Olivo
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L’OLIVO
L’ulivo di Luras è uno splendido olivastro di circa 4000
anni. 1 Si tratta di un magnifico Coltivazioni Arboree: OLIVO- esemplare Classe V°E- Prof.ssa Canalis di ulivo selvatico
Importanza economica e diffusione
Produzione mondiale in
calo:
2014 = 15,5 milioni di T
EUROPA= 58% del totale
mondiale
Africa= 28%
ITALIA= 2°In Europa e nel
Mondo, anche per il
biologico, dopo la Spagna.
2 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
IMPORTANZA ECONOMICA E DIFFUSIONE
3 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Importanza economica e diffusione
IMPORTANZA ECONOMICA E DIFFUSIONE
4 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Importanza economica e diffusione
IMPORTANZA ECONOMICA E DIFFUSIONE
5 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Importanza economica e diffusione
IMPORTANZA ECONOMICA E DIFFUSIONE
La produzione olivicola italiana è concentrata soprattutto
nelle fasce collinari delle regioni del Centro-Sud, in particolar
modo in Puglia, Calabria, Sicilia, Toscana, Campania e Lazio.
6 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo in SARDEGNA copre l’1,7% - 1,8% della superficie regionale.
Superficie totale 39.075 ha, di cui da mensa 1660 ha.
31.103 aziende impegnate nella produzione dell'olio per un valore
medio di 1,17 ha per azienda.
Rese medie in olio di poco superiori al 16%.
La coltivazione è presente in quasi tutti i comuni dell’Isola, con una
diffusione “a macchie di leopardo” e con aree di concentrazione
consolidate nel tempo come l’area vasta del Sassarese, il Parteolla,
la zona di Oliena, il Montiferru, il Linas e altre ancora
7 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
8 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Importanza economica e diffusione
IMPORTANZA ECONOMICA E DIFFUSIONE
L’area di origine e di prima domesticazione dell’olivo è collocata
in Asia Minore, tra il Caucaso, l’altopiano iraniano e le coste
palestinesi
9 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Biologia ed ecologia dell’olivo
L’olivo coltivato (Olea europea)
Appartiene alla famiglia delle Oleaceae.
Alla specie Olea europea appartengono 2 sottospecie:
1. Olea europea var.
sylvestris (oleastro)
10 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
2. Olea europea sativa
Pianta sempre verde, naturalmente predisposta ad una vegetazione
cespugliosa mentre quando è col?vato il suo portamento è ad
albero normalmente con un solo tronco (monocaule) ma anche
policaule. Pianta BASITONA
Altezza delle pianta e la dimensione della chioma variano anche in
relazione all’ambiente di col?vazione in funzione del terreno e al
clima.
Il ciclo vitale dell’ olivo è notevolmente lungo, pianta longeva di
durata ultra centenaria; infaK, sopraLuLo nella zona di
col?vazione ultramillenaria del bacino del mediterraneo non è
difficile trovare esemplari plurimillenari ed ancor più olive?
centenari ed ultra centenari.
11 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
• L’olivo è una specie
basitona. I germogli
basali si accrescono
maggiormente rispetto
a quelli distali.
• La produzione
avviene sui rami di 1
anno di limitata vigoria
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 12
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
La radice è inizialmente fittonante, e può
raggiungere anche 1 m di profondità. Le
radici avventizie si formano a partire dal
3 – 4°anno.
Nella zona tra radice e fusticino si
formano, già al 1°anno, iperplasie o
ovoli, un ammasso di gemme avventizie
e iniziali radicali. Si ritrovano anche nelle
piante adulte determinando un visibile
ingrossamento della base del fusto.
Le radici emesse dai polloni sono
espanse e superficiali.
13 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Il fusto è formato:
da una parte inferiore
chiamata spesso ciocco o
pedale (in prossimità
dell’ingrossamento);
da una parte superiore, detta
propriamente fusto, che si
diparte dal ciocco e che a
diversa altezza si suddivide in
branche.
Ogni anno dal pedale vengono
emessi dei polloni.
14 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Le corde hanno funzione di
compensare situazioni di
invecchiamento del tronco
principale consentendo il
recupero di vitalità totale o
parziale della chioma.
Il fusto ha una corteccia
liscia nelle piante giovani.
Nelle piante più vecchie
diviene contorto per la
presenza di costolature,
dette “corde” che
congiungono
direttamente radici
principali con branche o
porzioni di esse.
Il tronco dell’olivo subisce deperimento a causa di attacco
di funghi saprofiti che provocano la carie per cui è
ricorrente l’aspetto di tronchi cavi o addirittura di tagli netti
che dividono il tronco in due o più parti.
15 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Le branche
La struVura della chioma nell’olivo è molto arNcolata ed è
convenzionalmente distribuita in branche.
Dalle primarie dipartono le branche secondarie di diverso ordine.
v principali o di primo ordine
v secondarie o di secondo ordine
v terziarie o di terzo ordine
16 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo è una specie dicotomica.
Questo significa che i rami tendono a
dividersi.
Questo è dovuto al faVo chela specie è
eliofila e tende a sfruVare tuZ gli spazi
alla ricerca della luce.
La pianta in natura tende a formare un
cespuglio.
Questa caraVerisNca era un tempo
sfruVata e favorita per far si che si
potesse appoggiare la scala ed
effeVuare la raccolta.
