PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - aprile 2020
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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Portavoce
N. 3 - APRILE 2020
di san Leopoldo Mandić
Mensile - anno 60 - n. 3 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
SAN LEOPOLDO
È PATRONO
DEI MALATI DI TUMORE
IL DECRETO VATICANO
LE PREGHIERE D’INTERCESSIONE
PER RICEVERE LA RIVISTA
UN ANNO = 9 NUMERI, CON CALENDARIO
Quota associativa
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Europa € 30
Altri Paesi USD 38
sostenitore da € 50
Portavoce
di san Leopoldo Mandić
Periodico di cultura religiosa
dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»
Direzione, Redazione, Amministrazione
Associazione «Amici di San Leopoldo»
Santuario san Leopoldo Mandić
Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova
Sito internet
www.leopoldomandic.it
Direttore e Redattore
Giovanni Lazzara
Dir. Responsabile
Luciano Pastorello
Hanno collaborato a questo numero
Massimo E. Putano, Flaviano G. Gusella,
Ubaldo Badan, Gianfranco Tinello, Fulvio
Rampazzo, Roberto Tadiello, Moreno
Nalesso, Alfredo Pescante, Anna B. Artmann,
Giovanni Spagnolo, Antonia Di Lenna, S.Z.
e Fabio Camillo
versamento su conto corrente postale
n. 68943901, intestato a
«Associazione Amici di San Leopoldo»
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L’associazione, che dà diritto di ricevere la rivista, può decorrere
da qualsiasi mese dell’anno. Il cambio di indirizzo è gratuito:
segnalatecelo al più presto per lettera o email
Impaginazione
Barbara Callegarin
Stampa
Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)
Editore
Associazione «Amici di san Leopoldo»
Spedizione in abbonamento postale
Pubblicazione registrata presso il Tribunale
di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,
n. 13870. Con approvazione ecclesiastica
e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini
Garanzia di riservatezza
Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san
Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali
relativi agli associati sono custoditi nel proprio
archivio elettronico con le opportune misure di
sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente
alla normativa vigente, non possono essere
ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso
dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per
l’invio della Rivista e iniziative connesse
In copertina: padre Leopoldo consola un
malato (Giuseppe Mincato)
Le foto, ove non espressamente indicato, hanno
valore puramente illustrativo
Questa testata non fruisce di contributi statali
Chiuso in prestampa il 18 febbraio 2020
e consegnato a Poste Italiane
tra il 16 e il 20 marzo 2020
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Redazione: direttore@leopoldomandic.it
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Redazione e santuario: 049 8802727
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Direttore Portavoce di san Leopoldo M.
Santuario san Leopoldo Mandić
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Rettore del santuario
Fra Flaviano Giovanni Gusella
Santuario san Leopoldo Mandić
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova
Sommario
N. 3 APRILE 2020 ANNO 60
4
8
10
11
12
16
18
20
22
24
26
28
38
34
6
30
36
37
Editoriale
MARIA E PAOLA, DUE GRANDI DONNE / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara
Attualità ecclesiale
SAN LEOPOLDO È «PATRONO DEI MALATI DI TUMORE» / di Flaviano G. Gusella
IL DECRETO VATICANO
LE PREGHIERE D’INTERCESSIONE
IL GUARITORE FERITO. PADRE LEOPOLDO E IL TUMORE / di Ubaldo Badan
LA NOSTRA PASQUA. QUALI “PIETRE” DOBBIAMO RIMUOVERE? /
LA PAROLA DEL PAPA / di papa Francesco
QUI I RAGAZZI DIVENTANO ADULTI IN 24 ORE / di Gianfranco Tinello
Fede & vita
L’ASSEMBLEA LITURGICA / CAPIRE LA MESSA > 2 / di Fulvio Rampazzo
UN DIO COINVOLTO E COINVOLGENTE / DIO NELLA BIBBIA > 3 / di Roberto Tadiello
San Leopoldo ieri e oggi
FARE IL BENE DOVE DIO CI PORTA / di Moreno Nalesso
SAN LEOPOLDO A MONTEGALDA / DEVOZIONE / di Alfredo Pescante
LA GUARIGIONE DEL CIECO NATO / ARTE IN SANTUARIO / di Anna Boscolo Artmann
LA SCELTA / IL «PADRE» DEI PICCOLI > 3 / di Antonia Di Lenna
Spiritualità
LA BEATA EUROSIA. COME UN FIORE DI CAMPO / di Giovanni Spagnolo
Rubriche
LETTERE A PORTAVOCE / di Massimo Ezio Putano
VITA DEL SANTUARIO / a cura della Redazione
GRAZIE, SAN LEOPOLDO / a cura della Redazione
CALENDARIO LITURGICO / di S.Z.
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 3
ATTUALITÀ ECCLESIALE
San Leopoldo
è «patrono dei malati di tumore»
È
ufficiale! La Congregazione per il culto divino
e la disciplina dei sacramenti, con decreto
datato 6 gennaio 2020, solennità dell’Epifania
del Signore, e firmato dal cardinale prefetto
Robert Sarah, accogliendo la richiesta
della Conferenza episcopale italiana, ha confermato
«san Leopoldo Mandić, presbitero, patrono presso Dio
dei malati d’Italia colpiti da tumore».
La comunicazione solenne ai fedeli è stata
data dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla
– convinto iniziatore e sostenitore del percorso fin
dal mese di marzo 2016 – durante una conferenza
stampa tenuta nella sede vescovile lo scorso 8 febbraio.
Erano presenti vari frati minori cappuccini, tra i quali
l’ex ministro generale fr. Mauro Jörhi, il ministro
provinciale del Triveneto fr. Roberto Tadiello,
il rettore del santuario fr. Flaviano Giovanni Gusella,
e il direttore del Portavoce fr. Giovanni Lazzara.
Don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale
per la pastorale della salute ha portato il saluto
del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della
Conferenza episcopale italiana.
Il vescovo di Padova ha poi voluto rinnovare il lieto
annuncio, tre giorni dopo, ai numerosissimi fedeli
presenti nella basilica di Sant’Antonio, in occasione
della Giornata mondiale del malato, annunciando una
celebrazione di ringraziamento diocesana durante la
festa annuale del santo, il 12 maggio prossimo.
