Fitainforma giugno 2020

Nuovo numero per il periodico del Comitato Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori. Un numero speciale nel quale compagnie e dirigenti dell'organizzazione raccontano il lockdown e guardano al prossimo futuro. Nuovo numero per il periodico del Comitato Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori. Un numero speciale nel quale compagnie e dirigenti dell'organizzazione raccontano il lockdown e guardano al prossimo futuro.

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14.06.2020 Views

IL TEATRO IN LOCKDOWN continua da pagina 9 no colmato i social network… a mio avviso però non credo si produrranno le rivoluzioni sociali e culturali che in molti hanno ipotizzato. A breve, nel bene e nel male, mi sa che tornerà tutto come prima”. “Per quanto riguarda la nostra rassegna Estate Teatrale Cavaionese, che quest’anno compirà 23 anni, il Comune sta predisponendo una nuova location, uno spazio molto grande che ci consentirà probabilmente di poterla svolgere rispettando le normative - spiega Igino Dalle Vedove, direttore artistico della rassegna e capocomico per Amici del Teatro Cavaionese - Teatro dell’Attorchio (Verona) -. Abbiamo sentito le compagnie in cartellone e quasi tutte hanno spettacoli che permettono il distanziamento richiesto sul palco. Solo poche hanno dovuto dire di no poiché, per la natura corale dei loro lavori, se ne snaturerebbe la struttura. Quando è scoppiata la pandemia, con la compagnia eravamo al lavoro su una nuova commedia, Va tutto ben basta che i paga di Loredana Cont. Sfortunatamente le prove si svolgevano nella palestra di una scuola elementare che ora è invalicabile: il Comune, però, probabilmente ci metterà a disposizione uno spazio all’aperto dove le regole da rispettare sono un po’ più morbide. Oltre alla difficoltà di riprogrammare le date cancellate dal lockdown c’è la titubanza di alcuni attori di contrarre il virus durante gli spettacoli. C’è chi ha deciso che sarà sul palco solo se autorizzato a tenere la mascherina e altri che invece vogliono attendere direttamente il vaccino, preoccupati dalla fragilità della propria salute. Non aiuta poi il fatto che il pubblico dell’amatoriale sia composto per un buon 80% da persone sopra i sessant’anni che vengono considerate perciò a rischio”. Negrar (Verona): “Abbiamo chiesto e ottenuto dal Comune uno spazio all’aperto per effettuare le prove rispettando le indicazioni di distanziamento - evidenzia Franco Antolini -. A febbraio il lockdown ha bloccato la preparazione di una mia nuova commedia, Fermata Tavernele, che ora contiamo di far debuttare almeno in autunno. Per fortuna abbiamo in repertorio due monologhi che proporremo così nei mesi estivi, andando a soddisfare le richieste delle normative anti- Covid e in aggiunta abbattendo i costi”. “Tra marzo e maggio ci sono saltati ben otto spettacoli - conferma Maurizio Cerato, presidente della vicentina La Trappola -. Una grossa botta, non solo per le repliche mancate ma per il periodo di riorganizzazione della nostra attività che sta conseguendo al lockdown. Già a marzo però ci siamo ingegnati a provare mediante la Situazione simile a quella precedente, per El Gavetin di

