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LeStrade n. 1554 - gennaio/febbraio 2020

- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche - Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea - Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni

- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche
- Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea
- Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni

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14<br />

-<br />

Due sviluppi concreti<br />

“ispirati” dalla norma 2008<br />

In questa sede ci limitiamo a segnalare due iniziative<br />

che, in attesa di una più attenta riflessione, potrebbero<br />

già fornire alcuni suggerimenti utili non solo per gli<br />

organi centrali e periferici della Protezione Civile e le<br />

autorità territoriali competenti, ma anche per gli enti<br />

proprietari o gestori di strade, ferrovie e imprese di trasporto,<br />

nonché per gli ordini professionali e le diverse<br />

associazioni che si occupano dei problemi dei trasporti<br />

e delle operazioni di soccorso.<br />

L'inziativa di Regione Lombardia<br />

La prima iniziativa è quella che è stata promossa dalla<br />

Regione Lombardia che nel 2009, pochi mesi dopo la<br />

pubblicazione della direttiva 2008/ 114/ CE e prima ancora<br />

del suo recepimento, ha definito il “P rogramma R e-<br />

gionale per la collaborazione ed il coordinamento nella<br />

Sicurezza delle Infrastrutture Critiche ( P R eSIC) di attività<br />

e di coinvolgimento degli operatori di IC” 2 . In seguito,<br />

il 14 dicembre 2010 la Regione Lombardia ha sottoscritto<br />

con gli Enti gestori delle infrastrutture critiche nel<br />

settore trasporti e dell’energia (Trenitalia, Gruppo FNM,<br />

TEB SpA, SACBO SpA, SEA SpA, ATM SpA, ANAS SpA,<br />

Autostrade per l’Italia SpA, Milano Tangenziali-Milano<br />

Serravalle SpA, A2A SpA ed ENEL SpA) un Protocollo<br />

d’Intesa per il monitoraggio e la protezione delle infrastrutture<br />

critiche situate in territorio lombardo, in modo<br />

da garantire ai cittadini servizi dotati di livelli di continuità<br />

e sicurezza sempre maggiori. Tra le finalità, il Protocollo<br />

individua espressamente quella di definire le azioni,<br />

le modalità e i tempi per rendere più efficiente il sistema<br />

delle infrastrutture critiche e limitare gli effetti negativi<br />

di eventuali deficit di funzionamento. Il Protocollo propone<br />

anche forme di collaborazione che consentono di<br />

affrontare efficacemente specifici scenari critici e di promuovere<br />

azioni tese a limitare la vulnerabilità delle infrastrutture<br />

critiche, definendo piani di azione comuni,<br />

agevolando il flusso informativo ed individuando priorità<br />

di intervento. Tra gli obiettivi del Protocollo rientrano<br />

anche le attività utili al monitoraggio e alla gestione<br />

degli eventi che possono avere ripercussioni sull’operatività<br />

di più infrastrutture attraverso l’adozione di strategie<br />

ed iniziative tese a ridurre il margine di vulnerabilità<br />

ed il conseguente livello di rischio. È auspicabile che<br />

un analogo protocollo venga sottoscritto da altre Regioni<br />

con gli enti proprietari e gestori delle infrastrutture di<br />

trasporto situate nei territorii regionali di competenza.<br />

L'iniziativa della Svizzera<br />

Altra iniziativa lodevole nel settore, che merita di essere<br />

anticipata in questa sede, è quella del Consiglio Federale<br />

Svizzero che, in data 8 dicembre 2017, ha emesso<br />

l’Ordinanza “Strategia nazionale per la P rotezione delle<br />

Infrastrutture Critiche ( P IC) 2 0 1 8 - 2 0 2 2” con la quale<br />

ha aggiornato la precedente ordinanza del 2012 in modo<br />

da “migliorare ulteriormente la resilienza ( capacità di resistenza,<br />

adattamento e rigenerazione) della Svizzera in<br />

materia di ' Infrastrutture critiche”. I gestori di IC sono tenuti<br />