Invito tutti voi, lettori del Portavoce, devoti e amici
di san Leopoldo, a unirvi al nostro inno di lode e di
benedizione al Signore che attraverso l’umile figura
del nuovo santo patrono manifesta il suo amore
paterno verso quanti sono nella sofferenza e sollecita
tutta la Chiesa a farsi madre attenta, compassionevole
e premurosa verso coloro che sono afflitti da sofferenze
fisiche o angosciati nello spirito.
Un grazie fraterno dal profondo del cuore anche
a quanti hanno pregato e collaborato per il buon fine
di questa iniziativa: i ministri cappuccini della Curia
generale e della Provincia veneta; il vescovo di Padova
e i suoi collaboratori; la Conferenza episcopale italiana
e il suo presidente S.Em. card. Gualtiero Bassetti che
ha accolto e fatta propria la petizione dei cappuccini e
del popolo di Dio, che ha espresso il proprio appoggio
con quasi 70.000 firme: egli ha «vivamente richiesto»
alla Congregazione che l’elezione e approvazione di san
Leopoldo come patrono dei malati di tumore, fatte dai
vescovi italiani il 15 novembre 2018, fossero confermate
dalla Congregazione per il Culto; don Franco Magnani,
direttore dell’Ufficio liturgico nazionale della Cei per
il competente e fraterno accompagnamento dell’iter
previsto; i medici del Comitato promotore, i volontari
che hanno dato la loro disponibilità per la raccolta
delle sottoscrizioni, le molteplici espressioni del popolo
di Dio che hanno appoggiato e sostenuto l’iniziativa
(Conferenza episcopale del Triveneto, cardinali e
vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, ammalati,
medici, operatori sanitari, firmatari della petizione,
operatori delle comunicazioni sociali, fedeli e devoti
padovani e italiani).
Infine, ma non per ultimo, tutta la nostra filiale
riconoscenza a papa Francesco, che si è detto «grande
devoto di san Leopoldo», per aver sigillato, attraverso
la facoltà concessa alla Congregazione per il Culto, il
voto dei fedeli e devoti, offrendo san Leopoldo come
patrono dei malati di tumore, dopo averlo presentato
al mondo intero come modello per i ministri del
8 | PORTAVOCE | APRILE 2020
sacramento della Riconciliazione, durante il Giubileo
della Misericordia.
Ed ecco i passaggi più importanti
dell’impegnativo percorso che ha portato, dopo
tre anni e mezzo, all’atteso e desiderato traguardo.
In seguito all’ostensione del corpo di san Leopoldo
nella basilica di San Pietro a Roma (5-10 febbraio
2016) e la designazione del Santuario come “chiesa
giubilare”, accogliendo la richiesta di alcuni medici
padovani e di noi frati, mons. Claudio Cipolla, il 23
luglio 2016 inoltrava domanda alla Congregazione per
il culto divino e la disciplina dei sacramenti affinché
san Leopoldo venisse nominato patrono dei malati di
tumore per la Chiesa universale, allegando il parere
favorevole della Conferenza episcopale del Triveneto
e di quella croata, dell’Ordine dei Frati Minori
Cappuccini, rappresentato dal ministro generale
e dal ministro provinciale del Triveneto e altri
rappresentanti religiosi d’Europa.
Quattro mesi dopo (21.11.2016) la Congregazione
rispondeva fornendo alcune indicazioni pratiche
sull’iter da seguire e suggerendo di procedere con
la richiesta del patrocinio per l’Italia, presentando
domanda alla Conferenza episcopale italiana.
Un anno dopo (28 novembre 2017), dall’Ufficio
liturgico diocesano, in seguito a contatti avuti con
Roma, ci sono venute le seguenti indicazioni: che
fosse il ministro generale dei Cappuccini, sentito il suo
Consiglio, a presentare domanda al presidente della
Cei e di procedere, contemporaneamente, con una
raccolta di sottoscrizioni da parte del popolo di Dio.
Nel corso della pratica sarebbe stato richiesto il parere
del vescovo di Padova, dopo aver sentito il Collegio dei
consultori e il Consiglio presbiterale diocesano. Quattro
giorni dopo (2 dicembre 2017) il ministro generale dei
Padova, 8.2.2020: conferenza stampa nella
quale il vescovo Claudio Cipolla dà lettura del
Decreto della Congregazione per il culto divino
Cappuccini, ottenuto il consenso del suo Consiglio,
inviava la domanda al card. Bassetti, il quale avviava
la procedura prevista: esame della domanda da parte
dell’Ufficio liturgico, del Consiglio permanente e,
infine dell’Assemblea generale.
Nei giorni e settimane seguenti vennero informati
i frati Cappuccini della Provincia e quelli italiani
e il vescovo di Padova. Con il consenso di questi,
poi, venne pubblicizzata l’iniziativa tramite gli organi
di stampa e il 20.1.2018, con la collaborazione di
numerosi volontari, iniziò la raccolta delle firme,
in santuario, in città, nel Triveneto e in tutta Italia.
Ci fu una risposta inaspettata. All’inizio del mese di
marzo le firme erano 21.000. Alla fine di aprile si arrivò
a 45.710; sei mesi dopo (fine ottobre 2018) 66.294
e 69.758 il 31 gennaio scorso.
Il 24.4.2018 don Franco Magnani (direttore
dell’Ufficio liturgico della Cei), chiedeva una breve
relazione sulla vita del santo; copia della risposta della
Congregazione per il culto al vescovo Cipolla (21.11.2016)
e il numero di firme raccolte fino a quella data.
Il 2 maggio (42° anniversario della beatificazione di
padre Leopoldo) il card. Bassetti informava il ministro
generale che la Commissione liturgica aveva espresso
parere favorevole.
