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Il Quartiere - Anno VI - Numero I

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Anno 6 - n.1

Marzo - Aprile 2020

«Raccontare quel che succede sotto casa come fosse la cosa più importante del mondo, e i grandi temi del mondo con la semplicità della porta accanto»

EDITORIALE

PAROLA D’ORDINE: SOLIDARIETÀ!

«LA DEPRESSIONE ECONOMICA POST-PANDEMIA SI SCONFIGGE RISCOPRENDO LA COMUNITÀ»

di Flavio Di Malta

Il motore globale, da tempo al massimo dei giri

(forse, talvolta, perfino fuorigiri), si è fermato.

L’ha fatto causando il tonfo dei PIL delle grandi

potenze e lasciando a piedi, a maggior ragione, la

piccola imprenditoria e le famiglie che la

sorreggono. Riavviarlo non solo è possibile, ma si

impone come impegno fondante di un nuovo

senso di comunità basato sulla solidarietà.

Qualcuno a questo punto si chiederà: vivremo

una “ricrescita felice” o una decrescita obbligata?

Starà a noi prima ancora rispetto a chi siede sugli

scranni del governo, conferire un segno positivo o

negativo al “new deal” che ci attende tra mille

dubbi e la sola certezza della discontinuità.

segue a pag. 7

POGGIO

PRESIDIO DI FEDE

LA SOTTOSCRIZIONE PER LA GUARDIA

di Andrea Gandolfo

Coll’illustre storico

sanremese procediamo

alla visita virtuale

dell’edificio sacro che

domina la frazione e

vi aggiorniamo sulla

r a c c o l t a f o n d i

promossa da Lionello

Brea per la ristrutturazione

e la messa in

s i c u r e z z a d e l

santuario. Grazie a

tutti i nostri lettori

che hanno versato il

proprio obolo per la

causa.

LAURA PARIGI

ALFREDO SCHIAVI

segue a pag. 5

a pag. 6

CENNI DI GASTROSOFIA: SE

NON È MOLLICA, È PANGRATTATO

a pag. 8

RIMETTERSI IN DISCUSSIONE

SGOMBRA LE VIE DEL SAPERE

L’INTERVISTA

SAN MARTINO, SI RIPARTE

I PROGETTI DELL’ASSESSORE DONZELLA PER IL QUARTIERE

di Gerson Maceri

N e l p r o s s i m o

triennio, il Comune

di Sanremo sarà

chiamato a dare

risposte epocali al

rione San Martino.

D o v r à f a r l o

attraverso ampie

riqualificazioni e

a d e g u a m e n t i

s t r u t t u r a l i ,

abbattimento di

barriere architetton

i c h e , o p e r e

p u b b l i c h e e

ripianificazione

della viabilità, nuovi

servizi e implementazione

di quelli

esistenti. Ce ne

parla l’Assessore ai

L avori Pubblici,

Edilizia Privata e

U r b a n i s t i c a ,

Massimo Donzella.

segue a pag. 2


L’INTERVISTA

IL PIANO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’ASSESSORE DONZELLA

IN ESCLUSIVA PER IL QUARTIERE LE ULTIME SULLA PASCOLI E SULLA DESTINAZIONE D’USO DI VILLA MERCEDE

Gerson Maceri

Il primo ospite

dell’edizione 2020 de

“Il Quartiere” è

l’Assessore ai Lavori

Pubblici, Edilizia

Privata e Urbanistica

Massimo Donzella,

scelto dal mazzo

dell’Amministrazione

comunale appositamente

per analizzare

la situazione infrastrutturale

di San

Martino con un’ampia

visuale sul futuro prossimo.

Prima di iniziare la nostra

intervista e di entrare

nel dettaglio,

l’Assessore esprime informalmente

il suo

pensiero generale sul

nostro quartiere:

Il quartiere di San

Martino necessita di

una riqualificazione

che prenda in considerazione

la sicurezza

della viabilità, la possibilità

di fruire di

aree pedonali e di

aree verdi da destinare

ai giovani e agli anziani,

e di una serie di

interventi di manutenzione

ordinaria

che consentano un miglioramento,

anche

estetico, degli edifici

pubblici e del verde.

