ESTATE<br />

DESTINAZIONE ITALIA<br />

MUSICA&FESTIVAL


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EDITORIALE<br />

AURORE ESTIVE<br />

Il mare, l’aurora, i trabocchi lungo<br />

la costa abruzzese. <strong>La</strong> copertina<br />

della <strong>Freccia</strong> di luglio riformula<br />

l’invito del mese scorso: (R)estate in<br />

Italia. Lo fa con un numero pieno di<br />

colori, profumi, suggestioni e ispirazioni<br />

di viaggi estivi, che la nostra terra<br />

ci regala a piene mani e noi offriamo<br />

alla vostra curiosità, ancora una volta<br />

in versione digitale, nell’attesa di<br />

riproporci anche nel tradizionale formato<br />

cartaceo.<br />

Con l’arrivo di luglio l’estate prende<br />

vigore, ci avvolge e coinvolge. Vorremmo<br />

gettar via tutta la pesantezza<br />

degli ultimi mesi, e con essa mascherine,<br />

guanti, disinfettanti. Pensiamo di<br />

averne diritto, ma di quella pesantezza<br />

dobbiamo serbarne memoria per<br />

non abbassare la guardia e, con essa,<br />

le difese rappresentate dal rispetto di<br />

alcune regole di buona e sana convivenza.<br />

Sui treni e nelle stazioni come<br />

nei bar, nei locali pubblici, nei ristoranti,<br />

ovunque vorremo regalarci qualche<br />

momento di guardinga spensieratezza.<br />

È vero, ho usato un ossimoro. Ma<br />

soltanto in apparenza, se ci pensate<br />

bene. <strong>La</strong> spensieratezza assoluta – in<br />

ogni momento della nostra esistenza<br />

– è quella che inibisce ogni freno per<br />

sfociare in azzardo immotivato, preludio<br />

del suo esatto contrario. Non mettiamo<br />

quindi a repentaglio, foss’anche<br />

per superficialità o sottovalutazione<br />

del rischio, la nostra e l’altrui incolumità<br />

e salute. Divertiamoci, incontriamo<br />

persone, muoviamoci, riscopriamo i<br />

tesori di questa meravigliosa Italia,<br />

ma con giudizio e attenzione. Sui nostri<br />

treni e nelle stazioni tutti i ferrovieri<br />

sono impegnati a farvi viaggiare in<br />

serenità e sicurezza, adottando tutte<br />

le misure previste dai protocolli definiti,<br />

di volta in volta, dalle autorità<br />

sanitarie. È il nostro lavoro. Muovere il<br />

Paese, soddisfare il bisogno di mobilità<br />

delle persone, stimolare il turismo,<br />

l’economia, la socialità, gli scambi<br />

commerciali e culturali, con infrastrutture<br />

efficienti e servizi efficaci, sicuri e<br />

© Carlos Solito<br />

sostenibili. Uno dei nostri principali<br />

obiettivi strategici. Sì, sostenibili. Un<br />

aggettivo tanto inflazionato quanto<br />

ancora poco compreso nel suo profondo<br />

significato. Perché non c’è futuro<br />

se non ci convinciamo che niente<br />

è dato per sempre e che domani non<br />

è un altro giorno, ma è figlio dell’oggi.<br />

Il Covid-19 passerà, speriamo prima di<br />

quanto si supponga, ma la Terra che<br />

2


abitiamo continuerà a restare qui e a<br />

chiederci, con più forza di prima, tutte<br />

le attenzioni che dovremmo tributarle.<br />

Perché sarà pure un “oscuro granel di<br />

sabbia” nell’universo, sarà stata e sarà<br />

ancora una “dura nutrice”, ma è l’unica<br />

che abbiamo. E mentre lei non ha bisogno<br />

di noi per esistere, noi di lei sì.<br />

Tant’è che, e torno a quel mite invito a<br />

essere leali alleati del nostro prossimo<br />

nel rispettare le regole di una civile<br />

convivenza, dovremo fare anche d’estate,<br />

tutti noi, un refrigerante bagno<br />

di modestia, altruismo e temperanza.<br />

Quando ci lamentiamo dei fastidi,<br />

delle limitazioni, degli inconvenienti<br />

e finanche delle malattie che ci opprimono,<br />

ricordiamo i lapidari versi di<br />

un poeta del ’900: «A uno a uno/ogni<br />

nostra tragedia/xè una farsa». Perché<br />

c’è chi avrebbe più diritto di noi a lamentarsi<br />

e non lo fa. Tira fuori tutte le<br />

energie compresse, le potenzialità e<br />

i talenti nascosti e ci dimostra che la<br />

vita merita sempre di essere vissuta.<br />

Nelle prossime pagine troverete anche<br />

un nostro tributo al Maestro Ezio<br />

Bosso. Lo avremmo potuto ospitare<br />

in copertina, questo mese, se tante<br />

cose fossero andate diversamente.<br />

Resta un esempio, per tutti noi. Come<br />

lo sono Alex Zanardi e tante altre persone,<br />

meno note, che hanno deciso di<br />

non piangersi addosso, di combattere<br />

e di insegnarci che si può fare. Si può,<br />

senza essere eroi.<br />

Uno scorcio della Costa dei trabocchi (CH)<br />

3


MEDIALOGANDO<br />

RIGORE, INDIPENDENZA,<br />

AUTOREVOLEZZA<br />

FORTUNE ITALIA RIPROPONE NEL NOSTRO PAESE<br />

I CAPISALDI DEL MIGLIOR GIORNALISMO D’OLTREOCEANO.<br />

A COLLOQUIO CON IL DIRETTORE FABIO INSENGA<br />

di Marco Mancini<br />

marmanug<br />

Ha due anni di vita, in Italia. Novanta negli Stati<br />

Uniti, dove la testata Fortune è nata all’indomani<br />

del famoso crollo di Wall Street e, negli<br />

anni, è diventata sinonimo di competenza, indipendenza<br />

e qualità. Un faro nel mondo del business, della finanza<br />

e dell’imprenditoria, con i suoi celebri ranking che certificano<br />

il prestigio e il successo di aziende e manager di<br />

tutto il globo. Fortune, la casa madre di oltreoceano, ha<br />

concesso licenze e uso del proprio marchio all’estero con<br />

grande parsimonia e oculatezza. Il via libera alle pubblicazioni,<br />

per l’editore italiano, è arrivato dopo una lunga<br />

formazione ed è stato accompagnato, nei primi mesi, da<br />

uno strettissimo controllo che si è poi piano piano allentato<br />

per dare spazio a feconde sinergie. A parlarcene è<br />

Fabio Insenga, 45 anni, romano, a Fortune Italia fin dal lancio<br />

del progetto, prima come caporedattore e poi, dall’agosto<br />

2018, come direttore responsabile. Alle spalle 15<br />

anni all’Adnkronos, otto dei quali da capo della redazione<br />

economica, oltre a varie collaborazioni con Il Messaggero,<br />

Il Tempo e Il Riformista.<br />

Com’è lavorare con gli americani?<br />

Il giornalismo italiano in generale ha tanto da imparare da<br />

quello di matrice anglosassone, estremamente rigoroso<br />

e severo con se stesso, capace di mettersi sempre in discussione,<br />

di riconoscere e ragionare su presunti errori,<br />

trasparente e mai accondiscendente con l’interlocutore.<br />

Però anche loro hanno molto da imparare da noi, dalla nostra<br />

creatività ed elasticità che, oltre a mitigare certi eccessi<br />

di rigidità e schematismo, diventa essenziale per affrontare<br />

situazioni imprevedibili come quella determinata<br />

dall’esplosione della pandemia, che ti costringe a modificare<br />

in extremis un timone già pronto e studiato a lungo.<br />

Fortune Italia si può definire a tutti gli effetti la start up<br />

di un franchising di successo in un settore però in crisi,<br />

quale quello dell’editoria e dell’informazione. È così?<br />

Sì, importare il modello Fortune in Italia, per noi che siamo<br />

nati come una vera e propria start up, costruendo da<br />

zero la redazione e tutta la struttura che si muove oggi<br />

intorno al marchio, ha significato cercare un nostro spazio<br />

in un mercato ben presidiato da altre testate storiche e in<br />

un periodo certo non facile. Però le indagini preliminari di<br />

mercato ci portavano a ritenere che uno spazio l’avremmo<br />

trovato.<br />

E ci siete riusciti?<br />

Direi di sì. I numeri ci confortano, con 30mila copie del<br />

magazine mensile distribuite dove la nostra licenza ce lo<br />

consente: Italia, Svizzera, Principato di Monaco, San Marino,<br />

e Città del Vaticano, e visite al nostro sito che tra il 10<br />

marzo e il 10 aprile hanno toccato il milione di pageview.<br />

Ma a funzionare è il sistema nel suo complesso, che mette<br />

insieme carta, digitale, social, eventi, oggi realizzati un po’<br />

come tutti sulle piattaforme digitali. E poi i ranking, che<br />

sono un punto di riferimento assoluto nella metrica di valutazione<br />

delle imprese e dei manager, come la famosa<br />

© Krasnig Roberta<br />

Fabio Insenga, direttore di Fortune Italia<br />

4


Fortune 500, la classifica delle prime 500 aziende americane<br />

per fatturato.<br />

Quale la chiave?<br />

L’operazione è stata quella di importare un modello di giornalismo<br />

che si fonda essenzialmente sull’autorevolezza del<br />

proprio brand. Questo è il tratto distintivo di Fortune negli<br />

Stati Uniti e nella comunità finanziaria e manageriale internazionale.<br />

<strong>La</strong> qualità del giornalismo è la chiave per poter<br />

accedere a un’audience sempre più ampia e specializzata.<br />

Sempre, però, un target ben delineato e delimitato. Ma<br />

sbarcando anche sui social vi trovate a confrontarvi con<br />

una platea ben più estesa che forse non vi cerca ma vi<br />

trova e interagisce...<br />

Sì, negli ultimi tempi la proporzione tra chi interagisce con<br />

insulti o considerazioni da bar e chi cerca un confronto<br />

rispettoso e per meglio comprendere i contenuti è però<br />

cambiata, a favore di questi ultimi. Comunque si tratta di<br />

un mondo, quello dei social, che va trattato con attenzione,<br />

l’errore del giornalismo è stato sottovalutarne l’importanza.<br />

L’accesso alle informazioni oggi si è allargato. Fino a<br />

qualche anno fa il giornalista era una sorta di alieno, ormai<br />

non più, e le notizie non devi cercarle, ti raggiungono sullo<br />

smartphone. Quindi è importante mettere insieme contenuti<br />

corretti e di qualità esposti con chiarezza di linguaggio,<br />

offrendo accessibilità e ampia fruibilità dell’informazione.<br />

È vero, sembra che la pandemia abbia modificato, mi auguro<br />

non solo temporaneamente, il rapporto con il mondo<br />

dell’informazione. L’autorevolezza, cos’è e come la si<br />

ottiene?<br />

È frutto di un’attenzione quasi maniacale a tutto quello che<br />

è la verifica delle fonti, del reporting e soprattutto del rapporto<br />

che c’è fra giornalismo e comunicazione d’impresa,<br />

fra la notizia e il contenuto veicolato dalle aziende.<br />

E qui la questione si fa delicata, quando le aziende di cui<br />

parli sono anche quelle che ti acquistano pagine pubblicitarie<br />

e, quindi, ti sostengono finanziariamente.<br />

Potrei essere tacciato di romanticismo, ma se Fortune ha<br />

successo nel mondo è perché può aiutare il business a crescere.<br />

Che non vuol dire compiacere l’impresa e celebrare<br />

il businessman, cosa che potrà avere un ritorno immediato<br />

ma si perde poi nel tempo. Aiutare il business a crescere<br />

significa, nella loro ottica, raccontare, stimolare, criticare lì<br />

dove ci sono errori e incongruenze. Perché essere su Fortune<br />

è già un traguardo che ti conferisce uno status. Ti rende<br />

utile al resto della comunità del business, per capire un<br />

trend o intuire la soluzione di un problema.<br />

E tu speri che anche l’imprenditoria italiana lo capisca e<br />

accetti di investire restando indifferente ai contenuti che<br />

una testata produce su di lei?<br />

Difficile, ma gioverebbe. Una delle interviste più importanti<br />

di Fortune negli Stati Uniti nell’ultimo anno è stata quella al<br />

global managing partner di McKinsey, Kevin Sneader, dopo<br />

che il New York Times aveva messo in discussione la trasparenza<br />

di alcune pratiche della società nel mondo. È stata<br />

un’intervista che ha messo in difficoltà l’interlocutore, lo<br />

ha costretto a una serie di ammissioni e ha fatto emergere<br />

alcuni problemi da risolvere. Eppure McKinsey è un partner<br />

storico di Fortune. Una contraddizione? No. Quell’intervista<br />

è stata poi utilizzata positivamente in termini di comunicazione<br />

d’impresa quale esempio di trasparenza e capacità di<br />

mettersi in discussione. Molto meglio di un’intervista concordata<br />

e celebrativa.<br />

Fenomeno che non è una costante del nostro giornalismo,<br />

ma lo è, forse, nella percezione di coloro, e non sono<br />

pochi, che vanno alla ricerca della cosiddetta informazione<br />

disintermediata, ritenendola scevra da condizionamenti<br />

e interessi distorsivi. Un’altra delle ragioni di crisi<br />

del settore.<br />

Sono d’accordo. Si è persa un po’ nel tempo la forza della<br />

stampa come soggetto terzo, anche se per fortuna sono<br />

ancora tante le testate autorevoli in Italia che producono<br />

contenuti indipendenti. Però la crisi dell’editoria e la perdita<br />

di potere contrattuale del giornalismo nel corso degli<br />

ultimi 15 anni si devono anche all’assenza di forti capacità<br />

manageriali nel settore.<br />

Spiegati meglio.<br />

<strong>La</strong> trasformazione digitale, la globalizzazione e tutti i mega<br />

trend che conosciamo stanno avendo un impatto dirompente<br />

in tanti settori, incluso il nostro, ma si potevano e<br />

dovevano prevedere e gestire, non soltanto subire. Ecco,<br />

nel settore dell’editoria, secondo me, questo non è accaduto<br />

soprattutto per l’assenza di un management con una<br />

visione strategica capace di conciliare il conto economico<br />

di un’impresa con adeguati investimenti sulla qualità del<br />

giornalismo.<br />

I giornalisti non hanno colpe?<br />

Per anni è passato il messaggio che fosse il giornalismo,<br />

inteso come casta, a fare resistenza al cambiamento. Posso<br />

assicurarti che da quando faccio questo mestiere, sono<br />

ormai 25 anni, ho visto sempre una risposta più pronta da<br />

parte dei giornalisti, al netto di qualche resistenza fisiologica<br />

iniziale, a sperimentare tutto quello che la tecnologia<br />

propone, rispetto alla reazione delle aziende. Il bilancio di<br />

5


MEDIALOGANDO<br />

un’impresa editoriale, fatte salve strutture efficienti e costi<br />

adeguati, non può dipendere, quanto a entrate, quasi<br />

esclusivamente da pubblicità o finanziamenti pubblici.<br />

Devi essere capace di produrre contenuti di qualità e saperli<br />

monetizzare facendoteli pagare. Con una strategia<br />

appropriata e sapendo da tempo che la carta avrebbe perso<br />

copie e terreno rispetto al digitale.<br />

Hai parlato di costi. Una start up ha bisogno di tenerli<br />

molto sotto controllo. In che modo la contrazione dei costi<br />

si concilia con la qualità?<br />

<strong>La</strong> nostra redazione è piuttosto snella, e giovane. Ho quattro<br />

redattori a tempo pieno e un caporedattore. Intorno a<br />

questo piccolo nucleo, solido ma agile, che lavora sul sito<br />

e sul magazine, c’è una rete di collaboratori con grande<br />

esperienza e professionalità che non sono un accessorio<br />

esterno ma hanno un valore importantissimo. Certo, sarebbe<br />

più facile lavorare con una redazione più ampia e<br />

strutturata ma è evidente che uno dei problemi delle testate<br />

giornalistiche, in passato, è stato aver fatto crescere<br />

gli organici in una misura non coerente con le dinamiche<br />

di mercato.<br />

Un mercato che progressivamente ha penalizzato l’editoria<br />

tradizionale riducendone i ricavi. Questo ha reso indispensabile<br />

una trasformazione di tutto il sistema editoriale che<br />

oggi spazia, come ho detto, dal magazine agli eventi passando<br />

per il digitale, per creare contenuti che durino nel<br />

tempo.<br />

Che vuol dire?<br />

Che attraverso il mensile, non costretto a dipendere dalla<br />

stretta attualità come il sito internet, sviluppi un livello di<br />

approfondimento tale da trasferire poi alcuni temi e concetti<br />

in veri e propri percorsi di comunicazione, in contenuti<br />

che non si esauriscono nel singolo prodotto giornalistico:<br />

articolo, intervista o inchiesta che sia. Insomma, filoni di approfondimento<br />

che ci consentono, intorno al marchio Fortune,<br />

negli Stati Uniti come in Italia, di creare una community<br />

di lettori, ascoltatori e addetti ai lavori fidelizzati.<br />

Torniamo alla stretta attualità. <strong>La</strong> pandemia sembra aver<br />

fatto riacquistare al giornalismo tradizionale un po’ di<br />

quella stima e credibilità perduta. È tornato in auge il ruolo<br />

del mediatore e dell’esperto. Semmai adesso rischiamo<br />

l’inflazione e l’effetto boomerang, soprattutto quando<br />

gli esperti ci forniscono risposte contraddittorie.<br />

Sì, l’esperienza del coronavirus, oltre a produrre un’accelerazione<br />

di tanti processi interni alle redazioni per mettere<br />

in condizione i giornalisti di lavorare in un periodo così<br />

complicato, ha responsabilizzato ancora di più l’intero settore,<br />

per una volta sia i giornalisti sia gli editori. È cambiato<br />

il modo di porsi e di fruire le informazioni da parte degli<br />

utenti, per l’esigenza di informarsi rispetto a qualcosa che<br />

non si comprende e di cui si ha paura. Ora questo ritrovato<br />

ruolo del giornalismo è una circostanza che va saputa capitalizzare.<br />

Come?<br />

Mantenendo da parte nostra la ritrovata o accresciuta attenzione<br />

nella verifica di fonti e dati per riacquisire in pieno<br />

quel ruolo di certificatori di ciò che accade. Ma, soprattutto,<br />

non dilapidando la crescita dell’audience ed evitando che<br />

gli editori approfittino degli strumenti di gestione della crisi<br />

economica per operare tagli indiscriminati.<br />

Mantenere l’audience. Hai molta stima negli utenti, ma la<br />

pandemia non ha fatto sparire del tutto i terrapiattisti, i no<br />

vax e i complottisti vari.<br />

Sì, ma al di là di una certa quota fisiologica di irrecuperabili,<br />

c’è stata una presa di coscienza di un’ampia fascia di popolazione<br />

recuperabile, che ha interesse a essere informata,<br />

che magari aveva perso l’abitudine a comprare il giornale o<br />

a fruire di un contenuto certificato prodotto da una testata<br />

riconosciuta. È lì che si gioca il futuro, sia in termini di copie<br />

vendute che di informazione digitale, nel recuperare quel<br />

rapporto fra la testata giornalistica e i lettori.<br />

Anche con l’interazione che, nell’epoca del digitale, è forse<br />

la frontiera più interessante e fertile.<br />

Sì, che è cresciuta come qualità e che sul sito stiamo stimolando,<br />

offrendo spazio alle opinioni e alle analisi di ospiti<br />

per alimentare il dibattito e un confronto.<br />

Immagino che il post Covid sia uno dei temi centrali.<br />

Su questo abbiamo lanciato il progetto di Fortune Italia Ricostruzione,<br />

per riflettere sull’uscita dall’emergenza e sulla<br />

ripartenza in tutti i settori di cui ci occupiamo. E abbiamo<br />

costruito alcuni nostri percorsi tematici di approfondimento<br />

e realizzato oltre 40 interviste singole oltre a una decina<br />

di e-meeting su argomenti specifici quali mobilità, energia,<br />

finanza.<br />

In sintesi estrema, da un’informazione somministrata a<br />

una sempre più interattiva e partecipata.<br />

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6


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

Urban Medical Beauty è lo Studio specializzato in medicina estetica diretto dal Dott. Claudio Urbani.<br />

Il Centro vanta un'equipe di professionisti qualificati e macchinari di ultima generazione.<br />

Evolversi, raggiungere risultati una volta impensabili, conquistare l'armonia e l'equilibrio del viso e del<br />

corpo è finalmente possibile per tutti.<br />

Microliposuzione con tecnica J-Plasma<br />

<strong>La</strong> Microliposuzione con tecnica J-Plasma ad<br />

ARGON IONIZZATO viene utilizzata sulle pelli con<br />

scarsissima tonicità per modificare e rigenerare il<br />

collagene dando un effetto lifting del tessuto<br />

senza tagli chirurgici. Il gas, assolutamente inerte,<br />

viene espulso manualmente da una cannula tramite<br />

compressione. Non si tratta di un'alternativa<br />

alla (o di una variante della) Microliposuzione classica,<br />

ma di una sua successiva integrazione che ha<br />

l’obiettivo di rassodare e liftare i tessuti trattati.<br />

Viene eseguita sempre in anestesia locale con<br />

lieve sedazione. Il 50% della retrazione del collagene<br />

viene raggiunto immediatamente, mentre il<br />

residuo 50% verrà raggiunto dopo circa 2/3 mesi<br />

dall'intervento.<br />

Come funziona<br />

Quando si espone il collagene presente nel derma<br />

a una sollecitazione termica, si ottiene una risposta<br />

di contrazione delle fibre proporzionale alla<br />

temperatura erogata e alla durata. Ad esempio, se<br />

si espone la fibra a una temperatura di 85° C si<br />

ottiene una contrazione pari a circa il 60% in<br />

meno di mezzo secondo.<br />

Questo risultato si raggiunge senza alcun danno<br />

né carbonizzazione dei tessuti. Per ottenere<br />

questa condizione, si utilizza un gas chiamato<br />

"ARGON IONIZZATO" che, una volta introdotto,<br />

viene poi espulso all'esterno mediante drenaggio<br />

manuale.<br />

Zone<br />

È possibile effettuare la Microliposuzione con<br />

tecnica J-Plasma su numerose zone del corpo:<br />

culotte de cheval, interno coscia, ginocchio, fianchi,<br />

addome, dorso, petto, braccia.<br />

Durata dell’intervento<br />

<strong>La</strong> durata dell'intervento varia da un minimo di<br />

15 a un massimo di 40 minuti, in aggiunta al<br />

tempo impiegato precedentemente per la Microliposuzione<br />

classica.<br />

Durata dei risultati<br />

I risultati conseguiti sono duraturi e coerenti con<br />

il passare del tempo.<br />

Urban Medical Beauty<br />

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7


SOMMARIO<br />

LUGLIO <strong>2020</strong><br />

IN COPERTINA<br />

LA COSTA DEI TRABOCCHI<br />

59<br />

88<br />

42<br />

12<br />

RAILWAY HEART<br />

17<br />

GOURMET<br />

18<br />

GUSTA & DEGUSTA<br />

20<br />

SAVE THE DATE<br />

22<br />

WHAT’S UP<br />

pag. 46<br />

27<br />

UN TRENO DI LIBRI<br />

Invito alla lettura di Alberto<br />

Brandani, che questo mese<br />

propone ai lettori della <strong>Freccia</strong><br />

il nuovo romanzo di Pierre<br />

Lemaitre, Lo specchio delle<br />

nostre miserie<br />

32<br />

DESTINAZIONE ESTATE<br />

Mare, montagna, dimore storiche<br />

e buon cibo. Per riscoprire l’Italia,<br />

da nord a sud, a bordo di Frecce,<br />

Intercity e Regionali<br />

72<br />

INDIMENTICABILE BOSSO<br />

L’integrità, il carisma, la forza,<br />

l’originalità. Il direttore d’orchestra<br />

e compositore nel ricordo di<br />

64<br />

quattro amici importanti<br />

98<br />

68<br />

SOFIA GOGGIA SI RACCONTA<br />

78<br />

PESARO ON STAGE<br />

82<br />

ESTATE FIESOLANA<br />

84<br />

MONTEPULCIANO AD ARTE<br />

86<br />

LA CHIGIANA A SIENA<br />

88<br />

TIME IN JAZZ CON FRESU<br />

90<br />

GUARIMBA FILM FESTIVAL<br />

92<br />

SIRACUSA PER VOCI SOLE<br />

94<br />

IL FILO DELLA FEDE<br />

98<br />

NATURA A NUDO<br />

116<br />

FUORI LUOGO<br />

117<br />

LA FRECCIA JUNIOR<br />

LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO<br />

103<br />

SCOPRI TRA LE PAGINE L’OFFERTA DELLE FRECCE, LA NUOVA APP E LE PARTNERSHIP TRENITALIA<br />

i vantaggi del programma CartaFRECCIA e le novità del Portale FRECCE<br />

8


Tra le firme del mese<br />

CESARE BIASINI SELVAGGI<br />

Critico d’arte, curatore e saggista. Da marzo<br />

2017, direttore editoriale di Exibart.com<br />

ed Exibart on paper. È anche co-direttore del<br />

festival Art+b=love (?) di Ancona<br />

CLAUDIO DI DIONISIO<br />

Romagnolo di nascita e abruzzese di adozione<br />

con un grande amore per la bicicletta. Guida<br />

cicloturistica e ambientale escursionistica per<br />

passione, è titolare del tour operator Bikelife<br />

live your passion di Francavilla al Mare (CH),<br />

punto di partenza per pedalare lungo<br />

la Costa dei Trabocchi<br />

VALENTINA LO SURDO<br />

Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica<br />

con anima rock, presentatrice, speaker, attrice.<br />

Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di<br />

viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni<br />

preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino<br />

I numeri<br />

di questo numero<br />

65<br />

i chilometri della Via Verde<br />

dei Trabocchi<br />

[pag. 46]<br />

230<br />

gli ettari vitati intorno<br />

al Castello di Brolio<br />

[pag. 58]<br />

305<br />

i chilometri del cammino<br />

di San Benedetto<br />

[pag. 61]<br />

90<br />

le foto di Ren Hang<br />

al Centro Pecci di Prato<br />

[pag. 98]<br />

Read also<br />

FSNews.it, il quotidiano online<br />

del Gruppo FS, accompagna i viaggi<br />

degli italiani in questa estate alla<br />

ricerca di una nuova normalità dopo<br />

le restrizioni dovute al Covid-19. Lo<br />

fa con articoli dedicati ai nuovi treni<br />

offerti da FS Italiane per supportare la<br />

ripresa del turismo nel nostro Paese<br />

e con le interviste ai protagonisti<br />

dello spettacolo, dell’arte e della<br />

comunicazione che raccontano le<br />

loro vacanze. Ma anche attraverso gli<br />

approfondimenti su come il periodo che<br />

stiamo affrontando abbia modificato lo<br />

scenario della mobilità<br />

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI<br />

DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE<br />

ANNO XII - NUMERO 7 - LUGLIO <strong>2020</strong><br />

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA<br />

N° 284/97 DEL 16/5/1997<br />

CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/06/<strong>2020</strong><br />

Foto e illustrazioni<br />

Archivio Fotografico FS Italiane<br />

FS Italiane | PHOTO<br />

AdobeStock<br />

Copertina © Claudio Di Dionisio/bikelife.it<br />

Tutti i diritti riservati<br />

Se non diversamente indicato, nessuna parte della<br />

rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa<br />

senza il consenso espresso dell’editore<br />

Direttore Responsabile<br />

Responsabile Editoria<br />

Caporedattrice<br />

Coordinamento Editoriale<br />

Caposervizio<br />

In redazione<br />

Segreteria di redazione<br />

Ricerca immagini<br />

e photo editing<br />

Hanno collaborato<br />

a questo numero<br />

PER CHI AMA VIAGGIARE<br />

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA<br />

SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE<br />

LICENZA CREATIVE COMMONS<br />

BY-NC-ND 3.0 IT<br />

Info su<br />

creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it<br />

EDITORE<br />

Direzione Centrale Comunicazione Esterna<br />

Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma<br />

fsitaliane.it<br />

Contatti di redazione<br />

Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it<br />

Marco Mancini<br />

Davide Falcetelli<br />

Michela Gentili<br />

Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico,<br />

Francesca Ventre<br />

Silvia Del Vecchio<br />

Gaspare Baglio<br />

Francesca Ventre<br />

Giovanna Di Napoli, Michele Pittalis,<br />

Claudio Romussi<br />

Gerardo Adinolfi, Serena Berardi,<br />

Cesare Biasini Selvaggi, Alberto Brandani,<br />

Viola Chandra, Claudio Di Dionisio, Fondazione<br />

FS Italiane, Alessio Giobbi, Valentina Lo Surdo,<br />

Luca Mattei, Clara Neri, Bruno Ployer,<br />

Enrico Procentese, Andrea Radic,<br />

Elisabetta Reale, Gabriele Romani,<br />

Flavio Scheggi, Carlos Solito, Filippo Teramo,<br />

Mario Tozzi<br />

REALIZZAZIONE E STAMPA<br />

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE)<br />

Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com<br />

Coordinamento Tecnico Antonio Nappa<br />

PROGETTO CREATIVO<br />

Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello,<br />

Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli<br />

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA<br />

advertisinglafreccia@fsitaliane.it | 06 4410 4428<br />

CARLOS SOLITO<br />

Scrittore, fotografo, giornalista e regista, gira il<br />

mondo e collabora con numerosi magazine e<br />

quotidiani nazionali realizzando reportage di<br />

viaggi e incontri umani. I suoi scatti sono stati<br />

esposti in diversi Paesi e ha pubblicato una<br />

ventina di volumi illustrati per i più importanti<br />

editori italiani<br />

<strong>La</strong> carta di questa rivista proviene<br />

da foreste ben gestite certificate FSC ® ️<br />

e da materiali riciclati<br />

On Web<br />

<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> si può<br />

sfogliare su ISSUU<br />

e su fsnews.it<br />

9


Live streaming, UGC, Product Demo.<br />

<strong>La</strong> comunicazione chiede nuove competenze narrative.<br />

IULM, IMPARARE IL FUTURO.<br />

Per info e iscrizioni<br />

ai test di ammissione<br />

iulm.it/openday<br />

Il futuro si apre<br />

a chi impara a gestire<br />

il cambiamento.<br />

IULM è l’Università<br />

del sapere dinamico,<br />

dell’evoluzione<br />

delle conoscenze.<br />

Vieni a scoprire il mondo<br />

dove sarai domani.


FRECCIA COVER<br />

Alexandra Carlsson, Beri Smither, Harue Miyamoto, Beauduc (1993)<br />

Emporio Armani Magazine 10<br />

A SENSE OF BELONGING<br />

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili<br />

Photo Peter Lindbergh<br />

«Ho sempre ammirato Peter Lindbergh per la coerenza<br />

e l’intensità del suo lavoro. Con questa mostra voglio<br />

rendere omaggio a un artista il cui amore per la bellezza<br />

rappresenta un contributo indelebile per la nostra cultura,<br />

non soltanto per la moda». Con queste parole Giorgio<br />

Armani ha presentato Heimat. A Sense of Belonging,<br />

all’Armani/Silos di Milano fino al 10 gennaio 2021, visitabile<br />

ogni sabato e domenica con prenotazione obbligatoria<br />

online sul sito o tramite call center allo 02<br />

91630010.<br />

In mostra immagini celebri e mai viste, scelte in modo<br />

accurato come le parole, a partire da heimat, che in<br />

tedesco estende il significato più profondo di casa al<br />

luogo dove abita la propria essenza interiore. L’estetica<br />

della Berlino degli anni ‘20 ha lasciato un’impronta<br />

profonda nei suoi scatti. Attraverso il filtro di uno sguardo<br />

pieno di umanità, questi spunti hanno generato un<br />

senso di cruda bellezza che connota l’intera opera del<br />

fotografo. L’esposizione è un omaggio all’onestà estetica<br />

e intellettuale che Giorgio Armani e Peter Lindbergh<br />

condividono dagli anni ’80, insieme con una sorta<br />

di purezza d’approccio alla figura femminile e al rifiuto<br />

dell’artificio.<br />

armanisilos<br />

11


RAILWAY heART<br />

PHOTOSTORIES<br />

PEOPLE<br />

Trilly sui binari vicino<br />

alla stazione di Lecce<br />

© Roberto Valente<br />

robertovalente<br />

IN VIAGGIO<br />

Verso Firenze<br />

© Arianna Mallus<br />

mallussessa<br />

12


LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE<br />

DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN<br />

CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME<br />

a cura di Enrico Procentese<br />

enryhills<br />

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it.<br />

L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie<br />

rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà<br />

del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti<br />

tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri<br />

della rubrica. Railway heArt un progetto di Digital Communication, Direzione<br />

Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.<br />

LUOGHI<br />

Stazione<br />

Reggio Emilia AV<br />

© Edoardo Cortesi<br />

eddiecortesi<br />

AT WORK<br />

Manuela, addetta<br />

pulizie Roma Termini<br />

© Alfredo Falcone<br />

alfredo_falcone<br />

13


RAILWAY heART<br />

A TU PER TU<br />

a cura di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it<br />

Vittorio, 24 anni, capotreno Alta Velocità della Divisione<br />

Passeggeri Long Haul di Trenitalia, ci racconta la sua<br />

esperienza professionale prima e dopo il lockdown.<br />

Quando hai iniziato la tua carriera all’interno del Gruppo FS?<br />

Nel 2015 sono entrato a far parte del personale viaggiante sui<br />

<strong>Freccia</strong>rossa. I primi due anni come capo servizio, addetto anche<br />

al controllo dei titoli di viaggio, poi sono diventato capotreno,<br />

con maggiori responsabilità. Successivamente, ho continuato<br />

a svolgere queste mansioni, oltre che in <strong>Freccia</strong>rossa,<br />

sui <strong>Freccia</strong>rgento e <strong>Freccia</strong>bianca. Nel corso della mia attività<br />

in Trenitalia ho potuto proseguire gli studi e, al momento, sto<br />

conseguendo la laurea magistrale in economia, tecnologia e<br />

innovazione.<br />

Come si sviluppa il percorso formativo per la tua figura?<br />

Dopo il corso di tre mesi per l’abilitazione a capotreno, vengono<br />

effettuati almeno una volta l’anno incontri di aggiornamento che<br />

riguardano sia aspetti di circolazione sia questioni prettamente<br />

commerciali e di rapporto con il cliente. Alcuni di questi si focalizzano<br />

sui collegamenti considerati nuovi, come il <strong>Freccia</strong>rossa<br />

Torino-Reggio Calabria, una delle novità dell’ultimo cambio orario.<br />

Attraverso lezioni dedicate si ha modo di conoscere tutti gli<br />

aspetti di una determinata tratta.<br />

Cosa ha significato lavorare durante la quarantena?<br />

Nel primo periodo della pandemia, si percepiva un forte senso<br />

di preoccupazione da parte delle persone che si spostavano<br />

per motivi di necessità, usufruendo di un’offerta ferroviaria<br />

drasticamente ridotta. Ora il numero dei treni sta tornando alla<br />

normalità, ma le misure di sicurezza impongono ancora molta<br />

attenzione. Nonostante il sistema di vendita preveda la prenotazione<br />

a scacchiera dei posti, capita che alcuni viaggiatori, spesso<br />

involontariamente, occupino degli spazi non idonei a quanto<br />

indicato. Da lì il nostro intervento per accertarsi che venga rispettata<br />

la distanza interpersonale. Il più delle volte si tratta di<br />

piccoli accorgimenti che, a seconda delle situazioni, richiamano<br />

da una parte la giusta interpretazione dei regolamenti, dall’altra<br />

il buon senso e l’elasticità mentale.<br />

Cosa ti piace di più della tua attività?<br />

Poter condividere il lavoro per far funzionare questa enorme<br />

macchina tutti insieme, dal personale di bordo nelle carrozze<br />

ai macchinisti, dai flussi di comunicazione con gli addetti delle<br />

Sale operative ai colleghi con cui ci si interfaccia durante la sosta<br />

nelle stazioni. Le responsabilità sono molteplici e questo ci<br />

porta a essere proattivi nel confronto quotidiano con passeggeri<br />

di ogni tipo. Si stabiliscono rapporti di fiducia anche in momenti<br />

di criticità.<br />

Un consiglio che ti senti di dare?<br />

Andiamo sempre più verso servizi personalizzati capaci di soddisfare<br />

singole esigenze. Troverei utile una carrozza dedicata ai<br />

bambini, per far sì che possano vivere la loro permanenza in treno<br />

con maggior divertimento e spensieratezza.<br />

© Enrico Procentese<br />

14


LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE,<br />

VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE<br />

Elisa Morsicani, 32 anni, viaggia sulla linea AV Roma-Milano.<br />

Fondatrice e CEO di Italian Lifestyle, start up che si<br />

distingue per soluzioni digitali innovative che supportano<br />

il turismo e i brand made in Italy sul mercato cinese.<br />

In cosa consiste la tua attività?<br />

Affianchiamo aziende e località che desiderano promuoversi e<br />

accogliere turisti dalla Cina attraverso la piattaforma Vento d’Italia,<br />

che offre servizi di informazione, consigli e proposte di viaggio<br />

attraverso l’app di messaggistica WeChat. Il periodo segnato<br />

dall’emergenza sanitaria ci ha portato inevitabilmente a ripensare<br />

molti processi, ma abbiamo cercato di trasformare una situazione<br />

negativa e inaspettata in opportunità, trasmettendo questo<br />

approccio anche ai clienti che seguiamo per arrivare al mercato<br />

cinese.<br />

Quali azioni avete intrapreso per il vostro settore, particolarmente<br />

penalizzato?<br />

Grazie alla nostra piattaforma nazionale su WeChat, un ecosistema<br />

che supera il miliardo di fruitori, abbiamo accelerato l’integrazione<br />

dell’offerta, dando per esempio la possibilità agli utenti<br />

cinesi di acquistare servizi per agevolare attività che vanno dai<br />

trasporti alla ristorazione, dalla cultura all’alberghiero.<br />

Cosa si aspetta l’Italia dai turisti cinesi?<br />

Gli studi ci dicono che saranno sempre più interessati a mete<br />

meno tradizionali, come quelle poco affollate, sia per una questione<br />

di maggior sicurezza sanitaria sia per vivere nuove esperienze<br />

di viaggio, come per esempio quelle sui treni storici, che<br />

hanno assunto un interesse notevole anche per questo settore.<br />

Inoltre, la velocizzazione dei processi digitali ci aiuta ad abbattere<br />

le tre principali barriere che maggiormente limitano i visitatori i<br />

arrivo: linguistica, culturale e tecnologica.<br />

Che tipo di viaggiatrice sei?<br />

I miei viaggi, molti dei quali decisi all’ultimo momento, si concentrano<br />

principalmente sulla rotta Roma-Milano, da dove raggiungo<br />

le mie due sedi di lavoro. In tempi pre-Covid utilizzavo le<br />

Frecce con una media di tre, quattro volte a settimana, e conto<br />

di ricominciare al più presto con lo stesso ritmo. Abitando fuori<br />

Roma, poi, la soluzione che combina trasporto regionale e Alta<br />

Velocità si concilia benissimo con le esigenze di spostamento<br />

per motivi professionali e personali.<br />

Pronta a ripartire in treno, quindi?<br />

In questo periodo complesso, le Ferrovie si sono dimostrate ancora<br />

una volta la spina dorsale del Paese. Non solo per la capacità<br />

di garantire la mobilità di persone e merci ma anche per la<br />

velocità con cui sono state attuate, fin dall’inizio dell’emergenza,<br />

misure di sicurezza che si sono conciliate egregiamente con le<br />

esigenze di chi aveva necessità di viaggiare nei mesi più difficili,<br />

per ragioni di lavoro o urgenza. <strong>La</strong> domanda è sempre stata soddisfatta<br />

e il treno si conferma il miglior mezzo per conoscere o<br />

riscoprire il fascino del Paese attraverso ciò che ha di più bello: le<br />

sue mete, la sua cultura, il forte senso di ospitalità.<br />

15


GOURMET<br />

IL MARE IN CUCINA<br />

SAPORI DI CALABRIA CON IL PESCE SPADA<br />

DELLO CHEF FILIPPO COGLIANDRO<br />

di Filippo Teramo - a cura di vdgmagazine.it<br />

© Stefano Mileto<br />

Filippo Cogliandro<br />

Si considera un autodidatta di talento Filippo Cogliandro,<br />

chef calabrese e patron del ristorante L’A Gourmet<br />

L’Accademia, aperto nel 2015 a Reggio Calabria,<br />

a due passi dal Museo Archeologico Nazionale, casa dei Bronzi<br />

di Riace. Per lui la cucina è un insieme armonioso di emozioni<br />

e memoria, volontà e creatività, passione e sacrificio: «È<br />

il mio mare, la terra, i ricordi, la mia vita», ama ripetere. I suoi<br />

piatti sono tradizione, sperimentazione e creatività. E se ogni<br />

chef ha il suo segreto, il suo è dosare e abbinare profumi e<br />

sapori del territorio in uno stile unico, trasformando in arte materie<br />

nobili come il Bergamotto di Reggio Calabria, oggi prestato<br />

alla pasticceria più raffinata e alla cucina più ricercata.<br />

Come un crescendo rossiniano, nei suoi menù troviamo il pesce<br />

spada cacciato nelle acque dello Stretto di Scilla e Cariddi<br />

(approfondimento alle pp. 50-52), la cipolla rossa di Tropea, il<br />

cedro di Calabria, lo stocco di Mammola, le patate della Sila e<br />

la Bellina di Sant’Eufemia d’Aspromonte, le prugne di Terranova<br />

Sappo Minulio, l’olio extravergine Ottobratico e il Carolea,<br />

presidi Slow Food della Piana di Gioia Tauro. Ottima la carta<br />

dei vini, pregiate etichette selezionate tra i tanti autoctoni che<br />

l’antica Enotria produce. E mentre gli ingredienti sono legati al<br />

susseguirsi delle stagioni, lo chef Cogliandro continua a studiare<br />

per proporre nei piatti la vera essenza della sua terra.<br />

FilippoCogliandroChef f_cogliandro<br />

filippocogliandro<br />

ROTOLI DI PASTA FRESCA CON DADOLATA DI PESCE<br />

SPADA, FRITTO DI MELANZANA E RICCIOLI DI GAMBERO<br />

MEDITERRANEO<br />

Ingredienti (per quattro persone)<br />

320 g di pesce spada di Bagnara, 4 gamberoni del Mediterraneo,<br />

200 g di gambero rosso dello Ionio, 200 g di melanzana<br />

viola tagliata a cubetti, 320 g di pasta fresca in sfoglia,<br />

20 g di cipolla rossa di Tropea, mezzo bicchiere di vino Greco<br />

di Bianco calabrese, sale, pepe e olio extravergine di olive<br />

Aspromontane q.b.<br />

Preparazione<br />

Tritare la cipolla di Tropea e rosolarla in olio extravergine,<br />

aggiungere il pesce spada di Bagnara tagliato a cubetti e il<br />

gamberone, sfumare con il vino Greco di Bianco. A cottura<br />

ultimata aggiungere i cubetti di melanzana fritta e i riccioli<br />

di gambero. Regolare di sale e pepe. Nel frattempo, in abbondante<br />

acqua leggermente salata, cuocere le sfoglie di<br />

pasta fresca, poi stenderle e arrotolarle con una parte del<br />

condimento di pesce spada. Adagiare i rotoli in un piatto caldo<br />

e aggiungere il condimento rimasto. Posizionare infine il<br />

gamberone e servire con un filo di olio extravergine d’oliva<br />

Aspromontano. Il piatto può essere accompagnato da un<br />

fresco vino di Zibibbo dei terrazzamenti della Costa Viola.<br />

© Hasselblad H5D<br />

17


GUSTA & DEGUSTA<br />

a cura di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019<br />

LOCANDA CIPRIANI<br />

UN GIARDINO MAGICO A TORCELLO<br />

Bonifacio Brass<br />

Sull’isola di Torcello, nella<br />

laguna di Venezia, la<br />

Locanda Cipriani e il suo<br />

giardino sono la prova che quiete e<br />

stile rappresentano le componenti<br />

essenziali della ricercatezza. L’ospitalità<br />

è fatta di atmosfera ed emozioni<br />

che si provano entrando nel<br />

regno di Bonifacio Brass, da 39 anni<br />

attento e cortese padrone di casa.<br />

Fu il nonno Giuseppe Cipriani, lungimirante<br />

visionario, a capire, negli<br />

anni ’30, che questo luogo avrebbe<br />

potuto dare molto. «<strong>La</strong> passione e<br />

l’amore per ciò che faccio sono di<br />

famiglia. Mia mamma, grande cuoca,<br />

mi diceva sempre scherzando:<br />

“Tu non sei un manager, ma un ma-<br />

gnager”», racconta Brass seduto<br />

nel suo giardino.<br />

All’interno un grande camino tipico<br />

vallesano, detto fogher, dove in inverno<br />

crepita la legna, all’esterno i<br />

tavoli tra fioriture di margherite, tulipani,<br />

rose e dalie.<br />

Risotto alla Torcellana con verdure<br />

fresche dell’estuario, filetto di San<br />

Pietro alla Carlina, tagliolini verdi<br />

gratinati, zuppa di pesce alla Cipriani<br />

con misto di pesci e crostacei<br />

compongono il menù di una maison<br />

d’hôte.<br />

«Andare in Locanda è come stare<br />

a casa», dicono spesso gli ospiti,<br />

anche celebri. Come quella volta in<br />

cui a tavola sedevano Gianni e Marella<br />

Agnelli, la Regina d’Olanda e<br />

quella del Belgio.<br />

locandacipriani<br />

locanda_cipriani<br />

CANTINA LUNAE<br />

LA RINASCITA DEL VERMENTINO<br />

DI LEVANTE<br />

Siamo nella propaggine<br />

più estrema della Liguria<br />

di Levante, al confine con<br />

la Toscana, dove nel 1966 Paolo<br />

Bosoni decide di dedicarsi al vino,<br />

proprio in quella terra che la sua<br />

famiglia coltivava da generazioni.<br />

Insieme al figlio Diego riscopre e<br />

valorizza vitigni locali, in particolare<br />

il Vermentino, riportandone a<br />

giusta gloria il pieno carattere. Le<br />

Alpi Apuane proteggono il territorio<br />

dai venti del Nord e il mare ne<br />

arricchisce l’anima con la sapidità e<br />

i sentori di macchia mediterranea.<br />

Alla Cantina Lunae il lavoro, focalizzato<br />

sul Vermentino, si esprime<br />

in diverse tipologie. Etichetta Grigia,<br />

ovvero vinificazione semplice e<br />

rispettosa che porta a un prodotto<br />

di spiccata freschezza ed eleganza.<br />

Etichetta Nera, da uve che, selezionate<br />

ogni anno, esprimono le maggiori<br />

potenzialità in un vino ricco di<br />

bella complessità. Infine, Numero<br />

Chiuso, dai vigneti sulle colline di<br />

Luni e Castelnuovo Magra, che dimostra<br />

come un Vermentino possa<br />

reggere l’incedere del tempo ed<br />

esprimersi sulla lunga distanza. <strong>La</strong><br />

quantità è definita a priori: una sola<br />

botte in legno da 20 hl, dove riposa<br />

per 18 mesi dopo un’accurata fermentazione<br />

in acciaio.<br />

LVNAEBOSONI<br />

cantinelvnae<br />

Paolo e Diego Bosoni<br />

18


OREROCK, LA NOVITÀ DELL’ESTATE DI PONZA<br />

GUSTO E RELAX IN RIVA AL MARE<br />

Lo chef e proprietario Oreste Romagnolo<br />

Oreste Romagnolo ama il<br />

mare in modo profondo.<br />

Avellinese di nascita e infanzia<br />

a Terracina (LT), ancora molto<br />

giovane parte per i Caraibi dove apre<br />

una società di noleggio imbarcazioni.<br />

Nonostante il grande successo, il<br />

richiamo del Mediterraneo lo riporta<br />

in Italia, dove sceglie Ponza come<br />

suo approdo dedicandosi all’ospitalità<br />

e alla ristorazione. <strong>La</strong> sua cucina<br />

e la sua idea di convivialità hanno<br />

caratterizzato fin dall’inizio la “Dolce<br />

vita” della piccola e meravigliosa<br />

isola del Golfo di Gaeta, animando<br />

le serate di Ponza e riunendo il bel<br />

mondo ai tavoli del suo Orestorante,<br />

tra relax e buona compagnia.<br />

Successivamente ecco Oresteria,<br />

dove il pesce cucinato è rigorosamente<br />

locale, per una cucina di gran<br />

gusto in ambiente informale e con<br />

un bel rapporto qualità prezzo. E,<br />

dato il successo, una Oresteria gemella<br />

apre a Eataly Roma.<br />

Oggi, si aggiunge OreRock, sulla<br />

spiaggia di Santa Maria, un borgo<br />

che pare una minuscola Portofino:<br />

Romagnolo e la moglie Valentina<br />

Riccioni, sommelier e responsabile<br />

delle diverse sale, lanciano la nuova<br />

proposta ponziana, già vera novità<br />

dell’estate <strong>2020</strong>.<br />

«Continuo a giocare con il mio<br />

nome», spiega Romagnolo, «dopo<br />

Orestorante e Oresteria, nasce<br />

OreRock, un connubio di cucina<br />

semplice e gustosa, divertimento e<br />

musica. In una struttura accogliente<br />

e colorata, in legno, interamente<br />

realizzata da artigiani locali, nello<br />

stile delle spiagge mediterranee,<br />

dove anche gli arredi richiamano il<br />

mare».<br />

Il locale apre le porte dall’inizio di<br />

luglio a cena ed entro la fine del<br />

mese sarà operativo anche di giorno.<br />

«Non ci sono Caraibi o Seychelles<br />

che tengano», afferma Oreste.<br />

«Ponza è l’isola più bella del mondo.<br />

Il mare è la mia vita, mia figlia si<br />

chiama Alice», ride. E OreRock già<br />

registra il tutto esaurito.<br />

Oresteria-Orestorante95<br />

Ponza<br />

© claudiozacc/AdobeStock<br />

19


a cura di Luca Mattei<br />

AGENDA<br />

ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />

save LUGLIO<br />

the date <strong>2020</strong><br />

WORLD PRESS PHOTO <strong>2020</strong><br />

ROMA//FINO AL 2 AGOSTO<br />

Khartum, 19 giugno 2019: un giovane<br />

illuminato dai cellulari dei compagni re-<br />

Sconti Trenitalia<br />

cita poesie durante una manifestazione<br />

volta a chiedere un governo democratico<br />

per il Sudan. È con questa scena,<br />

immortalata nel suo scatto Straight voice,<br />

che il giapponese Yasuyoshi Chiba<br />

si è aggiudicato il premio Foto dell’anno<br />

nell’ambito del World Press Photo,<br />

concorso internazionale che dal 1955<br />

premia i migliori professionisti dell’obiettivo<br />

dando una testimonianza storica<br />

dei nostri tempi. Il premio Story of<br />

the Year è andato al francese Romain<br />

<strong>La</strong>urendeau con Kho, the Genesis of Revolt,<br />

reportage sulla gioventù algerina<br />

protagonista del più grande movimento<br />

di protesta degli ultimi decenni nello<br />

Stato nordafricano. Le 139 immagini<br />

finaliste del concorso, protagoniste di<br />

una rassegna a Palazzo delle Esposizioni,<br />

per la prima volta insieme alle foto<br />

più iconiche delle scorse edizioni, sono<br />

frutto di una selezione tra 73.996 scatti<br />

di 4.282 autori provenienti da 125 Paesi.<br />

palazzoesposizioni.it<br />

Yasuyoshi Chiba, Straight voice (2019)<br />

Photo by Yasuyoshi Chiba/AFP<br />

PalazzoEsposizioni Esposizioni<br />

palazzoesposizioni<br />

Alessandro Bazan, Wait (<strong>2020</strong>)<br />

GalleriaGiovanniBonelli GalleriaBonelli<br />

ASTRATTA<br />

MILANO//FINO AL 30 LUGLIO<br />

Non fatevi ingannare dal titolo della mostra<br />

alla Galleria Giovanni Bonelli: le opere di Fulvio<br />

Di Piazza e Alessandro Bazan, tra i maggiori<br />

esponenti della scuola figurativa di Palermo,<br />

hanno davvero poco di astratto se si pensa alla<br />

corrente artistica del ‘900. Il vero significato,<br />

invece, è da cercare nella radice latina del<br />

termine abstractus: trarre fuori, distaccare, in<br />

questo caso, dalla realtà. Che va osservata – è<br />

l’invito dei due artisti – con occhi inconsueti.<br />

Di Piazza ricorre all’allegoria, ricreando nel<br />

suo lavoro più rappresentativo, Guerrilla,<br />

un mondo di esseri immaginifici in un clima<br />

ipnotico. Bazan resta più legato all’immagine<br />

dell’uomo: i suoi due inediti, Volare e Wait, sono<br />

ispirati alla pandemia che causa un bisogno di<br />

libertà dopo la reclusione e, allo stesso tempo,<br />

un’esigenza di attesa per ritrovarsi dopo lo<br />

smarrimento.<br />

galleriagiovannibonelli.it<br />

20


FienileFluoagriturismo fienilefluo fienile_fluo<br />

SCENA NATURA<br />

BOLOGNA//1° LUGLIO>12 SETTEMBRE<br />

Un’esplosione di verde nei colli bolognesi, all’insegna del<br />

turismo di prossimità, con una rassegna all’agriturismo Fienile<br />

Fluò che sottolinea l’influenza della natura sull’arte. Dopo mesi<br />

di lockdown, l’iniziativa porta all’aperto e in sicurezza show di<br />

vario genere. Da non perdere la performance itinerante site<br />

specific Io sono natura, ogni mercoledì fino al 12 agosto. Per<br />

gli amanti della musica a luglio i concerti di Alfio Antico il 12<br />

e gli Ofeliadorme il 19. I cinefili possono gustarsi ogni giovedì<br />

d’agosto film scelti dal critico Roy Menarini sul tema della<br />

natura, L’ultima spiaggia il 6, Antoher Earth il 13, <strong>La</strong> donna<br />

elettrica il 20, Il sale della terra il 27. E per gli appassionati di<br />

camminate, nelle sere del 26 luglio, 23 agosto e 12 settembre,<br />

Tra gli alberi walk, passeggiate teatrali fra i fusti delle colline,<br />

per farsi avvolgere dal loro senso di protezione.<br />

fienilefluo.it | crexida.it<br />

NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA <strong>2020</strong><br />

NAPOLI//1°>31 LUGLIO<br />

Attori come Silvio Orlando, Vinicio Marchioni, Alessio Boni,<br />

Lina Sastri e Iaia Forte, diversi musicisti tra cui Enzo Avitabile e Foja<br />

e sportivi come Patrizio Oliva, Pino Maddaloni e Andrea Zorzi sono<br />

protagonisti della kermesse culturale organizzata dalla Fondazione<br />

Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano.<br />

Una manifestazione che al teatro unisce multiformi espressioni<br />

d’arte. <strong>La</strong> XIII edizione prevede un mese con 130 eventi in 19 luoghi,<br />

tutti all’aperto a eccezione del San Carlo. Non solo a Napoli, anche a<br />

Salerno, Solofra, Pietrelcina e Santa Maria Capua Vetere. Confermate<br />

le dieci sezioni: Italiana, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica,<br />

Letteratura, Cinema, Mostre, Progetti Speciali e Internazionale, che<br />

però partirà in autunno portando a Napoli, tra gli altri, l’artista belga<br />

Jan Fabre. <strong>La</strong> Campania riparte, anche grazie al teatro.<br />

napoliteatrofestival.it<br />

Silvio Orlando (2016)<br />

© Andrea Raffin<br />

NapoliTeatroFestival NapoliTFI NapoliTeatroFestival<br />

BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO<br />

URBINO//19 LUGLIO>1° NOVEMBRE<br />

Se l’alta società del XVI secolo ebbe un esclusivo modello<br />

comportamentale da seguire è merito de Il Cortegiano, uno dei<br />

primi grandi libri moderni, edito a Venezia nel 1528 e presto<br />

tradotto in tutta Europa. Un’opera che ha dato e dà ancora oggi<br />

fama al suo autore, Baldassarre Castiglione, limitando tuttavia<br />

la grandiosità di questa figura di fine intellettuale, centrale per<br />

il Rinascimento. Mantovano di nascita ma urbinate d’adozione,<br />

viene omaggiato dalla città marchigiana con una mostra a<br />

Palazzo Ducale curata da Vittorio Sgarbi ed Elisabetta Soletti.<br />

L’esposizione restituisce una visione complessiva dell’umanista,<br />

affiancandolo a volti altrettanto affascinanti del suo tempo, da<br />

Leone X a Pietro Bembo, oltre ad artisti come Tiziano, Leonardo<br />

e soprattutto Raffaello, un genio della pittura che merita ulteriore<br />

rilievo a 500 anni dalla morte.<br />

vieniaurbino.it<br />

Raffaello Sanzio, Ritratto di Baldassarre Castiglione (1516-19)<br />

Riproduzione del laboratorio di restauro Factum Arte di Adam Lowe<br />

citta.diurbino ComuneUrbino comuneurbino<br />

21


WHAT’S UP<br />

BRIGA X 10<br />

© Lorenzo Piermattei<br />

IL CANTAUTORE<br />

ROMANO FESTEGGIA<br />

DUE LUSTRI DI<br />

CARRIERA. E LANCIA<br />

IL PRIMO TASSELLO<br />

DI UN PROGETTO<br />

CELEBRATIVO CHE<br />

DURERÀ TUTTO<br />

L’ANNO<br />

di Gaspare Baglio<br />

gasparebaglio<br />

Non chiamatelo rapper.<br />

Briga si è fatto le ossa col<br />

sudore della fronte, investendo<br />

in un sogno. Quando questo<br />

si è realizzato è iniziato il lavoro duro,<br />

quello per restare in vetta e non finire<br />

nell’incubo del dimenticatoio.<br />

L’artista si è fatto notare anche come<br />

conduttore del programma Stranger<br />

Europe, su Rai4, insieme a Ema<br />

Stokholma. E festeggia ora dieci<br />

anni di carriera con un progetto ad<br />

hoc che ha preso il via con una video-story<br />

su YouTube.<br />

Di cosa si tratta?<br />

Coinvolgeremo il pubblico per un<br />

anno. Ripercorrere una carriera non<br />

è semplice, soprattutto se si recuperano<br />

chicche mai pubblicate.<br />

Sei contento di quello che hai fatto<br />

finora?<br />

Tra le nuove leve, sono uno dei primi<br />

a raggiungere questo traguardo.<br />

Sono stati dieci anni pieni di dischi.<br />

Hai nostalgia di qualcosa?<br />

Degli inizi. Ho fatto la gavetta quando<br />

non c’erano i social e Spotify. Non<br />

ci si inventava cantanti da un giorno<br />

all’altro. <strong>La</strong>voravo in un locale e investivo<br />

tutto nello studio di registrazione.<br />

Era un periodo di scoperta: non<br />

facevo parte del mondo rap, ma ero<br />

bravo a farlo anche se ascoltavo Nirvana,<br />

Placebo, Jeff Buckley e i cantautori<br />

italiani.<br />

Il grande pubblico, però, ti ha conosciuto<br />

ad Amici di Maria De Filippi…<br />

Lì ho lottato per fare valere i miei diritti<br />

e cantare inediti. Sono stato un<br />

apripista, anche se etichettato come<br />

irriverente.<br />

A questo proposito, un altro momento<br />

importante è stato Sanremo<br />

2019 con Patty Pravo.<br />

Il mio festival era fuori dal palco.<br />

Normalmente, se partecipo a una<br />

gara voglio vincere, ma quell’anno<br />

volevo ripulire la mia immagine agli<br />

occhi della stampa.<br />

Come mai ti vedevano ostico?<br />

Durante la conferenza stampa di<br />

Amici, battibeccai con un giornalista.<br />

E avevo le mie ragioni. Altre volte mi<br />

è capitato di rispondere a tono per<br />

domande inappropriate.<br />

Torniamo al progetto decennale.<br />

Live in vista, dopo le restrizioni dovute<br />

al Covid-19?<br />

Sono nate nuove possibilità per fare<br />

i concerti in modo non classico. Ma è<br />

ancora tutto top secret.<br />

brigaofficial<br />

MattiaBriga<br />

brigaofficial<br />

22


IL MIO GIOCO PREFERITO<br />

SI CHIAMA COSÌ<br />

IL NUOVO ALBUM<br />

DI NEK, SECONDA<br />

PARTE DI UN<br />

PROGETTO CON<br />

CUI IL CANTANTE<br />

METTE IN MUSICA<br />

QUESTO PERIODO<br />

COMPLESSO<br />

di Sandra Gesualdi<br />

sandragesu sandragesu<br />

© SbATCH<br />

«<br />

Rialziamoci da terra, ripartiamo<br />

da qui, se ancora<br />

due destini dicono di sì. Lo<br />

so che cambierà», canta in Perdonare,<br />

il primo singolo uscito in avanscoperta<br />

dall’ultimo album di Nek, Il<br />

mio gioco preferito - parte seconda.<br />

E sembra proprio raccontare i tempi<br />

che stiamo affrontando. Nel rispetto<br />

di questi, l’artista lancia tre appuntamenti<br />

live dal titolo Solo chitarra<br />

e voce. Senza altre presenze<br />

sul palco il 28 luglio è a Peccioli (PI),<br />

il 20 agosto a Castiglioncello (LI) e il<br />

21 a Forte dei Marmi (LU).<br />

Qual è il tuo gioco preferito?<br />

<strong>La</strong> mia passione più grande, grazie<br />

alla quale giro il mondo, conosco<br />

tantissime persone e lavoro. Sto<br />

parlando della musica, naturalmente.<br />

Quest’ultimo progetto è nato in un<br />

periodo particolare.<br />

Si è sviluppato in vari momenti, da<br />

un anno a questa parte. Il singolo<br />

E sarà bellissimo trae ispirazione dai<br />

giorni più duri della pandemia, in<br />

cui si vedevano medici e infermieri<br />

lavorare in prima linea, instancabilmente.<br />

Una canzone senza nome,<br />

invece, è una presa di coscienza di<br />

quanto possa toccare nel profondo<br />

una canzone.<br />

Il brano Perdonare è stato registrato<br />

a distanza.<br />

L’ho scritto più di un anno fa ma è<br />

uscito il 13 aprile. Quando l’ho riascoltato<br />

mi sono reso conto del-<br />

la sua attualità. Alcuni pezzi sono<br />

quasi profetici e creano similitudini<br />

con quello che stiamo vivendo. È la<br />

storia di una coppia in crisi e della<br />

forza di ricominciare. Nel contesto<br />

del Covid-19, quella forza si è tradotta<br />

nel coraggio di ripartire.<br />

Il fil rouge del disco?<br />

<strong>La</strong> voglia di condividere ciò che<br />

provo e il sentirsi parte di un tutto,<br />

che è in movimento intorno a me.<br />

<strong>La</strong> cultura, oggi, che valore ha?<br />

<strong>La</strong> sensazione è che non sia una<br />

priorità a cui prestare attenzione.<br />

Ma la musica, in particolare, serve<br />

a trasformare in realtà quello che<br />

abbiamo dentro.<br />

Vent’anni fa hai scritto la canzone<br />

Sul treno…<br />

Viaggiare attiva la creatività e farlo<br />

in treno per me è una costante. Durante<br />

il lockdown ho viaggiato con<br />

Nek Sassuolo Live<br />

l’immaginazione.<br />

Questi mesi ti hanno cambiato?<br />

Penso di più al tempo, a valorizzare<br />

ogni suo attimo.<br />

NekOfficial<br />

NekOfficial<br />

nekfilipponeviani<br />

23


WHAT’S UP<br />

DA GIORNALISTA<br />

MUSICALE AD<br />

AVVOCATO DELLE<br />

STAR. LA CARRIERA<br />

(SUO MALGRADO) DI<br />

PIERLUIGI DE PALMA,<br />

CHE SI RACCONTA NEL<br />

ROCKLIBRO BARI CALLING<br />

PER COLPA<br />

DEL<br />

Uno che sa raccontarsi bugie.<br />

Così Pierluigi De Palma si<br />

definisce nel libro Bari calling.<br />

Un passato da giornalista musicale<br />

e una passione per Bruce Springsteen<br />

e Bob Dylan, ha pubblicato un racconto<br />

autobiografico scritto interamente a bordo<br />

del <strong>Freccia</strong>rossa Roma-Milano. Una<br />

sorta di bilancio esistenziale scaturito<br />

dal dubbio che tutte le scelte cruciali siano<br />

avvenute suo malgrado. Motivo per<br />

cui, capitolo dopo capitolo, chiunque<br />

può riconoscersi nei suoi panni.<br />

Cosa mi dice dei bilanci?<br />

Che sono pericolosi. Vanno fatti in maniera<br />

asettica, evitando l’eccessiva autocommiserazione<br />

o colpevolizzazione. A<br />

me è andata bene, nonostante i piccoli<br />

grandi compromessi che facciamo con<br />

la vita.<br />

Ha lavorato come giornalista musicale,<br />

poi è diventato avvocato dei cantanti…<br />

È stato il mio compromesso con la professione.<br />

Ho scelto un mestiere che avvertivo<br />

più solido, ma restando nell’ambito<br />

dello spettacolo.<br />

Frustrante?<br />

È stata una forzatura emotiva. Sono passato<br />

dalle interviste con Keith Richards<br />

e Paul McCartney alle giornate dentro<br />

l’ufficio notifiche.<br />

Questo libro si presta bene a diventare<br />

uno spettacolo...<br />

Chissà! Per me è tutto una sorpresa,<br />

alcuni ci vedono addirittura un film.<br />

Comunque l’anno scorso, alla Sala<br />

Umberto di Roma, con Leonardo Colombati<br />

e Fabrizio Lucherini abbiamo<br />

registrato il tutto esaurito con lo<br />

storytelling A day in the life. Raccontavamo<br />

della prima apparizione tv di<br />

Elvis Presley nel 1956, che scatenò in<br />

Paul McCartney, Bob Dylan e Bruce<br />

Springsteen il desiderio di diventare<br />

come The King.<br />

© Alessandro De Palma<br />

Lei è stato protagonista dei social<br />

senza avere un account.<br />

Una serie di artisti e amici hanno fatto<br />

promozione per me: Fiorella Mannoia<br />

con una diretta su Instagram, Tiziano<br />

Ferro leggendo un brano del mio libro<br />

e Tommaso Paradiso coinvolgendomi<br />

in una conversazione bellissima. Sono<br />

stati generosi.<br />

Dopo Bari calling?<br />

Mi sono riconciliato con la scrittura e<br />

vorrei scovare le storie nascoste del<br />

rock. G.B.<br />

<strong>La</strong>terza, pp. 168 € 14<br />

24


GEMELLI ON AIR<br />

SU RAI RADIO2<br />

DEBUTTA LO SHOW<br />

CONDOTTO DA<br />

GINO, PACIFICO<br />

ED EDUARDO<br />

ACCIARINO<br />

Quest’estate Rai Radio2 ha<br />

tirato fuori tante novità,<br />

come Back2Back Speciale<br />

Let’s Play!, ogni venerdì alle 21, in cui<br />

i big della musica si mettono a nudo<br />

tra live e interviste. Ma dall’11 luglio,<br />

tutti i weekend dalle 12 alle 13:30, arriva<br />

anche 3x2, uno show condotto da<br />

Gino, Pacifico ed Eduardo Acciarino,<br />

meglio conosciuti come i Gemelli di<br />

Guidonia, apprezzati recentemente<br />

in Viva RaiPlay! al fianco di Fiorello e<br />

nel programma sanremese L’Altro Festival.<br />

Ne parliamo con Gino, il portavoce<br />

del trio.<br />

Cosa succede in questo nuovo show?<br />

Giochiamo con l’ironia. Facciamo cabaret<br />

musicale, abbiamo sempre una<br />

vena comica e molte rubriche asseconderanno<br />

questa nostra caratteristica.<br />

<strong>La</strong> musica è al centro, ma coinvolgiamo<br />

anche gli ascoltatori.<br />

Una grande occasione come speaker…<br />

Ce la cantiamo e ce la suoniamo (ride,<br />

ndr). Conduciamo, ci sono collegamenti<br />

veri o presunti, ma non mancano<br />

medley e giochi di parole su diversi<br />

temi.<br />

Se guardate al futuro cosa vedete?<br />

Speriamo che questa parentesi radiofonica<br />

prosegua in autunno. Anche<br />

perché abbiamo realizzato un grande<br />

Gemelli di Guidonia<br />

sogno, seguendo i consigli di chi lavora<br />

in radio da anni. Un altro desiderio<br />

sarebbe un programma tutto nostro<br />

in televisione. Nel frattempo, però,<br />

siamo nel cast di Made in Sud su Rai2.<br />

G.B.<br />

gemellidiguidonia<br />

GemelliGuidonia<br />

gemelli_di_guidonia_official<br />

Gemelli di Guidonia<br />

Francesca Corona<br />

© Claudia Pajewski<br />

RADIO INDIA<br />

«È stato un rito fondativo per mantenere un legame<br />

con il pubblico durante l’emergenza sanitaria», spiega<br />

Francesca Corona, ideatrice di Radio India, progetto nato<br />

durante il lockdown e trasmesso ogni giorno su Spreaker.<br />

Dopo una breve pausa, il palinsesto radiofonico<br />

concepito dalle compagnie residenti al Teatro India/<br />

Teatro di Roma riparte nei weekend di luglio, dalle<br />

18:30 alle 21:30. «Ora trasmettiamo dal teatro: le porte<br />

sono spalancate e il pubblico può osservare da fuori»,<br />

prosegue Francesca. Il sottotitolo di questa nuova fase è<br />

Cronache fluviali, per evocare un viaggio alla deriva sul<br />

Tevere. «Ogni fine settimana è scandito da una parola<br />

chiave: partenze, navigazioni, avvistamenti, mare aperto».<br />

Poi, a settembre, si tornerà a fare spettacoli: «<strong>La</strong>nceremo<br />

per un mese un Cantiere dell’immaginazione, con<br />

incontri, prove aperte e tavoli di lavoro, per ripensare il<br />

futuro».<br />

TeatroIndia<br />

25


shop 24|7 carpisa.com


UN TRENO DI LIBRI<br />

Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />

[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />

In viaggio con il Prof<br />

LO SPECCHIO<br />

DELLE NOSTRE MISERIE<br />

LEMAITRE TRA I GRANDI DEL ROMANZO FRANCESE<br />

Sabato 12 luglio 2014. Pierre da allo specchio e vede le sue miserie,<br />

Lemaitre e sua moglie, donna i compromessi, le vuote spavalderie e i<br />

colta e arguta, sono all’Elba. falsi eroismi per nascondere i tanti morti.<br />

Lui deve ricevere il Premio internazionale<br />

Raffaello Brignetti – per inciso, mi truffatori e uomini semplici, una giostra<br />

Inizia così un corteo di eroi e mascalzoni,<br />

sembra di ricordare che sia l’unico riconoscimento<br />

letterario che lo scrittore ha del disastroso esodo dei profughi dalla<br />

di protagonisti che gira sullo sfondo<br />

ricevuto in Italia. Siamo a tavola, gustando<br />

del buon pesce, davanti la darsena colpi di scena, scatenando nel lettore<br />

Parigi occupata e travolge con continui<br />

medicea di Portoferraio, fiammeggiante infinite emozioni. Una scrittura sempre<br />

nei colori dei Macchiaioli. Lemaitre mi cinematografica e sempre letteraria, un<br />

dice che per anni gli editori hanno respinto<br />

i suoi manoscritti e che è stato più condizione che permette di vivere le<br />

copione in cui la “drôle de guerre” è una<br />

volte tentato di restare a fare l’insegnante.<br />

Ma la moglie lo ha sempre spinto a un destino più ampio.<br />

contraddizioni dell’anima e di definirle in<br />

scrivere e a raccontare storie perché, Tutto il libro risente di ciò che accade<br />

diceva lei, lui le storie le sa raccontare. quando a guidare sono le paure e il terrore:<br />

la perdita dei riferimenti morali e il<br />

Il Premio Brignetti gli fu assegnato per il<br />

bel libro Ci rivediamo lassù, primo di una rischio di smarrire i valori umani. È a questo<br />

punto che i protagonisti “crescono”,<br />

monumentale trilogia di cui il volume<br />

che abbiamo scelto per <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> è l’ultima<br />

parte. Anche se ognuno può essere È Louise 1 , l’eroina del romanzo, è una<br />

si svelano, intrecciando le loro esistenze.<br />

letto separatamente.<br />

giovane donna ferita con storie d’amore<br />

Lo specchio delle nostre miserie è un’opera<br />

di impianto ottocentesco che contie-<br />

zitella, un orologio biologico che suona<br />

naufragate, 30 anni, nubile e potenziale<br />

ne molte storie, mescola sapientemente molto forte. Desidera più di ogni altra<br />

Dumas e Balzac, Hugo e la sapienza cosa la maternità, principio ispiratore e<br />

noir di Hitchcock. D’altronde, il principio valore fondamentale del romanzo: la<br />

ottocentesco secondo il quale per raccontare<br />

il mondo bisogna raccontare sibile di Louise e quella violenta della<br />

maternità della vergogna, quella impos-<br />

delle storie è il punto di forza dei libri madre adottiva di Raoul che lo renderà<br />

di Lemaitre. Qui fa da sfondo la Francia infelice. E poi la maternità di Alice nei<br />

del 1940, in un tempo sospeso e incerto, confronti del marito e di tutto ciò che la<br />

non si sa ancora se ci sarà una guerra, circonda.<br />

finché i tedeschi non attraversano veloci Désiré Migault è avvocato, medico, pilota<br />

di aereo, funzionario del ministero<br />

e imponenti le Ardenne e si dirigono implacabili<br />

verso Parigi. <strong>La</strong> nazione si guar- della Comunicazione e anche sacer-<br />