Nel pomeriggio del 15.11.2018, venne diffuso il
comunicato finale della 72a Assemblea generale della
Cei con l’annuncio dell’approvazione, praticamente
all’unanimità, di san Leopoldo Mandić, quale patrono
dei malati oncologici. Otto giorni dopo (23.11.2018)
il Presidente della Cei ne dava notizia ufficiale al nuovo
ministro generale dei Cappuccini, fr. Roberto Genuin,
chiedendogli di presentare istanza al prefetto
della Congregazione per il culto divino e la disciplina
dei sacramenti per perfezionare l’iter della richiesta,
secondo quanto previsto dalle norme De patronis
constituendis. Così venne fatto un mese dopo
(22.12.2018).
Il 29 aprile 2019 il ministro generale riferiva al
cardinale Bassetti di aver ricevuto dalla Congregazione
per il culto divino l’indicazione che la domanda
per la concessione del Decreto doveva essere
presentata dal presidente della Conferenza episcopale
italiana. La domanda fu inviata il giorno seguente, 30
aprile 2019. Sempre su richiesta della Congregazione,
una ulteriore domanda, firmata dal presidente della
Cei, venne presentata il 14 dicembre 2019.
E, finalmente, in data 6 gennaio 2020,
il card. Robert Sarah firmava il decreto che confermava
«San Leopoldo patrono presso Dio dei malati d’Italia
colpiti da tumore». P
Flaviano Giovanni Gusella, rettore
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 9
ATTUALITÀ ECCLESIALE
San Leopoldo Mandić
è ufficialmente
riconosciuto dalla
Congregazione per il culto
divino e la disciplina
dei sacramenti, “patrono
dei malati d’Italia colpiti da
tumore”. Il decreto della
Congregazione vaticana, firmato
dal Prefetto card. Robert Sarah
e dall’arcivescovo Segretario
mons. Arthur Roche, porta
la data del 6 gennaio 2020,
solennità dell’Epifania
del Signore. L’annuncio
ufficiale in diocesi di Padova,
dove ha sede il santuario
che conserva le spoglie di san
Leopoldo, è stato dato sabato
8 febbraio, a ridosso della
Giornata mondiale del malato
(11 febbraio).
LA TRADUZIONE DEL DOCUMENTO
CONGREGAZIONE
PER IL CULTO DIVINO
E LA DISCIPLINA
DEI SACRAMENTI
PER L’ITALIA
Il decreto vaticano
San Leopoldo Mandić da Castelnuovo,
presbitero dell’Ordine dei
Frati Minori Cappuccini, che spese
tutta la sua vita nell’esercizio del ministero
della Riconciliazione e, che,
colpito da una malattia tumorale,
ne portò il grave e prolungato peso
con fede serena, è venerato con
particolare devozione dai malati e
dai loro famigliari.
Per questo motivo, accogliendo
gli unanimi voti dei fedeli, la Conferenza
dei Vescovi Italiani ha approvato
l’elezione di San Leopoldo
quale Patrono presso Dio dei malati
di tumore d’Italia e l’Eminentissimo
Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente
della medesima Conferenza
episcopale, con lettera del 14 dicembre
2019, ha vivamente richiesto che
una tale elezione ed approvazione
fosse confermata, a tenore delle
Norme canoniche concernenti la
Costituzione dei Santi Patroni.
Pertanto, la Congregazione del
Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
avvalendosi delle Facoltà
concessele dal Sommo Pontefice
FRANCESCO e avuta premurosa
considerazione a quanto richiesto,
ha accolto una tale supplica e, nonostante
qualsiasi cosa contraria,
conferma
SAN LEOPOLDO MANDIĆ,
PRESBITERO,
PATRONO PRESSO DIO
DEI MALATI D’ITALIA
COLPITI DA TUMORE
Dalla sede della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina
dei sacramenti,
6 gennaio 2020, nella Solennità
dell’Epifania del Signore.
✠ Robert Card. Sarah, Prefetto
✠ Arthur Roche,
Arcivescovo Segretario
10 | PORTAVOCE | APRILE 2020
Le preghiere d’intercessione
PREGHIERA DEL MALATO
O caro san Leopoldo, tu hai sempre aiutato
e consolato quanti ricorrevano a te nelle loro
necessità spirituali e materiali.
Animato da grande confidenza, anch’io ricorro
a te, così ricco di benevolenza e generosità.
Nella tua vita hai provato il turbamento
e la fatica di vivere con il tumore: stammi vicino.
Tu conosci la mia angustia e trepidazione:
vieni in mio aiuto. Sorreggi la mia fede, rafforza
la mia speranza, ottienimi la grazia di affrontare
la sofferenza e le cure del mio male, superando
positivamente questa prova. Intercedi presso
il Padre affinché il mio cuore trovi la pace
e la serenità vera.
Fa’ che io possa, con animo riconoscente,
ringraziare quel Dio misericordioso che tu stesso
proclamavi “medico e medicina”.
Gloria al Padre
PREGHIERA DEI FAMILIARI
O Signore, nostro creatore e salvatore, nella tua
vita terrena e in san Leopoldo ti sei fatto vicino
ai malati e agli sfiduciati.
Guarda con bontà gli uomini, le donne e i bambini
di ogni lingua, popolo e nazione che soffrono a
causa del tumore. Ascolta la nostra preghiera e
la supplica dei loro cari: san Leopoldo e la Beata
Vergine Maria li visitino spiritualmente e seggano
accanto a loro nelle lunghe ore di ospedale
e nelle notti insonni.
O san Leopoldo, rivolgiamo anche a te la nostra
supplica con il cuore colmo di tristezza
e trepidazione per il/la nostro/a caro/a (…).
Tu che hai consolato i molti che si accostavano
al tuo confessionale e li affidavi alla Vergine
Maria, “Parona Benedeta”, fa’ che nella grande
preoccupazione per questa malattia fiorisca la
gratitudine per la vita e la speranza che la salute
ritorni.
Gloria al Padre
Trovi queste preghiere anche su Internet:
https://tinyurl.com/preghiere-malati-tumore
PREGHIERA
PER GLI OPERATORI SANITARI
Caro san Leopoldo, nel tuo servizio di sacerdote,
confessore e consigliere spirituale, hai coltivato
sincera stima e autentica amicizia con gli
operatori sanitari: medici, chirurghi, specialisti
clinici, docenti universitari, infermieri. Come buoni
samaritani, assistevano e confortavano i malati
nelle corsie ospedaliere. Noi ti preghiamo perché
quanti sono a servizio della salute e della vita
umana sappiano coniugare sempre competenza
professionale con premurosa disponibilità.