Partiamo dunque dal

caso Pascoli. Possiamo

confermare lo smantellamento

dei prefabbricati

sulla passeggiata

Sud Est in estate

e il ritorno degli

alunni della Pascoli

nell’edificio storico a

partire da settembre

2020?

Sì, l’inizio dei lavori

sull’edificio di corso

Cavallotti era stato calendarizzato

entro il

mese di aprile 2020,

in quanto i progetti

da parte dell’Ing.

Stefano Podestà, docente

di Tecnica delle

Costruzioni della facoltà

di Ingegneria di

Genova, sono già stati

consegnati da tempo

all’Amministrazione

comunale. Le analisi

sull’immobile dimostrano

che attraverso

interventi specifici si

potrà fruire nuovamente

del complesso

scolastico in completa

sicurezza. Verranno

utilizzati il piano seminterrato

(che si affaccia

sul cortile),

l’area sportiva ed il

piano terra, che potranno

ospitare tutte

le classi degli alunni

delle scuole medie,

compresi i laboratori

e le aule complementari.

Esiste un cronoprogramma

preciso dei lavori?

I lavori saranno eseguiti

nel minor tempo

possibile considerando

però che, per ragioni

di sicurezza,

gli interventi comprenderanno

non solo

il consolidamento statico

ed il miglioramento

antisismico ma

anche gli interventi

sull’impiantistica e

quelli di natura architettonica.

Vi è poi la questione

sospesa del deposito

della Riviera

Trasporti.

Vi sono aggiornamenti

sullo stato delle pratiche

di riconversione?

Che futuro si prevede

per la zona?

In merito all’area destinata

a deposito della

RT sono state perfezionate

le procedure

urbanistiche volte al

cambio di destinazione

dell’area. L a

Società di trasporti

metterà in vendita

l’immobile, che avrà

quindi una destinazione

commerciale e che

sarà destinata in gran

parte a giardino proprio

nel rispetto

dell’area di particolare

pregio.

Dove verrà spostata

l'officina?

Probabilmente, ma

preciso, si tratta di

una scelta della società,

sarà trasferita in

Valle Armea.

Il deposito RT visto dai giardini Villa del Sole

Il complesso scolastico Pascoli

I giardini al fondo di via Privata Scoglio

Il lungomare San Martino e i punti di maggiore interesse di sviluppo

SANREMO

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2


Altro tasto dolente è

quello relativo a Villa

Mercede. L’immobile

è un simbolo storico

del quartiere e il suo

parco ne rappresenta

la principale piazza

naturale. In merito a

una futura riqualificazione,

quali sono i

progetti e le idee

d e l l ’ A m m i n i s t r a

zione?

L’Amministrazione intende

rivalutare questo

immobile, non solo

per suo il valore storico

ma anche per la

sua ubicazione strategica.

La sua destinazione

futura potrebbe

essere di natura didattica

e formativa.

Restando in zona, la

realizzazione di una

rotonda di fronte alla

Chiesa della Mercede

è ancora d’attualità?

La realizzazione della

rotonda rientra nel

piano triennale delle

opere pubbliche che

sarà sottoposto

all’esame del

Consiglio comunale.

Per il Comune di

Sanremo è un’opera

strategica poiché riqualifica

la zona crea

n d o a m o n t e

un’area pedonale e

garantisce la sicurezza

e una migliore circolazione.

Affacciamoci adesso

sul lungomare di San

Martino. Dopo gli incontri

coi residenti

nelle adiacenze e le

visite esplorative della

sua coalizione politica

dello scorso anno,

è in programma una

risistemazione della

zona, a partire

dall’area dedicata ai

cani (che presenta

una superficie disastrata

e la recinzione

divelta in più punti),

proseguendo con la

ringhiera (divorata

dalla ruggine) e finendo

col pontino di collegamento

con

Portosole, secondo

molti dei nostri lettori

da ripristinare, in

qualche modo?

