Pistoia Novecento 1900 - 1945
a cura di / curated by Annamaria Iacuzzi Philip Rylands
a cura di / curated by
Annamaria Iacuzzi
Philip Rylands
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PIETRO BUGIANI<br />
(<strong>Pistoia</strong> 1905 – 1992)<br />
Mugnaio | Miller, 1923<br />
Matita su carta | pencil on paper, cm 33,5 x 25<br />
In basso a sinistra | bottom left: “Mugnaio”, in basso a destra | bottom right: “1923 Bugiani P.”<br />
Fondazione Caript, <strong>Pistoia</strong>, n. inv. 270<br />
Acquisizione | acquired 2004<br />
Il disegno costituì per Bugiani un’occupazione assidua a cui dedicarsi<br />
con passione giornaliera, fedele alla lezione di Giovanni<br />
Michelucci che gli aveva insegnato a cercare con l’esercizio grafico<br />
la misura della composizione e lo strumento per cogliere la<br />
più intima natura delle cose. L’esercizio disegnativo diventa così<br />
elemento di sintesi estrema attraverso il quale, come indicava<br />
la purezza lineare di Giotto e Masaccio, trasfigurare la realtà.<br />
Molti disegni sono dedicati ai personaggi umili della campagna,<br />
semplici contadini dell’ambiente a lui familiare: abitanti di un paesaggio<br />
sospeso nel tempo, capaci di raggiungere una potenza<br />
evocativa primitiva, arcaica quindi universale. “A me la natura<br />
il paesaggio e l’uomo appaiono come una cosa primitiva. Amo<br />
gli esseri semplici della campagna e in special modo della montagna<br />
dove i sentimenti sono miti o violenti sempre consoni alla<br />
natura del loro ambiente” (annotazione di Bugiani nel diario del<br />
1931 cit. in salvi 2015a, p. 59). Nei suoi taccuini e nei quaderni<br />
troviamo molti appunti disegnativi destinati alla trasposizione<br />
pittorica in cui il giovane aggiungeva notazioni sui colori e i toni<br />
da utilizzare.<br />
Bugiani was a diligent draughtsman, dedicating himself passionately<br />
and daily to this discipline, faithful to Giovanni Michelucci’s teaching<br />
that drawing exercises were the key to composition and a tool to grasp<br />
the most intimate nature of things. Thus, drawing became an exercise of<br />
extreme synthesis through which, as demonstrated by the pure lines of<br />
Giotto and Masaccio, reality can be transfigured. Many of his drawings<br />
depict humble country folk, simple farmers from an environment familiar<br />
to him: the inhabitants of a landscape suspended in time, able to embody<br />
an evocative and primitive power, archaic and thus universal. “To me, nature,<br />
the landscape, and man have a primitive quality. I love the simple<br />
folk of the country and the mountains particularly, where mild or violent<br />
feelings are always in keeping with the nature of their environment”<br />
(Bugiani’s note in his diary of 1931 quoted in salvi 2015a, p. 59). His notebooks<br />
and exercise books contain many drawn notes destined for pictorial<br />
transposition, in which the young artist added notes on colours and tones.<br />
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