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SINTESI DELLE CONOSCENZE SUI TERRENI CONTINENTALI TERZIARI IN SARDEGNA SETTENTRIONALE (ITALIA)

GEOLOGY, STRTIGRAPHY AND LITOLOGY OF SILICIFIED (PERMINARALISED) NORTHERN SARDINIA FOSSIL WOOD (italy).

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(PERMINARALISED) NORTHERN SARDINIA FOSSIL WOOD (italy).

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Sintesi delle conoscenze sui terreni continentali terziari in

Sardegna settentrionale (Italia) di Giovanni Tilocca dottore di ricerca in Scienze della Terra 2° ciclo

La segmentazione tettonica del Basamento Ercinico della Sardegna e la sua

riattivazione estensionale oligo-miocenica hanno sviluppato nella microplacca sardocorsa,

un sistema di blocchi e depressioni. Queste, data anche la scarsa estensione della

microplaacca stessa e la irregolare distribuzione spazio-temporale del vulcanismo

lavico ed ignimbritico al suo interno, hanno indotto la costituzione di apparati

deposizionali ridotti, ad elevata variabilità laterale e verticale, nonché suddivisi in sub

bacini con evoluzione non necessariamente sincrona, separati da sistemi di faglie.

Alcuni fra essi si sono sviluppati solo in ambienti continentali al di sopra del livello di

colmamento miocenico e non sono mai venuti a contatto coll’ambiente marino.

1.Selci in banchi (S. Maurizio Ittiri) 2.Calcari ad oncoidi (Ittiri)

3. Oncoidi (Ittiri)

7.Palmoxylon homeochamaerops nov. sp. 8.Palmoxylon homeochamaerops nov. sp. 9.Conglomerato a legni (Ittiri)

4. Selci (Qz) fitoclastiche (Ittiri)

5. Selci (Opali) di S. Maurizio (Ittiri) 6. NX: Qz,Calcedonio,Opale (dx:NP)

Lo studio dei terreni continentali presenti in tali contesti è stato intrapreso

circa quindici anni fa [1] con lo scopo primario di porre ordine nella

stratigrafia del Neogene della Sardegna settentrionale, illustrandone per la

prima volta organicamente, la cosiddetta Formazione Lacustre della Sardegna

settentrionale (F.L.) nei suoi rapporti con vulcanismo e sedimentazioni marine

mioceniche. Si era pervenuti in tal modo alla distinzione (Fig.A) dei vari

complessi di riempimento, eterocroni o meno, che in passato erano stati più

volte correlati o confusi fra loro, anche a causa di attribuzioni stratigrafiche

spesso basate su soli criteri di affinità litologica (Lacustre Auct.).

10. Impronte di foglie di Sabal maior Ung.(?) 11. Impronte di foglie Sabal maior (Banari) 12. Palmocaulon logudorense nov. sp.

Questi ultimi non possono essere utilizzati su scala regionale nel contesto di riferimento,

data la presenza e la ricorrenza di prodotti piroclastici ed epiclastici apparentemente

simili, ma collocati in ambiti, stratigrafici e tettono sedimentari diversi. Si era inoltre

cercato di fornire una caratterizzazione delle singolarità geolitologiche e del contenuto

paleontologico, con lo scopo di precisarne gli ambienti di sedimentazione, di contribuire

all’illustrazione delle flore fossili contenute. Tali approfondimenti avevano consentito di

illustrare macrofacies e microfacies del tutto particolari (Foto 17-25). E’ stata quindi

evidenziata con più metodi la costituzione mineralogica delle selci, risultate ora

sedimenti carbonatici di ambiente limnico, ora paleosuoli, comunque silicizzati in varie

forme (Qz, Calcedonio, Opale) e secondo meccanismi non omogenei, che hanno

conservato particolari strutture fitoclastiche. Sono state messe in evidenza, assieme alle

tipiche facies ad oncoidi, ricche talora di resti di Charofite ed Ostracodi (Foto

14,15,18, 20, nuove specie fossili vegetali (Foto 5, 6, 8, 10).

13. Paleosuoli silicei fitoclast. (Ossi) 14. Paleosuoli silicei fitoclast. (Ittiri) 15. Bombacoxylon owenii Carr. (Ittiri)

16.Calcari bioclastici a Charofite (Ittiri)17. Calcari biocl. a Charofhite (Ittiri) 18. Selci fitoclastiche (Ittiri)

19. Calcari oncoidali (Ittiri)

20.Oncoide cresciuto su calcarenite (Ittiri) 21. Oncoidi deformati S. Pietro (Bulzi) 22. Idem 19:Micro

Ostracodi e Charofite

Fra le paleoflore rappresentate nei vari subbacini (Martis/Perfugas, Riu Mannu di Ittiri, Porto

Alabe/Tresnuraghes), sono piuttosto ricorrenti i ritrovamenti di resti di Palmae (Foto 5, 6, 8, 9, 10). Questi

fossili assumono quindi un ruolo stratigrafico identificativo, almeno nel Neogene della Sardegna settentrionale.

