1910-2010. Un secolo d'arte a Pistoia

Sigfrido Bartolini
Pistoia, 1932-2007
Pittore, incisore, critico e polemista, ricco di intuizione e di sensibilità. Vivaci e intelligenti
le sue presentazione di amici artisti; è stato autore di molte monografie
(Soffici, Sironi, Innocenti, Lega, Rosai, Cremona, Boldini...); noto per le sue accese
polemiche sul giornale “Totalità”, che fondava nel ’66 con Barna Occhini – considerato
erede de “La Voce” e di “Lacerba”; collaborerà in seguito col “Borghese”,
poi col “Giornale” e con “Libero”. Ha illustrato (con disegni e xilografie) libri di
molti autori noti (Bernardo di Clairvaux, Vieira de Silva, Petrocchi, Serpieri, Savinio,
Cattabianchi, Narni, Beatrice di Pian degli Ontani), e il Vangelo (2000). Per il
centenario dell’uscita di Pinocchio ne curava la pubblicazione monumentale arricchendola
di 309 xilografie in nero e a colori (dodici anni di lavoro accanito, dal 1983,
che porterà ad una grande mostra che ha fatto, praticamente, il giro del mondo).
Nel 2000 gli è stata dedicata una mostra nel palazzo della Triennale a Milano. ll suo
ultimo grande lavoro sono state quattordici vetrate per la chiesa dell’Immacolata a
Pistoia (2006). Il suo libro più noto è la raccolta di molti suoi articoli critici, La Grande
Impostura (2002), dove si scaglia contro moltissimi artisti del XX secolo, mostrandosi
chiuso e anacronistico nei confronti dell’arte moderna e contemporanea, che legge
quasi esclusivamente come manifestazione di mercato. Legato, ostinatamente, al
figurativo, ma un figurativo, come scrive Stelio Solinas nel 2007 “anomalo, senza
figure, senza volto, una specie di mondo ai confini del mondo, dove l’essere umano
era scomparso e rimanevano le vestigia del suo passato; case che sembravano
fortezze, spiagge solitarie, paesaggi con rovine...”. La sua pittura, che ha dichiaratamente
come punti di riferimento Carrà e Soffici, si distingue per la naturalezza
dello sguardo malinconico sulla natura dove è intervenuto l’uomo, per la sua visione
netta, chiara, impietosa del reale come in Rudere, qui in mostra, un lavoro intenso,
raggelato. “L’architettura rovinata, abbandonata
sul limite di spiagge infinite, di paesaggi solitari,
si vela adesso di cromie cupe, livide, austere”, Iacuzzi
2007. Le sue incisioni (pensiamo soprattutto
alle 309 xilografie delle Avventure di Pinocchio,
su legno di ciliegio, acero, bossolo, olivo, essenze
esotiche, e ai 73 “linoli” per le tavole fuori testo a
tre colori) esprimono in pieno la qualità della sua
sensibilità e della sua energia espressiva. Comunque,
malgrado la sua notorietà in campo nazionale
Bartolini rimase sempre legato alla sua città, dove
continuò ad insegnare incisione all’Istituto d’Arte
di Pistoia.
Cenni bibliografici
Sigfrido Bartolini testimone del suo tempo, cat.
mostra a cura di C.F. Carli, Milano 2000.
Quattordici vetrate moderne di Sigfrido Bartolini
nella chiesa dell’Immacolata a Pistoia. Le Sette
Opere di Misericordia. I Sette Sacramenti, a cura di
S. Simoncini, Firenze 2007.
C. Sisi, Arte del Novecento a Pistoia, Pistoia 2007.
A. Iacuzzi, Cultura artistica dal dopoguerra a
Pistoia, in Arte de Novecento, cit.
Sigfrido Bartolini e il suo mondo: Soffici, Sironi,
Carrà... Le favole e il paesaggio italiano, cat.
mostra a cura di E. Pontiggia, Milano 2008.
B. Buscaroli, Sigfrido Bartolini. La forma del
tempo, cat. mostra, Firenze 2009.
E. Pontiggia, Sigfrido Bartolini. Monotipi 1948-
2001, catalogo generale, Firenze 2010.
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