1<br />

Intervista di Leonardo Martinelli a Pierre Lemaitre, Tuttolibri, 23 maggio <strong>2020</strong><br />

dote, falso e bugiardo sempre. Lemaitre<br />

ammette, sorridendo, che il personaggio<br />

gli ha preso la mano ed è divenuto più<br />

importante di quanto avesse previsto.<br />

Altri destini sono intrecciati meticolosamente<br />

(«Io sono l’orologiaio», dice di<br />

se stesso Lemaitre): la madre di Louise,<br />

lettrice bovarista, il sergente Gabriel, il<br />

caporal maggiore Raoul, malvagio alla<br />

Quentin Tarantino, Fernand e l’amata<br />

moglie Alice, donna bellissima secondo<br />

i canoni anni ‘50, con quel suo seno da<br />

maggiorata che accende i desideri di tutti<br />

i maschi del romanzo.<br />

Lungi da me svelare la trama, dovete immergervi<br />

in essa e tenere a bada le vostre<br />

emozioni: con Lemaitre non si scherza.<br />

Mondadori, pp. 504 € 20,00<br />

27


UN TRENO DI LIBRI<br />

BRANI TRATTI DA<br />

LO SPECCHIO DELLE<br />

NOSTRE MISERIE<br />

[...]<br />

«Se dovessero arrivare, passeranno<br />

dal Belgio, è già previsto. E posso dirvi<br />

che li stiamo aspettando!»<br />

Louise, che portava piatti di porri in<br />

vinaigrette e frattaglie d’agnello, vide<br />

l’espressione perplessa di un cliente<br />

che mormorava: «Previsto, previsto...».<br />

«Ma insomma!» sbottò il signor Jules,<br />

tornando dietro il bancone. «Da<br />

dove vuoi che arrivino?»<br />

Con una mano, sistemò i vassoi delle<br />

uova sode.<br />

«Qui ci sono le Ardenne: invalicabili!»<br />

Con lo straccio umido, tracciò un<br />

grande semicerchio.<br />

«Qui la linea Maginot: invalicabile!<br />

Quindi, da dove vuoi che passino?<br />

Resta solo il Belgio!»<br />

Finita la dimostrazione, si ritirò in cucina<br />

brontolando. «Non c’è bisogno<br />

di essere un generale per capirlo, e<br />

che cavolo...»<br />

Louise non seguì il resto della conversazione:<br />

la sua preoccupazione<br />

non erano i ragionamenti strategici<br />

del signor Jules, ma il dottore.<br />

Lo chiamavano così, “il dottore”. Erano<br />

vent’anni che andava a sedersi<br />

ogni sabato allo stesso tavolo, vicino<br />

alla vetrina. Con Louise non aveva<br />

mai scambiato più di qualche parola,<br />

sempre molto cortese, buongiorno,<br />

buonasera. Arrivava verso mezzogiorno,<br />

e si accomodava con il suo<br />

giornale. Anche se sceglieva comunque<br />

il dessert del giorno, per Louise<br />

andare a prendere l’ordinazione era<br />

una questione d’onore. “Il clafoutis<br />

sarebbe perfetto” rispondeva in tono<br />

dolce e sempre uguale.<br />

Lui leggeva le notizie, guardava la<br />

strada, mangiava, finiva il suo quartino<br />

e, verso le due, mentre Louise<br />

contava l’incasso, si alzava, piegava il<br />

“Paris-Soir” che abbandonava sul tavolo,<br />

metteva la mancia sul piattino,<br />

salutava e lasciava il ristorante. Persino<br />

a settembre, quando la trattoria<br />

era in fermento per la mobilitazione<br />

generale (il signor Jules era in splendida<br />

forma quel giorno, veniva davvero<br />

voglia di affidargli il comando<br />

© <strong>La</strong>Presse Torino/Archivio Storico<br />

Profughi in Francia, durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale (1940)<br />

dello Stato maggiore), il dottore non voce, metterlo in imbarazzo di fronte<br />

aveva cambiato di una virgola il suo ai clienti... <strong>La</strong> rabbia le saliva dentro.<br />

rituale.<br />

Quando le era sfuggito un piatto che<br />

E all’improvviso, un mese prima, si era infranto sul pavimento, in lei era<br />

mentre Louise gli serviva la crème scattato qualcosa. Si era precipitata<br />

brûlée all’anice, le aveva sorriso e si in sala.<br />

era sporto verso di lei per chiederle [...]<br />

una cosa.<br />

Il sabato successivo si sentì comunque<br />

sollevata. Probabilmente anche<br />

Se le avesse fatto una proposta oscena,<br />

Louise avrebbe posato il piatto, lui si era reso conto dell’assurdità<br />

l’avrebbe schiaffeggiato e avrebbe della situazione e non aveva rinnovato<br />

la richiesta. Aveva sorriso gen-<br />

tranquillamente ripreso a servire ai<br />

tavoli. L’unico inconveniente per il tilmente, l’aveva ringraziata per il servizio,<br />

per il quartino, e come al solito<br />

signor Jules sarebbe stato quello di<br />

perdere il suo più vecchio cliente. Ma era sprofondato nella lettura del “Paris-Soir”.<br />

Louise, che non l’aveva mai<br />

non era andata così. Certo, era una richiesta<br />

sconcia, ma era... come dire... veramente guardato, ne approfittò<br />

“Vederla nuda” aveva detto come se per studiarlo. Se la settimana prima<br />

niente fosse. “Solo una volta. Giusto non aveva reagito d’istinto, era perché<br />

quell’uomo non aveva niente di<br />

guardarla, nient’altro.”<br />

Louise, scioccata, non aveva saputo losco o di inquietante. Il viso provato,<br />

triste e stanco. Poteva avere una<br />

cosa rispondere. Era arrossita come<br />

se la colpa fosse sua, aveva aperto settantina d’anni, ma lei non era mai<br />

la bocca, però non era uscito alcun stata molto portata per quel giochetto,<br />

si sbagliava spesso. A distanza di<br />

suono. Il dottore era già tornato al<br />

suo giornale, lei si era chiesta se per tempo, si ricordò di avergli attribuito<br />

caso non avesse avuto un’allucinazione.<br />

l’aveva colpita, perché non la usava<br />

qualcosa di etrusco. Quella parola<br />

Per tutto il servizio, non aveva fatto<br />

altro che pensare a quella strana via del naso pronunciato e un po’<br />

quasi mai. Voleva dire “romano”, per<br />

proposta, passando dall’incredulità adunco.<br />

alla collera, ma intuendo vagamente<br />

che ormai era tardi, che avrebbe voce che presto il reato di propa-<br />

Il signor Jules era eccitato, girava<br />

dovuto piazzarsi davanti al tavolo, ganda comunista sarebbe potuto<br />

con le mani sui fianchi, e alzare la essere punito con la pena di morte.<br />

28


Un assaggio di lettura<br />

Lui proponeva di ampliare il dibattito<br />

(«Fosse per me, manderei al patibolo<br />

anche i loro avvocati... E non scherzo!»).<br />

Louise stava servendo il tavolo<br />

accanto, quando il dottore si alzò per<br />

andarsene.<br />

«Le darò dei soldi, naturalmente. Mi<br />

faccia sapere quanto vuole. E le ripeto<br />

che è solo per guardarla, nient’altro,<br />

non abbia alcun timore.»<br />

[...]<br />

Lungo il tragitto, aveva preso delle<br />

decisioni. Prima di tutto, gli avrebbe<br />

detto che era disposta a fare solo ciò<br />

che avevano pattuito, se si fosse azzardato<br />

a toccarla se ne sarebbe andata<br />

all’istante. Poi avrebbe contato<br />

i soldi, non voleva farsi imbrogliare...<br />

Ma ora, in quella stanza troppo piccola,<br />

capì che la scena che aveva immaginato<br />

non corrispondeva alla realtà,<br />

che tutto si sarebbe svolto con calma<br />

e semplicità.<br />

Non sapeva come comportarsi, e siccome<br />

non succedeva niente diede<br />

un’occhiata alla busta per farsi coraggio,<br />

arretrò di un passo, appese il<br />

cappotto al gancio fissato sulla porta,<br />

si tolse le scarpe e, dopo un attimo di<br />

esitazione, si sfilò l’abito incrociando<br />

le braccia sopra la testa.<br />

Avrebbe voluto che il dottore la aiutasse,<br />

che le dicesse cosa fare. Nella<br />

stanza regnava un silenzio smorzato,<br />

frusciante. Per un attimo credette<br />

di svenire. Se si fosse sentita male,<br />

quell’uomo avrebbe approfittato di<br />

lei?<br />

Louise era in piedi, il dottore seduto,<br />

ma quella posizione non le dava alcun<br />

vantaggio. <strong>La</strong> sua forza era l’inerzia.<br />

Si limitava a guardarla, aspettava.<br />

Nonostante lei fosse in lingerie, era<br />

lui a tenere le mani in tasca, come se<br />

avesse freddo.<br />

Per farsi forza, Louise cercò i lineamenti<br />

familiari del cliente che conosceva,<br />

ma non li trovò.<br />

Dopo un paio di lunghi e imbarazzanti<br />

minuti, visto che qualcosa doveva pur<br />

fare, portò le mani dietro la schiena e<br />

si levò il reggiseno.<br />

Lo sguardo dell’uomo le si arrampicò<br />

sul petto, come attratto da una luce,<br />

e nonostante lui non avesse cambiato<br />

espressione Louise credette di scorgere<br />

un’emozione sul suo viso. Anche<br />

lei si guardò il seno, le areole rosate,<br />

e fu quasi doloroso.<br />

Il signor Jules attraversò la sala. Dal<br />

Non vedeva l’ora che fosse tutto finito.<br />

Così si decise a togliere le mutan-<br />

Siccome Louise non rispondeva, tor-<br />

bancone chiese: «Bevi qualcosa?».<br />

dine, e le lasciò cadere a terra. Non nò da lei tenendo un bicchiere di vino<br />

sapendo come muoversi, rimise le come fosse un bene prezioso.<br />

mani dietro la schiena.<br />

«Quando il dottore ha iniziato a venire<br />

qui (e alzò un sopracciglio in di-<br />

Gli occhi del vecchio scesero lentamente<br />

come una tenera carezza, e si rezione del tavolo), cos’era?... Il ’21, il<br />

fermarono sul basso ventre. Trascorsero<br />

secondi interminabili. Impossi-<br />

ti avessi detto: “Mia piccola Louise, il<br />

’22? Avevi tredici anni! Immagina se<br />

bile dire cosa provasse quell’uomo. signore che vedi lì, quello che viene<br />

Il volto e l’intera persona lasciavano tutti i sabato, be’, è l’ex amante di tua<br />

trasparire qualcosa di indefinibile e di madre!”. Onestamente...»<br />

infinitamente triste.<br />

Louise non si muoveva, non batteva<br />

D’istinto, Louise capì che doveva girarsi.<br />

Forse per sfuggire a quella si-<br />

sguardo freddo, di quelli che non<br />

ciglio, fissava il signor Jules con uno<br />

tuazione straziante.<br />

perdonano. L’uomo bevve un sorso<br />

Ruotò sul piede sinistro, fissò per un di vino.<br />

attimo la marina leggermente storta «E poi... Il tempo passa, tu cresci, lui<br />

appesa sopra il cassettone. Le parve continua a venire qui ogni settimana,<br />

di sentire il suo sguardo sulle natiche. e ormai è troppo tardi.»<br />

Un ultimo scrupolo le fece temere Emise un grugnito, come se quel<br />

che allungasse la mano, che tentasse “troppo tardi” riassumesse da solo<br />

di toccarla, e si voltò di scatto.<br />

tutta la sua vita.<br />

Lui aveva appena estratto una pistola<br />

dalla tasca, e si sparò un colpo in vecchia storia. Risale a quando ave-<br />

«Tua madre e il dottore, sai, è una<br />

testa.<br />

vamo... Quanti? Sedici, diciassette<br />

[...]<br />

anni...»<br />

Louise l’avrebbe schiaffeggiato. Il signor Jules aveva sempre abitato<br />

«Sa tutto dall’inizio e non mi ha mai nel quartiere, i suoi genitori stavano<br />

detto niente...» «So tutto, so tutto... So in rue Ordener. Lui e Jeanne Belmont<br />

un paio di cose, niente di più, Louise!» avevano frequentato la stessa scuola.<br />

Il signor Jules doveva avere due o<br />

«Allora inizierà con il raccontarmi<br />

quello che sa.»<br />

tre anni più di lei.<br />

James Stewart e Kim Novak, protagonisti del film <strong>La</strong> donna che visse due volte, di Alfred Hitchcock (1958)<br />

© <strong>La</strong>Presse/Archivio Storico<br />

29


UN TRENO DI LIBRI<br />

Un assaggio di lettura<br />

«E com’era bella, tua madre... Proprio<br />

come te! Giusto un po’ più sorridente.<br />

Il dottor Thirion aveva lo<br />

studio in rue Caulaincourt, tutto il<br />

quartiere andava da lui. È così che si<br />

sono conosciuti. E sono rimasti tutti<br />

piuttosto sorpresi. Tua madre aveva<br />

la licenza elementare e, invece di<br />

iscriversi alla scuola per infermiere<br />

come pensavamo, ecco che si mette<br />

a fare la domestica e va a servizio<br />

dalla famiglia del dottore! Be’, ho iniziato<br />

a capirci qualcosa solo quando<br />

ho saputo cosa c’era tra loro. All’inizio,<br />

pensavo che il dottore volesse<br />

semplicemente farsi la cameriera<br />

come tutti, capita così spesso... Ma<br />

non era quello, era innamorato. O almeno<br />

così diceva. Aveva venticinque<br />

anni più di lei, o giù di lì. Le ripetevo:<br />

“Ma insomma, Jeanne, fai la domestica<br />

per amore, che futuro puoi avere<br />

con quell’uomo?”. Niente da fare,<br />

era innamorata anche lei, o almeno<br />

così credeva. Era una romanticona,<br />

tua madre, capisci? Aveva letto dei<br />

romanzi, e non è mai una bella cosa,<br />

ti mette strani grilli per la testa.»<br />

Bevve un altro sorso di vino, scuotendo<br />

il capo, come a dire che casino.<br />

Louise si ricordava della biblioteca<br />

della madre, dei libri letti e riletti,<br />

Jane Eyre, Anna Karenina, un po’ di<br />

Paul Bourget, di Pierre Loti...<br />

«Tutto qui?» chiese.<br />

«Come “tutto qui”? Cosa vuoi di più?<br />

Erano innamorati, andavano a letto<br />

insieme, poco importa!»<br />

[...]<br />

«Padre Désiré! <strong>La</strong> maggior parte dei<br />

suoi “figli di Dio” è malata, sfinita e<br />

denutrita! Sono settimane che non<br />

vedono un pezzo di carne! Accogliendo<br />

altri profughi, non solo non<br />

avrebbe la certezza di salvarli, ma<br />

metterebbe a repentaglio la vita di<br />

quelli che sono già qui! È questo che<br />

vuole il Signore?»<br />

Padre Désiré si fermò, si guardò le<br />

scarpe, riflettendo a fondo. Non era<br />

più il giovane prete entusiasta che<br />

Alice conosceva e amava, all’improvviso<br />

era un uomo dal volto pallido,<br />

i lineamenti tirati, che lasciava<br />

trasparire tutto il suo sgomento.<br />

«Lo so, Alice. Ha ragione...»<br />

Gli tremava la voce, Alice temeva<br />

che scoppiasse a piangere, non sapeva<br />

cosa fare.<br />

«Mi sono interrogato a lungo» riprese.<br />

«Perché Dio ha gettato per<br />

strada milioni di persone? Che errore<br />

abbiamo commesso per meritare<br />

una simile punizione? Le vie del<br />

Signore non mi sono mai sembrate<br />

tanto imperscrutabili... E a forza di<br />

pregare, ho avuto un’illuminazione.<br />

Si guardi attorno, sorella Alice, cosa<br />

vede? In molti di noi questo disastro<br />

ha risvegliato gli istinti più bassi, gli<br />

egoismi più neri, gli interessi più avidi.<br />

Ma in altri ha risvegliato il desiderio<br />

di aiutare, di amare, ha imposto<br />

il dovere della solidarietà. Questo ci<br />

sta dicendo il Signore: fate una scelta<br />

di campo. Volete stare tra quelli<br />

che si chiudono in se stessi, che<br />

sbarrano porta e cuore ai poveri e<br />

agli indifesi che si rivolgono a loro,<br />

oppure tra quelli che spalancano le<br />

braccia, non malgrado le difficoltà,<br />

ma grazie alle difficoltà? Di fronte<br />

all’egoismo, alla paura di non farcela,<br />

alla tentazione di pensare solo<br />

a se stessi, la nostra unica forza, la<br />

nostra vera dignità, è quella di stare<br />

insieme, capisce? Insieme nella<br />

casa di Dio!»<br />

Spesso Alice si lasciava trasportare<br />

dall’emozione, a scapito delle sue<br />

convinzioni. Fece un cenno con il<br />

capo, capisco.<br />

«E si ricordi: “Non state a contare le<br />

fatiche o le pene, perché la casa di<br />

Dio è un rifugio in cui il cuore sa solo<br />

offrire”.»<br />

Nell’inventare versetti, disciplina<br />

che adorava più di tutte, non sempre<br />

Désiré aveva la mano felice, ma<br />

generalmente era piuttosto soddisfatto<br />

dei suoi teatrini. Il suo personaggio<br />

si perfezionava, cresceva di<br />

giorno in giorno. Se la guerra fosse<br />

continuata, in due mesi sarebbe stato<br />

candidato alla canonizzazione.<br />

Da sinistra, Pierre Lemaitre e Alberto Brandani alla premiazione del Brignetti (2014)<br />

© Roberto Medici<br />

30


Lo scaffale della <strong>Freccia</strong><br />

ODIO<br />

Daniele Rielli<br />

Mondadori, pp. 528 € 20<br />

I giornalisti che oggi accusano<br />

Marco De Sanctis per una<br />

vecchia storia non sanno quanto<br />

avventurosa sia stata davvero<br />

la sua vita dal giorno in cui, anni<br />

prima, ha stretto amicizia con<br />

un eccentrico imprenditore<br />

del digitale, poi diventato suo<br />

mentore. Non lo sanno perché<br />

non possono leggere Odio, la<br />

sua inaspettata e sconvolgente<br />

confessione.<br />

2084 LA DITTATURA DELLE DONNE<br />

Gianni Clerici<br />

Baldini+Castoldi, pp. 160 € 15<br />

Nel 2084 l’umanità, o ciò che ne<br />

resta dopo un disastro ambientale<br />

e una nuova guerra mondiale, è<br />

regredita a una sorta di medioevo<br />

bucolico, dove il controllo dell’ordine<br />

è affidato a robot e supercomputer<br />

che hanno il compito di assicurare<br />

la sopravvivenza della cosiddetta<br />

Dittatura Democratica. Nel nuovo<br />

regime non si può decidere il proprio<br />

destino e il desiderio, la creatività,<br />

l’eros sono visti con sospetto.<br />

SUD<br />

Mario Fortunato<br />

Bompiani, pp. 304 € 18<br />

Le famiglie felici non sono interessanti;<br />

quelle complicate sì. Valentino lascia<br />

la Calabria da ragazzo, negli anni<br />

’70 del ’900, ma la maturità, che si<br />

annuncia con il balenio a sorpresa<br />

del rimpianto, lo costringe a voltarsi<br />

indietro per misurarsi con la memoria<br />

e le memorie del mondo in cui è<br />

cresciuto. Se le persone non ci sono<br />

più, e spesso non ci sono più da molto<br />

tempo, le loro vite sono lì, e chiedono<br />

di essere raccontate.<br />

OPERAZIONE ATHENA<br />

Luigi Irdi<br />

Nutrimenti, pp. 160 € 15<br />

<strong>La</strong> cittadina portuale Torre Piccola<br />

è turbata dalla morte di un<br />

saldatore nel cantiere Ostro, dove<br />

è in costruzione la nave da crociera<br />

Athena Museàl. Per il pubblico<br />

ministero Sara Malerba non si<br />

tratta di un incidente sul lavoro:<br />

la sua testardaggine e la fortuna<br />

di incrociare indizi e testimoni la<br />

portano a sbrogliare una matassa<br />

fatta di segreti, chiacchiere,<br />

equivoci e depistaggi. G.B.<br />

F***ING SAKURA<br />

Giulio Macaione<br />

Panini Comics, pp. 96 € 15<br />

Che succede se ci si lascia<br />

durante un volo che dovrebbe<br />

essere l’inizio di una splendida<br />

vacanza in Giappone? È quello che<br />

capita a José e Cloe: lui realizza<br />

il viaggio da sempre sognato, lei<br />

è una influencer schiava dello<br />

smartphone che nel Paese del<br />

Sol Levante nemmeno ci voleva<br />

andare. Il viaggio è l’occasione per<br />

fare i conti con le rispettive vite e<br />

gli errori commessi. G.B.<br />

UN GIORNO UNO DI NOI<br />

Giancarlo Pastore<br />

Marsilio, pp. 224 € 16<br />

Graziano è laureato in Lingue e<br />

Letterature straniere, lavora in un<br />

ristorante di Torino e non sa che<br />

direzione dare alla sua vita. Così,<br />

accetta la proposta di Edoardo, un<br />

cliente del locale: accompagnarlo in<br />

America nel più classico e sognato<br />

dei coast to coast in automobile.<br />

Un tragitto che mette i due uomini<br />

davanti a loro stessi, tra fragilità,<br />

desideri e dolorose malattie, vere e<br />

immaginarie. G.B.<br />

31


TRAVEL<br />

DESTINAZIONE<br />

Offerte e servizi<br />

Estate Trenitalia<br />

pp. 104-105<br />

Maratea (PZ)<br />

GLI STABILIMENTI DI RICCIONE<br />

E LE SCOGLIERE DI MARATEA.<br />

LE COLLINE DEL CHIANTI E I<br />

VICOLI DI OSTUNI. IN VACANZA<br />

PER RISCOPRIRE L’ITALIA,<br />

DA NORD A SUD, A BORDO<br />

DI FRECCE, INTERCITY E<br />

REGIONALI<br />

di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it<br />

Mai come quest’anno, dopo il difficile lockdown<br />

seguito dalla riapertura del Paese ma<br />

con regole determinate a impedire al virus<br />

di ripartire, l’estate Trenitalia è stata così ricca e nutrita<br />

di novità e offerte (approfondimento alle pp. 104-105).<br />

Con Frecce, Intercity e Regionali, oltre ai nuovi servizi<br />

FRECCIALink e ai collegamenti intermodali, il turismo è<br />

al 100% sostenibile e a 360 gradi: in treno si va al mare<br />

e in campagna, in montagna e al lago, con il massimo<br />

comfort e in tutta sicurezza.<br />

Fra le novità più importanti il <strong>Freccia</strong>rossa 1000 del Tirreno,<br />

che collega Milano a Roma passando dal Levante<br />

ligure per poi correre lungo la costa fino all’Argentario,<br />

incontrando il porto di Civitavecchia per raggiungere la<br />

Capitale all’ora di cena, e il <strong>Freccia</strong>rossa che unisce Torino<br />

a Reggio Calabria, arrivando in stazione prima che<br />

cominci il tramonto, senza cambi intermedi (approfondimenti<br />

alle pp. 36-42 e 43-45).<br />

In treno esplode la voglia di mare quando, per esempio,<br />

ci si spinge verso Sapri, nell’estremo sud della provincia<br />

di Salerno. Scendendo dal <strong>Freccia</strong>rossa, si palesa<br />

all’improvviso la pittoresca baia del golfo di Policastro.<br />

Molto esteso il lungomare, ideale luogo di ritrovo e passeggio<br />

serale. <strong>La</strong> costa, che sconfina in Basilicata, offre<br />

grotte e panorami mozzafiato. Perfetta da scoprire a<br />

piedi, con un trekking lungo il sentiero Apprezzami l’asino,<br />

dal porto di Sapri allo scoglio dello Scialandro, dove<br />

si staglia il monumento della Spigolatrice, un omaggio<br />

alla poesia di Luigi Mercantini sulla fallimentare spedizione<br />

di Carlo Pisacane per liberare il Regno delle Due<br />

Sicilie dalla dominazione borbonica.<br />

32


ESTATE<br />

© lucamato/AdobeStock<br />

Da non perdere la vicina Dea del mare, così veniva chiamata<br />

anticamente Maratea (PZ), perla incastonata tra<br />

l’azzurro del Tirreno, il verde della macchia mediterranea<br />

e le diverse tonalità di scogliere, isolotti e spiagge<br />

come Acquafredda, Cersuta, Fiumicello, <strong>La</strong> Secca.<br />

Dominano il paesaggio l’antico borgo, un concentrato<br />

di monumenti e luoghi di culto che è valso a Maratea il<br />

soprannome di città delle 44 chiese, e Monte San Biagio<br />

con la statua del Redentore, seconda per dimensioni<br />

solo a quella di Rio de Janeiro.<br />

Proseguendo verso la Calabria il <strong>Freccia</strong>rossa ferma a<br />

Paola (CS), il cui litorale è caratterizzato dai cosiddetti<br />

“pennelli a mare”: insenature a forma di mezzaluna,<br />

dove l’acqua è quasi sempre limpida, delimitate dalle<br />

barriere di sassi a forma di T realizzate per proteggere<br />

la linea ferroviaria che corre lungo la spiaggia. E, ancora,<br />

stop a <strong>La</strong>mezia Terme, Rosarno e Villa San Giovanni<br />

(RC), dove la punta d’Italia quasi si tocca con la Sicilia,<br />

comodamente raggiungibile in traghetto attraversando<br />

lo Stretto di Messina. A pochi chilometri, Reggio Calabria<br />

fa sbizzarrire e meravigliare i turisti, con le sue bellezze<br />

paesaggistiche e culturali, come il Museo Archeologico<br />

Nazionale, il Castello Aragonese, la cattedrale<br />

di Maria Santissima Assunta, l’Arena dello Stretto e il<br />

lungomare Falcomatà.<br />

Sull’altra sponda, invece, è d’obbligo un salto a Riccione,<br />

la perla verde dell’Adriatico con oltre sei chilometri<br />

di arenile sabbioso dal basso fondale, viali alberati,<br />

giardini, parchi divertimento, boutique, locali notturni e<br />

antichi borghi da visitare nei dintorni, come Montefiore<br />

Conca, Mondaino e Montegridolfo. Distanze di sicurezza<br />

garantite e tanti servizi nei 151 stabilimenti balneari<br />

di Riccione, alcuni con spa come i bagni 105 e 110 o con<br />

maxi gazebo e lettini matrimoniali al 71. Senza contare<br />

la Spiaggia delle donne, gestita al femminile e molto<br />

apprezzata dalle mamme, e la nota Spiaggia 61, a metà<br />

strada fra le Terme di Riccione e viale Ceccarini, tra le<br />

poche a tradizione familiare e con oltre un secolo di<br />

storia, da dove ogni mattina Enrico il bagnino va in diretta<br />

su Radio Deejay con le sue scherzose previsioni<br />

del tempo.<br />

<strong>La</strong> cura del sole e dei bagni è garantita anche a Cattolica,<br />

altra tappa dell’estate in <strong>Freccia</strong>rossa, mentre Senigallia<br />

(AN), Bandiera blu dal 1997, è famosa per la sua<br />

Rotonda sul mare, la sabbia fine e vellutata, gli itinerari<br />

in bicicletta tra le colline dell’entroterra, gli eventi e i fe-<br />

33


TRAVEL<br />

Sapri (SA)<br />

stival come il Summer Jamboree (in programma la prima<br />

settimana di agosto).<br />

Non manca l’offerta estiva di Trenitalia Regionale, con<br />

preziose novità come il Trabocchi Line per raggiungere<br />

in treno ed esplorare in bici la splendida Costa dei trabocchi<br />

(approfondimento alle pp. 46-49), in provincia di<br />

Chieti, mentre in <strong>Freccia</strong>rgento si arriva comodamente a<br />

Foggia, Barletta, Bari e Monopoli (BA). E ancora giù, fino<br />

a Brindisi, con tappa anche a Ostuni per il suo pittoresco<br />

borgo medievale, un dedalo di vicoli, scalinate, corti,<br />

piazzette e case bianche impreziosite da gerani, botteghe<br />

artigiane e ristorantini tipici. Sotto la Città bianca del<br />

Castello normanno-svevo, <strong>La</strong>mezia Terme (CZ)<br />

© vmedia84/AdobeStock<br />

© Claudio Colombo/AdobeStock<br />

34


Senigallia (AN)<br />

Salento, il litorale si fa magico tra scogli e calette turchesi<br />

di sabbia dorata, tipiche di questo tratto di costa<br />

adriatica.<br />

In treno si può raggiungere tutto il mare più bello dello<br />

Stivale, quindi. Ma non solo. L’estate in <strong>Freccia</strong>rossa porta<br />

anche a Chiusi-Chianciano Terme (SI) per scoprire la<br />

Ostuni (BR)<br />

suggestiva Val d’Orcia, amata dai turisti di tutto il mondo<br />

per i suoi itinerari fra le colline del Chianti, la Via Francigena<br />

e le località termali. E in Ciociaria, fino a Frosinone,<br />

per un tour tra i Monti Simbruini, le Grotte di Pastena,<br />

l’Abbazia di Montecassino, l’Acropoli di Alatri e la cascata<br />

nel centro di Isola del Liri.<br />

© visualpower/AdobeStock © Buffy1982/AdobeStock<br />

35


TRAVEL<br />

VISTA<br />

MARE<br />

36


Le Cinque Terre dal finestrino del <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />

LATO FINESTRINO PER OSSERVARE VALZER DI DISLIVELLI, LUNGHI<br />

LITORALI, VILLE A PICCO SULLE SCOGLIERE. L’ITALIA SCORRE<br />

DOLCEMENTE FUORI DAL FRECCIAROSSA 1000 CHE PASSANDO DAL<br />

LEVANTE LIGURE ATTRAVERSA LA VERSILIA FINO ALL’ARGENTARIO<br />

di Sandra Gesualdi<br />

sandragesu sandragesu<br />

© Clara Neri<br />

Binario 17, ore 13:10. È partito<br />

dalla Stazione Centrale,<br />

in una Milano ancora un<br />

po’ intorpidita e sottovoce. Sopra,<br />

un cielo grigio scandito dai ritmi più<br />

lenti della domenica.<br />

Ha attraversato la periferia del capoluogo<br />

lombardo, direzione Pavia,<br />

tra gli agglomerati urbani e le<br />

periferie industriali, intervallate da<br />

qualche distesa pianeggiante. Disegni<br />

simmetrici del mietuto, capannoni,<br />

cantieri e ancora pezzi sparsi<br />

di città. <strong>La</strong> prima ora e mezzo ha<br />

semplicemente assecondato, gradualmente,<br />

la sensazione forte di<br />

tornare a viaggiare dopo i mesi del<br />

lockdown. Poi si è incuneato tra le<br />

case di Genova, superando cavalcavia<br />

e panni stesi alle finestre così<br />

vicine da poterci sbirciare dentro<br />

e, da lì, ha intrapreso un percorso<br />

nuovo, fatto di sorpresa e panorami<br />

inaspettati.<br />

37


TRAVEL<br />

L’8633 è il <strong>Freccia</strong>rossa 1000 che<br />

collega Milano a Roma passando<br />

dal Levante ligure per poi correre<br />

su quei binari lungo costa che dalla<br />

Versilia si spingono fino all’Argentario,<br />

incontrando al tramonto il porto<br />

di Civitavecchia e arrivando nella<br />

Capitale per cena.<br />

Domenica 14 giugno, con l’entrata<br />

in vigore dell’orario estivo, ha compiuto<br />

la sua prima corsa. E noi con<br />

lui, da nord a sud, sfilandoci l’impermeabile<br />

in itinere perché nel<br />

frattempo aveva smesso di piovere<br />

e la bella stagione si era affacciata<br />

appena avvistate le Cinque Terre.<br />

Il nuovo collegamento Trenitalia<br />

permette di raggiungere facilmente<br />

alcune delle spiagge e dei borghi<br />

più belli della Liguria e della Toscana,<br />

correndo a basso impatto lungo<br />

il Tirreno, per rilanciare il turismo<br />

nazionale.<br />

Un treno speciale che mixa i servizi<br />

e il comfort di un <strong>Freccia</strong>rossa<br />

1000 alle tratte solitamente battute<br />

dai Regionali e dagli Intercity,<br />

con fermate mai effettuate prima.<br />

Fuori dal finestrino scorre un pezzo<br />

d’Italia, dolcemente, a una velocità<br />

media di 115-150 km/h. Il paesaggio<br />

avanza come un maratoneta, a passo<br />

costante, in certi tratti esplode<br />

di colore e si caratterizza in modo<br />

diverso passando da una regione<br />

all’altra.<br />

Il tempo di una lunga galleria e dal<br />

liscio suburbio agricolo ci si imbatte<br />

in una fitta boscaglia verdeggiante<br />

che sovrasta la linea ferroviaria.<br />

Siamo in Liguria. A Genova Piazza<br />

Principe salgono diversi viaggiatori,<br />

sorpresi di veder spuntare la<br />

silhouette del treno rosso e veloce.<br />

«Sto tornando a Roma, dove lavoro»,<br />

racconta Raffaella. «Ero venuta<br />

qui a trovare i miei genitori, che non<br />

ho visto per mesi a causa della chiusura<br />

dei confini regionali. Mi aspettavo<br />

il <strong>Freccia</strong>bianca ma è spuntato<br />

il 1000, è stata una sorpresa».<br />

Un altro tunnel nero e stretto, tipico<br />

della tratta ligure, ci ingoia per<br />

riemergere dopo pochi minuti a Genova<br />

Brignole. Altra fermata, altre<br />

salite. Alessio pure è diretto nella<br />

Capitale, dopo il weekend trascorso<br />

con il compagno: «Un viaggio<br />

LIGURIA TRA<br />

NATURA E MUSICA<br />

Scendere dal treno e proseguire<br />

a piedi tra sentieri sul mare, rocce<br />

giurassiche, natura mediterranea,<br />

terrazzamenti e vigneti. Cinque<br />

Terre Walking Park è il programma<br />

di percorsi escursionistici,<br />

accompagnati da una guida<br />

esperta, organizzati nel Parco<br />

nazionale omonimo. Il 4 luglio si<br />

parte da Monterosso (SP) per una<br />

camminata tra limonaie antiche e<br />

fioriture, il 5 è previsto un trekking<br />

sui sentieri di Vernazza in cerca di<br />

testimonianze religiose e culturali,<br />

l’11 e il 12 è la volta di Corniglia e<br />

Manarola per arrivare dal mare al<br />

bosco. Sabato 18 luglio si battono<br />

le antiche vie di pellegrinaggio<br />

intorno a Riomaggiore, mentre<br />

il 19, 25 e 26 tornano i panorami<br />

verticali di Monterosso, Vernazza<br />

e Corniglia.<br />

Nel Golfo dei Poeti, invece,<br />

confermata la quarta edizione<br />

del Lerici Music Festival,<br />

manifestazione dedicata alla<br />

musica classica. Dal 3 al 16<br />

agosto, nella caratteristica città<br />

ligure a pochi chilometri da <strong>La</strong><br />

Spezia, arte e melodia diventano il<br />

simbolo del ritorno alla vita e alla<br />

socialità.<br />

Stazione Milano Centrale<br />

© Clara Neri<br />

38


© Clara Neri<br />

Genova vista dal <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />

comodo e sicuro. A novembre mi<br />

laureo in Scienze infermieristiche<br />

e sono particolarmente attento alle<br />

norme anti-Covid. Appena salito ci<br />

hanno dato il kit con mascherina,<br />

poggiatesta e gel disinfettante e ho<br />

notato che il personale addetto sanifica<br />

spesso maniglie e pulsanti».<br />

Ripartiamo con quel ritmo mite che<br />

rende il percorso piacere.<br />

Vista finestrino per assaporare un<br />

valzer di dislivelli, gole, terrazzamenti,<br />

campanili che appaiono per<br />

un attimo, tunnel che alternano<br />

buio a luce, buganvillee e rocce<br />

a picco sul mare. Next stop Santa<br />

Margherita Ligure-Portofino, sei<br />

minuti dopo siamo a Rapallo, se-<br />

Monterosso (SP)<br />

© Freesurf/AdobeStock<br />

39


TRAVEL<br />

© Clara Neri<br />

Due studentesse in viaggio verso Roma<br />

guita da Sestri Levante. A Monterosso,<br />

la più popolosa località delle<br />

Cinque Terre, ci aspetta il sole. Finalmente<br />

è estate. Incastonata a ridosso<br />

dei monti, la piccola stazione<br />

si fa spazio fra tre gallerie e cespugli<br />

in fiore, e fa impressione vedere<br />

che il treno occupa tutta la banchina,<br />

così lungo da non riuscire a<br />

emergere completamente dal tunnel.<br />

Fuori, a pochi passi, nella zona<br />

di Fegina, c’è la lunga spiaggia sorvegliata<br />

dal Gigante, l’enorme statua<br />

ricavata, il secolo scorso, dalla<br />

roccia e raffigurante il dio Nettuno.<br />

Non si riesce a contenere il panorama<br />

che scorre lungo il finestrino.<br />

Passano via palmizi marittimi, agavi,<br />

lingue di terra che si allungano nel<br />

Tirreno ligure, scogliere gugliate,<br />

bastimenti in bilico sull’orizzonte.<br />

«Sono 35 anni che faccio questa<br />

tratta, prima sui Regionali, poi su<br />

qualche <strong>Freccia</strong>» racconta Paolo,<br />

capotreno, capelli canuti e occhiali<br />

in punta di naso. «Vedere un 1000<br />

in queste stazioni mi fa un po’ effetto.<br />

Devo ancora imparare a memoria<br />

tutte le fermate». Il serpentone<br />

rosso dal muso affusolato strizza<br />

l’occhio alle nuove stazioni che lo<br />

attendono, contiene la sua capacità<br />

di lanciarsi a 300 km/h, abbassa<br />

e alza i pantografi per arrestarsi<br />

e ripartire. Da <strong>La</strong> Spezia in un’altra<br />

manciata di minuti siamo in Toscana,<br />

sguardo al mare senza sosta, le<br />

Alpi Apuane alle spalle: benvenuti<br />

in Versilia, fianchi larghi e sabbiosi,<br />

stabilimenti e pontili, fondali sornioni.<br />

A Forte dei Marmi e a Viareggio<br />

salgono facce abbronzate con bici<br />

40


ipiegabili al seguito, dopo il fine settimana<br />

in spiaggia. In tre ore si arriva<br />

nelle due famose località balneari,<br />

sia da Roma sia da Milano. Pisa-Livorno<br />

e il colpo d’occhio è un’altra<br />

cartolina ancora. Veronica e Irene si<br />

sgranchiscono le gambe, sorridono<br />

dietro le mascherine e hanno il tavolino<br />

pieno di appunti ed evidenziatori<br />

colorati. «Andiamo a Roma per sostenere<br />

l’esame di maturità, al liceo<br />

classico. È bello tornare a scuola<br />

dopo tanto tempo».<br />

Il paesaggio si ammorbidisce, si<br />

riempie di pinete, sulle scogliere<br />

di Castiglioncello spiccano le ville<br />

color amaranto, i tuffi dei bagnanti,<br />

gli ombrelloni colorati finalmente<br />

aperti. <strong>La</strong> Costa degli Etruschi ci<br />

aspetta con il sole alto, i suoi colori<br />

giallo ocra, gli uliveti curati e i filari<br />

di cipressi “alti e schietti”. A Campiglia<br />

Marittima arriviamo alle 18 in<br />

punto, l’aria è tiepida e sa di salmastro.<br />

Decelera il <strong>Freccia</strong>rossa 1000,<br />

e generoso trotta delicatamente<br />

per sostare e ripartire dove mai<br />

aveva osato. <strong>La</strong>sciata Grosseto alle<br />

spalle, la <strong>La</strong>guna di Orbetello satura<br />

tutto l’orizzonte, con le vasche di<br />

acqua salata, i fenicotteri, le spiagge<br />

basse e selvagge dell’Argentario.<br />

È un treno che crea meraviglia.<br />

Le persone lo guardano con sorpresa,<br />

lo salutano come il passaggio<br />

di un extraterrestre. A Capalbio<br />

vien voglia di scendere tanto l’aria<br />

sa di ferie d’altri tempi, di gazzosa<br />

al bar e arenili incontaminati. Un<br />

signore anziano è arrivato apposta<br />

per vedere il “treno veloce e rosso”<br />

che arriva in quel borgo che chiude<br />

la Toscana. «È venuto fin quaggiù,<br />

nella terra dei contadini!», esclama<br />

salutandoci. Si percepisce la giornata<br />

calda e ventosa. In dieci minuti<br />

sconfiniamo nel <strong>La</strong>zio, il tempo di<br />

scorgere il porto di Civitavecchia e<br />

si prende un po’ di velocità per arrivare<br />

a destinazione. «Siamo in arrivo,<br />

in orario, nella stazione di Roma<br />

Termini». Fuori ci aspetta un bagno<br />

di luce gialla. Ogni viaggio è una<br />

storia.<br />

A VIAREGGIO<br />

CON PUCCINI<br />

Non solo mare nella Perla del Tirreno.<br />

Ma anche cultura con la 66esima<br />

edizione del Festival Puccini. A<br />

Torre del <strong>La</strong>go, affascinante frazione<br />

viareggina, il compositore ha vissuto<br />

per oltre 30 anni e scritto alcune<br />

delle sue opere maggiori. Qui, la<br />

manifestazione a lui dedicata torna con<br />

una programmazione pensata secondo<br />

i protocolli di sicurezza anti-Covid. Tra<br />

le nuove produzioni in cartellone Tosca,<br />

il 6 e il 14 agosto, e Madama Butterfly l’8<br />

e il 21, per recite tratte dai titoli d’opera<br />

del grande repertorio pucciniano.<br />

Oltre al Gran Teatro all’aperto in riva al<br />

lago, il festival invade da quest’anno<br />

anche la Cittadella del Carnevale, Villa<br />

Paolina e alcune chiese della città. In<br />

programma fino al 14 agosto concerti,<br />

eventi culturali e proiezioni di film. Da<br />

segnalare, il 10 luglio, lo spettacolo<br />

Ci sono giorni che non accadono mai,<br />

con la regia di Sergio Castellitto e le<br />

musiche di Ennio Morricone. Il giorno<br />

dopo va in scena il racconto in musica<br />

di Stefano Massini <strong>La</strong> voce della luna,<br />

il 13 e 14, in prima assoluta, le nuove<br />

composizioni Agli astri e al ciel ispirate<br />

all’opera Tosca.<br />

Castiglioncello (LI)<br />

© Marco Porcu/AdobeStock<br />

41


TRAVEL<br />

© Clara Neri<br />

© Jeferson Silva Castellari/AdobeStock<br />

Un fenicottero rosa nell'Oasi Wwf della laguna di Orbetello (GR)<br />

«È un treno che crea meraviglia: la <strong>La</strong>guna di Orbetello<br />

satura tutto l’orizzonte, con le vasche di acqua salata, i<br />

fenicotteri, le spiagge basse e selvagge dell’Argentario»<br />

<strong>La</strong> laguna di Orbetello dal finestrino del <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />

