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1910-2010. Un secolo d'arte a Pistoia

Opere dalla collezione della fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

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Valerio Gelli<br />

<strong>Pistoia</strong>, 1932<br />

L’avvicinamento di Gelli all’arte risiede nell’età mitica dell’infanzia: lo stesso<br />

scultore ricorda l’impressione ricevuta dal piccolo volume sulla cappella degli<br />

Scrovegni, regalatogli dal nonno, ancora ragazzino; o la suggestione provata dalla<br />

conoscenza, già quattordicenne, dello scultore Corrado Zanzotto, che, ospite<br />

al Villone Puccini, costituiva per i ragazzi che, come Gelli, frequentavano quella<br />

colonia estiva, un personaggio di grande fascino.<br />

Per lui fu una sorta di folgorazione, soprattutto la visione dei disegni dello scultore:<br />

incisivi, taglienti, con tratti obliqui e veloci. E lo fu anche trovare Zanzotto,<br />

come insegnante di scultura, alla Scuola d’Arte, dove si iscrisse nel 1946. Qui<br />

studia con i coetanei Alfio Del Serra, Mirando Iacomelli e Sigfrido Bartolini.<br />

Passato a Firenze per frequentare i corsi liberi del nudo all’Accademia d’Arte,<br />

è avviato alla scultura da Giorgio Settala e all’acquaforte da Rodolfo Margheri<br />

mentre ha la possibiltità anche di entrare in contatto con Primo Conti, Rosai,<br />

Oscar Gallo e Quinto Martini.<br />

Ai primi anni Cinquanta, la sua attività è concentrata sul disegno e su alcune<br />

prime prove scultoree, dedicate a personaggi dell’ambiente familiare e della<br />

campagna pistoiese (Contadina 1950; Ritratto della nonna, 1952; Ritratto del<br />

nonno, 1955). Sono anni di lavoro intenso, durante i quali trova impiego come<br />

assistente alla cattedra di disegno al Liceo Scientifico di <strong>Pistoia</strong>, e segnati dalla<br />

conoscenza di Egle Marini e di Giovanni Michelucci, impegnato in alcune<br />

committenze cittadine, con il quale stringe una profonda amicizia. In collaborazione<br />

con l’architetto e con Corrado Zanzotto e Jorio Vivarelli partecipa alla<br />

realizzazione delle quattordici stazioni della Via Crucis all’interno della chiesa<br />

di Collina (Vinacciano, <strong>Pistoia</strong>). Il decennio si chiude con l’esposizione alla<br />

Galleria Alibert a Roma (1956) insieme ai pistoiesi Agostini, Bugiani, Mariotti,<br />

Bartolini e Gordigiani e con una prima personale all’Accademia pistoiese del<br />

Ceppo (1958). Intanto l’esperienza di Gelli si arricchisce di nuove sollecitazioni<br />

culturali: infatti nel corso degli anni Sessanta, e anche in seguito negli anni<br />

Settanta, riflette sulla lezione di grandi maestri come Marino Marini, Henry<br />

Matisse, Brancusi e Moore, maturando un segno plastico morbido e incisivo<br />

in un processo di sottile semplificazione formale che tuttavia pone una grande<br />

attenzione alla superficie ‘vibratile’ della scultura. Di questi anni Piccolo nudo<br />

sdraiato, 1959, Il bagno 1963, Il bacio, 1965, e una serie d’intensi ritratti in cui<br />

la superficie non completamente levigata dona alle opere una patina di antico.<br />

Si intuisce il dialogo intimo che l’artista instaura con il modello: lo si coglie,<br />

parola per parola, sussulti, sospiri, in ogni piccolo, cadenzato, scelto, lentissimo<br />

gesto con cui Gelli lavora la superficie dei volti ritratti. Così ne parla l’amico<br />

Michelucci, in una lettera (datata Fiesole, giugno 1987, in Valerio Gelli 1988):<br />

“[...] alcune tue sculture, generalmente di piccola dimensione (anche questo è<br />

significativo) nelle quali ho scorto una penetrazione sottile, paziente, commossa<br />

del soggetto rappresentato. La tua “Erminia “ ad esempio, è il risultato di un<br />

colloquio che non ha confini per penetrare negli spazi profondi della natura.”<br />

Altre volte i suoi ritratti assumono la forza di un totem: “Gelli costruisce dei<br />

volti come se fossero catapulte, con le quali sfonda il muro del reale: sono cunei<br />

aerodinamici che tendono lo spazio: magicamente in equilibrio si preparano al<br />

bacio della forma come se da lei chiedessero insistentemente di essere amati:<br />

sono totem selvaggi che esorcizzano ogni mimesi del quotidiano quanto più<br />

sembrano insistervi” (Iacuzzi 1988). Al largo dei decenni si pongono importanti<br />

partecipazioni a esposizioni come il XIX<br />

Premio internazionale del Fiorino a Firenze<br />

(1967), una personale al Palazzo comunale di<br />

<strong>Pistoia</strong> (1967).<br />

Dagli anni Ottanta la sua ricerca elegge a motivo<br />

poetico la figura di Erminia, sua compagna<br />

dal 1970, e il tema intimo e affettivo della<br />

maternità (Madre col bimbo, 1986; Mater Matuta,<br />

1986). <strong>Un</strong> processo di decantazione del segno,<br />

distillato, essenziale. Nel 1988 la Circoscrizione<br />

2 di <strong>Pistoia</strong> insieme a Comune e Provincia dedica<br />

all’artista una importante mostra antologica;<br />

Gelli continua a vivere e lavorare nella casa<br />

di via San Pietro che fu, un tempo, quella di<br />

Marino Marini.<br />

Cenni bibliografici<br />

Gelli, la scultura e la grafica dal 1949 al 1987, cat.<br />

mostra, <strong>Pistoia</strong> 1988.<br />

P. F. Iacuzzi, Il segno dell’uomo e il sogno della<br />

materia, in Valerio Gelli: la scultura, cit.<br />

T. Paloscia, <strong>Un</strong> arcaico stupore, in “La Gazzetta<br />

delle Arti”, XX, n. 7/8, settembre-ottobre 1988.<br />

T. Paloscia, Accadde in Toscana. L’arte visiva dal<br />

1941 ai primi anni 70, Firenze 1999.<br />

Museo di arte Contemporanea e del Novecento.<br />

Collezione civica “II Renatico” I, Monsummano<br />

Terme 2001, pp. 90-91<br />

Corrado Zanzotto. <strong>Un</strong> segno plastico, cat. mostra,<br />

<strong>Pistoia</strong>, Centro di documentazione sull’arte<br />

moderna e contemporanea pistoiese, 2004<br />

A. Iacuzzi, Cultura artistica dal dopoguerra a<br />

<strong>Pistoia</strong>, in Arte del Novecento a <strong>Pistoia</strong>, a cura di<br />

C. Sisi, <strong>Pistoia</strong> 2007<br />

Valerio Gelli: L’uomo e l’artista, <strong>Pistoia</strong> 2009<br />

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