Hubert Robert - Quaderno 4 - giugno 2020

Hubert Robert
Le rovine di Paestum
nei disegni di un visionario
I Quaderni

Hubert Robert. Le rovine di Paestum nei disegni di un visionario
Costabile Cerone
Piazza San Pietro raffigurata in un dipinto del pittore
e architetto Giovanni Paolo Panini (o Pannini) (fig.
1), insegnante alla Académie de France a Roma, realizzato
nel 1754 in occasione della visita del diplomatico
francese Etienne Francois de Choiseul, marchese
di Stainville, che aveva ottenuto dal re Luigi
XV l'incarico di ambasciatore presso la Santa Sede,
giungendo a ricoprire quattro anni dopo la carica di
Ministro degli Affari Esteri.
Il marchese partito da Parigi a fine settembre giunse a
Roma il 4 novembre di quell'anno portando con se un
giovane artista, suo protetto, il diciannovenne
Hubert Robert (fig. 2), che dopo gli studi al Collegio
di Navarra a Parigi e la frequentazione in bottega
dello scultore Slodtz, fu ammesso a frequentare i
corsi dell'Accademia di Francia. Il direttore
dell'Istituto Charles Joseph Natoire in una lettera
inviata al marchese di Marigny, soprintendente agli
edifici reali, fratello della marchesa di Pompadur,
amante ufficiale del re, scriverà che era giunto
all' Académie un giovane “ con il gusto per la rappresentazione
pittorica dell'architettura”.
Robert divenne allievo di Panini, le cui vedute architettoniche
reali o fantastiche ebbero un'importanza
fondamentale per la sua formazione artistica. Influente
fu anche l'amicizia che strinse in città con il già
famoso Giovanni Battista Piranesi, riprendendone
gli elementi visionari per i suoi numerosi dipinti con
scene di edifici in rovina, tanto che il filosofo e critico
d'arte francese Denis Diderot lo soprannominerà "Robert
des ruines".
Affascinato dalla Città Eterna trascorse il tempo
vagando per le strade romane con il taccuino e la matita
in mano realizzando numerosi schizzi dei suoi siti
preferiti, tra cui i resti degli antichi monumenti e i
giardini abbandonati, motivi che impiegherà nelle
sue opere per tutta la vita (fig. 3).
Nel 1756 giunse a Roma un altro giovane artista francese,
Jean Honoré Fragonard (fig. 4), vincitore del
prestigioso Prix de Rome, una borsa di studio istituita
dallo stato francese per gli studenti più meritevoli nel
campo delle arti, dando ai vincitori la possibilità di
completare la loro formazione e di perfezionarsi in
Italia presso l' Académie.
Conosciuto Robert durante i corsi di studio, con
quale instaurò subito un rapporto di amicizia, tre anni
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dopo intrapresero delle escursioni in Italia meridionale
per accompagnare il “colto” viaggiatore francese
e amatore d'arte Jean Claude Richard de Saint-
Non, noto come l'abate di Saint-Non. (fig. 5)
Durante questi viaggi i due artisti realizzarono numerosi
disegni dei luoghi visitati che l'abate utilizzerà
per il suo famoso “Voyage pittoresque ou Description
des Royaumes de Naples et de Sicile”. Una grandissima
impresa editoriale in cinque volumi pubblicati
tra il 1781 e il 1786 a cui collaborarono moltissimi
artisti per l'esecuzione delle circa 550 illustrazioni
contenute nell'opera. Sono sedici le tavole riguardanti
il Principato Citra, tra cui sette, tra vedute e particolari
architettonici, dell'antica città di Paestum. La
prima tavola della serie contiene anche una vista
panoramica della cascata sul fiume Tanagro (cascata
di Maremanico) e del mulino in prossimità delle grotte
di Pertosa. Le vedute di Paestum, stampate con
incisioni all'acquaforte, sono state realizzate oltre
che da Robert, dai francesi Louis Jean Desprez e Claude
Louis Châtelet.
