20.04.2020 Views

TuttoBallo20 EnjoyArt - Febbraio

Febbraio 2020. TuttoBallo20, dedicata la copertina a Sandro Cavallini, campione latino americano degli 90. Famoso in tutto il mondo Sandro ha deciso di guardare al futuro abbracciando una nuova sfida: la moda. Una collezione moderna, fresca avvolge i copri scolpiti dei ballerini. L'intervista è il modo migliore per conoscere chi nella vita ha sempre affrontato le sfide con il sorriso sulle labbra. In questo numero Eugenia Galimi ci racconta come la danza sia un antidoto naturale per mantenere il cervello giovane. Pina delle Site invece ci presenta la danza nel mondo del cinema.

Febbraio 2020. TuttoBallo20, dedicata la copertina a Sandro Cavallini, campione latino americano degli 90. Famoso in tutto il mondo Sandro ha deciso di guardare al futuro abbracciando una nuova sfida: la moda. Una collezione moderna, fresca avvolge i copri scolpiti dei ballerini. L'intervista è il modo migliore per conoscere chi nella vita ha sempre affrontato le sfide con il sorriso sulle labbra.
In questo numero Eugenia Galimi ci racconta come la danza sia un antidoto naturale per mantenere il cervello giovane. Pina delle Site invece ci presenta la danza nel mondo del cinema.

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

N u m e r o 2 | V o l . 1 | F E B B R A I O 2 0 2 0<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

F R E E P R E S S O N L I N E n o n r e g i s t r a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I . S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M<br />

S A N D R O C A V A L L I N I<br />

" V I S V E L O I L S E G R E T O<br />

D E L M I O S U C C E S S O "<br />

C O M E S I G E S T I S C E U N A<br />

S C U O L A D I B A L L O ?<br />

B E N E S S E R E E D A N Z A :<br />

P R E V E N I R E L ' I N V E C C H I A M E N T O<br />

I L S Y R T A K I D I Z O R B A :<br />

R O M A N Z O , C I N E M A E B A L L E T T O


ANTONELLO ARGIOLAS<br />

era meglio<br />

"Non<br />

ad insegnare<br />

continuare<br />

danza?"<br />

E’ la domanda più frequente che faccio al titolare di una scuola di danza,<br />

che mi racconta la storia della sua azienda (spesso non brillante). Gli chiedo:<br />

“Ma chi te l’ha fatto fare? Non era meglio quando insegnavi danza?”<br />

Pensaci: Avevi libertà di scelta, lavoravi non più di 6 ore al giorno e in molte<br />

scuole diverse, danzavi tutto il giorno e creavi coreografie. Un lavoro che ti<br />

appassionava, senza pressioni, senza debiti, senza collaboratori, senza affitti,<br />

bollette, tasse ecc ecc, eri sempre al centro dell’attenzione, osannato da<br />

tutto e tutti, potevi pretendere e se non ottenevi quello che volevi, cambiavi<br />

senza problemi, facevi tu il prezzo dello stipendio e se, magari, eri stato in<br />

televisione riuscivi ad ottenere anche €40/50 ad ora... sempre in giro,<br />

tornavi a casa senza pensieri, senza pressioni di nessun tipo... e se stavi<br />

male, bastava una telefonata e ti sostituivano... stage, concorsi, fiere,<br />

audizioni, non te ne perdevi una... eri l’idolo indiscusso di tutte le mamme<br />

della scuola, ma soprattutto l’amministratore del gruppo Whatsapp della<br />

scuola! Bei tempi vero? Eri libero e, possiamo dirlo, felice! Oggi invece hai<br />

deciso di aprire una Scuola di Danza (senza studiare nulla sulla gestione di<br />

una scuola), solo per il fatto di essere un bravo insegnante... perché,<br />

parliamoci chiaro, ne conosco davvero pochi che hanno deciso di aprire una<br />

scuola di danza per fare business come veri imprenditori. “Non è detto che<br />

un ottimo calciatore sia anche un ottimo allenatore”... Quindi: Chi caspita te<br />

l’ha fatto fare ad aprire una Scuola di Danza? In questi anni le risposte che<br />