L ’ i n t e n z i o n e

dell’Amministrazione

comunale, di concerto

con Area 24, è quella

di provvedere alla manutenzione

straordinaria

e ordinaria del

percorso, certamente

consentendo in sicurezza

gli accessi verso

il mare e con

Portosole.

Da mare a monte, planiamo

sulle vicende

dello svincolo Aurelia

Bis a San Martino.

Nell’ottobre scorso,

Regione Liguria ha inviato

al Ministro dei

Trasporti Paola De

Micheli una lista di richieste

inerenti al miglioramento

delle infrastrutture,

che comprende

anche il suddetto

nodo cruciale

per il nostro quartiere.

Sono stati compiuti

passi concreti in

questa direzione?

Dalle recenti notizie

di stampa è emerso

che questi lavori sono

stati inseriti nel nuovo

bando di gara per

la concessione della

g e s t i o n e

dell’Autostrada dei

Fiori. La previsione di

inizio lavori è per

l’anno 2021/2022.

Concludiamo con una

struttura di cui si parla

sempre troppo poco:

lo stadio “Comunale”.

Da più parti ci

giungono segnalazioni

inerenti alle pessime

c o n d i z i o n i

dell’impianto, in particolare

della facciata

della tribuna prospiciente

corso Mazzini:

VIABILITÀ E URBANISTICA

TANTI GLI INTERVENTI RIVOLTI A ISTRUZIONE E VIABILITÀ

SUL TACCUINO, VI SONO ANCHE LA REALIZZAZIONE DELLA ROTONDA CON AREE VERDI E L’USCITA DELL’AURELIA BIS

Il deposito - officina della Riviera Trasporti, oggetto di cambio destinazione d’uso e messa in vendita

La gradinata nord dello stadio “Comunale”

colonne profondamente

fessurate, balconcino

alto crepato

in più parti, finestre

in stato di degrado...

pur trattandosi di un

bene storico che si avvia

ai novant’anni di

vita e in gestione a

una società sportiva, il

Comune può intervenire?

È nelle sue prerogative

e, soprattutto,

nelle sue intenzioni?

L’Amministrazione

sta completando le

opere di sostituzione

dell’illuminazione secondo

gli indirizzi

di efficientamento

energetico del campo

Rino Grammatica,

nonché le opere di

illuminazione dello

Stadio stesso, al fine

di consentire

l’organizzazione di manifestazioni

sportive

notturne. Dovranno,

invece, essere programmati

e finanziati

i lavori per gli interventi

sulla struttura e

sulla facciata dello stadio

adiacente corso

Mazzini.

ANCHE A

DOMICILIO

3


IL PATRIMONIO ARTISTICO DELLA MADONNA DELLA GUARDIA

SUI PREGEVOLI DIPINTI DELLE NAVATE LATERALI VEGLIA LA STATUA DELLA VERGINE CON IL BAMBINO SULL’ALTARE

Andrea Gandolfo

ARTE E CULTURA A POGGIO

Nell’ultimo numero,

assieme ad Andrea

Gandolfo, ci eravamo

piacevolmente dilungati

sulla “leggenda”

legata all’apparizione

a Giovanni Peri e alla

conseguente costruzione

del Santuario della

Madonna della

Guardia.

Proseguiamo, dunque,

con la storia più recente

dell’edificio sacro,

andando ad approfondire

il tema del patrimonio

artistico in esso

conservato.

Ai primi del secolo scorso

il Comune decise di

allargare il piazzale antistante

il santuario

con una serie di lavori

che furono resi possibili

dalla delibera del

Consiglio comunale

del 16 dicembre 1903,

c o n l a q u a l e

l’Amministrazione mun

i c i p a l e r a t i f i c ò

l’acquisto di un terreno

di poco più di mille

metri quadrati allo scopo

di erigervi un porticato,

la cui progettazione

venne affidata

nel 1906 all’ingegnere

Pietro Agosti, mentre i

massari della chiesa si

facevano promotori di

una raccolta di fondi

per sovvenzionare

l’opera.