Nel 1760, con l'autorizzazione di Marigny, Robert
seguì l'abate di Saint-Non a Napoli, dove lo stesso era
già stato in visita a dicembre dell'anno precedente,
per continuare l'esplorazione dei famosi siti archeologici
della Campania, tra cui Paestum. “Oltre alla
dolcezza di questo viaggio, dal momento che non gli
Fig. 1. Giovanni Paolo Panini (1691-1765)
Partenza di de Choiseul da Piazza di San Pietro, 1754
Olio su tela (195 x 152 cm)
Gemäldegalerie, Staatliche Museen zu Berlin
Fig. 2 . Immagine di copertina
Élisabeth Vigée Le Brun (1755 -1842)
Ritratto di Hubert Robert, 1788
Olio su legno (54 x 105 cm)
Museo del Louvre, Parigi
Fig. 3. Hubert Robert (1733-1808)
Sketchbook romano, 1760
"Croquis Faits à Rome per hubert Robert en 1760"
Penna, inchiostro bruno, gesso nero e acquerello su
carta (22,8 x 11,3 cm)
Morgan Library & Museum, New York
Questo sketchbook composto da trentanove fogli risale ai
giorni da studente di Robert a Roma e comprende disegni
reali e variazioni immaginarie di scene architettoniche
con monumenti romani.
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costerà nulla, potrà beneficiare di studi che gli
sarebbero stati sicuramente di giovamento”. Queste
le parole di Marigny, in una lettera con cui faceva
sapere che de Saint-Non, al suo ritorno in Francia,
contava di portare con se anche Fragonard, che in
quel periodo avrebbe terminato gli studi in Accademia.
All'Istituto era richiesta la presenza, più che la
possibilità di spostamenti, essendo il soggiorno degli
artisti a Roma interamente basato sulla copia delle
antichità e dei maestri del passato, pertanto la visita a
Napoli diventò una ricompensa per chi si era maggiormente
distinto.
Dal diario di questo viaggio ritrovato nel 1980 si ha
notizia dei numerosi disegni eseguiti da Robert a Paestum
serviti poi per le illustrazioni di alcune tavole
del “ Voyage”. Sullo stesso si legge dei vasti agrumeti
esistenti intorno ad Eboli, della desolazione del
luogo con le sue paludi e del breve soggiorno come
ospiti presso l'unico ricovero civile della zona, la
casa del prelato Pietro Antonio Raimondi, nominato
vescovo di Capaccio da papa Benedetto XIV a gennaio
del 1742.
Sul fianco della chiesa della SS. Annunziata, oggetto
in quegli anni di alcuni lavori di restauro, fece costruire
un elegante palazzo, chiamato il “casino del
Vescovo”, dove al piano terra vi era collocata una trattoria
e una locanda per il pernottamento dei viaggiatori
in visita all'antica città.
Testimonianza di questo soggiorno è un dipinto di
Robert, un dipinto ad olio su di un pannello tondo conservato
ad Amiens al Musee de Picardie, in cui è
raffigurato l'artista, che seduto tra le rovine del
tempio di Nettuno, invaso dalle acque e dalla vegetazione,
è intento a disegnare (fig. 6).
Un acquerello su carta datato 1760, realizzato probabilmente
in studio dopo la sua visita a Paestum, è
l'interno del tempio di Hera, la cosiddetta Basilica,
conservato a Roma in una collezione privata (fig.
14).
Le illustrazioni su carta delle vedute dei templi eseguite
dal vero per de Saint-Non furono disegnate da
Robert con matita rossa (gesso rosso o sanguigna),
uno strumento da disegno tra i più antichi, costituito
da bastoncini di colore rosso scuro, argilla ferrugginosa
o ematite, un minerale ferroso da cui il termine
“matita” (secondo l'architetto Vasari, che la chiama
“ lapis rosso”, di provenienza tedesca). La sanguigna,
molto impiegata in Europa tra il XVII e XVIII secolo,
può essere utilizzata come una comune matita di
grafite impiegando il tratteggio per simulare le parti
in ombra di un modello e lasciando pulita la superficie
del foglio per le zone illuminate.
Robert riprende l'uso della sanguigna con una tecnica
molto particolare, sotto il tratto granuloso della matita
lascia intravedere il colore bianco della carta come
se avesse appoggiato il foglio da disegno su di un sup-
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porto speciale, tipo carta di vetro, facendo così acquisire
maggiore luminosità all'illustrazione, tipicità
inconfondibile dei disegni dell'artista.
Uno di questi disegni, una vista del tempio di Nettuno
e della Basilica (fig. 7), è conservato a New York
presso il Morgan Library & Museum, che ad esclusione
dei personaggi rappresentati in primo piano corrisponde
ad una delle vedute inserite nel “ Voyage”
(Tavola 53) (fig. 8).
