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syndicom rivista N.16

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 16 Aprile-Maggio 2020<br />

<strong>rivista</strong><br />

Lavorare<br />

ai tempi<br />

del virus


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Aiuta i giovani<br />

a costruirsi un futuro<br />

e contribuisci anche tu a un mondo più giusto!<br />

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Sommario<br />

Una pandemia neoliberista<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: lavorare al<br />

tempo del coronavirus<br />

16 Dalle professioni<br />

21 Logistica, nuovi CCL<br />

22 Politica: telelavoro<br />

24 Il ruolo dello Stato<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

La rapida diffusione del Covid-19, che sta mietendo<br />

migliaia di vittime, non è da attribuire solo<br />

alla globalizzazione. La cosa più grave è che i<br />

paesi occidentali non adempiono al loro obbligo<br />

di tutela nei confronti della popolazione, che è<br />

stato subordinato alla predominanza dell’economia.<br />

Sebbene le pandemie siano previste in tutti<br />

gli scenari di governo, oggi la sanità è oberata.<br />

Questa è la conseguenza diretta dello smantellamento<br />

neoliberista del servizio pubblico.<br />

Per tenere in piedi l’economia, alcuni governi<br />

hanno atteso a lungo prima di adottare delle<br />

misure, mettendo così in conto un elevato<br />

numero di vittime. E anche a livello economico<br />

e sociale hanno, a maggior ragione, peggiorato<br />

le conseguenze. Molti paesi hanno dovuto dichiarare<br />

lo stato di emergenza, importanti<br />

componenti dell’economia sono ferme.<br />

Quarant’anni di neoliberismo hanno portato<br />

a un fallimento collettivo della politica. La privatizzazione<br />

del sistema sanitario, la riduzione<br />

dell’infrastruttura intensiva e di emergenza a<br />

favore di reparti VIP, l’esternalizzazione in Asia<br />

della produzione di apparecchi elettromedicali,<br />

dispositivi di protezione e principi farmacologici<br />

attivi, moderati investimenti nelle reti di telecomunicazione,<br />

la riduzione delle scorte di<br />

farmaci e altri beni fondamentali: tutto questo<br />

è avvenuto in nome di uno Stato snello.<br />

La conclusione che possiamo trarre da tutto<br />

questo è che le autorità pubbliche devono ripristinare<br />

la loro predominanza sull’economia.<br />

Poiché la prossima crisi è dietro l’angolo.<br />

4<br />

8<br />

22<br />

Giorgio Pardini, responsabile settore ICT


4<br />

Team vincenti<br />

«Una contropartita in cambio<br />

della flessibilità offerta»<br />

Patrick Pflumm (47 anni)<br />

Conducente presso AutoPostale, socio<br />

di <strong>syndicom</strong> da sette anni, presidente<br />

CoPe della regione di Lugano. Negli ultimi<br />

tre mesi ha effettuato per <strong>syndicom</strong><br />

una mappatura dei trasporti pubblici in<br />

Ticino, parlando personalmente con il<br />

maggior numero possibile di conducenti<br />

per conoscere le loro condizioni<br />

di lavoro. Fa anche parte della delegazione<br />

per le trattative del nuovo CCL.<br />

Giuseppe Magisano (45 anni)<br />

Dopo aver lavorato in Italia nella ditta<br />

di costruzioni meccaniche di famiglia,<br />

lavora dal 2010 in Svizzera, prima nel<br />

movimento terra poi nel trasporto vetture<br />

nel Canton Grigioni e come autista<br />

di bus turistici. Dal dicembre 2014 è<br />

conducente per conto di un partner di<br />

AutoPostale e in seguito direttamente<br />

per Auto Postale. È stato militante<br />

<strong>syndicom</strong> ed è ora presidente della<br />

CoPe di Bellinzona.<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Foto: Sandro Mahler<br />

Un risultato valido<br />

per tutta la Svizzera<br />

Negli scorsi anni, AutoPostale chiedeva<br />

alle Commissioni del personale<br />

(CoPe) o direttamente a noi conducenti<br />

(se non c’era una CoPe) di firmare<br />

una convenzione che permetteva<br />

all’azienda di impiegarci con orari<br />

ancora più flessibili rispetto a quelli<br />

previsti dalla Legge sulla durata del<br />

lavoro (LDL). La paura di perdere il<br />

lavoro ha fatto diventare questa convenzione<br />

una prassi abituale, anche<br />

se sapevamo che causava un peggioramento<br />

delle condizioni lavorative<br />

senza avere nulla in cambio.<br />

L’impossibilità di far sentire la<br />

propria voce, oltre al mancato riconoscimento<br />

del lavoro svolto, aveva<br />

portato addirittura alle dimissioni<br />

per protesta della precedente CoPe<br />

di AutoPostale a Lugano. Successivamente<br />

è stata ricostituita con nuovi<br />

membri e ha collaborato più attivamente<br />

con la CoPe di Bellinzona, che<br />

si era distinta per una raccolta firme<br />

nell’estate del 2018. La sfida era<br />

quella di far comprendere ai colleghi<br />

quanto fosse importante la firma della<br />

convenzione e quanto fosse necessario<br />

avere una contropartita in cambio<br />

della flessibilità offerta. Abbiamo<br />

parlato con ognuno di loro, cercando<br />

di risvegliare la loro dignità di lavoratori.<br />

Insieme, con il supporto di <strong>syndicom</strong>,<br />

abbiamo redatto una nuova<br />

convenzione che prevedesse, a differenza<br />

di quella di AutoPostale, un<br />

riconoscimento per la flessibilità.<br />

Il sindacato ci ha fornito le basi legali<br />

che ci hanno permesso di muoverci<br />

fra i diversi articoli del Contratto collettivo<br />

(CCL) e della LDL. Nonostante<br />

le pressioni iniziali, la coesione del<br />

personale a livello nazionale ha fatto<br />

sì che AutoPostale ha deciso di negoziare<br />

le condizioni di deroga dei turni<br />

di lavoro. Grazie all’impegno dei<br />

conducenti e al lavoro svolto da <strong>syndicom</strong><br />

siamo riusciti a ottenere, in<br />

cambio della flessibilità, una settimana<br />

di vacanza per i conducenti di<br />

AutoPostale e 1’000 franchi per ogni<br />

autista degli imprenditori postali,<br />

rimborsi per servizi in posti di lavoro<br />

diversi dagli abituali e compensazioni<br />

per le pause fuori dal luogo di lavoro.<br />

Risultati applicati a tutta la<br />

Svizzera, che hanno creato coesione<br />

e una nuova coscienza fra i lavoratori!<br />

Le CoPe rispecchiano le preoccupazioni<br />

dei dipendenti nei confronti<br />

dell’azienda, così come i sindacati:<br />

un indispensabile filtro per meglio<br />

gestire piccoli e grandi problemi.


Brevi ma utili<br />

Preoccupazione per gli autisti \ Aiuto urgente ai media \ 2020<br />

senza dividendi per TX Group \ Tamedia, pubblicità occulta \<br />

Il Parlamento a Bernexpo \ ASP, vent’anni controvento \<br />

Online il sito USS Ticino e Moesa \ Contatti<br />

5<br />

Preoccupazione per gli autisti<br />

FAIRLOG, l’alleanza dei sindacati SEV,<br />

<strong>syndicom</strong> e Unia per la logistica e il trasporto<br />

di merci su strada, è preoccupata<br />

della situazione precaria degli autisti<br />

a seguito della decisione del Consiglio<br />

federale di rendere meno rigorose le<br />

misure di protezione nel settore dei<br />

trasporti e della decisione di imporre ai<br />

postini di lavorare di domenica. Tali decisioni<br />

unilaterali, che non coinvolgono i<br />

lavoratori e i loro rappresentanti, sono<br />

inaccettabili.<br />

Aiuto urgente ai media<br />

La crisi del coronavirus getta i media<br />

svizzeri in una delle peggiori crisi della<br />

storia. Per questo <strong>syndicom</strong>, Impressum,<br />

SSM e diverse organizzazioni del<br />

settore chiedono alla Confederazione di<br />

creare un fondo di aiuto urgente ai media.<br />

Il suo obiettivo è quello di aumentare<br />

l’aiuto alla distribuzione di giornali,<br />

di garantire la salvaguardia dei media di<br />

ogni genere e delle tipografie e di sostenere<br />

con un premio il giornalismo<br />

d’inchiesta e i reportage.<br />

2020 senza dividendi per TX Group<br />

Dopo aver chiesto il lavoro ridotto, il<br />

gruppo TX Group ha versato 37 milioni di<br />

franchi agli azionisti (vedi a pag. 19).<br />

E già si prepara a licenziare. Perciò,<br />

<strong>syndicom</strong> aveva chiesto al consiglio di<br />

amministrazione di rinunciare ai dividendi<br />

2019 e di utilizzare questi fondi<br />

per affrontare la crisi, conservare i posti<br />

di lavoro e garantire un giornalismo di<br />

qualità. Ma senza risultati. Durante l’assemblea<br />

annuale, il presidente Pietro<br />

Supino (nella foto) ha annunciato che<br />

«non si attendono dividendi per l’anno<br />

in corso a causa degli effetti negativi<br />

dovuti alla crisi». Intanto, quelli del<br />

2019 sono già finiti nelle sue tasche.<br />

Tamedia, pubblicità occulta<br />

Il Consiglio della stampa ha rivolto a<br />

Tamedia diversi rimproveri per aver<br />

fatto pubblicare (su Tages Anzeiger e<br />

SonntagsZeitung) dei testi di Swisscom,<br />

Mazda, Proviande e Genève Invest<br />

che sembravano indistinguibili dagli<br />

altri articoli.<br />

Il Parlamento a Bernexpo<br />

A partire dal 4 maggio a Bernexpo si<br />

terrà per una settimana una sessione<br />

straordinaria del Parlamento. Le disposizioni<br />

per arginare la pandemia non<br />

consentono al Parlamento di riunirsi<br />

nella sua sede abituale.<br />

ASP, vent’anni controvento<br />

Per celebrare due decenni di battaglie,<br />

l’Associazione Servizio Pubblico ha<br />

stampato l’opuscolo «2000-2020<br />

Vent’anni controvento», nel quale il<br />

presidente Diego Scacchi e il segretario<br />

Graziano Pestoni ripercorrono le<br />

azioni contro la privatizzazione degli<br />

ospedali pubblici, di Banca Stato e<br />

dell’azienda elettrica, fra le altre. In<br />

particolare, negli ultimi anni l’ASP si è<br />

battuta contro la chiusura degli uffici<br />

postali e nel referendum NoBillag.<br />

Per ricevere gratuitamente l’opuscolo:<br />

www.associazioneserviziopubblico.ch<br />

Online il sito USS Ticino Moesa<br />

Dalle scorse settimane è online il sito<br />

dell’Unione Sindacale Svizzera sezione<br />

Ticino e Moesa. Il sito in lingua italiana<br />

affianca quello nazionale uss.ch per<br />

fornire informazioni specifiche ai lavoratori<br />

italofoni: www.uss-ti.ch<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />

ma-me-ve 13.30-17.30<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />

gruppo-regionale<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Aprile<br />

Diritti umani online<br />

Il Festival dei diritti umani di Ginevra si<br />

è svolto online. Il sito fifdh.org indica<br />

dove vedere parte dei film in concorso,<br />

tra cui il documentario «Without a Net:<br />

the Digital Divide in America».<br />

Allo stesso modo, il Festival dei diritti<br />

umani di Lugano propone alcuni titoli<br />

delle passate edizioni come il premiato<br />

«Midnight Traveler».<br />

www.festivaldirittiumani.ch<br />

Maggio<br />

1<br />

Festa dei lavoratori<br />

Nella situazione attuale dovuta al<br />

coronavirus, tutti i raduni e gli eventi<br />

previsti in occasione del primo maggio<br />

2020 (più di 50 in tutto il paese) devono<br />

essere annullati. Questa decisione<br />

senza precedenti rattrista, scrive l’USS,<br />

ma è inevitabile in considerazione<br />

della pandemia. Attualmente vengono<br />

esaminate delle possibili alternative.<br />

Informazioni su www.uss-ti.ch<br />

3<br />

Giornata mondiale<br />

della libertà di stampa<br />

Sono previste iniziative per celebrare<br />

l’evento. Nel frattempo, invitiamo a vedere<br />

(gratuitamente) il documentario<br />

«Courage. Journalisme is not a Crime»<br />

che segue la battaglia del giornalismo<br />

investigativo contro i governi corrotti,<br />

le multinazionali e la criminalità.<br />

youtube.com/watch?v=9TrL3JCFg2A<br />

Info: www.courage-documentary.dk<br />

Giugno<br />

20<br />

Assemblea delegati <strong>syndicom</strong><br />

Berna, Bierhübeli<br />

L’assemblea si occuperà del futuro del<br />

servizio pubblico nonché dell’ecologia<br />

e delle condizioni di lavoro.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

Dal 2011 Hans C. Werner è Chief Personnel Officer e membro<br />

degli altri<br />

della direzione di Swisscom. Già rettore di un istituto commerciale,<br />

nel 1999 è passato a Swiss Re dove ha ricoperto<br />

diverse funzioni. Successivamente a Schindler, è stato Head<br />

HR Svizzera, poi HR Vice President, Europe North & East.<br />

1<br />

A partire dall’estate 2020 i collaboratori<br />

di Swisscom con più di 58 anni<br />

potranno ridurre la loro durata del<br />

lavoro. Come avviene esattamente?<br />

Il modello è pensato per i collaboratori<br />

che hanno più di 58 anni e che<br />

vogliono andare in pensione entro<br />

due anni, ma che desiderano cominciare<br />

a ridurre gradualmente il loro<br />

orario di lavoro in modo da avere più<br />

tempo per le loro cose.<br />

2<br />

Quali contributi presta Swisscom,<br />

oltre alla rendita transitoria AVS?<br />

Swisscom finanzia parte delle perdite<br />

dovute alla riduzione della percentuale<br />

d’occupazione. La composizione è<br />

diversa a seconda del modello scelto.<br />

Nel caso della variante con pensionamento<br />

parziale avviene una compensazione<br />

parziale della riduzione delle<br />

rendite. Nel caso della variante senza<br />

pensionamento parziale, Swisscom<br />

sostiene i contributi della cassa pensioni<br />

della differenza salariale nonché<br />

un indennizzo una tantum per la<br />

rendita transitoria AVS ridotta.<br />

3<br />

Qual è la garanzia occupazionale del<br />

modello concordato di durata del<br />

lavoro ridotta in funzione dell’età?<br />

I partecipanti al modello beneficiano<br />

di una garanzia occupazionale di due<br />

anni.<br />

4<br />

Quanti lavoratori stima che parteciperanno<br />

oppure hanno già aderito?<br />

Non sarà possibile aderire prima della<br />

prossima primavera. Al momento<br />

attuale non abbiamo elementi che indichino<br />

l’eventuale numero di partecipanti<br />

(ndr: <strong>syndicom</strong> stima che<br />

circa 1’500 dipendenti di Swisscom<br />

potrebbero beneficiare di questa<br />

soluzione).<br />

5<br />

In un sondaggio condotto da <strong>syndicom</strong><br />

tra il personale 55+ di Swisscom,<br />

il 41% si sentiva sotto pressione a causa<br />

dell’età. Cosa pensa di fare?<br />

Per noi è importante essere un datore<br />

di lavoro attraente anche per le colleghe<br />

e i colleghi over 55. Proprio riguardo<br />

a questo genere di pressioni<br />

offriamo, oltre a un numero di giorni<br />

di ferie che aumenta in funzione<br />

dell’età, anche svariati moduli sulla<br />

gestione dello stress, nonché corsi di<br />

formazione per imparare nuove tecnologie<br />

e forme di collaborazione e<br />

non da ultimo anche valutazioni complessive<br />

per pianificare attivamente il<br />

successivo percorso lavorativo.<br />

6<br />

Informerà il personale delle nuove<br />

possibilità di pensionamento?<br />

Sì, naturalmente informeremo i collaboratori<br />

non appena potranno aderire<br />

al modello del tempo di lavoro<br />

ridotto in funzione dell’età.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: Swisscom