Fu però soltanto quattro

anni dopo che, su interessamento

di un apposito

comitato, si poterono

avviare concretamente

i lavori del nuovo

porticato, la cui prima

pietra fu posta il 20

marzo 1910 con una solenne

cerimonia alla

quale intervenne anc

h e i l v e s c o v o d i

Ventimiglia Ambrogio

Daffra. Il porticato fu

quindi portato a termine

su due lati in circa

sei mesi tanto da poter

accogliere i fedeli già

in occasione della festa

della Madonna della

Guardia la seconda domenica

di settembre

del 1910.

Il santuario, innalzato

nel luogo dove era situata

un tempo una

vecchia torre di guardia,

allo stesso modo di

quanto era accaduto

per il Monte Figogna e

la Guardia di Alassio,

derivò il suo titolo

dall’antica posizione

di difesa del sito su cui

sorge. La chiesa, delimitata

anteriormente

ai due lati dal portico

ad archi, si presenta a

una sola navata.

All’interno si segnala

in particolare la statua

m a r m o r e a d e l l a

V e r g i n e c o n i l

Bambino, realizzata in

ambito genovese verso

il 1670 e collocata nella

zona presbiteriale sopra

l’altare maggiore,

con basamento che reca

il seguente passo biblico:

Sacerdotes tui induantur

iustitiam (i tuoi

sacerdoti si rivestano

di giustizia).

Nave ex voto risalente al 1885, dono del capitano marittimo G. Capurro

Tra i dipinti meritano

invece la citazione

un’Annunciazione , realizzata

in Liguria nel

corso del XVIII secolo

e sita al centro della parete

sinistra della navat

a ; M a d o n n a d e l

Carmine e santi, tela

ottocentesca di produzione

ligure collocata

sul lato sinistro della

navata accanto al presbiterio;

il Sacro Cuore

di Gesù e santi, eseguit

o d a G i o v a n n i

Battista Panario nel

1873 e posizionato sulla

parete destra della

navata a fianco del pres

b i t e r i o ; e u n a

Visitazione, di ambito

ligure settecentesco

posta sul lato destro

della navata.

La Madonna del Poggio

viene anche chiamata

dai numerosi fedeli

che le sono particolarmente

devoti

«Stella Maris» per invocare

la sua protezione

sulla gente che naviga,

afflitta nei secoli scorsi

dalle frequenti incursioni

dei pirati saraceni

e barbareschi, oltreché

da violente burra-

A sinistra l'altare maggiore su cui è posta la Vergine col Bambino marmorea; a destra il Sacro Cuore di Gesù e Santi

Nuova sede in Via Lamarmora 47

4


ARTE E CULTURA A POGGIO

GRAZIE AI SOTTOSCRITTORI DELLA NOSTRA RACCOLTA FONDI

I LETTORI DE “IL QUARTIERE” A SOSTEGNO DELL’INIZIATIVA PER IL RESTAURO DEL SANTUARIO PROMOSSA DA LIONELLO BREA

sche. Nella sacrestia si

trovano inoltre molti

ex voto di marinai

scampati ai pericoli

s e m p r e g r a z i e

all’intercessione della

Madonna, attualmente

ritirati dal santuario,

dove è però ancora

possibile ammirare un

prezioso modellino di

nave risalente al 1885

di notevoli dimensioni.

Socchiudendo gli occhi,

vedendo sfumare

via via i colori tenui pastello

del Santuario,

sembra quasi di ripercepire

quella quiete laboriosa

che, nel 1667,

portò una piccola comunità

di credenti a

posare la prima pietra

in brevissimo tempo.