La medesima vista dei templi, ma con una diversa
composizione scenica dei personaggi, da cui è tratta
l'incisione all'acquaforte inserita nel volume, è invece
conservata al Musée des beaux-arts de Rouen, eredità
della collezione dell'architetto francese Georges
Paul Chedanne (fig. 9).
Come si nota dal confronto delle due immagini, il
disegno dei templi, capovolti rispetto alla stampa, è
un'illustrazione realizzata con la cosiddetta tecnica
della “controprova”, consistente nel poggiare un
foglio leggermente umido sul disegno realizzato a
matita o a sanguigna. Posto sotto una pressa si otteneva
in questo modo una stampa (o controprova) invertita
e scolorita rispetto all'originale. Grazie a questo
processo gli artisti conservavano memoria di questi
disegni da riutilizzare nei successivi lavori in atelier,
poiché gli originali venivano trattenuti dai chi aveva
sostenuto le spese del lungo e costoso viaggio.
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Fig. 4. Marguerite Gérard (1761-1837)
Ritratto di Jean Honoré Fragonard, 1770 ca.
olio su pannello (16,1 x 21,8 cm)
Collezione privata, Parigi (Dipinto esposto al Musée
Cognacq-Jay)
Fig. 5. Jean Honoré Fragonard (1732-1806)
Ritratto dell'abate di Saint-Non ,1769
Olio su tela (65 x 80 cm)
Museo del Louvre, Parigi
Fig. 6. Hubert Robert (1733-1808)
Rovine di un Tempio (Ruinen eines Tempels imitieren
Paestum), 1760
Olio su pannello (diametro 42 cm)
Musee de Picardie, Amiens, Francia
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Tra le incisioni del “ Voyage” tratte dai disegni di
Robert c'è anche una sezione prospettica del tempio
di Nettuno (fig. 10-15) (Tavola 54), ed una vista del
tempio “ periptero esastilo” di Cerere (fig. 11) (Tavo-
la 52). Malgrado alcune imprecisioni per il carattere
divulgativo dell'opera, in questo disegno è interessante
la presenza, pur se rappresentati in maniera semplificata
e approssimativa, di alcuni resti appartenenti
alle stratificazioni medioevali; sulla destra una piccola
capanna rurale e sulla sinistra un pozzo dotato di
un meccanismo di sollevamento meccanico
dell'acqua per essere raccolta in una grossa tinozza di
legno. Sullo sfondo, dallo stesso lato, si scorge una
grossa costruzione sostenuta da una serie di archi, evidenti
resti di un antico acquedotto romano.
Dopotutto è proprio questa la caratteristica
dell'artista, “ un magnifico mistificatore”, con i suoi
capricci architettonici di rovine e paesaggi dove si
mescolano vero e falso, ricordo e immaginazione.
Dei numerosi schizzi di rovine, realizzati durante il
suo soggiorno romano, ricaverà la serie di incisioni
“ Les Soirées de Rome” pubblicate nel 1764, l'anno in
cui tornò definitivamente a Parigi rimanendovi fino
alla morte nel 1808. In città vivrà diversi momenti
chiave della storia francese: la fine della monarchia,
la Rivoluzione, durante la quale fu imprigionato per
“ amicizie con l'aristocrazia” salvandosi miracolosa-
mente dalla ghigliottina, e l'inizio del regime napoleonico.
In patria fu ammesso come membro alla Royal Academy
of Painting and Sculpture proprio con la presentazione
di un Capriccio architettonico, il Pantheon
e il Porto di Ripetta, un olio su tela del 1766 conservato
a Parigi all' École supérieure des beaux-arts.
Dopo i primi grandi successi, con l'esposizione dei
suoi lavori al Salon dell'anno successivo, fu nominato
“ disegnatore dei giardini del re” per la progetta-
zione del grande giardino di Versailles (Jardins du
château de Versailles), e curatore della collezione reale,
partecipando, insieme al suo vecchio amico Fragonard,
alla sistemazione del Muséum Central des
Arts, noto come Museo del Louvre, dove ha vissuto e
teneva il suo atelier. Nel 1796 dipinse il progetto
della sistemazione della Grande Galleria dove la
immaginò con una volta a vetri per dare più luce alla
sala dei dipinti. Nella tela l'artista raffigura se stesso
nell'angolo destro alle prese con il pennello mentre
riproduce una tela di Raffaello.