mi hanno dato sono più o meno le stesse: per passione, sono un ex<br />

ballerina/o, non volevo più fare il “marchettaro” in giro per tirare su uno<br />

stipendio, avevo questo locale di proprietà, lavoravo in un’altra scuola ed<br />

avevo un bel seguito. Per carità tutte risposte vere e genuine, ma la cosa<br />

che più mi fa riflettere è che mai nessuno mi ha detto chiaramente, che ha<br />

aperto per fare impresa, per fare Business, per fare Soldi. Purtroppo la<br />

passione per essere liberi finanziariamente non basta! Rileggi il titolo<br />

dell’articolo e rifletti bene sulla scelta che hai fatto perché se le mie parole<br />

hanno suscitato, anche solo per un secondo, NOSTALGIA di quei tempi,<br />

allora è il momento di fare la scelta più importante della tua vita: o chiudi<br />

per sempre i battenti o ti metti a studiare seriamente per diventare<br />

l’imprenditore che in questo momento non sei. E’ proprio vero: quando<br />

preghi per la pioggia... il fango va messo in conto! Adesso però facciamo<br />

un passo indietro e riviviamo insieme quel preciso momento in cui hai<br />

deciso di metterti in proprio e aprire la tua scuola di danza. Era il tuo sogno<br />

da quando eri un ballerino e dopo anni a fantasticare su questo progetto in<br />

un lampo hai deciso...


-<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

2020/2<br />

<strong>Febbraio</strong><br />

APRIRÒ UNA SCUOLA TUTTA MIA !<br />

Il progetto era semplice:<br />

1.Cerco un locale (no quei buchi puzzolenti in cui ho ballato una vita)<br />

2. Prendo un prestito o mi faccio prestare i soldi da papà (tanto non ci vogliono tanti soldi)<br />

3. Mi conoscono tutti in zona (porto via gli allievi a tutte le altre scuole)<br />

4. In segreteria ci metto mia cugina (che cerca lavoro da tempo e la pago in nero)<br />

5. Per le pulizie c’è mia madre (tanto è casalinga)<br />

6. Ho tanti amici maestri che mi aiuteranno sicuramente<br />

7. Metto anche il Pilates la mattina per le mamme dei miei allievi (così non mi faccio scappare nessuno)<br />

8. Faccio un prezzo più basso rispetto agli altri così vengono tutti da me<br />

9. Faccio i volantini e tappezzo tutte le macchine del quartiere<br />

10. Metto lezioni che tutti i miei concorrenti non hanno<br />

11. Le docce non servono (tanto i ballerini non si lavano)<br />

12. Il resto si vedrà..<br />

E' pronto, tutto bello, a settembre apro! Pronti e via per l’inaugurazione!<br />

Ti accorgi già dal primo giorno che tanta gente viene a trovarti, anche se la maggior parte sono<br />

parenti e amici. Tutti felici della tua nuova esperienza vengono a portarti piante, portafortuna e a<br />

mangiare tutto il rinfresco che hai comprato. La sera stanco, dopo la giornata di festa, prendi in<br />

mano il foglio delle iscrizioni ed è vuoto... Il tuo pensiero è subito speranzoso “va bene tanto oggi<br />

era una festa, domani si verranno tutti ad iscrivere”. Dopo pochi mesi però cominci a “sporcarti di<br />

fango”. Arrivano inesorabili i primi problemi. Alcuni dei tuoi amici maestri ti hanno dato buca,<br />

perché nell’altra scuola dove insegnano da tempo gli hanno aumentato le ore. I tuoi iscritti sono<br />

troppo pochi rispetto alle dimensioni della tua scuola. Non riesci già quasi più a pagare l’affitto, il<br />

prestito in qualche modo lo devi pagare per forza, altrimenti si portano via casa tua o dei tuoi<br />

genitori. Tua cugina ti ha già avvertito che da lì a un mese andrà via, perché il supermercato, a cui<br />

ha portato il curriculum, le fa un contratto regolare. Come una mannaia sul collo arriva lo<br />

sconforto. Il tuo sogno sta diventando un incubo e l’unico pensiero è “Chi me l’ha fatto fare? Non<br />

potevo continuare ad insegnare senza avere tutte queste responsabilità?” Ma ormai sei in<br />