L’ospite<br />

Si potrebbe anche pensare che la<br />

crisi da coronavirus sia uno straordinario colpo<br />

di fortuna per il giornalismo. Quasi mai il bisogno<br />

d’informazione è stato così grande nella società,<br />

raramente le notizie cambiano così repentinamente<br />

da un giorno all’altro, non era mai successo<br />

che un argomento riguardasse così tanti<br />

campi. Il virus interessa tutti, poiché può colpire<br />

tutti. Purtroppo anche i media, in particolare i<br />

giornalisti freelance: gli eventi vengono disdetti,<br />

i viaggi di ricerca sospesi, gli interlocutori non<br />

sono disponibili per incontri personali, autorità o<br />

istituzioni sono chiuse. Nonostante tutto, ho individuato<br />

un argomento da trattare, ma un caporedattore<br />

ha rifiutato la mia proposta di articolo<br />

sostenendo che fosse sì interessante, ma<br />

al momento volevano solo argomenti legati al<br />

coronavirus. Allo stesso tempo è tuttavia difficile<br />

cogliere un nuovo aspetto della crisi, in quanto<br />

quasi tutte le redazioni si occupano principalmente<br />

di questo. Molte volte ho pensato a un<br />

possibile approccio che avrei potuto approfondire,<br />

per scoprire poco dopo che era già stato<br />

pubblicato altrove. Come giornalista freelance<br />

non partecipo a riunioni di redazione e questo<br />

non mi consente di accedere alle discussioni,<br />

alla pianificazione e alle decisioni. Per di più succede<br />

che paradossalmente, nonostante l’elevata<br />

esigenza d’informazione, i media privati lottino<br />

per sopravvivere: la pubblicità viene a<br />

mancare, il carico di lavoro deve essere diminuito<br />

oppure si deve addirittura richiedere il lavoro<br />

ridotto. Il numero di abbonamenti parzialmente<br />

in crescita non è in grado di compensare le perdite.<br />

Non sorprende che vengano tagliati anche<br />

gli incarichi dei freelance. Non è ancora chiaro<br />

se o in che misura i lavoratori indipendenti otterranno<br />

dalla Confederazione delle indennità<br />

per la loro perdita di guadagno. Una cosa è certa:<br />

per l’intera categoria le conseguenze saranno<br />

amare. Ma forse, grazie alla crisi, la società<br />

realizzerà finalmente quanto sia importante il<br />

giornalismo di qualità. E che ha un prezzo.<br />

Il dilemma degli<br />

operatori dei media<br />

Eva Hirschi (29) è una giornalista freelance<br />

che scrive per diversi media svizzeri<br />

nella Svizzera tedesca e romanda,<br />

prevalentemente dall’estero. Attualmente<br />

la giornalista bernese è prevalentemente<br />

in Svizzera a causa della<br />

crisi da corona virus. Ha studiato relazioni<br />

internazionali nonché media e<br />

comunicazione a Ginevra e Stoccolma e<br />

fa parte della commissione degli operatori<br />

dei media indipendenti di <strong>syndicom</strong>.<br />

7


Industria grafica e librerie: è l’ora della disoccupazione parziale<br />

Corrieri in bici: nuovi clienti e pecore nere<br />

Alla Posta, piovono pacchi<br />

Giornali più sottili e aiuti in tempi di crisi<br />

Dossier 9<br />

Le nostre<br />

professioni<br />

ai tempi<br />

del virus


10 Dossier<br />

«Con i negozi chiusi, assegni in bianco<br />

per Amazon e Zalando»<br />

Tutti i settori di <strong>syndicom</strong> sono interessati<br />

dalle misure riguardanti il coronavirus. Grafici,<br />

giornalisti freelance, postini e corrieri in bici<br />

raccontano come sono cambiate le cose.<br />

Testo: Philippe Wenger<br />

Foto: Markus Forte<br />

Erhan (nome di fantasia) siede sul balcone e fa una pausa<br />

dal lavoro: home office, come molti nell’industria grafica.<br />

Fuma una sigaretta mentre descrive in chat il suo dilemma:<br />

«Ieri ho ricevuto la conferma per il nuovo lavoro. Ma<br />

non so se accettarlo.» Questo nuovo lavoro rappresenta la<br />

possibilità tanto attesa per Erhan di lasciarsi alle spalle<br />

condizioni di lavoro inique. Ma non solo il suo attuale datore<br />

di lavoro ha richiesto il lavoro ridotto «a causa del coronavirus»<br />

(v. box), anche «quello nuovo» lo ha fatto. Iniziare<br />

un nuovo lavoro in questo contesto è rischioso. Quando<br />

il Consiglio federale il 13 marzo ha proclamato la «situazione<br />

straordinaria», uno scossone ha attraversato tutto il paese<br />

come se l’autista di un pullman avesse fatto una brusca<br />

frenata. Per continuare con questa metafora: quelli che<br />

servivano le bevande senza alcuna sicurezza sono volati<br />

immediatamente per terra; quelli che non erano allacciati<br />

hanno dovuto tenersi allo schienale di fronte; per quanto<br />

riguarda quelli allacciati, non si sa ancora che conseguenze<br />

lascerà la cintura nei punti di pressione sul corpo.<br />

Un nuovo modello aziendale<br />

«Continuo sì ad andare al lavoro, ma allo stesso tempo stiamo<br />

capovolgendo il nostro modello aziendale», afferma<br />

Marc Herter, condirettore della Genossenschaft Velokurier<br />

Winterthur. I tradizionali ordini da ufficio a ufficio sono venuti<br />

meno poiché «nessuno lavora più in ufficio». In compenso<br />

nascono nuove relazioni commerciali con fiorai e<br />

farmacie che solo di recente consegnano a domicilio. Non<br />

è ancora possibile stimare cosa significhi questo nuovo<br />

modello aziendale in termini di fatturato, dice Herter, almeno<br />

lavoro ce n’è a sufficienza. Nel peggior scenario ci si<br />

è già informati su come procedere per il lavoro ridotto. È<br />

positivo che i clienti capiscano che non si accettano contanti<br />

e che la merce viene lasciata nella bucalettere oppure<br />

davanti alla porta anziché a mano. «Non ci sentiamo affatto<br />

respinti se non ci viene aperta la porta, anzi siamo felici che<br />

i clienti proteggano sé stessi e noi», afferma Herter.<br />

Quali rapporti<br />

di lavoro<br />

nasceranno<br />

quando finirà<br />

l’emergenza?<br />

Lavoro ridotto e aiuti in tempi di crisi<br />

Le misure del Consiglio federale per contenere la pandemia<br />

da coronavirus hanno sconvolto l’economia svizzera. Nella<br />

circolare relativa all’indennità per perdita di guadagno a seguito<br />

del coronavirus, l’Ufficio federale delle assicurazioni<br />

sociali descrive come i lavoratori indipendenti e determinate<br />

categorie di dipendenti possano accedere agli aiuti. È fondamentale<br />

allegare una prova del mancato guadagno – potrebbe<br />

trattarsi di volantini, contratti o altri documenti. La domanda<br />

deve essere presentata alla cassa di compensazione<br />

AVS a cui si versano i contributi. Possono fare domanda<br />

anche le persone che devono restare a casa in quarantena e<br />

i genitori che a causa della mancanza di assistenza da parte<br />

di terzi devono badare ai loro figli e pertanto non possono<br />

lavorare. Si ricorre alle prestazioni previste dalla circolare<br />

qualora non sia possibile reperire denaro altrove. Vi rientra<br />

anche l’estensione del lavoro ridotto.<br />

Indennità, procedure semplificate<br />

Il lavoro ridotto consiste nella riduzione temporanea del lavoro,<br />

ad esempio a causa di una disposizione ufficiale come<br />

ora con la crisi da coronavirus. L’indennità può essere richiesta<br />

dalle aziende per garantire i posti di lavoro e viene normalmente<br />

coordinata anche dalle casse di compensazione<br />

AVS. In alcuni Cantoni questo viene però gestito da un altro<br />

ufficio. La procedura di richiesta è stata notevolmente<br />

semplificata. Per ulteriori informazioni consultare il sito web<br />

della Seco: www.lavoro.swiss. (Ph. W.)<br />

Fermare le misure di risparmio nei giornali<br />

<strong>syndicom</strong> chiede che gli azionisti delle grandi aziende debbano<br />

contribuire al superamento della crisi. Stephanie Vonarburg,<br />

vicepresidente di <strong>syndicom</strong>, cita l’esempio TX Group<br />

(ex Tamedia): su pressione del personale e di <strong>syndicom</strong> è<br />

stato richiesto il lavoro ridotto anche per i freelance regolari<br />

e la compensazione sarà al 100% a carico del gruppo fino a<br />

giugno. Inoltre, la direzione aziendale rinuncia per il 2020 al<br />

pagamento dei bonus. Tuttavia, questo è solo un piccolo<br />

passo per un gruppo che negli ultimi 5 anni ha versato più di<br />

230 milioni agli azionisti. Questi ultimi erano stati invitati a<br />

rinunciare ai dividendi per il 2019/20: cosa che è stata fatta<br />

solo per quest’anno, ma non per il ricco 2019 (vedi a pag. 19).<br />

È però necessario fermare le misure di risparmio pianificate.<br />

Perché è impensabile che la casa editrice possa beneficiare<br />

di una maggiore qualità accorpando sempre più le redazioni<br />

di Der Bund e Berner Zeitung nonché dei giornali regionali<br />

zurighesi e del Tages-Anzeiger. (Red)


Rivalutare il lavoro dei corrieri in bici<br />

La situazione per i corrieri non è uguale dappertutto. Ad<br />

esempio a Ginevra ci sono servizi il cui fatturato è stato dimezzato,<br />

afferma il segretario centrale di <strong>syndicom</strong> David<br />

Roth. Allo stesso tempo il Consiglio di Stato di Ginevra ha<br />

stanziato 100mila franchi per consentire ai ristoranti di<br />

proporre i loro menù su piattaforme di consegna online.<br />

Le uniche piattaforme che hanno aderito sono Smood e Foodective.<br />

Smood è una provocazione per i sindacati: «Non<br />

conosco nessuna azienda di corrieri che paga salari più<br />

bassi. Smood rifiuta il CCL, i dipendenti riferiscono di spese<br />

non pagate, conteggi salariali sbagliati o turni illegali»,<br />

afferma Roth. Interpellata per mail, Smood non ha risposto.<br />

La domanda è: che tipo di rapporti nasceranno quando<br />

la crisi da coronavirus sarà passata? Ginevra riserverà<br />

dei vantaggi ai datori di lavoro scorretti una volta che la crisi<br />

sarà passata? Il cantone ci ha risposto dicendo che non<br />

ha scelto le aziende, ma che l’invito, fatto dalla Société des<br />

Cafetiers, Restaurateurs et Hôteliers de Genève (SCRHG),<br />

è rivolto a tutti gli addetti al settore, senza eccezioni.<br />

a lavorare e alla fine conteggiare quanto lavoro è venuto a<br />

mancare». Il team di Ganzoni elabora gli ordini per telefono<br />

e via e-mail e li consegna in bici o li spedisce per posta.<br />

Logistica, pacchi come a Natale<br />

La stessa Posta percepisce l’aumento dei pacchi. «Al momento<br />

stiamo distribuendo un numero di pacchi simile a<br />

quello del periodo prenatalizio», afferma il fattorino Beat<br />

Haldimann. All’inizio molte cose non funzionavano: ad<br />

esempio per settimane mancavano i disinfettanti – lo stesso<br />

feedback lo si riceve anche dal personale di sportello<br />

della Posta. Nel frattempo le procedure si sono però assestate<br />

e anche «la clientela rispetta l’obbligo di mantenere<br />

la distanza di sicurezza», afferma Haldimann. Ma per le<br />

prossime settimane si deve «assolutamente fare in modo<br />

che il carico di lavoro non aumenti ulteriormente. Se necessario<br />

limitando la quantità di consegne oppure impiegando<br />

un maggior numero di persone».<br />

Alternative per i commerci locali<br />

Qualcosa di analogo se lo chiede anche Nicole Hof della<br />

libreria Ganzoni di Basilea: «Ora si tratta di trasmettere<br />

alle persone il valore dell’acquisto locale. La crisi è altrimenti<br />

una licenza a stampare denaro per Amazon e Zalando<br />

che le tasse non le pagano qui». Ganzoni è membro<br />

dell’associazione fondata a seguito della crisi da coronavirus<br />

«Buy-Local.ch», una concentrazione di aziende a<br />

conduzione personale, con una buona consulenza e condizioni<br />

di lavoro corrette. Il lavoro ridotto è stato richiesto<br />

in via precauzionale – come quasi ogni piccola libreria: «Il<br />

sistema è ottimo: nonostante la notifica si può continuare<br />

Per i governi, sono più<br />

importanti gli interessi<br />

economici che<br />

il dovere di assistenza<br />

alla popolazione


12 Dossier<br />

Cura dimagrante per i giornali<br />

Nel frattempo i giornali diventano sempre più sottili e le<br />

redazioni risparmiano sulle spese. Per le foto attingono al<br />

materiale d’archivio e i freelance ricevono meno incarichi.<br />

La basilese Barbara Saladin è una giornalista freelance<br />

che normalmente riferisce di eventi – ora disdetti – o<br />

scrive ritratti. Inoltre, in qualità di scrittrice, la situazione<br />

la colpisce in diversi dei suoi comparti professionali. «Il<br />

problema degli aiuti federali è che si deve dimostrare l’annullamento<br />

degli eventi ad esempio con degli opuscoli.<br />

Diverse presentazioni previste per maggio sono già state<br />

annullate e non disponiamo di opuscoli da poter presentare<br />

come materiale di prova – e naturalmente non saranno<br />

mai disponibili», afferma Saladin e aggiunge: «L’economia<br />

non è categorizzata così bene come ci si sarebbe<br />

magari immaginati all’inizio della crisi».<br />

Fotoreportage<br />

In merito al reportage, il fotografo zurighese Markus Forte<br />

afferma: «Il coronavirus sta colpendo in misura molto diversa<br />

dal punto di vista economico la tipografia Stämpfli di Berna,<br />

la libreria Nievergelt di Zurigo Oerlikon nonché la Posta<br />

Svizzera. In tutte le aziende da me documentate, le raccomandazioni<br />

della Confederazione per contenere la pandemia<br />

hanno molte ripercussioni sulla vita lavorativa delle persone.<br />

Le procedure lavorative sono state adeguate, modificate o<br />

completamente riformulate, la pausa avviene a molta distanza<br />

dai colleghi di lavoro e le superfici vengono pulite<br />

ancor più regolarmente rispetto a prima. Mi ha commosso<br />

incontrare persone che con tanto slancio e impegno riescono<br />

a gestire questa situazione pazzesca».<br />

Dopo studi di etnologia e storia all’Università di Zurigo, Markus<br />

Forte ha frequentato un corso di fotoreportage presso il<br />

Medienausbildungszentrum di Lucerna. Dal 2005 lavora come<br />

freelance per il settore dei media e della comunicazione.<br />

Le domande dei lavoratori sul coronavirus<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/coronavirus<br />

www.markusforte.com


Dossier<br />

Quel capitalista di un coronavirus<br />

13<br />

Dopo il lockdown e la crisi economica, emerge<br />

ora un’altra crisi ancora più forte.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