Trecentocinquantatré

anni dopo, novello Giovanni

Peri, è Lionello

Brea a diffondere il

“verbo” per le vie e per

le case di Poggio, a sensibilizzare

la popolazione,

a caricarsi sulle

spalle l’onore e l’onere

del tentativo di riapertura

del luogo di culto

simbolo della frazione

attraverso una raccolta

fondi “pro restauro”.

Come sapete – per

averci letto e/o per

aver contribuito – “Il

Quartiere”, poco prima

di Natale, ha deciso

d i a p p o g g i a r e

l’iniziativa aprendo

una sottoscrizione parallela

i cui proventi sono

già andati ad assommarsi

al pregresso.

Circa dodicimila euro:

questa la somma

fin qui raggranellata

da Brea, che ci aggiorna

sull’avanzamento

dei lavori: «L’ultimo sopralluogo

dei periti ha

confermato l’entità

dei danni – probabilmente

le converse si sono

logorate irrimediabilmente

– e dei costi

degli interventi di ristrutturazione:

si tratta

di circa trecentomila

euro che la parrocchia

dovrà pagare di tasca

propria.

La CEI, tuttavia, si è

impegnata a risarcire

fra il 70 e il 73% delle

spese (ndr: fino a duecentoventimila

euro).

Rispetto a quanto già

raccolto, dunque, ci

mancano ancora circa

sessantottomila euro.

E fortuna che le recenti

raffiche di vento,

qui, hanno solo danneggiato

qualche persiana!».

In primo piano, i calcinacci caduti dal soffitto

La canonica trasformata in chiesa con diversi doni ex-voto alle pareti

La poesia-preghiera di Lionello Brea dedicata alla Madonna della Guardia

ANCHE A

DOMICILIO

5


CENNI DI GASTROSOFIA: SE NON È MOLLICA, È PANGRATTATO

L’AFFASCINANTE GENESI DEI PIÙ CARATTERISTICI RIPIENI E POLPETTONI DELL’ESTREMO PONENTE A BASE DI PANE RICICLATO

Laura Parigi

IN CUCINA

La memoria gastronomica

di un lembo di terra

pietrosa e aspra, profumata

e ombreggiata,

in abrìgu (al sole)

tra ulivi, lecci e pini, in

ubàgu (all'ombra) tra

castagni e faggi, bagnata

da acque profonde,

preziose per il gambero

rosso e il pesce azzurro,

denominato dai

vecchi pan de ma, diventa

pura 'poesia' che

va al di là del tempo,

ispiratrice di valori

identitari, legati autenticamente

a pastori,

contadini e pescatori.

Sia pure raffermo, il

pane, alimento che accomuna

davvero tutti,

era ed è utilizzabile in

ottime maniere, tra

cui ancora vivo è l'uso

di grattarlo oppure di

bagnarne la mollica indurita

nell'acqua aromatizzata,

nel brodo vegetale

o nel latte.

Contro lo spreco alimentare

causato dal

consumismo odierno

si ricorda con piacere e

curiosità la saggezza

antica di riciclare con

gustosa creatività gli

avanzi, soprattutto il

pane 'vecchio', che per

tradizione comune, in

famiglia e in società,

andava sempre trasmesso

e condiviso.

I nostri anziani ci hanno

insegnato a non buttarlo

mai, dando così vita

a pietanze a base di

pane riciclato: precisamente,

utilizzando pangrattato,

al naturale o

unito al tipico trito di

erbe profumate, e mollica

di pane raffermo,

opportunamente inumidita,

si possono preparare

ripieni o polpette

e polpettoni molto invitanti.

