Pistoia Novecento 1900 - 1945
a cura di / curated by
Annamaria Iacuzzi
Philip Rylands
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Annamaria Iacuzzi
Philip Rylands
PIETRO BUGIANI (Pistoia 1905 – 1992) Pomeriggio domenicale (o Quiete domenicale o L’omino che pesca) Sunday Afternoon (or Sunday Quiet, or The Small Fisherman), 1927 Tempera su cartone riportato su tavola | tempera on cardboard laid on board, cm 60 x 80 In basso a destra | bottom right: “P. Bugiani 9-2-’28” Collezione Intesa Sanpaolo, n. inv. 03096 Acquisizione | acquired 1987 Questa tersa visione di campagna fa parte di un gruppo di opere eseguite tra il 1927 e il 1928 e considerate, già dai contemporanei capolavori assoluti (costetti 1928). Bugiani la eseguì, insieme a poche altre tra cui Le pecorine e Il mulino della Bure, in una sequenza serrata, come in “una sorta di stato di grazia” di ritorno da un soggiorno a Roma, presso Giovanni Michelucci. L’atmosfera di smagata sospensione che si sprigiona dal dipinto, limpidamente eseguito con piccole e preziose pennellate, è riflesso di una ricerca volta a una personale rielaborazione del dato reale che viene trasfigurato con purezza d’animo, secondo una sintesi che si riferiva alla lezione dei Primitivi trecenteschi come Giotto. Ne risulta “un’aura statica, di sapore antico, dove ogni cosa è conclusa e fissata in un tempo immobile e fiabesco, senz’altro affanno che una pacata malinconia” (bartolini 2000c). La vera novità “magica” di questi paesaggi risiedeva nella capacità di coniugare la visione generale dell’immagine con le piccole “microstorie” che in essa si muovevano, rendendo l’idea di un’universale armonia in cui l’esistenza umana veniva ricompresa (ragionieri 1998, pp. 30-31). Precedenti i due dipinti Il querciolo (p. 140) e Panni al sole (p. 141), riferibili a una prima mostra personale del diciottenne Bugiani nel 1924 a Firenze. In queste opere, Giovanni Costetti aveva visto rinascere lo spirito toscano del buon tempo e “una visione tutta paesana” che lo avvicinava a un pistoiese morto precocemente: Mario Nannini (costetti 1924). This clear vision of the countryside is one of a group of works painted between 1927 and 1928, considered absolute masterpieces by the artist’s peers. (costetti 1928). Bugiani painted this, along with a few others that include The Sheep and The Mill on the Bure, in quick succession, as if in “a kind of state of grace” on his return from a visit to Rome, as Giovanni Michelucci’s guest. The atmosphere of dreamy suspension created by the painting, cleanly executed with small, delicate brushstrokes, reflects the artist’s search for a personal reworking of nature, which is transfigured with a pure spirit, in line with the teachings of the fourteenth-century Primitives such as Giotto. The result is “a static atmosphere, with an ancient feel, where all things are concluded and set in an immobile and fairytale-like time, with no other trouble than a quiet melancholy” (bartolini 2000c). The truly ‘magical’ novelty of these landscapes lies in their ability to combine a general vision of the image with the ‘microstories’ that take place within them, rendering the idea of a universal harmony in which human existence is included (ragionieri 1998, pp. 30-31). The paintings The Young Oak (p. 140) and Washing in the Sun (p. 141) are earlier, dating to Bugiani’s first solo exhibition in 1924, aged eighteen, in Florence. In these works, Giovanni Costetti saw the rebirth of a Tuscan spirit of pleasant pastimes and a “completely rustic vision”, similar to the themes of a fellow Pistoian artist who died young, Mario Nannini (costetti 1924). 138 139
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PIETRO BUGIANI<br />
(<strong>Pistoia</strong> 1905 – 1992)<br />
