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LeStrade n. 1554 - gennaio/febbraio 2020

- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche - Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea - Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni

- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche
- Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea
- Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni

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Q<br />

Q<br />

Ritorno all’economia reale<br />

Grandi rischi, lavori pubblici, industria: riflessioni empiriche di inizio anno<br />

AISES<br />

Associazione Italiana Segnaletica<br />

e Sicurezza<br />

P.zza Cola di Rienzo, 80/a<br />

00192 Roma<br />

Tel 06.45476588 - Fax 06.45476677<br />

E-mail: presidenza@aises.it<br />

www.aises.it<br />

Gabriella Gherardi<br />

Presidente AISES<br />

Mobilitare la ricchezza del Paese<br />

sulle sue reali fragilità<br />

Prima di affrontare i problemi più<br />

gravi del Paese, al fine di assicurare il<br />

risultato, occorre fare una ricognizione,<br />

a tutto campo, delle risorse economiche<br />

pubbliche, private, partecipate che<br />

si possano mobilitare sugli obiettivi<br />

prescelti, coordinandole tra di loro con<br />

l' obiettivo di ottenere ulteriore valore<br />

aggiunto. In particolare:<br />

• Lo Stato dovrebbe finanziare: la<br />

pianificazione della prevenzione dei<br />

grandi rischi di massa (idrogeologico,<br />

sismico, ambientale, ecc.); la<br />

programmazione generale della messa<br />

in sicurezza delle infrastrutture;<br />

l’attivazione di piani industriali settoriali<br />

e generali servendosi nel territorio delle<br />

Camere di Commercio, rendendole<br />

proattive rispetto alle attuali funzioni<br />

para-notarili;<br />

• Lo Stato già agevola attraverso<br />

bonus di credito d’imposta i proprietari<br />

di terreni e fabbricati che mettano in<br />

sicurezza le loro proprietà con una<br />

politica di bonus coordinata e durevole<br />

nel tempo, estendibile anche ad altri<br />

interventi necessari quali un idro-bonus<br />

per fronteggiare il rischio idrogeologico<br />

a proprietari di fabbricati e terreni;<br />

• Lo Stato può concedere garanzie di<br />

vario tipo ad attività di supporto ai temi<br />

qui trattati;<br />

• I privati proprietari di terreni e<br />

costruzioni sono obbligati a stipulare<br />

un' assicurazione in difesa passiva<br />

contro i danni da sinistri derivati da<br />

grandi rischi in necessaria completezza<br />

alla politica dei bonus;<br />

• Tutti, individui, famiglie, imprese,<br />

enti sono incoraggiati dallo Stato, con<br />

l’ausilio di CDP e del sistema bancario,<br />

ASSOCIAZIONE AISES<br />

a partecipare a lanci di risparmi<br />

popolari a mezzo Buoni del Tesoro a<br />

media-lunga redimibilità e di attrattivo<br />

rendimento a fronte di campagne<br />

dedicate alla soluzione dei grandi<br />

problemi del Paese;<br />

• Infine, occorre finalizzare il valore<br />

aggiunto di atti di disponibilità ammessi<br />

sul demanio dello Stato italiano, di<br />

pregio immenso (v. beni culturali)<br />

stimato in multipli del debito pubblico,<br />

a ridurre lo stesso, come si suole fare in<br />

ogni amministrazione in difficoltà che fa<br />

fronte con il proprio patrimonio alle sue<br />

situazioni debitorie.<br />

Anche per il patrimonio indisponibile<br />

dello Stato sono possibili operazioni<br />

giuridiche e finanziarie diverse dalla<br />

vendita (contratti di concessione,<br />

accensione di diritti reali inferiore alla<br />

