Palazzo de'Rossi. Una storia pistoiese
a cura di Roberto Cadonici
fotografie di Aurelio Amendola
a cura di Roberto Cadonici
fotografie di Aurelio Amendola
guito del conte Paolo Ciezkowski. Ritornerà a Firenze nel 1822, quando riceve la commissione di decorare un soffitto in palazzo Borghese e viene nominato professore all’Accademia nel 1823 entrando così autorevolmente nel sistema didattico e culturale promosso dal governo del granduca, che in quello stesso anno coinvolgeva Monti nella prestigiosa decorazione ad affresco del Quartiere Borbonico in Palazzo Pitti 12 . In quelle stanze il pittore si troverà a contatto con i protagonisti della pittura toscana del momento – Luigi Catani, Gaspero Martellini, Giuseppe Bezzuoli – e con una pluralità di espressioni che manifestava la mutazione in atto a favore del recupero del colorismo cinquecentesco, assunto come tramite di naturalismo, e della introduzione di soggetti moderni narrati con precisioni storiche antitetiche al canone uniformante del Neoclassicismo. Soprattutto le Storie degli scienziati e filosofi illustri di Catani (fig. 8) mostravano l’avvenuta assimilazione delle istanze di verosimiglianza storica perorate dalla fazione romantica e realizzate dal pittore mettendo in campo un campionario per allora inedito di costumi ricavati dai quadri del Cinquecento e del Seicento, come pure di architetture medioevali e rinascimentali delineate con la precisione allora consentita dalla diffusione dei repertori a stampa 13 : strumenti figurativi cui presiedeva non soltanto l’esigenza d’una mutazione stilistica ma anche l’istanza ‘politica’ di avvicendare alle “pazze e laide avventure della mitologia”, per dirla con Defendente Sacchi, i “gravi ammaestramenti” della storia invitanti a “pingere le azioni generose de’padri nostri, ad innalzare col loro esempio gli animi alla virtù” 14 . Quando Niccola Monti è chiamato da Girolamo de Rossi, nel 1828, a dipingere nel rinnovato palazzo di città sembra ricordarsi di quell’esempio che ebbe agio di seguire entro un cantiere fruttuosamente condiviso, dal momento che i due episodi storici affrescati nelle stanze del primo piano mostrano la stessa vena narrativa che anche in Catani enunciava fedeltà storicistiche nell’llustrazione dei costumi , delle architetture, degli arredi e, per quanto concerne lo stile, il raffinato arcaismo derivante dal gusto troubadour introdotto in Italia dagli ammiratissimi dipinti di soggetto medioevale di Ingres. Nell’intraprendere il lavoro Monti non trascura, come si richiedeva del resto al moderno pittore di storia, di ricorrere alle fonti documentarie government, which in the same year involved Monti in the prestigious fresco decoration of the Quartiere Borbonico in Palazzo Pitti. 12 In those rooms, the painter would find himself in contact with leading Tuscan painters of the time – Luigi Catani, Gaspero Martellini, Giuseppe Bezzuoli – and with a wealth of expression which manifested the changes underway in favour of recovering sixteenth century colourism, assumed as conduit for naturalism, and the introduction of modern subject matter narrated with historical precision in opposition to the standardising canon of Neoclassicism. In particular, the Storie degli scienziati e filosofi illustri by Catani (fig. 8) showed the assimilation of the historical accuracy advocated by the romantic faction and realised by the painter by presenting a hitherto unseen collection of costumes borrowed from sixteenth and seventeenth century paintings, as well as medieval and renaissance buildings outlined with the precision then permitted by the spread of printed works: 13 figurative tools presided not only by the need for a change in style but also by the ‘political’ requirement of alternating the “crazy and obscene affairs of mythology”, in the words of Defendente Sacchi, with the “grave lessons” of history, which invited one to “use the generous actions of our forefathers to raise, with their example, our souls to virtue”. 14 When Niccola Monti was called upon in 1828 by Girolamo de Rossi to paint the renovated city palazzo he seemed to recall that example which he was comfortable to follow within a successfully shared worksite, insofar as the two historical episodes frescoed in the rooms on the first floor show the same narrative vein that also in Catani expressed historical fidelity in the illustration of the garments, the buildings, the furnishings and as regards style, the refined archaism deriving from the troubadour style introduced to Italy by the much admired paintings of medieval subjects by Ingres. Embarking on the work, Monti did not fail, as moreover required of the modern historical painter, to refer to documented sources and also the advice of trusted friends as he did by writing to Pietro Giordani, on 24 June 1828, about a detail in the subject matter Giovan Galeazzo Sforza malato nel castello di Pavia visitato da Carlo VIII di Francia (Giovan Galeazzo Sforza ill in Pavia castle, visited by Charles VIII of France) 8. Luigi Catani, Alfonso re di Leone discute il sistema del mondo con gli astronomi ebrei. Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. 296 297
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guito del conte Paolo Ciezkowski. Ritornerà a Firenze nel 1822, quando riceve la commissione<br />