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 17
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
18 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
I rami vengono distinti in:
succhioni
ramo a legno;
ramo misto presentano insieme a fiori e
frutti nuovi germogli derivanti dal
prolungamento della gemma apicale del
ramo o da gemme laterali; Questi rami
hanno la capacità di rinnovare la propria
crescita per 4-5 stagioni.
rami a frutto caratterizzati dalla presenza all’ascella
delle foglie di fiori prima e frutti successivamente; vanno
eliminati annualmente
19 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
NOTA BENE
•I rami sono tanto più incurvati e
penduli quanto più vecchi ed
esauriti
•I rami sono tanto più giovani ed
assurgenti quanto più ci si
approssima
all’interno della chioma.
•Le zone dove si localizza la
maggior parte della produzione
sono quelle situate
nella parte più esterna della
chioma in cui si collocano rami a
frutto e rami misti
20 Coltivazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Le foglie sono di consistenza coriacea di forma variabile tra ellittica
e lanceolata, di colore verde più o meno intenso, argentate nella
pagina inferiore. La persistenza è di circa tre anni.
21 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Le foglie dell’olivo sono molto
sensibili alla scarsità di luce
in presenza della quale
tendono a richiudersi.
Il divario di efficienza
fotosintetica fra le foglie
illuminate dell’esterno della
chioma e quelle poste
all’interno è molto elevato
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Le foglie sono collocate in
posizione opposte sui rami.
All’ascella delle foglie dei rami
di un anno sono presenti le
gemme prive di perule (gemme
nude) che in relazione al tipo di
ramo danno origine a
infiorescenze e quindi frutti
(rami a frutto e misti) o germogli
(rami a legno).
22 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Le infiorescenze presentano forma a
grappolo con un numero variabile di fiori
singoli (10 - 25); il fiore denominato
mignola, è piccolo, di colore bianco e
normalmente ermafrodita in quanto
contiene sia l’organo maschile
(androceo), costituito da stilo con all’apice
due grosse antere contenenti polline e
dall’organo femminile (gineceo) che
occupa la parte centrale del fiore, a sua
volta costituito da ovario e da stigma dove
si fissa il polline nella fase di
impollinazione.
23 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
24 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
La comparsa delle infiorescenze viene
detta “mignolatura”, la cui epoca varia
in rapporto al clima e alla varietà;
nell’Italia centrale la mignolatura avviene
normalmente tra aprile e maggio mentre
la fioritura (antesi) nel medesimo
ambiente risulta di durata variabile di 3-7
giorni ed avviene normalmente tra
maggio e giugno.
Alla impollinazione segue la fase di fecondazione a seguito di
germinazione del polline il cui budello pollinico penetra nel gineceo
fino a raggiungere l’ovulo da fecondare
25 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Il frutto dell’olivo è una drupa la cui forma e dimensione varia in funzione
della varietà; mentre il peso oltre che variare con la varietà cambia in
rapporto all’ambiente di coltivazione ed oscilla tra 0,5 e 20 grammi.
Nella drupa si distinguono dall’esterno
verso l’interno:
l’epicarpo (buccia), costituito da limitati
strati cellulari e ricoperto da sostanza
cerosa;
il mesocarpo (polpa) di consistenza
carnosa
l’endocarpo (nocciolo), di consistenza
legnosa, nel cui interno si trova il seme,
singolo o doppio.
26 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
La forma, la dimensione e il colore del nocciolo sono caratteri
piuttosto variabili in base alle varietà.
27 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Con il procedere della maturazione il colore
dell’epicarpo cambia colore:
Da verde intenso al violetto, fino ad
assumere con la maturazione fisiologica e
in rapporto alla varietà colore rosso vinoso
o nero corvino.
Nelle zone più a nord della coltivazione dell’olivo, nella maggior parte delle varietà, la
colorazione finale dell’epicarpo rimane tra il giallo paglierino ed il rosso vinoso che
caratterizza la fase di invaiatura. In alcune varietà il colore finale dell’epicarpo è giallo
chiaro. 28 Coltivazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
La polpa rappresenta il 70-85% del peso del frutto e si
caratterizza per l’elevato contenuto in olio, presente negli
oleosomi che si formano all’interno delle cellule del mesocarpo;
il contenuto di olio della polpa oscilla dal 12 al 25% del peso
fresco sempre in rapporto alla varietà, all’ambiente di
coltivazione e a fattori agronomici.
29 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
CICLO ANNUALE VEGETATIVO E RIPRODUTTIVO
Il ciclo vegetativo e riproduttivo risentono delle condizioni climatiche tipiche della
zona di coltivazione in stretto rapporto con la varietà.
Riposo vegetativo: l’attività di crescità
dei germogli si è fermata o molto
rallentata,la pianta si trova in una
condizione di riposo o stasi vegetativa.
Ripresa vegetativa: dagli apici e dalle
gemme laterali inizia in maniera attiva
l’emissione di nuova vegetazione,
distinguibile dalla colorazione chiara dei
germogli in rapido accrescimento. (febmar)
30 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Emissione mignole: formazione dalle
gemme a fiore e da quelle miste
delle infiorescenze (mignole) di
colore verde intenso.
