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1910-2010. Un secolo d'arte a Pistoia

Opere dalla collezione della fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

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Francesco Chiappelli<br />

<strong>Pistoia</strong>, 1890 – Firenze, 1947<br />

Dopo aver frequentato, a <strong>Pistoia</strong>, il Liceo, si trasferiva a Firenze dove seguiva<br />

gli studi artistici all’Istituto d’arte e, di seguito, all’Accademia, dove frequentava<br />

la Libera Scuola dell’Acquaforte di Celestini e Tommasi, che si era<br />

aperta, sulla spinta dell’interesse crescente per l’incisione, già dal 1912 e che<br />

culminerà nella Mostra del Bianco e Nero a <strong>Pistoia</strong> del ’13.<br />

Eseguiva allora grandi lastre i cui temi, molto variati, si distinguono per la<br />

sensibilità dei rapporti luce-ombra. Di seguito subirà una certa influenza dalle<br />

prospettive architettoniche di Rosai, che conosceva, appunto, durante la Mostra<br />

del Bianco e Nero. Note le sue Sguerguenze (fine anni Trenta), incisioni<br />

nelle quali la sua vena ironica, derivatagli dallo studio delle opere grafiche<br />

degli incisori del Settecento e dell’Ottocento (da Goya a Daumier), si manifesta<br />

con forza.<br />

Dal ’28 Chiappelli si sposta definitivamente a Firenze dove, dal ’31 è chiamato<br />

ad insegnare Arti Grafiche all’Istituto d’Arte di Firenze, a Porta Romana.<br />

La pittura di Chiappelli è sempre stata legata<br />

al clima artistico pistoiese. Era amico di tutti i<br />

più noti artisti pistoiesi che seguiva nelle loro<br />

incursioni collettive e nelle loro esperienze<br />

dirette nel paesaggio pistoiese, molto più di<br />

quanto non seguisse gli studi presso l’Istituto<br />

d’Arte di Firenze. Aderiva anche ai consigli di<br />

Costetti, che propugnava, nella stampa locale,<br />

la severa semplicità della visione artistica<br />

di Cézanne, in chiave simbolico-spirituale,<br />

unita con quella predisposizione che lo steso<br />

Costetti aveva riconosciuto nel “carattere poeticamente<br />

malinconico, ma forte, della terra<br />

pistoiese”.<br />

La sua pittura si riconosce per l’attenzione per<br />

la figura umana (quindi per il “ritratto”), secondo<br />

un intimismo di grande sensibilità, ma<br />

la sua grande maestria si esprime soprattutto<br />

nelle incisioni.<br />

Cenni bibliografici<br />

Personale di Francesco Chiappelli alla Galleria<br />

Trieste, cat. mostra, 3-18 dicembre 1934.<br />

U. Apollonio, Francesco Chiappelli, in<br />

“Emporium”, LXXX, 1934, pp. 378-379.<br />

Francesco Chiappelli alla Galleria Gian Ferrari,<br />

cat. mostra, Milano, 6-17 gennaio 1940.<br />

C.A. Petrucci, Mostra retrospettiva delle incisioni<br />

di Francesco Chiappelli, cat. mostra, Roma, 1949.<br />

Le incisioni di Francesco Chiappelli, a cura di O.<br />

Pogliaghi e F. Chiappelli, Firenze 1965.<br />

E. Bardazzi, La mostra del Bianco e Nero a<br />

<strong>Pistoia</strong> nel 1913 e la rinascita dell’incisione in<br />

Italia nel primo Novecento, in Cultura figurativa<br />

fra le due guerre. <strong>Pistoia</strong> e la situazione italiana,<br />

atti del corso di aggiornamento a cura di C.<br />

Sisi, Scuola IRRSAE Toscana, <strong>Pistoia</strong> 1997,<br />

pp. 46-47.<br />

Francesco Chiappelli incisore, cat. mostra,<br />

Firenze 1999.<br />

S. Tucci, Francesco Chiappelli, in “Il Tremisse<br />

pistoiese”, a. XXIV n. 70, settembre-dicembre<br />

1999.<br />

G. Damiani, La scuola Pistoiese tra le due guerre,<br />

Firenze 2000, pp. 51-73.<br />

C. Sisi, Arte del Novecento a <strong>Pistoia</strong>, <strong>Pistoia</strong> 2007.<br />

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