Si tratta di ricette

della società patriarcale,

autoctone e

‘localizzate’, tramandate

di madre in figlia

‘a occhio’ e ‘a orecchio’,

di cui non è sempre

facile poter dare dosi

perfettamente equilibrate,

nel corso del

tempo contaminate di

‘esperienze’ regionali

vicine differenti, relative

al duro lavoro sui

monti, in campagna e

in mare, ricette tutte

che conferiscono un sano

e colorato eclettismo

alla cucina povera

l i g u r e . A t u r t a

d'angiùe, concepita

con strati di acciughe

senza lisca e testa, aperte

a ventaglio, disposte

in una tortiera unta di

olio evo del territorio

con il fondo spolverato

della 'farcia' odorosa di

pangrattato e coperte

con altro strato di pane

e aromi, rappresenta

un piatto unico caratteristico,

così come

le cipolle, peperoni e

zucchine, scavati a barchetta

e riempiti di magro,

ricoperte di un velo

di pangrattato e olio

e x t r a v e r g i n e d i

Taggiasca in teglie

grandi di rame (a

Meanzana) o ancora

carciofi di Albenga, privati

delle foglie esterne,

dei gambi, delle spine,

della ‘barba’ interna,

sbollentati, con ripieno

‘verde’ di cipolla,

gambi tritati, prezzemolo,

pane inumidito

e generoso olio evo,

cotti sul fuoco, una volta

ricoperti di pangrattato

e irrorati di olio nostrano.

I cuculli dorati

di patate con pinoli (ricordano

i coccoli del baco

da seta) sono palline

d’impasto grosse

quanto una noce, immerse

nell’albume

d’uovo e poi passate

nel pangrattato, girate

nell’olio bollente

con la ramaiola, accompagnate

di solito

all’agnello impanato o

al forno e gustate calde.

Il latte brusco è

‘piatto’ salato con semola,

uova, aglio, maggiorana

e cipolla, bollito,

fatto raffreddare, tagliato

a rombi e poi trattato

con doppia panatura

ed infine fritto,

dal fantastico cuore cremoso.

Gli stecchi, di origine

genovese, che vengono

preparati anche

nel Ponente, sono una

sorta di spiedini ‘di terra’,

un tempo fatti di

avanzi di cucina, fritti

dopo essere ricoperti

con una miscela di uova,

parmigiano, mollica

di pane, successivamente

passati nel pangrattato

e cotti in olio

bollente. Zucchine

trombette e carciofi in

frisceu (frittella), tagliati

sottilissimi, lessati

e poi fritti con panatura,

si propongono

di buon grado come

aperitivo, antipasto o

contorno sfizioso.

Continua nel numero

di giugno-luglio in

Piatto tipico della tradizione, tra ripieni e polpettoni

quanto il prossimo sarà

monotematico sul

C o r o n a v i r u s .

Laura Parigi,

storica collaboratrice de “Il Quartiere”,

apprezzatissima dai nostri lettori

appassionati di gastronomia e non

Verdure di stagione ripiene

6


LA SOLIDARIETÀ DOVRÀ ESSERE LA NOSTRA RICCHEZZA!

FAMIGLIE E PICCOLE IMPRESE ACCUMUNATI DALLA NECESSITÀ DI RIASSESTARSI E REINVENTARSI TORNANDO COMUNITÀ

Flavio Di Malta

L’incertezza, la paura,

l’impotenza. Ma anche

il pensiero, la riflessione,

il fermarsi

per comprendere.

L’aggressiva infezione

che sta colpendo il nostro

paese, che ha indotto

il governo a chiudere

le scuole, ad annullare

le manifestazioni,

a invitare le persone

a restare a casa e

a chiudere strade e interi

paesi, ha sconvolto

e continuerà a sconvolgere

a lungo la vita

della popolazione.

Il primo pensiero della

nostra redazione va alle

famiglie direttamente

colpite, al personale

ospedaliero oggi

più che mai in prima

linea e anche a tutte

quelle imprese grandi

e piccole che si trovano

a fare i conti con

gli effetti economicamente

devastanti di

questa situazione.

Dopo un iniziale caos

per il forzato riassesto

di abitudini consolidate,

però, l’ampia disponibilità

di tempo e la

possibilità, finalmente,

di respirare, ci ha

messo di fronte allo

specchio della nostra

vita. Lo specchio delle

cose veramente importanti,

degli affetti più

cari e del valore della

nostra città, dei nostri

vicini e delle nostre relazioni.

