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LeStrade n. 1554 - gennaio/febbraio 2020

- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche - Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea - Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni

- Sicurezza: appello per tutelare le infrastrutture critiche
- Gallerie: passato, presente e futuro della Napoli sotterranea
- Materiali: l'economia circolare nelle pavimentazioni

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103 LS<br />

1. Gipave, supermodificante<br />

stradale a base di grafene;<br />

in fig. 1a una<br />

sperimentazione<br />

in Lombardia, in fig. 1b<br />

nell’Oxfordshire (UK)<br />

2. Quello del conglomerato<br />

bituminoso è un settore<br />

ad alta vocazione green<br />

3 4<br />

Materiali<br />

3. Economia, ambiente<br />

e ingegneria: un’“alleanza”<br />

produttiva di sostenibilità<br />

4. Life Cycle Assessment<br />

delle pavimentazioni<br />

5. Additivi prestazionali<br />

Iterchimica:<br />

supermodificanti<br />

(un esempio di ultima<br />

generazione è il compound<br />

Gipave, contenente grafene)<br />

5<br />

punto di sistemi di produzione a forte impronta “circolare”, ovvero<br />

imperniati sulla collaborazione tra gli attori in gioco e su<br />

un’elevata attenzione all’innovazione, il vero motore di ogni<br />

percorso green che sia anche foriero di sviluppo economico.<br />

Il quadro è piuttosto noto e già ben delineato, per esempio<br />

a livello di politiche comunitarie: la crescita economica sostenibile<br />

oggi è attuabile se si mette in primo piano il fattore<br />

R& D, sia in ambito pubblico sia privato. E se si coinvolgono<br />

attivamente tutti i soggetti possibili, dalle istituzioni<br />

ai cittadini. Così facendo, sarà possibile gradatamente sostituire<br />

gli attuali modelli di economia lineare (a lungo termine<br />

improduttivi) con nuovi modelli, per l’appunto, di economia<br />

circolare.<br />

Tecnologie ecosostenibili<br />

Se dalla cornice generale sopra descritta, vogliamo passare<br />

a un esempio pertinente di filiera, possiamo concentrare l’attenzione<br />

sul settore delle pavimentazioni stradali in conglomerato<br />

bituminoso che si sta preparando al grande appuntamento<br />

di Asphaltica <strong>2020</strong> (V erona, in concomitanza con il<br />

Samoter, dal 21 al 25 marzo). Q ui, in particolare, due workshop<br />

curati da Iterchimica, azienda specializzata nella produzione<br />

di additivi per il miglioramento delle pavimentazioni,<br />

metteranno al centro della scena proprio le “Tecnologie<br />

ecosostenibili”, sia dal punto di vista del prodotto sia dell’approccio<br />

culturale. Q uest’ultimo ci riporta proprio al concetto<br />

di economia circolare i cui obiettivi vanno ora calati nel contesto<br />

del settore stradale: “Il nostro obiettivo - spiega a questo<br />

proposito a leStrade l’ingegner Loretta V enturini, direttore<br />

scientifico e sviluppo strategico di Iterchimica - è q uello di<br />

fornire soluzioni alternative a progettisti e costruttori per la<br />

costruzione e la manutenzione stradale che possano garantire<br />

il massimo della sicurezza e di comfort attraverso l’impiego<br />

di tecnologie innovative che permettono un aumento<br />

della vita utile, riducendo il più possibile l’uso di nuove risorse<br />

e contribuendo a ridurre le emissioni in atmosfera. Si tratta<br />

di un obiettivo ambizioso, ma che oggi può essere raggiunto<br />

partendo dalla conoscenza delle caratteristiche prestazionali<br />

dei prodotti impiegati” . Si può parlare, così , di pavimentazioni<br />

a tutti gli effetti ecosostenibili, ovvero che siano sostenibili<br />

economicamente (sulla base dell’analisi dei costi iniziali, distribuiti<br />

per l’intero arco di vita utile, di utilizzo e anche e soprattutto<br />

di manutenzione), nonché ambientalmente virtuose<br />

(senza aggravi inutili, cioè, in termini di consumi e risorse).<br />

“È cruciale in q uesto q uadro - riflette V enturini - ragionare in<br />

una prospettiva di life cycle assessment, ovvero considerare<br />

già in fase di progettazione l’intero percorso, l’intera vita<br />

utile, di una pavimentazione. F ino a pochi anni fa vigeva ancora<br />

la cultura del ’tempo zero’, ovvero il progetto e la realizzazione<br />

di una strada si fermavano al momento della consegna<br />

dell’opera, senza articolare fin dall’inizio del percorso<br />

progettuale un piano di manutenzione”. Oggi le cose stanno<br />

cambiando e l’attenzione si sta spostando su ragionamenti<br />

volti a considerare tutte le variabili in gioco, dalle performance<br />

alla durabilità, alla sostenibilità anche a medio e lungo<br />

termine. La svolta è culturale: la manutenzione deve far<br />

parte del progetto di progettazione della pavimentazione, e<br />

anche di analisi economica dell’intera proposta operativa.<br />

1-2/<strong>2020</strong>

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