Mignolatura piena: le infiorescenze
sono ancora chiuse ma si
presentano ben distese e nelle loro
dimensioni massime.(In Sardegna a
aprile)
Fioritura: almeno il 50% dei fiori è
aperto e sono visibili gli organi
riproduttivi.(In Sardegna inizio
maggio)
31 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Allegagione: l’ovario inizia ad ingrossarsi e sono
visibili i frutticini appena allegati.
Ingrossamento dei frutti 1°stadio: la dimensione
delle drupe corrisponde a quella di un grano di
pepe.
Indurimento del nocciolo: tale fase può essere
individuata effettuando il sezionamento del frutto
con una lama e rilevando la resistenza al taglio del
nocciolo rispetto al pericarpo.
32 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Ingrossamento dei frutti – 2°stadio: le drupe
raggiungono quasi le dimensioni definitive.
Invaiatura superficiale: sull’epicarpo è
distinguibile il viraggio di colore dal verde
al rosso violaceo.
Maturazione o Invaiatura profonda: sia
l’epicarpo che la polpa hanno raggiunto
una colorazione rosso-violacea uniforme o,
comunque, la colorazione tipica della
cultivar.
33 Coltivazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
34 Coltivazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’impollinazione nell’olivo è di ?po anemofilo, legata cioè al movimento di masse
d’aria che trasportano il polline anche a distanza notevole. La maggior parte delle
varietà di olivo risultano autosterili, nel senso che il polline della stessa varietà non è
in grado di fecondare gli ovuli per cui la fecondazione è legata alla presenza di altra
varietà compaNbile ai fini della fecondazione (impollinatore).
In linea di massima qualsiasi varietà di olivo è in grado di fecondarne un’altra; tuVavia è
necessario che oltre ad esserci coincidenza di fioritura tra varietà da fecondare ed
impollinatore, il polline di quest’ulNmo possegga vitalità e capacità germinaNva.
Esistono anche varietà parzialmente autofer?li che comunque si avvantaggiano
della presenza di buoni impollinatori il cui effeVo è di incrementare l’allegagione;
Sono necessari almeno il 10% di alberi impollinatori per assicurare una
buona produzione
35 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Nell’olivo sono poco frequenti i casi di varietà geneticamente
autofertili che siano insensibili àlle variazioni ambientali che
portano ad un cambiamento della autofertilità.
La fase di impollinazione risulta essere particolarmente delicata
anche in funzione:
Ø degli aspetti ambientali (temperature elevate accompagnate
da alta umidità relativa o eccessiva secchezza dell’aria che
influiscono direttamente sulla vitalità del polline, mentre la
bassa ventosità crea difficoltà di spostamento dello stesso
del polline),
Ø nutrizionali (carenza di N e boro).
36 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
RICORDA alla fecondazione dell’ovulo segue l’accrescimento iniziale del frutto e
dell’embrione (moltiplicazione cellulare) che prosegue fino alla fase successiva di
indurimento del nocciolo che, nell’ambiente dell’Italia centrale, avviene tra luglio
ed agosto.
In questa fase: forte richiesta della pianta sia di acqua che di nutrienti
(azoto) la cui carenza può essere causa di caduta dei frutti.
Fase successiva: accrescimento del frutto per distensione cellulare conseguente
all’assorbimento di acqua.
L’ingrossamento del frutto prosegue fino a ottobre-novembre ed è strettamente
connesso con la disponibilità idrica del suolo; successivamente, con il
sopraggiungere di basse temperature, si verifica una riduzione della dimensione
del frutto che si raggrinzisce per effetto di disidratazione.
Nel periodo che intercorre tra l’indurimento del nocciolo e la invaiatura,
(variazione di colore dell’epidermide da giallo a rosso vinoso), si determina
il massimo accumulo di olio nella polpa (inolizione).
37 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’incremento di contenuto in olio successivo risulta di entità minima, mentre con il
procedere della maturazione del frutto fino al raggiungimento della maturazione
fisiologica (colorazione dell’epidermide e della polpa) si osserva una perdita
progressiva della qualità dell’olio da ricondurre soprattutto a riduzione di componenti
antiossidanti (biofenoli), fino alla loro scomparsa, mentre inizia la cascola naturale
delle drupe.
Il ciclo riproduttivo si conclude con la maturazione fisiologica delle olive.
38 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
L’olivo/Biologia ed ecologia dell’olivo
FISIOLOGIA E FENOLOGIA DEL CICLO RIPRODUTTIVO
39 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Contenuto in Olio e maturazione del frutto
40 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
La fase vegetativa rallenta drasticamente in corrispondenza del picco di
temperatura estivo (tra la fine di luglio e la metà di agosto) per riprendere con
ritmo inferiore a fine estate e prolungarsi fino a metà autunno.
In questo periodo si verifica la fase di induzione fiorale reversibile cui segue
per effetto delle basse temperature invernali
la differenziazione a fiore delle gemme presenti nei rami fertili di nuova
formazione pronte ad avviare un nuovo ciclo riproduttivo.
41 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
ASPETTI RIGUARDANTI L’ALTERNANZA PRODUTTIVA
L'alternanza di produzione si ha quando ad un'annata molto produttiva
(anno di carica) segue una con una produzione ridotta (annata di scarica).