ballo e continui a ballare. Lavori tanto, 14 ore al giorno per cercare di coprire tutti i buchi e pagare<br />

tutte le spese, perché sei onesto e non vuoi che la tua reputazione crolli. La tua scuola ormai è<br />

diventata la tua casa, la tua vita, la tua prigione... Quello che ho descritto è la cruda realtà di tanti,<br />

a cui porto un grandissimo rispetto e ai quali rivolgo la mia attenzione. Quelle che hai fatto fino<br />

ad oggi sono state scelte dettate dalle sensazioni, da tentativi e non da analisi oggettive. Questo<br />

non significa che sono scelte del tutto sbagliate ma solo prive di consapevolezza. Conoscere i<br />

dati e i parametri della tua azienda alla perfezione (come conosci le tecniche per ballare) è<br />

l’opportunità più grande che hai. Devi iniziare a studiare come gestire la tua scuola e renderla<br />

redditizia. Devi avere il perfetto controllo dei parametri aziendali per capire dove poter migliorare<br />

senza lasciar spazio a sensazioni ed emozioni del caso.


Sandro Cavallini<br />

"Vi svelo il segreto del mio successo"<br />

Classe 1969, atleta, ballerino, insegnate, giudice, e dal 2016 stilista. Sandro Cavallini inizia la carriera da ballerino da<br />

bambino. In ogni categoria, dove ha gareggiato, ha primeggiato senza rivali. Talento puro, affinato con l’allenamento e<br />

la passione per l’arte della danza, nel 1998, in Sud America, entra nell’olimpo dei campioni conquistando la finale dei<br />

Campionati del Mondo Latini WDC.<br />

Estroso, dinamico, completo artista, le sue creazioni, trasformano tutte le "ballroom" del mondo in "ball runway".<br />

Design, materiali e dettagli innovativi i ballerini in pista ballerini presentano il nuovo mood dance chic, portabilità e mix<br />

calibrato fra modelli eclettici e attitude sofisticata.<br />

Il brand ternano guarda con attenzione a Lui e Lei, Cavallini Style realizza abiti e accessori da ballo per uomo, donna e<br />

bambino, in particolare per tre tipologie di danze: standard, latino americane, caraibiche. Ogni abito è studiato sul<br />

cliente e lavorato dalle migliore sarte che da un figurino creano capi straordinari usando le regole del Made in Italy…<br />

File rouge che lega l’insegnante e lo stilista è la danza.<br />

Sandro Cavallini, da ballerino simbolo a stilista… cosa cambia?<br />

Credo che nella vita, l’amore per le cose cambi semplicemente forma. Devo dire che ho sempre avuto una certa<br />

inclinazione e praticità nella “cura del dettaglio”, anche con le mie ballerine; creatività ed improvvisazione erano<br />

ingrediente principale di ogni competizione… Lo stesso faccio oggi con i ragazzi: prove, ore di lavoro ed una minuziosa<br />

ricerca del particolare, al fine di ottenere il meglio per loro. Ma, al di là di tutto, amo dare tutto me stesso in quello che<br />

faccio, che sia un braccio messo bene o una caviglia ben stesa, nella scelta di un tessuto o nel taglio di una stoffa… ciò<br />

che fa veramente la differenza, è la quantità di passione che ci metti. Un tempo provavo piacere nel vedere<br />

soddisfazione nel volto di un pubblico che mi acclamava; ad oggi mi basta guardare la soddisfazione nel volto di un<br />

cliente che mi dà fiducia…beh, la forma è cambiata ma il risultato è sempre lo stesso! E poi, quale miglior modo di<br />

rimanere in contatto diretto con questo fantastico mondo?!