Fa’ che il paziente sia sempre una persona da
rispettare nelle sue sensibilità, nelle sue paure
e attese. Ti chiediamo di illuminare lo studioso
nella ricerca di nuove cure, di guidare la mano del
chirurgo, di assistere il medico nella lettura dei
referti, nella giusta diagnosi e adeguata terapia.
O san Leopoldo, la presenza degli operatori
sanitari e dei volontari ospedalieri sia simile alla
tua: discreta, sempre serena e sorridente, come
quando accoglievi chi era afflitto da sofferenze
fisiche o angosciato nello spirito. Sappiano
infondere le medicine spirituali del coraggio e
della speranza.
Gloria al Padre, Salve Regina
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 11
ATTUALITÀ ECCLESIALE
Il guaritore ferito
Padre Leopoldo e il tumore
In passato l’umanità era colpita
da malattie di facile trasmissione
e si chiamavano “epidemie”
che decimavano pesantemente
la popolazione, come ad esempio
la peste e il colera. In periodi recenti
infuriavano malattie come la
tubercolosi (detta il mal sottile) che
riempiva i sanatori, come il «Busonera»
di Padova o l’isola di Sacca
Sessola a Venezia, e mietevano vittime
anche giovani. Ci furono perfino
dei mali contratti dagli animali:
il morbo dei legionari, il morbo di
Ebola e quello della mucca pazza.
Oggi ci sono i tumori che insidiano
la salute umana ad ogni età
ed entrano si può dire in ogni casa.
Alcune forme sono curabili e
consentono di allungare l’esistenza.
Ma altre sono a rapida evoluzione e
aggravamento fino ad esito infausto,
come le leucemie o tumori del sangue.
Ancora le ricerche scientifiche
non sono giunte a scoprirne le cause,
né a trovarne i rimedi.
Secondo i ricercatori, il tumore è
uno sviluppo anomalo delle cellule
che (se maligno) tendono a moltiplicarsi
in modo incontrollato e si
diffondono per tutto l’organismo,
interferendo nelle sue funzioni, fino
al decesso (metastasi). Oggi può essere
curato con la chemioterapia, rimosso
chirurgicamente, o distrutto
con la radioterapia.
Padre Leopoldo, oltre ad essere
afflitto da dolorosa artrite deformante,
fu aggredito da tumore maligno
all’esofago, che lo condusse
alla tomba. L’esofago, sotto forma
Nonostante il declino fisico e il progresso
della malattia, padre Leopoldo non voleva mettersi
a riposo. Le persone da accogliere, da confessare
e da guidare spiritualmente, le considerava
più preziose del suo riposo e della sua stessa salute.
Negli ultimi mesi della vita, subì un lungo ricovero,
ma anche i medici poterono far poco
contro il tumore che l’aveva aggredito
P. Ubaldo Badan, frate cappuccino,
oggi novantenne, guarito da tumore
per intercessione di san Leopoldo
nel 2006 (cf. Per grazia ricevuta,
a cura di Giovanni Lazzara,
Edizioni San Leopoldo, Padova 2018,
pp. 17-20).
A destra, p. Leopoldo in una foto
scattata nel luglio del 1942, pochi
giorni prima della morte (30 luglio)
d i U b a l d o B a d a n
di tubo, è il tratto dell’apparato digerente
che collega la bocca con
lo stomaco, passando attraverso
il diaframma, che separa il torace
dall’addome. Coinvolge il problema
della digestione. Quello che comunemente
si dice “bruciore di stomaco”
chiama direttamente in causa
l’esofago.
Padre Leopoldo chiedeva con
tenacia un “caffè caldo” (bollente)
ogni pomeriggio, al punto che qualche
confratello la considerava una
piccola “mania”. Possiamo invece
ipotizzare che fosse quella specie di
“bruciore di stomaco” che il venerato
Padre già avvertiva (avvisaglia del
tumore) e che cercava di sedare assumendo
una bevanda bollente? Era
un’antica prassi assumere un rimedio
della stessa specie del male fisico
avvertito: più calore per calore.
Durante l’inverno 1940-1941, i
dolori allo stomaco che affliggevano
Padre Leopoldo da una vita si acutizzarono
ulteriormente e si pensò
ad una ulcera gastrica. Lui invece
12 | PORTAVOCE | APRILE 2020
scriveva ad una persona devota:
«Quanto alla mia salute va abbastanza
bene, ho un po’ d’incomodo alla
gola, si tratta di un po’ di nervoso.
Sento ancora debolezza alle gambe,
quindi stento a camminare».
Ricoverato all’infermeria del convento,
dovette sospendere il servizio
del confessionale in chiesa, con
suo sommo rammarico. Appena le
forze glielo permisero, ritornò giù a
ricevere i penitenti e a confortare le
persone afflitte da qualche angustia.
Lo visitava il prof. Enrico Rubaltelli,
specialista otorinolaringoiatra, che
consigliò un ricovero all’ospedale
civile di Padova, per una cura più
ampia e accurata. Entrò nel reparto
dozzinanti, seguito dal prof. Felice
Rodighiero, anch’egli specialista in
quel settore della medicina.
1° aprile 1942, il prof. Aldo Zaniboni,
primario di chirurgia, invia
un suo assistente (dr. Paolo Angi)
al convento dei cappuccini per fare
una ipodermoclisi al frate ammalato.
Resosi conto che era gravissimo,
chiese un consulto medico. Al convento
convennero il prof. Pio Bastai
e il prof. Aldo Zaniboni. Si temeva
che la trasfusione di sangue gli fosse
fatale. Perciò si decise il ricovero
ospedaliero. Qui l’operazione ebbe
un esito insperato e fu ripetuta più
volte. Il paziente ringraziava caldamente,
ripetendo: «Mi hanno restituito
la vita».
Dopo un mese di degenza, poté
ritornare in convento: sembrava rimesso,
ma la malattia continuava a
logorare quel fragile corpo, che aveva
superato la settantina.