E’ causata principalmente da:
q da squilibri nutrizionali ed ormonali.
q da avversità climatiche,
q attacchi parassitari,
q potatura
q concimazione sbagliate, deficit idrico,
q debolezza della pianta,
q ritardo di raccolta delle olive,
q predisposizione delle cultivar.
42 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Per aVenuare questo fenomeno è indispensabile mantenere il giusto
equilibrio tra aZvità vegetaNva e produZva della pianta, praNcando
varie operazioni colturali:
quna razionale concimazione ed irrigazione
quna potatura da effeVuare ogni anno adeguando la fruZficazione
alla vegetazione della pianta
quna regolare loVa anNparassitaria
quna raccolta anNcipata.
43 Coltivazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
Alcune motivazioni
Alcune varietà, come la Bosana, in annate particolarmente
favorevoli presentano produzioni molto abbondanti con eccesso di
formazione di frutti che interessano tutti i rami fruttiferi che
ostacolano le formazioni vegetative di tipo fertile con conseguente
fenomeno di alternanza produttiva. Il Fenomeno si accentua con
potatura biennale drastica o con potatura eccessivamente povera.
Importante anche anticipare la raccolta per contenere o ridurre il
fenomeno dell’alternanza produttiva: poiché la persistenza
prolungata dei frutti sulla pianta va a discapito della buona
nutrizione dei nuovi germogli che portano le future gemme
fruttifere.
44 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
ESIGENZE AMBIENTALI E PEDOCLIMATICHE
Il clima favorevole all’olivo
è quello mediterraneo, temperatocaldo.
L’olivo, pianta xerofita
sempreverde, richiede un
clima mite, senza forti sbalzi termici e
temperature che non scendano al di
sotto di – 8 °C;
La fascia fitoclimatica dell’olivo è
quella compresa indicativamente
fra il 45°e il 30°parallelo.
45 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
La pianta di olivo esprime al massimo le sue potenzialità tra i 22 e i 32 gradi,
temperature superiori, infatti, provocano una riduzione dell’efficienza
fisiologica della pianta (fotosintesi e respirazione) più consistente rispetto a
quella determinata dalle basse temperature. È stato osservato che a
temperature superiori a 32 °C, la pianta arresta la sua crescita vegetativa,
mentre tra 44 e 50 °C subisce stress da caldo con danni irreversibili
ACQUA
La combinazione tra stress idrici prolungati ed elevate temperature durante il
periodo estivo condiziona in maniera significativa la risposta della pianta in
termini sia di crescita complessiva sia di produttivita. Particolarmente
sensibile alla carenza di acqua in fioritura, allegagione e invaiatura.
TERRENO
Terreno da sciolto a medio impasto, ben drenato e ricco in calcare.
Teme i ristagni idrici e pertanto i terreni pesanti.
Resiste bene alla salinità
46 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
PRINCIPALI CULTIVAR ED EVOLUZIONE DEGLI STANDAR VARIETALI
In Italia vengono colNvate 150 varietà: 25 di queste occupano il 58% della
superficie.
CaraVeri disNnNvi sono:
a) CaraVerisNche del nocciolo e della drupa
b) CaraVerisNche fisiologiche, morfologiche e agronomiche: vigoria della
pianta, portamento chioma, epoca di maturazione, ferNlità (autosterili,
autoferNli, parzialmente autoferNli), potenziale produZvo,
tolleranza/sensibilità stress abioNci (siccità, gelate tardive) e bioNci
(malaZe).
Le varietà si disNnguono in funzione della desNnazione in: mensa – olio –
duplice aKtudine
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 47
CaraVerisNche delle varietà da mensa
a) Pezzatura media (200- 250 fruZ per litro , peso variabile da pochi g ad oltre
9 come nella varietà ascolana)
b) Rapporto polpa/nocciolo > 4
c) Polpa compaVa, croccante con buone aZtudini alla conservazione
d) Nocciolo che si distacca facilmente dalla polpa
Tonda di Cagliari: cv a duplice a2tudine
Ascolana
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 48
PROPAGAZIONE
• La propagazione dell’olivo viene faVa: per seme, per
innesto, per talea
• Innesto:
• a corona su piante adulte capitozzate, sulle quali si
deve intervenire per risanamento o per sosNtuzione
di cv.
• A penna: eseguite di norma in vivaio. Il portainnesto
è oVenuto solitamente da seme (franco) oVenuto
principalmente da Leccino e Frantoio. Il franco
presenta solitamente buona vigoria, elevatà affinità
di innesto, elevata aZvità pollonifera.
Piante innestate di 3-4anni
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis pronte per essere vendute 49
Produzione del porNnnesto franco:
Seme in quiescenza per un anno semina in semenzaio (agosto seVembre)
trapianto in nestaio primavera
innesto l’anno successivo
Per talea o autoradicazione: si parte utilizzando una un ramo di consistenza legnosa o
semilegnosa. Entrano prima in produzione.
Oggi si ricorre anche alla micropropagazione. Ricorda anche tecnica di micorizzazione
Talee di olivo in vaso
Olivo innestato
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 50
IMPIANTO DELL’OLIVETO
Si rimanda a quanto visto nella parte generale e per la vite
Scelta del sesto di impianto: Passaggio da agricoltura estensiva ad intensiva con sesN di
impianto più fiZ. Da 10 x 10 a 5 x 5 o 6 x 6.