C’è chi ha speculato sulla pandemia da coronavirus. Il<br />

20 marzo Bill Ackman, manager americano di hedge fund,<br />

ha guadagnato 2,6 miliardi di dollari. Pari al salario mensile<br />

di un milione e 200mila impiegati postali statunitensi.<br />

Se avessero ancora un lavoro. Nel capitalismo predatore<br />

un’epidemia non colpisce tutti in modo uguale.<br />

Sappiamo di Ackman, perché si è vantato lui stesso dei<br />

soldi guadagnati. Ma molti altri bancari e speculatori, anche<br />

in Svizzera, hanno fatto come lui. Lo dimostrano le<br />

statistiche del mercato finanziario, alla voce «derivati su<br />

crediti». Con decessi in massa, epidemie e tracolli economici<br />

nel 2020 c’è da farci dei gran bei soldi.<br />

Attualmente stanno morendo infermieri e medici, postini<br />

e poliziotti, operatori delle pulizie, commessi e lavoratori<br />

dell’industria perché combattono contro il coronavirus<br />

senza un’adeguata protezione oppure perché devono<br />

provvedere all’approvvigionamento della popolazione. A<br />

New York, Bergamo, Lilla, Zurigo. Ovunque mancano maschere,<br />

respiratori, tamponi, posti letto in terapia intensiva,<br />

indumenti protettivi. E personale medico. A fine marzo<br />

hanno cominciato a scarseggiare addirittura gli antidolorifici<br />

e gli anestetici. Ora si decide quali vite conviene curare<br />

all’interno di tende per il «triage» allestite davanti<br />

agli ospedali. Nei quartieri poveri di Marsiglia, per inciso,<br />

la seconda città della quinta potenza economica mondiale,<br />

è scoppiata una carestia: dato che le mense scolastiche<br />

restano chiuse, molti bambini non accedono più al loro<br />

unico pasto caldo quotidiano.<br />

Voltarsi dall’altra parte non funziona più. Molti vorrebbero<br />

continuare a ignorare la situazione nelle carceri,<br />

negli ospizi e nei campi profughi. Ma dopo aver visto la<br />

colonna di mezzi dell’esercito che portavano fuori le bare<br />

da Bergamo, tutti si sentono in pericolo.<br />

Governi sottomessi agli azionisti<br />

Il Covid-19 ci apre gli occhi. Oggi è per tutti comprensibile,<br />

ancora più chiaramente rispetto alle crisi del 2007 e<br />

2008, quanto siano criminali il capitalismo neoliberista e<br />

il suo governo. Farmaci, tamponi e respiratori scarseggiano<br />

poiché i grandi gruppi usano una cosiddetta produzione<br />

«snella», come dicono gli economisti, ovvero senza<br />

stoccaggio. Alcuni ausili e vaccini non vengono addirittura<br />

più prodotti: il cancro rende di più. Mancano posti letto<br />

Il coronavirus è una<br />

lente d’ingrandimento:<br />

evidenzia le falle del<br />

sistema economico e<br />

le crescenti disparità<br />

negli ospedali perché la sanità, come tutto il servizio pubblico,<br />

viene sottoposta a tagli eccessivi, privatizzata e concentrata.<br />

A noi resta la paura della malattia. E della prevedibile<br />

esplosione dei premi delle casse malati.<br />

In realtà i governi saprebbero come combattere le epidemie.<br />

Lo hanno praticamente imparato con l’influenza<br />

suina, l’Ebola, la Sars, ecc. La regola di base: eseguire tamponi<br />

di massa, isolare e trattare. In questo modo sarebbe<br />

stato possibile contenere anche il coronavirus. Ma mancavano<br />

in primo luogo i tamponi. E in secondo luogo i governi<br />

hanno esitato troppo a lungo perché erano sottoposti a<br />

forti pressioni da parte dei grandi gruppi. I medici avevano<br />

messo in guardia contro il Covid-19 già a fine gennaio.<br />

Ma a metà febbraio 2020 c’erano ancora 14 collegamenti<br />

aerei al giorno tra Parigi e Wuhan. Perché lì si trova il centro<br />

asiatico dell’industria automobilistica francese. Giusto<br />

per fare un esempio. I commentatori lo interpretano<br />

come un «fallimento» dei governi. La verità è che i governanti<br />

danno più importanza agli interessi economici che<br />

al dovere di assistenza nei confronti della popolazione.<br />

Questo fa parte della loro programmazione neoliberista.<br />

Paradossalmente questa sottomissione della politica da<br />

parte degli azionisti ha richiesto il brutale arresto dell’economia<br />

e la quarantena globale per 3 miliardi di persone.<br />

Ed è così che i neoliberisti hanno provocato la più grande<br />

crisi economica dal 1929. Con tutte le ripercussioni politiche<br />

e sociali, che nei prossimi mesi e anni sconvolgeranno<br />

il mondo che conosciamo.


14<br />

Dossier<br />

Ciò di cui abbiamo bisogno ora, sarebbero misure sanitarie,<br />

garanzie salariali, assicurazione esistenziale per tutti<br />

e un’amministrazione pubblica forte. Non solo crediti.<br />

Una bomba pronta a esplodere<br />

Fino a qualche settimana fa, in quasi tutto il mondo la situazione<br />

comune era: niente soldi, né per la previdenza di<br />

vecchiaia, né per le assicurazioni sociali, né per il servizio<br />

pubblico o per gli investimenti pubblici. Ma ora Germania,<br />

Francia e Gran Bretagna hanno sborsato d’un sol colpo<br />

1,2 bilioni di Euro (1350 miliardi di franchi) per contenere<br />

le conseguenze dell’arresto. Non si parla più della<br />

soglia del 3% di indebitamento nell’Unione Europea. E<br />

prima dell’uscita di questa <strong>rivista</strong>, questa cifra è destinata<br />

ad aumentare ulteriormente. Il presidente degli Stati Uniti<br />

ha firmato un pacchetto di misure da 2 bilioni di dollari<br />

(per esteso, con tutti gli zeri: 2’000’000’000’000 di dollari,<br />

circa 1,9 migliaia di miliardi di franchi). «Non basterà», afferma<br />

telegrafico l’esperto di finanza Mohamed El-Erian<br />

(ex-FMI, economista capo dell’assicurazione Allianz).<br />

E in tutto questo non è contemplata la montagna di denaro<br />

che le banche centrali pompano nell’economia. La<br />

Banca Centrale Europea ha annunciato nel giro di due settimane<br />

prima 125, poi 750, infine 1000 miliardi di Euro<br />

(fino al 29 marzo, quando il giornale è andato in stampa,<br />

ma le cifre sono destinate a salire). La Fed, la banca centrale<br />

statunitense, intende semplicemente «comprare tutto»,<br />

soprattutto debiti in sofferenza e titoli privi di valore<br />

delle banche. La banca centrale del Giappone sta addirittura<br />

già acquistando azioni. Complessivamente saranno<br />

almeno altri 5000 miliardi. Insieme, stati e banche centrali,<br />

fanno 10 bilioni di dollari. Tanto per cominciare.<br />

Qui scoppierà come una bomba un’altra crisi che le<br />

banche cercavano di nascondere dietro al panico da coronavirus.<br />

Hanno messo in circolazione titoli speculativi<br />

corrispondenti a 8,5 volte il PIL mondiale (l’intera produzione<br />

mondiale). Questi titoli stanno perdendo valore. Il<br />

sistema è nuovamente in bilico. E di nuovo le banche devono<br />

essere salvate: il coronavirus lo consente.<br />

esempio per crediti senza interessi ad aziende in difficoltà.<br />

Pari quasi al salvataggio del gruppo bancario UBS nel<br />

2008. A questi si aggiungono misure per l’assicurazione<br />

contro la disoccupazione, indennità giornaliere supplementari,<br />

lavoro ridotto agevolato. Molti Cantoni hanno<br />

stabilito ulteriori programmi.<br />

Tutto questo viene celebrato come un’impresa, in<br />

nome di un’unità nazionale fittizia contro il grande nemico<br />

coronavirus, in particolare il pacchetto di crediti avviato<br />

dalle banche. A un esame più approfondito, il Consiglio<br />

federale fa però troppo poco, troppo tardi e male. I potenti<br />

gruppi farmaceutici svizzeri non vengono obbligati a<br />

fornire rapidamente tamponi e vaccini. Molti lavoratori<br />

che devono continuare a lavorare sono tuttora privi di<br />

un’adeguata protezione, e le misure non vengono controllate<br />

con rigore. Un quarto delle piccole e medie imprese,<br />

secondo previsioni conservative, non sopravviveranno. Si<br />

preannuncia un’enorme ondata di concentrazioni. I lavoratori<br />

con contratti di lavoro precari stanno già perdendo<br />

i loro posti di lavoro. Si rischia un elevato livello di disoccupazione.<br />

Questo fa ancora più paura. Ed è una follia affidare<br />

unicamente alle banche la concessione di crediti<br />

garantiti dalla pubblica amministrazione. Ciò di cui ora<br />

abbiamo bisogno, sarebbero massime misure sanitarie,<br />

garanzia salariale, assicurazione esistenziale per tutti e<br />

una forte amministrazione pubblica. Poiché i politici di<br />

destra, gli esponenti delle banche e delle associazioni imprenditoriali<br />

insistono nel costringere i cittadini a tornare<br />

al più presto al lavoro. Come carne da macello.<br />

Il coronavirus funziona come lente d’ingrandimento.<br />

Il virus evidenzia le falle del sistema economico. Evidenzia<br />

enormi disparità. E dimostra quanto sarebbe importante<br />

un servizio pubblico rafforzato per l’interesse generale.<br />

Dopo il coronavirus nulla potrà essere come prima<br />

del coronavirus.<br />

Nulla sarà più come prima<br />

Il Consiglio federale svizzero ha stanziato per diritto di necessità<br />

42 miliardi di franchi, seguiti poi da altri 20, ad<br />

Lo speciale dell’USS sul coronavirus (in francese)<br />

www.uss.ch/actuel/coronavirus


Statistiche<br />

ai tempi dell’epidemia<br />

In questa pagina cerchiamo di illustrare i fatti centrali di un argomento<br />

in una forma statistica essenziale. Ai tempi del coronavirus,<br />

l’interesse si concentra sulla diffusione della malattia polmonare.<br />

Quindi sul numero di persone infette, di coloro che lottano per la vita<br />

negli ospedali e delle vittime. E sulla diffusione spaziale. Al momento<br />

di chiusura della redazione, a fine marzo, USA, Italia, Spagna e<br />

Cina registravano il maggior numero di contagiati. Tuttavia la realtà<br />

sta cambiando rapidamente e in Svizzera abbiamo osservato una<br />

rapida diffusione dell’epidemia nella terza settimana di marzo. Ma<br />

tutte le statistiche devono essere lette con estrema cautela, sono<br />

incomplete, presentano dei ritardi temporali e, talvolta, vengono<br />

mitigate per motivi politici. E nemmeno le previsioni sono affidabili.<br />

Una ad esempio recita: in Svizzera potrebbe essere contagiato dal<br />

virus «dal 20 al 60 per cento» delle persone. Un’«informazione» di<br />

tale portata è assurda. In questa sede facciamo luce su alcuni fatti<br />

fondamentali e retroscena dell’epidemia.<br />

10<br />

bilioni di<br />

dollari<br />

Questa è la somma fornita da Stati e banche<br />

centrali a fine marzo per far fronte alle conseguenze<br />

di una doppia crisi: l’epidemia di coronavirus<br />

e il nuovo crash globale delle banche<br />

(cfr. doppia pagina seguente). Una crisi ne cela<br />

un’altra. Nelle prossime settimane, includendo<br />

gli interventi di tutte le banche centrali, è probabile<br />

che questa enorme somma raddoppierà<br />

a più di 20 bilioni di dollari. Ciò equivale a<br />

quasi un terzo del PIL mondiale, la prestazione<br />

economica totale a livello globale.<br />

Il coronavirus è altamente contagioso<br />

Il problema del fattore 3<br />

Altamente contagioso significa: se una<br />

persona è portatrice del virus e si muove<br />

normalmente nella società, infetterà in media<br />

3 persone. Ognuna di queste persone, a sua<br />

volta, ne infetterà altre 3 ecc. Dopo la decima<br />

trasmissione, questo portatore zero, in un<br />

breve periodo di tempo, avrà contagiato 59 000<br />

persone. Pertanto, l’unico metodo efficace oggi<br />

è quello di isolare i portatori del virus. E poiché<br />

i tamponi effettuati sono troppo pochi e molti<br />

malati presentano solo sintomi lievi, le autorità<br />

ricorrono allo shutdown, al divieto di uscire, più<br />

o meno rigido, e al distanziamento sociale.<br />

Rinviare l'epidemia<br />

Senza misure<br />

prottetive<br />

Numero di casi corona<br />

Con misure<br />

prottetive<br />

Capacità del sistema sanitario<br />

Dal primo caso<br />

Fonte: OMS, Siouxsview<br />

Fonte: CDC / the Economist<br />

Traffico aereo internazionale<br />

Nel 2018, sono stati trasportati 4,3 miliardi di passeggeri<br />

su 38 milioni di voli.<br />

I centri dell’epidemia<br />

Al 25 marzo<br />

Fonte: IATA, 2019<br />

Fonte: WHO


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Vittoria di tappa per<br />

i conducenti di AutoPostale<br />

Molti nuovi conducenti di AutoPostale nella regione<br />

francofona della Svizzera romanda sono assunti<br />

con contratto a tempo parziale (80%), mentre il<br />

loro orario di lavoro equivale al 100%.<br />

È il caso dei colleghi della regione Vaud-Fribourg<br />

(garage a Sédeilles-Corcelles, Echallens e Thierrens)<br />

che nel 2019 hanno fatto molti straordinari<br />

(da +50 a +180 ore a seconda dei conducenti). In<br />

primo luogo, ai colleghi dell’officina di Sédeilles-Corcelles<br />

è stato offerto un aumento del 5% del<br />

tasso di occupazione da AutoPostale (ossia un<br />

contratto dell’85%), che non corrispondeva però<br />

alla realtà delle ore lavorate.<br />

Grazie all’intervento del sindacato e alla solidarietà<br />

dei colleghi che si sono mobilitati per chiedere<br />

un aumento maggiore, si è potuto avere una<br />

discussione con la direzione di AutoPostale nella<br />

Svizzera romanda e i contratti sono stati aumentati<br />

del 10%, fino a raggiungere il 90%. Inoltre sono<br />

stati organizzati altri due incontri per discutere di<br />

un ulteriore aumento. Questo successo è solo un<br />

passo verso il 100% di occupazione, ma ci mostra<br />

come un problema può essere risolto solo se si<br />

agisce collettivamente.<br />

Dominic Gigon<br />

Responsabile regione Svizzera romanda<br />

Dopo una battaglia collettiva, i conducenti del garage di Sédeilles-Corcelles hanno<br />

ottenuto un aumento del loro tasso di occupazione. (© Daniel Terrapon)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/servizi-postali-e-finanziari/<br />

autopostale-svizzera-sa<br />

L’home office è ora<br />

diventato rispettabile<br />

Franz Schori, Segretario centrale settore ICT<br />

Da anni, <strong>syndicom</strong> chiede che i datori<br />

di lavoro consentano ai loro dipendenti<br />

l’home office (lavorare da casa o telelavoro,<br />

ndr) in un ambito regolamentato.<br />

Swisscom ha fatto un passo<br />

in avanti riducendo le superfici degli<br />

uffici e forgiando il concetto di mobile<br />

office: lavorare dove ci si trova, che sia<br />

in treno, nel ristorante di montagna, a<br />

casa oppure in ufficio.<br />

Invece, prima della crisi da coronavirus,<br />

presso molti altri datori di lavoro<br />

circolavano ancora atteggiamenti<br />

antiquati. Secondo loro, soltanto la<br />

presenza fisica sul posto era da considerarsi<br />

lavoro. L’home office era malvisto<br />

e non veniva concesso quasi a<br />

nessuno. La crisi ha ora cacciato via i<br />

vecchi spettri; molti hanno imparato<br />

nuovi strumenti. Anche i superiori. Ma<br />

soprattutto hanno imparato a fidarsi<br />

dei collaboratori anche quando lavorano<br />

in modalità home office.<br />

Ecco perché sono convinto che la<br />

crisi favorirà l’introduzione di questa<br />

forma di lavoro. Grazie alla pluriennale<br />

esperienza in materia conosciamo<br />

però anche gli svantaggi. Innanzitutto,<br />

la mancanza di contatti informali e<br />

dello scambio di informazioni nonché<br />

i pericoli dello sconfinamento del<br />

tempo di lavoro. Pertanto dovrebbero<br />

essere garantiti dei giorni di presenza<br />

settimanali e dovrebbe essere stabilito<br />

un diritto alla non reperibilità. Questa<br />

rivendicazione farà felici molte<br />

persone che da giorni stanno impazzendo<br />

lavorando in home office.


