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La Freccia Aprile 2020

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L’ITALIA che fa IMPRESA<br />

© Carlo Carossio<br />

nei cinque mercati tradizionali del nostro vino (Usa, Germania,<br />

Uk, Canada e Svizzera), ma perdiamo opportunità<br />

in quelli emergenti, dove peraltro ci manca un prezioso e<br />

storico alleato: la ristorazione italiana.<br />

Riuscirete a convincere i cinesi a bere il vino del Belpaese?<br />

Dobbiamo persuaderli del fatto che l’Italia non sia solo<br />

sinonimo di moda ma anche di vino, come l’antico nome<br />

Enotria testimonia. Occorre tanto lavoro in sinergia tra pubblico<br />

e privato, con operazioni a lungo termine e non spot.<br />

<strong>La</strong> chiamano Mister Amarone, che poi è anche il titolo<br />

della sua biografia. Come definirebbe, in tre aggettivi, il<br />

vino simbolo della sua provincia, Verona?<br />

Storico, unico, originale. Mette d’accordo la nostra lunga<br />

storia e tradizione con un modo contemporaneo e apprezzato<br />

di bere. Piace a degustatori sofisticati, a chi cerca le<br />

migliori annate e a chi ama quel tocco più immediato di<br />

fruttato.<br />

Siamo a bordo di una <strong>Freccia</strong> ed è il momento di ordinare<br />

un calice. Quale scegliamo?<br />

Se è disponibile, quello della regione che stiamo attraversando.<br />

Guardando oltre il finestrino, con un buon calice del<br />

territorio, abbiamo una visione totale, olfattiva e gustativa,<br />

dello spettacolo che si presenta ai nostri occhi. È l’accompagnamento<br />

di questa straordinaria sinfonia musicale.<br />

Sandro Boscaini, presidente di Federvini e imprenditore a capo di<br />

Masi Agricola<br />

masi.it<br />

MasiWineExperience MrAmaroneMasi masiwines<br />

grigio, diventato una caratterizzazione molto italiana dei<br />

bianchi fermi, e il Prosecco, emblema dello spumante casual.<br />

Si aggiunge poi la Sicilia, che ha enormi potenzialità di<br />

crescita e ha trovato nei vini dell’Etna, provenienti da terreni<br />

vulcanici e d’alta quota, un prodotto di svolta.<br />

Quali sono i territori più interessanti in prospettiva?<br />

Ci sono due considerazioni da fare. <strong>La</strong> prima è che il trend<br />

dei consumi si sposta sempre più verso bianchi e bollicine,<br />

la seconda è che il riscaldamento globale ha permesso di<br />

praticare la viticoltura in alta quota con ottimi risultati qualitativi.<br />

Per queste ragioni, scommetterei sulle aree vocate<br />

alla produzione di spumante metodo classico, come il<br />

Franciacorta e le bollicine di montagna Trentodoc, e sui<br />

territori dove si interpretano ottimamente i bianchi fermi<br />

– Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Irpinia – e anche denominazioni<br />

classiche rilanciate da piccoli produttori sempre<br />

più attenti alla qualità, come il Soave in Veneto e il Verdicchio<br />

di Jesi nelle Marche.<br />

Qual è il limite da superare per le aziende italiane del<br />

vino?<br />

Il limite lo conosciamo bene: il settore è composto da una<br />

miriade di piccoli produttori che si misurano con un mercato<br />

enorme, una distribuzione strutturata e consolidata<br />

che spesso non li prende in considerazione proprio per le<br />

dimensioni aziendali. Piccolo non è sempre bello. Le nostre<br />

storiche difficoltà nell’esportare in Cina dipendono proprio<br />

dalle ridotte dimensioni e dalla mancanza di una promozione<br />

istituzionale adeguata. Così continuiamo a essere forti<br />

Bottiglie di Amarone, simbolo enologico di Verona<br />

© Jacopo Salvi<br />

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