In questi anni continuò a dipingere e a disegnare
vedute nelle quali la realtà è trasfigurata in visioni
fantastiche e spesso idilliache, dove antiche rovine
sono inserite in fantasiosi paesaggi francesi e italiani.
Di questo periodo è rappresentativo il dipinto del
1780 “ Gli amanti sul balcone” ( Lovers on a Balcony),
esposto a Londra alla Matthiesen Gallery (fig.
12). Da un terrazzo con balaustra, la vista si apre
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Fig. 7. Hubert Robert (1733-1808)
Vista del Tempio di Nettuno e della Basilica, 1760
Matita rossa su carta, sanguigna (48,3 x 34 cm)
Morgan Library & Museum, New York
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verso un villaggio e i templi di Paestum in un insolito
panorama della Francia settentrionale, dove gli elementi
si combinano in un fantastico paesaggio pastorale
con mucche e pecore che pascolano serenamente
tra arbusti ed alberi ornamentali. La giovane donna
che guarda il suo amante sembra inconsapevole
dell'incongruità della scena, mentre la figura a sinistra
appare molto più sorpresa dalla visione dei grandi
templi dorici.
Della serie di illustrazioni e dipinti sulle rovine di
Paestum, la tela più bella ed emblematica dell'artista
è “ Il Tempio nell'acqua” realizzata nello stesso periodo
e conservata a Mosca nel Museo Puškin delle
belle arti (fig. 13).
Il dipinto rappresenta il grande tempio di Nettuno in
un paesaggio di fantasia, dove Robert con tono
nostalgico, precursore del paesaggio romantico, lo
immagina completamente invaso dalle acque. Le
rovine non ci raccontano soltanto l'inesorabile trascorrere
del tempo, ma sono la testimonianza della
bellezza e grandezza di antiche città che sopravvivono
solo grazie ai magnifici resti di ciò che erano. Ma
attenzione, il tempo che passa, non solo corromperà i
grandi monumenti, ma anche la cultura, le arti e la
vita degli uomini.
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Fig. 8. Hubert Robert (1733-1808)
Tempio di Poseidone, 1783
Acquaforte (Inchiostro su carta) (36,8 x 26,5 cm)
Tavola 53 del "Voyage Pittoresque ou Description des
Royaumes de Naples et de Sicile»
Muzeum Sztuki, Museum of Art in Łódź, Polonia

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Fig. 9. Hubert Robert (1733-1808)
Veduta dei Templi di Paestum, 1760
Controprova di sanguigna
Musée des beaux-arts de Rouen, Normandia, Francia
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Fig. 10. Hubert Robert (1733-1808)
Vista interna del tempio di Paestum
Acquaforte (36,5 x 26,5 cm)
Incisione di Louis Germain (1733-1791 ca.)
Tavola 54 del "Voyage Pittoresque ou Description des
Royaumes de Naples et de Sicile»
Fig. 11. Hubert Robert (1733-1808)
Tempio di Cerere, Paestum, 1783
Acquaforte (37 x 24,5 cm)
Tavola 52 del "Voyage Pittoresque ou Description des
Royaumes de Naples et de Sicile»
Incisore: Carl Guillaume Weisbrod (1743-1806)
National Gallery of Art, Washington, D.C.
Fig. 12. Hubert Robert (1733-1808)
Amanti sul balcone. Una vista verso un villaggio con i
templi di Paestum, 1780
Olio su tela (80 x 63 cm)
Collezione privata, Matthiesen Gallery, London
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Fig. 13. Hubert Robert (1733-1808)
Rovine di Paestum, Tempio nell'acqua, 1780 ca.
Olio su tela (55 x 38 cm)
Museo Puškin delle belle arti, Mosca, Russia
Il dipinto entrò nel 1803 nella collezione del Museo
statale Ermitage a San Pietroburgo, ma con la riorganizzazione
dei musei nel Novecento a seguito alla
Rivoluzione d'Ottobre e il trasferimento della capitale
russa, nel 1937 fu spostato al Museo statale di arti
figurative Puškin a Mosca. La numerosa collezione di
arte francese conservata all'Ermitage è il risultato di un
acquisto della raffinata Caterina II di Russia, che nel
1772 si aggiudicò gran parte dei dipinti raccolti a Parigi
dal celebre amateur francese Pierre Crozat negli anni a
cavallo tra il Sei e il Settecento, e dall'acquisizione di
alcune collezioni alla moda dei ricchi aristocratici russi
nell'Ottocento. Il Museo statale di San Pietroburgo
possiede una consistente collezione dei dipinti di Hubert
Robert, tra cui le “Rovine di un tempio dorico”, un olio su
tela datato 1783, proveniente dalla collezione dei principi
Golitsyn (fig. 16).
