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1910-2010. Un secolo d'arte a Pistoia

Opere dalla collezione della fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

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Vittorio Corsini<br />

Cecina, Livorno 1956; vive a Firenze<br />

Laureato in Storia dell’Arte all’<strong>Un</strong>iversità di Pisa, ha iniziato, alla metà degli<br />

anni Ottanta, dal Concettuale; non tanto secondo il concetto di “Arte come<br />

riflessione dell’idea di arte”, non sulla linea aniconica, ma su quella oggettuale,<br />

tendendo a “stabilire un ponte ideale tra l’arte e il perché fare arte” (Luigi<br />

Di Corato in Vittorio Corsini, Corpo fragile, cat. mostra, Siena 1998).<br />

Iniziava cancellando l’immagine sulla pellicola fotografica con graffi prima<br />

della stampa, con monocromi sulla tela illuminata, passando poi a lavori tridimensionali<br />

con oggetti in equilibrio instabile, con grandi disegni a grafite<br />

su intonaco contornati da chiodi in legno a creare crepe sulla parete (in certo<br />

senso togliendo al disegno la sua bidimensionalità), passando poi all’uso del<br />

vetro con il quale realizzava oggetti “inusabili” (letti, gabbie su cui ammassava<br />

grandi ampolle di vetro blu). Combinava vetro, ferro, smalto, garza (Cuore<br />

Malato, ’88), quando iniziava ad indagare sulla rappresentazione del corpo,<br />

tema della intensa e raffinatissima mostra all’ex Ospedale Psichiatrico di Siena,<br />

’88, dove inseriva antichi strumenti medici in vetro, coronando la mostra<br />

stessa con un tappeto di fiori in vetro blu). Il tema della casa diverrà in seguito<br />

una costante del suo lavoro.<br />

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