Palazzo de'Rossi. Una storia pistoiese
a cura di Roberto Cadonici fotografie di Aurelio Amendola
a cura di Roberto Cadonici
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34. Frammenti di Terra sigillata decorata a matrice.<br />
Tav. 4. Terra sigillata africana<br />
del canestro con serti vegetali e nastri ritorna su alcune coppe con bolli di C. Cispius 88 , dove il<br />
canestro è sospeso a un bastone tenuto sulle spalle da uno scheletro, e su ceramiche attribuite<br />
alla bottega di Rasinius o degli Annii 89 .<br />
A calici o a coppe di produzione tardo italica si possono riferire alcuni frammenti con decorazioni<br />
a stampo con motivi a pannelli, ad archi e a corde. Due frammenti contigui di parete (fig.<br />
34) assegnabili forse a un calice del tipo Dragendorff-Watzinger I, conservano una estesa decorazione,<br />
organizzata in un unico registro, con erme itifalliche, personaggi maschili seduti su anfore<br />
e bolli decorativi retrogradi in planta pedis sex[...] non completamente leggibili, dove si può<br />
congetturare forse l’abbreviazione sex m fes retrograda da positivo, Sex(tus) M(urrius) Fes(tus) 90 ,<br />
sulla base del confronto con un esemplare conservato presso il Museo di Rosignano Marittimo 91 .<br />
L’esemplare di <strong>Palazzo</strong> de’ Rossi viene quindi ad aggiungersi all’ampia produzione di Murrius<br />
Festus (attivo a Pisa tra il 60 e il 150 d.C.) ben documentata anche nel territorio <strong>pistoiese</strong> sia<br />
nei siti urbani sia in quelli rurali 92 .<br />
Le sigillate recuperate nello scavo hanno restituito anche altri bolli che rimandano a botteghe<br />
sia aretine sia pisane. All’ambito aretino riconduce il bollo centrale in cartiglio rettangolare t .<br />
rf male impresso sul fondo di una coppa (tav. 3, n. 7) da riferire a Titus Rufrenus, attivo ad Arezzo<br />
nel primo quarantennio del I sec. d.C. 93 Ancora alle produzioni aretine rimanda il bollo centrale<br />
in cartiglio rettangolare rasn di Rasinius 94 impresso su un fondo di coppetta, rinvenuto insieme<br />
a un fondo di coppa con bollo centrale in cartiglio rettangolare evhodi di Evhodus, presente<br />
a Pisa dal 5 a.C. al 40 d.C. 95 Oltre a quest’ultimo, rimandano alle produzioni pisane 96 il bollo<br />
centrale in cartiglio rettangolare bipartito evhod/crest, impresso su un fondo con attacco di<br />
piede su stelo attribuibile a un calice (tav. 3, n. 8; fig. 1), dove compaiono congiuntamente i nomi<br />
di Evhodus e Crestus 97 , e il bollo centrale in cartiglio rettangolare atei ma[...] di Ateius Mahes 98 .<br />
A questi si devono aggiungere anche un bollo in planta pedis, entro solcatura circolare, sex m<br />
ca(.) riferito a Sex(tus) M(urrius) Cal(...) 99 presente su un piede ad anello di coppa sporadico 100 ,<br />
e infine il bollo in planta pedis male impresso e parzialmente conservato c. h( ) fes( ) 101 .<br />
• Terra sigillata africana (tav. 4)<br />
Non abbondantissime risultano le attestazioni di ceramiche fini di produzione africana. Sono<br />
riconoscibili alcuni frammenti di orlo non decorato da riferire a piatti con orlo pendulo tipo<br />
Lamboglia 4/Hayes 3c 102 (tav. 4, n. 1, produzione D), mentre al tipo «Atlante» I, tav. XLVIII,<br />
7» 103 potrebbe essere avvicinato il frammento di labbro svasato con orlo arrotondato estroflesso<br />
(tav. 5, n. 2) che ricorda anche la conformazione dell’orlo della coppa Lamboglia 7, documentata<br />
nella produzione A, tra la fine del I e la fine del III sec. d.C. Il frammento di labbro<br />
diritto leggermente svasato con orlo indistinto e smussato verso l’interno (tav. 4, n. 3) ricorda,<br />
infine, la forma «Atlante» tav. XLVIII, 10» 104 . La caratteristica dell’orlo indistinto e smussato<br />
verso l’interno ricorre anche nelle coppe Lamboglia 3b presenti nella produzione A2 (fine del<br />
II sec. – prima metà del III sec. d.C.).<br />