«Il Contratto collettivo ridarebbe, oltre al giusto compenso,<br />

dignità e tutele ai professionisti dell’informazione» Nicola Morellato<br />

17<br />

Un maggiore sostegno per andare<br />

al salvataggio della stampa<br />

Il controverso licenziamento di un redattore del Corriere del<br />

Ticino è soltanto la punta dell’iceberg delle difficoltà, non solo<br />

finanziarie, del settore. Per funzionare, la stampa ha bisogno<br />

di tutelare maggiormente i giornalisti tramite un contratto<br />

collettivo, di un sostegno della politica e dell’opinione pubblica.<br />

Nel 2018, il fallimento del Giornale del<br />

Popolo, seguito l’anno scorso dal licenziamento<br />

di una decina di lavoratori<br />

del Corriere del Ticino. Il lento<br />

stillicidio della Rsi, con tagli di collaboratori<br />

e prepensionamenti senza<br />

sostituzione dei partenti. La crisi del<br />

mercato pubblicitario, che tocca tutte<br />

le testate. La situazione dei media nella<br />

Svizzera italiana è sempre più difficile.<br />

C’è preoccupazione per i lavoratori<br />

del settore, ma anche per la salute<br />

della democrazia, che verrebbe a perdere<br />

voci autorevoli (e verificate) a tutto<br />

beneficio delle fake news (come si è<br />

visto nella recente emergenza Coronavirus).<br />

Per i lavoratori, l’ultimo affronto<br />

è stato il licenziamento di un redattore<br />

del Corriere del Ticino a causa<br />

di… una filastrocca.<br />

Licenziato per una rima<br />

Per annunciare il suo trasferimento a<br />

un’altra redazione dello stesso quotidiano,<br />

il responsabile di Extrasette (il<br />

settimanale culturale del giornale ticinese)<br />

si era congedato dai suoi lettori<br />

con una filastrocca in rima. Che evidentemente<br />

non è piaciuta al management<br />

del Corriere del Ticino. Senza<br />

neppure intraprendere un colloquio<br />

chiarificatore, ha inviato disdetta al<br />

redattore responsabile della <strong>rivista</strong>,<br />

58enne con due figli agli studi che da<br />

oltre 24 anni lavora per l’azienda. Purtroppo<br />

il Corriere del Ticino non è<br />

nuovo a tale atteggiamento. L’anno<br />

scorso si era già sbarazzato di neomamme,<br />

padri di famiglia e collaboratori<br />

con problemi di salute senza nemmeno<br />

aprire un dialogo col personale<br />

e i sindacati. Per di più, i licenziamenti<br />

erano stati preceduti e seguiti<br />

dall’assunzione di altro personale.<br />

Nel caso del redattore responsabile<br />

di Extrasette, il licenziamento è da<br />

considerarsi nullo poiché dato in tempo<br />

inopportuno. Per di più, i motivi addotti<br />

dalla direzione sono falsi e infondati,<br />

come ha spiegato <strong>syndicom</strong> con<br />

una comunicazione ai collaboratori<br />

del Corriere del Ticino, che avevano<br />

addirittura ricevuto la notizia del licenziamento<br />

prima che questo venisse<br />

annunciato allo stesso collaboratore.<br />

A più riprese, <strong>syndicom</strong> ha cercato<br />

insistentemente una soluzione con il<br />

management, trovandosi però di fronte<br />

una totale chiusura.<br />

La punta dell’iceberg<br />

Il caso della filastrocca ha fatto scalpore<br />

nella Svizzera italiana, anche perché<br />

il redattore è piuttosto noto, dopo<br />

anni di militanza come delegato sindacale<br />

e presidente del settore Stampa<br />

e media elettronici di <strong>syndicom</strong> Ticino.<br />

Ovviamente, i media del gruppo<br />

Corriere del Ticino non hanno riportato<br />

in alcun modo la notizia. Quanto avvenuto<br />

conferma l’esistenza di un problema<br />

di pluralità d’informazione e di<br />

libertà d’opinione nonché di libertà<br />

sindacale, aspetti che <strong>syndicom</strong> ha già<br />

denunciato più volte.<br />

Per questo motivo, <strong>syndicom</strong> sta<br />

intraprendendo tutte le azioni necessarie<br />

per tutelare il redattore. Questo<br />

licenziamento non è che un sintomo<br />

della deriva dei mass media, dove<br />

sono i manager a filtrare ciò che va<br />

pubblicato, e non i professionisti<br />

dell’informazione. Questa è soltanto<br />

la punta di un iceberg sotto cui (nascosti<br />

ma neppure troppo) soggiacciono<br />

importanti problemi che non possono<br />

che preoccupare tutti coloro che credono<br />

in una stampa davvero libera e<br />

pluralista, pilastro della democrazia.<br />

Verso il lancio di un comitato<br />

Per la mancata volontà degli editori,<br />

ormai da 16 anni non c’è in Ticino un<br />

Contratto collettivo per il settore che<br />

ridarebbe, oltre al giusto compenso,<br />

anche dignità e maggiori tutele ai professionisti<br />

dell’informazione. Perfino<br />

la politica ticinese, finora pavida ad affrontare<br />

il tema, si sta muovendo. In<br />

questo senso va la mozione interpartitica<br />

di sostegno ai media locali, sulla<br />

falsariga dei cantoni Vaud e Berna.<br />

Ma <strong>syndicom</strong> vuol fare di più. Per<br />

questo ha intenzione di costituire un<br />

comitato che si ponga l’obiettivo di<br />

sensibilizzare l’opinione pubblica e<br />

influenzare l’agenda politica al fine di<br />

garantire un giornalismo indipendente,<br />

libero e di pubblica utilità. Che potrà<br />

essere garantito solamente se i<br />

giornalisti godranno di maggiori tutele<br />

e migliori condizioni lavorative.<br />

Nicola Morellato<br />

Segretario Stampa e media elettronici<br />

Regione Ticino e Moesano<br />

Il Corriere del Ticino controlla una tv, siti d’informazione, giornali e un centro stampa. (© Sandro Mahler)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/licenziamento-controverso-al-corriere-del-ticino/


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«In Svizzera, i prezzi di mercato dei prodotti stampati<br />

sono scesi al livello dei paesi esteri vicini» Michael Moser<br />

Rafforzare le misure<br />

di accompagnamento<br />

Le misure di accompagnamento tutelano<br />

i salari svizzeri mettendo sullo<br />

stesso piano tutti coloro che lavorano<br />

Michael Moser, Segretario centrale Settore Media<br />

in Svizzera, indipendentemente dalla<br />

loro provenienza o dal tipo di passaporto.<br />

Il lavoro in Svizzera ha lo stesso<br />

valore indipendentemente da chi lo<br />

svolge. Questo non è solo giusto, ma<br />

anche importante. Senza le misure di<br />

accompagnamento i salari scenderebbero<br />

nel giro di breve tempo al livello<br />

dei paesi vicini. Invece, all’ipotesi che<br />

allo stesso tempo scendano anche tutti<br />

i prezzi, le casse malati e gli affitti,<br />

non ci credono neppure i più convinti<br />

sostenitori del libero mercato.<br />

Per capire che questo non è solo allarmismo,<br />

basta dare uno sguardo al<br />

settore della stampa e della grafica. Biglietti<br />

da visita e volantini possono essere<br />

stampati senza alcun problema<br />

all’estero. Negli ultimi anni un gran<br />

numero di fornitori ha stravolto il<br />

mercato tipografico con offerte bassissime.<br />

Di conseguenza, i prezzi di<br />

mercato per questi prodotti sono scesi<br />

anche in Svizzera al livello dei paesi<br />

esteri vicini. Ne risulta che molte tipografie<br />

riescono a sopravvivere a malapena<br />

e cercano disperatamente di risparmiare<br />

sui costi. Il prezzo della<br />

distorsione del mercato lo pagano pertanto<br />

i lavoratori con le condizioni di<br />

lavoro oppure con l’esternalizzazione<br />

del loro posto di lavoro all’estero. Le<br />

misure di accompagnamento sono<br />

pertanto non solo importanti, ma dovrebbero<br />

essere addirittura rafforzate<br />

e sviluppate ulteriormente. Non solo<br />

nella politica, ma anche nella nostra<br />

vita quotidiana di consumatori.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/industriagrafica-e-stampa-di-imballaggi<br />

Posta, si entra nella fase decisiva<br />

Dopo iniziative cantonali e federali, azioni di protesta e raccolte<br />

di firme, la battaglia contro la chiusura degli uffici postali entra<br />

nel vivo. Nei prossimi mesi la legge sarà sottoposta a revisione.<br />

Una delle tante manifestazioni contro la chiusura degli uffici postali, qui a Zurigo. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Chiunque studi l’elenco degli uffici<br />

postali chiusi dal 2017, come si nota<br />

dalla mappa online elaborata da <strong>syndicom</strong>,<br />

noterà un massiccio smantellamento.<br />

Tuttavia, è sempre più evidente<br />

quanto sia sbagliata questa<br />

strategia. Poiché i punti di accesso alternativi<br />

non sono in grado di mantenere<br />

l’offerta di prestazioni, il che significa<br />

che la Posta rischia di far venir<br />

meno la presenza sul territorio e quindi<br />

di perdere quote di mercato per tutti<br />

i comparti del gruppo. I responsabili<br />

ribadiscono che il numero di punti<br />

di accesso verrà sistematicamente aumentato<br />

e che i servizi miglioreranno.<br />

Ma un armadietto vuoto alla Migros<br />

compensa il servizio di un ufficio postale?<br />

Niente affatto. E questo concetto<br />

non cambia nemmeno se viene ripetuto<br />

fino alla noia. Gli uffici postali<br />

sono chiusi, gli orari di apertura ridotti,<br />

il servizio minimo affidato a un negozio<br />

di quartiere. Col suo approccio<br />

radicale, la divisione Rete postale ha<br />

prodotto situazioni che non possono<br />

essere corrette così rapidamente.<br />

Con l’aiuto di molti iscritti, <strong>syndicom</strong><br />

ha cercato di opporsi, nell’ambito<br />

di quella che è probabilmente la più<br />

grande campagna organizzata finora.<br />

I membri hanno atteso ore davanti ai<br />

loro uffici postali per informare il pubblico,<br />

raccolto firme o si sono impegnati<br />

in comitati. In questo modo, ampie<br />

fasce della popolazione si sono<br />

dimostrate solidali con i dipendenti<br />

degli sportelli postali e hanno insistito<br />

per un buon servizio di base. La raccolta<br />

di firme effettuata a livello nazionale<br />

solo lo scorso anno è stata<br />

sostenuta da oltre diecimila persone.<br />

E questo segnale è rivolto soprattutto<br />

al Parlamento di Berna: la Svizzera ha<br />

bisogno di un servizio pubblico di alta<br />

qualità. Necessita di una Posta solida,<br />

con una fitta rete di uffici postali. Affinché<br />

si continui così, la Posta e la politica<br />

devono, ancora una volta, porre<br />

il mandato dell’approvvigionamento<br />

di base al centro delle loro decisioni.<br />

Le Camere federali stanno attualmente<br />

preparando una revisione della<br />

legge sulle poste. Questa revisione della<br />

legge si basa in gran parte sugli sforzi<br />

di <strong>syndicom</strong> e sulle numerose firme<br />

raccolte. L’iniziativa del Canton Giura<br />

elenca le numerose richieste e mozioni.<br />

<strong>syndicom</strong> persegue due obiettivi,<br />

soprattutto dietro le quinte: in primo<br />

luogo, devono essere salvaguardati i<br />

posti di lavoro dei dipendenti. In secondo<br />

luogo, la Posta dev’essere obbligata<br />

a rafforzare nuovamente la sua<br />

rete di uffici postali, dotandola di nuove<br />

offerte.<br />

Matthias Loosli<br />

Gli uffici postali a rischio<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/mappa


«La spirale del dumping salariale attraverso i subappalti<br />

è alimentata in particolare dal settore pubblico» Daniel Hügli<br />

19<br />

Proteggere i salari grazie alla<br />

libera circolazione delle persone<br />

Di fronte alla crescente pratica dei subappalti a cascata,<br />

i controlli assicurano che le norme del CCL di obbligatorietà<br />

generale vengano rispettate da tutti. Aziende svizzere e no.<br />

Qualsiasi riferimento a eventi reali e<br />

aziende è puramente casuale: ma supponiamo<br />

che un’azienda svizzera assegni<br />

un appalto nell’ambito dell’infrastruttura<br />

di rete a una filiale<br />

svizzera di un’azienda estera. Quest’ultima<br />

non ha però dipendenti propri in<br />

questo settore di attività. Incarica pertanto<br />

un’altra azienda dell’esecuzione<br />

dei lavori, a sua volta una subappaltatrice.<br />

Ma anche quest’ultima non ha<br />

dipendenti specializzati per le attività<br />

in questione. Pertanto, i dipendenti<br />

vengono presi in prestito da un’azienda<br />

specializzata in prestito del personale.<br />

Saranno alla fine questi lavoratori<br />

– ad esempio dimoranti temporanei<br />

soggetti a obbligo di notifica in Svizzera<br />

– a eseguire i lavori.<br />

Attraverso la paritetica, <strong>syndicom</strong> verifica che<br />

vengano rispettate le norme. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Il lavoro della paritetica<br />