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 51
Forme di allevamento e potatura: REQUISITI
Ø rispeLare il modo naturale di vegetare della specie (habitus vegetaNvo), al fine
di contenere i tempi ed i cosN della potatura e di non ritardare l'accrescimento e
l'entrata in produzione dell'albero; più la forma si allontana dal naturale habitus
vegetaNvo della specie, maggiore sarà la necessità di severi intervenN di
potatura, con conseguente riduzione dell'efficienza e delle potenzialità
produZve dell'albero;
Ø esaltare l'interceLazione della luce con uno sviluppo ed una distribuzione
dell'apparato fogliare in grado di sfruVare adeguatamente lo spazio disponibile,
evitando l'eccessivo ombreggiamento reciproco delle foglie nell'ambito della
stessa chioma e fra chiome conNgue
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 52
Ø favorire un oKmo stato sanitario dell'albero, garantendo
l'arieggiamento della chioma e una buona penetrazione nella
vegetazione degli eventuali traVamenN anNparassitari;
Ø mantenere un elevato rapporto tra foglie e legno
Ø garan?re un'impalcatura solida per sostenere il peso dei
fruZ e dell'eventuale neve senza rischi di roVure delle
branche;
Ø facilitare l'esecuzione delle operazioni colturali, con
parNcolare riferimento alla raccolta ed alla potatura stessa.
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 53
Alcuni importanti
interventi di potatura
di produzione
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 54
FORME DI ALLEVAMENTO
Le forme di allevamento di maggior interesse in
olivicoltura sono:
1. vaso nelle sue diverse varianN (vaso libero,
vaso policonico, vaso a cono rovescio, ecc.);
2. globo;
3. monocono;
4. asse centrale.
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 55
Vaso
È largamente diffuso nell'olivicoltura e può realizzarsi con numerose varianN che
riguardano principalmente l'inclinazione delle branche principali, la distribuzione
della vegetazione intorno ad esse e l'altezza del tronco. Consente una maggiore
uNlizzazione della radiazione luminosa
StruVura
Dal fusto alto da 50-80 cm per raccolta manuale a 100- 120 cm per raccolta
meccanica partono tre o quaVro branche inclinate di 45° rispeVo all’asse verNcale,
per raccolta manuale, e 35° per raccolta meccanica. Angolo delle branche di 120° o
90°. Dalle branche primarie partono delle branche secondarie.
Al fine di ridurre il periodo improduZvo è consigliabile limitare all’indispensabile
gli intervenN di potatura, assecondando così il naturale modo di vegetare
dell’albero
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 56
Il vaso policonico
• Il vaso policonico semplificato per l’olivicoltura moderna si
propone come una delle migliori forme di allevamento per la
riduzione dei tempi di esecuzione della potatura e per la
raccolta meccanica con vibratore da tronco.
• Il tronco è alto 80-100 cm si divide in 3-4 branche primarie.
Ogni branca ha un'inclinazione di circa 45° nel traVo iniziale e
poi prosegue verNcalmente. Le branche secondarie si
sviluppano principalmente nella parte esterna, mentre sul lato
interno sono più corte e più rade con lunghezza che diminuisce
passando da quelle inferiori a quelle superiori.
• Con questa struVura ogni branca primaria forma una chioma
piramidale ben disNnta da quelle adiacenN e ben illuminata
anche nella parte basale. La chioma del vaso si presenta molto
aperta all'interno e con vegetazione fruZfera che si sviluppa
principalmente sul lato esterno di ogni branca.
Densità impianto fino a 400 piante/ha
ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis 57
Potare l'olivo - Come potare l'olivo.mp4
58 ColNvazioni Arboree: OLIVO- Classe V°E- Prof.ssa Canalis
POTATURA OLIVO.mp4
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GLOBO
• Forma adoVata negli ambienN più
caldi in cui si ha bisogno di
proteggere le branche interne da
eventuali usNoni. La chioma assume
la forma di una sfera permeVendo
alla luce di penetrare nelle zone
interne della chioma
• Le branche in numero di 4-5 sono
impalcate ad 1 – 1,2 m da terra.
• La fruZficazione si trova sulla parte
esterna della chioma
• Questo sistema di allevamento con
elevata densità di vegetazione
ostacola la raccolta ed i traVamenN
fitosanitari.
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MONOCONO
• E’ indicato per le culNvar con habitus
vegetaNvo assurgente ed è più idoneo in
ambienN con ridoVa crescita delle piante, e
per le cul?var con ridoLo potenziale di
crescita.
• Si presenta con un tronco singolo di almeno 1
m di altezza privo di rami laterali e con delle
branche secondarie inserite con angoli ampi o
quasi orizzontali e disposte con andamento
elicoidale e tale da decrescere di lunghezza a
mano a mano che si arriva nella parte alta.
• Tale forma di allevamento è adaVa alla
raccolta meccanica tramite scuoNtore di
tronco e consente di avere piante di forma
regolare e chioma omogenea. Numero piante /
ha fino ad 800
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Svantaggi: Con l'aumentare della dimensione della
chioma, si verifica un progressivo incremento
dell'ombreggiamento nelle porzioni interne, che
deperiscono progressivamente, mentre l'albero tende a
formare la nuova vegetazione nelle parN periferiche
meglio illuminate. Di conseguenza, per evitare che la
cima del fusto si sviluppi eccessivamente in altezza e che
le branche primarie si allunghino troppo, necessitano
potature progressivamente più energiche che sNmolano
un'eccessiva aZvità vegetaNva a scapito di quella
produZva, oltrechè determinare un aumento dei cosN
di potatura. Non si presta al cv a portamento pendulo.
