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Burri e Pistoia

a cura di Bruno Corà

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Alberto <strong>Burri</strong> e Aurelio<br />

Amendola, Beaulieu sur mer,<br />

1994<br />

Città di Castello: you remember, there were<br />

around thirty of us, just his friends, the real<br />

ones!<br />

I miss him a lot, but it’s very good to feel<br />

that he is still with us anyway! We talk about<br />

him often, recalling the moments spent<br />

with him. We appreciate every day what he<br />

taught us.<br />

CS: How right you are! And it is demonstrated<br />

too by this exhibition of yours at the gallery run<br />

by Antonio Sapone, a person <strong>Burri</strong> thought highly<br />

of and treasured as a friend, as I do for that<br />

scintilla, issavano al soffitto un enorme foglio di cellophane, ben cinque<br />

metri per cinque, dopo averlo assicurato al pavimento con dei pesi.<br />

Finita l’operazione di allestimento della grande plastica, <strong>Burri</strong>, con<br />

una fiamma ossidrica in mano, disse: “Bene, io comincio a lavorare con<br />

questa!”. Disorientato e un po’ intimorito, mi chiedevo cosa stesse per<br />

accadere.<br />

Utilizzavo, e lo faccio ancora, pellicole tradizionali, quindi non avevo<br />

a disposizione più di dodici pose. Come <strong>Burri</strong> accese la fiamma sparai<br />

tutti gli scatti che costituiscono poi la famosa sequenza! Chiese subito<br />

cosa fossi riuscito a fare; replicai che l’avrei saputo solo dopo lo sviluppo<br />

delle foto. Il giorno dopo riprese il lavoro e così nei giorni seguenti.<br />

Intanto la consapevolezza, in me, subentrò al disorientamento.<br />

Nel frattempo <strong>Burri</strong> si era sciolto un po’: il mio modo di fare scanzonato<br />

era riuscito ad abbattere la sua diffidenza. Per la stima e l’amicizia, che<br />

dovevo guadagnarmi, ci volle più tempo. Ci si dava del lei e solo negli<br />

ultimi anni si passò al tu. Comunque la “Combustione” non era terminata,<br />

ma la mia presenza lì, sì.<br />

Tu sai che io amo il bianco e nero, ma decisi che per questo lavoro era<br />

indispensabile il colore. Quando vidi gli sviluppi, emozionato e soddisfatto,<br />

chiamai <strong>Burri</strong> al telefono: “Maestro ho gli scatti, mi sembra un<br />

buon lavoro!”. Con la sua solita risata sarcastica rispose: “Vedremo, vedremo!”.<br />

Stampai il tutto e lo raggiunsi: di fronte all’intera sequenza si<br />

commosse, ed io con lui. Da allora diventai il fotografo di <strong>Burri</strong> e amico<br />

fino alla sua morte, sebbene si sa che gli artisti non muoiono mai!<br />

Nel 1994, già molto malato, mi telefonò da Beaulieu, desiderava vedermi:<br />

partii subito con la Lella e fu un grande dispiacere trovarlo così<br />

provato. Poco tempo dopo fu ricoverato e non trovai il coraggio di andare<br />

per una visita. Venni per l’estremo saluto, qui a Città di Castello:<br />

ti ricordi, eravamo una trentina di persone, solo gli amici, quelli veri!<br />

La sua mancanza è grande, ma è bellissimo sentire che è comunque<br />

ancora in mezzo a noi! Ne parliamo spesso, rievochiamo i momenti passati<br />

con lui, apprezziamo di giorno in giorno quello che ci ha insegnato.<br />

CS: Hai ragione! Lo dimostra anche questa tua esposizione alla Galleria di<br />

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