di decorare un soffitto in palazzo Borghese e viene nominato professore all’Accademia nel 1823<br />
entrando così autorevolmente nel sistema didattico e culturale promosso dal governo del granduca,<br />
che in quello stesso anno coinvolgeva Monti nella prestigiosa decorazione ad affresco<br />
del Quartiere Borbonico in <strong>Palazzo</strong> Pitti 12 . In quelle stanze il pittore si troverà a contatto con i<br />
protagonisti della pittura toscana del momento – Luigi Catani, Gaspero Martellini, Giuseppe<br />
Bezzuoli – e con una pluralità di espressioni che manifestava la mutazione in atto a favore del<br />
recupero del colorismo cinquecentesco, assunto come tramite di naturalismo, e della introduzione<br />
di soggetti moderni narrati con precisioni storiche antitetiche al canone uniformante del<br />
Neoclassicismo. Soprattutto le Storie degli scienziati e filosofi illustri di Catani (fig. 8) mostravano<br />
l’avvenuta assimilazione delle istanze di verosimiglianza storica perorate dalla fazione romantica<br />
e realizzate dal pittore mettendo in campo un campionario per allora inedito di costumi<br />
ricavati dai quadri del Cinquecento e del Seicento, come pure di architetture medioevali e rinascimentali<br />
delineate con la precisione allora consentita dalla diffusione dei repertori a stampa 13 :<br />
strumenti figurativi cui presiedeva non soltanto l’esigenza d’una mutazione stilistica ma anche<br />
l’istanza ‘politica’ di avvicendare alle “pazze e laide avventure della mitologia”, per dirla con<br />
Defendente Sacchi, i “gravi ammaestramenti” della <strong>storia</strong> invitanti a “pingere le azioni generose<br />
de’padri nostri, ad innalzare col loro esempio gli animi alla virtù” 14 .<br />
Quando Niccola Monti è chiamato da Girolamo de Rossi, nel 1828, a dipingere nel rinnovato<br />
palazzo di città sembra ricordarsi di quell’esempio che ebbe agio di seguire entro un cantiere<br />
fruttuosamente condiviso, dal momento che i due episodi storici affrescati nelle stanze del<br />
primo piano mostrano la stessa vena narrativa che anche in Catani enunciava fedeltà storicistiche<br />
nell’llustrazione dei costumi , delle architetture, degli arredi e, per quanto concerne lo<br />
stile, il raffinato arcaismo derivante dal gusto troubadour introdotto in Italia dagli ammiratissimi<br />
dipinti di soggetto medioevale di Ingres. Nell’intraprendere il lavoro Monti non trascura,<br />
come si richiedeva del resto al moderno pittore di <strong>storia</strong>, di ricorrere alle fonti documentarie<br />
government, which in the same year involved Monti in the prestigious fresco decoration of<br />
the Quartiere Borbonico in <strong>Palazzo</strong> Pitti. 12 In those rooms, the painter would find himself in<br />
contact with leading Tuscan painters of the time – Luigi Catani, Gaspero Martellini, Giuseppe<br />
Bezzuoli – and with a wealth of expression which manifested the changes underway in favour<br />
of recovering sixteenth century colourism, assumed as conduit for naturalism, and the introduction<br />
of modern subject matter narrated with historical precision in opposition to the<br />
standardising canon of Neoclassicism. In particular, the Storie degli scienziati e filosofi illustri by<br />
Catani (fig. 8) showed the assimilation of the historical accuracy advocated by the romantic<br />
faction and realised by the painter by presenting a hitherto unseen collection of costumes borrowed<br />
from sixteenth and seventeenth century paintings, as well as medieval and renaissance<br />
buildings outlined with the precision then permitted by the spread of printed works: 13 figurative<br />
tools presided not only by the need for a change in style but also by the ‘political’ requirement<br />
of alternating the “crazy and obscene affairs of mythology”, in the words of Defendente<br />
Sacchi, with the “grave lessons” of history, which invited one to “use the generous actions of<br />
our forefathers to raise, with their example, our souls to virtue”. 14<br />
When Niccola Monti was called upon in 1828 by Girolamo de Rossi to paint the renovated<br />
city palazzo he seemed to recall that example which he was comfortable to follow within a<br />
successfully shared worksite, insofar as the two historical episodes frescoed in the rooms on<br />
the first floor show the same narrative vein that also in Catani expressed historical fidelity<br />
in the illustration of the garments, the buildings, the furnishings and as regards style, the<br />
refined archaism deriving from the troubadour style introduced to Italy by the much admired<br />
paintings of medieval subjects by Ingres. Embarking on the work, Monti did not fail, as<br />
moreover required of the modern historical painter, to refer to documented sources and also<br />
the advice of trusted friends as he did by writing to Pietro Giordani, on 24 June 1828, about<br />
a detail in the subject matter Giovan Galeazzo Sforza malato nel castello di Pavia visitato da Carlo<br />
VIII di Francia (Giovan Galeazzo Sforza ill in Pavia castle, visited by Charles VIII of France)<br />
8. Luigi Catani, Alfonso re di Leone discute il sistema del mondo con gli astronomi ebrei. Firenze, Galleria d’arte moderna di <strong>Palazzo</strong> Pitti.<br />
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