Nei tre mesi che gli restarono,
egli continuò il ministero delle confessioni,
trasformando in confessionale
la cameretta dell’infermeria. Il
12 maggio compiva 76 anni, un’età
alquanto avanzata per quei tempi,
ma la vita lentamente si spegneva,
come una candela. Il 23 giugno riusciva
a scrivere a don Giovanni Calabria
(1873-1954; santo dal 1999) un
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 13
IL GUARITORE FERITO. PADRE LEOPOLDO E IL TUMORE
foglietto in cui si raccomandava alle
sue preghiere e precisava: «A Lei è
noto che sono stato ammalato a morte
e che ho avuto i Supremi conforti
della Fede: gli Olii Santi e il Viatico.
Ma piacque al Signore di ridonarmi
la vita. Ma ora di nuovo un altro male
mi preoccupa. La artrite da vari mesi
mi piglia il petto, ed anche le parti interne:
l’esofago, per cui stenta passare
il cibo, e alle volte affatto ottura il
canale. Quindi mi è impedito il mezzo
di alimentarmi. Certo questo mio incomodo
è molto grave». 1
Il tumore all’esofago compromette
l’alimentazione per via ordinaria.
Negli anni Quaranta del secolo scorso
non esistevano ancora le forme
alternative a quelle per bocca. Ad
esempio non c’erano ancora la cannule
di plastica o altri ritrovati della
tecnologia odierna. Se i medici si
occupavano delle cure al paziente,
come le trasfusioni di sangue, altri
si attivavano per la difficile, quasi
impossibile alimentazione dell’infermo.
Entrarono in campo Angelo Marzotto
e Ada Bonetto, una coppia di
sposi senza figli. Soprattutto Angelo
(1899-1985) era un grandissimo amico
e confidente di Padre Leopoldo,
e ciò per 19 anni fino alla morte
del cappuccino. I coniugi Marzotto,
residenti a Salboro, alle porte di
Padova, si assunsero il compito di
preparare e far giungere al venerato
amico cibi leggeri e di facile digestione.
Provvidero un po’ di pane
bianco e tenero, che in quel tempo
di guerra era quasi scomparso; poi
latte fresco di stalla, brodo di colombino,
zabaione, macedonia di frutta.
Ada confezionava e Angelo in bicicletta
recava gli alimenti al convento
di Santa Croce.
Osserva il prof. Rubaltelli, suo
medico curante: «Un’avanzata neoplasia
dell’esofago lo stava devastando:
per l’età, la sede, il volume,
il grave deperimento dell’ammalato
non lasciava alcuna speranza di gua-
Alcune tra le persone più vicine a p. Leopoldo nel tempo della sua malattia.
Sopra, i coniugi Angelo Marzotto (originario di Salboro, alle porte di Padova)
e Ada Bonetto.
Sotto, il prof. Enrico Rubaltelli, qui con il vescovo di Padova mons. Girolamo
Bortignon, medico emiliano e docente a Padova in Clinica otorinolaringoiatrica
14 | PORTAVOCE | APRILE 2020
LITANIE DEL ROSARIO CON I MALATI
rigione né con trattamento medico,
né con quello chirurgico. Si limitarono
a trasfusioni di sangue a
scopo antianemico e ricostituente.
Ed ebbe inizio così – ma chissà da
quanto tempo soffriva e taceva per
non essere tolto dalla sua missione
– quel tremendo calvario che è la
morte per fame». 2
Eppure padre Leopoldo poté
ogni giorno celebrare la messa
e, con somma incredulità dei sanitari,
assumere la comunione
(pane e vino consacrati), fino al
penultimo giorno della sua vita.
Un piccolo miracolo.
Il 30 luglio 1942, nell’infermeria
del convento di Santa Croce,
ricevuta l’Unzione degli infermi
e la raccomandazione dell’anima,
padre Leopoldo si spegneva. Moriva
per tumore: ora è invocato
come “protettore dei malati di
tumore”. Perché? L’autore della
Lettera agli Ebrei osserva che Cristo
«proprio per essere stato messo
alla prova e avere sofferto personalmente,
egli è in grado di venire
in aiuto a quelli che subiscono la
prova» (Eb 2,18).
Come Gesù, anche san Leopoldo
è, per così dire, un “guaritore
ferito”. Ha sperimentato in vita
una dolorosa vicenda oncologica
e ora, se invocato con fede salda,
può aiutare i malati ad affrontare
quel male che non perdona.
Persone devote assicurano d’aver
ottenuto delle grazie, fino all’inspiegabile
guarigione della loro
malattia. «Dio è medico e medicina»
ripeteva padre Leopoldo.
Lo ripete dal cielo spronando alla
fiducia e speranza quanti sono
assaliti dal male. P
1
Remigio Battel e Giovanni Lazzara (a
cura), Dall’intimo del mio povero cuore.
Lettere e altri scritti di san Leopoldo
Mandić, Edizioni San Leopoldo, Padova
2015 (II ed.), p. 69.
2
Enrico Rubaltelli, Dio è medico e medicina,
Edizioni San Leopoldo, Padova
2017 (VI ed.), p. 102.