Grazie al Contratto collettivo di lavoro<br />

(CCL) del settore dell’infrastruttura di<br />

rete, <strong>syndicom</strong> ha la possibilità attraverso<br />

la commissione paritetica (composta<br />

da rappresentanti del sindacato<br />

e dei datori di lavoro) di verificare che<br />

anche simili costrutti rispettino le<br />

condizioni salariali e lavorative. A partire<br />

dal 1o ottobre 2018 il Consiglio federale<br />

ha conferito al contratto collettivo<br />

di lavoro il carattere di obbligatorietà<br />

generale e decide anche qualsiasi<br />

adeguamento contrattuale, come ad<br />

esempio l’aumento dei salari minimi<br />

negoziato da <strong>syndicom</strong>. La dichiarazione<br />

di obbligatorietà generale e<br />

l’ampliata competenza di vigilanza<br />

della commissione paritetica nonché<br />

la possibilità di imporre il contratto<br />

collettivo di lavoro anche nei confronti<br />

di prestatori di servizi stranieri in<br />

Svizzera, si basano su misure di accompagnamento<br />

della libera circolazione<br />

delle persone. Libera circolazione<br />

delle persone significa quindi<br />

maggiore protezione salariale per tutti<br />

coloro che lavorano in Svizzera.<br />

Chi ne paga il prezzo?<br />

Grazie a controlli potenziati, questa<br />

protezione salariale è assolutamente<br />

necessaria. Perché nell’esempio immaginario,<br />

in questa catena di aziende<br />

subappaltatrici il prezzo che viene<br />

pagato per lo svolgimento del lavoro<br />

diventa di anello in anello sempre più<br />

basso. E alla fine della catena ci sono i<br />

lavoratori che spesso vengono sfruttati<br />

dalle aziende praticando dumping<br />

salariale e sociale. Questa spirale di<br />

dumping salariale viene alimentata in<br />

particolare dal pubblico potere e dalle<br />

sue imprese. Dietro a tutto ciò si cela<br />

fin troppo spesso l’ideologia borghese<br />

della costante riduzione dei costi che<br />

favorisce in fondo costrutti criminali,<br />

a scapito dei lavoratori e di un solido<br />

servizio pubblico per i cittadini. La<br />

protezione salariale deve pertanto essere<br />

costantemente difesa non solo<br />

nei settori e nelle aziende, ma anche<br />

nella politica.<br />

Daniel Hügli<br />

Segretario centrale ICT<br />

Le disposizioni del CCL di settore<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/infrastruttura-di-rete<br />

Tamedia (ora TX Group)<br />

perfetto esempio<br />

di capitalismo puro<br />

Angelo Zanetti, Segretario centrale Settore Media<br />

Il 10 marzo Tamedia (ora TX Group) ha<br />

pubblicato il risultato finanziario<br />

2019. Su 98 milioni di utile, 37 vanno<br />

agli azionisti. Uno sguardo agli ultimi<br />

dieci anni ci dice che dai 59,5 (2010) si<br />

va a 47 milioni nel 2014,15,16,17 e 18.<br />

Il 70% di tutto questo è per la famiglia<br />

Coninx-Supino che gode, ci pare, di<br />

buona salute. Al CdA (Pietro Supino<br />

presidente più 7 membri) sono andati<br />

2,39 milioni. Dal 2010 non sono mai<br />

scesi sotto i 2,13 milioni. Ai dirigenti<br />

dei dipartimenti (8 persone) toccano<br />

8,55 milioni. Nel 2010 erano 5,61, passati<br />

anno dopo anno a 7,57, 7,95, 6,67,<br />

8,23, 12,46, 8,97, 10,19 e 8,81 milioni<br />

nel 2018. Otto persone si sono pappate<br />

tutto questo bendidìo. I 41 giornalisti<br />

di Le Matin sono dovuti andare in<br />

tribunale per avere un piano sociale.<br />

I dipendenti dei centri per la stampa<br />

dei giornali hanno dovuto accettare da<br />

gennaio una diminuzione del salario<br />

dell’1% e altri lo 0,5% per il 2021. Ma la<br />

lista dei tagli negli ultimi dieci anni è<br />

lunga.<br />

Spremere, incassare e buttare. Probabilmente,<br />

una costante di TX Group:<br />

un perfetto esempio di capitalismo<br />

puro. Ecco cosa chiediamo. Rimborsate<br />

subito questo 1% ai dipendenti dei<br />

centri stampa. Stracciate l’accordo<br />

fatto o che state concludendo con le<br />

rispettive CoPe e stop a misure di risparmio<br />

che colpiscono tutto il personale.<br />

Firmate i CCL esistenti e mettetevi<br />

al tavolo con i sindacati per<br />

stipularne laddove non ce ne sono. È<br />

troppo facile fare soldi in questo<br />

modo!<br />

www.tx.group


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Il 94,5% dei creativi freelance non calcola le ore» Lena Allenspach<br />

Il lavoro dei grafici e dei creativi<br />

ha un valore e va retribuito<br />

Il sondaggio di <strong>syndicom</strong> condotto fra 281 creativi<br />

indipendenti dimostra che è necessario innalzare il valore<br />

del lavoro autonomo nel settore della comunicazione visiva.<br />

«Basta che mi disegni un logo velocemente,<br />

non deve essere niente di<br />

particolare. Ho già abbozzato qualcosa,<br />

dai solo un’occhiata».<br />

Affermazioni come queste non<br />

suonano nuove all’orecchio dei creativi.<br />

Sembra banale, talvolta addirittura<br />

comprensibile. Come possono sapere<br />

i profani quanto tempo serve a un grafico<br />

per creare il logo del nuovo club<br />

del libro o di una piccola associazione<br />

locale? Com’è possibile riconoscere il<br />

giusto prezzo di un prodotto se in<br />

Internet circolano numerose offerte<br />

in dumping o quasi gratuite? Questa<br />

distorsione comporta conseguenze<br />

per tutto il settore. In particolare per i<br />

liberi professionisti che si assumono<br />

tutto il rischio. Abbiamo pertanto lanciato<br />

un dibattito sul valore del lavoro<br />

indipendente nel settore creativo.<br />

56,2% ha già lavorato completamente<br />

gratis.<br />

Il valore di un intero settore<br />

Se oneri e proventi non corrispondono,<br />

se vengono pagate tariffe orarie<br />

troppo basse oppure non vengono segnate<br />

tutte le ore, questo avrà delle ripercussioni<br />

nel lungo termine, ad<br />

esempio sulla previdenza di vecchiaia.<br />

Anche in questo caso i risultati del<br />

sondaggio sono chiari. Solo il 10,9%<br />

crede che la propria rendita sarà sufficiente<br />

durante la vecchiaia.<br />

Da dove deriva questa precarizzazione<br />

di un intero settore? Una tesi<br />

possibile è l’incapacità dei clienti di<br />

dare un valore monetario al lavoro prestato<br />

o il fatto che semplicemente lo<br />

sottovalutano. A tutto questo contribuiscono<br />

notevolmente fornitori low<br />

cost e piattaforme online come<br />

99designs. Anche in questo caso i numeri<br />

del sondaggio parlano chiaro: il<br />

92,7% degli intervistati aveva la sensazione<br />

che i clienti non vedessero il valore<br />

monetario del loro lavoro.<br />

Costruire il futuro, ma come?<br />

Ciò che veniva inizialmente discusso<br />

dopo il lavoro da un gruppo di grafici<br />

di Lucerna, si rispecchia nelle risposte<br />

dei 281 creativi: il 94,9% ritiene necessario<br />

che si discuta del valore del lavoro<br />

indipendente – l’88,3% ritiene che<br />

debba cambiare qualcosa nelle condizioni<br />

di lavoro del settore.<br />

Come si procede ora con la campagna<br />

«Quanto vale il mio lavoro»? Ciò<br />

che ora avviene sono tavole rotonde in<br />

diversi laboratori, unione di pensieri,<br />

opinioni e forze. La sensibilizzazione<br />

di clienti, il segnale alla politica e alla<br />

società. Insieme vogliamo aumentare<br />

il valore del lavoro autonomo. Poiché<br />

le soluzioni si possono trovare solo<br />

uniti.<br />

Lena Allenspach<br />

I risultati del sondaggio<br />

Nelle scorse settimane, 281 creativi indipendenti<br />

hanno compilato il nostro<br />

sondaggio (intitolato «Quanto vale il<br />

mio lavoro?») per lanciare questo dibattito.<br />

I risultati dimostrano chiaramente<br />

che il dibattito deve essere assolutamente<br />

avviato. Volevamo sapere<br />

da loro se cancellano ore per poter presentare<br />

un’offerta più conveniente oppure<br />

se capita loro di lavorare in parte<br />

anche gratis. Il 94,5% cancella le ore.<br />

L’89,1% ha già lavorato gratis poiché il<br />

budget era già esaurito. L’82,2% ha già<br />

lavorato in parte gratis poiché il cliente<br />

aveva un budget troppo basso. Il<br />

La campagna punta a sensibilizzare i clienti, la politica e la società. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Aumenti salariali per<br />

alcuni settori <strong>syndicom</strong><br />

Con il salario di aprile, i lavoratori di<br />

diversi settori di <strong>syndicom</strong> si ritroveranno<br />

un aumento in busta paga. Un<br />

buon risultato frutto della politica dei<br />

Contratti collettivi.<br />

In questo turbolento periodo per<br />

l’economia post-coronavirus, una<br />

buona notizia per i lavoratori della Posta<br />

e di PostFinance. Grazie agli accordi<br />

raggiunti lo scorso anno, il personale<br />

avrà un aumento pari allo 0,8%, con<br />

un incremento del salario minimo di<br />

200 franchi, a raggiungere 50.200 franchi<br />

complessivi annui. L’importo verrà<br />

versato con il salario di aprile. Dallo<br />

stesso mese anche i lavoratori di Auto-<br />

Postale avranno lo 0,8% in più, come<br />

risultato delle trattative con le parti sociali,<br />

ovvero <strong>syndicom</strong> e transfair.<br />

Aumenti anche per il settore ITC.<br />

Dopo quelli già annunciati per UPC e<br />

Sunrise (vedi sullo scorso numero),<br />

anche la massa salariale presso cablex<br />

aumenterà complessivamente dell’1,35%,<br />

con incrementi per la maggior<br />

parte dei lavoratori di almeno lo 0,5%.<br />

Un bel riconoscimento per i lavoratori<br />

del settore pubblico che hanno garantito<br />

il funzionamento dei servizi essenziali<br />

(come la posta o le telecomunicazioni,<br />

messe a dura prova in<br />

queste settimane di quarantena) alla<br />

popolazione costretta a restare a casa<br />

per arginare la diffusione del coronavirus.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/comunicazionevisiva/quantovaleilmiolavoro/<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/trattativesalariali-ccl-posta-e-postfinance-2020/


«Stanno nascendo CCL per i colletti bianchi ma sviluppiamo<br />

valori di riferimento per mini job di migliaia di persone» Matteo Antonini<br />

21<br />

Logistica,<br />

negoziare nuovi<br />

contratti<br />

per proteggere<br />

i salari più bassi<br />

Cosa fanno i sindacati per proteggere<br />

i salari? Qual è la loro<br />

priorità dopo il fallimento della<br />

votazione sul salario minimo?<br />

Esistono due linee d’azione: la prima<br />

consiste nell’introdurre salari minimi<br />

cantonali. I cantoni Giura, Neuchâtel<br />

e Ticino ne sono un esempio, i ginevrini<br />

e i basilesi si pronunceranno a breve.<br />

La seconda linea strategica è quella<br />

di rafforzare i Contratti collettivi (CCL)<br />

esistenti e di svilupparne di nuovi.<br />

Interessare nuove professioni<br />

Lo sviluppo dei CCL è dettato da un<br />

lato dalla comparsa di nuove forme di<br />

lavoro e nuove professioni (penso in<br />

particolare al clickworking e al lavoro<br />

sulle piattaforme) e dall’altro dal crescente<br />

interesse dei sindacati per i settori<br />

professionali storicamente sprovvisti<br />

di contratti collettivi. Questi<br />

settori che i sindacati «scoprono» sono<br />

sia quelli degli impiegati dei nuovi media,<br />

con tutte le professioni informatiche,<br />

sia quelli che attirano schiere di<br />

lavoratori più precari, in particolare<br />

nell’ambito dei «mini job» sempre più<br />

diffusi anche in Svizzera. Se l’introduzione<br />

dei salari minimi cantonali può<br />

avere un impatto sui «mini job», i colletti<br />

bianchi ne sono naturalmente<br />

esclusi.<br />

Il tuo contratto collettivo, il tuo futuro: questo lo slogan di <strong>syndicom</strong>. (© Margareta Sommer)<br />