proprietà, segnatamente l’enfiteusi,<br />

la creazione attorno al demanio di<br />

finanza derivata, ecc.). Solo se tutta<br />

la ricchezza del Paese, pubblica,<br />

privata, mista, si mobilita per risolvere i<br />

problemi, si potranno reperire le risorse<br />

necessarie per la messa in sicurezza<br />

del territorio e delle infrastrutture per<br />

la crescita della produzione, dei LLPP,<br />

del lavoro.<br />

Quattro emergenze<br />

da prendere di petto<br />

Licenziata la Legge di Bilancio, in vista<br />

di un accordo di programma tra tutti i<br />

partiti e movimenti che sostengono il<br />

Governo, ci permettiamo di suggerire<br />

loro gli argomenti di economia<br />

reale che riteniamo prioritari per le<br />

industrie rappresentate, per le nostre<br />

maestranze e, riteniamo, anche per<br />

tutto il Paese:<br />

1 . Contrasto ai grandi rischi di<br />

massa del P aese ( rischio sismico,<br />

idrogeologico, ambiente e messa<br />

in sicurezze del territorio)<br />

L’esposizione di massa del nostro Paese<br />

a questi rischi non occorre illustrarla:<br />

perché a tutti tristemente nota. Su<br />

questo punto esistono già stanziamenti<br />

dello Stato, progetti e una forte attesa<br />

di intervento: quello che manca è<br />

una task-force industriale che ausili lo<br />

Stato, settore per settore, per redigere<br />

i relativi piani industriali e avere la forza<br />

di portarli ad esecuzione.<br />

2 . Messa in sicurezze delle<br />

infrastrutture viarie: che q uesta si<br />

presenti come un' urgenza indiscussa<br />

non abbiamo bisogno di sottolinearlo.<br />

La viabilità del Paese è allo stremo per<br />

mancanza o carente manutenzione<br />

ordinaria e, soprattutto, straordinaria,<br />

particolarmente per ponti e viadotti<br />

che hanno più di 50 anni. Rischi temuti<br />

e crolli effettivi di questi manufatti<br />

frequenti in questi ultimi anni con<br />

tendenza al peggioramento, oltre<br />

a costituire un grave pericolo per<br />

l' incolumità degli utenti delle strade,<br />

recano un danno consistente anche<br />

all’economia del Paese per ritardi<br />

e talora isolamento di intere zone<br />

produttive del Paese.<br />

Su queste due grandi emergenze<br />

del Paese, in assenza non già di<br />

stanziamenti sulla carta, ma di cassa<br />

dello Stato per farvi fronte nei tempi<br />

debiti non vediamo altro che un lancio<br />

di risparmio popolare, intermediato<br />

da CDP, redimibile a media-lunga<br />

scadenza e con rendimenti appetibili<br />

per famiglie e imprese. V ista la<br />

necessità di far fronte a questi oggettivi<br />

grandi rischi di massa, potremo<br />

chiedere alla UE di non considerare<br />

questo lancio nel rapporto debito/ PIL,<br />

oltre a ottenere finanziamenti da fondi<br />

o/ e banche europee volti a soddisfare<br />

questa tipologia di necessità degli Stati<br />

membri.<br />

3 . La stagnazione produttiva<br />

e dei LLP P che attanaglia il P aese<br />

L’Italia non cresce più da oltre<br />

vent’anni, da ben prima che si<br />

inaugurasse la stagione dell’euro che<br />

non può , pertanto, ritenersi il solo<br />

responsabile di questa decadenza.<br />

Anche i Governi che, in questi vent’anni<br />

si sono succeduti, di destra e di sinistra,<br />

ben poco hanno potuto o saputo fare<br />

per arginare questa deriva. Ergo le<br />

ragioni di tale decadenza sono ben<br />

più difficili da individuare, perché<br />

riguardano il Paese profondo. Noi non<br />

abbiamo ricette miracolose, ma solo<br />

i nostri occhi di operatori, che ogni<br />

mattina costatano nei luoghi di lavoro<br />