-<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

2020/2<br />

<strong>Febbraio</strong><br />

Da quando tu ballavi, ad oggi, è cambiata la moda nel ballo?<br />

Decisamente! Cambia la danza e, di conseguenza, anche la moda;<br />

ma soprattutto sono cambiate le tecniche di lavorazione e<br />

produzione che, ovviamente, fanno la differenza. Oggi ci sono<br />

macchinari che permettono la riuscita di un abito nel migliore dei<br />

modi e in un tempo più ristretto; questo, unito ad una ricerca<br />

costante di nuovi materiali, di nuovi oggetti di lavoro, di nuove idee,<br />

ha permesso, nel tempo, una evoluzione progressiva della moda.<br />

"Ciò che fa veramente la<br />

è la quantità di<br />

differenza,<br />

che ci metti"<br />

passione<br />

Suggerimenti e consigli per un abito da ballo?<br />

Alcune volte penso che sia l’abito stesso a scegliere chi indossare e<br />

non la persona. Credo che sia un discorso molto relativo, dipende<br />

dalla fisicità e dal carattere, un fisico robusto tendenzialmente<br />

sceglie un abito classico che tenda a slanciare ed a minimizzare le<br />

forme; un fisico esile sceglie un abito ampio che enfatizzi e dia più<br />

corposità. Come per il carattere, un carattere forte sceglie un abito<br />

elegante e raffinato; un carattere delicato un abito che doni più<br />

personalità e visibilità. Nella maggior parte dei casi, infatti, durante la<br />

discussione su un abito, mi trovo ad analizzare bene chi ho davanti, e<br />

con un buon repertorio di idee, cerco comunque di accontentare il<br />

cliente, tenendo sempre fede ad una tipologia di abito, che non sia<br />

solo bello da vedere, ma che risalti qualità e caratteristiche fisiche, al<br />

fine di ottenere un prodotto completo ed inerente alle loro esigenze.<br />

Sandro, com’è cambiata la danza?<br />

Sicuramente la danza, nel tempo, ha subito una evoluzione; come<br />

ogni cosa, anch’essa ha sviluppato nuovi metodi, figurazioni e<br />

tecniche. Ma, ahimè, credo sia un’arma a doppio taglio, per quanto<br />

sia concorde con il progresso. Sicuramente ad oggi troviamo un<br />

ballo più veloce, a volte oserei dire “frenetico”, che tende più a “fare”<br />

anziché a “dare” o “trasmettere”. A mio modesto parere credo che la<br />

differenza tra prima ed oggi, sia la trascurata percezione del<br />

“carisma” nel proporre un qualcosa, o meglio, la mancanza di<br />

personalità e carattere; tanti bravi esecutori, ma pochi ballerini<br />

carismatici che sentono davvero ciò che fanno. Fortunatamente,<br />

però, troviamo ancora, anche se contaminati anch’essi dalla corrente<br />

evoluzione, prototipi di danzatori che rispecchiano il mio ideale di<br />

danza, quindi rimango fiducioso. D’accordo sull’ “osare”, l’importante<br />

è non “eccedere”!<br />

SANDRRO CAVALLINI<br />

HANNA KARTTUNEN<br />

Finalisti Mondiali WDC Latini 1998


-<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

2020/2<br />

<strong>Febbraio</strong><br />

Da qualche anno è esplosa la moda nella danza: modelli meno<br />

eccentrici, ricerca di tessuti, colori personalizzati… Cosa deve avere un<br />

abito da ballo per essere notato?<br />

Ovviamente in questi ultimi tempi, di nuovi modelli ne abbiamo visti a<br />

bizzeffe, da quelli più colorati a quelli più raffinati e con tagli particolari, ma<br />

in ogni caso credo che l’indossatore faccia una gran parte. A mio parere non<br />

saprei definire con precisione cosa possa rendere un vestito notevole…è un<br />

pensiero troppo soggettivo. Al di là di strass, piume, pietre che potrebbero<br />

rendere un capo molto più “visibile”, sono dell’idea che anche un abito molto<br />

più semplice, ma indossato nel modo e, soprattutto, dalla persona giusta,<br />

nella maggior parte dei casi possa avere una miglior resa.Come per il<br />

carattere, un carattere forte sceglie un abito elegante e raffinato; un<br />

carattere delicato un abito che doni più personalità e visibilità. Nella maggior<br />

parte dei casi, infatti, durante la discussione su un abito, mi trovo ad<br />

analizzare bene chi ho davanti, e con un buon repertorio di idee, cerco<br />

comunque di accontentare il cliente, tenendo sempre fede ad una tipologia<br />

di abito, che non sia solo bello da vedere, ma che risalti qualità e<br />

caratteristiche fisiche, al fine di ottenere un prodotto completo ed inerente<br />