MUSEI APERTI<br />

IN MAREMMA<br />

Per tutta l’estate aperture straordinarie<br />

ed eventi speciali in musei, parchi e aree<br />

archeologiche della Maremma (GR).<br />

A Massa Marittima si riscopre il pittore<br />

Ambrogio Lorenzetti: ogni giovedì e<br />

venerdì di luglio e agosto, dalla Cattedrale<br />

di San Cerbone parte il tour guidato tra le<br />

opere del Maestro senese presenti nella<br />

cittadina. A Saturnia, la sera di sabato<br />

11 luglio e del 1° agosto, il direttore dei<br />

Musei Civici Massimo Cardosa illustra i<br />

resti antichi del centro storico, mentre il 4<br />

agosto a Manciano, in piazza Magenta, c’è<br />

<strong>La</strong> notte della Luna con leggende e storie<br />

tratte dai miti classici e dalla letteratura.<br />

Per i bambini dai 6 ai 12 anni, a Vetulonia<br />

c’è Vivere nell’antica Vatluna: il <strong>La</strong>go<br />

Prile, il mare e la pesca (prenotazione<br />

alla mail museovetulonia@libero.it).<br />

Tutti i venerdì di luglio delizie culturali<br />

a Pitigliano con Letture al museo, spazi<br />

d’autore degustando, a cura del Museo<br />

Archeologico all’aperto Alberto Manzi.<br />

Tra le tante iniziative estive del Maam di<br />

Grosseto, yoga al parco archeologico<br />

di Roselle (17 luglio), talk, incontri e<br />

aperitivi. Infine, al Magma di Follonica,<br />

venerdì 31 luglio è in programma Notti<br />

dell’Archeologia, la storia sul fuoco:<br />

uomo, fuoco e minerali dalla preistoria ai<br />

tempi moderni. Un esperimento aperto<br />

a bambini e famiglie, seguito da una<br />

degustazione di prodotti tipici e una visita<br />

guidata al museo (prenotazione alla mail<br />

frontoffice@magmafollonica.it).<br />

42


IL TRENO<br />

DELLA LIBERTÀ<br />

IN VIAGGIO<br />

SUL NUOVO<br />

FRECCIAROSSA<br />

TORINO-REGGIO<br />

CALABRIA. PARTITO<br />

IL PRIMO GIORNO DI<br />

APERTURA FRA LE<br />

REGIONI. E METAFORA<br />

DELL’ITALIA CHE<br />

RINASCE<br />

di Gerardo Adinolfi<br />

gerryadi<br />

Carrozza 9, lato finestrino.<br />

Bianca sta leggendo un<br />

libro mentre il <strong>Freccia</strong>rossa<br />

su cui viaggia corre lungo i binari<br />

che costeggiano il mare cristallino<br />

della Calabria. Gira lo sguardo, vede<br />

dall’alto verso il basso un lungo tappeto<br />

azzurro e calmo. Afferra lo smartphone<br />

e scatta una foto. <strong>La</strong> luce del<br />

primo pomeriggio di giugno la rende<br />

perfetta.<br />

«Il mare, dopo tanto tempo rivedo il<br />

mio mare», dice quasi emozionata, «è<br />

la prima volta che lo osservo da questa<br />

nuova prospettiva». Il mare calmo<br />

che si intravede dal finestrino è quello<br />

di Paola, provincia di Cosenza. E la<br />

nuova prospettiva è il <strong>Freccia</strong>rossa<br />

Torino-Reggio Calabria che sta per<br />

arrivare in stazione dopo aver attraversato<br />

la Riviera dei Cedri e le meraviglie<br />

di Maratea.<br />

Il nuovo collegamento con il treno AV<br />

ha fatto il suo debutto il 3 giugno, proprio<br />

nella giornata di riapertura agli<br />

spostamenti liberi tra le regioni, dopo<br />

il lockdown imposto dall’emergenza<br />

sanitaria. Una data importante, quasi<br />

simbolica. Ma sono i giorni, le settimane<br />

e i mesi successivi a segnare<br />

il cambio di passo. È il passaggio<br />

dall’eccezionalità alla normalità a stabilire<br />

il successo. A creare l’abitudine,<br />

a rendere certa la novità. A far crescere<br />

la consapevolezza di poter partire<br />

dal Piemonte al mattino, per arrivare<br />

in Calabria prima del tramonto senza<br />

dover spezzare il viaggio o cambiare<br />

treno. E senza dover utilizzare l’auto.<br />

Una bella routine. Quattro collegamenti<br />

al giorno, due verso Sud e altrettanti<br />

verso Nord, che da inizio<br />

giugno permettono a tante persone<br />

di tornare e ripartire, andare al lavoro<br />

e rientrare a casa, vedere i propri cari<br />

e trascorrere qualche giorno di relax<br />

per riprendere fiato. Di viaggiare per<br />

visitare una città d’arte. Di salire sul<br />

<strong>Freccia</strong>rossa Torino-Reggio Calabria<br />

per sentirsi parte di una storia o semplicemente<br />

per provare un’alternativa<br />

ad altri mezzi di trasporto. Anche solo<br />

per vedere l’effetto che fa.<br />

Un servizio che fin dal viaggio di debutto<br />

ha significato molto. Metafora<br />

dell’Italia che riaccorcia le distanze e<br />

che avvicina il Sud alle città servite<br />

dall’Alta Velocità. Metafora di un Paese<br />

che riparte e si ritrova in un abbraccio,<br />

che torna a casa, guardando fuori<br />

dal finestrino a testa alta.<br />

© Associazione Ferrovie in Calabria<br />

43


TRAVEL<br />

Il treno è diventato ancora una volta<br />

portatore di libertà, gioia, sorrisi,<br />

seppur nascosti dietro una mascherina.<br />

Portatore di normalità. Quella<br />

che tutti ricercano nei momenti di<br />

difficoltà, quella che tutti credevamo<br />

di aver perso durante il periodo buio<br />

del lockdown, e che stiamo, a piccoli<br />

passi, ritrovando: «<strong>La</strong> prima cosa che<br />

farò sarà andare a mare, salutare gli<br />

amici, vedere i miei nonni, cose normali,<br />

niente di speciale», dice Luca,<br />

20 anni, partito da Milano e diretto in<br />

Sicilia, «è da sei mesi che non vedo i<br />

miei genitori, mi basta esser riuscito a<br />

ritornare».<br />

Enzo, 60 anni, legge invece la scritta<br />

Torino sul tabellone elettronico della<br />

stazione di Reggio Calabria e si ferma<br />

a pensare. <strong>La</strong> memoria, quando vuole,<br />

sa essere più veloce anche di un <strong>Freccia</strong>rossa.<br />

Riapre i cassetti e rispolvera<br />

gli archivi, corre subito indietro nel<br />

tempo e mostra fotografie nitide del<br />

tempo che fu. Il suo ricordo va subito<br />

ai Treni del Sole, i collegamenti fra<br />

il Sud e il Nord d’Italia che venivano<br />

presi d’assalto da chi lasciava la propria<br />

terra in cerca di lavoro e fortuna.<br />

Venivano chiamati i viaggi della speranza.<br />

<strong>La</strong> speranza di una casa, un salario,<br />

una vita dignitosa seppur lontana<br />

dalle proprie origini.<br />

Il mondo oggi è cambiato, e con lui<br />

anche i trasporti. Per speranza si<br />

viaggia ancora, ma le valigie di cartone<br />

hanno lasciato il posto a trolley<br />

colorati e sacche per le bici. Non si<br />

sgomita più per l’ultimo posto in piedi,<br />

ma a bordo di Frecce e Intercity i<br />

passeggeri si sistemano sui posti distribuiti<br />

a scacchiera mentre sopra i<br />

sedili un marker rosso indica quello<br />

da lasciare libero per rispettare il distanziamento<br />

personale. «Ancor prima<br />

di salire ci è stato distribuito un kit<br />

gratuito con mascherina, poggiatesta,<br />

guanti, gel igienizzante e lattina d’acqua»,<br />

racconta Luca, «e vediamo il<br />

personale igienizzare continuamente<br />

ogni maniglia, pulsante e bottone».<br />

44


Nuove norme introdotte con l’emergenza<br />

Covid-19, ma che non hanno<br />

cambiato la natura dei viaggi in treno.<br />

Il treno è sicuro, affidabile, sostenibile.<br />

Green. «È bello», dice Giada, 22<br />

anni, studentessa a Milano. E questa è<br />

forse la parola giusta. Il treno è semplicemente<br />

bello. Può sembrare un<br />

aggettivo banale, generico. Pane comune<br />

per i poveri di vocabolario. Ma<br />

in realtà racchiude in sé tutta l’essenza<br />

dell’esperienza vissuta.<br />

Se non fosse semplicemente bello,<br />

sui social non si troverebbero decine<br />

di video girati nei primi giorni di vita<br />

del nuovo collegamento. Per riprendere<br />

i primi passaggi del <strong>Freccia</strong>rossa<br />

in Calabria c’è chi si è appostato su<br />

un ponte a <strong>La</strong>mezia Terme (CZ), chi<br />

in stazione a Rosarno (RC), chi sulla<br />

banchina della stazione di Scilla (RC).<br />

Anche nell’ultimo chilometro verso la<br />

stazione di Reggio Calabria, il <strong>Freccia</strong>rossa<br />

è stato accolto da curiosi e<br />

passanti. In silenzio, in attesa di qualche<br />

suono premonitore. Un sibilo, un<br />

fischio. <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> arriva, pochi istanti,<br />

e riscompare.<br />

«Questo treno è lunghissimo», dice<br />

un bambino al padre, «ho contato 12<br />

carrozze». Sugli Etr 500, i <strong>Freccia</strong>rossa<br />

di Trenitalia, le carrozze sono 11. Ma<br />

sui Torino-Reggio Calabria è stata aggiunta<br />

la dodicesima per consentire<br />

una maggiore capienza dei convogli<br />

e, al tempo stesso, rispettare il distanziamento<br />

a scacchiera fra i posti<br />

a sedere.<br />

Se viaggiare in treno non fosse semplicemente<br />

bello non resteremmo a<br />

occhi aperti ogni qual volta dal finestrino<br />

appare il mare della Calabria, la<br />

natura selvaggia del Cilento, il sole di<br />

Napoli e il fascino di Bologna. Viaggiare<br />

sul collegamento AV più lungo<br />

d’Europa, 1.266 chilometri da Nord a<br />

Sud del Paese, è come scattare una<br />

lunghissima panoramica dell’Italia.<br />

Benvenuti, insomma, sul treno della<br />

ripartenza, benvenuti sul <strong>Freccia</strong>rossa<br />

Torino-Reggio Calabria.<br />

© Giuseppe Tommaso/AdobeStock<br />

Veduta panoramica di Reggio Calabria<br />

45


TRAVEL<br />

ALLA SCOPERTA<br />

DEI TRABOCCHI<br />

IN BICICLETTA SUL LITORALE ABRUZZESE, DA FRANCAVILLA AL<br />

MARE FINO A SAN SALVO. PER AMMIRARE I “RAGNI COLOSSALI”<br />

CELEBRATI DA GABRIELE D’ANNUNZIO<br />

Testo e foto di Claudio Di Dionisio<br />

[ideatore di Bikelife live your passion]<br />

ideale per visitare<br />

la Costa dei trabocchi<br />

parte da Francavilla L’itinerario<br />

al<br />

Mare (CH), dove arrivo in treno perché<br />

all’interno della stazione ferroviaria<br />

trovo la Ciclostazione dei Trabocchi,<br />

per ritirare la bici prenotata che mi<br />

accompagnerà in questo viaggio fra<br />

natura, storia e tradizioni, lungo il litorale<br />

abruzzese che arriva fino a San<br />

Salvo Marina, sempre in provincia di<br />

Chieti.<br />

L’obiettivo è percorrere i 65 chilometri<br />

della Via Verde pedalando sulla<br />

ciclopedonale in fase di ultimazione,<br />

uno dei tratti della Costa più suggestivi,<br />

immerso nella natura. I trabocchi<br />

sono costruzioni in legno, simili a<br />

palafitte in mezzo al mare, un tempo<br />

utilizzati dai cosiddetti traboccanti<br />

per pescare, evitando le imbarcazioni.<br />

<strong>La</strong> partenza dalla porta nord della Via<br />

Verde mi permette di ammirare il litorale<br />

sabbioso di Francavilla al Mare,<br />

cittadina che ha ospitato il Cenacolo<br />

michettiano, dove il pittore Francesco<br />

Paolo Michetti dava alloggio a<br />

Gabriele D’Annunzio e ad altri artisti e<br />

letterati dell’800.<br />

Il percorso che mi avvicina ad Ortona<br />

si snoda sul lungomare fino al Foro<br />

di Ortona, dove il litorale diventa più<br />

aspro e fanno la loro comparsa le prime<br />

scogliere. Sono in zona Ripari di<br />

Giobbe, un promontorio sotto il quale<br />

spunta la prima spiaggia di ciottoli<br />

bianchi della Costa dei trabocchi.<br />

Proseguo il mio viaggio verso Ortona,<br />

che si staglia davanti a me attraverso<br />

le forme maestose del Castello Aragonese,<br />

con vista a 360 gradi sulla<br />

costa e le montagne circostanti, la<br />

Majella e il Gran Sasso. Scendo verso<br />

il porto e intercetto le prime gallerie<br />

che mi riportano sul tracciato<br />

costruito lungo la vecchia ferrovia<br />

Adriatica. Qui il fondo è molto bello e,<br />

proseguendo in direzione sud, arrivo<br />

alla Riserva naturale Punta dell’Acquabella,<br />

una delle calette più belle<br />

e nascoste del litorale.<br />

Scendo poi verso il vecchio borgo<br />

dei pescatori per riprendere il viag-<br />

46


gio diretto a San Vito Chietino, dove<br />

appaiono i primi “ragni” del mare. Mi<br />

fermo a osservarli immaginando i traboccanti<br />

intenti nel tirare le reti, mentre<br />

le mogli preparavano il pescato su<br />

queste palafitte in apparenza poco<br />

stabili, ma che invece resistono da<br />

anni. E sono solo le prime avvisaglie<br />

di quello che mi esplode davanti agli<br />

occhi dopo una manciata di chilometri<br />

tra San Vito Chietino, Rocca San<br />

Giovanni e Fossacesia: mi perdo ad<br />

ammirare il paesaggio tra le spiagge<br />

di sassi bianchi che donano una<br />

luce particolare al mare che le lambisce.<br />

<strong>La</strong> pista mi ha accompagnato<br />

silente, con il suo colore verde per<br />

le biciclette e blu per i camminatori.<br />

Arrivo a Torino di Sangro, dopo circa<br />

45 chilometri dalla partenza, mi fermo<br />

ad ammirare il trabocco Punta Le<br />

Morge e continuo fino a Casalbordino<br />

Lido, dove la ciclabile lascia spazio al<br />

battuto bianco che preannuncia l’in-<br />

TRENO+BICI<br />

<strong>La</strong> collana dei travelbook Trenitalia si arricchisce<br />

di un numero molto atteso dagli amanti delle due<br />

ruote: Ciclovie - 20 percorsi ciclabili da raggiungere<br />

comodamente in treno, che raccoglie idee di<br />

viaggio per ripartire e tornare a godere della natura,<br />

del mare, dello sport. Seguendo il criterio delle<br />

altre guide, sono state selezionate le piste ciclabili<br />

a pochi passi dalle stazioni e i percorsi particolari<br />

a poche pedalate dai servizi ferroviari. Il risultato<br />

sono 20 itinerari mozzafiato da una media di 20<br />

fino a 180 chilometri, come la Tarvisio-Grado, la<br />

Ortona-Vasto, che costeggia il mare nello scenario<br />

meraviglioso dei trabocchi, e la Lecce-Squinzano<br />

47


TRAVEL<br />

gresso nella spettacolare costa rocciosa<br />

della Riserva naturale di Punta<br />

Aderci. Iniziano qui i 13 chilometri più<br />

suggestivi dell’intero percorso. Il promontorio<br />

regala un panorama unico,<br />

tra ciottoli, flutti e montagne abruzzesi<br />

sullo sfondo. I colori della zona<br />

sono eccezionali, il verde dei prati, il<br />

blu del mare, il giallo-arancio della<br />

vegetazione, tonalità che cambiano<br />

sfumature e atmosfera al tramonto.<br />

Continuo il mio percorso guardando<br />

in lontananza il faro di Punta Penna,<br />

fra trabocchi e oasi marine che mi<br />

portano fino a Vasto e a San Salvo,<br />

punto di arrivo della Via Verde.<br />

Al termine di questo viaggio ripercorro<br />

con la mente esperienze vissute,<br />

persone genuine, luoghi identitari,<br />

eccellenze storiche, specialità enogastronomiche.<br />

<strong>La</strong> secolare tradizione<br />

marinara trova, infatti, espressione<br />

in cucina in una miriade di piatti<br />

legati ai prodotti della terra. Questo<br />

connubio si manifesta palesemente<br />

nella tipica ricetta del brodetto di<br />

pesce, risultato della felice e gustosa<br />

unione tra pescato e ortaggi, una sintesi<br />

pressoché perfetta dell’incontro<br />

fra terra e mare rappresentato dallo<br />

stesso trabocco, quel “ragno colossale”<br />

– come lo definiva D’Annunzio<br />

– utilizzato dai contadini per la piccola<br />

pesca. Nel calice, il vino ideale<br />

è senz’altro il Cerasuolo d’Abruzzo. E<br />

qui, naturalmente, tutto diventa più<br />

suggestivo, alla vista e al palato, con i<br />

traboccanti del luogo che propongono<br />

ad arte menù completi sui 40 euro<br />

a persona.<br />

<strong>La</strong> Via Verde è una grande opportunità<br />

per il territorio, un mezzo indispensabile<br />

per valorizzare i centri abitati,<br />

le aree circostanti e l’autenticità di<br />

chi le abita. Attualmente, degli oltre<br />

65 chilometri del percorso originario<br />

ne sono stati completati circa 40 e i<br />

restanti 25 saranno probabilmente<br />

ultimati entro l’estate del 2021. Ma i<br />

cantieri non si fanno notare e resta un<br />

privilegio l’opportunità di soggiornare<br />

lungo la Costa dei trabocchi. Arrivando<br />

in treno e muovendosi dolcemente<br />

su due ruote, respirando natura.<br />

48


Un tratto della Via Verde dei Trabocchi<br />

49


TRAVEL<br />

UOMINI<br />

E PESCI<br />

SULLA COSTA VIOLA,<br />

IN UNO SCENARIO<br />

LEGGENDARIO, PER<br />

SCOPRIRE L’ANTICA<br />

TRADIZIONE DELLA<br />

CACCIA AL PESCE<br />

SPADA<br />

di Filippo Teramo - a cura di VdGmagazine<br />

Al viaggiatore la Costa Viola<br />

riserva sempre delle sorprese.<br />

Non può che trattenere<br />

un’esclamazione di meraviglia,<br />

consapevole che sta per riscoprire<br />

il perpetuarsi di un miracolo della<br />

natura. Colori, suoni, sapori di due<br />

terre antiche e affascinanti, ricche<br />

di storia, miti e leggende: l’Enotria e<br />

la Trinacria. Sembra di vivere quasi<br />

un’avventura dove all’emozione che<br />

nasce alla vista dei verdi terrazzamenti,<br />

veri balconi sul mare calabrese,<br />

si alterna lo stupore incantato per<br />

la seducente suggestione del mare<br />

cristallino della costa che guarda le<br />

Isole Eolie, obbligato imbocco per<br />

lo Stretto di Messina. Scenario naturale<br />

in cui ogni anno, da maggio<br />

a settembre, si pratica con modalità<br />

uniche al mondo la caccia al pesce<br />

spada.<br />

© Daniele Riefolo<br />

<strong>La</strong> passerella, tipica imbarcazione usata per la caccia al pesce spada<br />

50


A maggio l’ambita preda è in amore,<br />

passa dallo Stretto nella sua migrazione<br />

verso Sud, seguendo la Costa<br />

Viola nel tratto tra Villa San Giovanni<br />

e Scilla (RC). Risale poi, da inizio<br />

luglio, passando invece davanti<br />

alla costa di Ganzirri (ME), dove è<br />

possibile avvistare anche qualche<br />

aguglia imperiale, ed è lì che i pescatori<br />

si batteranno in cerca del<br />

loro bottino. Oramai sono rimasti in<br />

pochi a formare gli equipaggi delle<br />

“passerelle”, le tipiche imbarcazioni<br />

a motore che hanno sostituito il luntre<br />

a remi, il cui ultimo esemplare<br />

è custodito ed esposto in una sala<br />

del Castello Ruffo di Scilla. In uno<br />

scenario leggendario e mitologico<br />

– Omero per primo ne cantò i vorticosi<br />

flutti e le tragiche mostruose<br />

gesta di Scilla e Cariddi – uomini e<br />

pesci sono pronti a ingaggiare un<br />

particolare duello.<br />

All’alba di ogni mattina inizia la<br />

caccia al pesce spada (dal greco<br />

- xifías) con le passerelle che rag-<br />

giungono la zona di pesca, divise in<br />

“poste” già assegnate. Anticamente,<br />

a supportare la battuta di caccia<br />

del luntre, gli avvistamenti del pesce<br />

pelagico avvenivano da terra,<br />

dall’alto dei terrazzamenti della Costa<br />

Viola sorretti dai muretti a secco<br />

(armacie), oggi Patrimonio Unesco.<br />

Si tramanda che furono i contadini i<br />

primi ad ammirare gli affioramenti e<br />

i salti d’amore della coppia di pesce<br />

spada (paricchia), segnalandoli così<br />

ai pescatori. Dapprima indicando la<br />

<strong>La</strong> Costa Viola (RC) e l'imbocco dello Stretto di Messina<br />

© Daniele Riefolo<br />

51


TRAVEL<br />

direzione della preda da catturare<br />

con lo sventolio di bandiere bianche,<br />

poi, nel tempo, con cantilene<br />

ritmate che echeggiavano dalla vedetta<br />

(bandiaturi) posta a terra.<br />

Negli anni la vecchia barca a remi<br />

è stata sostituita dalla passerella,<br />

che prende il nome dal lungo ponte.<br />

Una moderna imbarcazione a motore<br />

di 12 metri che solo nel mare dello<br />

Stretto è possibile ammirare. <strong>La</strong><br />

caratteristica passerella – di circa<br />

20 metri di lunghezza – consente al<br />

pescatore armato di fiocina (u 'llanzaturi)<br />

di catturare l’ambita preda<br />

individuata dall’avvistatore di bordo<br />

(u falerotu), in piedi sull’antenna alta<br />

circa 30 metri e che dirige la rotta<br />

con il suo timone ben impiantato in<br />

cima.<br />

Fantastiche sfide in uno scenario<br />

magico. <strong>La</strong> Costa Viola, incastonata<br />

tra vigneti di zibibbo e agrumeti<br />

del pregiato limone sfusato, si riflette<br />

sulle acque del basso Tirreno<br />

reggino, trasformandosi in palcoscenico<br />

mentre si perpetua l’incredibile<br />

duello tra il pesce spada e l’abile<br />

fiocinatore. Entrambi recitano un<br />

vecchio copione, sempre lo stesso,<br />

antico nella tradizione: l’uomo nel<br />

misurarsi in destrezza da pescatore<br />

armato di fiocina (u ferru), il pesce nel<br />

fuggire alla cattura per continuare a<br />

dominare lo Stretto. Un duello per la<br />

<strong>La</strong> passerella di 20 metri da cui prende nome l'imbarcazione<br />

© Valentina Catanese<br />

© Fortunato Polistena<br />

Il rito della "cardata da cruci": il pesce spada viene segnato con croci multiple<br />

sopravvivenza, senza contraddizioni pag. 17) propongono piatti con prodotti<br />

tipici della tradizione, esaltan-<br />

di sorta: da un lato sfamare intere famiglie<br />

di pescatori, dall’altro salvarsi done le proprietà organolettiche<br />

per mantenere la specie. Una volta e valorizzando le produzioni locali<br />

preso, il più misterioso dei riti resta senza dimenticare che oggi questa<br />

la "cardata da cruci": con le unghie attività, pur pittoresca nel suo genere<br />

di pesca, consente di praticare e<br />

si incide la guancia destra del pesce<br />

spada lasciando un segno di croce tramandare l’arte di un mestiere affiancandolo<br />

all’attività della pesca-<br />

multiplo, come riconoscimento del<br />

suo nobile valore di combattente. turismo, valido supporto economico<br />

Dalle squisite carni di ogni splendido<br />

esemplare, la gastronomia locale è raro trovare a bordo, insieme all’e-<br />

per un settore in difficoltà. Infatti non<br />

ma anche quella gourmet (ricetta a quipaggio, turisti e appassionati armati<br />

di macchine fotografiche.<br />

Tutto questo si intreccia con l’offerta<br />

turistica della Costa Viola, che<br />

stupisce con il sentiero del Tracciolino<br />

– sette chilometri di percorso,<br />

da Bagnara a Palmi, tra pareti di<br />

granito a strapiombo sul mare – e<br />

con splendide spiagge come quella<br />

di Porticello, a Villa San Giovanni,<br />

punto di snodo per il transito in<br />

macchina o in treno verso la Sicilia;<br />

e ancora, Marina Grande e Favazzina<br />

nella mitica Scilla, la lunghissima<br />

Marinella a Bagnara, la splendida e<br />

candida Cala Janculla nel territorio<br />

di Seminara, la Tonnara e Pietrenere<br />

nella colta Palmi. Acque cristalline e<br />

scenari naturali di amori e duelli tra<br />

uomini e pesci.<br />

<strong>La</strong> Pesca del Pesce Spada nello<br />

Stretto di Messina<br />

52


CALABRIA<br />

DA OSCAR<br />

LE MONTAGNE DELLA SILA, IL POLLINO, L’ASPROMONTE. MA ANCHE<br />

LA COSTA TIRRENICA TRA SCILLA E PALMI E QUELLA IONICA<br />

TRA CAMINI E RIACE. TUTTI I LUOGHI DELLA REGIONE CHE SONO<br />

DIVENTATI UN SET A CIELO APERTO<br />

di Elisabetta Reale<br />

Nei borghi incastonati tra<br />

montagne e boschi rigogliosi<br />

o lungo le coste che<br />

accarezzano un’acqua cristallina. Tra<br />

volti, storie, tradizioni che si perdono<br />

nel tempo.<br />

Da alcuni anni la Calabria è diventata<br />

un vero e proprio set a cielo aperto,<br />

scelto da produzioni nazionali e internazionali<br />

non solo per la bellezza<br />

mozzafiato del mare, ma anche per<br />

le sue cittadine, i caratteristici luoghi<br />

montani e i Parchi nazionali della<br />

Sila e del Pollino, selvaggi e incontaminati.<br />

Per far conoscere questo territorio<br />

è stato prezioso il lavoro di Calabria<br />

Film Commission, nata nel 2006 e<br />

© lisa_L/AdobeStock<br />

Orsomarso (CS), dove sono state girate alcune scene della serie Fox Trust<br />

53


TRAVEL<br />

© Francesco Farina<br />

Riprese per il video del brano Il povero Cristo, di Vinicio Capossela<br />

diventata poi Fondazione, che con il<br />

suo presidente, Giuseppe Citrigno, a<br />

facendo scoprire luoghi prima sconosciuti<br />

al grande pubblico e ottenendo<br />

partire dal 2017 ha fatto un repentino<br />

prestigiosi riconoscimenti.<br />

cambio di passo, promuovendo e<br />

incentivando, anche attraverso una<br />

legge regionale (approvata a giugno<br />

2019), la produzione di opere<br />

cinematografiche, televisive, web,<br />

audiovisive e pubblicitarie italiane<br />

ed estere.<br />

Dal 2017 al <strong>2020</strong> la Calabria Film<br />

Commission ha sostenuto ben 43<br />

produzioni. Pellicole che hanno raccontato<br />

una terra di luci e ombre,<br />

sogni e speranze, partenze e ritorni,<br />

Come i due David (regia e montaggio)<br />

conquistati nel 2018 da A Ciambra,<br />

di Jonas Carpignano, candidato<br />

anche all’Oscar come film italiano,<br />

interamente realizzato nella periferia<br />

di Gioia Tauro (RC), a fermare una<br />

pagina di degrado e umanità ferita.<br />

Sono poi arrivati altri due David: ai<br />

cortometraggi Bismillah (2018) di<br />

Alessandro Grande, storia delicata<br />

di accoglienza e migrazione girata a<br />

Catanzaro, e Inverno (<strong>2020</strong>) di Giulio<br />

Sul set del film I racconti della domenica, di Giovanni Virgilio, a Serra San Bruno (VV)<br />

