Pistoia Novecento 1900 - 1945

a cura di / curated by Annamaria Iacuzzi Philip Rylands a cura di / curated by
Annamaria Iacuzzi
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09.04.2020 Views

MARINO MARINI (Pistoia 1901 - Viareggio, Lucca 1980) Putto che suona | Putto Playing an Instrument, 1925 Gesso | plaster, cm 19 x 21,3 x 2,5 Collezione Intesa Sanpaolo, n. inv. 04502 Acquisizione | acquired 1983 Bronzo | bronze, cm 18,5 x 20,5 x 1 Collezione Intesa Sanpaolo, n. inv. 03067 Acquisizione | acquired 1983 L’esagono in gesso (Marino Marini 1998, p. 25, cat. 5 a) ha fatto parte di un nucleo di opere collezionate da Giovanni Costetti, riflesso delle relazioni di stima intercorse con Marino, Lanza del Vasto e i giovani del “Cenacolo” in questi anni di frequentazioni tra Firenze e Pistoia (ragionieri 2007a, p. 62, nota 57). Il titolo della formella sembra contrastare con l’evidenza che quella rappresentata sia piuttosto una figura femminile alata nell’atto di suonare una tromba. Il profilo esagonale in cui è racchiusa la figuretta è frutto di un consapevole richiamo sia alla tradizione antica sia, probabilmente, alle formelle del Campanile di Giotto eseguite da Andrea Pisano: evidenza questa, della spiccata ‘fame visiva’ del giovane scultore che in questi anni è coinvolto in un febbrile sperimentalismo tecnico e poetico. Come per l’analogo esagono con Putto, già in collezione Costetti (Marino Marini 1998, p. 25, 6b; cfr. ragionieri 2001, p. 169), il contesto di riferimento culturale è quello fiorentino della rivista “Solaria”, fondata nel 1926 da Alberto Carocci e nel quale gravitavano artisti, poeti e letterati con i quali Marini era in contatto: basti ricordare il ritratto eseguito a Mosca Montale, o gli interessanti scambi ‘formali’ intercorsi tra il succitato esagono con Putto e una xilografia di Bruno Bramanti, poi adottata per la coperta della rivista (ragionieri 2001, p. 169). This plaster hexagon (Marino Marini 1998, p. 25, cat. 5a) was part of a group of works collected by Giovanni Costetti, reflecting the mutual admiration between Marino, Lanza del Vasto, and the young men of the ‘Cenacolo’ in the years they spent together between Florence and Pistoia (ragionieri 2007a, p. 62, note 57). The title of the tile seems to contrast with the visual evidence that it is awinged female figure playing a trumpet. The hexagonal shape enclosing the small figure deliberately evokes antiquity and, probably, the tiles by Andrea Pisano for Giotto’s bell tower. This is evidence of the young sculptor’s marked “visual hunger”: during this period he was gripped by febrile experimentation both technical and iconographical. Like the similar hexagon of a Putto in Costetti’s collection (Marino Marini 1998, p. 25, 6b; see ragionieri 2001, p. 169), the cultural reference is to Florence and Solaria magazine, founded in 1926 by Alberto Carocci, to which artists, poets and writers gravitated and with whom Marini was in contact. For example, Marini painted the portrait of Mosca Montale, and there were the intriguing ‘formal’ connections between Costetti’s hexagonal tile of the Putto and a woodcut by Bruno Bramanti, later used for the magazine’s cover (ragionieri 2001, p. 169). 176 177

MARINO MARINI<br />

(<strong>Pistoia</strong> 1901 - Viareggio, Lucca 1980)<br />

Putto che suona | Putto Playing an Instrument, 1925<br />

Gesso | plaster, cm 19 x 21,3 x 2,5<br />

Collezione Intesa Sanpaolo, n. inv. 04502<br />

Acquisizione | acquired 1983<br />

Bronzo | bronze, cm 18,5 x 20,5 x 1<br />

Collezione Intesa Sanpaolo, n. inv. 03067<br />

Acquisizione | acquired 1983<br />

L’esagono in gesso (Marino Marini 1998, p. 25, cat. 5 a) ha fatto parte di un nucleo di opere collezionate<br />

da Giovanni Costetti, riflesso delle relazioni di stima intercorse con Marino, Lanza del Vasto e i<br />

giovani del “Cenacolo” in questi anni di frequentazioni tra Firenze e <strong>Pistoia</strong> (ragionieri 2007a, p. 62,<br />

nota 57). Il titolo della formella sembra contrastare con l’evidenza che quella rappresentata sia piuttosto<br />

una figura femminile alata nell’atto di suonare una tromba. Il profilo esagonale in cui è racchiusa<br />

la figuretta è frutto di un consapevole richiamo sia alla tradizione antica sia, probabilmente, alle<br />

formelle del Campanile di Giotto eseguite da Andrea Pisano: evidenza questa, della spiccata ‘fame<br />

visiva’ del giovane scultore che in questi anni è coinvolto in un febbrile sperimentalismo tecnico e<br />

poetico. Come per l’analogo esagono con Putto, già in collezione Costetti (Marino Marini 1998, p. 25,<br />

6b; cfr. ragionieri 2001, p. 169), il contesto di riferimento culturale è quello fiorentino della rivista<br />

“Solaria”, fondata nel 1926 da Alberto Carocci e nel quale gravitavano artisti, poeti e letterati con i<br />

quali Marini era in contatto: basti ricordare il ritratto eseguito a Mosca Montale, o gli interessanti<br />

scambi ‘formali’ intercorsi tra il succitato esagono con Putto e una xilografia di Bruno Bramanti, poi<br />

adottata per la coperta della rivista (ragionieri 2001, p. 169).<br />

This plaster hexagon (Marino Marini 1998, p. 25, cat. 5a) was part of a group of works collected by Giovanni<br />

Costetti, reflecting the mutual admiration between Marino, Lanza del Vasto, and the young men of<br />

the ‘Cenacolo’ in the years they spent together between Florence and <strong>Pistoia</strong> (ragionieri 2007a, p. 62, note<br />

57). The title of the tile seems to contrast with the visual evidence that it is awinged female figure playing<br />

a trumpet. The hexagonal shape enclosing the small figure deliberately evokes antiquity and, probably,<br />

the tiles by Andrea Pisano for Giotto’s bell tower. This is evidence of the young sculptor’s marked “visual<br />

hunger”: during this period he was gripped by febrile experimentation both technical and iconographical.<br />

Like the similar hexagon of a Putto in Costetti’s collection (Marino Marini 1998, p. 25, 6b; see ragionieri<br />

2001, p. 169), the cultural reference is to Florence and Solaria magazine, founded in 1926 by Alberto Carocci,<br />

to which artists, poets and writers gravitated and with whom Marini was in contact. For example,<br />

Marini painted the portrait of Mosca Montale, and there were the intriguing ‘formal’ connections between<br />

Costetti’s hexagonal tile of the Putto and a woodcut by Bruno Bramanti, later used for the magazine’s cover<br />

(ragionieri 2001, p. 169).<br />

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