alle loro esigenze.<br />

"Alcune volte penso<br />

che sia l’abito stesso<br />

a scegliere chi<br />

e non la<br />

indossare<br />

persona"<br />

Chanel diceva: “Una donna dovrebbe essere due cose: di classe e<br />

favolosa”… per Sandro Cavallini stilista, la donna come dovrebbe essere?<br />

Beh, come contraddire una delle più indiscusse icone di stile come Coco<br />

Chanel, che ha rivoluzionato totalmente il mondo della moda; diceva anche:<br />

“la donna ha, dunque, un nuovo volto, privo di qualsivoglia etichetta,<br />

elegante e raffinato”. Sono molto d’accordo con queste parole, credo si<br />

accostino in pieno al mio pensiero… classe, eleganza e raffinatezza devono<br />

essere caratteristiche principali di una vera donna e, ancor più, di una vera<br />

ballerina… Come ad esempio Marylin Monroe, emblema storico di eleganza<br />

e classe …beh, ecco, se devo dare un giudizio il mio ideale di donna, che sia<br />

nella vita normale o nella pista da ballo, sarebbe proprio lei!<br />

"Classe, eleganza e raffinatezza<br />

devono essere caratteristiche<br />

principali di una vera donna e,<br />

ancor più, di una vera ballerina…"


-<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

2020/2<br />

<strong>Febbraio</strong><br />

F r o n t i e r s i n H u m a n<br />

N e u r o s c i e n c e :<br />

" l a d a n z a è l ’ a t t i v i t à<br />

c h e d e t e r m i n a i<br />

m i g l i o r a m e n t i<br />

p i ù s i g n i f i c a t i v i "<br />

la danza determina<br />

dei cambiamenti<br />

evidenti del<br />

comportamento in<br />

termini di<br />

miglioramento<br />

dell’equilibrio.<br />

Passi,<br />

figure, velocità e<br />

ritmi sviluppano<br />

un processo di<br />

apprendimento<br />

costante<br />

EUGENIA GALIMI<br />

IL CERVELLO RINGIOVANISCE<br />

A PASSO DI DANZA<br />

MEMORIA, APPRENDIMENTO ED<br />

EQUILIBRIO<br />

Invecchiando subiamo un declino della forma fisica e<br />

mentale, che può essere accelerato da patologie<br />

degenerative come il morbo di Alzheimer. Un nuovo<br />

studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Human<br />

Neuroscience, mostra tuttavia che gli anziani che<br />

abitualmente svolgono esercizio fisico, possono<br />

invertire i segni dell’invecchiamento del cervello, che<br />

la danza è l’attività che determina i miglioramenti più<br />

significativi e, inoltre, che due diversi tipi di attività<br />

danza ed esercizi di resistenza fisica) migliorano le aree<br />

del cervello che degenerano con l’età, ma solo la<br />

danza apporta cambiamenti comportamentali evidenti<br />

in termini di miglioramento dell’equilibrio“. La Danza è<br />

sicuramente migliore della palestra per cancellare i<br />

segni del tempo e migliorare l’equilibrio negli Over50:<br />

danzare ringiovanisce il cervello molto più di quanto<br />

non facciano cyclette e tapis roulant in palestra.<br />

L’esercizio può rallentare o addirittura contrastare il<br />

declino mentale e fisico legato all’avanzare dell’età. Lo<br />

studio sovracitato ha dimostrato infatti che, se da una<br />

parte è vero che il ballo e l’allenamento di resistenza<br />

sono entrambi efficaci nel potenziare un’area del<br />

cervello che declina con l’età, è<br />

solo la danza che<br />

determina dei cambiamenti evidenti del<br />

comportamento in termini di miglioramento<br />

dell’equilibrio. L’esperimento ha coinvolto due gruppi<br />

di ultrasessantenni (età media 68 anni ) che, per un<br />

periodo di 18 mesi, hanno frequentato a cadenza<br />

settimanale un corso di danza oppure un tradizionale<br />

allenamento in palestra per potenziare resistenza e<br />

flessibilità. Al termine del periodo di prova, tutti i<br />

volontari hanno mostrato un aumento del volume di<br />

una regione del cervello cruciale per la memoria,<br />

l’apprendimento e l’equilibrio, il cosiddetto ippocampo,<br />

che col passare degli anni tende solitamente a<br />

“rimpicciolirsi”, soprattutto in caso di demenza e<br />

Alzheimer.