Passate le restrizioni,

i divieti, le

chiusure e la paura resterà,

ci auguriamo,

un rinnovato piacere

ed interesse per il prossimo

ed il valore della

nostra cultura e società,

fatta appunto di persone,

attività e incontri.

Fatta di socialità,

perché semplicemente

è “bello” stare insieme;

fatta di rispetto e

di solidarietà, che per

fortuna non viene a

m a n c a r e n e a n c h e

quando costretti a restare

chiusi in casa, neanche

con i negozi

e le scuole chiuse.

*** L'imprenditoria

cittadina, dopo un primo

momento di disorientamento,

ha saputo

reagire e adeguarsi

in fretta al nuovo contesto.

Fin dai primi

giorni dell’emergenza

Covid-19, i supermercati

e altri negozi non

soggetti a chiusura si

sono dotati di opportune

segnaletiche per il

distanziamento e di dispositivi

di protezione

per garantire in tutta

sicurezza i propri servizi.

Molte delle attività

chiuse al pubblico,

invece, si sono riorganizzate

per effettuare

consegne a domicilio

o, comunque, al di fuori

dell’esercizio commerciale.

Certo, si tratta

di un momento difficile,

delicato, dominato

dal timore costante

di contagiare o essere

contagiati, ma in qualche

modo bisogna andare

avanti. C’è chi ha

addirittura aumentato

la propria offerta, come

“Enea Sardenaira”

in via Lamarmora, che

alla tradizionale produzione

di panificio e

affini ha aggiunto la pasta

fresca e i latticini,

o il “Conad City” di corso

Cavallotti che ha dedicato

uno spazio alla

vendita di piante in vaso

per fornire un piccolo

sostegno ai nostri coltivatori.

E non dimentichiamo

nemmeno le

consegne a domicilio a

c o s t o z e r o d i

Francesco Iavarone e

del suo “Alimentari da

Fra” di corso Mazzini e

quelle su appuntamento

del “DimaPoint”.

Mille modi, insomma,

per sopravvivere

e per evitare chiusure

definitive o tagli

al personale. Certo:

nulla sarà più come prima.

Ce lo stiamo e ce

lo stanno ripetendo da

s e t t i m a n e .

Oltre alle molte vittime

che abbiamo pianto

e stiamo ancora

piangendo, il virus sta

mettendo (se non ha

già messo) a repentaglio,

nonostante gli

sforzi descritti sopra,

molte delle attività

più fragili del tessuto

economico. Esse stanno

sperimentando un

nuovo tipo di povertà,

che prende il nome e

la forma della “crisi di

liquidità” e si riflette

sulle famiglie dei titolari,

spesso in apnea

per arrivare a fine mese.

L’attesa degli interventi

dello stato, che

notoriamente ha tempi

lunghi, diluiti dalla

burocrazia, le spinge a

uscire di casa per la spesa

giorno per giorno,

per acquistare quel poco

che i soldi messi insieme

nella giornata

consentono di comprare.

Allo stesso modo, le

famiglie si trovano a

dover fronteggiare

una crisi del tutto nuova,

che può e deve essere

affrontata con strumenti

altrettanto innovativi

(o che forse sono

s o l o u n r i t o r n o

L’EDITORIALE

all’antica e genuina socialità

di un tempo).

Parliamo, per esempio

della “spesa sospesa”,

che consiste nel lasciare

una spesa pagata

per chi ha meno, per

chi si trova in un momento

di provvisoria

difficoltà. Il contenuto

dei carrelli riempiti in

questo modo può essere

redistribuito in vari

modi dai gestori: ai

clienti che ne avessero

necessità, alle parrocc

h i e o a n c o r a

all’“emporio solidale”

della città. Il futuro, ins

o m m a , s a r à

ineditamente in salita,

ma la solidarietà

d e l l a c o m u n i t à –

come dimostra anche

l ’ o g g i , i n c u i

l’emergenza sanitaria

rallenta e quella economica

accelera –

continuerà a fare la differenza,

in una società

che ne uscirà più

povera, certamente,

m a a n c h e p i ù

u n i t a e d u m a n a .