Pomeriggio domenicale (o Quiete domenicale o L’omino che pesca)<br />
Sunday Afternoon (or Sunday Quiet, or The Small Fisherman), 1927<br />
Tempera su cartone riportato su tavola | tempera on cardboard laid on board, cm 60 x 80<br />
In basso a destra | bottom right: “P. Bugiani 9-2-’28”<br />
Collezione Intesa Sanpaolo, n. inv. 03096<br />
Acquisizione | acquired 1987<br />
Questa tersa visione di campagna fa parte di un gruppo di opere<br />
eseguite tra il 1927 e il 1928 e considerate, già dai contemporanei<br />
capolavori assoluti (costetti 1928). Bugiani la eseguì, insieme a<br />
poche altre tra cui Le pecorine e Il mulino della Bure, in una sequenza<br />
serrata, come in “una sorta di stato di grazia” di ritorno da un<br />
soggiorno a Roma, presso Giovanni Michelucci. L’atmosfera di<br />
smagata sospensione che si sprigiona dal dipinto, limpidamente<br />
eseguito con piccole e preziose pennellate, è riflesso di una ricerca<br />
volta a una personale rielaborazione del dato reale che viene<br />
trasfigurato con purezza d’animo, secondo una sintesi che si riferiva<br />
alla lezione dei Primitivi trecenteschi come Giotto. Ne risulta<br />
“un’aura statica, di sapore antico, dove ogni cosa è conclusa e fissata<br />
in un tempo immobile e fiabesco, senz’altro affanno che una<br />
pacata malinconia” (bartolini 2000c). La vera novità “magica”<br />
di questi paesaggi risiedeva nella capacità di coniugare la visione<br />
generale dell’immagine con le piccole “microstorie” che in essa si<br />
muovevano, rendendo l’idea di un’universale armonia in cui l’esistenza<br />
umana veniva ricompresa (ragionieri 1998, pp. 30-31).<br />
Precedenti i due dipinti Il querciolo (p. 140) e Panni al sole (p. 141),<br />
riferibili a una prima mostra personale del diciottenne Bugiani nel<br />
1924 a Firenze. In queste opere, Giovanni Costetti aveva visto rinascere<br />
lo spirito toscano del buon tempo e “una visione tutta paesana”<br />
che lo avvicinava a un pistoiese morto precocemente: Mario<br />
Nannini (costetti 1924).<br />
This clear vision of the countryside is one of a group of works painted between<br />
1927 and 1928, considered absolute masterpieces by the artist’s<br />
peers. (costetti 1928). Bugiani painted this, along with a few others that<br />
include The Sheep and The Mill on the Bure, in quick succession, as if in<br />
“a kind of state of grace” on his return from a visit to Rome, as Giovanni<br />
Michelucci’s guest. The atmosphere of dreamy suspension created by the<br />
painting, cleanly executed with small, delicate brushstrokes, reflects the<br />
artist’s search for a personal reworking of nature, which is transfigured with<br />
a pure spirit, in line with the teachings of the fourteenth-century Primitives<br />
such as Giotto. The result is “a static atmosphere, with an ancient feel,<br />
where all things are concluded and set in an immobile and fairytale-like<br />
time, with no other trouble than a quiet melancholy” (bartolini 2000c).<br />
The truly ‘magical’ novelty of these landscapes lies in their ability to combine<br />
a general vision of the image with the ‘microstories’ that take place<br />
within them, rendering the idea of a universal harmony in which human<br />
existence is included (ragionieri 1998, pp. 30-31).<br />
The paintings The Young Oak (p. 140) and Washing in the Sun (p. 141)<br />
are earlier, dating to Bugiani’s first solo exhibition in 1924, aged eighteen, in<br />
Florence. In these works, Giovanni Costetti saw the rebirth of a Tuscan spirit<br />
of pleasant pastimes and a “completely rustic vision”, similar to the themes<br />
of a fellow <strong>Pistoia</strong>n artist who died young, Mario Nannini (costetti 1924).<br />
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