Mastromauro, entrambi prodotti o<br />

coprodotti dalla società calabrese<br />

Indaco Film di Luca Marino.<br />

Grandi protagoniste sono anche<br />

le montagne, come la Sila, il Pollino<br />

e l’Aspromonte, diventate set di<br />

importanti produzioni come Aspromonte.<br />

<strong>La</strong> terra degli Ultimi, film del<br />

regista calabrese Mimmo Calopresti<br />

tratto dal libro di Pietro Criaco<br />

Via dall’Aspromonte (Rubbettino<br />

Editore, pp. 222 € 15), che ha scelto<br />

le suggestive ambientazioni di Africo<br />

(RC) e dintorni.<br />

Tra il nord e il sud della Calabria è<br />

stato invece girato Padre Nostro, in<br />

cui Claudio Noce dirige Pierfrancesco<br />

Favino, con riprese sulla costa<br />

tirrenica a Scilla e Palmi (RC), in Sila<br />

a Lorica e sul lago Arvo (CS), e sulla<br />

costa ionica a Camini, Riace (RC) e<br />

al castello San Fili a Stignano (RC).<br />

Nel Pollino, Michelangelo Frammartino<br />

ha girato Il buco, con un<br />

cast di 12 speleologi. <strong>La</strong> provincia di<br />

Crotone ha accolto le “scimmie spaziali”<br />

di Space Monkeys, il primo lungometraggio<br />

del regista crotonese<br />

Aldo Iuliano. Le montagne innevate<br />

della Sila hanno fatto da cornice a<br />

White Flowers thriller visionario di<br />

Marco De Angelis e Antonio Di Trapani,<br />

ambientato tra Giappone e<br />

Italia. Sempre in Sila Gabriele Mainetti<br />

ha girato il suo secondo lun-<br />

54


gometraggio Freaks Out. Tra le produzioni<br />

internazionali anche la serie<br />

Fox Trust, diretta dal premio Oscar<br />

Danny Boyle, sul rapimento di Paul<br />

Getty III, con le scene del sequestro<br />

girate tra Camigliatello Silano,<br />

Civita e Orsomarso (CS). Più a sud<br />

invece, nel borgo montano di Serra<br />

San Bruno (VV), è ambientato il film<br />

I racconti della domenica, diretto da<br />

Giovanni Virgilio e con Francesco<br />

Montanari.<br />

E dalla Calabria, attraverso il cinema,<br />

sono stati lanciati messaggi<br />

potenti per la legalità. Ne hanno<br />

parlato il docu-film Lo Squadrone,<br />

sul corpo dei carabinieri addestrato<br />

per catturare i latitanti in Aspromonte.<br />

Ma anche la fiction con la<br />

regia di Giacomo Campiotti Liberi di<br />

scegliere, che racconta il progetto<br />

del tribunale dei Minori di Reggio<br />

Calabria, voluto dal giudice Roberto<br />

Di Bella, rivolto ai giovani figli di<br />

‘ndrangheta.<br />

A Riace (RC), luogo simbolo dell’accoglienza,<br />

Vinicio Capossela ha deciso<br />

di ambientare il video del brano<br />

Il povero Cristo. Una linfa che ha<br />

permesso alla regione di emergere<br />

per le sue bellezze oltre gli stereotipi,<br />

valorizzando talenti e professionalità.<br />

Un territorio vivace e culturalmente<br />

vivo, capace di dire la sua<br />

nel panorama del cinema italiano e<br />

che ha già pianificato una concreta<br />

ripartenza, in sicurezza, dopo lo stop<br />

dovuto all’emergenza sanitaria da<br />

Covid-19.<br />

«Speriamo di poter continuare a regalare<br />

sogni sostenendo un settore<br />

strategico per la cultura, il territorio<br />

e l’immagine della regione», dichiara<br />

il presidente della Calabria Film<br />

Commission, Giuseppe Citrigno.<br />

«Siamo già ripartiti lanciando i nuovi<br />

bandi di incentivi pubblici per l’attrazione<br />

di produzioni audiovisive,<br />

cinematografiche e musicali, nazionali<br />

e internazionali. Un percorso per<br />

dare subito nuovo impulso al comparto<br />

condiviso pienamente con la<br />

Regione Calabria».<br />

Per ripercorrere il cinema girato in<br />

Calabria vi è anche una preziosa<br />

pubblicazione, Cine Tour Calabria.<br />

Guida alla Calabria cinematografica<br />

(Rubbettino Editore, pp. 200 € 18),<br />

a cura di Maurizio Paparazzo e Giovanni<br />

Scarfò, che racconta 75 anni di<br />

riprese in 185 film. Un viaggio affasciante<br />

che conduce, per esempio,<br />

a Le Castella e Isola di Capo Rizzuto<br />

(KR), luoghi sospesi tra oriente e occidente,<br />

scelti da Mario Monicelli per<br />

L’armata Brancaleone (1966) e da Pasolini<br />

per Il Vangelo secondo Matteo<br />

(1964). Ma anche a Riace, dove Wim<br />

Wenders nel 2010 ha girato Il Volo,<br />

o ad Africo dove Francesco Munzi,<br />

nel 2014, ha ambientato Anime nere,<br />

tratto dal volume di Gioacchino Criaco,<br />

premiato con nove David di Donatello<br />

e tre Nastri d’argento.<br />

Calabria Film Commission<br />

Padre Nostro di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino<br />

© Emanuela Scarpa<br />

55


UN CASTELLO<br />

DA FAVOLA<br />

NELLA TENUTA DEI<br />

RICASOLI A BROLIO,<br />

TRA LE COLLINE<br />

SENESI, PER VIVERE<br />

UN’ATMOSFERA<br />

MAGICA E INTATTA<br />

NEL TEMPO<br />

di Andrea Radic<br />

Andrea_Radic<br />

andrearadic2019<br />

«<br />

Si chiama porta della campana<br />

– dice mostrando la<br />

corda che sale fino al tetto<br />

– e la faceva suonare mia nonna per<br />

richiamare noi bambini a pranzo. Primo<br />

tocco dieci all’una, secondo pochi<br />

minuti dopo, e se arrivavi tardi mangiavi<br />

la sera. Avevo forse dieci anni».<br />

Vivido e dolce il ricordo con cui il barone<br />

Francesco Ricasoli torna con il<br />

pensiero a uno dei periodi della vita al<br />

castello di Brolio, dove è nato e che<br />

appartiene alla sua famiglia dal 1141.<br />

Qui nacque e visse Bettino Ricasoli,<br />

suo quadrisnonno, il “Barone di Ferro”,<br />

che fu sindaco di Firenze e secondo<br />

presidente del Consiglio nel Regno<br />

d’Italia, dopo Cavour.<br />

Nel corso del tempo il castello ha subito<br />

una travagliata storia di assalti,<br />

guerre e difese. Seppur distante solo<br />

20 chilometri da Siena, Brolio è sempre<br />

stato dalla parte di Firenze, per la<br />

quale rappresentava un avamposto<br />

strategico. Fu raso al suolo e ricostruito,<br />

bombardato e restaurato. Ma oggi,<br />

come da dieci secoli, continua a dominare<br />

le dolci colline, le valli dai mille<br />

toni di verde, gli splendidi vigneti fitti<br />

e movimentati come onde del mare,<br />

che fanno parte dei 1.200 ettari delle<br />

tenute Ricasoli, nel cuore del Chianti<br />

classico a pochi chilometri da Gaiole.<br />

L’atmosfera che si respira a Brolio è<br />

davvero unica. Lo è per la storia che<br />

vi si rivive, ma anche per qualcosa di<br />

ancor più intangibile, eppure molto<br />

Parco e giardini del castello di Brolio (SI)<br />

57


TRAVEL<br />

Francesco Ricasoli<br />

presente. Il senso di una piccola comunità<br />

con la persona al centro della<br />

vita quotidiana. In passato il castello<br />

univa signori e contadini, artigiani<br />

e soldati, era difesa e focolare. Così<br />

oggi. Il senso è il medesimo con la<br />

cantina, i 230 ettari vitati, gli uliveti, le<br />

case coloniche, la piazzetta con l’Agribar<br />

e l’Osteria di Brolio a pochi passi,<br />

l’ospitalità diffusa di Villa Agresto e le<br />

Agriroom. Luoghi di vita e lavoro dove<br />

è molto forte il senso di appartenenza<br />

a ciò che la famiglia Ricasoli incarna e<br />

dove l’accoglienza è il filo conduttore.<br />

«Si tratta di dare qualità sotto ogni<br />

punto di vista», spiega Francesco.<br />

«Brolio è sempre stato frequentato,<br />

già alla fine dell’800: come recita un<br />

cartello che abbiamo conservato, si<br />

poteva lasciare il cavallo presso la<br />

stalla per visitare il castello. Oggi è<br />

una meta molto ambita, perché ci si<br />

immerge nella natura e si respira aria<br />

pulita godendo di buona cucina, ottimi<br />

vini e tanta cultura, grazie alle visite<br />

tematiche e al piccolo ma interessantissimo<br />

museo storico».<br />

Nella storia della tua famiglia quando<br />

compare il vino?<br />

Da sempre. Qui siamo nel cosiddetto<br />

Chianti storico, che comprende oltre<br />

a quello di Gaiole, i comuni di Castellina<br />

e Radda, a un tiro di piccione da<br />

Siena. Brolio è sempre stata la fortezza<br />

più importante a difesa di Firenze,<br />

città con cui la mia famiglia ha sempre<br />

avuto un legame. Noi siamo feudatari<br />

legati alla terra, in famiglia qualche<br />

vescovo e cardinale, ma soprattutto<br />

combattenti, questa era zona di uomini<br />

d’arme. Qui il vino, dunque, è sempre<br />

stato prodotto, diventando nel<br />

corso del tempo un aspetto sempre<br />

più importante per l’economia locale.<br />

Nel 1722 il duca di Norfolk scriveva a<br />

un rappresentante di Brolio a Londra,<br />

per assicurarsi ogni mese la consegna<br />

di non meno di 20 casse del nostro<br />

vino. Poi la grande rivoluzione di<br />

Bettino Ricasoli, che il 26 settembre<br />

1872 ottenne il “vino perfetto” che cercava<br />

da decenni: Sangiovese, un poco<br />

di Cannaiolo e qualche goccia di Malvasia<br />

solo per i vini di pronta beva. Era<br />

Ingresso del castello di Brolio<br />

58


<strong>La</strong> sala da pranzo del castello<br />

nata la ricetta del Chianti classico.<br />

Nel 1993 inizi a occuparti direttamente<br />

dell’azienda.<br />

Un percorso affascinante ma difficoltoso,<br />

un periodo di investimenti, per il<br />

rifacimento dei vigneti e l’introduzione<br />

di un approccio più contemporaneo,<br />

pur mantenendo l’eredità dei Ricasoli:<br />

la ricerca quasi ossessiva del miglioramento<br />

e dell'impronta stilistica che<br />

oggi troviamo nei nostri Chianti classico,<br />

riserva e gran selezione, e nei cru<br />

da singolo vigneto, massima espressione<br />

della conoscenza del territorio,<br />

come il Colledilà Sangiovese in purezza<br />

e il Colleferro 100% Merlot.<br />

Lo stile è anche un valore che si ritrova<br />

nei dettagli dei luoghi di Brolio. <strong>La</strong><br />

quiete caratterizza l’agriturismo Villa<br />

Agresto, una casa immersa nel verde<br />

delle colline in un piccolo boschetto<br />

con sguardo a perdere sui vigneti.<br />

Oppure l’Osteria di Brolio, accogliente<br />

e d’atmosfera sia negli interni dai toni<br />

chiari del legno sia nella zona esterna<br />

all’ombra dei pini. Qui, da poche settimane,<br />

lo chef Luca Aprea guida una<br />

cucina concreta ed elegante che porta<br />

in tavola il territorio con un tocco di<br />

esperienza dalla sua Ischia. L’orto è a<br />

pochi passi dalla cucina e alcuni selezionati<br />

produttori locali aggiungono<br />

gusto e stagionalità alle ricette.<br />

Da non perdere una sosta all’Agribar<br />

“frizzato” negli anni ‘60: arredi, oggetti,<br />

vecchi poster, una bicicletta,<br />

persino la macchina del caffè risale<br />

a quell’epoca, seppur restaurata per<br />

un servizio moderno. Tutto è dedicato<br />

all’Eroica, la manifestazione ciclistica<br />

d’epoca che ogni anno richiama a Gaiole<br />

in Chianti migliaia di partecipanti<br />

dai quattro angoli del mondo (in programma<br />

a ottobre, domenica 4 a Gaiole<br />

e domenica 25 a Buonconvento la<br />

Nova Eroica). Sopra l’Agribar, con vista<br />

sulla piazzetta, quattro camere appena<br />

terminate consentono di vivere<br />

il passaggio dei ciclisti in prima fila.<br />

«L’Eroica è una grande idea di Giancarlo<br />

Brocci, gaiolese appassionato»,<br />

sottolinea Ricasoli, «una festa che<br />

richiama oltre ottomila partecipanti.<br />

<strong>La</strong> salita al castello sulla strada bianca,<br />

come chiamiamo noi lo sterrato, è<br />

davvero suggestiva: i primi la percorrono<br />

ancora al buio, prima dell’alba,<br />

illuminata dalle fiaccole».<br />

Il maniero ospita anche il piccolo ma<br />

irrinunciabile museo di famiglia, alcune<br />

stanze dedicate a momenti e fatti<br />

della storia dei Ricasoli. Dalle armi<br />

appartenute loro nel corso dei secoli<br />

e utilizzate per segnare il destino di<br />

quelle terre, alla stanza del Risorgimento<br />

dedicata alla figura di Bettino<br />

Ricasoli e quella successiva riservata<br />

alla visita di Vittorio Emanuele II. Poi<br />

i bellissimi giardini esterni e la cappella<br />

di San Jacopo con la cripta di<br />

famiglia. A Brolio, dunque, si va per<br />

tornare indietro nel tempo ma anche<br />

per godere di un’accoglienza attenta<br />

e contemporanea. E, se capita di incontrarlo,<br />

per fare due chiacchiere<br />

con il barone Francesco Ricasoli.<br />

ricasoli1141<br />

ricasoli1141<br />

ricasoli1141<br />

Ricasoli1141<br />

59


TRAVEL<br />

IL CAMMINO INTERIORE<br />

A PIEDI SULLE TRACCE DI<br />

SAN BENEDETTO, DA NORCIA A<br />

MONTECASSINO, IN 16 TAPPE.<br />

PER UN’ESPERIENZA UMANA<br />

DIFFICILE DA DIMENTICARE<br />

di Valentina Lo Surdo<br />

ValuLoSurdo<br />

valentina.losurdo.3<br />

ilmondodiabha<br />

ilmondodiabha.it<br />

Cos’è un cammino? Venite a fare il San Benedetto<br />

e poi ne parliamo. Difficile da spiegare se non si<br />

vive di persona un’avventura che non è passeggio<br />

né trekking, dove nemmeno la somma di straordinari<br />

elementi che vi concorrono – quali natura, storia, cultura,<br />

tradizioni – danno il risultato finale di cosa sia veramente<br />

un percorso come questo. Un’esperienza forgiata, prima di<br />

tutto, da quanti, camminatori e ospiti, la interpretano. Nel<br />

venire, nel passare, nel decidere di restare. Il cammino, insomma,<br />

perché non sia semplicemente “un” cammino, è<br />

prima di tutto un racconto umano, corale.<br />

E il San Benedetto è unico proprio per questo. Nello scenario<br />

arcaico di un’Italia minore che scorre solo a poche<br />

L'Abbazia di Montecassino (FR)<br />

© Antonio de Carolis<br />

Tappa dopo tappa, un percorso a contatto<br />

con le rupi e le grotte, gli eremi e i boschi, in<br />

autentico spirito benedettino<br />

60


manciate di chilometri dalla Capitale, si snoda un itinerario<br />

che lascia un’impronta indelebile, segnato non soltanto dal<br />

passaggio dei pellegrini ma anche da chi li accoglie.<br />

E così il tratto distintivo del San Benedetto è l’opera, giorno<br />

dopo giorno, di un gruppo di persone che si sono conosciute<br />

nella concomitanza geografica del tragitto, scoprendosi<br />

amiche nella condivisione del medesimo intento.<br />

Sono quanti si prendono cura dei 305 chilometri che descrivono<br />

la rotta del monaco nato a Norcia (PG), intorno al<br />

480, e morto a Montecassino (FR) il 21 marzo 547. Un tracciato<br />

che cuce alcuni tra i paesaggi meno noti di Umbria e<br />

<strong>La</strong>zio, attraversando i luoghi dove ha vissuto il fondatore<br />

dell’ordine benedettino.<br />

Ma andiamo per gradi e ripercorriamo i dati essenziali del<br />

percorso ispirato all’autore della famosa Regola e del celebre<br />

motto “Ora et labora”.<br />

Nato da un’intuizione di Simone Frignani, uno dei costruttori<br />

di cammini più noti a livello internazionale e autore di<br />

guide bestseller per Terre di Mezzo, prende forma da un<br />

cambio di passo nella sua vita. Cresciuto nel mondo scout<br />

e laureato in biologia, nel 2009, dopo un pellegrinaggio sul<br />

Monte Athos, si laurea anche in teologia, diventa insegnante<br />

di religione e si immerge nello studio cartografico che in<br />

tre anni avrebbe dato vita al San Benedetto.<br />

Ne escono 16 tappe a piedi, con una media di 20 chilometri<br />

al giorno e un impegno medio quotidiano di cinque, sei ore,<br />

tra i 400 e i mille metri di quota, percorribile da tutti perché<br />

Simone, nel costruirlo, si è messo nelle gambe dei camminatori.<br />

<strong>La</strong> segnaletica, indicata da una B giallo-crociata,<br />

è infallibile, tuttavia le tappe si possono seguire anche su<br />

tracce GPS, disponibili sul sito camminodibenedetto.it. Immancabile,<br />

poi, l’appuntamento quotidiano con il timbro<br />

della credenziale, il passaporto del pellegrino sul quale<br />

viene certificato il passaggio nei luoghi del Cammino e che<br />

dà diritto a ricevere il Testimonium una volta giunti a Montecassino.<br />

Da un punto di vista storico, il tracciato è sviluppato sull’asse<br />

di tre tappe cardine: la città natale di San Benedetto,<br />

Norcia, quindi Subiaco (RM), dove fondò i primi monasteri,<br />

e infine Montecassino, presso la cui monumentale Abbazia<br />

il Santo morì e dove tuttora è accolto il suo sepolcro. Oltre<br />

a questi luoghi di straordinaria suggestione spirituale,<br />

il Cammino ha il pregio di raggiungere numerosi borghi di<br />

un’Italia vicina ma remota, cornice ideale per un viaggio che<br />

diventa, tappa dopo tappa, un percorso interiore di contatto<br />

con le rupi e le grotte, il verde scuro dei boschi e i luoghi<br />

di romitaggio che restituiscono l’autentico spirito benedettino.<br />

Come gli eremi nei pressi di Roccasecca, vuoti colmi<br />

di preghiera nascosti nelle pareti rocciose a precipizio sulle<br />

gole del fiume Melfa, «nel segno di un uomo che cercò un<br />

ritiro prima ancora di creare una comunità», spiega Frignani.<br />

E, ancora, sullo sfondo di una natura indomita, dai boschi<br />

dei monti Reatini alla Ciociaria senza tempo, fino alle riserve<br />

naturali del Monte Navegna e del Cervia, dei Monti Lucretili<br />

e dei Simbruini, appaiono e scompaiono altre fonti di<br />

luce fondamentali nella storia della spiritualità occidentale.<br />

Il Sacro Speco di San Francesco, a Poggio Bustone (RI), la<br />

Cascia (PG) di Santa Rita, che guarda dirimpetto lo scoglio<br />

Gole del Melfa, Roccasecca (FR)<br />

di Roccaporena nei cui pressi si praticavano culti pagani<br />

risalenti a un passato remoto, il Santuario della Foresta,<br />

dove San Francesco compose il Cantico delle Creature, la<br />

Certosa di Trisulti, l’Abbazia di Casamari e Roccasecca (FR),<br />

città natale di San Tommaso d’Aquino. Punto di luce di tutto<br />

il percorso, l’ascesa alla Casa di Preghiera di San Biagio<br />

dove, poche centinaia di metri sopra l’abbagliante vista del<br />

Sacro Speco di Subiaco, un gioioso gruppo di suore salesiane<br />

conduce una vita in connessione radicale con la natura<br />

e i suoi ritmi, in una dimensione di isolato splendore<br />

dal quale l’indomani, zaino in spalla, sarà difficile congedarsi.<br />

Tutt’intorno a questo silenzioso incanto, fluiscono le<br />

vicende individuali e la storia collettiva del Cammino.<br />

Quello che Simone non poteva prevedere è che fin<br />

dalla sua creazione, nel 2012, questo itinerario avrebbe<br />

cementato un territorio eterogeneo, messo in relazione<br />

persone e dato vita a una vera e propria famiglia<br />

di amici, «perché la gente che vi partecipa crede nel<br />

progetto, ne ha fatto una scelta di vita». Il cammino si<br />

© Tommasino Marsella<br />

61


TRAVEL<br />

© Mirko Pradelli © Paolo Sbraga<br />

Subiaco (RM)<br />

nutre così di essenzialità, frugalità e sincera generosità:<br />

la porta sempre aperta ad accogliere, la fiducia nel pellegrino<br />

che arriva a qualsiasi ora. Diventa metafora per<br />

chi si affida alla vita, lungo una via che ogni sera saprà<br />

riportarti a casa. «Il cammino nasce dal cuore e cresce<br />

nel cuore», prosegue Simone. «Per questo è un’avventura<br />

di uomini e donne che accolgono i pellegrini non<br />

da clienti, ma come se ogni sera entrassero a far parte<br />

di una nuova famiglia».<br />

Il frutto più prezioso seminato da Frignani, infatti, non<br />

è soltanto l’aver portato migliaia di persone a percorrere<br />

questo tragitto di anno in anno, o aver contribuito<br />

in maniera significativa a rivitalizzare territori secondari<br />

rispetto alle arterie principali del turismo: il risultato più<br />

importante di questo progetto è l’associazione Amici<br />

del Cammino di San Benedetto. Sono i referenti di ogni<br />

tappa che, con le loro case, agriturismi o B&B, si prendono<br />

cura, molto oltre il dovuto, della manutenzione<br />

<strong>La</strong>go del Turano (RI)<br />

del tratto a loro afferente, del passaggio di ogni pellegrino<br />

e, soprattutto, di diffondere la cultura del cammino.<br />

Offrendo ospitalità a basso prezzo o persino a libera<br />

offerta, che quasi sempre comprende anche una cena<br />

in casa, oltre alla prima colazione. «Li vado a trovare<br />

costantemente, da otto anni a questa parte percorro il<br />

Cammino per intero almeno una volta l’anno. Ogni tappa<br />

racconta una storia che merita di essere ascoltata,<br />

a cui si aggiunge sempre un nuovo capitolo». È così da<br />

Giusi e Andrea a Norcia, da Piera e i suoi figli al Colle<br />

del Capitano, da Francesco a Ruscio (PG), da Cristina<br />

e Sandro a Leonessa (RI). E, ugualmente, da Rita a Rieti,<br />

da Mauro e Antonella a Le Querce di Tara nei pressi<br />

della Foresta (RI), da Alice e Federico a Colle Berardino<br />

(RI), da Rita a Castel di Tora (RI). Ancora, lo spirito del<br />

cammino raggiunge Maurizio e Simonetta a Orvinio (RI),<br />

Marzia e Fabio a Mandela (RM), Luisa a Trevi nel <strong>La</strong>zio<br />

(FR), Ivana e Giorgio a Collepardo (FR), Roberto e Marina<br />

ad Arpino (FR), dov’è impensabile non andare a trovare<br />

Carlo alla Trattoria del Corso.<br />

62


Infine, Tommaso e Immacolata, con Angelo che ti svela<br />

le grotte, a Roccasecca. Sono loro gli interpreti fondamentali<br />

del San Benedetto, gli amici che ogni pellegrino<br />

incontrerà sulla sua strada e con cui entrerà in contatto<br />

fin da quando riceverà a casa la credenziale e tutte le<br />

informazioni essenziali prima di partire. «Il cammino è<br />

dei pellegrini e di chi accoglie i pellegrini. Come ripete<br />

sempre Mauro a Le Querce di Tara, c’è un Mondo di Sopra<br />

e un Mondo di Sotto. Al Mondo di Sopra appartiene<br />

chi ha fatto suo il messaggio del cammino. I camminatori<br />

stanno letteralmente cambiando il mondo, offrendo<br />

una visione più elevata della vita, seguendo il ritmo dei<br />

propri passi», si emoziona Simone. «Perché questo non<br />

è camminare per camminare, è andare avanti per creare<br />

una nuova coscienza».<br />

Gruppo Cammino di San Benedetto<br />

Strada romana, Cassino (FR)<br />

Camminando verso Santa Maria del Piano, Orvinio (RI)<br />

© Simone Frignani<br />

© Simone Frignani<br />

Terre di Mezzo<br />

pp. 171 € 18<br />

63


TRAVEL<br />

ARCIPELAGO FOSSILE<br />

A CORTINA UNA MOSTRA EN PLEIN AIR IN CUI L’ARTE SI<br />

FONDE CON IL PAESAGGIO. PER RIPERCORRERE IL PASSATO<br />

GEOLOGICO E STORICO DELLE DOLOMITI<br />

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili<br />

Federico Tosi<br />

Untitled (Manila shell) (2019)<br />

Cemento<br />

Collezione privata<br />

64


Conchiglie, organismi marini,<br />

tracce preistoriche,<br />

ma anche un seme alieno<br />

proveniente da una lontana galassia.<br />

Sembra un romanzo di science fiction,<br />

invece sono le Dolomiti d’Ampezzo,<br />

invase dalle opere degli artisti Alessandro<br />

Ferri (Dado), Federico Tosi,<br />

T-yong Chung.<br />

Dal 25 luglio al 2 novembre, a Cortina<br />

d’Ampezzo (BL) prende il via la prima<br />

edizione della rassegna Sentieri d’arte,<br />

con il progetto Arcipelago fossile<br />

curato da Fulvio Chimento e Carlotta<br />

Minarelli. Due gli itinerari da esplorare,<br />

Pian de ra Spines e Gores de Federa<br />

(aperto agli escursionisti nel 2019), in<br />

cui la storia geologica delle Dolomiti<br />

diventa protagonista dell’avventura.<br />

Tutta l’area, prima di formarsi per<br />

orogenesi con la faglia africana, costituiva<br />

infatti un oceano caldo dotato<br />

di una nutrita barriera corallina,<br />

caratteristica che queste montagne<br />

condividono solo con l’Himalaya. Un<br />

paesaggio molto diverso rispetto a<br />

Federico Tosi<br />

PLATOON (<strong>2020</strong>)<br />

Installazione ambientale, dimensioni variabili, calcestruzzo pigmentato<br />

Courtesy l’artista<br />

quello attuale, riconosciuto patrimonio<br />

dell’Umanità dall’Unesco, che iniziò<br />

a formarsi circa 240 milioni di anni<br />

fa, nel Triassico, in un’epoca in cui la<br />

Alessandro Ferri (Dado)<br />

Lettera "O" il suono sordo del tarassaco (<strong>2020</strong>)<br />

Legno e ferro<br />

Courtesy l’artista<br />

vita sulla Terra si stava riprendendo<br />

dopo un’imponente estinzione di<br />

massa. Nell’Oceano Tetide, da cui ha<br />

avuto origine l’attuale mar Mediterraneo,<br />

crescevano edifici carbonatici,<br />

fabbricati in milioni di anni da esseri<br />

viventi chiamati bio-costruttori: ricci di<br />

mare, spugne, alghe, coralli e molluschi<br />

vivevano colonizzando le alture<br />

dei fondali marini.<br />

Da questo viaggio archeologico prende<br />

il nome Arcipelago fossile, che<br />

per Chimento costituisce una sfida<br />

molto stimolante: «L’obiettivo è stato<br />

quello di realizzare una mostra d’arte<br />

pubblica dal taglio sperimentale, un<br />

progetto site-specific integrato con il<br />

contesto ambientale, ma anche con<br />

la comunità di Cortina. Ci siamo volutamente<br />

tenuti lontani dall’idea di re-<br />

A CORTINA CON<br />

TRENITALIA<br />

Con l’orario estivo di Trenitalia<br />

aumentano i collegamenti per<br />

trascorrere una vacanza immersi<br />

nella natura e in completo relax.<br />

Grazie ai FRECCIALink si possono<br />

visitare le zone incontaminate e<br />

le località più gettonate del Nord<br />

Italia, come Madonna di Campiglio,<br />

Cortina d’Ampezzo, la Val Gardena,<br />

la Val di Fassa e la Val di Fiemme.<br />

Visitare Cortina è possibile anche<br />

grazie alla soluzione intermodale<br />

treno regionale+bus che prevede<br />

18 collegamenti per la Regina<br />

delle Dolomiti.<br />

trenitalia.com<br />

65


TRAVEL<br />

alizzare un percorso legato alla <strong>La</strong>nd art, considerando<br />

quella splendida stagione definitivamente conclusa, e<br />

nello stesso tempo abbiamo accuratamente evitato di<br />

incentivare meccanismi di spettacolarizzazione dell’arte,<br />

come avviene abitualmente in questo tipo di contesti».<br />

Arcipelago fossile, continua il curatore, «nasce da un’approfondita<br />

conoscenza del paesaggio umano legato<br />

a questa parte delle Dolomiti. Solo successivamente<br />

è stato possibile elaborare un progetto espositivo che<br />

mira alla creazione di un rapporto diretto tra le opere<br />

plastiche e l’essenza di luoghi carichi di fascino e di fascinazioni».<br />

Attraverso il percorso en plein air, infatti, arte e natura<br />

si integrano: le installazioni sono pensate come ritrovamenti<br />

accidentali, si manifestano improvvise muovendo<br />

nello spettatore la sorpresa e la meraviglia che regalano<br />

un crepaccio, uno scorcio mozzafiato o una cascata.<br />

Il bosco, come un tempio, accoglie e preserva le idee<br />

degli artisti e svolge un ruolo di nutrimento per la comunità<br />

intera. Nello sviluppo delle opere, ciascun artista si<br />

è concentrato su uno dei regni biologici del creato. Tosi<br />

affronta l’aspetto fossile, proponendo lavori che rimandano<br />

a reperti provenienti da un passato contaminato di<br />

contemporaneità. Ferri (Dado) si misura con la componente<br />

vegetale, creando imponenti installazioni realizzate<br />

con abeti abbattuti dai fenomeni atmosferici che<br />

ricordano la forma del fiore di tarassaco. T-yong Chung<br />

T-yong Chung,<br />

Sento qualcuno… (<strong>2020</strong>)<br />

Resina<br />

Courtesy Renata Fabbri arte contemporanea<br />

66


Sentiero di Gores de Federa, Cortina d’Ampezzo (BL)<br />

si occupa della sfera umana connessa alla componente<br />

intellettuale e spirituale, realizzando ritratti-maschere di<br />

filosofi e ricercatori che hanno influenzato a vario titolo il<br />

tempo presente. Gli interventi risultano mimetici rispetto<br />

al contesto naturale, determinando momenti di scoperta<br />

e aggregazione per il pubblico lungo il sentiero, una<br />

sorta di piazze naturali in cui le sculture favoriscono il<br />

raccoglimento interiore del visitatore. L’esperienza quasi<br />

mistica porta fuori dal tempo ma meglio comunque<br />

munirsi di scarpe comode, perché non va dimenticata la<br />

componente alpinistica della zona.<br />

<strong>La</strong> valorizzazione del territorio e della comunità è infatti<br />

l’altro aspetto importante del progetto che vede la collaborazione<br />

con il Liceo artistico di Cortina e l’istituzione<br />

Le Regole d’Ampezzo, «senza il cui appoggio ed entu-<br />

siasmo non saremmo riusciti a realizzare la mostra», afferma<br />

Carlotta Minarelli dell’Associazione Controcorrente,<br />

che ha curato la rassegna con Chimento. «Il Liceo ha<br />

una storia importante e il suo contributo è visibile lungo<br />

il sentiero di Pian de ra Spines, dove le opere dell’artista<br />

Dado seguono una serie di installazioni realizzate dagli<br />

studenti. Le Regole d’Ampezzo sono un’istituzione di<br />

origine medievale che possiede gran parte del territorio<br />

della conca. <strong>La</strong> cura con cui questa proprietà condivisa<br />

viene preservata, gli usi e le tradizioni delle Regole<br />

costituiscono un mondo affascinante tutto da scoprire».<br />

Esattamente come i due sentieri su cui si svolge questa<br />

nuova esperienza immersiva.<br />

Associazione Controcorrente Bologna<br />

UNA MONTAGNA DI LIBRI<br />

Incontrare i propri autori preferiti all’ombra di un cirmolo, nel cuore delle Dolomiti.<br />

Scoprire libri che emozionano, capire qualcosa in più del tempo complesso che<br />

stiamo attraversando. Sono le esperienze che per l’estate <strong>2020</strong> di Cortina d’Ampezzo<br />

offre Una Montagna di Libri, festa internazionale della letteratura che compie 11 anni.<br />

Inaugurata da Steven Pinker, docente di psicologia ad Harvard e autore di Illuminismo<br />

adesso (Mondadori, pp. 636 € 40), la kermesse porta in quota protagonisti del pensiero<br />

e della scienza come David Quammen, Andrea Crisanti, Vincenzo Venuto, Paolo <strong>La</strong>ndi,<br />

Michael Jakob. Ma anche dello spettacolo come Linus, che il 10 agosto racconterà<br />

il suo romanzo Fino a quando (Mondadori, pp. 120 € 17) e grandi narratori tra cui<br />

Cathleen Schine, Gian Arturo Ferrari, Michele Masneri, Mahsa Mohebali, Lorenzo<br />

Sassoli, Antonio Monda. Non mancano giornalisti come Maurizio Molinari, Elisabetta<br />

Rosaspina, Marina Valensise, Bruno Vespa, Paolo Mieli, oltre ai finalisti del Premio<br />

Campiello – Patrizia Cavalli, Sandro Frizziero, Francesco Guccini, Remo Rapino, Ade<br />

Zeno –e all’atteso vincitore del Premio Strega.<br />

Diretta da Francesco Chiamulera, Una Montagna di Libri è un’esperienza interattiva<br />

che in tempi di Covid-19 diventa anche un canale di incontri in streaming da Cortina, su<br />

Facebook e YouTube. Ogni giorno un evento.<br />

unamontagnadilibri<br />

MontagnaDiLibri<br />

unamontagnadilibri<br />

67


IN VIAGGIO CON<br />

© Marco Alpozzi/<strong>La</strong>Presse<br />

68


IL PIACERE<br />

DI SCIVOLARE<br />

IN FRECCIAROSSA CON SOFIA GOGGIA, MEDAGLIA D’ORO OLIMPICA<br />

DI DISCESA LIBERA CHE HA DA POCO RIPRESO CON ENTUSIASMO<br />

L’ATTIVITÀ SPORTIVA SULLE VETTE ITALIANE<br />

di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019<br />

Agiugno ha finalmente rimesso gli sci ai piedi<br />

allo Stelvio, per tutto il mese. «Tornare sulla<br />

neve è stato fantastico, a sciare, scorrere, scivolare,<br />

la parola più bella che ci sia, composta da “sci”<br />

e “volare”». Sofia Goggia, bergamasca, medaglia d’oro<br />

olimpica di discesa libera a Pyeongchang 2018 – l’Italia<br />

non la vinceva dal 1952 con Zeno Colò – e campionessa<br />

mondiale nella stessa disciplina, inizia così a raccontare<br />

la ripresa dell’attività che affronta carica e positiva.<br />

Stato d’animo attuale?<br />

Sono tranquilla e serena, dopo una cauta ripresa, ades-<br />

so c’è un rinnovato entusiasmo, voglia di fare e lavorare.<br />

Desidero tornare al top.<br />

Con quali obiettivi?<br />

Per una sportiva del mio livello lo scopo è quello di tornare<br />

a vincere. Personalmente, voglio prima ritrovare<br />

una sciata veloce, ma solida e consistente, con la quale<br />

i risultati saranno una conseguenza naturale. Adesso<br />

voglio a andare a letto ogni sera dicendomi che ho lavorato<br />

bene e sono soddisfatta di me.<br />

Ti attendono sacrifici.<br />

Non mi piace parlare di sacrifici ma di scelte e, quali<br />

© Moro Francesco/<strong>La</strong>Presse<br />

69


IN VIAGGIO CON<br />

che siano le proprie, comportano sempre la rinuncia a<br />

qualcosa. Non esiste successo senza rinuncia. Preferisco<br />

soffermarmi sulle scelte compiute, senza le quali<br />

non avrei potuto raggiungere i miei traguardi, piuttosto<br />

che pensare a ciò che mi manca.<br />

Quale rapporto hai con il viaggio?<br />

Innanzitutto è una dimensione della professione, quindi<br />

posso descrivere a memoria le piste da sci in Polonia<br />

o in Corea, ma non ho mai visitato una città. Il nostro<br />

lavoro è recarci nella località sciistica e dare il meglio<br />

di noi scendendo sulle piste. Poi, devo dire che amo<br />

molto il mese che passiamo in Argentina ad allenarci,<br />

a Ushuaia, luogo spettacolare in Patagonia, nella Terra<br />

del Fuoco. Una terra che per me non ha segreti e di cui<br />

sono innamorata. Ci ho passato un anno della mia vita<br />

e la conosco quasi meglio di Bergamo, dove sono nata.<br />

Ushuaia mi è entrata nel cuore, la prima volta avevo 16<br />

anni, appena arrivata in Nazionale, nella fase in cui tutto<br />

è nuovo e bello e hai negli occhi tanta curiosità e voglia<br />

di vivere ogni singolo momento con grande entusiasmo.<br />

Mi piace svolgere il mio lavoro di preparazione nell’altro<br />

emisfero, mi dà una grande tranquillità che non provo in<br />

Europa, più vicina a casa ma con ritmi frenetici. Là posso<br />

davvero concentrarmi al meglio: allenamenti, pane e<br />

sci, motivando me stessa e chi lavora con me.<br />

Viaggi in treno?<br />

Molto spesso sulla tratta Milano-Roma. È sempre una<br />

bella sensazione viaggiare stando fermi e potendosi<br />

dedicare ad altro. Spesso ascolto musica o audiolibri,<br />

come fossi a casa, senza stress. Godendo del bellissimo<br />

paesaggio che scorre all’esterno, in particolare mi piace<br />

quando il treno attraversa le colline dell’Italia centrale,<br />

prima di raggiungere Roma.<br />

Se tornassi bambina, quale sarebbe il profumo della<br />

tua infanzia?<br />

Oltre a quello della neve, che in pochi sanno percepire,<br />

è quello dell’alta montagna, un insieme di erba<br />

secca, piante che fioriscono, mirtilli, ma anche sterco.<br />

Un profumo che senti solo in alta quota, perfettamente<br />

descritto da Paolo Cognetti nel suo libro Le otto montagne<br />

(Einaudi, pp. 208 € 18,50): leggendolo ho sentito<br />

gli stessi profumi di quando salgo nella mia baita in Val<br />

d’Aosta, a 2.600 metri, senza elettricità né acqua corrente.<br />

Il mio luogo del cuore.<br />

Sofia-Goggia<br />

goggiasofia<br />

iamsofiagoggia<br />

70


igfive.it<br />

L’estate me la (s)passo al MUSE perché…<br />

Scrivici il tuo perché sui nostri canali social @musetrento @museomuse<br />

e scopri il programma al Museo delle Scienze di Trento e nelle sue sedi in Trentino<br />

MUSE - Museo delle Scienze<br />

www.muse.it<br />

Special Sponsor<br />

L’Orto del MUSE è sostenuto da Novamont, Menz & Gasser, Azienda Agricola Orto Mio<br />

Il Museo Geologico di Predazzo è sostenuto da Leitner Ropeways e da Montura<br />

Il MUSE riapre in sicurezza grazie a Nuova Sapi, Digital Technologies, Germo, Solimene Forniture Industriali