a verificare “la resilienza” autonomamente sulla base<br />

una specifica Linea Guida PIC e le Autorità di vigilanza e<br />

di regolazione nei diversi settori IC sono state sollecitate<br />

a verificare congiuntamente con i gestori se i provvedimenti<br />

adottati sono sufficienti o se sono necessarie ulteriori<br />

misure per migliorare la resilienza. Per ogni settore si<br />

devono valutare le vulnerabilità e i rischi esistenti, nonché<br />

elaborare e attuare, ove occorra, ulteriori misure preventive<br />

e preparatorie supplementari volte a evitare eventuali<br />

interruzioni e a ripristinare rapidamente la normalità.<br />

4 . Te r r e m o t i s t o r i c i i n I t a l i a<br />

Fonte : IN G V<br />

Verificare la resilienza<br />

Per le ragioni di riservatezza di cui si è fatto cenno, non<br />

si è avuto modo di conoscere se un’ordinanza del tipo di<br />

quella emanata dal Consiglio Federale Svizzero sia stata<br />

adottata anche in Italia dalla “Struttura responsabile” individuata<br />

presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />

o dal “N ucleo interministeriale situazione e pianificazione<br />

( N ISP )” previsti dall’art. 4 del D.Lgs n. 61/ 2011 di recepimento<br />

della Direttiva 2008/ 114/ CE. Sarebbe comunque<br />

auspicabile che, ove questa non sia stata già emanata, le<br />

suddette strutture, o almeno il Ministero delle Infrastrutture<br />

e dei Trasporti invitassero tutti gli Enti proprietari o<br />

gestori di infrastrutture stradali e ferroviarie a “verificare<br />

la resilienza” delle strade e delle ferrovie costituenti la rete<br />

primaria. Analogamente i competenti Organi regionali dovrebbero<br />

comportarsi nei confronti degli enti proprietari<br />

delle infrastrutture di trasporto regionali e secondarie.<br />

Non c’è dubbio, infatti, che le infrastrutture stradali, non<br />

solo quelle che fanno parte della rete primaria, ma anche<br />

quelle appartenenti alle reti regionali, qualora costituiscano<br />

l’unico valido collegamento con i centri abitati, debbano<br />

essere dotate di una buona “resilienza”, perché da esse<br />

può dipendere la sopravvivenza degli abitanti delle località<br />

colpite da terremoti, alluvioni o disastri di altra natura.<br />

Come i lettori ricorderanno, l’importanza delle infrastrutture,<br />

specialmente quelle del settore dei trasporti, nella<br />

prevenzioni delle catastrofi era stata già ampiamente evidenziata<br />

nel corso della “Terza Conferenza mondiale dedicata<br />

alla prevenzione e riduzione degli effetti catastrofici<br />

naturali ( W CDR R - W orld Conference on Disaster R isk R e<br />

duction) ” che si è tenuta a Sendai, in Giappone, nel marzo<br />

del 2015 e di cui, qualche anno fa, si era già data notizia<br />

su questa rivista 3 . La Conferenza aveva come obiettivo<br />

quello di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale<br />

sull’esigenza di rafforzare la capacità delle popolazioni<br />

di resistere alle emergenze e di prevenirle come previsto<br />

nella risoluzione n.68/ 2011 “Strategie internazionali<br />

di prevenzione delle catastrofi” adottata dall’Assemblea<br />

Generale delle Nazioni Unite nell’ottobre 2013. Nel corso<br />

della Conferenza fu unanime il riconoscimento del ruolo<br />

fondamentale che svolgono le infrastrutture, in specie,<br />

quelle di trasporto nella gestione dell’emergenza e l’invito<br />

rivolto ai Governi di tutto il mondo è stato quello di<br />

5 . I l l u n g o m a r e d i M e s s i n a q u a l c h e g i o r n o 6 . D a n n e g g i a m e n 7<br />

t o<br />

. U n a c o p e r t i n a<br />

d o p o i l t e r r i b i l e t e r r e m o t o d e l 1 9 0 8 d i u n a l i n e a f e r r o v i<br />

d<br />

a<br />

e<br />

r<br />

l<br />

i<br />

l<br />

a<br />

a DD om enica<br />

d el C orriere<br />

d e d i c a t a<br />

a l d r a m m a<br />

s i c i l i a n o<br />

Sicurezza delle Infrastrutture

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