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Riferimenti bibliografici:
Jean Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou
description des Royaumes de Naples et de Sicile, Imprimérie de
Clousier, Parigi, 1781-1786
Cara Dufour Denison, Disegni francesi, 1550-1825, Pierpont
Morgan Library, New York, 1984
Fig. 14. Hubert Robert (1733-1808)
Tempio di Hera a Paestum con visitatori, 1760
Acquerello su carta (48 x 32,5 cm)
Collezione privata, Roma
Fig. 15. Christian Meichelt (1776 - ca. 1840)
Vista interna del tempio periptero di Paestum
Acquaforte con lavaggio a colori
Incisori Christian Meichelt e Nicolas Dupin
Disegno di Hubert Robert per la Tavola 54 del "Voyage
Pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et
de Sicile»
Collezione privata
Fig. 16. Hubert Robert (1733-1808)
Rovine di un tempio dorico, 1783
Olio su tela (182,5 x 129 cm)
Museo statale Ermitage, San Pietroburgo, Russia
Pierre Rosenberg (a cura di), Panopticon Italiano. Un Diario Di
Viaggio Ritrovato 1759-1761, Edizioni dell'Elefante, Roma,
1986
Hélène Moulin-Stanislas (a cura di), Hubert Robert e San
Pietroburgo. Ordini della famiglia imperiale e dei principi russi
tra il 1773 e il 1802, Valence, Musée des Beaux-Arts, 1999
Nina Dubin, Futures and Ruins: Eighteenth-Century Paris and
the Art of Hubert Robert, Getty Research Institute , Los Angeles,
2010
Hubert Robert (1733-1808) - Un peintre visionnaire (Catalogo
della mostra presentata al Louvre), Somogy editions, Parigi,
2016
Stefania Pollone, Iconografia e storiografia nel paesaggio
archeologico di Paestum. Riflessi sul cantiere di restauro tra il
XVIII e il XIX secolo, Eikonocity, 2016
Tommaso Manfredi, Voyage pittoresque. Esplorazioni nell'Italia
del Sud sulle tracce della spedizione Saint-Non, Università degli
Studi Mediterranea di Reggio Calabria, 2018
Denis Ribouillault, Jean-Honore Fragonard e Hubert Robert:
viaggio nei giardini d'Italia, in Le Nôtre a Henry James,
Edizioni La Venaria Reale, 2019
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Nato a Parigi nel 1733, Hubert Robert, un artista
visionario, uno dei più grandi paesaggisti del suo
tempo, è conosciuto per i suoi dipinti di fantastiche e
grandiose rovine che hanno incantato i collezionisti
di tutto il mondo. Trascorse in Italia più di dieci anni,
dove conobbe Jean Honoré Fragonard e l'abate di
Saint-Non, con i quali viaggiò in diversi luoghi, tra
cui Paestum, realizzando numerosi disegni che ispireranno
le sue opere per tutta la vita.
Dopo una gloriosa carriera artistica, celebrata dal
filosofo Denis Diderot, uno dei massimi rappresentanti
dell'Illuminismo, con la sua morte è stato per
lungo tempo dimenticato, fino a quando
un'importante mostra “Un peintre visionnaire”,
organizzata nel 2016 dal Museo del Louvre, ha restituito
a questo grande artista dell'“Età dei lumi” il
posto che meritava.
La retrospettiva destinò un ampio spazio alle architetture
visionarie che Robert dipinse sin dal suo viaggio
a Roma nel 1754, appena ventenne, segnando il
suo “atto di nascita come grande artista” fino al suo
arrivo alla corte di Francia, dove proseguì la grande
tradizione pittorica del Settecento fino agli albori del
romanticismo.
Immagine di copertina
Élisabeth Vigée Le Brun (1755 -1842)
Ritratto di Hubert Robert, 1788
Olio su legno (54 x 105 cm)
Museo del Louvre, Parigi
collana
I Quaderni dell’Arte
a cura di Costabile Cerone
Quaderno 4 - giugno 2020
Hubert Robert
Le rovine di Paestum nei disegni di un visionario
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