Maria, madre di misericordia - prega per noi
Maria, addolorata ma forte nella fede
Maria, madre della provvidenza
Maria, salute degli infermi
Maria, nostra signora di Lourdes
San Raffaele, Angelo che porti la guarigione
Santi Apostoli di Cristo, che guariste i malati
Sant’Anna, patrona delle partorienti
San Luca, medico ed evangelista
San Paolo, forte nella debolezza
Santi Cosma e Damiano, medici colmi d’amore
Santa Lucia, che proteggi la vista
San Biagio, che proteggi la gola
Santa Dinfna, patrona dei malati di mente
San Rocco, che ci proteggi dai contagi
San Giovanni di Dio, che ci inviti a fare il bene
San Giovanni Leonardi, patrono dei farmacisti
San Camillo de Lellis, con il cuore nelle mani
Sante Vincenza e Bartolomea, suore della carità
San Vincenzo de’ Paoli, apostolo tra i malati e i poveri
Santa Giovanna Antida (Thouret), serva della carità
San Giuseppe Cottolengo, sospinto dall’amore
Santa Clelia Barbieri, madre dei sofferenti
Santa Bernadette, illuminata dal sorriso della Vergine
San Giacomo Cusmano, padre dei poveri
Sant’Agostina (Pietrantoni), infermiera fino al martirio
Santa Maria Giuseppina (Vannini), figlia di San Camillo
San Benedetto Menni, padre di misericordia
San Luigi Guanella, che distribuivi pane e paradiso
Santa Maria Bertilla (Boscardin), apostola tra i bambini malati
San Filippo Smaldone, padre per i sordomuti
San Giuseppe Moscati, medico dei poveri
San Riccardo Pampuri, che portavi i malati a Dio
San Luigi Orione, provvidenza per i sofferenti
San Leopoldo (Mandić), patrono dei malati di tumore
San Carlo Gnocchi, padre dei bambini mutilati
Santa Gianna (Beretta Molla), medico e madre fino al dono della vita
San Pio da Pietrelcina, sollievo nella sofferenza
Santa Teresa di Calcutta, missionaria della carità
San Giovanni Paolo Il, testimone nella malattia
Beato Angelo Paoli, che portavi gioia tra i malati
Beata Chiara Bosatta, vicina ai più fragili
Beata Domenica (Bruna Barbantini), ministra degli infermi
Beato Luigi Tezza, misericordioso verso i sofferenti
Beato Piergiorgio Frassati, colmo di gioia trascinante
Beato Enrico Rebuschini, che chiamavi signori i sofferenti
Beata Raffaella Cimatti, angelo dei malati
Beata Benedetta (Bianchi Porro), certa che la fede fa fare prodigi
Beato Luigi Novarese, silenzioso operaio della croce
Beata Chiara Luce (Badano), giovane promessa a Cristo
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, ascoltaci, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi
Prega per noi, santa Madre di Dio, rendici degni delle promesse di Cristo
Preghiamo Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre
la salute del corpo e dello spirito e per la gloriosa intercessione di Maria
santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla
gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive
e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
(testo di mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma)
SAN LEOPOLDO IERI E OGGI
San Leopoldo a Montegalda
Devozione Quasi a
metà strada tra Padova
e Vicenza, una grande,
bella chiesa ospita una
preziosa testimonianza
di devozione familiare
al santo confessore
d i A l f r e d o P e s c a n t e
Entrando nella maestosa
chiesa parrocchiale di Montegalda
– cittadina che conta
3.500 anime, in provincia di
Vicenza, ma diocesi di Padova
–, ci colpisce la sua ampiezza e la
vastità del presbiterio: quasi una basilica
tra il verde dei sette colli su cui
insiste l’intero abitato, che ha pur la
gioia di vantare la presenza di sette
chiese. Par di essere dinanzi a un sito
baciato dalla natura, accarezzato
dal fiume Bacchiglione e trapunto di
nobili emergenze architettoniche. I
fedeli, fieri di questi doni del cielo,
sono assai legati ai loro sacerdoti e
alle pratiche cristiane.
Poco lontano si trova ancora l’antica
Pieve dedicata alla martire patavina
Santa Giustina, titolo migrato a
quest’imponente costruzione, progettata
nel 1950 da Stanislau Peschi
che ha scelto la pietra chiara dei vicini
colli, traforandone la facciata e
i lati con gentili logge ad addolcirne
l’impatto.
Abbacinanti, con le luci accese o
percossi dal sole, risultano i grandiosi
affreschi di stile bizantino che
coprono il catino absidale, realizzati
tra il 1999 e il 2000 dall’artista rumeno
Mihail Ivanov e dalla consorte,
al pari di squillanti mosaici che
26 | PORTAVOCE | APRILE 2020
squadernano le immagini divine,
della Vergine e di santi alla meditazione
dei fedeli. Marmorei altari
addossati alle pareti inneggiano al
Sacro Cuore, alla Vergine e ai santi
Giuseppe, Antonio e Leopoldo
Mandić.
LA DEVOZIONE A PADRE LEOPOLDO
In genere è un gruppo di fedeli a far
innalzare un capitello, un altare o
una statua dedicati a un particolare
santo, perché affascinati da un suo
carisma o dal quale hanno ottenuto
una grazia. Talvolta capita, come
nel nostro caso, sia una famiglia a
decretarne l’erezione, con l’intento
di far conoscere ad altri fedeli un
A destra e a sinistra, il grande affresco
dell’artista rumeno Mihail Ivanov
con due raffigurazioni di san Leopoldo.
Sotto, la facciata della chiesa
parrocchiale di Montegalda (VI)
e la statua di san Leopoldo, opera
di artigiani della Val Gardena
santo nel quale ripongono grande
fiducia e che spesso invocano.
Non sappiamo se padre Leopoldo
sia transitato da queste parti,
al pari di sant’Antonio di Padova:
Montegalda si trova su una importante
via che da Padova porta a Vicenza
ed è località vigilata da un castello,
anticamente torre di guardia,
come farebbe capire il toponimo. In
questo centro, a circa venti chilometri
da Padova, c’è chi frequentava e
continua a frequentare il convento
dei frati Cappuccini di Santa Croce,
dove visse padre Leopoldo. L’averne
parlato ai propri cari e ai concittadini,
ha fatto sì che crescesse un
drappello di devoti.
L’arciprete don Silvano Silvestrin
è lieto di questa devozione sorta
decenni prima del suo arrivo e ha
parole di elogio per quanto è stato
realizzato: «Meravigliosi dipinti
e una bella statua. Noto che più di
qualcuno ricorda il santo accendendo
ceri o portando fiori dinanzi al
suo altare».
L’ALTARE
Dove troviamo l’altare di san Leopoldo?
Non poteva essere collocato
in miglior sito: entrando dalla destra,
il primo, vicino a un confessionale,
ribadendo che è stato egli
il “confessore per eccellenza” del
secolo scorso. Quale bellezza: non
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 27
SAN LEOPOLDO A MONTEGALDA
SAN LEOPOLDO IERI E OGGI
solo la statua lignea opera di artigiani della Val
Gardena, ma pure il grande affresco realizzato
da Mihail Ivanov! La statua è molto semplice nella
composizione: l’iconografia classica del frate
confessore, stola violacea sulle spalle, che con
fare paterno benedice.