Stabilire valori di riferimento<br />

Bisogna sottolineare che i contratti<br />

collettivi regolano molti altri aspetti<br />

oltre ai salari: sono «avvolgenti» e disciplinano<br />

altre tematiche fondamentali<br />

dell’attività sindacale come il diritto<br />

di partecipazione, le prestazioni<br />

sociali, e così via, ma soprattutto stabiliscono<br />

dei legami di partenariato sociale<br />

che non esistono al momento<br />

dell’introduzione dei salari minimi<br />

cantonali. <strong>syndicom</strong> sviluppa i suoi<br />

CCL e si impegna in nuovi settori. Il<br />

CCL della Posta e il CCL di PostFinance<br />

vengono attualmente ratificati con<br />

importanti miglioramenti per i collaboratori.<br />

Tali miglioramenti prendono<br />

in considerazione le nuove forme<br />

di lavoro che si stanno sviluppando.<br />

Ma noi non ci fermiamo qui. Stanno<br />

nascendo nuovi CCL per i colletti bianchi<br />

e da diversi mesi stiamo cercando<br />

di sviluppare dei valori di riferimento<br />

per questi mini job che solo alla Posta<br />

riguardano almeno 10mila persone, di<br />

cui circa tremila assoggettate al CCL<br />

del settore KEP&Mail (fornitori privati<br />

di servizi postali, corrieri, espressi,<br />

pacchi e mail che sottostanno all’obbligo<br />

di notifica ordinaria previsto<br />

dall’ordinanza sulle poste).<br />

Evidenziare e risolvere problemi<br />

Con i CCL, il diritto di partecipazione<br />

deve risultare rafforzato a tutti i livelli.<br />

È grazie alla partecipazione che è possibile<br />

evidenziare e risolvere diversi<br />

problemi. Si tratta di un importante<br />

valore aggiunto che chiede l’estensione<br />

dei CCL ai «nuovi» settori del lavoro<br />

salariato. Per questo motivo, diamo la<br />

massima priorità alla trattativa contrattuale<br />

convenzionale che permette<br />

di collettivizzare le problematiche e<br />

migliorare le condizioni di lavoro.<br />

I CCL rappresentano pertanto una risposta<br />

sindacale e politica alla pressione<br />

sui salari attualmente presente<br />

nel nostro paese.<br />

Matteo Antonini<br />

Responsabile del Settore Logistica<br />

www.ch.ch/it/salari-minimi-e-salari-medi<br />

Con la crisi post-virus,<br />

lavoratori indipendenti<br />

= nuovo precariato?<br />

«Ora il nostro paese ha bisogno di una<br />

scossa», è stato detto alla conferenza<br />

dei media del Consiglio federale all’inizio<br />

della crisi legata al coronavirus.<br />

Le misure necessarie per la protezione<br />

della salute colpiscono duramente il<br />

mondo del lavoro. E in particolare coloro<br />

che già prima non erano sufficientemente<br />

tutelati dalle assicurazioni<br />

sociali. Una di queste categorie<br />

professionali è quella dei lavoratori indipendenti<br />

e freelance del settore creativo<br />

e dei media. Se gli ordini vengono<br />

meno, viene a mancare il reddito.<br />

Pochissimi hanno delle riserve. Lo ha<br />

dimostrato anche il sondaggio di <strong>syndicom</strong><br />

volto a rilevare l’attuale situazione<br />

degli incarichi dei lavoratori indipendenti<br />

e freelance. Il 10% dei 2500<br />

intervistati aveva già esaurito le riserve<br />

nelle prime due settimane del fermo e<br />

il 50% riuscirà a sopravvivere senza entrate<br />

solo per uno-due mesi. Sì, il nostro<br />

paese ha bisogno di una scossa.<br />

Poiché il sostegno immediato in questa<br />

situazione eccezionale può essere<br />

solo il primo passo. Successivamente<br />

la mancanza delle protezioni sociali,<br />

che questa crisi manifesta in modo<br />

esemplare, deve finalmente entrare<br />

nell’agenda politica di tutti.<br />

Lena Allenspach<br />

Il Gruppo d’interesse freelance<br />

ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/freelance/


22 Politica<br />

Un virus può nasconderne<br />

un altro<br />

Complice l’emergenza del momento, l’home office si sta<br />

diffondendo alle condizioni dettate dalle aziende.<br />

Ma lavoratori e sindacati dovrebbero riportare l’attenzione<br />

sulle condizioni giuridiche e sociali del suo utilizzo.<br />

vorranno mantenerle giustificandosi<br />

con la paura di una seconda ondata<br />

del virus o di una mutazione?<br />

Idem per l’economia: anche le sue<br />

misure, che si ripercuotono già su<br />

milioni di lavoratori, resteranno.<br />

Testo: Marc Rezzonico<br />

Foto: Burst<br />

In pausa, rallentata o sospesa, la democrazia<br />

svizzera sta subendo tutta<br />

la forza della crisi provocata dal Covid-19.<br />

Le votazioni di maggio sono<br />

annullate, i lavori parlamentari rimandati,<br />

nessuna campagna politica,<br />

voto elettronico impreparato e i<br />

lavori del legislatore bloccati. Questo<br />

fino a nuovo avviso, poiché non<br />

si sa quanto durerà questa crisi sanitaria.<br />

Nuovi paradigmi<br />

Il funzionamento democratico del<br />

nostro Paese non è compatibile con<br />

una crisi sanitaria. Quindi si prendono<br />

misure di adattamento progressive.<br />

Si decidono anche misure<br />

tecnologiche: ad esempio Swisscom<br />

informa le autorità se ci sono più di<br />

20 telefoni in un’area di 100 metri<br />

quadri. Queste misure sospendono<br />

delle libertà fondamentali (diritto di<br />

riunione) e dei diritti fondamentali<br />

(tutela della privacy). In nome della<br />

salute stiamo accettando la sorveglianza<br />

geografica di massa e, presto,<br />

anche quella biometrica.<br />

Nel suo impegno per la salute, lo<br />

Stato fa un passo alla volta e parla di<br />

una maratona. Perché invece non<br />

sprintare per organizzare il necessario?<br />

Non mancano i medici che<br />

chiedono misure rapide e drastiche.<br />

È l’economia che frena. Confinare<br />

l’intera popolazione in Svizzera,<br />

come è accaduto in Italia, costerebbe<br />

circa 29 miliardi di franchi al<br />

mese! Il fatto è che l’economia non<br />

cerca soltanto di limitare i danni,<br />

ma prova anche a individuare e cogliere<br />

le nuove opportunità che le si<br />

offrono adesso. Si sta riorganizzando,<br />

definisce nuovi paradigmi.<br />

La sorveglianza biometrica, per<br />

esempio. Ci ricorda le discussioni<br />

sulla cartella clinica elettronica dei<br />

pazienti e gli enormi interessi economici<br />

per accedere ai dati medici<br />

delle persone. Questa crisi è l’occasione<br />

perfetta per ottenere la liberalizzazione<br />

di questo mercato…<br />

L’urgenza che diventa norma<br />

Le misure statali messe in atto in<br />

questi giorni, a causa dell’urgenza,<br />

sollevano preoccupazioni non solo<br />

per (il futuro del)la democrazia svizzera,<br />

ma anche perché questo tipo<br />

di misure temporanee hanno la sorniona<br />

tendenza a prolungarsi oltre<br />

le crisi. Scommettiamo che gli Stati<br />

Specchietto per le allodole<br />

Il telelavoro, che panacea! In realtà<br />

riguarda, in condizioni normali, soltanto<br />

il 10% dei lavoratori svizzeri<br />

(fonte UST, 2018). Si sta diffondendo<br />

alle condizioni dettate dalle<br />

aziende, le quali sfuggono al legislatore.<br />

Dev’essere regolamentato senza<br />

indugi. Ma, senza dimenticare il<br />

restante 90% dei lavoratori: quelli<br />

che non lavorano più, quelli che lavorano<br />

meno, e quelli che, in certi<br />

settori, si vedono ora inflitte 60 ore<br />

settimanali di lavoro! Il telelavoro<br />

non fa che accelerare la discriminazione<br />

professionale. Nient’altro.<br />

L’e-commerce sta esplodendo,<br />

fantastico! Nonostante il pacchetto<br />

di misure del Consiglio federale di<br />

60 miliardi di franchi, molti piccoli<br />

commercianti e lavoratori autonomi<br />

non sopravviveranno alla crisi. Sono<br />

solo soldi, non un pacchetto legislativo<br />

di protezione. Pensiamo alle librerie.<br />

Costrette a chiudere, perché<br />

«non vitali per il paese», vedono la<br />

gente continuare a ordinare serenamente<br />

libri su Amazon. È concorrenza<br />

sleale! Quanto potere finanziario<br />

e controllo del mercato<br />

supplementari avrà ottenuto<br />

Amazon (come pure altri giganti<br />

dell’e-commerce) il mese prossimo<br />

grazie a questo lasciapassare? E con<br />

questo sovraccarico di lavoro, in che<br />

condizioni operano i loro dipendenti?<br />

In che condizioni lavoreranno<br />

poi i piccoli commercianti quando<br />

l’economia verrà rilanciata?<br />

Durante questa crisi, i lavoratori,<br />

i sindacati, le ONG e altri gruppi<br />

a difesa dei diritti umani hanno<br />

interesse a essere ultra-vigili e reattivi<br />

sul piano legale e sociale, e dimenticare<br />

quello politico.<br />

Coronavirus e lavoro<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/coronavirus