Se si esclude l’area di San Maurizio (Ittiri), dove si rinvengono radici e piante in paleosuoli, gran parte del

contenuto vegetale non può, ritenersi in posizione di crescita, per cui l’espressione Foresta fossile èpriva, al

momento, di particolare valenza genetica. Sul piano sedimentologico suscitano molto interesse le facies calcaree

a macro oncoidi (Cilindroidi) [2], spesso silicizzate, che testimoniano di ambienti schiettamente lacustri. Tali

facies, sono state ritrovate in condizioni stratigrafiche analoghe nel bacino di Ittiri ed in quello di Martis-

Perfugas e mai nei sistemi deposizionali più antichi e possono assumersi, pertanto, come facies di riferimento

della F.L.. La presenza al loro interno di associazioni di oogoni di Charofite e faune oligotipiche di Ostracodi

dulcicoli, potrebbe consentire una datazione più precisa. Fra i Lacustri studiati, quello di Porto Conte si

distingue dai restanti per la sua esclusiva costituzione calcareo marnosa, la posizione stratigrafica anteriore

alle piroclastiti, il sostrato di calcari mesozoici e il caratteristico

contenuto fossile, in particolare quello vegetale [3].

Esso rimane, quindi, assegnato all’Oligocene e costituisce,

anche per questo, un’ esclusiva geologica da sottoporre a tutela

e valorizzazione. Dei restanti sistemi deposizionali (Fig.A), tutti

contemporanei al vulcanismo, l’unico datato con criteri

biostratigrafici è quello di Oschiri, dell’Ageniano medio

(Aquitaniano). Gli altri sono da riferire ora all’Aquitaniano ora

al Burdigaliano in base a criteri geocronologici e

litostratigrafici relativi ai rapporti con le vulcaniti di letto e/o di

tetto. Con riferimento al bacino di Martis-Perfugas, queste sono

datate rispettivamente 18.5/19.00 ± 0.5 Ma (K/Ar) e 18.37 ±

0.14 Ma (Ar/Ar). La F.L., burdigaliana, testimonia, dunque, di

di rapidi processi deposizionali e le sue facies calcaree, silicee e

fitoclastiche sono il risultato della ripresa di processi fluviali e

lacustri, concomitanti alla riduzione di attività esplosiva.

41°

Bacini maggiori

Bacini minori

1

Ol

7

8

9

2

4

6

4

1

5

8

3

6

2

5

23. Calcari ad oncoidi N.ghe Attalzu

(Martis)

7

3

Burdigaliano

Aquitaniano

Oligocene

SARDEGNA

Fig. A: Localizzazione

ed età dei bacini “lacustri”

Ol Porto Conte 1 Ghilarda 2 Castelsardo 3 Lu Colbu-Vignola 4 Bidighinzu

5 S. Nicola 6 Buttule 7 M.te Pedru 8 Porto Alabe 9 Cuglieri

1 Chiaramonti-Martis-Perfugas 2 Oschiri-Tula 3 Berchidda 4 Campomela

5 Chilivani-Mores 6 Riu Mannu-ittiri 7 S. Saturnino 8 Valle del Tirso

24. Cilindroidi Carrucana (Martis) 25. Oncoidi S. Pietro (Bulzi)

26. Oncoidi e Cilindroidi (Bulzi) 27 Calcari ad oncoidi con Charofite

(Bulzi)

28. Calcari con impronte di Sequoia

Porto Conte (Alghero). Oligocene

29. Palmoxylon sp. (Tresnuraghes).

Miocene Burdigaliano

[1] TILOCCA G. (1989): I bacini continentali miocenici della Sardegna

settentrionale, con particolare riguardo alle loro facies fito-vulcanoclastiche e

carbonatico-silicee (Logudoro,Nurra, Anglona, Gallura). Tesi Dottorato inedita,

Cons. Univ. Ca-Ge-To; pp. 270

[2] BIONDI E. (1980): Tetraclinoxylon anglonae nuova specie di legno fossile della

Sardegna del Nord. Boll. Soc. Sarda Sc. Nat.,19, p. 203-205

[3] PECORINI G. (1961): Su un deposito lacustre oligocenico nella Nurra di

Alghero (Sardegna nord-occidentale). Rend. Acc. Naz. Lincei, 30, p. 67-73

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