TRAKS MAGAZINE #33
Ecco il numero di maggio 2020 di TRAKS MAGAZINE: in copertina Pierpaolo Lauriola, che parla del suo nuovo album in arrivo a breve. E all'interno interviste a Ivan Francesco Ballerini, San Diego, Dettori & Moretti, Ubba Bond, Eleviole?, Zero Portrait, Il Tipo di Jesi, oZZo, kmfrommyills, Iron Mais, Silek.
Ecco il numero di maggio 2020 di TRAKS MAGAZINE: in copertina Pierpaolo Lauriola, che parla del suo nuovo album in arrivo a breve. E all'interno interviste a Ivan Francesco Ballerini, San Diego, Dettori & Moretti, Ubba Bond, Eleviole?, Zero Portrait, Il Tipo di Jesi, oZZo, kmfrommyills, Iron Mais, Silek.
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mi affascinano e in cui mi rispecchio.
Sei impegnato da anni in progetti
umanitari e sociali. In questi
mesi di blocco totale i problemi
che incontreremo avranno connotati
diversi rispetto a quelli
che abbiamo lasciato. Hai già in
mente qualche nuovo progetto a
cui dedicarti?
Sì, vorrei realizzare nuove iniziative.
Non credo, come ho letto da
qualche parte che la pandemia
ci renderà migliori di prima, ma
spero che non venga meno il senso
di solidarietà: come ha detto
Papa Francesco, siamo tutti sulla
stessa barca. Penso che dovremo
ripartire ciascuno dal nostro piccolo,
e guardarci anche intorno,
partendo ciascuno dal proprio
quartiere. Sono diventato da poco
padre e non nascondo che mi
sento vicino alle problematiche
dell’infanzia.
Sei sulla scena musicale da
trent’anni: com’è è cambiato il
modo di fare musica nel corso
della tua esperienza? C’è qualche
costante che porti con te fin
dall’inizio della tua carriera?
Se penso a come è cambiato il
modo di fare musica non posso
che pensare ai sistemi con cui
si catturano le idee oggi. Quando
ho iniziato a fare musica era
il 1991 e i miei demo li costruivo
con il multitraccia Yamaha MD4.
Registravo tutti gli strumenti e poi
condividevo le mie incisioni con
gli altri della band. Oggi utilizzo
il computer. Per lo più lavoro su
Logic Pro X e Ableton per i pezzi
con più elettronica. Negli ultimi
dieci anni mi sono appassionato
molto anche alla chitarra acustica
oltre che a quella elettrica. Il device
con cui si ascolta musica oggi
per antonomasia è lo smartphone,
molto diverso dai vinili con cui
sono cresciuto, che imponevano
all’ascoltatore un tempo di attenzione
maggiore, si ascoltava tutto
l’album leggendo i testi, invece di
saltellare da una playlist all’altra
(di questo ho una certa nostalgia).
La costante in questi anni è stata
la scrittura; quando arriva la sera
metto nero su bianco le mie sensazioni
che poi nel tempo rimaneggio;
da quegli appunti nasceranno
i testi delle canzoni.
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