-<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

2020/2<br />

<strong>Febbraio</strong><br />

Questo potenziamento dell’ippocampo si è tradotto in un<br />

evidente miglioramento dell’equilibrio solo negli<br />

ultrasessantenni ballerini e non nei coetanei allenati in<br />

palestra.Secondo i ricercatori, questa differenza nascerebbe<br />

dalla diversità degli stimoli a cui il cervello è sottoposto:<br />

mentre l’allenamento in palestra prevede esercizi molto<br />

ripetitivi, il corso di danza permette di apprendere sempre<br />

nuove coreografie per muoversi su ritmi e melodie molto<br />

diversi. Ricerche precedenti, infatti, avevano già dimostrato che<br />

l’esercizio fisico può combattere il declino del cervello dovuto<br />

all’età, ma non era noto se un tipo di esercizio potesse essere<br />

migliore di un altro. Per valutare queste differenze la ricerca<br />

ha elaborato e sottoposto ai pazienti due piani di attività<br />

differenziati: il tradizionale programma di allenamento fitness<br />

che ha previsto principalmente esercizi ripetitivi, come il<br />

ciclismo o la corsa, mentre il gruppo di danza è stato stimolato<br />

con qualcosa di nuovo ogni settimana. Il segreto è imparare<br />

cose nuove Spiega la Rehfeld: “Abbiamo proposto ai pazienti<br />

del gruppo danza, tecniche di ballo di generi differenti (Jazz,<br />

Latino Americano, Balli di gruppo). Passi, figure, velocità e<br />

ritmi sono stati cambiati ogni settimana per mantenerli in un<br />

processo di apprendimento costante. L’aspetto più difficile<br />

per loro è stato quello di ricordare con precisione i passi e i<br />

movimenti, in poco tempo e senza alcun suggerimento da<br />

parte dell’istruttore.” Queste sfide sono state introdotte per<br />

spiegare la differenza nell’equilibrio mostrato dai partecipanti al<br />

gruppo di danza. Rehfeld conclude con un consiglio che può<br />

farci smuovere dalla poltrona e correre a danzare: “Credo che<br />

tutti noi vorremmo vivere una vita autonoma e sana, il più a<br />

lungo possibile. Uno stile di vita che include l’attività fisica può<br />

contribuire a questo, contrastare diversi fattori di rischio e<br />

rallentare il declino legato all’età. Danzare è un potente<br />

strumento per stimolare il corpo e allenare la mente a nuove<br />

sfide, specialmente in età avanzata.”<br />

D A N Z A R E<br />

È U N P O T E N T E S T R U M E N T O P E R S T I M O L A R E<br />

I L C O R P O E A L L E N A R E L A M E N T E .


a p e r c e z i o n e d e l l a d a n z a i n a l t r i<br />

L<br />

o n d i : i l S y r t a k i d i Z o r b a<br />

m<br />

Pina delle Site<br />

Quando si parla di danza o di linguaggio coreico, si pone sempre l’attenzione sul fatto che la danza esprima, attraverso<br />

il corpo in movimento, il vortice di sentimenti, emozioni e sensazioni che il danzatore prova: la danza rappresenta,<br />

comunica e racconta ciò che le altre forme di linguaggio non sono in grado di comunicare. Ma sarà proprio così,<br />

oppure anche in questa nobile arte si possono ravvisare dei limiti che impediscono al pubblico di arrivare, o meglio, di<br />

interpretare ciò che originariamente si vuole rappresentare? Non è questo, un aspetto semplice e scontato da<br />

affrontare, ci si può riflettere. E lo abbiamo fatto, prendendo come esempio da analizzare, la danza di Zorba, divenuta<br />

nel tempo un mito che si racconta, evolvendosi e subendo diverse mutazioni, mentre attraversa diversi mondi: il<br />

romanzo, il cinema ed il balletto. Il personaggio di Zorba, insieme alla sua Grecia ed al suo ballo, nasce nel 1943<br />

attraverso il romanzo di Kazantzakis “Vita e imprese di Alexis Zorbàs”, ma ottiene popolarità nel 1964, nel mondo del<br />

cinema, grazie alla pellicola cinematografica “Zorba il Greco” e, successivamente, grazie al balletto omonimo di Lorca<br />