quel che non funziona. Da un ascolto<br />

di questa coralità di osservazioni degli<br />

imprenditori e delle loro maestranze<br />

dovrebbe nascere un piano industriale<br />

di medio-lungo periodo volto a invertire<br />

questa deriva, costituita da tante<br />

tessere quanti sono i punti produttivi<br />

carenti, ma nel contempo, fra loro<br />

connesse seguendo la paziente arte<br />

del mosaico: in ciò potrebbero essere<br />

molto utili le Camere di Commercio,<br />

che finora, con lodevoli eccezioni,<br />

si sono limitate a fare i notai delle<br />

imprese. Q uanto alla composizione<br />

delle imprese italiane, il 98% è di PMI,<br />

essa è croce e delizia per la nostra<br />

economia: delizia quanto a maggiore<br />

flessibilità, ma croce per la sua scarsa<br />

durabilità nel tempo, che difficilmente<br />

sopravvive al giro di boa del primo<br />

123 LS<br />

ricambio generazionale e supera il<br />

secondo a patto che, nel frattempo, sia<br />

cresciuta. In tali condizioni è impossibile<br />

assicurare posti di lavoro duraturi<br />

nel tempo e le leggi più permissive<br />

per il lavoro temporaneo in Italia non<br />

hanno fatto altro che registrare questa<br />

realtà. Due cose vediamo, ad occhio<br />

nudo, da inserire nel piano industriale<br />

per la ripresa produttiva: tirare fuori<br />

le specializzazioni insite nelle PMI<br />

ma non espresse e introdurre nel<br />

nostro sistema, su accordi tra le parti,<br />

la partecipazione dei lavoratori alla<br />

gestione aziendale, come da decenni<br />

utilmente sperimentato in Germania.<br />

uanto al fermo dei LLPP, vale lo stesso<br />

discorso: pianificare nel territorio gli<br />

interventi futuri con piattaforme smart<br />

che ne coprano tutte le priorità e,<br />

allo stesso tempo, eseguire i LLPP già<br />

approvati e rimasti fermi, ove ancora<br />

utili. Anche per questo blocco occorre<br />

un lancio di obbligazioni pubbliche<br />

con analoghe caratteristiche di quello<br />

previsto per i grandi rischi al punto<br />

precedente. Come è evidente, trattasi<br />

di argomenti non politicamente divisivi<br />

e di urgente necessità di essere<br />

approfonditi e risolti.<br />

4 . A spetti circostanziali<br />

Anche diverse cose di quel che sta<br />

attorno a queste tre fondamentali<br />

tematiche non funziona. Molti di<br />

questi aspetti sono già all’attenzione<br />

della politica, altri hanno carattere<br />

di novità. Ci riferiamo, in<br />

particolare, alla mancata o difettosa<br />

patrimonializzazione dei beni dello<br />

Stato, una vera e propria manomorta<br />

pubblica che non ha niente da invidiare<br />

alla tanto vituperata manomorta<br />

ecclesiastica: non ci dimentichiamo<br />

che tale patrimonio implicito dello<br />

Stato, se espresso a bilancio, avrebbe<br />

un valore di multipli del debito<br />

pubblico e tale, pertanto, da poterlo<br />

mitigare con operazioni finanziarie<br />

consentite.<br />

Conclusioni<br />

In conclusione: contrasto ai grandi<br />

rischi di massa, messa in sicurezza<br />

delle infrastrutture e ripresa industriale<br />

e dei LLPP sono, a nostro avviso, le<br />

priorità da inserire, auspicabil nel<br />

programma di Governo, se del caso<br />

accompagnate da misure di supporto.<br />

uesto vede un imprenditore ad<br />

occhio nudo con uno sguardo al mondo<br />

economico che gli appare all’alba del<br />

nuovo anno e che vuole partecipare ai<br />

lettori de leStrade con umiltà, ma in<br />

piena luce. nn<br />

1-2/<strong>2020</strong>

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