TRIBUTE<br />

L’OCCASIONE<br />

PERDUTA<br />

© Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />

72


È QUELLA DI CHI<br />

NON HA POTUTO<br />

ASCOLTARE DAL<br />

VIVO EZIO BOSSO,<br />

IL DIRETTORE<br />

D'ORCHESTRA,<br />

COMPOSITORE E<br />

PIANISTA (PER CASO)<br />

CHE HA FATTO<br />

DELLA PASSIONE<br />

PER LA MUSICA<br />

LA SUA MISSIONE<br />

PERSONALE<br />

di Valentina Lo Surdo<br />

valentina.losurdo.3<br />

ValuLoSurdo<br />

ilmondodiabha<br />

ilmondodiabha.it<br />

Che Ezio Bosso stesse combattendo<br />

da anni lo sapevamo<br />

bene. Quello che<br />

non si sapeva così bene era fino a<br />

che punto fosse coraggioso. Stringeva<br />

i denti e andava avanti, anche<br />

quando la sofferenza sarebbe stata<br />

insostenibile per chiunque. Secondo<br />

quello che gli era stato detto,<br />

sarebbe dovuto morire anni fa. Invece<br />

le parole e i pronostici, persino il<br />

dolore fisico, svanivano, il tempo di<br />

sollevare in aria la bacchetta. Il desiderio<br />

di musica era la sua forza e<br />

la malattia poteva attendere.<br />

Pure, sapevamo bene che Ezio era<br />

un musicista capace di contattare<br />

personalmente il cuore della gente.<br />

Quello che la gente, il suo pubblico,<br />

milioni di spettatori davanti a Che<br />

storia è la musica, la serata evento<br />

andata in onda su Rai3 a giugno e a<br />

dicembre 2019, probabilmente non<br />

ha saputo è che il mondo della classica,<br />

e dei critici musicali in particolare,<br />

faticava ad accogliere il nome<br />

di Bosso accanto a quelli dei grandi<br />

direttori d’orchestra del nostro<br />

tempo. Come se essere popolari,<br />

persino troppo popolari, fosse un<br />

demerito a discapito della qualità<br />

artistica. Certamente ciò che piace<br />

al popolo non sarebbe necessariamente<br />

piaciuto a Beethoven. Ma<br />

Ludwig in persona avrebbe amato<br />

Ezio, perché era un musicista vero.<br />

Ma in cosa è stato davvero grande?<br />

Regola numero uno: non chiamatelo<br />

pianista, non ricordatelo al pianoforte.<br />

Lui stesso si considerava<br />

pianista per caso, un dilettante, insomma.<br />

Semmai era un contrabbassista,<br />

strumento che aveva studiato<br />

per anni e su cui si era fatto le ossa,<br />

con ottimi risultati. Poi c’era Ezio il<br />

compositore, tra l’altro prolificissimo,<br />

che ha scritto pagine indimenticabili:<br />

se ci siamo emozionati con<br />

il film Io non ho paura è stato anche<br />

grazie alla sua colonna sonora. Ma,<br />

al di là di questo, Ezio Bosso era<br />

prima di tutto un grande direttore<br />

d’orchestra e così vorrebbe essere<br />

ricordato. Aveva un dono straordinario<br />

per l’analisi e l’apprendimento<br />

delle partiture, le ricordava tutte a<br />

memoria sino ai più reconditi pentagrammi<br />

che facevano l’insieme, e<br />

infatti dirigeva sempre senza spartito.<br />

Aveva un’incrollabile dedizione:<br />

curava personalmente la revisione<br />

delle parti che distribuiva ai professori<br />

d’orchestra, segnando con<br />

la matita le arcate, una ad una. Ed<br />

era capace di coinvolgere i musicisti,<br />

come anche i suoi collaboratori,<br />

nel suo rapporto immersivo con la<br />

musica, in cui sempre di più al pronome<br />

“io” prediligeva un autentico<br />

“noi”. Il noi di una famiglia musicale,<br />

che sceglie di provare fino a quando<br />

ce n’è bisogno, di condividere il<br />

tempo della vita insieme. Nella sua<br />

capacità di comunicare e coinvolgere<br />

tutti, Bosso era un affabulatore<br />

straordinario, incantava con la<br />

scelta di parole precise e originali,<br />

il tempo che prendeva per esporre<br />

un pensiero non era mai troppo né<br />

poco, semplicemente giusto a fare<br />

arrivare tutto quello che doveva<br />

arrivare. Per Alessia Capelletti, una<br />

delle donne più esperte nel mondo<br />

della musica classica che definire<br />

semplicemente la press agent di<br />

Bosso è davvero riduttivo, lavorare<br />

con Ezio ha significato raggiungere<br />

«l’utopia professionale, dove la passione<br />

per la musica diventa tutt’uno<br />

con la missione personale».<br />

Ma allora perché questo titolo al mio<br />

ricordo di Bosso – l’occasione perduta<br />

– se è riuscito a fare e donare<br />

così tanto, malgrado la lotta costante<br />

contro lo scadere precoce del<br />

tempo? Perduta è stata l’occasione<br />

di chi non lo ha ascoltato dirigere,<br />

di chi lo ha giudicato senza sentirlo<br />

dal vivo, ma anche di chi considera<br />

la musica un elemento accessorio e<br />

non primario dell’educazione, della<br />

cultura e ancor più sostanzialmente<br />

della vita di ogni essere umano. Al<br />

pari dei beni di essenziale necessità.<br />

«Ecco – prosegue la Capelletti<br />

– avremmo potuto condividere con<br />

Ezio il riconoscimento di quest’arte<br />

che non è intrattenimento bensì<br />

monumento, come la Cappella<br />

Sistina. Certamente Ezio Bosso è<br />

morto per il male che lo affliggeva<br />

da tempo, ma la musica era il suo<br />

elisir e gli allungava, giorno per<br />

giorno e in modo quasi miracoloso,<br />

la linea del tempo. Nei mesi prima<br />

di morire, tutte le sue forze si sono<br />

concentrate a elaborare un protocollo<br />

su come poter lavorare in sala<br />

di registrazione e sul palco dal vivo,<br />

nel rispetto delle norme sul distanziamento.<br />

Ci ripeteva che rischiavamo<br />

di diventare la prima generazione<br />

umana senza musica. Ne aveva<br />

fatto un pdf, da distribuire a tutti,<br />

perché fosse applicato da qualsiasi<br />

artista: lo sconosciuto e il famoso,<br />

l’amatore e il professionista». Affinché<br />

la gigantesca orchestra dei<br />

musicisti italiani, in tutti i rivoli delle<br />

sue infinite declinazioni, potesse<br />

far sentire sempre il suono, oltre le<br />

parole.<br />

73


TRIBUTE<br />

INDIMENTICABILE<br />

L’INTEGRITÀ, IL CARISMA, LA FORZA, L’ORIGINALITÀ.<br />

EZIO BOSSO NEL RICORDO DI QUATTRO AMICI,<br />

CON CUI HA CONDIVISO LAVORO E QUOTIDIANITÀ<br />

di Gaspare Baglio<br />

gasparebaglio<br />

RELJA<br />

LUKIC<br />

[PRIMO VIOLONCELLO<br />

DEL TEATRO REGIO<br />

DI TORINO]<br />

«È riuscito a far capire la musica<br />

anche a chi non aveva gli<br />

strumenti per comprenderla»<br />

«<br />

Aveva un acume musicale<br />

e intellettuale. Una visione<br />

molto ampia del mondo<br />

e della vita, che riportava nella sua<br />

arte, nella sua musica. Questo gli<br />

donava un’energia straordinaria. E<br />

la sua forza era un lato predominante:<br />

riusciva a farci tirare fuori aspetti<br />

che non pensavamo di avere». Con<br />

queste parole il violoncellista Relja<br />

Lukic descrive Ezio Bosso. Un rapporto<br />

lavorativo e di amicizia iniziato<br />

nel 2008, quando Ezio ha diretto<br />

l’Orchestra del Teatro Regio di Torino.<br />

«Dovevamo registrare le sue<br />

musiche da film e stava scrivendo<br />

anche la prima sinfonia che mi ha visto<br />

come violoncello solista».<br />

Il musicista non ha dubbi circa l’eredità<br />

che l’artista ha lasciato a tutti<br />

noi: «È molto importante, per vari<br />

aspetti. Il più specifico riguarda l’originalità<br />

dei suoi pezzi per strumenti<br />

ad arco. In senso più ampio, la sua<br />

musica è una sintesi interessante.<br />

E un modo che ha trovato, da compositore<br />

contemporaneo, di trattare<br />

con la tradizione, senza rinnegarla.<br />

Più in generale ancora, come direttore<br />

è riuscito a far capire la musica<br />

anche a chi non aveva gli strumenti<br />

per comprenderla. Cosa che ha sempre<br />

fatto nei concerti, invitando a un<br />

ascolto partecipato, lasciando liberi<br />

gli spettatori di applaudire quando<br />

ne avevano voglia. Desiderava abbattere<br />

il muro creato nel ’900 tra<br />

palcoscenico e pubblico, voleva uno<br />

spazio comune. Dovrebbe essere da<br />

esempio e insegnamento».<br />

teatroregiotorino<br />

TeatroRegio<br />

74


«Ha avuto una gigantesca<br />

capacità: raccontare al<br />

mondo come la musica<br />

fosse, da sempre, la sua<br />

ragione di vita»<br />

DAVID<br />

ROMANO<br />

[PRIMO DEI SECONDI<br />

VIOLINI DELL’ACCADEMIA<br />

NAZIONALE DI SANTA CECILIA<br />

E SPALLA DELLA EUROPEAN<br />

PHILARMONIC ORCHESTRA]<br />

© Fabio Ianniello<br />

«<br />

Ho conosciuto Ezio 25 anni<br />

fa, quando era nel pieno<br />

della sua attività contrabbassistica.<br />

Ci siamo ritrovati in un<br />

complesso d’archi per una tournée<br />

tra l’Africa e la Spagna. Nel tragitto in<br />

bus tra Girona e Barcellona una nostra<br />

amica si era dimenticata il violino<br />

sull’autobus ed Ezio – che parlava<br />

correntemente tre lingue – è riuscito<br />

a convincere la società di trasporti a<br />

tornare indietro per restituire lo strumento.<br />

Da lì è rimasto un intenso rapporto<br />

di amicizia, soprattutto per una<br />

questione caratteriale». Il violinista<br />

David Romano ricorda così il primo<br />

incontro con il compositore torinese,<br />

ospitato più volte nella rassegna siciliana<br />

Villa Pennisi in Musica ad Acireale<br />

(CT), di cui è direttore artistico,<br />

che quest’anno si tiene dal 1° al 14<br />

agosto.<br />

Per Romano, «Ezio ha avuto una gigantesca<br />

capacità: raccontare al<br />

© Fabio Ianniello<br />

mondo come la musica fosse, da<br />

sempre, la sua ragione di vita. Era<br />

uno dei migliori contrabbassisti della<br />

sua generazione, autore di colonne<br />

sonore pluripremiate, riempiva teatri<br />

e stadi provocando, nelle persone,<br />

sempre la stessa reazione».<br />

Bosso ha continuato a dirigere senza<br />

sosta, con «eroismo e dignità,<br />

senza far mai percepire i dolori della<br />

malattia. Ma, anzi, facendo sì che il<br />

pubblico scoprisse la musica come<br />

elemento di gioia e forza». Il violinista<br />

ricorda poi che l’artista ha «costruito<br />

una sua filarmonica per fare musica<br />

come, quando e quanto piaceva a<br />

lui. Con dinamiche completamente<br />

diverse dalle altre: siamo tutti amici<br />

che hanno passato ore anche semplicemente<br />

a ragionare su una battuta.<br />

Queste cose si fanno quando c’è<br />

un idem sentire. Bisogna ricordarsi<br />

cosa ha fatto Ezio e portarlo avanti.<br />

È faticoso, in una società iperpersonalizzata<br />

come la nostra, sarebbe più<br />

facile se ci fosse lui come leader. Fortunatamente,<br />

però, il messaggio che<br />

ha lasciato ha attecchito in tanti».<br />

david.romano.921<br />

dav_romano<br />

75


TRIBUTE<br />

GRAZIA<br />

VERASANI<br />

[SCRITTRICE]<br />

«Aveva un carisma naturale,<br />

amava le persone semplici e<br />

non si piangeva addosso.<br />

E poi era un grande cuoco,<br />

la sua insalata russa<br />

era favolosa»<br />

«<br />

Ezio era un rivoluzionario<br />

che, come tutti i rivoluzionari,<br />

non piaceva a parrucconi<br />

e burocrati. Aveva le sue visioni<br />

e non scendeva a compromessi: la<br />

musica era la cosa più importante.<br />

Consapevole del proprio valore,<br />

aveva un’idea molto disciplinata della<br />

musica: oltre al talento, il vigore di<br />

una ricerca continua. Cercava integrità<br />

rispetto alle proprie scelte, alle<br />

proprie idee». <strong>La</strong> scrittrice Grazia<br />

Verasani descrive così Ezio Bosso,<br />

cui era legata da una profonda amicizia,<br />

tanto che l’esergo del suo nuovo<br />

libro Come la pioggia sul cellofan<br />

(Marsilio, pp. 176 € 15) ha una frase<br />

del romanzo Novembre, di Gustave<br />

Flaubert, che le aveva consigliato<br />

proprio il direttore d’orchestra e<br />

compositore.<br />

Dopo essersi sfiorati più volte, l’incontro<br />

ufficiale è stato nell’estate<br />

2014: «Da lì non ci siamo più lasciati.<br />

Sono stati sei anni potenti, di condivisione:<br />

con lui era molto facile<br />

discutere del mondo, era una persona<br />

illuminante. Qui a Bologna aveva<br />

quella che definiva la sua famiglia<br />

disfunzionale. Era molto legato a<br />

questa città, anche se la politica,<br />

ultimamente, l’aveva un po’ tradito».<br />

Una figura unica, che fa sentire la sua<br />

mancanza nei ricordi: «<strong>La</strong> quotidianità,<br />

gli aperitivi in piazza Santo Stefano,<br />

l’umorismo, le battute fulminee<br />

con cui capivo che mi conosceva a<br />

memoria. Ezio aveva un carisma naturale,<br />

amava le persone semplici e<br />

non si piangeva addosso. E poi era<br />

un grande cuoco, la sua insalata russa<br />

era favolosa». Un ultimo pensiero<br />

va a quello che il compositore lascia<br />

come eredità per tutti noi: «Trasformava<br />

il lavoro musicale in una forma<br />

di affettività, amava talmente una<br />

cosa da farla amare anche agli altri».<br />

grazia.verasani<br />

76


«Vorremmo ancora molto da Ezio.<br />

Per l’umanità, la professionalità, lo<br />

studio, l’approfondimento»<br />

ALESSANDRA<br />

ABBADO<br />

[PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE MOZART14]<br />

«<br />

Ho incontrato Ezio nel 1993,<br />

a Ferrara, quando mi occupavo<br />

della rassegna Ferrara<br />

Musica. Lui suonava il contrabbasso<br />

nella Chamber Orchestra of Europe.<br />

Ricordo la sua allegria, la vitalità».<br />

Così Alessandra Abbado parla di Ezio<br />

Bosso: «Era se stesso con tutti, con<br />

il cuore e le sue giuste esigenze da<br />

direttore d’orchestra. Una delle cose<br />

più importanti per lui, dopo il contrabbasso,<br />

era dirigere. Ne sono la prova<br />

i Carmina Burana all’Arena di Verona<br />

e i concerti in sedi prestigiose come<br />

l’Accademia nazionale di Santa Cecilia».<br />

<strong>La</strong> presidente dell’associazione<br />

Mozart14 è convinta che la grandezza<br />

di Bosso sia stata quella di «aprire al<br />

pubblico tutte le sue prove per fare<br />

capire come costruire un brano, lavorare<br />

un passaggio o un movimento<br />

di una sinfonia, come limarlo e ottenere<br />

il suono che si desidera. <strong>La</strong> parte<br />

espressiva arriva dopo un duro lavoro.<br />

Ha fatto amare Beethoven, Bach,<br />

Čajkovskij a persone che non si erano<br />

mai avvicinate alla musica classica».<br />

Infine, un pensiero velato di nostalgia:<br />

«Vorremmo ancora molto da Ezio. Per<br />

l’umanità, la professionalità, lo studio,<br />

l’approfondimento. Era una figura<br />

particolarmente dotata, anche di<br />

gran cuore. Non a caso è stato scelto<br />

come testimonial di Mozart14 per portare<br />

avanti i progetti di Casa Abbado.<br />

Meglio di lui non potevamo scegliere<br />

nessuno. C’erano rapporti di amicizia,<br />

scambi di sintonia e di energia. È stato<br />

sempre tenace, fino all’ultimo».<br />

mozart14APS<br />

77


FESTIVAL<br />

PESARO<br />

ON STAGE<br />

LA CITTÀ MARCHIGIANA SI PREPARA A UN AGOSTO DI RINASCITA,<br />

CON IL ROSSINI OPERA FESTIVAL E LA MOSTRA INTERNAZIONALE<br />

DEL NUOVO CINEMA<br />

Teatro Rossini<br />

di Bruno Ployer<br />

78


Si prepara un agosto straordinario<br />

di musica e cinema<br />

a Pesaro. Dopo i lutti e l’emergenza<br />

causati dal Covid-19, che<br />

ha colpito duramente anche la città<br />

marchigiana, il mese culminante<br />

dell'estate porta con sé come segnale<br />

di ripresa due tradizionali rassegne<br />

artistiche, che quest'anno si<br />

mettono in fila nel calendario: dall’8<br />

al 20 il Rossini Opera Festival (ROF),<br />

dal 22 al 29 la Mostra internazionale<br />

del nuovo cinema.<br />

Entrambe le manifestazioni attirano<br />

abitualmente un gran numero<br />

di appassionati, studenti e addetti<br />

ai lavori e quest'anno, rispettando<br />

le norme di sicurezza, il centro di<br />

gravità è l'ampio spazio di piazza<br />

del Popolo, che diventa una platea<br />

all'aperto con palcoscenico e grande<br />

schermo.<br />

<strong>La</strong> 41esima edizione del ROF debutta<br />

però nel Teatro Rossini, con<br />

<strong>La</strong> cambiale di matrimonio, una<br />

farsa del grande compositore pesarese.<br />

L’opera è diretta da Dmitry<br />

Korchak, al suo debutto sul podio<br />

del festival, alla guida dell’Orchestra<br />

Sinfonica G. Rossini e di un cast<br />

composto nelle sue parti principali<br />

da Carlo Lepore (Tobia Mill), Dilyara<br />

Idrisova (Fanny), Davide Giusti (Edoardo<br />

Milfort), Iurii Samoilov (Slook).<br />

<strong>La</strong> regia di <strong>La</strong>urence Dale è stata<br />

adattata per rispettare le norme anti-Covid:<br />

sul palcoscenico i cantanti<br />

rimangono distanziati, nessuna effusione<br />

tra i due innamorati Edoardo<br />

e Fanny, né confronti ravvicinati<br />

tra Tobia e Slook, i contraenti del<br />

patto che vorrebbe la giovane Fanny<br />

promessa sposa dell’anziano e<br />

sorprendente Slook. Naturalmente<br />

le novità riguardano anche il pubblico,<br />

che siede solo nei palchi: uno<br />

spettatore per loggia, a meno che<br />

non si tratti di congiunti, per una capienza<br />

massima complessiva di 200<br />

persone. In platea c'è l’orchestra,<br />

sezione fiati compresa, ben distanziata<br />

e senza mascherina.<br />

Assieme a questo spettacolo, viene<br />

proposta anche la cantata Giovanna<br />

d’Arco, interpretata da Marianna Pizzolato.<br />

L’ultima recita, quella del 20<br />

agosto, è trasmessa gratuitamente<br />

in streaming sul sito web del festival<br />

e proiettata in piazza del Popolo,<br />

come è tradizione per la serata conclusiva<br />

della manifestazione. Nel<br />

grande spazio al centro di Pesaro,<br />

che ha ospitato in passato concerti<br />

di Luciano Pavarotti, Montserrat<br />

Caballé e tante altre stelle della<br />

lirica, sono in programma, il 12 e il<br />

15 agosto, due date del Viaggio a<br />

Reims, messo in scena ogni anno<br />

nell’ambito dell’attività dell’Accademia<br />

Rossiniana Alberto Zedda.<br />

Stavolta il cast è composto da ex<br />

accademici che hanno già avviato<br />

una carriera internazionale e l’Orchestra<br />

Sinfonica G. Rossini è diretta<br />

da Giancarlo Rizzi.<br />

Sempre in piazza del Popolo sono<br />

in cartellone sei concerti tenuti da<br />

alcuni tra i principali interpreti rossiniani<br />

di oggi: Olga Peretyatko (9<br />

agosto), Nicola Alaimo (10), Jessica<br />

Pratt (14), Juan Diego Flórez (16), il<br />

trio di buffi Alfonso Antoniozzi, Paolo<br />

Bordogna e Alessandro Corbelli (18),<br />

Karine Deshayes (19).<br />

Giusto il tempo di allestire lo schermo<br />

in piazza e il 22 agosto si parte<br />

con la 56esima edizione della Mostra<br />

internazionale del nuovo cinema,<br />

che come sempre si concentra<br />

sui linguaggi innovativi e i giovani<br />

© Luigi Angelucci<br />

Incontro con Bernardo Bertolucci, presso Cinema Sperimentale - 47esimo Pesarofilmfest (2011)<br />

79


FESTIVAL<br />

autori, senza dimenticare i maestri<br />

della settima arte.<br />

Piazza del Popolo, il Teatro Sperimentale,<br />

Palazzo Gradari e la spiaggia<br />

ospiteranno eventi, proiezioni,<br />

tavole rotonde e incontri, sempre nel<br />

rispetto delle norme sanitarie per<br />

pubblico e lavoratori. «È un’edizione<br />

speciale, che quest’anno accoglie<br />

lavori di ogni formato e durata, non<br />

solo di autori e autrici esordienti»,<br />

dice il direttore Pedro Armocida.<br />

<strong>La</strong> Mostra ricorda Zagor, alias Mirko<br />

Bertuccioli, il cantante dei Camillas<br />

scomparso a 46 anni per il Covid-19,<br />

con il concerto iniziale, il 22 agosto in<br />

piazza del Popolo. Una serata in cui<br />

le canzoni del gruppo saranno interpretate<br />

da protagonisti dell’indie<br />

italiano, come Calcutta, Lo Stato Sociale<br />

e molti altri. I Camillas si sono<br />

fatti conoscere anche nella trasmissione<br />

tv Italia’s Got Talent per il loro<br />

pop surreale e avrebbero dovuto<br />

curare Il muro del suono, la sezione<br />

sperimentale di cinema e musica<br />

che da molti anni chiude a mezzanotte<br />

le giornate del festival. Per<br />

questa edizione della Mostra l’evento<br />

speciale, in collaborazione con il<br />

Centro Sperimentale di Cinematografia,<br />

è dedicato al regista Giuliano<br />

Montaldo, che nel <strong>2020</strong> ha compiuto<br />

90 anni. Nella sua lunga carriera ha<br />

diretto pellicole come Sacco e Vanzetti,<br />

L’Agnese va a morire, Il giocattolo,<br />

I demoni di San Pietroburgo e,<br />

oltre alla retrospettiva dei suoi film,<br />

l’omaggio di Pesaro prevede una<br />

tavola rotonda e una pubblicazione<br />

monografica.<br />

RossiniOperaFestival<br />

pesarofilmfest<br />

rof_pesaro pesarofilmfest<br />

rossinioperafestival<br />

Piazza del Popolo, Pesaro<br />

© Guido Baviera/AdobeStock<br />

80


FESTIVAL<br />

ESTATE FIESOLANA<br />

IL TEATRO ROMANO<br />

DELLA CITTÀ ALLE<br />

PORTE DI FIRENZE,<br />

CON I SUOI DUEMILA<br />

ANNI DI STORIA,<br />

TORNA A OSPITARE LA<br />

RASSEGNA DI MUSICA,<br />

CINEMA E TEATRO<br />

di Flavio Scheggi<br />

mescoupdecoeur<br />

Tullio Solenghi, Neri Marcorè,<br />

David Riondino,<br />

Maurizio Lombardi, Dario<br />

Vergassola, Lella Costa, Alessandro<br />

Benvenuti, Claudio Bisio. Sono<br />

solo alcuni degli artisti nel cartellone<br />

della 73esima edizione dell’Estate<br />

Fiesolana. Un susseguirsi di<br />

concerti, eventi teatrali e proiezioni<br />

cinematografiche fino al 18 settembre<br />

al Teatro Romano di Fiesole (FI).<br />

Tre le serate dedicate a Decame-<br />

ron - Un racconto italiano in tempo<br />

di peste, scritto da Sergio Maifredi,<br />

quasi a voler sfatare il periodo che<br />

stiamo attraversando. Il testo, tratto<br />

dall’originale di Giovanni Boccaccio,<br />

ispirato dall’epidemia di peste<br />

scoppiata a Firenze nel 1348, va in<br />

scena il 9 luglio con Roberto Alinghieri,<br />

il 23 con Tullio Solenghi e il<br />

6 agosto interpretato dalla coppia<br />

Dario Vergassola e David Riondino.<br />

Lella Costa, invece, è sul palco il 30<br />

Teatro Romano di Fiesole (FI)<br />

82


luglio con la Vedova Socrate, per la<br />

regia di Franca Valeri.<br />

In questo luogo unico, costruito tra<br />

l’inizio del I secolo a.C. e i primi del I<br />

d.C., immerso nel verde ma a pochi<br />

passi dalla piazza principale della<br />

città, ben raggiungibile con i mezzi<br />

pubblici dal centro di Firenze, non<br />

mancano gli spettacoli musicali.<br />

Parte Neri Marcorè, il 15 luglio, con<br />

Le mie canzoni altrui, mentre domenica<br />

19 la musica di Lucio Battisti è<br />

protagonista di Mya Canta Battisti,<br />

con la voce del mezzosoprano Mya<br />

Fracassini accompagnata dal Quintetto<br />

di Ottoni dell’Orchestra Regionale<br />

Toscana e dal Trio Jazz.<br />

Il 22 va in scena la cantante Tosca,<br />

con il suo album Morabeza, mentre<br />

per due giorni le più belle colonne<br />

sonore dei cartoni animati rivivono<br />

in versione sinfonica grazie all’Orchestra<br />

Toscana Classica nel concerto<br />

Walt Disney Fantasy. Il 14 è in<br />

programma l’omaggio allo scrittore<br />

Cileno Luis Sepúlveda, scomparso<br />

il 16 aprile, con Lucho e Noi di Ginevra<br />

Di Marco.<br />

Ad agosto il Teatro Romano si trasforma,<br />

invece, in cinema all'aperto<br />

grazie a una rassegna di tre<br />

settimane curata dalla Fondazione<br />

Stensen. A settembre è di nuovo la<br />

volta di teatro e musica. Lunedì 7 è<br />

in cartellone Alessandro Benvenuti<br />

con Panico ma rosa (dal diario di un<br />

non intubabile), mentre venerdì 18<br />

Claudio Bisio e Gigio Alberti chiudono<br />

l’Estate Fiesolana con la lettura-spettacolo<br />

tratta dal romanzo di<br />

Federico Baccomo Ma tu sei felice?.<br />

I biglietti sono in vendita a posto<br />

unico non numerato e la capienza<br />

del teatro è prevista per un massimo<br />

di 380 posti, per mantenere la<br />

corretta distanza.<br />

bitconcertifanpage<br />

Bitconcerti bitconcerti<br />

© Luca Bruno/AdobeStock<br />

FESTIVAL<br />

DELLE COLLINE<br />

Due appuntamenti ogni sera<br />

con la musica d’autore in luoghi<br />

suggestivi. Questa la novità per<br />

l’estate <strong>2020</strong> del Festival delle<br />

Colline.<br />

<strong>La</strong> storica kermesse organizzata<br />

dal Comune di Poggio a Caiano<br />

(PO), con il supporto di Prato e<br />

Carmignano, offre concerti a<br />

ingresso libero che hanno come<br />

protagonisti cantautori illustri.<br />

A fare da palcoscenico luoghi<br />

d’arte, ville e spazi incantevoli<br />

nei tre comuni. Nuova la<br />

formula: due ospiti (insieme)<br />

e due live a sera, alle 19 e alle<br />

21.30, per poter accogliere il<br />

maggior numero di spettatori<br />

in piena sicurezza. A dare il via<br />

alla rassegna, il 5 luglio a Villa<br />

Il Cerretino di Poggio a Caiano,<br />

il cantautore partenopeo<br />

Gnut tra folk inglese, canzone<br />

napoletana, blues e afro col<br />

duo Ooopopoiooo. Martedì 7,<br />

sempre a Poggio a Caiano, nel<br />

chiostro della Chiesa di San<br />

Francesco a Bonistallo, c’è<br />

Tricarico in versione acustica<br />

accompagnato da Joe Barbieri.<br />

Il cantautore indie Paolo<br />

Benvegnù, invece, va in scena<br />

l’8 luglio alla Villa Medicea di<br />

Artimino con Alessandro Fiori.<br />

Chiude il 10, al Museo Pecci di<br />

Prato, Stefano "Edda" Rampoldi<br />

che presenta il nuovo album<br />

Fru Fru insieme all’ex leader del<br />

gruppo 24 Grana, Francesco Di<br />

Bella. S.G.<br />

festivaldellecolline<br />

festivaldellecolline<br />

festivaldellecolline<br />

83


FESTIVAL<br />

MONTEPULCIANO AD ARTE<br />

DAL 23 LUGLIO AL<br />

2 AGOSTO LA CITTÀ<br />

TOSCANA ACCOGLIE<br />

MUSICISTI,<br />

STUDENTI E ARTISTI<br />

DA TUTTO IL MONDO<br />

PER IL CANTIERE<br />

DIRETTO DA<br />

ROLAND BÖER<br />

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />

Riapre il 23 luglio il 45esimo<br />

Cantiere Internazionale<br />

d’Arte, dal titolo Caos e<br />

creazione. L’appuntamento è a Montepulciano,<br />

tra le colline senesi e in<br />

sette comuni limitrofi.<br />

Un luogo che ogni anno è difficile lasciare,<br />

alla fine di un’esperienza che<br />

cambia il volto della cittadina di ottomila<br />

abitanti, invasa pacificamente da<br />

migliaia tra allievi e musicisti.<br />

Ad accompagnarci idealmente sul<br />

culmine della collina, fino in piazza<br />

Grande, scenario principale delle<br />

esibizioni, è il direttore artistico della<br />

manifestazione, Roland Böer. Qui, fino<br />

al 2 agosto, si riprende a suonare e a<br />

recitare dal vivo, dopo mesi di stop<br />

e incertezza per tutto il mondo dello<br />

spettacolo.<br />

«È un’esplosione di emozioni condivisa<br />

da tutti», confida Böer, «questa è<br />

la mia 12esima edizione, la sesta e anche<br />

l’ultima come direttore artistico.<br />

Ne sento la responsabilità, mista alla<br />

gioia di poter unire ancora una volta,<br />

nonostante il momento, professionisti,<br />

giovani e pubblico. Sono felicissi-<br />

Piazza Grande, Montepulciano<br />

© Henryk Sadura/AdobeStock<br />

84


mo che sia stato possibile realizzare il<br />

Cantiere».<br />

Un laboratorio sempre attivo che trova<br />

il suo culmine nelle giornate estive.<br />

«Non a caso il termine è stato scelto<br />

dal fondatore, il compositore tedesco<br />

Hans Werner Henze, 45 anni fa», spiega<br />

il direttore, «per stimolare la vita<br />

culturale nel paese. Si tratta di una<br />

collaborazione continua in cui siamo<br />

tutti insegnanti e tutti allievi».<br />

È lo stesso Böer a inaugurare l’edizione<br />

<strong>2020</strong>, con la direzione dei Solisti Aquilani,<br />

il 24 luglio. Si inizia con Le Chaos<br />

di Rebel, una composizione di accordi<br />

dissonanti. «Seguono, a contrasto, le<br />

Quattro stagioni. Al mio fianco il violino<br />

solista, Daniele Orlando, che anni<br />

fa ha rivisitato l’opera di Vivaldi come<br />

spunto di riflessione sulla salvaguardia<br />

ambientale. Nel concerto di chiusura,<br />

invece, eseguo Promethée - Le<br />

poème du feu, un’installazione di luce<br />

con musiche di Alexander Skrjabin,<br />

autore russo che associava le note ai<br />

colori. Mentre suono, da solo, la piazza<br />

si illumina di blu fino ad assumere il<br />

chiarore del cielo a mezzogiorno».<br />

Alla musica si affiancano anche performance<br />

di prosa. Marco Tullio Giordana<br />

debutta il 1° agosto con un testo<br />

teatrale, Fuga a tre voci, che ha come<br />

protagonisti Alessio Boni e Michela<br />

Cescon. «<strong>La</strong> scena», spiega Giordana,<br />

«è concepita come la buca di un’orchestra,<br />

con leggii e sedie. Entrano i<br />

tre interpreti, inizia uno scambio di<br />

corrispondenza e si compone il mosaico<br />

di una relazione straordinaria».<br />

<strong>La</strong>ura Fatini, regista di Meta(à) - A volte<br />

uno si crede incompleto ed è soltanto<br />

giovane, propone una rilettura di Italo<br />

Calvino, il 23 luglio al Castello di Sarteano,<br />

uno degli altri comuni toscani<br />

coinvolti. «L’ispirazione viene da Il Visconte<br />

dimezzato e dall’osservazione<br />

delle reazioni degli abitanti di Terralba<br />

quando arriva la metà del Visconte<br />

partito in guerra. Così, come si è<br />

aperto il corpo di Medardo, si aprono<br />

anche le vite di tutti i cittadini ed escono<br />

le paure, gli amori, le incertezze»,<br />

racconta Fatini. «Questo testo nasce<br />

ben prima dei tragici fatti del <strong>2020</strong>, ma<br />

allestirlo in una forma che privilegia il<br />

suono, le voci e i gesti che cercano di<br />

annullare la distanza fisica tra attori<br />

e pubblico dà all’opera un significato<br />

più profondo». Il teatro, infatti, imita la<br />

vita reale e a volte è profetico. «Non<br />

bisogna dimenticare – conclude la regista<br />

– che per primi sono stati gli attori<br />

a indossare la maschera. E, se diamo<br />

retta a Pirandello, non è una novità<br />

che ciascuno di noi la indossi tutti i<br />

giorni senza necessità di decreti».<br />

cantiere.darte<br />

cantieredarte<br />

fondazione_cantiere<br />

Roland Böer, direttore artistico del Cantiere internazionale d'arte<br />

©Michele Vino<br />

85


FESTIVAL<br />

SIENA IN MUSICA<br />

DAL 5 LUGLIO AL 3 SETTEMBRE, I CONCERTI E LE OPERE DEL<br />

CHIGIANA INTERNATIONAL FESTIVAL & SUMMER ACADEMY. CHE<br />

QUEST’ANNO IRROMPE ANCHE ONLINE<br />

© pillerss/AdobeStock<br />

Il Duomo di Siena<br />

86


© Chigiana International Festival<br />

Chiostro di Torri a Sovicille (SI)<br />

<strong>La</strong> musica arriva dappertutto.<br />

E sul web è ormai<br />

di casa. Ma, soprattutto in<br />

questo periodo di convivenza con<br />

il virus, l’espansione virtuale diventa<br />

una dimensione necessaria per<br />

ogni evento live.<br />

Così l’edizione <strong>2020</strong> del Chigiana<br />

International Festival & Summer<br />

Academy, dal 5 luglio al 3 settembre<br />

a Siena e online, «irrompe con<br />

orgoglio nelle piazze ma anche<br />

nelle case di tutti», per dirlo con le<br />

parole di Nicola Sani. Il direttore artistico<br />

dell’Accademia Chigiana non<br />

ha perso il suo entusiasmo in questi<br />

mesi claustrofobici e non esita a<br />

definire l’evento da lui curato come<br />

«una boccata d’aria».<br />

Il festival, che quest’anno si intitola<br />

OurSounds. Music over the distance,<br />

ha due anime – una live con 18<br />

eventi a Siena e provincia, un’altra<br />

online con 22 spettacoli – e contiene<br />

anche un progetto speciale.<br />

Inaugurazione dal vivo, il 5 luglio in<br />

piazza del Duomo, con lo spettacolo<br />

Io ho un sogno dedicato a Luis<br />

Sepúlveda, vittima del Covid-19. <strong>La</strong><br />

performance accompagna gli spettatori<br />

in un percorso creato da due<br />

voci, che evocano gli scritti dell’autore<br />

cileno, e da una danzatrice.<br />

Molto attuale anche <strong>La</strong> serva padrona<br />

di Giovanni Battista Pergolesi, in<br />

programma il 6 agosto all’interno<br />

del progetto Chigiana Operalab.<br />

Questo intermezzo buffo fu ideato<br />

nel 1733 quando, in una Napoli flagellata<br />

dalla peste, il compositore<br />

incontrò mille difficoltà nel reperire<br />

interpreti e nella messa in scena.<br />

Da lì, però, nacque un capolavoro<br />

di semplicità unica e uno dei brani<br />

musicali più eseguiti nel ’700.<br />

Da segnalare in cartellone, il 1° agosto,<br />

il concerto finale del Corso di<br />

Direzione d’Orchestra tenuto da Daniele<br />

Gatti, nell’ambito degli eventi<br />

legati all'attività della Summer Academy<br />

Chigiana, l’unico percorso di<br />

alto perfezionamento nel settore a<br />

livello internazionale. Quest’anno<br />

i giovani interpreti si misurano con<br />

un repertorio che va da Mozart al<br />

XX secolo e con le limitazioni dovute<br />

alle norme anti-Covid: sul palco<br />

solo una ventina di archi ma probabilmente<br />

senza fiati.<br />

<strong>La</strong> proposta di fruizione in digitale<br />

prevede 22 spettacoli divisi tra sei<br />

opere rappresentate di rado e 16<br />

concerti attinti per la prima volta<br />

dagli archivi dell’Accademia senese.<br />

Sulla web radio ChigianaRadio-<br />

Arte vanno in onda anche 32 appuntamenti<br />

con gli interpreti storici<br />

raccolti sotto il titolo di Legends on<br />

air. Completa il festival Beyond the<br />

silence - Musica nel tempo della<br />

pandemia, progetto dedicato alla<br />

creatività in condizioni di costrizione,<br />

pensato per comprendere<br />

l’influenza del lockdown su compositori,<br />

performer, artisti sonori e<br />

sound designer. E valutarne le tracce<br />

che lascerà nella memoria musicale<br />

del futuro. F.V.<br />

AccademiaChigiana<br />

Chigiana<br />

Chigiana<br />

CORTONA<br />

ON THE MOVE<br />

Compie dieci anni il festival<br />

internazionale di visual narrative<br />

Cortona On The Move. Che<br />

festeggia con un’edizione<br />

speciale, dall’11 luglio al 27<br />

settembre, dedicata a The<br />

COVID-19 Visual Project , una<br />

piattaforma online che vuole<br />

diventare un archivio sul<br />

mondo durante il Covid-19. A<br />

documentare questo momento<br />

storico foto, video, testi e suoni<br />

organizzati in sette capitoli<br />

tematici, dall’emergenza sanitaria<br />

al vuoto urbano, dal lockdown<br />

all’economia, dalle ferite inferte<br />

alla società alla rivincita della<br />

natura fino alla nuova normalità.<br />

Molti di questi progetti saranno<br />

esposti durante la rassegna, tra<br />

la storica fortezza del Girifalco e<br />

Palazzo Capannelli. M.G.<br />

87


FESTIVAL<br />

A TEMPO<br />

DI<br />

JAZZ<br />

UN PAESINO NEL NORD DELLA<br />

SARDEGNA E LA MUSICA<br />

COME MOTORE PER RIPARTIRE.<br />

DAL 9 AL 16 AGOSTO, A<br />

BERCHIDDA, TORNA IL<br />

FESTIVAL DI PAOLO FRESU<br />

CHE HA COME TEMA L’ANIMA<br />

di Gaspare Baglio<br />

gasparebaglio<br />

© Roberto Cifarelli<br />

88


Nonostante i tempi segnati dall’emergenza sanitaria,<br />

dal 9 al 16 agosto torna Time in Jazz, il<br />

festival che anche quest’anno è pronto a inondare<br />

Berchidda (SS) e i comuni limitrofi con 60 eventi, 150<br />

musicisti, presentazioni di libri, mostre, progetti green e per<br />

bambini. Ce ne parla il trombettista Paolo Fresu, organizzatore<br />

della kermesse nel suo paese natio.<br />

Quando hai deciso di confermare l’evento?<br />

Nella mia testa anche un po’ prima dell’apertura decisa dal<br />

premier Giuseppe Conte. Volevamo dare un segnale positivo.<br />

È una sfida coraggiosa e a noi il coraggio non manca.<br />

A cosa avete dovuto rinunciare?<br />

Non vedremo il sassofonista statunitense Archie Shepp,<br />

una delle icone del jazz, e i 100 Cellos, i violoncellisti capitanati<br />

da Giovanni Sollima con Enrico Melozzi. Per il resto il<br />

programma è confermato al 90%.<br />

Il minimo comun denominatore di questa edizione?<br />

L’italianità, per ovvi motivi. E questo non ci dispiace: può<br />

diventare una vetrina per talenti meno conosciuti.<br />

Qualche novità?<br />

I concerti nella piazza principale saranno doppi, visti gli<br />

spazi ridotti del 35% per rispettare le restrizioni sanitarie. Gli<br />

artisti faranno due live per dare l’opportunità a un pubblico<br />

più vasto di partecipare. E cercheremo di accontentare tutti<br />

anche con uno streaming.<br />

Ci sono anche momenti dedicati ai più piccoli…<br />

Sono appuntamenti mattutini e pomeridiani curati dagli artisti<br />

Debora Mancini e Daniele Longo, che preparano una<br />

serie di progetti dedicati all’infanzia, in un luogo all’aperto,<br />

coinvolgendo anche le famiglie. Stefano Baroni, invece,<br />

darà vita a un drum circle, laboratorio di brani in tempo reale,<br />

mentre Danilo Mineo e Roy Paci lavoreranno su un programma<br />

dedicato a musica e ambiente, che svilupperemo<br />

anche nelle scuole, a settembre.<br />

E proprio al tema green voi siete molto affezionati…<br />

Sì, è una tematica cara al nostro festival, seguito da quasi<br />

35mila persone. Abbiamo una mensa a chilometro zero,<br />

utilizziamo materie che non contengono plastica, riflettiamo<br />

sull’imbottigliamento dell’acqua. E tutti i concerti – a<br />

eccezione di quelli nella location principale – sono alimentati<br />

con energia solare.<br />

A questo proposito, chi ascolteremo in piazza del Popolo?<br />

Apro io, poi ci sarà Rita Marcotulli col trio italiano, anche<br />

se avrebbe dovuto partecipare con un bellissimo progetto<br />

su Caravaggio, assieme ad artisti internazionali. Si esibirà<br />

la cantante Cristina Zavalloni, sentiremo il Voodoo Sound<br />

Club di Guglielmo Pagnozzi con Roy Paci. E le Connections<br />

suonate da Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani.<br />

Che mi dici, invece, degli concerti nei comuni circostanti?<br />

Ci saranno la voce di Karima e il pianista e fisarmonicista<br />

Antonello Salis, che quest’anno compie 70 anni. E poi tanti<br />

altri della mia etichetta discografica. Da non perdere Daniele<br />

Silvestri con un progetto dedicato a Fabrizio De Andrè.<br />

Il tema di quest’anno è l’anima.<br />

È quella parte interna degli strumenti ad arco che serve<br />

per trasferire il suono e non farne implodere la struttura.<br />

Inoltre in Sardegna, quando una famiglia accoglie qualcuno<br />

come ospite, si dice che questa persona viene presa “a<br />

figlio d’anima”. I 100 Cellos avrebbero dovuto abitare nelle<br />

case dei paesani. L’idea che i violoncellisti sarebbero andati<br />

tra le famiglie del luogo ricalcava quel concetto, sottolineato<br />

dal fatto che ci entravano con uno strumento dotato<br />

di anima. Questa cosa non è stata possibile per rispettare il<br />

distanziamento, ma il tema ci è sembrato ugualmente molto<br />

attuale in questo momento.<br />

timeinjazz paolofresuofficial<br />

timeinjazz paolofresureal<br />

timeinjazz<br />

© Archivio Time in Jazz<br />

Un concerto di Time in Jazz 2019 a piazza del Popolo, Berchidda<br />

89


FESTIVAL<br />

IL POTERE DELLA GUARIMBA<br />

PER GLI INDIOS VENEZUELANI<br />

IL TERMINE SIGNIFICA “POSTO<br />

SICURO”. AD AMANTEA, SULLA<br />

COSTA COSENTINA, INDICA UN<br />

FESTIVAL INTERNAZIONALE CHE<br />

PROPONE LA VISIONE DI 160<br />

CORTOMETRAGGI CON TUTTE<br />

LE PRECAUZIONI<br />

di Luca Mattei - l.mattei@fsitaliane.it ellemme1 lucamattei1<br />

Nella lingua degli indios venezuelani per indicare<br />

un posto sicuro si utilizzava un termine specifico:<br />

guarimba. E se è un posto sicuro ciò che state cercando<br />

per quest’inedita estate <strong>2020</strong>, ad alta protezione a causa<br />

del Covid-19, potete optare per Amantea, sulla costa cosentina,<br />

dove dal 7 al 12 agosto, nel Parco della Grotta a pochi<br />

passi dalla stazione, si applaude ai cortometraggi dell’ottava<br />

edizione de <strong>La</strong> Guarimba International Film Festival. Ma qual<br />