Massine, su musiche di Mikis Theodorakis, in cui il personaggio diviene simbolo della convivialità e della gioia. In tutti e<br />

tre i generi di cui Zorba, un greco che insegnerà ad un intellettuale occidentale, John, a ballare il Syrtaki, è<br />

protagonista, si può osservare che il ruolo centrale e di rilievo è attribuito alla danza in quanto portatrice, appunto, di<br />

tutto ciò che le parole non sono in grado di trasmettere ma che, nello stesso tempo, cambia o subisce una<br />

trasformazione di significato, differente da quello per cui l’opera ed il personaggio erano nati in origine, e che si<br />

rifletterà proprio sulla figura del protagonista. L’occhio critico ha infatti notato che mentre nel romanzo la danza ha un<br />

forte valore spirituale in quanto nasce come esigenza di esprimersi per poter raggiungere la liberazione, e dunque si<br />

pone molto spesso l’attenzione verso quelle che sono le condizioni psicologiche che inducono i personaggi a “dover”<br />

danzare, nel cinema la danza è presente solo in alcuni momenti, quelli più opportuni, e nel balletto, infine, essa si<br />

trasforma in un mito moderno simbolo di libertà, convivialità, gioia di vivere, amicizia e fratellanza. Mentre dunque nel<br />

balletto abbiamo un personaggio che, attraverso il suo ballo, il Syrtaki, sprigiona allegria in un clima festoso e da<br />

baccanale, tanto amato dal grande pubblico, nel romanzo la danza ha un significato tutt’altro che allegro, essa libera<br />

infatti l’uomo dalla sua prigione attraverso la catarsi della sofferenza e del dolore. E’evidente che tale passaggio, dal<br />

romanzo al balletto, se da un lato accresce la fama e la popolarità del personaggio che entra nelle grazie del grande<br />

pubblico, al punto da considerarlo un nuovo mito, dall’altra lo priva della vera natura per cui era nato ed a cui era<br />

destinato: quello di diventare un maestro di vita che insegnasse a “John”, colui che incarna l’occidente, a liberarsi dal<br />

dolore. A questa sorta di transazione, nel modo di recepire la danza, bisogna però riconoscere un merito: se da un lato<br />

l’essenza vera e pura del personaggio originario, che troviamo nel romanzo di Kazantzakis , viene messa in<br />

discussione nel balletto di Massine, tuttavia a quest’ultimo bisogna riconoscere il merito di aver attribuito un ruolo alle<br />

donne - nella cultura greca fin dalle origini dedite o condannate al silenzio – le quali, nel balletto, tramite il linguaggio<br />

del corpo, parlano e dunque si riappropriano di quella voce loro negata nel romanzo, in cui la possibilità di liberazione<br />

era un privilegio spettante solo all’uomo; nel balletto l’universo maschile e quello femminile, eterni nemici nel<br />

romanzo, si fondono dando vita ad un sensuale passo a due. Ecco che la danza può considerarsi, perché no, anche<br />

come primo passo verso la conquista della libertà del genere femminile. E questa è la parabola (ascendente o<br />

discendente?) di Zorba: da personaggio - eroe che nasce in quanto portatore di sentimenti, di un forte carico<br />

psicologico che esprime attraverso il movimento, a simpatico personaggio, che diviene mito, dedito ad allegria,<br />

donne, vino e leggerezza. E questo può essere, paradossalmente, il limite del linguaggio coreico: non sapersi<br />

autocitare…<br />

Testo elaborato utilizzando come fonte “La danza di Zorba: evoluzione di un mito moderno” di Maria Venuso


<strong>TuttoBallo20</strong> - Free press on line non registrata pubblicata dall'ASD&C "Steafno Francia" <strong>EnjoyArt</strong> 2020

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!