Politica<br />

Il servizio pubblico come base<br />

della vita economica del paese<br />

23<br />

La crisi da coronavirus ha<br />

mostrato a tutti l’importanza<br />

di servizi essenziali come<br />

quelli effettuati dai postini,<br />

dai costruttori di reti, dagli<br />

operatori dei media.<br />

Il servizio pubblico, a partire<br />

dagli ospedali fino ai trasporti,<br />

deve essere difeso più<br />

che mai dagli assalti della<br />

politica neoliberista. Perché<br />

la prossima crisi è dietro l’angolo.<br />

E dobbiamo essere preparati<br />

ad affrontarla con un<br />

servizio pubblico forte.<br />

Testo: Christian Capacoel<br />

Foto: Markus Forte<br />

Ora che la vita pubblica è fortemente<br />

limitata, si evince l’importanza di<br />

un servizio pubblico forte che garantisca<br />

l’approvvigionamento di<br />

base per tutta la popolazione e salvaguardi<br />

quanto più possibile la vita<br />

economica. Siamo felici per ogni<br />

letto d’ospedale che non è stato<br />

tagliato dalle misure di risparmio.<br />

Siamo altrettanto felici degli uffici<br />

postali funzionanti, dei postini e dei<br />

costruttori di reti che si occupano di<br />

far funzionare al meglio le nostre<br />

reti di telecomunicazioni. Ed è proprio<br />

di queste reti efficienti e stabili<br />

che abbiamo tanto più bisogno in<br />

tempi di home office e autoisolamento.<br />

Ancora a gennaio era stato<br />

detto che un terzo degli ospedali era<br />

superfluo. Quanto agli uffici postali<br />

il Parlamento ha tuttora difficoltà a<br />

bloccare il processo di chiusura e<br />

Avenir Suisse (il «think tank» orientato<br />

all’economia di mercato) chiede<br />

con decisione la privatizzazione<br />

delle infrastrutture di rete. La crisi<br />

da coronavirus mostra chiaramente<br />

che la rotta verso la privatizzazione<br />

e i tagli degli ultimi anni conducono<br />

a un vicolo cieco. Poiché la prossima<br />

crisi è sicuramente dietro l’angolo.<br />

Quando avremo superato l’attuale<br />

crisi, dovremo prepararci alla<br />

prossima. E per farlo serve una politica<br />

offensiva a favore del servizio<br />

pubblico.<br />

Per informazioni affidabili<br />

Gli studi dimostrano che un servizio<br />

pubblico forte aumenta la fiducia<br />

nei media e la disponibilità a pagare<br />

per informazioni attendibili. I risultati<br />

scientifici, il riconoscimento<br />

pubblico che il funzionamento della<br />

democrazia dipende sostanzialmente<br />

dai media, nonché l’evidente<br />

valore di notizie affidabili in situazioni<br />

di crisi, dovrebbero essere sufficienti<br />

per invertire la rotta nella<br />

promozione dei media. Tutto questo<br />

deve riflettere interamente il<br />

pensiero del servizio pubblico. Tra<br />

cui un’agenzia di stampa indipendente<br />

e trilingue – l’attuale Keystone-ATS<br />

con la sua struttura della<br />

proprietà non lo è – e una SSR con<br />

mezzi sufficienti per mantenere il<br />

suo standard per tutte le parti del<br />

paese.<br />

Passare all’offensiva<br />

Questo sarebbe un primo passo per<br />

finirla con queste battaglie. Contro<br />

la privatizzazione di Swisscom. Contro<br />

l’indebolimento dell’ATS. Contro<br />

la chiusura degli uffici postali.<br />

Passando all’offensiva dobbiamo<br />

piuttosto parlare di investimenti<br />

nella spina dorsale della nostra società,<br />

della nostra economia. Dobbiamo<br />

cogliere il momento per radicare<br />

nella testa della popolazione e<br />

nella politica che il servizio pubblico<br />

non è composto solo dai media,<br />

dagli uffici postali e da Swisscom.<br />

Come ad esempio gli smistatori di<br />

pacchi e i fornitori che nell’era del<br />

commercio online sono sempre più<br />

indispensabili. Oppure i postini,<br />

che anche ora ci recapitano a casa il<br />

giornale di mattina presto. È però<br />

necessario pensare in grande. Ad<br />

esempio nei trasporti pubblici. Perché<br />

in futuro non farvi rientrare anche<br />

i taxi, se in particolare la popolazione<br />

più anziana necessita di un<br />

servizio individuale?<br />

La garanzia del contratto collettivo<br />

Proprio ora ci si rende conto dell’efficienza<br />

dei lavoratori e del valore<br />

del loro lavoro. Molti di loro lo fanno<br />

in condizioni di lavoro precarie,<br />

poiché a seguito della privatizzazione<br />

e della liberalizzazione degli ultimi<br />

anni è nato un mercato ampiamente<br />

non regolamentato in cui le<br />

condizioni di lavoro subiscono forti<br />

pressioni. Inoltre, si verificano disparità<br />

di trattamento: mentre un<br />

postino della Posta gode ancora di<br />

buone condizioni di lavoro, la situazione<br />

presso i fornitori di DPD o<br />

DHL è di gran lunga peggiore. Dobbiamo<br />

pertanto ottenere a livello<br />

politico che la Confederazione prescriva<br />

contratti collettivi di lavoro<br />

in tutti i settori dell’approvvigionamento<br />

di base. Solo in questo modo<br />

otterremo la parità di trattamento<br />

dei lavoratori dell’approvvigionamento<br />

di base. Il servizio pubblico<br />

quale base della nostra società si<br />

merita tutto il nostro impegno.<br />

I lavoratori della logistica, dei trasporti e<br />

dei servizi postali devono beneficiare di<br />

un’indennità di rischio per la distribuzione<br />

di servizi essenziali: <strong>syndicom</strong>.ch/it/<br />

divisioni/servizi-postali-e-finanziari/<br />

firma-la-petizione


24 Politica<br />

Lo Stato come imprenditore<br />

In occasione dei vent’anni<br />

dell’Associazione per la difesa<br />

del servizio pubblico in Ticino,<br />

il professor Sergio Rossi<br />

dell’Università di Friburgo<br />

ha tenuto una conferenza sul<br />

servizio pubblico nel nostro<br />

Paese. E auspica il ritorno<br />

alle teorie di Keynes, a uno<br />

Stato che investa e sostenga<br />

le attività economiche per<br />

uscire dalla crisi.<br />

Testo: Sergio Rossi<br />

Foto: Omar Cartulano<br />

John Maynard Keynes, uno dei maggiori<br />

economisti del secolo scorso,<br />

ha spiegato che lo Stato deve intervenire<br />

in maniera anticiclica: quando<br />

l’economia va male, deve sostenere<br />

le attività economiche, anche<br />

indebitandosi se necessario, come è<br />

accaduto dopo la crisi del 1929. Nei<br />

decenni successivi, i politici si sono<br />

però dimenticati di ripagare il debito<br />

pubblico: per farsi rieleggere, non<br />

hanno aumentato le imposte né diminuito<br />

le spese, quindi alla fine degli<br />

anni Settanta la relazione inversa<br />

tra disoccupazione e inflazione è venuta<br />

meno e il modello keynesiano<br />

è stato soppiantato dalla teoria di<br />

Milton Friedman. I «padri» del neoliberismo<br />

hanno conquistato prima<br />

le accademie, poi le banche centrali<br />

e i consigli di amministrazione. La<br />

globalizzazione risale a ben prima,<br />

ma è stata un fattore secondario nella<br />

deriva del servizio pubblico. Più<br />

incisiva è stata la deregolamentazione<br />

sul piano economico e finanziario.<br />

Le banche sono diventate universali<br />

e hanno fatto concorrenza<br />

alle assicurazioni e ai fondi pensione.<br />

Poi ci sono i conflitti di interesse,<br />

con le «porte girevoli» per i massimi<br />

dirigenti delle banche. Un<br />

esempio su tutti: Mario Draghi, che<br />

prima di diventare direttore della<br />

Banca Centrale Europea era in Goldman<br />

Sachs.<br />

Il pensiero dominante del neoliberismo<br />

ha pervaso le facoltà di<br />

economia. Lo slogan che riassume<br />

bene quanto sta accadendo è «privatizzare<br />

gli utili e socializzare le perdite».<br />

Sono stati infatti privatizzati<br />

gli utili che lo Stato faceva in attività<br />

profittevoli, lasciando ad esso solo<br />

le perdite. E quindi si tagliano i servizi<br />

pubblici perché non rendono.<br />

Un approccio manageriale<br />

In Svizzera è venuta meno la coesione<br />

sociale (tra le fasce di reddito)<br />

e nazionale (tra centri e periferie).<br />

Con la disgregazione del tessuto<br />

sociale, la società si imbarbarisce.<br />

Sul piano nazionale, quello che era<br />

il federalismo collaborativo (i cantoni<br />

ricchi aiutavano quelli poveri) caratteristico<br />

della «Willensnation», è<br />

diventato competitivo: basta vedere<br />

ciò che accade sul piano fiscale.<br />

Questo riduce le casse pubbliche al<br />

minimo. Inoltre, lo Stato ha esternalizzato<br />

parte delle proprie attività<br />

profittevoli, che le imprese hanno<br />

volentieri assunto. E ha quindi ridotto<br />

le prestazioni (sanità, trasporti,<br />

infrastrutture, formazione).<br />

Si è assimilato lo Stato a un’impresa,<br />

che deve essere efficace (per<br />

offrire i servizi pubblici) ma anche<br />

efficiente, perché lo deve fare al<br />

minor costo, riducendo la qualità.<br />

Questo è il risultato di un approccio<br />

manageriale alle scelte pubbliche.<br />

Bisogna sempre distinguere tra manager<br />

e imprenditore.<br />

Quest’ultimo, pensiamo a Steve<br />

Jobs (il fondatore di Apple), ha idee<br />

innovative orientate al lungo termine,<br />

mentre un manager ha un orizzonte<br />

di breve periodo: non ha interesse<br />

a investire nell’impresa per<br />

farla durare a lungo. Negli ultimi decenni,<br />

abbiamo avuto sempre meno<br />

imprenditori e sempre più manager.<br />

E questo ha impoverito il tessuto<br />

economico svizzero.<br />

Uno sciopero per Keynes<br />

Greta Thunberg ci ha fatto riflettere<br />

sui cambiamenti climatici e ha portato<br />

i giovani a scioperare. Allo stesso<br />

modo, dovremmo organizzare<br />

(giovani e meno giovani) uno sciopero<br />

per il keynesismo, per tornare<br />

alle idee di Keynes: lo Stato come<br />

attore importante dell’economia di<br />

mercato, lo Stato come imprenditore.<br />

Recentemente, la collega Mariana<br />

Mazzucato, professoressa a<br />

Londra, ha pubblicato un libro intitolato<br />

Lo Stato innovatore (Laterza)<br />

che parla proprio di questo. Gli Stati<br />

Uniti hanno investito soldi pubblici<br />

per la conquista dello spazio. Anche<br />

internet è il risultato di una spesa<br />

pubblica, per la difesa nazionale.<br />

Questi investimenti dello Stato hanno<br />

permesso alle imprese di avere<br />

nuovi prodotti, nuovi sbocchi di<br />

mercato.<br />

Le mie prospettive sono pessimistiche:<br />

crescono le tensioni sociali<br />

e la disaffezione dalla politica<br />

(con la nascita di movimenti esterni<br />

ai partiti, come i «gilets jaunes» in<br />

Francia o le «sardine» in Italia) e<br />

dall’altro lato si sviluppa un’economia<br />

solidale, di chi si aiuta a vicenda.<br />

La crisi economica scaturita dal<br />

nuovo Coronavirus dimostra che la<br />

spesa pubblica è determinante per<br />

l’andamento economico sul piano<br />

globale.<br />

La pagina del prof. Rossi: www3.unifr.ch/<br />

mapom/en/chair/team/prof.html


Diritto e diritti<br />

25<br />

Gentili consulenti giuridici di <strong>syndicom</strong><br />

Lavoro presso un’azienda che sta registrando<br />

un consistente calo degli ordinativi<br />

a causa della pandemia di coronavirus.<br />

Quasi ogni giorno la direzione comunica<br />

nuovi provvedimenti. Oggi sono state<br />

imposte vacanze obbligatorie per diversi<br />

collaboratori, con effetto dalla prossima<br />

settimana. L’azienda può imporre delle<br />

vacanze?<br />

La direzione ha inoltre comunicato che<br />

dobbiamo ridurre tutti i saldi temporali<br />

positivi. Ciò significa che i dipendenti<br />

vengono rimandati a casa prima o non<br />

vengono contemplati nella programmazione,<br />

cosicché i saldi temporali calano. Di<br />

conseguenza, alcuni dipendenti registrano<br />

già saldi negativi.<br />

Il nostro datore di lavoro ha comunicato<br />

che sta valutando la possibilità di presentare<br />

domanda per il lavoro ridotto. Quali<br />

sarebbero le conseguenze finanziarie per<br />

noi? Possiamo rifiutare il lavoro ridotto?<br />

Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />

Quando si fissano le vacanze, si deve sempre tener conto<br />

delle esigenze dei collaboratori, ma il datore di lavoro ha<br />

«l’ultima parola»: se datore di lavoro e dipendenti non<br />

trovano un accordo, il primo decide il momento delle<br />

vacanze. Tuttavia, queste cosiddette vacanze imposte<br />

devono essere comunicate al dipendente circa tre mesi<br />

prima dell’inizio delle vacanze stesse, cosicché tu non sei<br />

tenuto ad accettare le vacanze obbligatorie imposte a<br />

breve termine dal tuo datore di lavoro. Invia una comunicazione<br />

per e-mail o lettera raccomandata, indicando che<br />

non accetti le vacanze e offri il tuo lavoro.<br />

A seconda dei saldi temporali in questione, la situazione<br />

giuridica è diversa: la compensazione per il lavoro straordinario<br />

implica necessariamente il consenso del dipendente.<br />

Una compensazione può di conseguenza essere<br />

rifiutata. La compensazione per le ore supplementari<br />

richiede anch’essa il consenso dei dipendenti, tuttavia –<br />

a differenza della situazione giuridica per il lavoro straordinario<br />

– nel contratto di lavoro o nel CCL applicabile<br />

si può derogare da questa disposizione e concedere al<br />

datore di lavoro il diritto di disporre unilateralmente la<br />

compensazione. Se il tuo contratto di lavoro o il CCL applicabile<br />

contengono una tale regolamentazione, la disposizione<br />

dev’essere accettata. La compensazione dell’orario<br />

flessibile in attivo, invece, può essere imposta senza<br />

che il contratto di lavoro preveda esplicitamente qualcosa<br />

di diverso. Tuttavia, non è consentito in nessun caso giungere<br />

a un saldo negativo a causa di una cattiva situazione<br />

degli ordinativi: il datore di lavoro si assume il rischio<br />

imprenditoriale e non può trasmetterlo ai dipendenti.<br />

Se il datore di lavoro non vi consente di lavorare ai sensi<br />

del contratto, difendetevi da questi provvedimenti e<br />

offrite il lavoro tramite e-mail o per raccomandata.<br />

Il lavoro ridotto richiede il consenso scritto dei collaboratori.<br />

L’introduzione del lavoro ridotto comporta per i<br />

dipendenti una riduzione salariale fino al 20%. L’entità<br />

della perdita nel caso specifico dipende da quanto i collaboratori<br />

interessati siano ancora in grado di lavorare: nel<br />

caso di un lavoro ridotto del 50%, ad esempio, il datore di<br />

lavoro paga il 100% delle ore lavorate, mentre l’80% delle<br />

ore perse viene versato dalle prestazioni assicurative (indennità<br />

per lavoro ridotto). Di conseguenza, il dipendente<br />

che ha un lavoro ridotto del 50% deve accettare una riduzione<br />

salariale del 10%. Chi rifiuta il lavoro ridotto continua<br />

a percepire il salario pieno, ma deve mettere in conto<br />

la possibilità di essere licenziato.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/diritto/dirittoediritti


26<br />

Rubriche<br />

Idee<br />

istoire est écrite par les vainurs,<br />

dit-on. Dans ce sens, les témoies<br />

des anciens détenus de la prison<br />

oronda sont un acte de mémoire<br />

spensable. Ils signifient que le proe<br />

la dictature militaire d’anéantir<br />

e opposition a échoué. Témoigner<br />

assé contribue à construire l’idende<br />

la société future. »<br />

« Nous ne nous considérons pas comme des victimes. Nous étions et<br />

nous sommes toujours des hommes engagés dans l’action. Nous voulons<br />

des changements de fond, pour lesquels nous luttons. Nos récits témoignent<br />

d’une profonde souffrance, mais l’humour y est souvent présent<br />

car il était une arme fatale contre nos bourreaux. Face aux gendarmes et<br />

aux gardiens prisonniers de leur peur, nous étions des hommes vraiment<br />

libres, en dépit de notre enfermement dans les cellules où nous passions<br />

vingt-trois heures par jour. »<br />

nascita del primo blog. Ufficialmen­<br />

onio Hodgers, fils de disparu argenrésident<br />

du Conseil d’État genevois<br />

vants de la prison de Coronda témoignent de leur expérience d’il<br />

Dans leur livre Ni fous, ni morts, les détenus politiques survi-<br />

y a plus de 40 ans. Deux mots résument leur message : résistance<br />

témoignage des anciens détenus<br />

et résilience. Ils ont résisté, au quotidien, à un système qui voulait<br />

a Coronda, dont plusieurs étaient<br />

les anéantir. Ils l’ont fait notamment en construisant, avec presque<br />

prisonniers d’opinion adoptés par<br />

rien, des « périscopes » pour surveiller les surveillants. Malgré les<br />

nesty International, a été essentiel<br />

tortures, ils ont fait preuve d’une résilience remarquable, défiant<br />

r obtenir justice et faire condamles<br />

tortionnaires. Mais ce livre est<br />

et le rire.<br />

le pouvoir militaire dans les actions de tous les jours, par l’entraide<br />

out une leçon de vie, une ode à la<br />

rté, que la dictature argentine n’a<br />

L’expérience de vie exceptionnelle relatée ici est davantage qu'un<br />

réussi à étouffer. »<br />

compte-rendu historique. D’une part, parce que certains responsables<br />

de ces crimes atroces ont été condamnés pour leur rôle dans<br />

on Schick, directrice d’Amnesty Inational<br />

Suisse<br />

garantie. Mais aussi parce que les actuels mouvements de contes-<br />

la prison, ce qui montre que l’impunité n’est pas éternellement<br />

tation de pouvoirs autoritaires, la mobilisation sociale et la lutte<br />

Un blog per contre le réchauffement professionisti<br />

climatique disent combien la résistance<br />

fous, ni morts est une ode à la fraité,<br />

une leçon de solidarité et de diquiert<br />

l’engagement de femmes et d’hommes, souvent jeunes, qui<br />

est aujourd’hui multiple. Comme en Argentine il y a 40 ans, elle reé<br />

offerte par une poignée de jeunes<br />

ne craignent pas de mettre en jeu leur destin, voire leur vie.<br />

nus politiques en proie à un proénocidaire.<br />

Leur résistance lucide,<br />

Sono passati<br />

Ce livre,<br />

più<br />

dont la<br />

di<br />

version<br />

vent’anni<br />

originale a connu un grand<br />

dalla<br />

retentissement<br />

en Argentine, constitue un formidable témoignage de victoire<br />

ginative, déterminée, et non dénuée<br />

mour est un appel à ne jamais baises<br />

bras, une invitation à rester fidèles<br />

contre l’injustice et l’arbitraire. Une lecture qui s’impose.<br />

de l’être humain sur la folie et la mort, grâce à une lutte collective<br />

s valeurs et à nos idéaux, même<br />

ue tout semble perdu. »<br />

ISBN 978-2-88-956071-4<br />

te, questa nuova forma di comuni­<br />

ito Pérez, rédacteur du journal Le<br />

rrier, Suisse<br />

9 782889 560714<br />

cazione su internet è iniziata il<br />

23 dicembre 1997 grazie a un commerciante<br />

appassionato di caccia<br />

che pubblicò un elenco di siti del<br />

settore. In quegli anni pionieristici,<br />

senza motori di ricerca come Google,<br />

i blog non erano altro che una<br />

serie di indirizzi internet. Qualche<br />

anno dopo, iniziarono i blog come li<br />

conosciamo ora, una sorta di diario<br />

partecipativo. La parola «blog» è<br />

infatti la contrazione di «web-log»,<br />

diario in rete. Ed è così che si pone<br />

anche il blog di Helias: un punto di<br />

incontro tra i professionisti di diversi<br />

settori, uno spazio aperto alla discussione<br />

tra gli stessi partecipanti<br />

ai corsi, un momento di riflessione<br />

su dove stia andando il mercato e su<br />

come la formazione potrebbe essere<br />

utile. Il blog è attivo da qualche settimana,<br />

con i primi contributi in<br />

italiano. Vi invitiamo a visitarlo (su<br />

helias.ch/it/blog) e a iscrivervi ai<br />

prossimi corsi Helias. A fine maggio,<br />

se l’emergenza sarà finita, segnaliamo<br />

«LinkedIn: Professional<br />

Branding», nel quale il docente<br />

Stefano Bosia indicherà, con esempi<br />

concreti, quali strumenti di comunicazione<br />

usare per comunicare al<br />

meglio il proprio valore su LinkedIn,<br />

il social media dei professionisti, e<br />

promuovere sé stessi con successo.<br />

Il 6 giugno, l’esperto Diego Uccellani<br />

parlerà di «Grafica: errori da evitare<br />

in prestampa», suggerendo una<br />

check-list per verificare se i file di<br />

stampa hanno la giusta qualità per<br />

la stampa offset o digitale. Ricordiamo<br />

infine che Helias propone corsi<br />

che possono essere organizzati in<br />

data da stabilire una volta raggiunto<br />

il numero minimo di soli 4 iscritti.<br />

Vi invitiamo quindi a iscrivervi e a<br />

coinvolgere colleghi interessati.<br />

Verrete contattati per concordare le<br />

date migliori. (Gio.Vi.)<br />

La lista dei corsi Helias e i formulari di<br />

iscrizione si trovano al sito www.helias.ch<br />

Collectif<br />

Ni fous, ni morts<br />

COLLECTIF Alter (El | Periscopio) Leontopodium Poesia<br />

Ni fous, ni morts<br />

Prisonniers politiques sous la dictature argentine<br />

Coronda, 1974-1979<br />

« Ce témoignage des anciens prisonniers<br />

de Coronda est une nouvelle<br />

contribution au sauvetage de la mémoire<br />

Filoso-<br />

collective. Elle respire, cachée<br />

Stella N’Djoku (Locarno, 1993) è laureata in<br />

fia. Nel 2015 e nel 2016 vince il Premio Speciale sous l’amnésie del obligatoire. »<br />

Credit Suisse for Excellent Writing. Dal 2016 cura la<br />

direzione artistica di alcuni eventi culturali nella Eduardo sua Galeano, écrivain uruguayen<br />

città. Alcune sue poesie sono pubblicate sulle (pour riviste la 1 ère édition en espagnol)<br />