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ASSE CENTRALE
• È la forma di allevamento uNlizzata per gli
impianN Superintensivi, progeVaN per
aVuare la raccolta e la potatura meccanica,
in conNnuo.
• Per la raccolta sono, in genere, uNlizzate
macchine scavallatrici, largamente impiegate
in viNcoltura, in genere opportunamente
modificate nel numero e posizione dei
“baZtori” per raccogliere le olive.
AVualmente sono poche le varietà che
hanno evidenziato di adaVarsi a tale forma.
• Sono caraVerizzate da crescita vegetaNva lenta, modesto vigore, precoce fruZficazione,
basso grado di alternanza di produzione, elevata ferNlità e autoferNlii ̀, per cui si possono
cosNtuire impianN monovarietali estesi anche diverse cenNnaia di eVari) con breve fase
improduZva (2 anni).
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L’impianto adulto si presenta, nel complesso, come una successione di coni che danno
luogo a pareN verNcali (filari).
La raccolta avviene con le
macchine scavallatrici, le
pareti verticali sono alte 3-
3,5 m e spesse, alla base,
1,5-2 m. Dette pareti si
ottengono con sesti
rettangolari,
distanziandole 3,5-4 m tra
le file e 1,2- 1,5 m sulla fila
(1600-2400 piante/ha).
Filare di giovane impianto Superintensivo (a). Nella forma di allevamento ad Asse
centrale (b) la pianta è cosNtuita da un fusto alto 2,8 m circa sul quale si inseriscono,
direVamente le brancheVe fruZfere (2-3 anni) che vengono rinnovate con leggere
potature di diradamento/raccorciamento
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TECNICA COLTURALE
Ges?one Terreno: In passato lavorazioni meccaniche su tuVa la superficie dell’impianto che
avevano come obieZvo il contenimento delle perdite per evapotraspirazione della flora
spontanea, aumentare la capacità di invaso per l’acqua, interrare i ferNlizzanN, favorire
l’arieggiamento. Nel lungo termine questo porta a una riduzione della sostanza organica,
a problemi di compaLamento del suolo soLo lo strato superficiale e a perdite di suolo e
fer?lità per erosione, il cui rischio aumenta negli olive? collinari.
Ricorda come già visto per la vite: Un’olivicoltura di
qualità non può prescindere dalla sostenibilità
dell’ambiente di colNvazione e dalla conservazione del
suolo.
La gesNone del suolo dovrebbe, infaZ, svolgere una
funzione anNerosiva, di protezione delle risorse idriche
profonde e superficiali dall’inquinamento, favorire
l’aumento del tenore in sostanza organica e agevolare
tuZ gli altri intervenN colturali, in parNcolare la
raccolta.
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La perdita di suolo avviene in parNcolare con organi azionaN
dalla pdp della traVrice. Gli organi lavoranN provocano,
inoltre, danni direZ al capillizio radicale più superficiale,
responsabile dell’assorbimento della maggior parte degli
elemenN minerali.
Ricorda ancora la riduzione della velocità di infiltrazione
dell’acqua nel suolo, la formazione della suola lavorazione,
maggiore ossidazione della SO, ridoVa transitabilità.
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INERBIMENTO
L’inerbimento rappresenta la
principale tecnica di gesNone del suolo
alternaNva alle lavorazioni ordinarie.
L’inerbimento può essere disNnto in
naturale, quando si forma
spontaneamente, o arNficiale, quando
invece si effeVua una semina; può
essere presente durante tuVo l’anno
(inerbimento permanente) o per un
periodo limitato (inerbimento
temporaneo).
Può interessare tuVa la superficie dell’impianto
(inerbimento totale) o essere limitato a una
parte (inerbimento parziale) con lo scopo di
ridurre la compeNzione della flora infestante
spontanea, favorendo lo sviluppo delle piante
di olivo.
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L’inerbimento naturale permanente si ottiene lasciando sviluppare la
flora spontanea.
L’inerbimento naturale temporaneo è applicabile dove i terreni hanno
un elevato contenuto di argilla e l’estate è spesso siccitosa: pertanto si
limita la crescita delle erbe spontanee nei periodi dell’anno in cui la
disponibilità di acqua è sufficiente, procedendo alla loro eliminazione
all’inizio della stagione secca.
L’inerbimento artificiale permanente consente di ottenere una rapida e
soddisfacente copertura del terreno con la combinazione desiderata di
specie erbacee, anche se, con gli anni, nel cotico tendono a
ricomparire le specie spontanee.
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La ges?one del co?co erboso è di fondamentale
importanza per tuZ i Npi di inerbimento. La maggior
parte degli areali italiani in cui è diffusa l’olivicoltura è
caraVerizzata da ridoLe disponibilità idriche o da
irregolarità nella distribuzione delle piogge e pertanto
ci si dovrebbe orientare verso una presenza
temporanea del tappeto erboso che copra
interamente o anche solo in parte (interfila) la
superficie dell’oliveto, in funzione della susceZbilità
all’erosione.
