PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - aprile 2020
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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IL GUARITORE FERITO. PADRE LEOPOLDO E IL TUMORE
foglietto in cui si raccomandava alle
sue preghiere e precisava: «A Lei è
noto che sono stato ammalato a morte
e che ho avuto i Supremi conforti
della Fede: gli Olii Santi e il Viatico.
Ma piacque al Signore di ridonarmi
la vita. Ma ora di nuovo un altro male
mi preoccupa. La artrite da vari mesi
mi piglia il petto, ed anche le parti interne:
l’esofago, per cui stenta passare
il cibo, e alle volte affatto ottura il
canale. Quindi mi è impedito il mezzo
di alimentarmi. Certo questo mio incomodo
è molto grave». 1
Il tumore all’esofago compromette
l’alimentazione per via ordinaria.
Negli anni Quaranta del secolo scorso
non esistevano ancora le forme
alternative a quelle per bocca. Ad
esempio non c’erano ancora la cannule
di plastica o altri ritrovati della
tecnologia odierna. Se i medici si
occupavano delle cure al paziente,
come le trasfusioni di sangue, altri
si attivavano per la difficile, quasi
impossibile alimentazione dell’infermo.
Entrarono in campo Angelo Marzotto
e Ada Bonetto, una coppia di
sposi senza figli. Soprattutto Angelo
(1899-1985) era un grandissimo amico
e confidente di Padre Leopoldo,
e ciò per 19 anni fino alla morte
del cappuccino. I coniugi Marzotto,
residenti a Salboro, alle porte di
Padova, si assunsero il compito di
preparare e far giungere al venerato
amico cibi leggeri e di facile digestione.
Provvidero un po’ di pane
bianco e tenero, che in quel tempo
di guerra era quasi scomparso; poi
latte fresco di stalla, brodo di colombino,
zabaione, macedonia di frutta.
Ada confezionava e Angelo in bicicletta
recava gli alimenti al convento
di Santa Croce.
Osserva il prof. Rubaltelli, suo
medico curante: «Un’avanzata neoplasia
dell’esofago lo stava devastando:
per l’età, la sede, il volume,
il grave deperimento dell’ammalato
non lasciava alcuna speranza di gua-
Alcune tra le persone più vicine a p. Leopoldo nel tempo della sua malattia.
Sopra, i coniugi Angelo Marzotto (originario di Salboro, alle porte di Padova)
e Ada Bonetto.
Sotto, il prof. Enrico Rubaltelli, qui con il vescovo di Padova mons. Girolamo
Bortignon, medico emiliano e docente a Padova in Clinica otorinolaringoiatrica
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