È legge eterna delle stelle<br />

letterarie «Graphie» e «Atelier – Gli artigiani della<br />

rapimenti compiuti a metà<br />

parola». Lavora come giornalista e insegnante.<br />

il tempo di una cometa<br />

L’intensità – io e tu – della luce<br />

– Témoignages –<br />

Éditions de l’Aire<br />

12 euro<br />

Un messaggio ai giovani<br />

www.edizioniensemble.it<br />

A marzo, le edizioni de l’Aire hanno<br />

pubblicato «Ni fous, ni morts», versione<br />

riveduta con nuova traduzione<br />

francese di un’opera collettiva uscita<br />

in Argentina una ventina d’anni<br />

fa. La vicenda è quella degli ex detenuti<br />

politici della prigione di Coronda<br />

durante la dittatura argentina<br />

alla fine degli Anni Settanta. Provenienti<br />

da movimenti politici di diverso<br />

orientamento, da differenti<br />

classi sociali, con ideologie talvolta<br />

opposte, questi giovani hanno lottato<br />

coraggiosamente insieme per<br />

difendere gli ideali nei quali credevano.<br />

Il giornalista Sergio Ferrari,<br />

copresidente del settore Stampa e<br />

media elettronici di <strong>syndicom</strong>, era<br />

uno di questi giovani incarcerati<br />

ingiustamente. Per lui, al di là del<br />

fondamentale lavoro di memoria<br />

storica per la recente storia argentina,<br />

questo libro lancia un messaggio<br />

universale: «In un momento così<br />

particolare della storia dell’umanità,<br />

non soltanto in America Latina<br />

ma anche in Europa, è importante<br />

ricordare il valore delle azioni collettive<br />

e umanitarie, soprattutto alle<br />

nuove generazioni». Il libro s’intitola<br />

«Ni fous, ni morts» perché l’unico<br />

destino possibile per i prigionieri<br />

del padiglione 5, quello degli irrecuperabili,<br />

era la morte o la pazzia.<br />

I sopravvissuti al carcere di Coronda<br />

sono riusciti a sfuggire a questo destino<br />

e lanciano oggi un messaggio<br />

essenziale per ricordare l’importanza<br />

dell’indignazione e del l’unità nella<br />

lotta.<br />

Melina Schroeter<br />

Ni fous, ni morts, éd. de l’Aire, CHF 29.-<br />

Info sul sito nifousnimorts.com<br />

« Ceux qui ont pris la décision de torturer<br />

des hommes, de les conduire à<br />

la folie et de les assassiner ne seront<br />

jamais ceux qui écriront la dernière<br />

page de l’histoire. Les souvenirs subversifs<br />

des survivants de Coronda ont<br />

dénoncé leurs tortionnaires. Les anciens<br />

prisonniers ont obtenu justice et<br />

les criminels ont été condamnés. Une<br />

nouvelle page commence : que jamais<br />

ne triomphe l’oubli, que jamais ne se<br />

répètent les actes inhumains qui ont<br />

été commis dans cette horrible prison<br />

argentine. Ni fous ni morts, un livre indispensable.<br />

»<br />

Leonardo Boff, théologien brésilien<br />

N’DJOKU IL TEMPO DI UNA COMETA<br />

ENSEMBLE<br />

Illustration de couverture :<br />

Pabellón 6 de la Cárcel de Coronda<br />

Creative Commons, Muni1975<br />

STELLA N’DJOKU<br />

IL TEMPO DI UNA COMETA<br />

ENSEMBLE<br />

Di comete e di Stella<br />

Il tempo di una cometa è il titolo della<br />

prima raccolta di poesie di Stella<br />

N’Djoku, giornalista e comunicatrice<br />

nata a Locarno da madre svizzera<br />

(di origini italiane) e padre congolese,<br />

socia attiva del sindacato. La<br />

poesia non è un linguaggio nuovo<br />

per Stella, i suoi primi versi risalgono<br />

all’infanzia. Ma ora che è uscita<br />

la raccolta, il linguaggio poetico si<br />

aggiunge ai suoi vari altri linguaggi,<br />

come quello didattico, che usa quale<br />

insegnante, e quello dei media,<br />

che usa quale giornalista.<br />

La poesia, si sa, non ha una ragione<br />

d’essere utilitaria; come ben<br />

spiega Valerio Grutt nella prefazione<br />

del libro : «(…) questa arte strana<br />

che mette lettere come note in uno<br />

spartito, come passi di danza, vuole<br />

con le parole alzarsi sopra il mondo<br />

delle parole, e in ogni sillaba custodire<br />

e far risuonare la forza dell’esistenza<br />

(…)». Quale esistenza? La propria<br />

e quella degli altri. Esistenze<br />

intrecciate. Stella N’Djoku è persona<br />

particolarmente sensibile alle questioni<br />

di genere, alle storie dei migranti<br />

e ai diritti dei lavoratori. Lo si<br />

deduce dalle sue scelte di vita: grazie<br />

alle molteplici radici, ha intrapreso<br />

percorsi di studio e lavoro che<br />

hanno a che fare con la comunicazione,<br />

il dialogo, la conoscenza reciproca,<br />

l’integrazione. Con l’uscire<br />

dalla tana per incontrare gli altri,<br />

per dirla con parole sue:<br />

Amore è uscire dalla tana /<br />

Cogliere sul fatto / Amore fiuto /<br />

Del momento adatto.<br />

Elena Spoerl<br />

Stella N’Djoku, Il tempo di una cometa,<br />

Edizioni Ensemble (Roma)


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi A febbraio e marzo 2020, prima dell’emergenza legata alla diffusione del coronavirus,<br />

<strong>syndicom</strong> era tra i manifestanti dello sciopero delle donne dell’8 marzo,<br />

con i delegati della Posta, di Postfinance e di AutoPostale, al congresso «Reclaim<br />

Democracy», nonché a fianco dei giovani e dei fiduciari del sindacato.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5


1. In occasione della Giornata internazionale della donna, alcune<br />

partecipanti hanno formato il simbolo femminile sulla Piazza federale.<br />

(© <strong>syndicom</strong>)<br />

2. A Losanna, le donne hanno organizzato il flash mob intitolato<br />

«Un violador en tu camino» in occasione dello sciopero delle donne.<br />

(© Jean-Christophe Bott/keystone-sda.ch)<br />

3. A Lugano, ai primi di marzo un gruppo di donne ticinesi ha lanciato<br />

l’iniziativa #stepupgirls: un tappeto rosso sulle scale che portano alla<br />

stazione per denunciare le disparità salariali, farsi fotografare e<br />

condividere la foto su Facebook @stepupgirlsticino. (© #stepupgirls)<br />

4. A Ginevra, la cattedrale era agghindata con lo striscione «Révolution<br />

féministe». (© DR)<br />

5. L’assemblea dei delegati della Posta e di Postfinance del 14 febbraio a<br />

Berna ha espresso il suo sostegno al redattore che il Corriere del Ticino<br />

vorrebbe licenziare a causa di una filastrocca. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

6. All’assemblea dei delegati del 28 febbraio a Berna, i conducenti di<br />

AutoPostale hanno rifiutato di fare concessioni in occasione delle<br />

trattative sul CCL in corso. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

7. Stephanie Vonarburg, responsabile del settore dei media di <strong>syndicom</strong>,<br />

si è espressa in merito alle misure di sostegno ai media in occasione<br />

del congresso «Reclaim Democracy» a Zurigo. (© Marco Geissbuehler)<br />

8. Il gruppo d’interesse Donne di <strong>syndicom</strong> ha organizzato a Berna il<br />

2 marzo un dibattito sulla violenza sessuale sul lavoro. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

9. Il gruppo d’interesse Giovani ha beneficiato di un dibattito sulla<br />

formazione continua al temp0 della digitalizzazione. Su questa base<br />

sarà presentata una richiesta all’assemblea dei delegati. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

10. Il 21 e 22 febbraio si è svolto il seminario destinato ai fiduciari del<br />

settore logistico, regione di Zurigo/Svizzera orientale. (© Marcel Lüthy)<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

Henner Knorr: «I militanti dovrebbero<br />

essere più coinvolti»<br />

Henner Knorr, 53 anni, nato a Brema<br />

(Germania), si è laureato in fisica, prima<br />

di lavorare come webdesigner per una<br />

ONG nei Paesi Bassi. In questo periodo<br />

si è battuto a titolo onorario per difendere<br />

i diritti dei migranti. Dopo una<br />

breve esperienza nel settore della formazione,<br />

ha imparato nei call center<br />

ciò che serve per essere un buon docente:<br />

ascoltare e trasmettere le conoscenze<br />

a piccole dosi. Vive in una<br />

cittadina nel distretto di Costanza e la<br />

musica fa parte della sua vita. Oltre al<br />

suo lavoro nel call center di Capita Customer<br />

Services AG a Tägerwilen, è impegnato<br />

presso <strong>syndicom</strong> nel comitato<br />

del settore dei Contact e call center.<br />

Testo: Philippe Wenger<br />

Foto: Alexander Egger<br />

«Le misure di<br />

accompagnamento<br />

sono una buona cosa»<br />

Nel settore dei call center ci sono<br />

molti che dicono «sono qui temporaneamente»<br />

anche se di fatto hanno<br />

un posto fisso. Questo rende difficile<br />

trovare chi sia disposto a impegnarsi<br />

nel sindacato.<br />

Che l’impegno sia però importante<br />

l’ho imparato sulla mia pelle: prima<br />

nella mia azienda era normale penalizzare<br />

chi restava a casa in malattia.<br />

In una circostanza per me molto<br />

amara mi è stato negato un bonus<br />

con relativo avanzamento di livello<br />

nonostante avessi da tempo ottenuto<br />

ottime prestazioni. L’avanzamento è<br />

slittato di sei mesi e questo solo perché<br />

nel mese di dicembre ero stato<br />

assente per due giorni. A seguito della<br />

mia protesta, prima dinanzi al mio<br />

capo e poi al cospetto del suo superiore,<br />

si è trovata una soluzione.<br />

Tuttavia il bonus non mi è mai stato<br />

corrisposto, poiché queste erano le<br />

regole. Ma queste regole non sono<br />

ammissibili. Mi sentivo sfruttato e<br />

non apprezzato dal mio datore di<br />

lavoro. In quell’occasione mi sono<br />

accorto che c’era qualcosa di sbagliato<br />

di fondo che l’azienda da sola non<br />

era in grado di correggere. Serviva il<br />

sindacato. Da allora mi impegno per<br />

ottenere migliori condizioni di lavoro.<br />

Essere riusciti a negoziare un CCL<br />

nel 2015 ha portato alcuni miglioramenti:<br />

ad esempio, oggi stare a casa<br />

in malattia non è più motivo per annullare<br />

un bonus, abbiamo più giorni<br />

di congedo e la commissione paritetica<br />

monitora il rispetto delle<br />

disposizioni giuridiche, ad esempio<br />

nella pianificazione dei turni. È vero<br />

che un paio di cose richiedono maggiore<br />

burocrazia rispetto a prima, ma<br />

in compenso sono più giuste.<br />

Per me le misure di accompagnamento<br />

nell’ambito della libera circolazione<br />

delle persone sono una buona<br />

cosa. Viceversa, chi ad esempio<br />

lavora in Germania come frontaliero<br />

polacco, percepisce talvolta un salario<br />

inferiore rispetto ai suoi colleghi<br />

tedeschi e questo sviluppa un’insana<br />

concorrenza tra il personale.<br />

In Svizzera è diverso: è vero che le<br />

persone che vivono vicino al confine<br />

guadagnano meno rispetto a quelle<br />

di Zurigo, ma non si fanno distinzioni<br />

in base alla nazionalità. Non potrei<br />

fare lo stesso lavoro in Germania<br />

poiché il salario sarebbe troppo basso.<br />

In compenso devo mettere in conto<br />

un’ora e un quarto per recarmi al<br />

lavoro, sia andata che ritorno. Ho<br />

sempre con me la mia bici pieghevole<br />

con cui pedalo oltre il confine e la<br />

mia cornetta, un piccolo strumento<br />

simile alla tromba che mi aiuta a<br />

trascorrere i tempi di attesa.<br />

Faccio volentieri il mio lavoro e per<br />

me è ovvio avere una mentalità sindacale.<br />

Oltre alla mia carica nel comitato<br />

di settore, non ho ambizioni<br />

per una carriera sindacale. Desideravo<br />

semplicemente che noi militanti<br />

venissimo maggiormente coinvolti<br />

nelle decisioni politiche. Questo forse<br />

renderebbe un po’ più facile attivare<br />

le persone, anche se forse continuerà<br />

a essere difficile.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/ccc/


Impressum<br />

Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva-Translations, Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout: Stämpfli SA, Berna<br />

Correzione testi: Petra Demarchi<br />

Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media e della<br />

comunicazione, Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 29 giugno 2020<br />

Chiusura redazionale: 18 maggio 2020<br />

Questo numero è stato chiuso il 6 aprile 2020:<br />

le cifre riportate si riferiscono a quel giorno.<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio una tessera Hotelcard. La soluzione<br />

sarà pubblicata sul prossimo<br />

numero insieme al nome del vincitore.<br />

Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza<br />

sul concorso. Sono escluse<br />

le vie legali. Inviare la soluzione entro<br />

il 10 maggio a <strong>syndicom</strong>, via Genzana 2,<br />

6900 Massagno.<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è LICENZIAMENTO ANTISINDACALE.<br />

Il vincitore è Guido Pedroia di Santa<br />

Maria in Calanca, a cui va il premio di<br />

un buono REKA di 50 franchi.<br />

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32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Podcast, un boom che non cala5.3.2020<br />

Poco costosi da produrre, fruibili ovunque,<br />

pubblico giovane, lungo tempo di<br />

permanenza: stiamo assistendo al boom<br />

dei podcast. Sempre di più aziende e organizzazioni<br />

puntano anche su questo nuovo mezzo nella speranza di<br />

mettersi in mostra come leader del loro settore.<br />

Parità: sì, ma…3.3.2020<br />

L’81% delle aziende in tutto il mondo considera<br />

diversità e inclusione un tema importante. Eppure,<br />

soltanto meno della metà (42%) persegue<br />

una chiara strategia volta al raggiungimento<br />

della parità dei sessi.<br />

Streaming per tutti2.3.2020<br />

Il crowdwork in Svizzera2.3.2020<br />

Con il termine crowdwork ci si<br />

riferisce a lavori offerti tramite<br />

piattaforme Internet che vengono<br />

elaborati da uno o più crowdworker.<br />

Ben un milione di svizzeri ha già fatto<br />

un’esperienza di crowdwork. Per circa 135mila<br />

rappresenta addirittura l’unica fonte di reddito,<br />

scrive su swissict.ch Daniel Hügli, segretario<br />

centrale di <strong>syndicom</strong> del settore ICT.<br />

Il Test di Turing spiegato a tutti<br />

Quando l’intelligenza dei computer sarà equivalente<br />

a quella umana? Quando non saremo più in grado<br />

di distinguere se a risponderci è una macchina<br />

o una persona? Il matematico e filosofo britannico<br />

Alan Turing (padre dell’informatica, morto nel 1954)<br />

elaborò un criterio per determinare se una macchina<br />

sia in grado di pensare. Finora nessuna Intelligenza<br />

Artificiale è riuscita a superare inequivocabilmente<br />

il Test di Turing. Questo è uno dei 52<br />

termini del nostro dossier IA: <strong>syndicom</strong>.ch/it/<br />

lenostretematiche/dossier/intelligenzaartificiale<br />

<strong>syndicom</strong> approva il sostegno<br />

ai freelance20.3.2020<br />

<strong>syndicom</strong> approva le decisioni del<br />

Consiglio federale, in particolare il<br />

sostegno finanziario agli indipendenti<br />

sotto forma di indennità giornaliera,<br />

sul modello delle indennità per perdita<br />

di guadagno. Ciononostante,<br />

i sindacati dovranno essere coinvolti<br />

come partner sociali nell’applicazione<br />

uniforme di queste decisioni.<br />

Tre utenti online su quattro in Svizzera sono<br />

clienti di servizi streaming come youtube,<br />

SRF e Spotify: è quanto riferisce lo studio<br />

condotto da NET-Metrix-Base. La maggior<br />

parte ascolta e si guarda i contenuti sullo<br />

smartphone. Solo per i servizi a pagamento<br />

come Netflix si predilige maggiormente il<br />

portatile.<br />

La digitalizzazione modifica il settore creativo15.2.2020<br />

«La digitalizzazione ha effettivamente cambiato il settore<br />

creativo. I servizi che prima potevano essere eseguiti<br />

esclusivamente da personale qualificato sono stati resi<br />

accessibili anche ai profani. Questo ci obbliga a riflettere<br />

sulle nostre competenze. Siamo esperti in comunicazione<br />

visiva di contenuti. Questa capacità va sempre più spesso<br />

messa al centro della nostra attività e trasmessa ai clienti<br />

alla pari (…)», dichiara su LinkedIn Heidi Bernard, designer<br />

del processo di innovazione e della comunicazione.<br />

Gli Zoogler avranno presto una<br />

rappresentanza del personale13.2.2020<br />

I collaboratori di Google a Zurigo, detti<br />

anche Zoogler, ottengono ora una loro<br />

rappresentanza del personale. <strong>syndicom</strong><br />

li ha affiancati offrendo la sua consulenza. Un<br />

simpatizzante afferma su Facebook: «Neanche le<br />

grandi aziende americane possono fare ciò che vogliono<br />

con i loro collaboratori! È giusto che sia così!».<br />

Calcolatore salariale per i collaboratori della Posta2020<br />

Con il calcolatore salariale di <strong>syndicom</strong> i collaboratori della<br />

Posta possono calcolare il loro aumento salariale previsto.<br />

L’aumento salariale varia da un settore del gruppo a un altro.<br />

Una chiave di ripartizione garantisce fairness e chiarezza.<br />

Quanto meno una persona guadagna, tanto maggiore potrà<br />

essere l’aumento salariale.<br />

Controlla il tuo salario: <strong>syndicom</strong>.ch/salario20

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