In caso di inerbimento arNficiale, la semina
deve effeVuarsi in autunno, dopo la
raccolta delle olive, e può orientarsi verso
specie graminacee o leguminose oppure
una consociazione delle stesse.
Possono essere previste anche delle
brassicacee (crucifere)
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CONCIMAZIONE
La CONCIMAZIONE DELL’OLIVO è una praNca che spesso viene soVovalutata in
olivicoltura. Come tuVe la piante da fruVo è indispensabile la somministrazione di
nutrienN che rappresentano una fonte di elemenN necessari alla pianta di olivo per
vegetare e produrre olive.
CON LA CONCIMAZIONE MINERALE gli elemenN nutriNvi vengono somministraN tramite
ferNlizzanN chimici al fine di reintegrarne la disponibilità nel terreno per una precoce
entrata in produzione della pianta, un equilibrato sviluppo vegeto-produZvo ed una
maggiore resistenza ad avversità bioNche ed abioNche (carenza idrica, gelate).
LA FERTILIZZAZIONE ORGANICA prevede l’apporto di materiale organico di diversa origine
e qualità (letame, ammedante compostato, sovescio, inerbimento, residui di potatura,
pollina, ecc.); essa assicura un miglioramento delle proprietà fisiche, biologiche, chimiche
ed idrologiche del terreno che, a loro volta, influenzano posiNvamente sia la nutrizione
minerale delle piante che quella idrica.
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La pianta di olivo è in grado di sopravvivere per mol? anni senza
somministrazione di fer?lizzan?, ma per esprimere il massimo delle
sue potenzialità produZve e qualitaNve, ha bisogno di essere
concimato periodicamente, con apporN di ferNlizzanN minerali e/o
organici.
IMPORTANTE Prima di procedere alla concimazione di un oliveto è
consigliabile eseguire l'analisi chimico-fisica del terreno (ogni 5 anni),
in base ad essa, è possibile calcolare le dosi da distribuire dei diversi
concimi, in parNcolare riguardo alla dotazione di macro elemenN (NPK).
Importante per determinare il calcare totale ed aZvo, la CSC, il
contenuto di S.O. e il suo grado di mineralizzazione (rapporto C/N).
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Indicazioni per la preparazione di un piano di concimazione
Per definire il
piano di
concimazione è
necessario definire
la quanNtà di
nutrienN da
apportare tramite
bilancio
nutrizionale inteso
come confronto fra
gli apporN
nell’oliveto
(entrate) e le
asportazioni
(uscite) dallo
stesso.
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La concimazione dell'olivo si basa principalmente su tre MACROELEMENTI
FONDAMENTALI che, a volte, possono scarseggiare nel terreno:
•Azoto N (sNmola la crescita di germogli, rami, tronco e radici, lo sviluppo di fruZ e, se
non in eccesso, anche la fioritura e l'allegagione);
•Fosforo P (sNmola la formazione dei fiori, la maturazione delle olive, la crescita dei
germogli e lo sviluppo del sistema radicale);
•Potassio K (sNmola la fotosintesi e la sintesi dell'olio, l'accumulo di riserve nell'albero, la
lignificazione dei tessuN e la resistenza ai cambiamenN termici, siccità e parassiN);
•In base a diversi fattori da valutare sul campo, è possibile considerare
anche l'apporto di: Calcio – Ca, Magnesio - Mg e Zolfo - S.
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Sono importan?, seppur in minime quan?tà, i cosiddeK microelemen?, in
par?colare: Ferro – Fe, Manganese - Mn, Rame - Cu, Zinco - Zn, Molibdeno -
Mo, Cloro - Cl e il Boro - B.
La concimazione organica importante per mantenere un livello sufficiente di humus nel
terreno dell'oliveto, tramite il "letame verde": il sovescio, l'inerbimento e trinciatura dei
residui di potatura. Quando possibile, è sempre consigliabile la somministrazione di letame
(80-120 q/ha).
In media, una tonnellata di letame fornisce: 4 kg di azoto, 2,5 kg di fosforo, 5 kg di potassio
al suolo, da 60 a 160 kg di humus. Da 30 a 60 ton/ha di letame possono essere distribuiN
ogni 2-4 anni.
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METODI DI CONCIMAZIONE
LA CONCIMAZIONE DI FONDO, effeVuata prima di procedere all’impianto, serve ad
aumentare il tenore in elemenN nutriNvi poco mobili e di sostanza organica del terreno
mediante l’apporto di letame, compost, concimi organici pelleVaN.
Si possono fornire, in BASE ALL’ANALISI CHIMICA DEL TERRENO, gli elemenN poco mobili
quali potassio e fosforo. Nell’anno dell’impianto è uNle far precedere la messa a dimora
delle piante da una coltura da sovescio.
IndicaNvamente in un terreno di medio impasto e con media dotazione di elemenN
minerali fondamentali le quanNtà per eVaro sono
1. 300- 400 q di letame maturo
2. 1,5 - 2 q di perfosfato triplo – 46
3. 2 – 3 q di solfato di potassio
Ricorda: mai somministrare concimi a base di N in
preimpianto
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La concimazione di allevamento, effeVuata nei primi 3-4 anni dall’impianto,
prevalentemente con concimi azotaN, sNmola:
lo sviluppo vegetaNvo della pianta accelerando la formazione della chioma e dell’apparato
radicale in modo da anNcipare il più possibile l’entrata in produzione dell’oliveto.