app Zoom e da giugno abbiamo ripreso le prove sul palco, pur tenendo conto di tutte le dovute precauzioni. Stiamo lavorando al nuovo spettacolo Antenore - L’alba di un popolo che, probabilmente, debutterà tra autunno e inverno. Il teatro, naturalmente, è parola, contatto e dunque, in questa situazione, ci sentiamo molto limitati. Ciò che più ci pesa è però la mancanza del pubblico, il suo calore durante gli spettacoli, un fattore determinante per innescare quell’adrenalina utile a dare il meglio di sé. Nel frattempo viviamo in preda a questo enorme punto di domanda: non sappiamo quando si tornerà alla normalità. Gli esperti dicono che dovremo attendere un vaccino. Ma quando sarà pronto? Temo che, fino ad allora, il pubblico si dimostrerà assai cauto rispetto agli spettacoli teatrali, poiché c’è questa strisciante paura di poter contrarre il virus”. In totale controtendenza la leonicena L’Archibugio: “Per noi non è stato assolutamente un momento di pausa, anzi - spiega il direttore artistico Giovanni Florio -. Dopo uno sconcerto iniziale e il dispiacere di aver perso sei repliche in meno di due mesi, ci siamo rimboccati le mani tentando di capire come sfruttare questo imprevisto a nostro favore. Abbiamo compreso che i canali social avrebbero potuto veicolare la nostra recitazione al di fuori del palco. Abbiamo perciò lavorato collettivamente a due web series, L’Oroscopo dell’Alchimista e Influenza di Pupa, che hanno ottenuto un riscontro positivo da parte del nostro pubblico abituale e, anzi, ci hanno permesso di arrivare a tante nuove persone. Ovviamente non vediamo l’ora di tornare sul palcoscenico vero, ma queste esperienze sono state utili per proseguire con la recitazione e approcciarci a strumenti per noi inediti. Abbiamo sperimentato anche una modalità di scrittura per noi desueta: solitamente le sceneggiature erano scritte da me, ma questa volta si è trattato di un lavoro a più mani, una nuova maniera di raccogliere e plasmare insieme le idee mediante documenti condivisi sul web”. “Oltre alle repliche, il lockdown ci ha bruciato due debutti - testimonia il regista de Il Covolo di Longare (Vicenza), Alberto Trevisan - e cioè Se fossi lei, una serie di monologhi incentrati sul mondo femminile, e lo spettacolo per famiglie La rivincita dei tre moschettieri. Adesso abbiamo sfruttato la app Zoom per tener vivo il copione e provare a distanza. Sono anche iniziate le prove, in forma “domestica”, al fine di riproporre i nostri spettacoli secondo un modus Covid-free e dunque tenendo conto anche del distanziamento tra attori. Secondo me la pandemia ha cambiato e cambierà per molto tempo le regole del gioco e siamo chiamati tutti a tenerne conto. Anche la coreografia più innocente dovrà passare sotto il vaglio di quelle normative che ci vogliono ad almeno un metro di distanza l’uno dall’altro”. “Avremmo dovuto debuttare il 28 marzo al Teatro Busnelli con il nostro L’antikuario, riadattamento de La famiglia dell’antiquario di Goldoni - racconta Davide Berna de La Calandra di Dueville (Vicenza) -. È stato un parto difficile per il quale mi sono occupato della riscrittura e della regia, coadiuvato per quest’ultima da Bruno Salgarollo. Eravamo desiderosi di andare in scena, perché si tratta di un lavoro diverso dal solito. Ci piaceva l’idea di metterci in gioco alleggerendo il lavoro di Goldoni mediante un linguaggio contemporaneo e fatti pescati dall’attualità. Abbiamo evitato perciò l’approccio classico, facendone una parodia. Si è scelto di osare anche rispetto a scenografie, musiche e costumi (risultato di una partnership con l’istituto Scotton di Breganze). Le prove ricominceranno a settembre e confidiamo di debuttare poco prima di fine anno all’interno della rassegna Radici, sempre al Busnelli. Nel frattempo ho messo mano a Le Beatrici di Stefano Benni, selezionandone quattro - cinque monologhi e creando un filo conduttore che li unisse. Molto probabilmente presenteremo quest’ultima fatica a fine agosto al Busnelli Giardino Magico, sempre a Dueville”. Fita Veneto ringrazia tutte le compagnie partecipanti a questa interessante panoramica, che ci ha permesso di “tastare il polso” della nostra realtà teatrale. 11