è il legame tra cinema, Venezuela e Calabria? <strong>La</strong> risposta è<br />

nella persona di Giulio Vita, direttore artistico e fondatore della<br />

manifestazione. Nato in Italia, si è presto trasferito a Caracas,<br />

dove è stato sequestrato dalla polizia per aver partecipato alle<br />

proteste contro Hugo Chávez come “guarimbero”, termine<br />

derivato da guarimba, che nel frattempo, per una stravagante<br />

evoluzione linguistica, ha assunto il significato di barricata.<br />

Dopo quest’esperienza Giulio va a Madrid per studiare Cinema<br />

e conosce Sara Fratini, illustratrice venezuelana, oggi<br />

co-direttrice del Festival. Dal loro incontro nasce l’idea di<br />

questo progetto cinematografico che si concretizza nel 2013<br />

ad Amantea, il paese dei nonni di Giulio dove i due ragazzi si<br />

erano trasferiti un anno prima. Qui gli abitanti hanno una certa<br />

familiarità con le migrazioni: dopo la Seconda guerra mondiale<br />

molti amanteani hanno cercato una nuova vita nelle Americhe,<br />

tornando poi in alcuni casi alle origini. Non c’è da sorprendersi,<br />

quindi, se il giovane proprietario del bar della stazione,<br />

luogo fondamentale nella comunità locale per acquistare i<br />

biglietti dei treni, vi riceve con un accento spagnolo, anche lui<br />

di origini venezuelane.<br />

Un’accoglienza calorosa che accomuna molti cittadini, a conferma<br />

di quel che scrisse Cesare Pavese, confinato in Calabria:<br />

«<strong>La</strong> gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che<br />

hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca».<br />

Un’eredità di culture ancora oggi in atto, in varie forme.<br />

Quest’estate certo non farà scambiare calorosi abbracci, ci si<br />

dovrà accontentare di un saluto con il gomito e un sorriso negli<br />

occhi, porzioni preziose di un volto nascosto a metà dalla<br />

mascherina.<br />

Giulio Vita<br />

90


© Yuriy Brykaylo/AdobeStock<br />

Amantea (CS)<br />

Così mi accoglie anche Giulio Vita, raggiunto mentre è alle prese<br />

con la preparazione del festival, alla vigilia di un viaggio di<br />

lavoro verso Roma con treno regionale e <strong>Freccia</strong>. Il quartier generale<br />

de <strong>La</strong> Guarimba, sede dell’omonima associazione culturale,<br />

è l’emblema della kermesse: all’esterno una costruzione<br />

di vecchia data, come se ne vedono tante nei paesi del Sud<br />

Italia; all’interno un innovativo spazio di lavoro in cui l’italiano si<br />

mescola a lingue straniere. Un’anima glocal che si esprime da<br />

un lato nel legame con il territorio, dall’altro nello sguardo verso<br />

realtà internazionali. <strong>La</strong> missione della manifestazione è «riportare<br />

il cinema alla gente e la gente al cinema, perché dagli<br />

anni ‘60 agli ‘80 il grande schermo è stato un pezzo dell’estate<br />

di Amantea», racconta Vita, «con le proiezioni nell’Arena Sicoli<br />

che attiravano spettatori da tutta la costa tirrenica. Noi vogliamo<br />

riproporre il cinema come rito collettivo e atto sociale, prestando<br />

attenzione all’esperienza e non solo al contenuto». <strong>La</strong><br />

risposta locale fin dall’inizio è stata entusiasta, sia come parte<br />

attiva nell’organizzazione, sia come pubblico, con un evento<br />

che in sette anni ha registrato circa 25mila spettatori da tutta<br />

la regione, oltre che dal resto d’Italia e dall’estero. <strong>La</strong> forza di<br />

questo festival è infatti la capacità di uscire dagli schemi della<br />

piccola realtà di provincia per proiettarsi in una dimensione<br />

globale. Il team degli organizzatori è composto da giovani di<br />

Spagna, Belgio e Senegal, italiani con natali in Venezuela o<br />

Sri <strong>La</strong>nka. Gli stagisti che si sono succeduti negli anni, spesso<br />

grazie al Progetto Leonardo, abbracciavano i Paesi più diversi,<br />

dal Giappone fino alla Slovenia. L’edizione <strong>2020</strong> viene realizzata<br />

grazie al patrocinio del Parlamento Europeo, oltre al sostegno<br />

di MiBACT, ambasciate di Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi,<br />

Svezia e Australia, Istituto Culturale Coreano, Rappresentanza<br />

del Governo delle Fiandre in Italia e Forum Austriaco di Cultura<br />

Roma. Internazionale anche l’offerta cinematografica: in sei<br />

giornate si proiettano oltre 160 cortometraggi girati in 54 Paesi<br />

di tutti i continenti. Le opere sono state selezionate tra 1.160<br />

iscritte e divise in sei categorie: Fiction, Animazione, Documentario,<br />

Film Sperimentali, Videoclip e <strong>La</strong> Grotta dei Piccoli, per gli<br />

spettatori junior, in collaborazione con Unicef Italia. Fuori concorso<br />

tre sezioni dedicate a temi attuali: MigrArti, sugli italiani di<br />

seconda generazione, Americania, con corti girati a New York,<br />

alcuni durante il lockdown e in anteprima mondiale, e Karmala,<br />

che dà visibilità alla settima arte dell’Africa sub-sahariana. «<strong>La</strong><br />

Guarimba non propone un cinema che soddisfa lo spettatore<br />

come fa la tv, ma uno che lo sfida e lo stimola», spiega Vita.<br />

«Offriamo contenuti che possono essere piacevoli o sgradevoli<br />

ma che in ogni caso invitano alla riflessione e creano dibattito».<br />

<strong>La</strong> rassegna di quest’anno sarà sicuramente insolita a causa<br />

della pandemia, più ristretta e controllata, con concerti e laboratori<br />

ridotti e masterclass solo online. Gli organizzatori assicurano<br />

il distanziamento e la disponibilità di mascherine, gel<br />

disinfettanti e termometri digitali. Per godersi senza preoccupazioni<br />

la magia del cinema. <strong>La</strong> Guarimba, ancora una volta, è<br />

un posto sicuro.<br />

laguarimbafilmfestival<br />

<strong>La</strong>_Guarimba<br />

laguarimba<br />

Una delle proiezioni al Parco della Grotta di Amantea, edizione 2018<br />

© Marta <strong>La</strong> Faro<br />

91


FESTIVAL<br />

SIRACUSA<br />

PER VOCI SOLE<br />

RIMANDATE AL 2021 LE PRODUZIONI CLASSICHE. MA IL TEATRO<br />

GRECO RIPARTE IL 10 LUGLIO CON UNA RASSEGNA SPECIALE<br />

INAUGURATA DA NICOLA PIOVANI<br />

di Elisabetta Reale<br />

Percorsi fra miti antichi e musica<br />

contemporanea per tenere<br />

accesa la fiaccola del<br />

teatro. Con Inda <strong>2020</strong> Per voci sole,<br />

la Fondazione Istituto Nazionale del<br />

Dramma Antico di Siracusa ha voluto<br />

regalare al pubblico un programma<br />

speciale.<br />

A inaugurarlo, il 10 luglio con replica<br />

l'11, il premio Oscar Nicola Piovani con<br />

L’isola della luce, dramma musicale<br />

dedicato al dio Sole, Apollo, su libretto<br />

di Vincenzo Cerami con la partecipazione<br />

di Tosca e Massimo Popolizio.<br />

Domenica 30 agosto un’altra prima<br />

assoluta: l’opera dell’artista rumeno<br />

Mircea Cantor The sound of my body is<br />

the memory of my presence. In mezzo,<br />

Il Teatro Greco di Siracusa<br />

© ArTo/AdobeStock<br />

92


Nicola Piovani<br />

il 17 luglio gli intensi monologhi di Lunetta<br />

Savino con Da Medea a Medea, il<br />

25 Lella Costa con un omaggio ai 100<br />

anni di Franca Valeri e alla sua Vedova<br />

Socrate, il 1° agosto Luigi Lo Cascio<br />

con Aiace, l’8 <strong>La</strong>ura Morante con Fedra,<br />

Antigone, Clitennestra e Lena, il 22<br />

Isabella Ragonese e Teho Teardo con<br />

Crisotemi. A illustrare la rassegna il sovrintendente<br />

dell’Inda, Antonio Calbi.<br />

Un’iniziativa speciale come segno di<br />

presenza, resistenza e ripartenza?<br />

Antonin Artaud, uno dei padri della<br />

ricerca teatrale del ’900, definiva l’attore<br />

«un atleta del cuore» che, grazie<br />

al suo talento e al suo training, mette<br />

in moto le emozioni. A causa della<br />

pandemia abbiamo dovuto spostare<br />

al 2021 le tre produzioni classiche<br />

(Le Baccanti, Ifigenia in Tauride e Le<br />

Nuvole), ma con il Consiglio d’amministrazione<br />

abbiamo deciso di tenere<br />

comunque aperto il Teatro Greco: un<br />

gesto fortemente simbolico perché il<br />

teatro è il primo social che l’uomo si<br />

è inventato, è un rito sociale, culturale,<br />

antropologico, un’esperienza di<br />

conoscenza che va condivisa. Come<br />

dice lei, perseguire con caparbietà la<br />

nostra missione, ovvero produrre fatti<br />

culturali legati al patrimonio antico,<br />

è un gesto di presenza, resistenza,<br />

ripartenza. Inda c’è e continua a far<br />

parlare le opere che con le loro storie<br />

e parole hanno ancora molto da dirci.<br />

Un fil rouge legato al mito e ai grandi<br />

classici. Come nasce il programma?<br />

Inda basa i propri bilanci sulla vendita<br />

dei biglietti e potendo fare entrare<br />

soltanto 480 spettatori su cinquemila<br />

posti abbiamo optato per proposte<br />

particolari, create appositamente per<br />

Siracusa. Abbiamo scelto interpreti<br />

che non hanno mai recitato sulle<br />

sacre pietre del teatro scolpito nella<br />

roccia, di 2.500 anni, e testi ispirati alla<br />

mitologia classica ma riscritti da autori<br />

del ’900, come Marguerite Yourcenar<br />

e Ghiannis Ritsos o il nostro Antonio<br />

Tarantino, che potessero dialogare<br />

con la musica dal vivo.<br />

Come cambia il rapporto col pubblico,<br />

in tempi di distanziamento fisico?<br />

Abbiamo fatto di necessità virtù, invertendo<br />

le parti: sul palcoscenico<br />

siedono gli spettatori, sulla cavea recitano<br />

gli attori e suonano i musicisti.<br />

Il distanziamento e tutte le norme di<br />

protezione sono garantite. Il rischio è<br />

pari allo zero anche perché gli dei, felici<br />

di non vedere il loro Teatro chiuso,<br />

vigilano su tutti noi.<br />

«E gli spettacoli vengono trasmessi in<br />

diretta e in differita dal sito web della<br />

Fondazione», sottolinea il consigliere<br />

delegato dell’Istituto Nazionale per<br />

il Dramma Antico, Marina Valensise,<br />

così «le voci dell’Inda raggiungeranno<br />

gli spettatori di tutto il mondo».<br />

fondazioneinda<br />

Fondazione_Inda<br />

fondazione_inda<br />

TAORMINAFILMFEST<br />

TRA SALA E STREAMING<br />

Per restare accanto al pubblico<br />

in un’estate diversa dalle altre, il<br />

TaorminaFilmFest si rinnova nella<br />

veste e nella forma. Per la sua<br />

66esima edizione – prodotta e<br />

organizzata da Videobank S.p.A.<br />

su concessione della Fondazione<br />

Taormina Arte Sicilia, col patrocinio<br />

dell’assessorato regionale Turismo,<br />

Sport e Spettacolo – propone<br />

un’inedita edizione online, in streaming<br />

su MYmovies dall’11 al 19 luglio. In<br />

programma una selezione di oltre 40<br />

anteprime, produzioni indipendenti<br />

e documentari. Solo la principale<br />

categoria competitiva rimane fruibile<br />

anche in sala al Palazzo dei Congressi<br />

di Taormina.<br />

taofilmfest<br />

TaorminaFilmFest_official<br />

TaorminaFilmFest_official<br />

93


ARTE<br />

IL FILO PREZIOSO<br />

DELLA FEDE<br />

© Alfonso Bussolin<br />

<strong>La</strong> Vergine con San Giuseppe, il Bambino e San Giovannino, ricamo in or nuè, particolare di pianeta, Spagna (?), seconda metà XVI secolo<br />

UNA VITA ALLA RICERCA<br />

DI STOFFE ANTICHE, FILATI<br />

PREZIOSI E PARAMENTI<br />

LITURGICI. MARIA PIA PETTINAU<br />

VESCINA ILLUSTRA E RACCONTA<br />

IN UN LIBRO CENTINAIA DI<br />

PEZZI UNICI CUSTODITI NEL<br />

TERRA SANCTA MUSEUM DI<br />

GERUSALEMME<br />

di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com<br />

Tra le numerose eccellenze della ricerca italiana<br />

che il mondo ci invidia c’è Maria Pia Pettinau Vescina,<br />

che potremmo definire l’Indiana Jones del<br />

tessuto antico. <strong>La</strong> sua è infatti una vita che trascorre alla<br />

ricerca di stoffe antiche, arredi e paramenti liturgici dal Medioevo,<br />

abiti e tappezzerie dal Rinascimento, filati preziosi,<br />

trame e orditi che ricamano, attraverso i secoli, pagine<br />

non solo di storia dell’arte, ma anche di intensa fede. Una<br />

buona occasione per approfondire questa materia ci viene<br />

dall’uscita del suo ultimo libro, Paramenti sacri dall’Europa<br />

alla Terra Santa, che propone anche attraverso un ricco<br />

repertorio iconografico una ricognizione puntuale della<br />

straordinaria collezione di tessuti e paramenti liturgici della<br />

Custodia di Terra Santa: centinaia di pezzi unici che costi-<br />

94


© Alfonso Bussolin<br />

Pianeta, dal parato rosso della croce di Gerusalemme, dono del<br />

Commissariato di Lombardia, 1600 (?)<br />

la loro funzione. Padre Stéphane, chiedendomi la disponituiscono<br />

un patrimonio senza uguali al mondo, parte del<br />

Terra Sancta Museum di Gerusalemme.<br />

Per saperne di più raggiungo la nostra studiosa a Brindisi,<br />

nel suo studio all’interno di una casa-museo disseminata di<br />

sculture e dipinti d’arte contemporanea, traccia dell’attività<br />

di gallerista svolta nei decenni scorsi dal marito Beppe. Tra<br />

le pile di libri, si erge la scrivania abitata da faldoni di carte<br />

e documenti, dietro la quale fa capolino lo sguardo dolce<br />

e insieme sapiente e rigoroso di Maria Pia, incorniciato da<br />

una collana di perle e da una chioma altrettanto candida<br />

scolpita da un taglio alla moda. <strong>La</strong> mia prima domanda è<br />

spontanea. E di getto.<br />

Come ti sei imbattuta nel mondo tanto affascinante quanto<br />

poco conosciuto dei tessuti antichi?<br />

Mi ero sempre interessata di arte contemporanea, e avevo<br />

già catalogato il materiale necessario alla mia tesi di<br />

laurea su un noto artista, quando mi incuriosì la proposta<br />

di uno studio in un settore poco esplorato, quello appunto<br />

dei tessuti antichi. Fu amore a prima vista. E la mia tesi<br />

cambiò da un giorno all’altro, diventando Paramenti sacri<br />

delle chiese di Brindisi. Nel tempo sono arrivate richieste di<br />

catalogazioni da soprintendenze ai beni culturali, musei e<br />

ordini religiosi. Numerose le collaborazioni a mostre in Italia<br />

e all’estero, tanti gli studi pubblicati.<br />

Oltre che una studiosa, sei anche una collezionista di tessuti<br />

antichi?<br />

Ho tenuto spesso seminari per accademie di belle arti e<br />

per le università di Bari e Lecce. Da qui nasce la necessità<br />

di una mia “raccolta” di tessuti, funzionali alla didattica, alla<br />

necessità di mostrarli e farli esaminare agli studenti. Non<br />

mi ritengo perciò una collezionista. Quelli che ho messo<br />

insieme – rigorosamente conservati al chiuso, in cassetti<br />

– ammontano oggi a qualche centinaio, sono stati raccolti<br />

per tipologie tecnico-decorative e coprono un arco<br />

temporale compreso tra il ‘400 e la fine del ‘700. Ricordo<br />

come se fosse ieri il primo che ho acquistato, agli inizi degli<br />

anni ’90 a Londra: un velluto cremisi a due altezze del ‘400,<br />

broccato in oro a motivi di melagrana. <strong>La</strong> seta e l’oro mantengono<br />

inalterate le loro proprietà: il velluto è ancora oggi<br />

luminoso e morbidissimo.<br />

Veniamo ora al tuo ultimo libro. Come inizia il rapporto<br />

con la Custodia di Terra Santa?<br />

A fare da tramite è stato il padre francescano John Luke<br />

Gregory, parroco della chiesa di Santa Maria della Vittoria<br />

a Rodi, delegato del Custode di Terra Santa nell’isola.<br />

Nell’estate del 2014 mi aveva invitata a studiare le vesti<br />

sacre della sua chiesa. Pochi mesi dopo, a ottobre, in occasione<br />

di un mio viaggio in Terra Santa, fu lui a fissarmi<br />

un incontro a Gerusalemme con padre Stéphane Milovitch<br />

perché potessi ammirare i magnifici paramenti del convento<br />

di San Salvatore, sede della Custodia. Giunta nella<br />

sacrestia, davanti alle cassettiere, con il cuore in gola per<br />

l’emozione si aprì alla mia vista un tesoro di incommensurabile<br />

valore devozionale e liturgico, storico e artistico: interi<br />

parati in stoffe pregiate, operate o ricamate in oro e seta,<br />

che avevano vestito secoli di celebrazioni eucaristiche nei<br />

santuari di Terra Santa. E che continuavano a vivere ancora<br />

© Alfonso Bussolin<br />

Dalmatica, dal pontificale rosso, dono della Repubblica di Genova,<br />

1686-1697<br />

95


ARTE<br />

© Julia Warszewski<br />

Maria Pia Pettinau Vescina<br />

catalogo da Danièle Véron-Denise, come i parati delle<br />

Repubbliche di Genova e Venezia, e quel pontificale di<br />

Luigi XIII di Francia, ricchissimo, ricamato a gigli d’oro,<br />

che, come scrive efficacemente Emanuela Angiuli in una<br />

sua recensione al volume, «diventa metafora di potere<br />

piegato a Dio».<br />

<strong>La</strong> storia di questi tessuti antichi è, quindi, anche quella<br />

dell’Europa?<br />

È la storia dei forti legami tra il Vecchio Continente e la<br />

Terra Santa, raccontata attraverso i paramenti sacri, che<br />

si snoda tra successioni dinastiche e frequenti mutamenti<br />

geopolitici. Nella sequenza delle 123 schede del<br />

libro scorrono, documentate da foto a colori, le sontuose<br />

donazioni delle corti, vanto di affermate manifatture: il<br />

parato di velluto cesellato rosso con decorazioni “della<br />

bilità a catalogarli, mi offriva l’opportunità di un privilegio<br />

davvero unico per uno studioso di tessuti antichi. E così<br />

iniziò questa mia ennesima avventura. Avviai lo studio a<br />

San Salvatore nella primavera del 2015. I ritorni e le permanenze<br />

a Gerusalemme sono stati numerosi nel corso<br />

di cinque anni.<br />

Come si è formato il patrimonio tessile della Custodia?<br />

Con prestigiose donazioni, ma nel suo costituirsi è stato<br />

fondamentale l’impegno dei frati commissari e dei frati<br />

conduttori. I primi incaricati, come rappresentanti della<br />

Custodia, a sollecitare negli Stati europei, presso regnanti,<br />

nobili, prelati e comunità di fedeli, donazioni in<br />

denaro e beni necessari sia al culto che alla vita stessa<br />

dei francescani di Terra Santa.<br />

I secondi, invece, delegati a portare a destinazione quei<br />

doni, affrontando, soprattutto fino al XVIII secolo, insidie<br />

di estenuanti viaggi e rischi di naufragi e piraterie. A Gerusalemme<br />

le consegne dei conduttori venivano annotate<br />

in ordine cronologico dal procuratore della Custodia<br />

nei Libri delle condotte, registri che costituiscono una<br />

delle principali fonti documentali per lo studio di numerosi<br />

reperti artistici, custodiali. Impareggiabile è stata la<br />

religiosa cura con cui i francescani di Terra Santa hanno<br />

protetto, difeso e preservato nel corso dei secoli i paramenti<br />

ricevuti, sottraendone molti a incursioni, saccheggi<br />

e incendi. Agli umili religiosi di ieri ma anche a quelli di<br />

oggi, tutti custodi tenaci di luoghi e memorie, è dedicato<br />

il mio lavoro.<br />

C’è un paramento che ritieni più interessante di altri?<br />

Ogni reperto lo è nella sua singolarità, persino certe exuviae<br />

sopravvissute a interi parati, una stola, una borsa da<br />

corporale, un velo da calice, quattro delicate formelle<br />

cinquecentesche ricamate in or nué, felicemente salvate<br />

e ricollocate su nuovo supporto, uno stemma un po’<br />

logoro, unica memoria di un dono di Filippo II di Spagna.<br />

Ma non potranno sfuggire al lettore del mio libro<br />

la preziosità dei parati in velluto cesellato del Commissariato<br />

di Lombardia, le meraviglie assolute studiate in<br />

© Giuliano Mami<br />

Piviale, dal parato “bizantino” della Trasfigurazione, Vienna<br />

(Döbling), 1935<br />

96


© Alfonso Bussolin<br />

Ciascuno cercava di offrire il meglio al santuario cui destinava<br />

il dono, a Gerusalemme, Betlemme, Nazareth o<br />

Ain Karem, senza trascurare di siglarlo con le proprie insegne,<br />

talora poste in grande evidenza. Penso agli stemmi<br />

espansi, redatti in oro sull’importante parato “della<br />

Passione”, inviato da Ferdinando VI di Spagna, al blasone<br />

del cavallo inalberato, applicato sui numerosi elementi<br />

del parato donato tra il 1741 e il 1743 dal Seggio napoletano<br />

di Nido. Considerevoli sono i parati a fondo verde e<br />

viola di Carlo III di Borbone, solcati da sinuosi e mondani<br />

meandri broccati, il parato di lustrina, bianco e luminosissimo,<br />

di Maria “primera”, fragile regina di Portogallo, e<br />

poi i damaschi e i ricami di Palermo e Messina. Napoleone<br />

III offre il suo parato nuziale in drap d’or, disseminato<br />

di api d’oro (à semis d’abeilles) ad alto rilievo precedendo<br />

l’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena che<br />

porta a Gerusalemme uno smagliante pontificale. È invece<br />

bianco, laminato e ricamato in oro a Torino, da Pietro<br />

Battistolo, quello donato dal nostro Vittorio Emanuele II.<br />

Una tua ultima riflessione sulla collezione?<br />

Nella loro scansione temporale, tra ‘500 e ‘900, tutti i reperti<br />

sono emozionanti. <strong>La</strong> loro indubbia bellezza, frutto<br />

di pensiero, immaginazione, ricerca e conoscenze esprime<br />

il sentimento dell’Infinito e dell’Eterno. A ribadirlo è<br />

la profusione dell’oro, declinato in più disegni, che con<br />

la sua inalterabilità allude alla luce divina. Eppure, forse,<br />

nulla mi commuove più di un rammendo, intendo dire di<br />

un francescano rammendo, di una toppa, della sostituzione<br />

di un gallone o di una fodera, perché vi riconosco<br />

la religiosa cura nel custodire l’eredità di un bene di tutti,<br />

al servizio della liturgia, della devozione e del culto in<br />

Terra Santa.<br />

Mitra pretiosa, dono di Maria I del Portogallo, 1791<br />

palma”, inviato da Giovanni V del Portogallo, quasi certamente<br />

realizzato a Genova, che estendeva lo sfarzo<br />

nel rivestimento concepito per le pareti della Grotta del<br />

ritrovamento della Santa Croce nella basilica del Santo<br />

Sepolcro; le magnifiche elargizioni dell’imperatore del<br />

Sacro Romano Impero Carlo VI, che splendono di trame<br />

d’oro o mettono in mostra tridimensionali e quasi tattili<br />

nature morte, broccate in seta policroma da tessitori<br />

francesi; gli orientaleggianti e sofisticati parati à la persienne<br />

di Maria Teresa d’Austria; la leziosità lumeggiata<br />

d’argento del parato donato da Elisabetta Farnese regina<br />

di Spagna, ricavato forse, come era in uso, da una sua<br />

veste, dismessa alla morte del marito Filippo V.<br />

Si direbbe quasi che i committenti fossero in gara fra<br />

loro…<br />

Edizioni Terra Santa, italiano/inglese, pp. 560 € 120<br />

97


PHOTO<br />

NATURA A NUDO<br />

Untitled (2015)<br />

Courtesy OstLicht Gallery e Ren Hang Estate<br />

AL CENTRO PECCI DI PRATO, FINO AL 23 AGOSTO,<br />

90 SCATTI DEL FOTOGRAFO CINESE REN HANG<br />

PER RIFLETTERE SU IDENTITÀ, CORPO E LIBERTÀ<br />

«<br />

Sono molto felice ed eccitato quando scatto»,<br />

affermava. «Mi fa sentire un forte senso dell’esistenza.<br />

Ma è vero anche il contrario. Quando il<br />

mio senso dell’esistenza è forte mi sento molto felice ed<br />

eccitato».<br />

Le foto di Ren Hang sono un groviglio di poesia e provocadi<br />

Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu<br />

zione, sono l’urgenza di raccontare per immagini parti di sé,<br />

vitali e indispensabili, come atto estremo di libertà. Il poeta<br />

e artista cinese, osteggiato e censurato nel suo Paese per<br />

l’esplicita omosessualità e gli scatti di nudo che lì vengono<br />

ritenuti pornografia, inaugura la riapertura del Centro Pecci<br />

di Prato dopo le restrizioni dovute al Covid-19.<br />

98


Peacock (2016)<br />

Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />

99


PHOTO<br />

Portrait Plant (2012)<br />

Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />

Kissing Roof (2012)<br />

Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />

100


«Una grande opportunità per noi», racconta Cristiana<br />

Perrella, direttrice dell’avveniristico museo di arte contemporanea<br />

e curatrice di Nudi, la mostra che porta per<br />

la prima volta in Italia, fino al 23 agosto, i lavori di Hang.<br />

«Nelle 90 foto esposte, provenienti da collezioni internazionali,<br />

emergono i temi cardine della sua riflessione artistica»,<br />

prosegue Perrella, «fragilità dei corpi, sessualità<br />

e identità. Aspetti messi in relazione anche con elementi<br />

forti, come la città che si sviluppa in verticale, il cemento<br />

e i palazzi altissimi di Shangai, o con la natura. Rapporti<br />

che quasi minacciano le esili figure ritratte. Li ritengo<br />

concetti interessanti da esplorare in questi tempi».<br />

Modelli e modelle efebiche, minute, carnagioni lattee<br />

che si incontrano, si mischiano, si sovrappongono o si<br />

incastrano nella loro nudità espressa, offrono la visione<br />

di un mondo che vuol scardinare tabù e pregiudizi sociali<br />

per rivendicare l’impellente necessità di esprimere<br />

il recondito sé.<br />

Volti impassibili, stanze vuote, pose innaturali, sguardi<br />

ingenui che non ispirano trasgressione ma l’essenzialità,<br />

anche cruda, della condizione umana. «Nasciamo nudi»,<br />

affermava l’artista, «io fotografo solo le cose nella loro<br />

condizione più naturale», senza veli e senza voler scandalizzare<br />

ma per scavalcare preconcetti di un contesto<br />

culturale censore.<br />

In questa ricerca intima, la natura è un interlocutore importante:<br />

cigni, serpenti, pavoni, iguane, pesci ma anche<br />

fiori, foglie, mele e piante sono utilizzati come alter ego,<br />

evocativo e spiazzante, dei giovani modelli. «L’immagine<br />

del cigno che abbiamo scelto per la promozione del<br />

progetto descrive bene questo rapporto uomo-natura<br />

senza intermediari», sottolinea la curatrice. «Qui l’animale<br />

mantiene forte una sua selvatichezza, ha le penne<br />

scarmigliate e sembra pronto a scalciare per liberarsi<br />

dall’abbraccio della ragazza. Non appare docile e addomesticato,<br />

la loro è una relazione che ispira molto fascino<br />

ma anche senso del pericolo. E che travalica le culture.<br />

In Occidente per esempio, richiama il mito di Leda<br />

e il cigno», prosegue. «Il lavoro di Hang offre una lettura<br />

universale. Mantiene un codice colore che rimanda alla<br />

Cina con il bianco della pelle, il rosso lacca di bocche e<br />

unghie, il nero dei capelli, ma offre anche letture trasversali<br />

ad altre culture».<br />

Immagini poetiche e inquiete, finestre aperte sulla libertà<br />

e l’autodeterminazione di essere come si è e di denudarsi<br />

di fronte agli altri. Il lavoro di Ren Hang racconta<br />

una generazione diversa da quella che l’ha preceduta,<br />

che si ribella e inneggia a un innato istinto di emancipazione.<br />

Esploratore della vita e della morte, Ren se ne è<br />

andato prematuramente, suicida a 30 anni. Diventando<br />

leggenda come quel cigno non addomesticato e portatore<br />

di una forte carica di esistenza.<br />

CentroPecciPrato centropecci centropecci<br />

Untitled (2012)<br />

Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />

101


Friuli Venezia Giulia<br />

ARTE DA VIVERE<br />

Udine, Loggia del Lionello ph L.Vitale<br />

Eleganti e discrete, orgogliose della propria bellezza, le città e i borghi del Friuli Venezia Giulia hanno girato<br />

il mondo, ascoltato lingue diverse, conosciuto culture e religioni lontane.<br />

Da questi luoghi, per secoli, sono passati Celti, Romani, Unni, Longobardi, Veneziani e Austro-Ungarici.<br />

E tutti hanno lasciato un’impronta forte, amalgamata con le tradizioni locali. Così Trieste ha indossato “abiti”<br />

asburgici, Udine è diventata la città del Tiepolo, Gorizia rivela le atmosfere caratteristiche della “città di<br />

frontiera”, Pordenone oscilla tra influssi romanici, barocchi e gotici e ospita nella sua provincia Sacile, il<br />

“Giardino della Serenissima”.<br />

Infine i siti UNESCO, ben cinque: Aquileia, con il suo passato di grande metropoli dell’impero romano e<br />

centro di diffusione del Cristianesimo in Europa nel primo Medioevo; Cividale del Friuli con i suoi gioielli<br />

longobardi; Palmanova, la stella perfetta, la fortezza voluta dalla Repubblica di Venezia; Palù di Livenza e<br />

il suo sito palafitticolo e, accanto a questi siti culturali, il patrimonio naturalistico immenso delle Dolomiti<br />

Friulane.<br />

Per vivere le eccellenze e i tesori nascosti, gli angoli più suggestivi, i monumenti, la grande storia, le<br />

curiosità sulle città d’arte del Friuli Venezia Giulia vi aspetta un fitto calendario di visite guidate per chi<br />

desidera essere accompagnato da guide turistiche esperte oppure le audioguide per chi preferisce gestire il<br />

proprio tempo in autonomia.<br />

Tutti i servizi di visita guidata, le audioguide e gli ingressi ai musei, siti storici e artistici sono ad accesso<br />

gratuito con la FVGcard, il pass per scoprire il Friuli Venezia Giulia spendendo meno.<br />

