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1910-2010. Un secolo d'arte a Pistoia

Opere dalla collezione della fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

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Anne e Patrick Poirier<br />

Anne, Marsiglia 1942, Patrick, Nantes, 1942; vivono a Parigi e a Roma<br />

Diplomati presso l’Ecole Nationale des Arts Décoratifs a Parigi, Anne in architettura,<br />

Patrick in archeologia, vincevano, nel ’67, il Grand Prix de Rome in<br />

pittura e scultura. Da allora inizia il loro rapporto con l’Italia. Appassionati, da<br />

sempre, di archeologia, attenti e consapevoli, fin da allora, della fragilità della<br />

vita, iniziavano il loro lavoro su questo tema, scrivendo su petali di rosa, raccogliendo<br />

memorie, diari archeologici, parlando dell’effimero, come nella loro<br />

prima catalogazione di erbari, realizzando calchi immaginari di città distrutte,<br />

stilando diari di viaggio poetici e immaginifici, viaggiando continuamente in<br />

cerca di memorie di culture lontane, realizzando paesaggi di rovine, come<br />

frammenti e documenti della fragilità del vivere, usando l’architettura come<br />

metafora della vita, della psiche e della memoria (Domus aurea, ’76; Mundo<br />

perdido, ’82; Scogliere di marmo, ’81; Mnemosyne 1 e 2, ’90, ’93…<br />

I loro riferimenti artistici e letterari sono De Chirico, Borges, la Yourcenar de<br />

Le memorie di Adriano, il Manierismo, dove la natura tende a farsi arte e l’arte<br />

annulla la natura.<br />

Le loro città ideali sono popolate da dei, da giganti, da eroi. Di qui nascono<br />

le loro installazioni in parchi e in giardini storici, in piccoli laghi (a Boboli, a<br />

Pratolino, a Santomato) dove inscenano lotte tra dei e giganti, simboleggiati<br />

questi da grandi occhi in marmo spaccati da frecce zigzagate in bronzo lucido,<br />

scagliate forse dall’Olimpo, da Giove. Nel giardino del Museo Pecci di Prato<br />

hanno installato (1988), Exegi monumentum aere perennius, una grande colonna<br />

crollata in pezzi in acciaio lucido, come ad unire il presente al passato.<br />

I loro più recenti lavori, ispirati anche a studi sulla memoria e alle loro passioni<br />

(Giordano Bruno, Robert Fludd…) sono ancora rivolti a realizzare ricostruzioni<br />

di rovine, collegate al senso di fragilità dell’uomo e delle varie<br />

civiltà, agli innumerevoli drammi che si provocano, alle tragedie delle guerre<br />

contemporanee e alle condizioni dei popoli del terzo mondo.<br />

Nella mostra nel parco della Màgia, dove sono rimaste le loro installazioni<br />

permanenti, hanno espresso, con grande forza psichica e poetica, questo senso<br />

di perdita, che questa volta li ha anche direttamente e inesorabilmente<br />

colpiti, con la perdita del loro unico figlio, tragedia che peraltro sono riusciti,<br />

con la forza del loro amore, a trasformare in arte e, appunto, in poesia.<br />

Anne e Patrick Poirier<br />

Bruciaprofumi, 1997/2006<br />

cotto dell’Impruneta, ciascun elemento h m 3<br />

Villa La Màgia, Quarrata, <strong>Pistoia</strong><br />

Disposti nel parco nel 2006, presso la fontana, davanti alla<br />

Limonaia di Ponente, levano nel verde la loro forma raffinata<br />

e “nuova”, anche se si ispirano ai vasi da giardino della zona,<br />

creando una elegante presenza, ma intendono anche dimostrare<br />

l’intenzione di istituire un nuovo rapporto con la natura di cui<br />

alcuni elementi che bruciano al loro interno effondono i profumi.<br />

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