LeStrade n. 1554 - gennaio/febbraio 2020
- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche - Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea - Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni
- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche
- Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea
- Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni
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applicazione, quando si ha la cosiddetta “rottura” dell’emulsione<br />
che consiste nella sedimentazione, flocculazione e coalescenza,<br />
con formazione del film di bitume sugli inerti (fig.<br />
6). L’emulsione è un legante complesso, a causa della grande<br />
varietà di possibili formulazioni e parametri di processo; il<br />
suo studio è in continua evoluzione. Anche l’adesione è una<br />
proprietà fondamentale, oggetto di numerosi studi. L’approfondimento<br />
di questi temi esula dagli scopi del presente articolo.<br />
Un testo fondamentale, per chiarezza e praticità, è stato<br />
pubblicato dalla associazione francese SFERB (Syndicat<br />
des F abricant d’E mulsions R uotieres de Bitume); la versione<br />
inglese, dal titolo “Bitumen E mulsions, general information<br />
applications” è del 1991, ma è ancora attuale; da essa<br />
abbiamo tratto alcune suggestive immagini (figg. 2 e 8). Anche<br />
l’associazione americana AEMA ha prodotto vari e validi<br />
manuali. SITEB ha diffuso nel 2011 le linee guida per la<br />
“Marcatura CE delle emulsioni bituminose”. Le emulsioni cationiche<br />
devono infatti sottostare alla procedura di marcatura<br />
CE, con riferimento alla norma UNI 13808 (Q uadro delle<br />
specifiche per le emulsioni cationiche).<br />
Applicazione delle emulsioni<br />
L’uso principale delle emulsioni bituminose in Italia è per le<br />
cosiddette “mani di attacco” (tack coat). In tal caso l’emulsione<br />
serve per ancorare il conglomerato bituminoso al supporto<br />
e legare insieme gli strati che ne compongono il “pacchetto”<br />
(base, binder, usura), così che essi non possano scorrere<br />
gli uni sugli altri ma costituiscano un sistema unico che reagisce<br />
solidale alle sollecitazioni (fig. 7). Q uesta operazione è<br />
di fondamentale importanza e purtroppo qualche volta viene<br />
“dimenticata” o non fatta a regola d’arte; molte buche di<br />
città si formano anche a causa di ciò .<br />
Il settore oggi di maggior sviluppo per le emulsioni riguarda i<br />
trattamenti superficiali per la manutenzione stradale; ciò per<br />
i costi contenuti e per il basso impatto ambientale che essi<br />
comportano. Q uesti trattamenti, se fatti al momento giusto,<br />
permettono di salvaguardare il manto stradale con costi limitati,<br />
estendendo la vita utile e ripristinando l’aderenza.<br />
Rispetto a un micro-tappeto a caldo, la crescente diffusione<br />
di questa tecnica è dovuta alla sua efficacia e al basso costo;<br />
nel caso più semplice è sufficiente stendere uno strato<br />
di graniglia sulla superficie usurata, trattata con emulsione<br />
(fig. 8). Per avere un trattamento più efficace, si può ripetere<br />
la combinazione emulsione/ aggregati, applicando due<br />
o più strati mono-granulari. In presenza di elevato traffico o<br />
traffico pesante, vengono usate emulsioni in cui il bitume è<br />
modificato con polimeri.<br />
Le malte a freddo, più note come slurry seal, si ottengono<br />
miscelando in un impianto mobile l’emulsione con aggregati<br />
fini e (spesso) cemento; questo svolge la funzione di regolatore<br />
della rottura. Si ottiene così un ricoprimento superficiale<br />
di 5-10 mm, adatto a trattare superfici stradali usurate e<br />
con modeste fessurazioni. Lo slurry seal viene oggi impiegato<br />
anche in abbinamento ai trattamenti superficiali con emulsione<br />
e graniglia, sopra citati. Q uesto trattamento abbinato,<br />
che prende il nome di cape seal, fissa la graniglia del trattamento<br />
sottostante e permette di avere una superficie liscia<br />
con aumentata durabilità. Il cape seal può essere usato an-<br />
Gli Specialisti<br />
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che con traffico pesante e per riparare fessurazioni di minore<br />
entità. Secondo il National Park Service USA, esso può estendere<br />
la vita utile di una pavimentazione di 6-8 anni, o più se<br />
fatto con emulsione modificata.<br />
Rispetto allo slurry seal, i conglomerati a freddo contengono<br />
aggregati di maggiori dimensioni distribuiti uniformemente<br />
in un malta fatta con emulsione. La versione più impiegata<br />
è la francese grave- emulsion (0/ 10, 0/ 14, 0/ 20); la sua caratteristica<br />
principale è la decantazione-rottura che avviene<br />
solo dopo il trasporto dall’impianto di produzione, durante<br />
la compattazione: la malta ingloba gli aggregati maggiori<br />
che mantengono l’angolo interno di frizione, cosa che conferisce<br />
alla miscela una elevata resistenza alla deformazione.<br />
In Francia vengono prodotti annualmente più di due milioni<br />
di tonnellate di conglomerati a freddo, impiegati in strade<br />
non sottoposte a traffico particolarmente pesante. La quantità<br />
di energia (per esempio olio combustibile) necessaria per<br />
produrre una tonnellata di conglomerato caldo tradizionale è<br />
7. Spargimento mediante<br />
macchina spruzzatrice<br />
della mano di attacco<br />
8. Rappresentazione grafica<br />
delle fasi di un trattamento<br />
superficiale semplice<br />
(dal manuale SFERB)<br />
1-2/<strong>2020</strong> leStrade