Le dosi di concime, solitamente urea, devono tener conto dell’età della pianta e distribuite
2-3 volte all’anno in corrispondenza del volume di suolo esplorato dalle radici.
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La concimazione di produzione inizia con l’entrata in produzione dell’olivo e deve
essere proporzionata alla produzione. La funzione di questa concimazione è quella
di indurre e sostenere la produzione della pianta e di assicurare l’apporto di
elemenN alla chioma e all’apparato radicale.
La concimazione azotata può essere frazionata in 2-3 intervenN a parNre dal
germogliamento, in modo da sostenere adeguatamente lo sviluppo dei rami e dei
fruZ. Inoltre è necessario prevedere almeno un’applicazione di concimi contenenN
fosforo e potassio.
Per una produzione di 4t/ha si possono considerare come asporN:
• 40-80 kg di N per eVaro
• 10-20 kg di P per eVaro
• 60-100 kg di K per eVaro
• 75 kg di Ca per eVaro
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Nel caso di oliveN inerbi? si deve tener conto sia delle eventuali compeNzioni
per gli elemenN minerali che si possono instaurare in determinaN periodi, sia
delle reintegrazioni dovute ai residui del prato lasciaN sul terreno a seguito
dello sfalcio. Orientare la scelta del miscuglio da uNlizzare per il prato verso
quelle specie in cui la fase principale di accrescimento non coincide con il
periodo di maggiore richiesta di elemenN nutriNvi da parte dell’olivo per
ridurre i fenomeni di compeNzione mantenendo i benefici dell’inerbimento,
quali la capacità di interceVare con le radici gli elemenN nutriNvi altrimenN
desNnaN al dilavamento e di renderli disponibili successivamente per l’olivo
aVraverso la decomposizione dei loro residui lasciaN sul suolo.
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IRRIGAZIONE
Olivo ha caraVerisNche xerofi?che: ridoVe dimensione delle foglie, lo spessore della
cuNcola, presenza di piccoli e numerosi stomi proteZ da peluria, capacità di estrarre
acqua con alta efficienza. L’olivo è una pianta molto tollerante alla carenza idrica ed è in
grado di resistere a lunghi periodi di siccità e sopravvivere in zone dove le precipitazioni
annuali sono di appena 150-200 mm
La carenza idrica tuVavia determina una
peggioramento della quanNtà di produzione.
Fasi cri?che: differenziazione a fiore, fioritura
allegagione fino alla prima fase di
ingrossamento del fruKcino e il periodo di
inolizione. Alterare, durante la fase di
ingrossamento del fruLo il rapporto p/n.
Il momento irriguo deve tener conto delle
caraLeris?che pedoclima?che e della RFU
presente nel suolo (vedi vite).
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L’irrigazione dell’oliveto consente
alla pianta un rapido sviluppo
vegetaNvo durante la fase di
allevamento, anNcipa l’entrata in
produzione, aumenta la
produzione, riduce l’alternanza di
produzione, diminuisce la
variabilità qualitaNva dell’olio
dovuta ad annate
parNcolarmente siccitose, rende
possibile l’inerbimento totale o
parziale del suolo e la
somministrazione localizzata
degli elemenN minerali con
la ferNrrigazione.
Irrigazione a goccia
Sub-irrigazione
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Tecniche alterna?ve alla concimazione tradizionale
Ø Fer?rrigazione: si ha miglior assorbimento per la pianta degli elemenN minerali che si
trovano in condizioni di elevata umidità del terreno e quindi più facilmente assorbibili
dalle radici, la riduzione delle dosi di concime (proporzionate alle reali esigenze della
pianta) e la tempesNvità degli intervenN. Questa tecnica fornisce buoni risultaN nelle
zone di colNvazione più aride e su terreni sciolN.
Ø Concimazione fogliare: consente di rifornire rapidamente l’albero di elemenN nutriNvi e,
per questo moNvo, è parNcolarmente indicata per correggere tempesNvamente alcuni
squilibri nutrizionali.
Vantaggio, richiede minori quanNtà di concime e può essere abbinata a traVamenN
anNparassitari riducendone così i cosN e i tempi di applicazione. È parNcolarmente
consigliata in oliveN in asciuVo dove la carenza idrica, in determinaN periodi dell’anno,
riduce fortemente l’efficacia della concimazione al suolo.
Come per gli altri metodi, anche per la concimazione fogliare gli intervenN devono
essere frazionaN nel corso dell’anno. Il primo intervento con concimi azotaN dovrebbe
coincidere con le prime fasi del germogliamento, il secondo in pre-fioritura e l’ulNmo
durante la fase di allegagione
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L’olivo/Coltivazione dell’olivo
RACCOLTA
Deve avvenire alla maturazione dei fru>: quando il fruAo sta diventando da
verde a rosso viola sulla buccia ma ha la polpa che è ancora verde.
RICORDA: la fase di inolizione termina con l’invaiatura
Abbacchiatori per la raccolta agevolata;
raccolta meccanica.
Resa 4/5 t per eAaro
15-50 kg per pianta
Massima produzione dal 10° anno