7


LA LEGGEREZZA DI ALFREDO

RIMETTERSI IN DISCUSSIONE SGOMBRA LE VIE DEL SAPERE

NOVELLI CALVINO, PRENDIAMO «LA VITA CON LEGGEREZZA, CHE NON È SUPERFICIALITÀ, MA PLANARE SULLE COSE DALL’ALTO»

Alfredo Schiavi

Molti di voi avranno

avuto la fortuna di visitare

– magari anche

più volte: da soli, coi figli,

con l’amante... – i

g i a r d i n i d i v i l l a

Ormond a Sanremo.

In essi – come ben saprete

– si ritrova tutto

ciò che concerne la botanica,

il giardinaggio,

il verde. Si possono ammirare

piante rare, tropicali

e persino un giard

i n o g i a p p o n e s e .

Una parte di questo

meraviglioso parco urbano,

proprio in corrispondenza

del principale

ingresso dal piano

strada, ospita una

serie di vasche comunicanti,

nelle cui acque

si dondolano elegantemente

degli stupendi

cigni bianchi e si

specchiano variopinti

fiori acquatici. Perché

dico ciò che per molti

Il nostro decano: Alfredo Schiavi

Un’iniziativa solidale con lo zampino di Alfredo Schiavi

La vasca dei cigni di villa Ormond, appuntamento fisso di giovani e meno giovani (foto tratta da Facebook)

di voi è ovvio?

Per chiedervi se

nella vostra vita avete

mai visto dei cigni e se

questi fossero bianchi.

Mi risponderete certamente

di sì, sottolineando

come tutti i cigni

visti nella vostra vita,

ripescati nella vostra

memoria, fossero assolutamente

bianchi.

Vero? Allora potremmo

supporre che tutti

i cigni di questo mondo

siano bianchi... o

no? E se vi dicessi che

esistono anche dei cigni

neri? Vi suonerebbe

qualche campanello?

Un certo Karl

Raimund Popper – filosofo

austro britannico

propugnatore della teoria

secondo la quale, invece

di cercare conferme

alle nostre ipotesi,

dovremmo cercare ciò

che dovrebbe smentirle

– , afferma che se crediamo

che una cosa sia

v e r a s o l o p e r c h é

l ’ a b b i a m o v i s t a

un’infinità di volte, potremmo

sbagliarci. Ed

è così. Quanti di voi lettori

erano convinti che

tutti i cigni fossero

bianchi? Tuttavia, il

giorno che cesseranno

le restrizioni, nel visitare

con rinnovato piacere

le vasche di cui sopra,

potreste scoprire

che esiste un cigno nero.

«Mi sono sbagliato!

Ero convinto che i cigni

fossero tutti bianchi!»,

ammetterete.

Questa amena storiella,

ammantata da un

velo filosofico, ci fa capire

come quello che

non conosciamo conti

di più di quello che conosciamo.

Ma allora,

se non basta aver visto

una cosa succedere tante

volte per definirla

“vera”, come facciamo

a sapere se questa cosa

sia effettivamente

v e r a o m e n o ?

Semplicemente non

possiamo saperlo, perché

non esiste un sapere

certo. Facciamo delle

congetture... cioè...

pensiamo che qualcosa,

con molta probabilità,

possa essere vero...

ma anche no.

Quindi rimettiamo in

discussione tutte le nostre

congetture e riscopriamoci

liberi di cercare

di conoscere.

Pensate a quando vi è

capitato di scoprire

che una cosa era diversa

da come voi la credevate.

Che effetto vi

ha fatto? Scrivetecelo

al nostro indirizzo

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