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Isidro González Velázquez - Quaderno 2 - maggio 2020

Tra i più importanti architetti del neoclassicismo spagnolo, Isidro Velázquez, come era solito firmare i suoi progetti, apparteneva a una famosa famiglia di artisti che si distinse nella corte spagnola e nell'ambiente accademico dall'inizio del XVIII secolo fino alla prima metà del XIX. Nel corso della sua vita conserverà un ricordo indelebile della visita a Paestum, parte del suo viaggio di formazione a Roma svolto durante gli studi alla Reale Accademia di San Fernando a Madrid, dove insegnerà dal 1799. All’età di settantadue anni, mentre lavorava ad una veduta all’acquerello su Paestum, nonostante i problemi alla vista e alle gambe che oramai non gli permettevano più di uscire di casa, in una lettera datata 4 maggio 1836 indirizzata all’architetto Aníbal Álvarez Bouquel, il suo allievo preferito, scriverà di essersi molto divertito nel dipingere quella scena che considerava come “la cosa migliore e più completa che avesse mai fatto nella sua vita”.

Tra i più importanti architetti del neoclassicismo spagnolo, Isidro Velázquez, come era solito firmare i suoi progetti, apparteneva a una famosa famiglia di artisti che si distinse nella corte spagnola e nell'ambiente accademico dall'inizio del XVIII secolo fino alla prima metà del XIX. Nel corso della sua vita conserverà un ricordo indelebile della visita a Paestum, parte del suo viaggio di formazione a Roma svolto durante gli studi alla Reale Accademia di San Fernando a Madrid, dove insegnerà dal 1799.
All’età di settantadue anni, mentre lavorava ad una veduta all’acquerello su Paestum, nonostante i problemi alla vista e alle gambe che oramai non gli permettevano più di uscire di casa, in una lettera datata 4 maggio 1836 indirizzata all’architetto Aníbal Álvarez Bouquel, il suo allievo preferito, scriverà di essersi molto divertito nel dipingere quella scena che considerava come “la cosa migliore e più completa che avesse mai fatto nella sua vita”.

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La metodologia di rilievo archeologico<br />

attraverso le prime rappresentazioni grafiche nel XVIII secolo<br />

Nel XVIII secolo, per il lavoro sviluppato dalla Real<br />

Academia de la Historia (1738) e dalla Real Academia<br />

de Bellas Artes de San Fernando (1752), la Spagna,<br />

segnata dall'arrivo dei Borbone, acquisì un ruolo<br />

importante per lo studio e la misurazione degli antichi<br />

monumenti, nel periodo in cui l'archeologia iniziava a<br />

muovere i primi passi grazie anche al sostegno economico<br />

della monarchia. Prova di ciò, come detto in precedenza,<br />

fu la promozione di una serie di viaggi per<br />

documentare graficamente i numerosi monumenti<br />

dell'arte classica.<br />

È il periodo di Carlo III, in carica sul trono di Spagna<br />

dal 1759 dopo la morte di Ferdinando VI, e fino a quella<br />

data re di Napoli e di Sicilia dal 1735, inaugurando<br />

per il Regno un nuovo periodo di rinascita politica e di<br />

sviluppo culturale con l'inizio degli scavi archeologici<br />

di Pompei, Ercolano, Stabia e Paestum, i cui primi<br />

studi e rilievi furono eseguiti su iniziativa di un suo<br />

militare di fiducia, il conte Felice Gazzola.<br />

Dall'analisi del dipinto di <strong>Velázquez</strong>, si può dedurre il<br />

metodo di lavoro utilizzato dagli studiosi spagnoli per<br />

il rilievo e il disegno dei monumenti impiegando strumenti<br />

di rilevazione scientifica. Alla sinistra della<br />

veduta di Paestum è rappresentato un gruppo di tre persone<br />

tra cui un architetto seduto, intento a disegnare e a<br />

prendere appunti, ed il suo aiutante che manifesta<br />

l'avvenuta installazione di uno strano oggetto a forma<br />

piramidale appoggiato su di un tavolo in legno sostenuto<br />

da un tripode.<br />

È una cosiddetta “ camera oscura”, già nota in età<br />

medioevale, uno strumento ottico in uso nel corso del<br />

XVIII secolo tra i pittori vedutisti e gli architetti che lo<br />

utilizzavano per la restituzione grafica dei monumenti.<br />

Poteva essere di due tipi: il primo con osservatore<br />

interno, detta anche “ a mezzo busto”, un modello a por-<br />

tantina formati da una cabina in legno ermetica ma<br />

ingombrante, o a padiglione, detta anche “kepleriana”,<br />

con le pareti sostituite da tende come la camera<br />

illustrata nel dipinto (fig. 7). Lo strumento presenta sul<br />

tetto un foro con una canna portalenti sormontata da<br />

uno specchio orientabile per riprendere orizzontalmente<br />

l'immagine e proiettarla verticalmente sul<br />

foglio. Individuando i contorni a matita della figura<br />

proiettata, e note le misure, dallo schizzo si può ottenere<br />

agevolmente il disegno in scala. Il secondo tipo è<br />

invece con osservatore esterno, un modello portatile,<br />

dove uno specchio interno montato a 45° proietta<br />

l'immagine su di un vetro smerigliato orizzontale su<br />

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