SCOPRI DI PIÚ


103


OFFERTE E SERVIZI<br />

CON TRENITALIA UN’ESTATE SICURA<br />

ALLA SCOPERTA DELLO STIVALE<br />

Oltre 200 Frecce al giorno<br />

per un totale di 50mila<br />

posti e più di 250 nuove<br />

fermate. E, da questo mese, fino<br />

a 94 Intercity e 24 Intercity Notte.<br />

Un ottimo motivo per lasciare l’auto<br />

a casa e scegliere il treno per le<br />

proprie vacanze. Con l’orario estivo<br />

<strong>2020</strong>, Trenitalia rafforza il proprio<br />

impegno per il rilancio del turismo<br />

all’interno dei confini nazionali in<br />

piena sicurezza, con la distribuzione<br />

dell’health&safety kit (mascherina,<br />

gel igienizzante, guanti in lattice,<br />

poggiatesta monouso e lattina<br />

d’acqua), l’assegnazione dei posti a<br />

scacchiera e le altre azioni messe in<br />

campo dal Gruppo FS per garantire<br />

la massima igiene e tutela della<br />

salute di tutti, passeggeri e dipendenti.<br />

NUOVI COLLEGAMENTI<br />

PER RAGGIUNGERE LE<br />

SPIAGGE PIÙ<br />

BELLE D’ITALIA<br />

Trenitalia ti porta al mare con<br />

oltre 90 fermate addizionali<br />

dedicate alle partenze estive<br />

lungo tutta la costa italiana. Trionfa<br />

il <strong>Freccia</strong>rossa, che unisce senza<br />

cambi intermedi Torino e Reggio Calabria.<br />

Quattro i collegamenti al giorno<br />

da e per Torino e Milano, passando<br />

per Roma (con fermate a Reggio Emilia,<br />

Bologna, Firenze, Napoli, Salerno,<br />

Paola, <strong>La</strong>mezia Terme, Rosarno e Villa<br />

San Giovanni). Due dei quattro treni,<br />

inoltre, fermano a Sapri, Vallo della<br />

Lucania, Agropoli, Pisciotta-Palinuro<br />

e due fermate sono previste anche<br />

a Maratea. Sempre per la Calabria, a<br />

disposizione due nuovi collegamenti<br />

diretti in <strong>Freccia</strong>rgento tra Venezia,<br />

Padova e Reggio Calabria. Tra Roma<br />

e Reggio Calabria, inoltre, due colle-<br />

104


gamenti addizionali nel fine settimana<br />

(con fermate a Napoli, Salerno, Capaccio,<br />

Sapri, Scalea, Paola, <strong>La</strong>mezia,<br />

Vibo Pizzo, Rosarno, Gioia Tauro e Villa<br />

San Giovanni). Ulteriori collegamenti<br />

in <strong>Freccia</strong>rossa per il Cilento grazie al<br />

prolungamento a Sapri di una coppia<br />

di <strong>Freccia</strong>rossa Milano-Napoli, con<br />

fermate anche ad Agropoli, Vallo della<br />

Lucania e Centola.<br />

New entry di questa estate il <strong>Freccia</strong>rossa<br />

per raggiungere la Versilia, il Levante<br />

ligure e l’Argentario da Milano e<br />

Roma. Sono attivi, infatti, due nuovi<br />

collegamenti con <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />

Milano-Liguria-Versilia-Argentario-Roma<br />

(con fermate a Pavia, Genova<br />

Piazza Principe, Genova Brignole,<br />

S. Margherita, Rapallo, Sestri Levante,<br />

Monterosso, <strong>La</strong> Spezia Centrale, Forte<br />

dei Marmi, Viareggio, Pisa, Livorno,<br />

Campiglia Marittima, Grosseto, Orbetello,<br />

Capalbio e Civitavecchia).<br />

Novità anche per la costa Adriatica,<br />

con 40 Frecce al giorno per raggiungere<br />

le più belle località della costa.<br />

In particolare, disponibili due nuovi<br />

<strong>Freccia</strong>rossa fra Milano e Ancona (con<br />

fermate a Bologna, Rimini, Riccione,<br />

Pesaro), due nuovi <strong>Freccia</strong>rgento che<br />

collegano direttamente Firenze e la<br />

Puglia (con fermate a Roma, Caserta,<br />

Benevento, Foggia, Barletta, Bari, Monopoli,<br />

Ostuni, Brindisi e Lecce) e due<br />

<strong>Freccia</strong>rossa Bolzano-Ancona nel<br />

weekend, con stop a Trento, Rovereto,<br />

Verona, Bologna, Rimini, Riccione,<br />

Cattolica, Pesaro e Senigallia. E con<br />

Salento Link e Trulli Link (nate dalla<br />

partnership fra Trenitalia e Ferrovie<br />

del Sud Est), è possibile raggiungere il<br />

Salento e la Valle d’Itria. Collegamen-<br />

ti da Lecce verso Gallipoli, Gagliano<br />

Leuca e Otranto (con fermate anche<br />

a San Foca, Roca, Torre dell’Orso,<br />

Sant’Andrea, <strong>La</strong>ghi Alimini, Torre Santo<br />

Stefano), e da Bari verso la Valle d’Itria<br />

(con fermate anche ad Alberobello,<br />

Locorotondo, Martina Franca, Turi,<br />

Putignano).<br />

VACANZE FRA NATURA,<br />

RELAX E CULTURA<br />

Mare ma non solo: con Trenitalia<br />

si va in Valle d’Aosta,<br />

Trentino Alto-Adige<br />

e al <strong>La</strong>go di Garda, per trascorrere<br />

una vacanza immersi nella natura e<br />

in completo relax. In particolare, due<br />

nuovi collegamenti <strong>Freccia</strong>rossa uniscono<br />

nel weekend Milano e Bolzano<br />

con orari pensati per le esigenze dei<br />

turisti (fermate a Brescia, Peschiera<br />

del Garda, Verona, Rovereto, Trento e<br />

Ora), aggiungendosi ai due già previsti<br />

dal lunedì al venerdì. Inoltre, per tutto<br />

il periodo estivo, sono disponibili di<br />

sabato e domenica due nuovi collegamenti<br />

fra Venezia e Bolzano (fermate a<br />

Mestre, Padova, Vicenza, Verona, Rovereto<br />

e Trento). Sempre nel weekend,<br />

due collegamenti <strong>Freccia</strong>rossa Napoli-Torino<br />

vengono prolungati fino a Bardonecchia,<br />

con fermata a Oulx.<br />

Attivi anche i FRECCIALink per visitare<br />

le valli incontaminate e le località più<br />

gettonate del Nord Italia, come Madonna<br />

di Campiglio, Cortina d’Ampezzo,<br />

Val Gardena, Val di Fassa e Val di<br />

Fiemme. Vacanze fra natura, relax e<br />

cultura anche in Val d’Orcia, sulle colline<br />

del Chianti senese e lungo la Via<br />

Francigena. Ogni giorno due nuovi collegamenti<br />

diretti con <strong>Freccia</strong>rossa da e<br />

per Chiusi-Chianciano Terme fermano<br />

a Milano, Reggio Emilia AV, Bologna,<br />

Firenze, Roma, Napoli e Salerno. Per<br />

la prima volta, inoltre, il <strong>Freccia</strong>rossa<br />

arriva a Frosinone e Cassino, con collegamenti<br />

diretti da e per Milano, Reggio<br />

Emilia AV, Bologna, Firenze, Roma<br />

e Napoli. Per scoprire le bellezze della<br />

Ciociaria, come i Monti Simbruini, le<br />

Grotte di Pastena, l’Abbazia di Montecassino,<br />

l’Acropoli di Alatri e la cascata<br />

di Isola del Liri.<br />

105


OFFERTE E SERVIZI<br />

SCOPRI LA NUOVA<br />

APP TRENITALIA<br />

Il turismo nazionale si serve sempre più del digitale e Trenitalia lancia la sua nuova app. Acquisti più semplici e veloci<br />

con funzionalità innovative e all’avanguardia come il self check-in, che consente al viaggiatore di certificare con un<br />

click la propria presenza a bordo, riducendo le verifiche fisiche del ticket da parte del personale di bordo su Frecce e<br />

Intercity. Il check-in fai da te si avvia alla partenza programmata del treno, basta accedere al dettaglio del viaggio, anche<br />

in homepage, selezionare la funzionalità e il biglietto risulta automaticamente validato. In più, con la nuova app si può<br />

acquistare e prenotare il carnet e l’abbonamento per Frecce, Intercity e Regionali, mentre i clienti Trenitalia for Business<br />

possono registrare il proprio account corporate e accedere così a tutte le funzioni, comprese quelle di acquisto biglietto<br />

e carnet.<br />

Con l’app è possibile anche:<br />

• usufruire della nuova modalità di pagamento con credito telefonico<br />

• controllare l’andamento del treno direttamente dalle soluzioni di viaggio<br />

• visualizzare le prenotazioni in homepage<br />

• accedere al proprio profilo e alle promozioni dedicate<br />

• usufruire del servizio di assistenza Smart Caring per restare sempre aggiornati sul proprio treno<br />

• prenotare ticket per saltare la coda in biglietteria<br />

• verificare la disponibilità dei posti sui treni regionali.<br />

Uno strumento completo di tutti i servizi della vendita e del viaggio, che garantisce maggiore efficienza e velocità di prenotazione<br />

per avere ogni spostamento a portata di click.<br />

trenitalia.com<br />

106


TRENO + E-BIKE E<br />

MONOPATTINO<br />

HELBIZ<br />

Estate all’insegna dei viaggi agili ed ecosostenibili. A Roma, Milano, Torino e Verona, con Trenitalia e Helbiz è possibile<br />

scendere dal treno e proseguire il viaggio continuando a rispettare l’ambiente grazie ai monopattini elettrici<br />

o alle e-bike con pedalata assistita in sharing.<br />

Per tutti i clienti Trenitalia che si registrano all’app Helbiz, inserendo il codice TRENITALIA, sono previste due corse gratuite<br />

da 20 minuti ciascuna. In più, per ogni euro speso sull’App Helbiz, si guadagna un punto CartaFRECCIA*.<br />

trenitalia.com - offerte e servizi - muoviti con trenitalia e helbiz<br />

* punti non qualificanti per il raggiungimento degli status<br />

107


PORTALE FRECCE<br />

WWW.PORTALEFRECCE.IT<br />

INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE<br />

Il portale FRECCE rende più piacevole il viaggio grazie ai numerosi servizi gratuiti disponibili a bordo dei treni<br />

<strong>Freccia</strong>rossa e <strong>Freccia</strong>rgento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge. Per accedere basta collegarsi alla<br />

rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori<br />

dettagli, info e condizioni su trenitalia.com<br />

EDICOLA DIGITALE<br />

QUOTIDIANI E RIVISTE NAZIONALI E INTERNAZIONALI<br />

GIOCHI<br />

AZIONE, SPORT, LOGICA E TANTO ALTRO A<br />

DISPOSIZIONE DI GRANDI E PICCOLI VIAGGIATORI<br />

GLI ALTRI SERVIZI DISPONIBILI<br />

BAMBINI<br />

Cartoni e<br />

programmi<br />

per i piccoli<br />

viaggiatori<br />

NEWS<br />

Notizie Ansa<br />

sui principali<br />

fatti quotidiani<br />

aggiornate ogni ora<br />

SERIE E<br />

PROGRAMMI TV<br />

Una selezione di<br />

serie e programmi<br />

tv nazionali e<br />

internazionali<br />

CINEMA<br />

Una selezione<br />

di film italiani<br />

AUDIOLIBRI<br />

Audiolibri di<br />

vario genere<br />

anche per<br />

bambini<br />

INFO DI VIAGGIO<br />

Informazioni in<br />

tempo reale su<br />

puntualità, fermate,<br />

coincidenze<br />

INTERNET WIFI<br />

Connessione a<br />

Internet tramite<br />

WiFi<br />

di bordo<br />

MUSICA<br />

Il meglio<br />

della musica<br />

contemporanea<br />

italiana e straniera<br />

CORSO DI INGLESE<br />

Oltre 100 lezioni<br />

per imparare<br />

l’inglese<br />

viaggiando<br />

LIBRI E GUIDE<br />

Circa 200<br />

contenuti tra<br />

libri ed estratti di<br />

guide turistiche<br />

Per assistenza contattare il numero verde Telecom Italia 800.287515 Opzione 1, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 22<br />

109


CARTAFRECCIA<br />

ANCORA PIÙ TEMPO<br />

PER RICHIEDERE I PREMI<br />

Fino al<br />

30 aprile<br />

2021<br />

CON CARTAFRECCIA CONVIENE<br />

SEMPRE DI PIÙ CONTINUARE A VIAGGIARE.<br />

PER ACCUMULARE I PUNTI, INFATTI,<br />

C’È TEMPO FINO AL 31 DICEMBRE <strong>2020</strong>.<br />

IL TERMINE ULTIMO PER LA RICHIESTA<br />

DEI PREMI È PROROGATA FINO<br />

AL 30 APRILE 2021.<br />

110


MOSTRE IN TRENO<br />

E PAGO MENO<br />

PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI<br />

NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA<br />

Prorogata fino al 30 agosto, alle Scuderie del Quirinale di Roma, la mostra Raffaello 1520-1483. Dopo la chiusura per<br />

l’emergenza sanitaria, «riapriamo le porte pronti ad accogliere i visitatori nelle più scrupolose condizioni di sicurezza,<br />

offrendo allo stesso tempo l’opportunità di fruire di tanta bellezza e ritrovare in essa la forza per ripartire», ha<br />

annunciato Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di Ales - Scuderie del Quirinale.<br />

In rassegna oltre 200 opere, tra le quali 120 dello stesso Raffaello, per un evento dall’inestimabile valore artistico<br />

che offre la possibilità di comprendere la carriera del Maestro urbinate come mai era stato possibile fino a oggi. Tra<br />

i capolavori circa cinquanta sono in prestito dalla Galleria degli Uffizi di Firenze.<br />

Ingresso ridotto per i soci CartaFRECCIA con biglietto Frecce, Intercity, Intercity Notte e singoli con destinazione<br />

Roma il giovedì, venerdì, sabato o domenica del medesimo fine settimana in cui si intende visitare l’esposizione.<br />

scuderiedelquirinale.it<br />

Scuderie<br />

ScuderieQuirinale<br />

Raffaello Sanzio<br />

Autoritratto (1506)<br />

Olio su tavola<br />

Galleria degli Uffizi, Firenze<br />

IN CONVENZIONE ANCHE<br />

FIRENZE<br />

• Tomás Saraceno - Aria,<br />

fino al 1° novembre a Palazzo Strozzi<br />

Tomás Saraceno<br />

Flying Gardens (<strong>2020</strong>), dettaglio del ragno vivo<br />

© Ela Bialkowska/OKNO Studio<br />

ROMA<br />

• Jim Dine, fino al 26 luglio, e World<br />

Press Photo, fino al 2 agosto a Palazzo<br />

delle Esposizioni<br />

Info su trenitalia.com<br />

111


Oulx-Bardonecchia<br />

NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />

Torino<br />

Madonna di Campiglio Ora<br />

Bergamo<br />

Milano<br />

Genova<br />

Brescia<br />

Reggio Emilia AV<br />

NO STOP<br />

Modena<br />

Bologna<br />

<strong>La</strong> Spezia<br />

Pisa<br />

Piombino<br />

Trento<br />

Verona<br />

Bolzano<br />

Mantova<br />

Firenze<br />

Siena<br />

Vicenza<br />

Val Gardena<br />

Perugia<br />

Val di Fassa-Val di Fiemme<br />

Treviso<br />

Venezia<br />

Padova<br />

Ravenna<br />

Assisi<br />

Rimini<br />

Cortina d’Ampezzo<br />

Udine<br />

Trieste<br />

Ancona<br />

Pescara<br />

Roma<br />

Fiumicino<br />

Aeroporto<br />

Caserta<br />

Foggia<br />

Sorrento<br />

Napoli<br />

Salerno<br />

Matera<br />

Potenza<br />

Bari<br />

Taranto<br />

Lecce<br />

Sapri<br />

Sibari<br />

Paola<br />

LEGENDA:<br />

<strong>La</strong>mezia Terme<br />

Reggio di Calabria<br />

I collegamenti da/per Bardonecchia sono attivi il venerdì, sabato, domenica fino al 13 settembre <strong>2020</strong>.<br />

I collegamenti <strong>Freccia</strong>link per Madonna di Campiglio, Cortina d’Ampezzo, Val Gardena, Val di Fassa-Val di Fiemme<br />

sono attivi il sabato e la domenica fino al 30 agosto <strong>2020</strong>.<br />

II collegamenti <strong>Freccia</strong>link per Sorrento e per Piombino sono attivi il sabato e la domenica fino al 13 settembre <strong>2020</strong>.<br />

Maggiori dettagli su destinazioni e giorni di circolazione su trenitalia.com<br />

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce.<br />

Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com<br />

FRECCIAROSSA ETR 1000<br />

Velocità max 400 km/h<br />

Velocità comm.le 300 km/h<br />

Composizione 8 carrozze<br />

Livelli di servizio Executive, Business,<br />

Premium, Standard<br />

Posti 457<br />

WiFi<br />

Presa elettrica al posto<br />

Servizi per persone con disabilità<br />

Fasciatoio<br />

112


FRECCIAROSSA<br />

FRECCIAROSSA ETR 500<br />

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze<br />

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574<br />

WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIARGENTO ETR 700<br />

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze<br />

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500<br />

WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

1 a<br />

FRECCIARGENTO ETR 600<br />

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 432<br />

WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIARGENTO ETR 485<br />

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 489<br />

WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIABIANCA<br />

Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 603<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIABIANCA ETR 460<br />

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 479<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

113


PRIMA DI SCENDERE<br />

FOTO DEL MESE<br />

Testo e foto di Carlos Solito<br />

Carlos-Solito carlossolito carlossolito<br />

Voragine di Tiscali, Oliena (NU)<br />

Nel suo viaggio geologico, antico milioni di anni, l’acqua ha foggiato caverne, cunicoli, meandri, pozzi e voragini<br />

per poi decorarle con un’infinità di stalattiti e stalagmiti. Se la fantasiosa science fiction di Jules Verne colpisce<br />

nell’ultrasecolare Viaggio al centro della Terra, nella realtà il mondo sotterraneo d’Italia sorprende per la varietà, la<br />

grandezza, la bellezza dei suoi ambienti e, ancor più, per le epiche vicende esplorative della speleologia. In questo<br />

patrimonio ipogeo, decine e decine di migliaia sono gli abissi nascosti nelle pance calcaree del Belpaese. Tra gli<br />

esempi più spettacolari, nella Valle <strong>La</strong>naittu tra i Supramontes della Sardegna, spicca la Voragine di Tiscali. Qui un<br />

fascio di luce fende un pozzo da 90 metri che conduce in un sistema di lunghe e titaniche gallerie.<br />

114


PRIMA DI SCENDERE<br />

FONDAZIONE FS<br />

LA RINASCITA<br />

DEL SETTEBELLO<br />

SIMBOLO DELLA RIPRESA INDUSTRIALE NEGLI ANNI ’50,<br />

L’ETR 302 SARÀ RESTAURATO PER TORNARE SUI BINARI<br />

DELLE FERROVIE TURISTICHE<br />

© Archivio Fondazione FS Italiane<br />

L’ETR 300 Settebello entra nella stazione di Santa Maria Novella, a Firenze (1961)<br />

Negli anni ’50 il miglioramento dell’economia<br />

europea ha avuto ripercussioni anche sulle politiche<br />

di trasporto nazionali. A quell’epoca la<br />

necessità di viaggio degli italiani è ormai una realtà, ma l’automobile<br />

rappresenta un’importante antagonista del treno,<br />

grazie anche allo sviluppo della rete autostradale. <strong>La</strong> risposta<br />

di FS non si fa attendere. Tra il 1952 e il 1959 le Officine<br />

Ernesto Breda consegnano tre nuovi elettrotreni, composti<br />

da sette carrozze, per un totale di 190 posti a sedere. <strong>La</strong> particolare<br />

linea estetica e i salottini sottostanti le due cabine di<br />

guida, che regalano al viaggiatore un’esperienza di viaggio<br />

a 160 km/h mai vista prima, li rendono fin da subito unici.<br />

Sono gli ETR 301, 302 e 303, meglio noti come Settebello,<br />

progettati proprio per offrire un’esperienza di viaggio importante:<br />

basti pensare che la carrozza ristorante/bar è dotata<br />

di una macchina per il caffè espresso, una gelatiera professionale,<br />

un frigorifero con tritaghiaccio e una sala da pranzo<br />

con 14 tavolini, capace di ospitare 56 commensali in contemporanea.<br />

Il successo riscosso è immediato ed è divertente immergersi<br />

nella realtà di quegli anni attraverso un filmato del 1957<br />

sulle vacanze degli italiani, pubblicato sulla pagina Facebook<br />

di Fondazione FS, in cui ci si ritrova a bordo dell’ETR 300.<br />

Fin da subito il Settebello attira l’attenzione della stampa<br />

estera. Ne è l’esempio un articolo apparso su Voci della<br />

Rotaia nel 1964, in cui un giornalista statunitense descrive<br />

con precisione e meraviglia il suo viaggio tra Roma e Milano,<br />

accompagnato da un rappresentante del ministero dei<br />

Trasporti.<br />

Dopo oltre 60 anni, grazie all’impegno di Fondazione FS Italiane,<br />

sta per rinascere l’ultimo esemplare esistente della<br />

famiglia Settebello, l’ETR 302. A seguito dell’assegnazione<br />

della gara pubblica sono iniziati i lavori di recupero estetico<br />

e funzionale del convoglio, che nel 2022 restituiranno alle<br />

rotaie un treno simbolo del passato, una vera e propria bandiera<br />

per il turismo ferroviario, dotato di moderne tecnologie<br />

per garantire la sicurezza e la comodità dei viaggiatori.<br />

FondazioneFsItaliane<br />

115


PRIMA DI SCENDERE<br />

FUORI LUOGO<br />

di Mario Tozzi mariotozziofficial mariotozziofficial OfficialTozzi<br />

[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]<br />

PICCOLA (GRANDE) ITALIA<br />

Sono le piccole cittadine italiane che dovremmo<br />

riscoprire in questa ripartenza forzatamente<br />

autoctona, come Montemerano (GR), Venzone<br />

(UD), Seulo (SU), Marzamemi (SR). In questi luoghi italici<br />

si vive bene perché c’è qualcosa che va al di là dei monumenti<br />

e delle strutture e riguarda i beni immateriali:<br />

l’assenza di inquinamento, un senso del bello che diventa<br />

quasi oggettivo, gli spazi ampi per l’occhio quando<br />

abbraccia i dintorni, il paesaggio come bene collettivo il<br />

cui godimento viene tutelato, il cibo genuino e una cucina<br />

all’altezza del compito. Girovagando nelle campagne<br />

d’Italia si incontrano costruzioni in pietra pressoché<br />

sconosciute che donano un grande fascino anche alle<br />

contrade meno note. Nella moderna società dei consumi<br />

nel nostro Paese è possibile riconquistare i valori del<br />

borgo cittadino inteso come bene comune e non solo<br />

come sommatoria di interessi singoli, un concetto spesso<br />

riconosciuto anche nell’Italia dei campanili. Molto del<br />

nostro fascino sta nell’armonica, eppure sorprendente,<br />

variabilità di colori, suoni, sapori e umanità. Oggi abbiamo<br />

l’occasione per recuperare il tempo perduto e ripartire<br />

dal nostro incredibile territorio, consapevoli che una<br />

vita intera non basterebbe a conoscerlo, ma che per il<br />

resto del mondo ci sarà tempo più in là.<br />

Venzone (UD)<br />

© NicolaSimeoni/AdobeStock<br />

116


GIOCHI, FUMETTI E CURIOSITÀ PER PICCOLI VIAGGIATORI<br />

LEGGI<br />

il fumetto di<br />

baby doc<br />

SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | LUGLIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />

OGNI VIAGGIO È UN’AVVENTURA MERAVIGLIOSA!<br />

117


LA FRECCIA Junior<br />

SOMMARIO<br />

Pagina 1<br />

VIAGGIA: DI GIOSTRA<br />

IN GIOSTRA<br />

Pagina 3-10<br />

FUMETTO: BABY DOC<br />

V COME VACCINO!<br />

Pagina 2<br />

INFO: MILLE<br />

PASSIONI<br />

Pagina 12<br />

GIOCA: QUESTIONE<br />

DI MEMORIA<br />

Di giostra in giostra<br />

GARDALAND È ALL’OTTAVO POSTO NELLA<br />

CLASSIFICA DEI PARCHI DIVERTIMENTO<br />

EUROPEI PER NUMERO DI VISITATORI.<br />

CON I RECENTI DECRETI POSSONO RIAPRIRE ANCHE I PARCHI<br />

TEMATICI E DI DIVERTIMENTO COME GARDALAND. OVVIAMENTE<br />

CI SARANNO DELLE REGOLE DA SEGUIRE, IL PRIMO CONSIGLIO<br />

È PRENOTARE I BIGLIETTI ONLINE PER EVITARE LUNGHE FILE.<br />

INOLTRE, GLI INGRESSI SARANNO A NUMERO LIMITATO PER<br />

GARANTIRE LA GIUSTA DISTANZA TRA I VISITATORI. ALL’ENTRATA<br />

SARÀ MISURATA LA TEMPERATURA E SARANNO FORNITE<br />

MASCHERINE. SPETTACOLI E GIOSTRE AL CHIUSO ANCORA NON<br />

POTRANNO APRIRE. MA CI SONO TANTISSIME ALTRE ATTRAZIONI DA<br />

VISITARE... PREPARARIAMOCI A UN’ONDATA DI DIVERTIMENTO!<br />

SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | LUGLIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />

è un progetto a cura di<br />

PANINI MAGAZINES – Direttore Mercato Italia: Alex Bertani • Publishing manager: Sara Mattioli • Coordinamento editoriale: Stefania Simonini • Progetto grafico: Alessandro Gucciardo<br />

Illustrazione di copertina e impaginazione: Luca Bertelè e Manuela Nerolini<br />

Per la storia a fumetti: Baby Doc © <strong>2020</strong> Testi: Andrea Voglino • Disegni: Luca Bertelè • Colori: Manuela Nerolini<br />

EDIZIONI LA FRECCIA – Direttore Responsabile: Marco Mancini • Responsabile Editoria: Davide Falcetelli • Coordinamento editoriale: Sandra Gesualdi<br />

TRENITALIA – Sviluppo Commerciale – Divisione Passeggeri Long Haul: Fabrizio Ruggiero, Antonella Graziano<br />

118<br />

1<br />

Junior


Mille passioni<br />

LIBRI<br />

LA SCIARPA PIÙ LUNGA DEL MONDO,<br />

PUBBLICATO DA GIUNTI, RACCONTA<br />

DI UNA SCUOLA IN PERICOLO, DI UNA<br />

MINACCIA E DI UN PROGETTO CHE<br />

UNISCE TUTTA LA COMUNITÀ.<br />

NO SPOILER!, EDIZIONI DE AGOSTINI,<br />

VI SPIEGA COME NASCONO LE STORIE<br />

E LE IDEE CHE SONO ALLA BASE DI<br />

OGNI RACCONTO, PER FARE DI VOI<br />

FANTASTICI SCRITTORI!<br />

PARLIAMO SEMPRE DI VIAGGI, MA DEL<br />

TUTTO PARTICOLARI, PERCHÈ QUESTA<br />

VOLTA VI INVITIAMO A FARE UN VIAGGIO<br />

AL CENTRO DELLA TERRA CON IL<br />

CLASSICO ROMANZO DI JULES VERNE.<br />

VIDEOGAMES<br />

È USCITA ECO LIFESTYLE LA NUOVA<br />

ESPANSIONE DI THE SIMS 4. COME<br />

SI INTUISCE DAL TITOLO, POTRETE<br />

COSTRUIRE LA VOSTRA CASA IN MANIERA<br />

RISPETTOSA DELL’AMBIENTE CON<br />

CENTINAIA DI NUOVI OGGETTI!<br />

IN ESCLUSIVA SU NINTENDO SWITCH,<br />

ESCE NINJALA. SFIDATE I VOSTRI<br />

AMICI CON ARMI FATTE DI... GOMMA DA<br />

MASTICARE E USATE LA TECNICA DEL<br />

NINJUTSU PER DIVERTENTI SFIDE ONLINE.<br />

LO SCHELETRO SKULLY E IL PIPISTRELLO<br />

IMBER SONO I PROTAGONISTI DI<br />

SKELATTACK, UN DIVERTENTE PLATFORM<br />

2D DISPONIBILE SU TUTTE LE CONSOLE!<br />

NON È UN LIBRO, NON È UN FUMETTO, NON<br />

È UN GIOCO. È TUTTO QUESTO E MOLTO<br />

DI PIÙ INSIEME. È IL NUOVO LIBRO DI SIO<br />

DAL TITOLO JOHNNYFER JAYPEGG E IL<br />

PROBLEMA DEI TRE CORGI, PUBBLICATO<br />

DA PANINI COMICS. TROVATE ANCHE<br />

LA “VERSIONE MEGLIO” DELLA PRIMA<br />

AVVENTURA, JOHNNYFER JAYPEGG E IL<br />

TESORO DEGLI ALIENI COMMESTIBILI.<br />

UN GRUPPO DI AMICI, UNA RIVALITÀ E UNA<br />

PASSIONE IN COMUNE CHE LI PORTERÀ<br />

A FORMARE UNA SQUADRA DI CALCIO.<br />

STIAMO PARLANDO DE LA BANDA DEL<br />

PALLONE, UN DIVERTENTE LIBRO A<br />

FUMETTI PUBBLICATO DA TUNUÈ.<br />

FUMETTI<br />

LO SAPEVI CHE…?<br />

RENDETE IMPOSSIBILE LA<br />

PARTITA AI VOSTRI AVVERSARI<br />

GRAZIE A TERRIBILI INCANTESIMI,<br />

OBBLIGATELI A GIOCARE SU<br />

UN PIEDE SOLO O A BRACCIA<br />

INCROCIATE... LE RISATE SONO<br />

GARANTITE CON IL GIOCO VUDÙ,<br />

PRODOTTO DA RED GLOVE!<br />

SVILUPPATE LA FANTASIA E<br />

L’INTUITO CON IL BELLISSIMO<br />

DIXIT, PRODOTTO DA ASMODEE.<br />

UN GIOCO CHE METTERÀ ALLA<br />

PROVA LA VOSTRA IMMAGINAZIONE<br />

PER INTERPRETARE GLI INDIZI E<br />

ARRIVARE ALLA VITTORIA.<br />

GIOCHI DA TAVOLO<br />

NONOSTANTE I NUMEROSI CONTENDENTI, YELLOW KID È<br />

CONSIDERATO IL PRIMO VERO E PROPRIO FUMETTO. FU CREATO<br />

NEL 1895 DA RICHARD FELTON OUTCAULT E PUBBLICATO SUL<br />

SUPPLEMENTO DOMENICALE DEL NEW YORK WORLD. I TESTI<br />

INIZIALMENTE ERANO SCRITTI SU DEI CARTELLI E SUL CAMICE DEL<br />

PROTAGONISTA, LE TIPICHE “NUVOLETTE” COMPARIRANNO NEL 1896.<br />

IL PERSONAGGIO EBBE UN SUCCESSO ENORME, TANTO CHE IL<br />

NEW YORK JOURNAL INGAGGIÒ IL DISEGNATORE E, NON ESISTENDO<br />

LEGGI SUL DIRITTO D’AUTORE, LA SERIE FU CONTINUATA DA<br />

AUTORI DIVERSI, SU ENTRAMBI I GIORNALI, PER ALCUNI ANNI.<br />

2<br />

119<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

baby doc in<br />

V COME<br />

VACCINO!<br />

A TiNY TOWN è scoppiata<br />

l’estate e tutti<br />

sembrano felici...<br />

Tutti, tranne i<br />

temibili virus<br />

MOCCiKUS...<br />

Miei<br />

SSSUDDiTi,<br />

sssono molto<br />

delussso...<br />

Perché<br />

non riusciamo a<br />

conquissstare<br />

TiNY TOWN?<br />

120<br />

3<br />

Junior


Colpa di<br />

BABY DOC, sssire!<br />

Quel piccolo<br />

guassstafessste<br />

è OVUNQUE!<br />

ha convinto i<br />

bambini a indosssare<br />

correttamente guanti e<br />

massscherine quando<br />

essscono a giocare...<br />

...e addirittura a<br />

tenere sssempre<br />

le mani ben pulite!<br />

...a rissspettare il<br />

dissstanziamento<br />

fisssico...<br />

4<br />

121<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

iNCREDiBiLE!<br />

Per fortuna abbiamo<br />

uno sssfidante alla<br />

sssua altezza...<br />

L’AGENTE<br />

ZERO ZERO<br />

MOCCiKUSSS!<br />

Qual è il<br />

piano, zero zero<br />

moccikusss?<br />

Visssto che<br />

non riusciamo a<br />

infettare gli abitanti<br />

di Tiny Town, non<br />

c’è che una<br />

sssoluzione…<br />

infetterò<br />

direttamente BABY<br />

DOC... ssse metto<br />

K.O. LUi, non potrà<br />

più difendere<br />

la città!<br />

122<br />

5<br />

Junior


Ecco<br />

laggiù il<br />

LABORATORiO di<br />

BABY DOC...<br />

...Non devo<br />

fare altro che<br />

intrufolarmi<br />

dentro di<br />

SSSOPPiATTO...<br />

E ora<br />

a noi due,<br />

piccolett... EH?<br />

Ma qui non c’è<br />

nesssuno!<br />

6<br />

123<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

Già, agente zero zero<br />

moccikus... dove<br />

sarà finito Baby Doc?<br />

è in<br />

arrivo in<br />

perfetto orario<br />

il frecciarossa<br />

diretto a tiny<br />

town!<br />

Accidenti,<br />

se è veloce il<br />

FRECCiAROSSA!<br />

Già... e il<br />

nostro viaggio<br />

ci ha permesso di<br />

scoprire quello<br />

che ci serviva per<br />

completare il vaccino<br />

contro il ViRUS<br />

MOCCiKUS!<br />

Fino ad<br />

allora, con<br />

Trenitalia si viaggia<br />

in tutta sicurezza...<br />

abbiamo posti distanziati,<br />

gel disinfettante,<br />

mascherine e guanti<br />

per tutti!<br />

124<br />

7<br />

Junior


Ecco,<br />

ora carico<br />

i bagagli... al<br />

LABORATORiO,<br />

BABY NURSE!<br />

Non vedi<br />

l’ora di darti<br />

da fare, eh?<br />

VOLO!<br />

Se le cose<br />

vanno come spero,<br />

entro qualche ora<br />

possiamo cominciare<br />

a lavorare sul<br />

VACCiNO...<br />

Alla formula<br />

che ho studiato<br />

in questi mesi non<br />

manca che un<br />

iNGREDiENTE<br />

SEGRETO...<br />

8<br />

125<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

Piacere,<br />

BABY DOC... sono<br />

l’agente zero zero<br />

moccikusss... e ti<br />

assspettavo con<br />

ansssia!<br />

GULP!<br />

fermo lì,<br />

bruttone!<br />

AAAH!<br />

Disssinfettante!<br />

Che ssschifo!<br />

Bene, bene...<br />

Come ti dicevo,<br />

BABY NURSE, ci mancava<br />

solo un ingrediente per<br />

il nostro VACCiNO...<br />

il ViRUS!<br />

...NO!<br />

COSSSA volete<br />

farmi?<br />

126<br />

9<br />

Junior


Qualche<br />

tempo dopo...<br />

Privo delle sue armi,<br />

zero zero moccikus è diventato<br />

un nostro ALLEATO... trasformato<br />

in vaccino ha potenziato le DiFESE<br />

iMMUNiTARiE degli abitanti<br />

di Tiny Town!<br />

Già! Ora i<br />

moccikus non<br />

sono più tanto<br />

PERiCOLOSi... e se<br />

la battono!<br />

Pian pianino,<br />

la vita a TiNY TOWN<br />

sta tornando alla<br />

normalità!<br />

ora che<br />

Moccikus è<br />

indebolito possiamo<br />

partire tranquilli per<br />

una meritata VACANZA.<br />

Sempre rispettando<br />

le regole<br />

sanitarie...<br />

...e naturalmente<br />

sfruttando tutte<br />

le destinazioni del<br />

FRECCiAROSSA!<br />

FINE<br />

10<br />

127<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

Fatti<br />

aiutare da un<br />

ADULTO<br />

per usare le<br />

forbici!<br />

Questione di memoria<br />

!<br />

1<br />

VI PROPONIAMO UN’IDEA SEMPLICE E VELOCE PER CREARE, CON MATERIALI RICICLATI,<br />

UN GIOCO DIVERTENTE DA PORTARE SEMPRE CON VOI. SFIDATE GLI AMICI, I GENITORI E I<br />

VOSTRI FRATELLI E SORELLE. È UNA QUESTIONE DI OCCHIO E DI... MEMORIA.<br />

TAGLIA LA CARTA DA REGALO IN<br />

QUADRATI DI 5 CENTIMETRI PER LATO.<br />

PIÙ NE FAI, PIÙ IL GIOCO SARÀ DIFFICILE.<br />

RICORDA CHE DEVONO ESSERE<br />

IN NUMERO PARI. E OVVIAMENTE<br />

DEVI RITAGLIARLI A COPPIE UGUALI,<br />

SCEGLIENDO LA STESSA PORZIONE DI<br />

DISEGNO SULLA CARTA DA REGALO.<br />

• Carta da regalo<br />

(meglio se usata)<br />

• Cartone<br />

2<br />

COSA TI SERVE:<br />

• Forbici<br />

• Colla<br />

3<br />

ORA PRENDI IL CARTONCINO. RITAGLIA<br />

UN NUMERO DI QUADRATI UGUALI A<br />

QUELLI FATTI IN PRECEDENZA CON<br />

LA CARTA DA REGALO. CHIARAMENTE<br />

DEVONO ESSERE DELLE STESSE<br />

DIMENSIONI DI 5 CENTIMETRI PER LATO.<br />

INCOLLA TUTTI I QUADRATI DI CARTA<br />

DA REGALO SU UNO DEI LATI DEL<br />

CARTONCINO. E SEI GIÀ PRONTO PER<br />

INIZIARE A GIOCARE! SFIDA I TUOI AMICI E<br />

I TUOI GENITORI A CHI HA PIÙ MEMORIA!<br />

SE NON HAI DELLA CARTA DA REGALO<br />

PUOI DISEGNARE LE TESSERE DEL<br />

GIOCO COME PIÙ TI PIACE. USA LE<br />

EMOTICON, COLORI DIVERSI O ANCHE<br />

I NUMERI. VA BENE QUALSIASI COSA,<br />

BASTA CHE SIANO A COPPIE!<br />

128<br />

11<br />

Junior

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