Molto più elaborato il disegno di Ivanov che
si destreggia da grande artista tra colori vivaci
e oro raggiante, presentando padre Leopoldo in
modo geniale. Il santo è al centro della composizione,
inginocchiato in mezzo all’azzurro mare
e, spalle alla chiesa di Montegalda, orante col rosario
in mano, guarda la sua terra, le Bocche di
Cattaro, invocando l’unità tra la Chiesa cattolica
e quella d’Oriente. Il programma è chiaramente
espresso dalla didascalia posta al di sotto della
sua figura: «Ut unum sint!» (lat. «Perché siano
una cosa sola», parole tratte dalla preghiera sacerdotale
di Gesù, al cap. 17 del vangelo di Giovanni,
ndr)
In alto, racchiuso in un cerchio, l’effigie di Cristo,
alla sinistra papa Giovanni XXIII, che sollecitò
l’unione dei cristiani, e a destra san Carlo
Borromeo. Molto belle le due scene nella parte
inferiore dell’affresco: a sinistra, padre Leopoldo
benedicente accoglie al confessionale una
famiglia e, a destra, l’abbraccio fra Paolo VI e il
patriarca ortodosso Atenagora. Chiaro lo scopo
di questa composizione, espressa peraltro dalla
famiglia Cattaneo, in una targa dedicatoria: «In
memoria di Carlo Cattaneo devoto a san Leopoldo.
“O san Leopoldo apri i nostri cuori allo spirito
ecumenico!”».
IL DONO DI UNA FAMIGLIA DEVOTA
«La mia famiglia da decenni è devota al santo
cappuccino», dice la quasi novantenne Maria
Bortolan, vedova Cattaneo. «Spesso ci recavamo
al suo convento per le celebrazioni liturgiche e
le confessioni, specie mio marito Egidio che ora
non c’è più e il figlio Carlo, malato di distrofia
muscolare, scomparso nel 2000, a 37 anni».
«Com’è rimasto contento Carlo», ricorda la
signora Bortolan, «quando abbiamo inaugurato
la statua durante l’Anno Santo del 1984. Non
ha avuto l’opportunità di veder completato
quest’angolo di devozione perché l’affresco è
stato svelato il 14 ottobre 2001. Di certo, dopo
la protezione ricevuta in questa terra, è andato
a godere, faccia a faccia, il suo amato padre Leopoldo
in Paradiso. Era tanto buono il mio Carlo e
non si lamentava mai». P
La guarigione
del cieco nato
Arte in santuario Opera del
veronese Pellizzari, la tela mette
in scena un miracolo evangelico.
Che è pure momento di incontro
tra la compassione del Signore
e la gratitudine dell’uomo
d i A n n a B o s c o l o A r t m a n n
Una pregevole perla, che arricchisce la serie di
quadri che abbelliscono il santuario leopoldiano,
è La guarigione del cieco nato. A tema, nuovamente,
un episodio evangelico, un miracolo
di Gesù, qui oggetto di degna attenzione, di
stupore. La narrazione pittorica si pone come riflessione
della guarigione miracolosa raccontata nel Vangelo
di Giovanni.
«Passando, Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i
suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui
o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Rispose Gesù: “Né
lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano
manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le
opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene
la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel
mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo, sputò per
terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi
del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Siloe”
– che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci
vedeva…» (cf. Gv 9,1-41).
Posta al centro della parete sinistra della navata della
chiesa, la grande tela, di valido esito narrativo, è attribuita
a Giovanni Battista Pellizzari (1598-1660), portando
la data del 1635, risulta dallo stesso dipinta all’età di 37
anni. L’artista veronese ci introduce abilmente nella dinamica
di un evento straordinario, ma improntato a realismo
e immediatezza, con notazioni dal timbro cromatico
vario, che va da toni accesi ad altri, più pacati, scuri,
quasi spenti. L’atmosfera della scena appare sospesa, di
attesa non concitata, con tratti di nitore per dare rilievo
28 | PORTAVOCE | APRILE 2020
a taluni personaggi. Di impatto visivo ed emotivo è l’umano,
commovente gesto di Gesù che pone le dita della
sua mano sugli occhi del cieco ridandogli la sospirata
vista, dopo avere prodotto del fango con la saliva, così
come descrive l’evangelista Giovanni.
Il giovane guarito, gratificato per la nobile, generosa
azione del Cristo e profondamente toccato dal gesto e
gratificato, proclama con forza la sua fede chinandosi
devotamente a terra innanzi al suo benefattore.
La scena è ben strutturata nella cornice di figure più
o meno decise. Accanto al miracolato, si distingue una
gentildonna, dall’abito sfarzoso, dall’atteggiamento partecipato
e lievemente pensoso. Interessanti pure le figure
degli animati discepoli e dei curiosi accorsi sul luogo,
sempre sul punto di rivolgere domande, dubbi, insinuazioni
al Cristo, che mai si sottrae ai loro toni indagatori.
La persona di Gesù Cristo occupa il centro della
scena; appare imponente, carica di sofferta dolcezza e
umanità. Su di essa si concentra l’attenzione del pittore,
il quale pone in evidenza con una luminosa aureola il
capo e fa scivolare, con forza cromatica, la pennellata
morbida, carezzevole sul mantello gonfiato, tanto ampio
da avvolgere la figura snella.
Il volto rivela segni commoventi di comprensione, di
toccante umanità, anche se un po’ malinconico. Alle sue
spalle, inginocchiata, forse per assistere meglio alla scena,
la figura di un discepolo, il cui abbigliamento è ampio,
vaporoso, tale da imprimere volumetria alla figura.
È questa, ormai lo conosciamo, la cifra pittorica del
Pellizzari, artista dalla tavolozza un po’ severa con tratti
più accesi, dai fremiti di colore più caldo.
La scena del miracolo di guarigione ha come sfondo
un ambiente classicheggiante che si apre, come il sipario
di un teatro, su colonne, pronai, architravi, cupole
di templi. In alto, porzioni di cielo incupito, percorso da
migranti nubi poco promettenti.