• Ceramiche a vernice rossa tarda (tav. 5)<br />
Sono presenti anche alcuni frammenti di ceramiche imitanti le produzioni di sigillata africana.<br />
Si tratta di contenitori con corpo ceramico arancione abbastanza depurato, tenero e<br />
polveroso al tatto con un rivestimento arancione abbastanza denso e poco aderente, oppure<br />
con corpo ceramico nocciola chiaro con ingobbio rosso molto liquido e poco aderente o di<br />
colore beige rasato con vernice rossa opaca, stesa a pennello.<br />
A quest’ultima produzione è da ricondurre il piatto frammentario (tav. 5, n. 1; fig. 18) con orlo<br />
rientrante decorato con vernice rosso-bruna molto diluita. L’esemplare di <strong>Palazzo</strong> de’ Rossi è<br />
avvicinabile ad alcuni frammenti che provengono dall’Antico <strong>Palazzo</strong> dei Vescovi 105 e da San Iacopo<br />
in Castellare (Pistoia) 106 . Il piatto in esame rientra nelle produzioni di ceramica dipinta che<br />
si rifanno al repertorio delle sigillate africane e, in particolare, è avvicinabile al variegato gruppo<br />
delle imitazioni della forma Hayes 61 (A-B) e trova più precisi confronti negli esempi fiesolani 107 .<br />
Appartiene, invece, al gruppo delle ceramiche rivestite di vernice rossa 108 un frammento di<br />
vaso a listello (tav. 18, n. 2) riconducibile alle numerose imitazioni della forma Hayes 91,<br />
2<br />
3<br />
1<br />
faces and prominent noses have the same clothing: a pointed headdress or perhaps a hooded<br />
cloak decorated with a grid motif, a scanty tunic, and high sandals (?) (worn by just one of the<br />
figures). The scene, as shown by a single fragment, definitely belonging to the same example<br />
however, is defined by two long sinuous branches that emerge from the soil in opposite directions,<br />
marking the line of the earth on which two animal legs rest (hoofs).<br />
The goblet, to which the fragments just described belong, seems attributable to mould-decorated<br />
Arretine wares, currently representing the largest findings in the Pistoia area 86 . To date,<br />
no precise references have been found that can attribute the goblet to a specific workshop. The<br />
elegant egg and dart motif that frames the scene on the Pistoiese vase is found on the wares of<br />
various Arretine workshops 87 . The type of basket with plant wreaths and ribbons reappears on<br />
some cups with C. Cispius 88 stamps, where the basket is hanging from a rod held on the shoulders<br />
by a skeleton, and on pottery attributed to the Rasinius workshop or to those of Annii 89 .<br />
Possibly attributable to late Italian goblets or cups are some fragments with moulded panel,<br />
arch and rope motifs. Two matching wall fragments (fig. 34) perhaps attributable to a<br />
Dragendorff-Watzinger I type goblet, present extensive decoration, organised in one single<br />
register, with ithyphallic male figures sitting on amphorae and retrograde decorative planta<br />
pedis stamps sex[...] not fully discernable, where one can perhaps conjecture the positive<br />
retrograde abbreviation sex m fes, Sex(tus) M(urrius) Fes(tus) 90 , based on comparison with an<br />
example kept at the Museum of Rosignano Marittimo 91 .<br />
The example from <strong>Palazzo</strong> de’ Rossi thus joins the extensive production of Murrius Festus<br />
(active in Pisa between A.D. 60-150), well documented also in the territory of Pistoia, in both<br />
urban as well as rural sites 92 .<br />
The sigillata wares found in the excavation also bore other stamps which refer to workshops<br />
in both Pisa as well as Arezzo. Attributable to Arretine workshops is the central stamp in a<br />
rectangular scroll t . rf badly impressed on the bottom of a cup (table 3, no. 7) and attributable<br />
to Titus Rufrenus, active in Arezzo in the first forty years of the 1st century A.D. 93 Again<br />
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