app Zoom e da <strong>giugno</strong> abbiamo<br />

ripreso le prove sul palco,<br />

pur tenendo conto di tutte le<br />

dovute precauzioni. Stiamo<br />

lavorando al nuovo spettacolo<br />

Antenore - L’alba di un popolo<br />

che, probabilmente, debutterà<br />

tra autunno e inverno. Il teatro,<br />

naturalmente, è parola,<br />

contatto e dunque, in questa<br />

situazione, ci sentiamo molto<br />

limitati. Ciò che più ci pesa è<br />

però la mancanza del pubblico,<br />

il suo calore durante gli spettacoli,<br />

un fattore determinante<br />

per innescare quell’adrenalina<br />

utile a dare il meglio di sé. Nel<br />

frattempo viviamo in preda a<br />

questo enorme punto di domanda:<br />

non sappiamo quando<br />

si tornerà alla normalità.<br />

Gli esperti dicono che dovremo<br />

attendere un vaccino. Ma<br />

quando sarà pronto? Temo<br />

che, fino ad allora, il pubblico si<br />

dimostrerà assai cauto rispetto<br />

agli spettacoli teatrali, poiché<br />

c’è questa strisciante paura di<br />

poter contrarre il virus”.<br />

In totale controtendenza la leonicena<br />

L’Archibugio: “Per noi<br />

non è stato assolutamente un<br />

momento di pausa, anzi - spiega<br />

il direttore artistico Giovanni<br />

Florio -. Dopo uno sconcerto<br />

iniziale e il dispiacere di aver<br />

perso sei repliche in meno di<br />

due mesi, ci siamo rimboccati<br />

le mani tentando di capire<br />

come sfruttare questo imprevisto<br />

a nostro favore. Abbiamo<br />

compreso che i canali social<br />

avrebbero potuto veicolare la<br />

nostra recitazione al di fuori<br />

del palco. Abbiamo perciò lavorato<br />

collettivamente a due<br />

web series, L’Oroscopo<br />

dell’Alchimista<br />

e Influenza di Pupa, che hanno<br />

ottenuto un riscontro positivo<br />

da parte del nostro pubblico<br />

abituale e, anzi, ci hanno permesso<br />

di arrivare a tante nuove<br />

persone. Ovviamente non<br />

vediamo l’ora di tornare sul<br />

palcoscenico vero, ma queste<br />

esperienze sono state utili per<br />

proseguire con la recitazione<br />

e approcciarci a strumenti per<br />

noi inediti. Abbiamo sperimentato<br />

anche una modalità<br />

di scrittura per noi desueta:<br />

solitamente le sceneggiature<br />

erano scritte da me, ma questa<br />

volta si è trattato di un lavoro a<br />

più mani, una nuova maniera di<br />

raccogliere e plasmare insieme<br />

le idee mediante documenti<br />

condivisi sul web”.<br />

“Oltre alle repliche, il<br />

lockdown ci ha bruciato<br />

due debutti - testimonia<br />

il regista de Il Covolo<br />

di Longare (Vicenza), Alberto<br />

Trevisan - e cioè Se fossi lei,<br />

una serie di monologhi incentrati<br />

sul mondo femminile, e<br />

lo spettacolo per famiglie La<br />

rivincita dei tre moschettieri.<br />

Adesso abbiamo sfruttato la<br />

app Zoom per tener vivo il<br />

copione e provare a distanza.<br />

Sono anche iniziate le prove, in<br />

forma “domestica”, al fine di riproporre<br />

i nostri spettacoli secondo<br />

un modus Covid-free e<br />

dunque tenendo conto anche<br />

del distanziamento tra attori.<br />

Secondo me la pandemia ha<br />

cambiato e cambierà per molto<br />

tempo le regole del gioco e<br />

siamo chiamati tutti a tenerne<br />

conto.<br />

Anche la coreografia più innocente<br />

dovrà passare sotto il vaglio<br />

di quelle normative che ci<br />

vogliono ad almeno un metro<br />

di distanza l’uno dall’altro”.<br />

“Avremmo dovuto debuttare il<br />

28 marzo al Teatro Busnelli con<br />

il nostro L’antikuario, riadattamento<br />

de La famiglia dell’antiquario<br />

di Goldoni - racconta<br />

Davide Berna de La Calandra<br />

di Dueville (Vicenza) -. È stato<br />

un parto difficile per il quale mi<br />

sono occupato della riscrittura<br />

e della regia, coadiuvato per<br />

quest’ultima da Bruno Salgarollo.<br />

Eravamo desiderosi di andare<br />

in scena, perché si tratta<br />

di un lavoro diverso dal solito.<br />

Ci piaceva l’idea di metterci in<br />

gioco alleggerendo il lavoro di<br />

Goldoni mediante un linguaggio<br />

contemporaneo e fatti<br />

pescati dall’attualità. Abbiamo<br />

evitato perciò l’approccio classico,<br />

facendone una parodia. Si<br />

è scelto di osare anche rispetto<br />

a scenografie, musiche e<br />

costumi (risultato di<br />

una partnership con<br />

l’istituto Scotton di Breganze).<br />

Le prove ricominceranno<br />

a settembre e confidiamo di<br />

debuttare poco prima di fine<br />

anno all’interno della rassegna<br />

Radici, sempre al Busnelli. Nel<br />

frattempo ho messo mano a<br />

Le Beatrici di Stefano Benni,<br />

selezionandone quattro - cinque<br />

monologhi e creando un<br />

filo conduttore che li unisse.<br />

Molto probabilmente presenteremo<br />

quest’ultima fatica a<br />

fine agosto al Busnelli Giardino<br />

Magico, sempre a Dueville”.<br />

Fita Veneto ringrazia tutte<br />

le compagnie partecipanti<br />

a questa interessante<br />

panoramica, che ci ha permesso<br />

di “tastare il polso” della nostra<br />

realtà teatrale.<br />

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