Poiché è stato detto che l’arte è un’avventura della
mente, ma alimenta il cuore e tutta una galassia di
sentimenti, è con un senso di piacere e di immersione
emotiva che ci accostiamo alle opere di artisti che hanno
segnato e disegnato, con il loro genio, la nostra storia
di uomini, anche sognatori. P
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 29
VITA DEL SANTUARIO
Per la pubblicazione,
inviate la foto del vostro
pellegrinaggio di gruppo a:
web@leopoldomandic.it
Dal 12 gennaio al 9 febbraio
2020 hanno visitato il nostro
santuario 20 gruppi, per un
totale di circa 1.020 persone
provenienti da Mira (VE), Legnaro
(PD), Zagabria (Croazia), Forlì,
Križevac (Bosnia ed Erzegovina),
Padova, Venezia, Bovolone (VR),
Prato, Mirano (VE), San Pietro
Viminario (PD), Pozzoleone (VI),
Padova-Torre, San Stino di
Livenza (VE), Borgoricco (PD)
e inoltre da altre località
di Polonia, Slovenia e Croazia
12.1.2020: bambini della prima confessione dalla parrocchia di Legnaro (PD)
con alcuni loro genitori e don Daniele
25.1.2020: gruppo dalla parrocchia di Bovolone (VR) con don Cristiano
26.1.2020: bambini di prima confessione
dalla parrocchia di Voltabarozzo-Padova
con don Gianluca
25.1.2020: bambini della prima confessione
dalla parrocchia dei Gesuati e San Trovaso
di Venezia con il parroco don Andrea
30 | PORTAVOCE | APRILE 2020
1.2.2020: bambini del catechismo dalla parrocchia di Mirano (VE)
con don Mario e genitori
1.2.2020: gruppo del catechismo dalla parrocchia
di Padova-Mandria
2.2.2020: bambini e genitori dalla parrocchia di Pozzoleone (VI)
8.2.2020: bambini del catechismo da Padova-Torre
9.2.2020: bambini di prima confessione dalla parrocchia
di Borgoricco (PD)
9.2.2020: gruppo da San Stino di Livenza (VE)
17.1.2020: il card. Berhaneyesus
Demerew Souraphiel, arcivescovo
di Addis Abeba, presidente
del Consiglio della Chiesa Etiopica,
della Conferenza episcopale
di Etiopia ed Eritrea e
dell’Associazione delle Conferenze
Episcopali dell’Africa Orientale,
in visita al santuario
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 31
18-25 GENNAIO: SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
1
2
3
4
I preti che si sono
succeduti nella presidenza
dell’eucaristia durante
la Settimana di preghiera:
Tommaso Opocher (foto 1),
Stefano Manzardo (2),
Federico Lauretta (3),
fra Fabio Maria Spiller (4),
Cesare Contarini (5),
Giampaolo Dianin (6),
Carlo Broccardo (7),
Leopoldo Voltan (8)
5
6
7
8
32 | PORTAVOCE | APRILE 2020
1
2
3
5
Nell’ambito delle celebrazioni della Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani, il santuario ha ospitato il consueto
concerto musicale animato da fedeli di diverse denominazioni
cristiane: Chiesa ortodossa moldavo-russa con p. Vasilij
Scestovskij (foto 1), padri mechitaristi dell’Isola di San Lazzaro
degli Armeni, Venezia (2), Chiesa ortodossa rumena
con p. Gheorghe Liviu Verzea (3), monaci benedettini della
Basilica di Santa Giustina in Padova (4), don Igor Boyarsky
della Chiesa cattolica ucraina (5), coro cattolico “Giovaninote”,
diretto da Marta Badon, da Villatora di Saonara, PD (6)
4
18 GENNAIO: CONCERTO ECUMENICO «CANTARE INSIEME LA FEDE»
6
APRILE 2020 | PORTAVOCE | 33
ORARI DEL SANTUARIO
APERTURA
Chiesa: ore 6-12 / 15-19
Cappella del santo:
ore 8-12 / 15-19
PENITENZIERIA
Festivo: ore 6.15-12 / 15-19
Feriale: ore 7-12 / 15-19
Il lunedì pomeriggio i frati sono
impegnati in comunità, pertanto non
sono disponibili per le confessioni
OGNI MALATTIA GRAVE È UNA PROVA
Come ha affrontato, san Leopoldo, i limiti personali e le sue malattie?
Perché mostrava tanta compassione per le persone povere e malate?
Il libretto risponde a queste domande e, attraverso il racconto
di oltre trenta testimonianze, spiega la sua potente intercessione
in favore di quanti si rivolgono a lui.
Giovanni Lazzara (a cura), Per grazia ricevuta. San Leopoldo e i malati di tumore.
Testimonianze, Edizioni San Leopoldo, 2018, pp. 48, euro 2,00
SANTE MESSE
Festivo: ore 6.30, 7.45, 9, 10.15,
11.30, 16, 18
Feriale: ore 7, 8.30, 10, 18
Sabato pomeriggio e vigilia
delle feste: ore 16, 18
PREGARE CON I FRATI
ore 6.20: celebrazione delle lodi,
meditazione e s. messa.
ore 19: recita del santo rosario
e vespri (giovedì: adorazione
eucaristica e vespri)
PELLEGRINAGGI
Per informazioni o prenotazioni,
telefonare alllo 049 8802727
(orario di ufficio),
email: info@leopoldomandic.it.
Chiediamo di indicare il numero
dei pellegrini, la data e l’ora prevista
dell’arrivo, la necessità di una
presentazione del santuario,
l’intenzione di celebrare la santa
messa con un sacerdote del gruppo.
Il santuario rimane chiuso
dalle ore 12 alle 15
IL TUO «5 X MILLE» PER LE OPERE DI CARITÀ
DEI FRATI CAPPUCCINI
Sostieni l’Associazione di volontariato «Amici di san Francesco»,
per le opere di carità dei cappuccini del Triveneto. Non ti costa nulla.
Basta la tua firma e scri vere il numero di codice fiscale 90082970279
nella dichiarazione dei redditi (modello CUD, 730, UNICO)
I
IN CASO DI MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVA C.M.P., DETENTORE
DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA