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syndicom rivista N.15

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 15 Febbraio-Marzo 2020<br />

<strong>rivista</strong><br />

Più tutele<br />

per<br />

chi lotta!


Pubblicità<br />

MARCH th<br />

MARS<br />

MARZO<br />

MÄRZ<br />

2020<br />

WE'RE NOT GIVING UP ! **<br />

ON LÂCHE RIEN ! **<br />

LA LOTTA CONTINUA ! **<br />

WIR LASSEN NICHT LOCKER ! **


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: Licenziamenti<br />

antisindacali<br />

16 Dalle professioni<br />

22 Politica<br />

24 Per una tredicesima AVS<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Uno scudo per coloro che lottano per noi<br />

I rappresentanti sindacali, i membri delle commissioni<br />

del personale e i membri dei consigli di<br />

fondazione delle casse pensioni svolgono un lavoro<br />

difficile e di pubblica utilità. Affrontano<br />

questioni che possono metterli in pericolo.<br />

Se il datore di lavoro sceglie di licenziarli, essi<br />

non sono sufficientemente protetti dalla legge<br />

poiché il reintegro non viene contemplato ma al<br />

massimo viene concessa un’indennità che non<br />

supera sei mesi di stipendio. In realtà, anche<br />

quando viene accordata, si riduce addirittura a<br />

due-tre mensilità.<br />

La buona notizia è che diversi contratti collettivi<br />

di lavoro hanno ora previsto uno scudo efficace<br />

includendo un’esplicita protezione contro<br />

il licenziamento di queste persone nello svolgimento<br />

delle loro funzioni, come nel caso del CCL<br />

Posta 2021 oppure del CCL di Swisscom. Una<br />

precauzione utile, come lo sono anche le procedure<br />

specifiche di mediazione, i preavvisi prolungati<br />

e le indennità salariali che raddoppiano<br />

quelle previste dalla legge.<br />

Riconosciamo il buon funzionamento di questa<br />

tutela. Auspichiamo che tali disposizioni di protezione<br />

facciano in futuro sistematicamente<br />

parte delle clausole incluse nei nuovi CCL!<br />

Ma occorre che la legge svizzera rispetti finalmente<br />

il diritto pubblico superiore, ovvero la<br />

Convenzione europea dei diritti dell’uomo e le<br />

Convenzioni dell’OIL.<br />

Il nostro paese deve tutto questo a coloro che<br />

si battono per gli altri.<br />

4<br />

8<br />

22<br />

Sylvie Fischer, caporedattrice <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong>


4<br />

Team vincenti<br />

I migliori reclutatori dell’anno<br />

Yvan Bianchini (44)<br />

Cresciuto in Val-de-Travers (NE), vive a<br />

Bellinzona. Appassionato di nuove<br />

tecno logie, ha frequentato una scuola<br />

superiore tecnica e circa dieci anni fa<br />

è stato assunto presso Swisscom dove<br />

attualmente lavora nella hotline dedicata<br />

ai clienti privati. È rappresentante<br />

del personale per il Ticino e da due anni<br />

è attivamente impegnato presso <strong>syndicom</strong>.<br />

Terzo miglior reclutatore 2019.<br />

Tamara Balzer (36)<br />

Vive a Zurigo e studia giurisprudenza<br />

presso l’università cittadina. Lavora<br />

part-time (50%) come call agent presso<br />

il contact center dell’azienda Telag.<br />

Dal 2015 è membro di <strong>syndicom</strong> e ha<br />

appena ricevuto il riconoscimento<br />

come miglior reclutatrice del 2019.<br />

Remo Rupp (61)<br />

Vive a Reinach (AG) e dal 2018 è membro<br />

di <strong>syndicom</strong>. Da trent’anni lavora<br />

presso un imprenditore di AutoPostale<br />

a Sursee. Ha partecipato alle trattative<br />

per la petizione «No al lavoro gratuito<br />

presso AutoPostale!». Fa parte del<br />

gruppo di esperti LDL e della delegazione<br />

negoziale per il CCL AutoPostale.<br />

Secondo miglior reclutatore 2019.<br />

Testo: Nick Manouk<br />

Foto: Alexander Egger<br />

Solo l’unione fa la forza<br />

Molti dei nostri colleghi sembrano<br />

credere che i miglioramenti nelle<br />

condizioni di lavoro piovano semplicemente<br />

dal cielo. Alcuni hanno paura<br />

di parlare dei problemi relativi ai<br />

salari e agli orari perché temono di<br />

avere delle ripercussioni. In tal caso<br />

cerchiamo di spiegare loro che solo<br />

insieme possiamo essere forti e che<br />

con un sindacato alle spalle è molto<br />

più facile esigere dei miglioramenti<br />

presso il datore di lavoro con maggior<br />

consapevolezza e forza. Individualmente<br />

è possibile discutere la<br />

propria situazione lavorativa al massimo<br />

con il proprio superiore diretto,<br />

ma più lavoratori iscritti al sindacato<br />

possono arrivare fino ai dirigenti.<br />

Noi tre proveniamo da settori diversi<br />

che hanno però in comune il fatto<br />

che il mondo del lavoro sta attraversando<br />

una fase di forte cambiamento.<br />

Digitalizzazione, corsa al profitto<br />

e tagli celano il pericolo di condizioni<br />

di lavoro precarie. Ecco perché durante<br />

la pausa o in occasione della<br />

birretta post-lavoro cerchiamo di<br />

sensibilizzare non solo sui problemi<br />

individuali e richiamiamo l’attenzione<br />

sulle concrete possibilità di intervento<br />

di <strong>syndicom</strong>. Un CCL può ad<br />

esempio essere una vera benedizione<br />

per tutto il settore. L’idea che il contributo<br />

sindacale sia una specie di investimento<br />

per il proprio futuro professionale<br />

non è facile da spiegare.<br />

In generale, le conoscenze in materia<br />

sindacale sono scarse. Pertanto i<br />

maggiori risultati si ottengono attraverso<br />

il nostro impegno volontario e<br />

il contatto personale nell’ambiente<br />

di lavoro. Importantissimo: non alimentare<br />

aspettative elevate e non<br />

fare promesse a vuoto che nessuno è<br />

in grado di mantenere. Quanti più<br />

problemi ci sono, più popolarità<br />

avranno i sindacati e tanto più facile<br />

sarà per noi reclutare nuovi membri.<br />

Riteniamo che tutti i lavoratori debbano<br />

ricevere un trattamento equo e<br />

andare volentieri al lavoro. Le ingiustizie<br />

ci fanno arrabbiare e ci motivano.<br />

Purtroppo, spesso siamo in contatto<br />

solo con i colleghi più stretti,<br />

spesso l’azienda è troppo grande e<br />

non conosciamo le persone che lavorano<br />

in altri reparti. Raggiungerle è<br />

un grande dispendio di energie.<br />

Bisogna sopportare il fatto che in<br />

qualità di membri sindacali si viene<br />

considerati come un elemento di<br />

disturbo e che non si è ben visti dal<br />

capo. In compenso, ogni nuovo<br />

membro reclutato è un successo che<br />

ci rende un pochino orgogliosi.


Brevi ma utili<br />

No al dumping salariale \ Aumenti a UPC e Sunrise \ Un limite alle<br />

casse malati \ Attenti al «native advertising» \ Multinazionali responsabili,<br />

verso il referendum? \ Attestato fiscale online \ Contatti<br />

5<br />

No al dumping salariale<br />

Più di 7mila firme raccolte per l’iniziativa<br />

cantonale “Rispetto per i diritti di chi<br />

lavora! Combattiamo il dumping salariale”.<br />

Tre anni e mezzo dopo la prima<br />

iniziativa sullo stesso tema, i cittadini<br />

ticinesi saranno nuovamente chiamati a<br />

esprimersi. In particolare, una richiesta<br />

prevede di creare una speciale sezione<br />

dell’Ispettorato del lavoro che vigili sulla<br />

parità salariale nelle aziende.<br />

Aumenti a UPC e Sunrise<br />

A partire dal primo aprile 2020, a UPC la<br />

massa salariale sarà aumentata dell’1%.<br />

Per gli aventi diritto, la parte salariale<br />

generale ammonta allo 0,5%. Il risultato<br />

di queste trattative salariali si applicherà<br />

ai collaboratori soggetti al CCL<br />

UPC. Le misure concordate superano di<br />

gran lunga il rincaro annuo del 2019<br />

scorso e sono quindi un segnale positivo<br />

per altre aziende del settore. Dallo<br />

stesso giorno, anche la massa salariale<br />

di Sunrise sarà aumentata della stessa<br />

percentuale e ripartita individualmente.<br />

Questo aumento è frutto di trattative<br />

possibili solo grazie al contratto collettivo<br />

di lavoro (CCL) di Sunrise.<br />

Un limite alle casse malati<br />

L’Unione sindacale svizzera (USS) è lieta<br />

che l’iniziativa popolare per l’alleggerimento<br />

dei premi della cassa malattia sia<br />

giunta a buon fine. La rapidità con cui è<br />

stato possibile raccogliere le firme –<br />

con il supporto dei sindacati – dimostra<br />

la gravità del problema per le economie<br />

domestiche. La limitazione dei premi al<br />

10% del reddito disponibile è un contributo<br />

concreto all’aumento del potere<br />

d’acquisto e si inserisce perfettamente<br />

nel piano di dieci punti programmatici<br />

dell’USS presentato lo scorso novembre.<br />

Attenti al «native advertising»<br />

Il Consiglio della stampa è preoccupato<br />

per gli articoli pagati dalla pubblicità, il<br />

cosiddetto native advertising che va di<br />

moda online e ora arriva sui giornali.<br />

Sempre più spesso, sulle testate svizzere<br />

e sui siti d’informazione online, si<br />

notano articoli pagati dalla pubblicità,<br />

che al pubblico riesce difficile riconoscere<br />

come tali. Al Consiglio della<br />

stampa sono stati presentati numerosi<br />

reclami, tra i quali uno riguardante la<br />

NZZ am Sonntag, per una pagina finanziata<br />

dall’associazione dei produttori<br />

di carne svizzera, con caratteri e impaginazione<br />

identici alle altre pagine<br />

del domenicale. La norma deontologica<br />

è stata violata, traendo in inganno il<br />

lettore, con un danno alla credibilità e<br />

all’indipendenza dei media.<br />

Multinazionali responsabili,<br />

verso il referendum?<br />

A dicembre, il Consiglio degli Stati ha<br />

adottato un controprogetto «alibi»<br />

all’iniziativa per multinazionali responsabili.<br />

Il risultato di questa votazione<br />

non comporterà il ritiro dell’iniziativa,<br />

dato che il controprogetto adottato<br />

non contiene alcuna normativa vincolante<br />

che impedisca violazioni dei diritti<br />

umani da parte delle multinazionali<br />

che hanno sede in Svizzera.<br />

Attestato fiscale online<br />

I soci <strong>syndicom</strong> possono scaricare<br />

facilmente l’attestato fiscale delle<br />

quote pagate durante l’anno collegandosi<br />

al sito https://my.<strong>syndicom</strong>.ch/.<br />

Basta accedere alla rubrica «iscrizione»<br />

e selezionare il pulsante «attestato<br />

fiscale».<br />

Agenda<br />

Marzo<br />

1<br />

Patrizia Pfenninger. 1:1. In<br />

direzione ostinata e contraria<br />

Minusio, Fondazione Museo Mecrì.<br />

Inaugurazione mostra ore 17.00.<br />

Fino al 26 aprile, orari: www.mecri.ch<br />

2<br />

Promozione della qualità<br />

di vita degli anziani<br />

Bellinzona, Casa del Popolo, ore 15.00.<br />

In collaborazione con ProSenectute.<br />

Spuntino offerto, iscrizione gradita.<br />

10<br />

Amnesty Apéro<br />

Lugano, Spazio1929, ore 19.00<br />

Incontro “Odiare con un click. Strategie<br />

contro l’hate speech online”.<br />

14<br />

Assemblea ordinaria sezione<br />

Ticino e Moesano<br />

Bioggio, Birrificio, ore 15.00<br />

26<br />

Ni fous, ni morts<br />

Berna, Polit-Forum Käfigturm, ore 19.00.<br />

Presentazione del libro “Ni fous, ni<br />

morts”, sui detenuti politici durante la<br />

dittatura argentina negli Anni Settanta.<br />

Con il giornalista Sergio Ferrari e<br />

Pierre-Yves Maillard, presidente USS.<br />

27-29<br />

Manno Film Mondo<br />

Cinema, arte, gastronomia e cultura<br />

dal Nicaragua. Info: www.fosit.ch<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />

ma-me-ve 13.30-17.30<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />

gruppo-regionale<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Aprile<br />

22<br />

Assemblea ordinaria GI<br />

Pensionati Ticino e Moesano<br />

Rivera, ristorante “Alla Bricola”, ore 15.<br />

Ospite l’allenatore Davide Morandi.<br />

Spuntino offerto, iscrizione gradita.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

Philip Pätzold, nato nel 1965, riveste da 30 anni diverse<br />

degli altri<br />

funzioni alla Posta come capo-progetto e dirigente<br />

in svariati ambiti (RU, logistica). Attualmente è<br />

responsabile del recapito di PostMail e membro di direzione.<br />

1<br />

I postini si lamentano di dover lavorare<br />

regolarmente per tre-quattro sabati<br />

consecutivi. Cosa intende fare?<br />

La settimana di sei giorni comporta<br />

sia per i dipendenti a tempo pieno sia<br />

per i part-time dei turni di lavoro di<br />

sabato e questa è una cosa che comunichiamo<br />

in modo trasparente anche<br />

ai nuovi assunti. Il numero di sabati<br />

al mese varia fortemente da località a<br />

località. I dipendenti che non sono<br />

soddisfatti della loro situazione possono<br />

rivolgersi in qualsiasi momento<br />

ai loro superiori per cercare insieme<br />

al team soluzioni adatte a tutti.<br />

2<br />

Perché non è possibile accordare ai<br />

dipendenti a tempo parziale un giorno<br />

libero fisso?<br />

Questo è possibile a seconda delle<br />

circostanze, ma deve essere sempre<br />

chiarito sul posto e nel caso specifico.<br />

In teoria questo avviene già in fase di<br />

assunzione.<br />

3<br />

Al momento dell’assunzione di<br />

dipendenti part-time lei conduce<br />

sistematicamente dei colloqui sulla<br />

conciliabilità e sulla flessibilità.<br />

Per quale motivo?<br />

Per noi è importante che le esigenze<br />

individuali e le possibilità vengano<br />

affrontate già in fase di assunzione.<br />

Questo consente di evitare un eventuale<br />

successivo malcontento.<br />

4<br />

Conduce questo genere di colloqui<br />

anche se un dipendente si lamenta di<br />

svolgere un numero eccessivo di ore<br />

di straordinario?<br />

Certamente. I nostri collaboratori<br />

possono richiedere in qualsiasi momento<br />

un colloquio con i loro superiori.<br />

In questi casi dobbiamo trovare<br />

necessariamente delle soluzioni.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: PostMail<br />

5<br />

Ora sta dando ai suoi dipendenti la<br />

possibilità di esprimere attraverso un<br />

formulario le loro preferenze per i<br />

giorni liberi fissi. In che cosa possono<br />

confidare i dipendenti?<br />

Il formulario fa chiarezza – preferibilmente<br />

già in fase di assunzione – sui<br />

reciproci desideri e possibilità. In<br />

questo modo non si creano false<br />

aspettative da ambo le parti.<br />

6<br />

La pressione a PostMail è grande. Quali<br />

misure intende adottare in futuro<br />

per tutelare la salute dei lavoratori?<br />

La soddisfazione e la salute dei nostri<br />

dipendenti vengono per noi al primo<br />

posto. Pertanto adottiamo in linea di<br />

principio una filosofia di gestione<br />

ottimale per la salute. Attualmente<br />

stiamo organizzando ad esempio dei<br />

workshop con tutti i team. Tali workshop<br />

hanno lo scopo di evidenziare<br />

eventuali tensioni e di riflettere sulla<br />

propria situazione personale.


L’ospite<br />

Pensare che la voce delle donne si<br />

sia spenta dopo lo sciopero del 14 giugno è un<br />

grave errore. Perché la lotta contro le discriminazioni<br />

è una lotta quotidiana. E deve sempre<br />

più diventare una lotta collettiva. A tutt’oggi, a<br />

parità di lavoro le donne continuano a guadagnare<br />

circa il 20% in meno degli uomini. È una<br />

grandissima ingiustizia perché il lavoro delle<br />

donne non vale affatto di meno. Nessuna legge<br />

è stata tanto calpestata quanto la Legge federale<br />

sulla parità tra i sessi. «Uomo e donna hanno<br />

diritto a un salario uguale per un lavoro di<br />

uguale valore», stabilisce l’articolo costituzionale<br />

sull’uguaglianza. Ma la realtà ci racconta<br />

un’altra storia. Enorme è il divario tra i generi nel<br />

tasso di occupazione professionale: al contrario<br />

degli uomini, la maggioranza delle donne che<br />

esercita un’attività remunerata, la esercita a<br />

tempo parziale per accudire i figli o assicurare<br />

altri compiti familiari. E questa situazione implica<br />

spesso stipendi più bassi, che incideranno<br />

anche sulla pensione. Molte donne, purtroppo,<br />

ancora oggi subiscono ingiustizie come il licenziamento,<br />

il demansionamento e diverse forme<br />

di discriminazione durante e/o dopo la gravidanza.<br />

Alcune di loro perdono anche il posto di lavoro<br />

dopo il congedo maternità. In Svizzera una<br />

donna su dieci viene lasciata a casa dopo il congedo.<br />

In Svizzera è compito delle autorità imporre<br />

il rispetto delle condizioni salariali e di lavoro<br />

vigenti. Ma gli strumenti per combattere il<br />

dumping salariale e sociale sono chiaramente<br />

insufficienti. Con l’iniziativa popolare «Rispetto<br />

per i diritti di chi lavora! Combattiamo il dumping<br />

salariale!» (7mila firme raccolte in soli due mesi),<br />

su cui il Canton Ticino andrà a votare, si chiede<br />

che venga creata, all’interno dell’Ispettorato,<br />

una sezione che si occupi specificamente di<br />

questa discriminazione di genere: un’ispettrice<br />

ogni 2.500 donne attive in Ticino. Un passo necessario<br />

contro gli abusi.<br />

Il lavoro delle donne<br />

non vale meno<br />

Françoise Gehring (Mendrisio, 1960) ha<br />

studiato Lettere all’Università di Ginevra,<br />

dove ha visto nascere la prima libreria<br />

per donne, L’Inédite. Femminista, lotta<br />

da sempre per le pari opportunità. Nata<br />

con una matita in mano, forse per questo<br />

è diventata giornalista. La voglia di<br />

combattere ingiustizie e discriminazioni<br />

l’ha spinta a lavorare anche come sindacalista.<br />

È attiva presso il Sindacato<br />

del personale dei trasporti (SEV).<br />

7


Proteggere<br />

chi lotta


Dossier Licenziamenti antisindacali: ci vogliono CCL forti<br />

9<br />

Le battaglie dei lavoratori: i casi in Ticino<br />

In Europa, neoliberisti all’attacco dei sindacati


10 Dossier<br />

Licenziamenti antisindacali, ci vogliono<br />

buoni CCL per tutelare chi lotta<br />

La Svizzera è stata costretta dall’Organizzazione<br />

internazionale del Lavoro a rilanciare<br />

una mediazione tra l’Unione sindacale svizzera<br />

e le organizzazioni padronali per tutelare<br />

meglio l’attività sindacale. Nell’attesa, le migliori<br />

soluzioni stanno nei contratti collettivi.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: Thierry Porchet<br />

Un caso emblematico delle difficoltà dei licenziamenti<br />

antisindacali si è verificato il 3 febbraio scorso durante<br />

un’udienza di conciliazione davanti al Tribunale distrettuale<br />

di Yverdon-les-Bains. Mickaël Béday, orologiaio e<br />

delegato sindacale, è stato licenziato dall’azienda Dubois<br />

Dépraz nella Vallée de Joux. A detta del sindacato Unia è<br />

stato licenziato a causa della sua lotta per il pagamento<br />

delle ore straordinarie ai sensi del CCL e per il pagamento<br />

delle ore non lavorate a seguito di un trasloco. Tutto questo,<br />

secondo la direzione aziendale, per non aver eseguito<br />

le modifiche su un pezzo che gli aveva ordinato un responsabile<br />

e per aver invertito le etichette. «Un pretesto ingigantito<br />

per giustificare il licenziamento», ribatte Unia. Oltre<br />

alle difficoltà di provare quanto accaduto, si aggiunge<br />

il rifiuto dell’azienda di reintegrare il delegato sindacale,<br />

cosa che era stata richiesta da una petizione firmata da<br />

1.600 persone. Il presidente dell’USS, Pierre-Yves Maillard,<br />

si era addirittura adoperato di persona per far luce<br />

sulla questione.<br />

Il sindacato spera nel reintegro del sindacalista, ma è<br />

solo una disposizione del CCL delle industrie orologiera e<br />

microtecnica svizzere che lo protegge dal licenziamento<br />

«per motivi collegati alla sua attività sindacale; sono fatti<br />

salvi i casi di abuso». Se il caso è accertato, il licenziamento<br />

e i suoi effetti sono nulli e inesistenti. Un notevole miglioramento<br />

rispetto ai lavoratori tutelati solo dalla legge.<br />

Sanzioni legali troppo deboli<br />

L’art. 336 II lettera a) riconosce certamente come abusivi<br />

i licenziamenti dovuti all’appartenenza dei lavoratori a<br />

una organizzazione di lavoratori oppure allo svolgimento<br />

di un’attività sindacale. L’art. 336 II lettera b) dichiara altrettanto<br />

abusivi i licenziamenti effettuati mentre un rappresentante<br />

eletto dai lavoratori è membro di una commissione<br />

aziendale o di un’istituzione legata all’azienda e<br />

il datore di lavoro non può provare di avere un motivo giustificato<br />

per rescindere il contratto. Ma le sanzioni sono<br />

deboli: esse si limitano a un’indennità che non può superare<br />

sei mensilità. E di fatto, nota l’USS, «i tribunali si accontentano<br />

il più delle volte di due-tre misere mensilità».<br />

Nel 2003, l’USS aveva già sporto denuncia presso l’OIL<br />

(Organizzazione internazionale del Lavoro) per mancanza<br />

di protezione contro i licenziamenti a favore degli attivisti<br />

sindacali, dei membri delle commissioni del personale e<br />

dei membri del consiglio di fondazione. Inoltre nel 2006,<br />

l’OIL aveva accolto questa denuncia e raccomandato alla<br />

Svizzera di prevedere lo stesso tipo di protezione per le vittime<br />

dei licenziamenti antisindacali come in caso di vio-<br />

Quando i licenziamenti sono abusivi e pure discriminatori: i casi in Ticino<br />

Qualcuno afferma che la clausola del reintegro non serve nel<br />

contratto della Posta, perché nelle aziende del Gigante Giallo<br />

non ci sono licenziamenti antisindacali. Ma così non è. Alcuni<br />

casi si sono verificati negli ultimi anni in Ticino, come ricorda<br />

il segretario regionale Marco Forte. Il più eclatante è stato<br />

quello di una postina impiegata a tempo parziale che faceva<br />

parte della commissione del personale, una madre licenziata<br />

perché aveva avanzato richieste per poter avere un impiego<br />

regolare per occuparsi della bimba piccola. Sebbene il CCL<br />

della Posta preveda la conciliabilità tra lavoro e vita privata e<br />

il suo responsabile avesse garantito di volere andare incontro<br />

alle sue esigenze, nella pratica non è stato fatto nulla. La Posta<br />

non ha voluto scendere a compromessi e l’ha licenziata,<br />

nonostante venissero proposte diverse soluzioni alternative.<br />

Il peso e la forza del sindacato<br />

«Per <strong>syndicom</strong>, si è trattato di un licenziamento abusivo, antisindacale<br />

e per di più discriminatorio», dichiara Marco Forte,<br />

che spiega: «Le motivazioni fornite dalla Posta per noi non<br />

sono giustificate, la Posta in realtà voleva evitare di creare un<br />

precedente, in quanto ancora oggi ci sono molte postine a<br />

tempo parziale che vengono impiegate per molte più ore rispetto<br />

al loro grado di occupazione indipendentemente dalla<br />

loro situazione familiare. Siamo tuttora in causa e stiamo<br />

aspettando proprio in questi giorni la sentenza. Il peso di <strong>syndicom</strong><br />

si è fatto sentire: abbiamo reso pubblico il caso, raccolto<br />

885 firme, e infine organizzato una campagna mediatica<br />

che si è conclusa con decine di passeggini davanti alla sede<br />

principale della Posta a Lugano. Il CCL Posta attuale (del 2016)<br />

non prevede il reintegro, ma soltanto delle indennità che possono<br />

arrivare al massimo di 12 mesi di salario, il doppio di<br />

quanto previsto dalla legge. Ma se venisse dimostrata la discriminazione<br />

sessuale allora il licenziamento sarebbe nullo e<br />

potremmo richiedere il reintegro in azienda secondo la legge».<br />

Azioni di protesta e battaglie vinte<br />

Un altro caso riguarda una ditta subappaltatrice di Auto­<br />

Postale. Il sindacato <strong>syndicom</strong> è intervenuto a fianco di un<br />

membro della commissione del personale: aveva appena iniziato<br />

a raccogliere firme per chiedere un contratto collettivo<br />

quando ha ricevuto la lettera di licenziamento. Di fronte alla<br />

reazione del sindacato, alla fine il datore di lavoro ha dovuto<br />

cedere, perché ha capito le implicazioni e ha avuto la lungimiranza<br />

e il buon senso di accettare di ritirare il licenziamento.<br />

In quella circostanza, il sindacato era pronto a intraprendere<br />

azioni collettive di protesta.<br />

Un’altra battaglia per il sindacato negli ultimi anni è stata<br />

quella della Südpack, azienda di imballaggi con uno stabilimento<br />

a Bioggio, vicino a Lugano, di cui parla uno dei protagonisti,<br />

Diego Moretti (all’epoca vicepresidente <strong>syndicom</strong><br />

Ticino e Moesano), a pagina 30.<br />

Proprio in queste settimane, nel settore dei media, conclude<br />

Forte, «stiamo valutando il caso di un redattore licenziato dal<br />

Corriere del Ticino. Secondo le prime valutazioni, sembrerebbero<br />

esserci tutti i presupposti di un licenziamento antisindacale.<br />

Siamo pronti a mettere in campo tutte le risorse necessarie<br />

per difendere il lavoratore». (Redazione)


Il licenziamento di Mickaël<br />

Béday, orologiaio e delegato<br />

sindacale, dall’estate scorsa<br />

scuote l’opinione pubblica<br />

della Vallée de Joux (VD).<br />

lazioni alla legge sulla parità dei sessi, ovvero la possibilità<br />

di un reintegro. Se ciò non avviene, la Svizzera<br />

continuerebbe a violare le convenzioni 87 e 98 dell’OIL<br />

sulla protezione del diritto e della libertà sindacale.<br />

Attualmente, la legge non è ancora stata modificata.<br />

Ma lo scorso giugno, per non restare sulla lista nera<br />

dell’OIL, la Svizzera ha lanciato una mediazione tra l’USS<br />

e le organizzazioni padronali per rafforzare entro l’estate<br />

2020 il quadro normativo che tutela l’attività sindacale.<br />

La protezione dei contratti collettivi<br />

Nell’attesa, la miglior soluzione trovata dai sindacati è<br />

quella di includere nei CCL un miglioramento della protezione<br />

contro i licenziamenti. Per Luca Cirigliano, incaricato<br />

della pratica presso l’USS, «numerose parti sociali<br />

hanno fatto questa scelta e queste disposizioni funzionano<br />

in realtà molto bene».<br />

La questione se tali disposizioni protettive possano essere<br />

fatte valere in tribunale non si è più posta dal licenziamento<br />

a Ginevra della commessa Marisa Pralong, che<br />

aveva difeso le condizioni di lavoro dei suoi colleghi nel<br />

commercio al dettaglio. A marzo 2010, la Camera ginevrina<br />

delle relazioni collettive di lavoro aveva sostenuto che<br />

«È importante che<br />

i contratti collettivi<br />

abbiano disposizioni di<br />

protezione consolidate<br />

ed efficaci» Luca Cirigliano<br />

la protezione del CCL non fosse legale, poiché in virtù<br />

dell’art. 361 CO era impossibile derogare all’art. 336 a II<br />

CO che prevede un’indennità massima di sei mensilità. Il<br />

Tribunale federale non si è pronunciato in merito. Per<br />

Luca Cirigliano, «tale questione è diventata fortunatamente<br />

irrilevante nella realtà giuridica, poiché se le parti<br />

sociali concordano tali disposizioni, non comporta alcun<br />

problema. Inoltre, le disposizioni che prevedono una procedura<br />

speciale, come l’audizione della commissione del<br />

personale o una mediazione preliminare, non sono a mio<br />

avviso problematiche di fronte alla legge».<br />

E continua: «Per noi è importante che i CCL contengano<br />

disposizioni di protezione consolidate ed efficaci. Esse<br />

offrono una protezione adeguata nell’attesa che la legge si<br />

conformi al diritto pubblico prevalente, ovvero la Convenzione<br />

europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e le<br />

Convenzioni dell’OIL 87 e 98. Tutt’altra questione si porrebbe<br />

in effetti se il Tribunale federale dovesse applicare<br />

tali strumenti internazionali; ci si può chiedere se non è<br />

allora la legge che dovrebbe essere monitorata di fronte a<br />

questo diritto internazionale, rispettivamente questi diritti<br />

fondamentali imperativi e direttamente applicabili».<br />

I regolamenti nei diversi settori di <strong>syndicom</strong><br />

Il CCL dell’industria grafica (art. 306) prevede ad esempio<br />

una protezione contro il licenziamento dei membri di una<br />

commissione del personale come pure di un consiglio di<br />

fondazione di una cassa pensioni. Essi non devono subire<br />

svantaggi a causa della loro attività. Se il licenziamento di<br />

un membro della commissione del personale è dovuto ad<br />

altro motivo, il procedimento gli permette di ottenere una<br />

motivazione scritta, quindi di opporvisi e di discuterne<br />

con la direzione e con la commissione, a seconda dei casi<br />

con la mediazione delle parti sociali. L’attuale CCL di Posta<br />

CH SA (art. 2.30.6.3) prevede che un licenziamento sia<br />

abusivo, oltre ai casi sopraesposti, anche nel caso di partecipazione<br />

a un’azione sindacale conforme alla normati-


12<br />

Dossier<br />

I contratti collettivi offrono una protezione adeguata, ma<br />

la legge deve anche essere conforme alle convenzioni dell’OIL.<br />

va. In tal caso, l’indennità massima corrisponde al doppio<br />

di quella prevista dalla legge, ovvero 12 mensilità. Questa<br />

protezione resterà in essere nel CCL 2021 e vi si aggiungerà<br />

un’estensione della protezione contro i licenziamenti<br />

di diverse categorie di persone. Ciò migliora ulteriormente<br />

l’ottima protezione di cui già godono.<br />

Disposizioni da integrare nei contratti<br />

Il CCL di Swisscom (art. 2.12.6) prevede una protezione<br />

contro il licenziamento o altri svantaggi analogamente al<br />

CCL di Posta CH 2021. Tale protezione si estende durante<br />

la loro attività, ma anche un anno dopo la cessazione delle<br />

loro funzioni. Ciò permette di evitare licenziamenti pronunciati<br />

per ritorsione e rappresenta un’utile protezione.<br />

Altri CCL prevedono un preavviso di licenziamento prolungato<br />

per i collaboratori che sono membri eletti di un<br />

organo esecutivo di un sindacato firmatario, e che sono<br />

indicati come tali al datore di lavoro. Il CCL di local.ch prevede<br />

pertanto di prolungare di tre mesi il preavviso di licenziamento<br />

ordinario.<br />

Infine, il CCL di Skyguide prevede inoltre una protezione<br />

contro i licenziamenti e altri svantaggi dei membri eletti<br />

di un organo esecutivo di un sindacato firmatario, dei<br />

membri della commissione del personale nonché dei<br />

membri di un’istituzione affiliata all’azienda. Il rappresentante<br />

di un sindacato firmatario non può essere licenziato<br />

per tutta la durata della sua funzione.<br />

Nel suo opuscolo «Wer sich für andere wehrt, braucht<br />

Schutz» (Chi si impegna per gli altri deve essere protetto),<br />

Già nel 2003, l’USS<br />

aveva sporto denuncia<br />

presso l’OIL per<br />

mancata protezione<br />

contro il licenziamento<br />

degli attivisti sindacali.<br />

l’USS fornisce altre idee di disposizioni protettive da integrare<br />

nei CCL: il licenziamento per ragioni economiche è<br />

pertanto un motivo di licenziamento non valido per la persona<br />

a capo del Sindacato svizzero dei media (SSM) nel<br />

CCL stipulato con la SSR. L’USS raccomanda di tematizzare<br />

tale protezione a ogni rinnovo del CCL. Poiché coloro<br />

che si impegnano per i loro colleghi devono essere maggiormente<br />

tutelati.<br />

La brochure dell’USS sui licenziamenti antisindacali<br />

(in tedesco) https://bit.ly/36CdDf0<br />

Il famoso caso di Marisa Pralong,<br />

commessa ai grandi magazzini Manor<br />

di Ginevra, licenziata perché aveva<br />

criticato le condizioni di lavoro. Ora<br />

continua a battersi per i suoi colleghi<br />

e per tutto il personale di vendita.


Dossier<br />

Neoliberisti all’attacco dei diritti<br />

sindacali: un’offensiva silenziosa<br />

13<br />

In Europa è in corso una grande offensiva<br />

contro i sindacati, che sta però passando<br />

quasi inosservata.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

Kamel Guemari lavora da McDonald’s a Marsiglia. Attorno<br />

alla filiale del fast food nel quartiere Saint-Barthélemy<br />

sta avendo luogo da mesi un violento conflitto sociale.<br />

Guemari, iscritto al sindacato moderato francese Force<br />

Ouvrière (FO), è uno dei promotori dello sciopero. Insieme<br />

a sette altri dipendenti è stato licenziato, presumibilmente<br />

per «motivi economici». Ma l’ispettorato del lavoro<br />

vi ha ravvisato un licenziamento antisindacale abusivo e<br />

lo ha annullato. Tutto bene? Poco dopo la sentenza<br />

Guemari è stato vittima di un attentato. Gli attentatori lo<br />

hanno atteso in un’auto davanti al McDonald’s. È sopravvissuto<br />

per miracolo.<br />

Soumaila Sacko, il bracciante di origini maliane che<br />

lavorava in Calabria, non è invece scampato ai suoi assassini.<br />

L’attivista 29enne dell’Unione sindacale di base<br />

(USB) è stato giustiziato con un paio di proiettili alla testa.<br />

Sacko, legalmente in Italia da 8 anni e padre di una bambina,<br />

si era battuto per i diritti dei braccianti agricoli<br />

nell’Italia meridionale. Lavoratori altamente sfruttati che<br />

raccolgono la frutta a buon mercato che arriva sulle nostre<br />

tavole. Il fatto si è verificato dopo che l’allora vicecapo del<br />

governo italiano Matteo Salvini, leader della lega neofascista,<br />

aveva incoraggiato la violenza contro gli immigrati.<br />

Proprio come Sacko, negli scorsi anni centinaia di sindacaliste<br />

e sindacalisti in tutto il mondo hanno pagato<br />

con la vita la loro lotta contro le giornate da 15 ore, i salari<br />

da fame, le condizioni di lavoro disumane e per la sindacalizzazione<br />

dei colleghi. E questo non solo nei paesi peggiori<br />

dal punto di vista dei lavoratori come il Brasile, l’Arabia<br />

Saudita, le Filippine, il Bangladesh e la Turchia. Ma<br />

anche in Europa.<br />

La triste classifica delle violazioni dei diritti sindacali<br />

Questi omicidi prendono di mira un diritto fondamentale<br />

dell’uomo. Aderire a un sindacato («libertà di associazione»)<br />

rientra tra i nostri diritti di base. Per conquistare tali<br />

diritti, per tre secoli i lavoratori hanno dovuto passare per<br />

innumerevoli lotte e rivoluzioni. Il presupposto del diritto<br />

dei lavoratori è la protezione dei sindacalisti da violenza,<br />

repressione e licenziamento abusivo. Infatti in gioco vi è<br />

più dello stipendio e dell’orario di lavoro: senza diritti sindacali<br />

e negoziazioni collettive dei rapporti di lavoro viene<br />

meno ogni democrazia.<br />

Ecco perché i diritti sindacali sono ancorati in diversi<br />

trattati di diritto internazionale, tra cui otto convenzioni<br />

pilastro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro<br />

(OIL) dell’ONU a Ginevra. 135 paesi hanno sottoscritto e<br />

addirittura ratificato queste convenzioni. Si tratta di pura<br />

ipocrisia: attualmente nella maggior parte di questi paesi<br />

è in corso un’offensiva degli azionisti, delle banche e dello<br />

Stato contro i sindacati e il compromesso sociale (l’OIL<br />

chiama questo compromesso «contratto sociale»).<br />

In 107 paesi viene attualmente impedito ai lavoratori o<br />

a intere categorie professionali di costituire dei sindacati.<br />

Due anni fa ciò avveniva già in 92 paesi. Lo dimostra l’indice<br />

globale dei diritti della Confederazione sindacale<br />

internazionale ITUC-CSI. La CSI sorveglia, come l’OIL e le<br />

organizzazioni per i diritti umani, la condizione dei lavoratori.<br />

Il suo indice dettagliato si basa su quasi 100 criteri<br />

ed è considerato affidabile. Esso rileva che nel 2019 l’85<br />

per cento degli Stati ha violato il diritto allo sciopero.<br />

Nell’80 per cento dei paesi il diritto alla negoziazione collettiva<br />

è stato limitato, tra cui Francia, Spagna e nei Paesi<br />

Bassi. In circa tre quarti dei paesi, ai lavoratori e ai sindacati<br />

viene impedito di ricorrere alla giustizia. In 52 paesi i<br />

lavoratori sono stati sottoposti a violenza fisica, in 11 i sindacalisti<br />

sono stati assassinati, in 64 invece arrestati in<br />

maniera arbitraria. Un pessimo bilancio indice di un’evoluzione<br />

tutt’altro che casuale. L’aumento delle violazioni<br />

sistematiche dei diritti dell’uomo sul posto di lavoro e attorno<br />

a esso rivela la tendenza a un capitalismo autoritario.<br />

Inoltre ciò che è particolarmente scioccante dei dati<br />

Un capitalismo<br />

autoritario porta<br />

a maggiori violazioni<br />

dei diritti dei lavoratori


14<br />

Dossier<br />

Il chiodo fisso comune del programma economico e finanziario<br />

dell’Unione Europea è l’abolizione dei diritti sindacali, incluso<br />

il diritto di sciopero e la libertà di manifestazione.<br />

Senza diritti sindacali<br />

e partenariato sociale<br />

viene meno<br />

ogni democrazia<br />

Nel 2011, due delegati sindacali<br />

dell’azienda Tesa, a Renens<br />

(VD), sono stati licenziati dopo<br />

aver rifiutato l’applicazione<br />

dell’articolo di crisi, prevista<br />

dal contratto collettivo.<br />

del CSI è che da nessun’altra parte l’attacco ai diritti dei<br />

lavoratori è più agguerrito che in Europa.<br />

Chi ha dei dubbi, può dare un’occhiata a ciò che sta<br />

avvenendo in Francia. La maggioranza delle persone è<br />

contraria a una riforma delle pensioni che prevede tra<br />

l’ altro l’innalzamento dell’età pensionabile senza limiti. I<br />

sindacati CGT, FO e Sud, nonché numerosi sindacati di<br />

settore e addirittura il sindacato dei quadri CFE-CGC sostengono<br />

la protesta (solo la CFDT, molto vicina al partito<br />

socialista social-liberale, si è nuovamente distanziata). Il<br />

governo di Emmanuel Macron usa il pugno di ferro contro<br />

il più lungo sciopero dal 1968 e contro milioni di manifestanti.<br />

Violente squadre di polizia e dell’esercito hanno<br />

gravemente ferito dozzine di sindacaliste e sindacalisti.<br />

Picchetti di sciopero sono stati interrotti brutalmente.<br />

Giorno dopo giorno l’elenco dei licenziamenti antisindacali<br />

si fa sempre più lungo e stanno circolando delle liste<br />

nere. I processi dureranno anni.<br />

Reagire all’avanzare del neoliberismo<br />

Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di aspri conflitti.<br />

Da quando l’integralista neoliberista Macron a maggio<br />

2017 è giunto al potere, la Francia è in continua rivolta.<br />

Innanzitutto ha attaccato la protezione dei lavoratori e i<br />

sindacati con una nuova legge sul lavoro, come avevano<br />

fatto precedentemente i socialisti tedeschi con Hartz, i<br />

conservatori britannici con il «Trade Union Bill» e in Italia<br />

Matteo Renzi con il «Jobs Act». La «Loi Travail» (legge sul<br />

lavoro) di Macron ha innalzato l’orario di lavoro, ha annientato<br />

la protezione contro il licenziamento capovolgendo<br />

tutti i rapporti contrattuali: ora il contratto individuale<br />

di lavoro viola un contratto aziendale concordato e<br />

un contratto aziendale viola i contratti di categoria (ovvero<br />

i contratti collettivi di lavoro). Il principio: tutto il potere<br />

agli azionisti per il massimo profitto. E nel frattempo ha<br />

attuato tutta una serie di ulteriori limitazioni dei diritti<br />

sindacali: ad esempio Macron ha ridotto a una paghetta<br />

l’indennità massima in caso di licenziamenti antisindacali.<br />

Egli ha elaborato frettolosamente la «Loi Travail» contro<br />

la popolazione con leggi e decreti che evocano lo stato<br />

di emergenza, pregiudicando così la democrazia.<br />

Oggi pare sia giunta per Macron l’«ora Thatcher ». Nel<br />

1984 Margaret Thatcher, primo ministro britannico<br />

(1979-1990), sciolse lo sciopero dei minatori con brutalità<br />

militaresca (causando diversi morti) e con esso il movimento<br />

sindacale. Era l’inizio della sua controrivoluzione<br />

neoliberista. Dalla grande crisi del 2008 il neoliberismo<br />

sta di nuovo avanzando fortemente. Macron applica ciò<br />

che l’UE aveva già imposto alla Grecia e che ora intende<br />

affermare ovunque: lo scardinamento dei contratti di categoria.<br />

L’aumento dell’orario di lavoro e la riduzione dei<br />

salari minimi. Il punto fisso comune del programma della<br />

direzione dell’UE per l’economia e le finanze è l’abolizione<br />

di tutti i diritti sindacali, incluso il diritto allo sciopero<br />

e la libertà di manifestazione. Nell’Europa dell’Est questo<br />

è ampiamente avvenuto. Oggi in Polonia e Ungheria, Romania,<br />

Repubblica Ceca, Croazia e Slovacchia i lavoratori<br />

sono praticamente sottoposti a qualsiasi angheria da parte<br />

degli imprenditori senza quasi godere di alcun tipo di<br />

protezione.<br />

Che fare? Quando nel 1944 Wilhelm Leuschner, il presidente<br />

dell’Unione nazionale dei sindacati tedeschi, stava<br />

per essere giustiziato dai nazisti, disse a un compagno<br />

di cella: «Domani mi impiccheranno, create l’unità!».<br />

ituc-csi.org<br />

Der Rechtsindex: https://bit.ly/2Oex4Ey<br />

Fotoreportage<br />

Il fotografo vodese Thierry Porchet ha avuto l’idea di illustrare<br />

il nostro dossier sui licenziamenti antisindacali come una<br />

sorta di fumetto per immagini.<br />

Noto per il suo lavoro sulla luce, il fotografo indipendente<br />

Thierry Porchet ha chiesto a un collega (Yann Laubscher) di<br />

posare con delle immagini che illustrano casi recenti di licenziamenti<br />

antisindacali oppure immagini più allusive che<br />

descrivono l’impegno di alcuni lavoratori a favore dei loro<br />

colleghi. Oltre alle immagini del dossier, sono sue anche le<br />

piccole foto del sommario e l’immagine a pagina 22.<br />

Per conoscere il suo lavoro, vi invitiamo a consultare il sito:<br />

www.thierryporchet.com


I diritti dei lavoratori e dei loro sindacati sono diritti dell’uomo<br />

L’indice ITUC 2020<br />

Laddove i lavoratori non possono o non sono<br />

in grado di organizzarsi in sindacati e il lavoro<br />

dei sindacati e dei loro rappresentanti eletti<br />

viene impedito o represso, siamo di fronte a<br />

una violazione dei diritti dell’uomo. Una base<br />

fondamentale della democrazia sono dei<br />

diritti sindacali ben sviluppati. Solo 8 dei 139<br />

paesi inclusi nell’Indice della Confederazione<br />

sindacale internazionale (ITUC-CSI) rispettano<br />

tali diritti.<br />

paesi violano la libertà<br />

107di associazione<br />

Essi comprendono: la libertà di organizzazione<br />

sindacale. La libertà di associazione e la<br />

libertà di espressione. Il divieto di adesione<br />

obbligatoria. La negoziazione collettiva delle<br />

condizioni di lavoro, ovvero sia il diritto di<br />

essere ascoltati come sindacato sia il diritto<br />

a stipulare contratti collettivi di lavoro. Il<br />

diritto allo sciopero. La protezione dei<br />

sindacalisti e dei rappresentanti eletti contro<br />

la censura, il licenziamento abusivo, la<br />

repressione e la violenza. La responsabilità<br />

dei grandi gruppi di rispettare ovunque i<br />

criteri sociali, democratici ed ecologici. E<br />

molto altro.<br />

I 10 paesi peggiori<br />

(a parte i paesi africani e mediorientali<br />

in guerra):<br />

Algeria Bangladesh<br />

Brasile Arabia Saudita<br />

Turchia Colombia<br />

Filippine Guatemala<br />

Kazakistan Zimbabwe<br />

dei paesi ha<br />

violato il diritto<br />

alla negoziazione<br />

collettiva<br />

L'80% IL72%<br />

Fonte: ITUC-CSI-IGB 2020<br />

dei paesi limita<br />

il diritto dei<br />

lavoratori di<br />

essere ascoltati<br />

L′85%<br />

L’indice dei diritti sindacali nel mondo<br />

Stanno aumentando in tutto il mondo le<br />

violazioni del diritto dei lavoratori a impegnarsi<br />

collettivamente per le loro condizioni di lavoro.<br />

Diritti sindacali prevalentemente rispettati<br />

Ripetuta violazione di singoli diritti<br />

Regolare violazione dei diritti<br />

Violazione sistematica dei diritti<br />

Diritti non garantiti<br />

Nessuno stato di diritto, nessun diritto<br />

Nessun dato<br />

dei paesi non ha<br />

rispettato il diritto<br />

allo sciopero


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Quarto, quinto e sesto<br />

potere: da sostenere<br />

Negli ultimi anni, oltre a essere peggiorate<br />

le condizioni lavorative dei giornalisti,<br />

sono regredite in maniera preoccupante<br />

sia la pluralità sia la qualità<br />

dell’informazione. È a rischio il nostro<br />

sistema democratico. Per questo è indispensabile<br />

un intervento politico,<br />

consapevole del fatto che il giornalismo<br />

non potrà mai più basarsi sugli<br />

introiti pubblicitari come finora. E che<br />

il finanziamento dei media privati,<br />

che originariamente avrebbero dovuto<br />

contrastare il potere dello Stato, venga<br />

completamente riformato. In attesa di<br />

un auspicato processo di riforme federali<br />

nell’ambito dei media, alcuni Cantoni<br />

virtuosi hanno fatto qualche piccolo<br />

passo avanti. A fine 2019 il Canton<br />

Berna si è espresso a favore dell’aiuto ai<br />

media accogliendo una proposta volta<br />

a studiare misure indirette per mantenere<br />

le sedi regionali dell’ATS. Il Canton<br />

Vaud ha recentemente deciso di<br />

sostenere i media locali. C’è da sperare<br />

che qualche lungimirante politico ticinese<br />

cominci seriamente a interessarsi<br />

del precario stato di salute dei media<br />

privati anche a Sud delle Alpi.<br />

Nicola Morellato<br />

Diversi Cantoni si stanno rendendo conto della necessità di sussidiare la stampa. (© Fotomelia)<br />

Il sostegno ai media del Canton Vaud<br />

https://bit.ly/38LmWuP<br />

Parità vera grazie<br />

alla riduzione di lavoro<br />

Giorgio Pardini è segretario centrale settore ITC<br />

e membro del comitato direttivo<br />

Suona la campana della fabbrica. La<br />

giornata lavorativa è finita. Vi pare strano?<br />

Fortunatamente lo è. La lotta per la<br />

sovranità dell’orario di lavoro ha una<br />

lunga tradizione nel movimento operaio,<br />

fino alla conquista delle 8 ore. Dall’inizio<br />

degli Anni Sessanta la riduzione<br />

dell’orario è però rallentata in modo<br />

continuo. Oggi i confini tra lavoro e<br />

tempo libero sono sempre più sfumati.<br />

Si deve essere costantemente reperibili,<br />

spesso su chiamata. La flessibilità diventa<br />

norma sociale. Carico di lavoro<br />

crescente, costante reperibilità, ore<br />

straordinarie, riduzione di personale.<br />

Per restituire ai lavoratori la libertà di<br />

tempo e tener conto della trasformazione<br />

digitale, servono orari adatti alle varie<br />

fasi della vita. Data la costante riduzione<br />

del personale in diversi settori, è<br />

fondamentale una riduzione dell’orario<br />

di lavoro effettivamente svolto. Tali<br />

modelli non solo aumentano la produttività<br />

e restituiscono ai lavoratori un po’<br />

di autonomia, ma sono anche fattori<br />

importanti per un’effettiva parità: la<br />

conciliazione tra lavoro e famiglia può<br />

essere semplificata riducendo l’orario<br />

di lavoro. Più tempo e posti di lavoro più<br />

sicuri. La campana della fabbrica appartiene<br />

al passato ma la libertà di tempo<br />

è tuttora a rischio. Ciò di cui ha bisogno<br />

il mondo del lavoro di domani è<br />

una riduzione dell’orario. Per una digitalizzazione<br />

socialmente sostenibile e<br />

una parità vera.


«Grazie alla dichiarazione di obbligatorietà generale, tutte le<br />

aziende del settore dovranno rispettare i nuovi salari» Daniel Hügli<br />

17<br />

Mai meno di 4.200 franchi al mese<br />

Fissato il salario minimo nel settore dell’infrastruttura di rete.<br />

Dell’aumento beneficeranno 4mila lavoratori, a tutti i livelli.<br />

Nell’ambito della seconda tornata di<br />

trattative salariali dalla dichiarazione<br />

di obbligatorietà generale (DOG) del<br />

contratto collettivo di lavoro (CCL) del<br />

settore dell’infrastruttura di rete, alla<br />

fine del 2019 si è giunti a un accordo:<br />

con le due unioni padronali, l’Associazione<br />

svizzera dell’infrastruttura di<br />

rete (SNiv) e l’Associazione Imprese di<br />

costruzione Linee aeree e cavi (AILC),<br />

siamo riusciti a concordare che i salari<br />

minimi più bassi avranno un notevole<br />

aumento. Ne beneficeranno circa<br />

4mila lavoratori del settore. In caso di<br />

personale non qualificato si applica<br />

ora un salario minimo mensile di<br />

4.200 e 4.300 franchi, per tredici mensilità.<br />

Inoltre, a seconda della qualifica<br />

e della specializzazione, i salari minimi<br />

per gli elettricisti delle reti di<br />

distribuzione AFC sono ora compresi<br />

tra 4.450 e 6.700 franchi.<br />

Oltre all’aumento dei salari minimi,<br />

le misure salariali prevedono un<br />

significativo aumento della massa salariale<br />

nelle imprese soggette al CCL:<br />

al 1° gennaio 2020 la massa salariale<br />

I nuovi salari minimi garantiscono una migliore protezione dal dumping salariale. (© Bertrand Rey)<br />

dei lavoratori soggetti al CCL deve essere<br />

aumentata di almeno lo 0,8%.<br />

Questi adeguamenti dei salari minimi<br />

e delle masse salariali non devono<br />

valere solo per le aziende che aderiscono<br />

a un’associazione padronale,<br />

ma anche per tutte le aziende e i prestatori<br />

di servizi attivi nel settore. Grazie<br />

alla presentazione al Consiglio federale<br />

della domanda di dichiarazione<br />

di obbligatorietà generale delle misure<br />

salariali, tutte le aziende e i prestatori<br />

di servizi sono tenuti all’implementazione<br />

di tali misure.<br />

Un passo decisivo per l’intero settore<br />

Grazie alla DOG sottoscritta nell’autunno<br />

2018, per il personale non qualificato<br />

con meno di tre anni di esperienza<br />

nel settore, e fino a 25 anni di<br />

età, <strong>syndicom</strong> è riuscito ad aumentare<br />

in due fasi il salario minimo nel CCL:<br />

in una prima fase è salito da 3.750<br />

franchi a 4.000 franchi per tredici<br />

mensilità, in una seconda fase si è passati<br />

agli attuali 4.200 franchi. Il CCL<br />

stabilisce salari minimi anche per<br />

elettricisti di reti di distribuzione AFC<br />

con una maggiore esperienza professionale,<br />

ovvero esame professionale o<br />

esame professionale superiore.<br />

Tali misure salariali fanno sì che la<br />

concorrenza venga esercitata maggiormente<br />

attraverso il criterio della<br />

qualità anziché delle condizioni di lavoro<br />

e garantiscono un’efficace protezione<br />

dal dumping salariale. Contribuiscono<br />

inoltre a una maggiore<br />

attrattività della formazione professionale<br />

e in particolare dell’apprendistato<br />

professionale di elettricista di<br />

reti di distribuzione.<br />

Daniel Hügli<br />

Continua la lotta<br />

dei «41 del Matin»<br />

Con la sentenza del Tribunale arbitrale<br />

del 2 settembre 2019, i licenziati del<br />

quotidiano romando Le Matin pensavano<br />

di poter voltare definitivamente<br />

pagina e chiudere il capitolo Tamedia.<br />

Ma non avevano fatto purtroppo i<br />

conti con i trucchi amministrativi dei<br />

quali l’editore zurighese conosce bene<br />

i segreti. Gli ex dipendenti del Matin,<br />

infatti, hanno avuto la brutta sorpresa<br />

di vedere l’ammontare che era stato<br />

assegnato loro tramite piano sociale<br />

tagliato del 7%, corrispondente a<br />

contributi sociali. Altrimenti detto,<br />

Tamedia ritiene il denaro versato alla<br />

stregua di un guadagno e non come<br />

un’indennità. Ora, l’articolo 8ter del<br />

Regolamento sull’assicurazione vecchiaia<br />

e superstiti (AVS) parla chiaro:<br />

in caso di esigenze di esercizio come<br />

una chiusura, una fusione o una ristrutturazione<br />

dell’azienda – in particolare<br />

in caso di licenziamento collettivo<br />

regolato tramite piano sociale –,<br />

le prestazioni versate dal datore di lavoro<br />

non fanno parte del salario determinante.<br />

L’editore si trincera dietro alle Casse<br />

disoccupazione, per le quali il licenziamento<br />

dei 41 del Matin non sarebbe<br />

da considerarsi collettivo e quindi ai<br />

sensi della legge non vi è l’obbligo di<br />

un piano sociale. Una posizione che si<br />

basa sulla suddivisione amministrativa<br />

completamente arbitraria praticata<br />

da Tamedia. Creando delle unità diverse<br />

– in funzione dei compiti o dei<br />

titoli di studio – all’interno delle redazioni<br />

stesse, l’editore può arrivare a licenziare<br />

un numero importante di<br />

persone senza mai raggiungere il limite<br />

legale che innesca il piano sociale.<br />

I 41 del Matin ovviamente contestano<br />

questa decisione e, aiutati principalmente<br />

da <strong>syndicom</strong>, continuano la<br />

battaglia per ottenere, finalmente, la<br />

totalità del loro piano sociale.<br />

Melina Schröter<br />

Segretaria regionale Media<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/pianosociale-le-matin-un-verdetto-che-va-nellagiusta-direzione/


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Una richiesta esplicita dei dipendenti di PostFinance<br />

è il diritto alla non reperibilità durante il tempo libero» David Roth<br />

CCL PostFinance, verso<br />

un sistema salariale<br />

più comprensibile<br />

Dall’inizio dell’anno <strong>syndicom</strong> sta negoziando<br />

il contratto collettivo di lavoro<br />

con PostFinance. Diverse disposizioni<br />

del nuovo CCL di Posta CH<br />

saranno direttamente integrate nel<br />

quadro normativo di PostFinance.<br />

Questa è la norma. Ma ci sono delle<br />

aspettative specifiche dei dipendenti<br />

della banca postale. E queste saranno<br />

negoziate separatamente. Un sondaggio<br />

di <strong>syndicom</strong> condotto fra i dipendenti<br />

ha dimostrato che c’è bisogno di<br />

intervenire.<br />

Ad esempio, il sistema salariale viene<br />

percepito come incomprensibile e<br />

ingiusto. I dipendenti che lavorano con<br />

il CCL Lever (retribuzione orientata al<br />

rendimento) auspicano un salario base<br />

più alto e, in cambio, bonus più bassi.<br />

Per David Roth, che conduce le trattative<br />

per <strong>syndicom</strong>, è chiaro: «Un sistema<br />

salariale comprensibile crea fiducia e<br />

motivazione. Un’opzione per noi sarebbe<br />

quella di rendere nuovamente<br />

facoltativa la retribuzione orientata al<br />

rendimento nel settore della vendita».<br />

Un’esigenza esplicita dei dipendenti<br />

di PostFinance è il diritto alla non<br />

reperibilità durante il tempo libero. Un<br />

terzo degli intervistati ha affermato di<br />

occuparsi delle e-mail anche nel tempo<br />

libero: ciò risulta stressante e nocivo<br />

per il riposo. Roth afferma inoltre<br />

che «il datore di lavoro dovrebbe dissociarsi<br />

in modo esplicito dalla tacita<br />

aspettativa della costante reperibilità.<br />

In questo modo può ridurre la pressione<br />

sui lavoratori e promuovere un<br />

mondo del lavoro più sano». Post-<br />

Finance ha quindi una grossa opportunità:<br />

garantire buone condizioni di lavoro<br />

con soluzioni avanzate, lanciando<br />

così un segnale al personale. Ovvero<br />

che prende sul serio le sue richieste.<br />

Matthias Loosli<br />

La panoramica delle trattative<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/cclposta<br />

Giura, una vittoria di tappa<br />

La battaglia del personale conducente ha portato a un primo<br />

successo: prima dell’aggiudicazione dell’appalto per le linee di<br />

autobus del Giura, il governo cantonale dovrà sentire i sindacati.<br />

Il Canton Giura ha indetto una gara<br />

pubblica per tutte le sue linee di autobus.<br />

Quattro aziende hanno fatto<br />

un’offerta, tra cui almeno un’azienda<br />

di trasporti estera. Il personale interessato<br />

si sente minacciato poiché<br />

l’azienda che si aggiudica l’appalto<br />

deve sì rilevare i veicoli ma non il personale.<br />

Per di più: i conducenti non<br />

sanno se potranno mantenere il loro<br />

posto di lavoro e a quali condizioni.<br />

Ecco perché si stanno mobilitando da<br />

mesi, tra l’altro attirando l’attenzione<br />

con varie manifestazioni davanti al<br />

Parlamento cantonale, comunicati<br />

stampa e petizioni sul loro destino.<br />

Nello stesso tempo hanno rivendicato<br />

e rivendicano garanzie e protezione<br />

nella procedura d’appalto che minaccia<br />

la loro esistenza. Poco prima di<br />

Natale i conducenti hanno potuto<br />

festeggiare una vittoria di tappa che li<br />

incoraggia e li rafforza nella loro lotta.<br />

Una mozione vincente<br />

Sulla base di una mozione, Nicolas<br />

Maître (membro di <strong>syndicom</strong> e del<br />

Parlamento cantonale) ha obbligato il<br />

Governo giurassiano ad ascoltare i sindacati<br />

ancor prima della decisione di<br />

aggiudicazione. La richiesta era giustificata<br />

dalla Legge sulla durata del lavoro<br />

(LDL) a cui sono soggetti i conducenti<br />

dei trasporti pubblici. La LDL<br />

attribuisce infatti forti diritti di partecipazione<br />

al personale: la legge prevede<br />

circa venti eccezioni che devono essere<br />

obbligatoriamente concordate<br />

con il personale. Ad esempio, le aziende<br />

che vogliono assegnare a un conducente<br />

diversi luoghi di lavoro devono<br />

obbligatoriamente concordarlo con<br />

un sindacato. Si stima che queste misure<br />

consentirebbero di risparmiare<br />

fino al 30% dei costi di produzione. Se<br />

queste misure fossero decise unilateralmente<br />

dalle aziende, la riduzione<br />

dei costi avverrebbe sulle spalle del<br />

personale. Se presi in considerazione,<br />

i diritti di partecipazione della LDL<br />

sono una protezione contro questo pericolo.<br />

Un segnale importante<br />

Il fatto che il Parlamento abbia obbligato<br />

il Governo a consultare i sindacati<br />

prima della decisione di aggiudicazione<br />

non è soltanto un successo di<br />

tappa per i conducenti nel Giura. È un<br />

segnale che va oltre la Svizzera e potrebbe<br />

ottenere carattere vincolante.<br />

Finora i sindacati e con essi i lavoratori<br />

sono stati banditi dal processo di aggiudicazione.<br />

Ora questo potrebbe<br />

cambiare. Anche se il Governo giurassiano<br />

è riluttante. I conducenti del<br />

Giura e <strong>syndicom</strong> non si arrenderanno<br />

tanto facilmente. Hanno già presentato<br />

le loro rimostranze presso il Governo<br />

e rivendicano il loro diritto di essere<br />

ascoltati.<br />

Christian Capacoel<br />

Anche la popolazione si è mostrata solidale con la lotta dei conducenti giurassiani. (© Hélène Tobler)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/stopaldumping


«Se un giornalista passa al settore delle pubbliche relazioni<br />

di solito non viene visto di buon occhio» Eva Hirschi<br />

19<br />

Giornalismo e PR insieme: si può?<br />

Quando si perde la propria indipendenza? Alla giornata dei<br />

freelance, in programma il 14 marzo alla Kulturhaus Helferei<br />

di Zurigo, verrà trattato questo tema ormai diventato tabù.<br />

I responsabili della comunicazione e<br />

gli addetti stampa sono in parte già<br />

considerati quasi come dei nemici nel<br />

settore dei media. Se un giornalista<br />

passa a un’attività nel settore delle PR,<br />

solitamente non viene visto di buon<br />

occhio, come se avesse voltato le spalle<br />

alla professione pura. Allo stesso<br />

tempo però il divario tra i salari nel<br />

giornalismo e nel settore della comunicazione<br />

è grande. Gli onorari più elevati<br />

in quest’ultimo settore sono naturalmente<br />

una forte attrazione, motivo<br />

per cui in particolare i giornalisti e i fotografi<br />

freelance accettano per sbarcare<br />

il lunario incarichi da PR, di tanto in<br />

tanto oppure regolarmente come guadagno<br />

extra.<br />

Etica ed economia della professione<br />

L’incontro di settore dei freelance di<br />

quest’anno tratta proprio questo tema<br />

tabù. Può un fotoreporter scattare<br />

contemporaneamente foto di prodotti<br />

di una nota azienda? Una giornalista è<br />

ancora credibile se redige anche testi<br />

per la <strong>rivista</strong> pubblicitaria di un’impresa?<br />

La questione dell’indipendenza<br />

si pone in generale anche nel giornalismo,<br />

in fondo le case editrici<br />

hanno alle spalle finanziatori e finalità<br />

che possono influenzare il loro lavoro.<br />

Ma non si tratta solo di questioni di<br />

principio, ma anche di approcci concreti:<br />

quali sono le effettive differenze<br />

tra giornalismo e comunicazione<br />

aziendale? Come si arriva a incarichi<br />

di questo tipo? Che cosa si deve considerare?<br />

Quale compenso si può chiedere?<br />

Diversi punti di vista<br />

In occasione della 18esima giornata<br />

dei freelance Nina Fargahi, caporedattrice<br />

della <strong>rivista</strong> svizzera dei media<br />

«Edito», farà il punto della situazione<br />

nel settore, fornendo suggerimenti e<br />

trucchi su come poter percorrere strade<br />

inconsuete. Per la prima volta, la<br />

giornata ospita anche il rappresentante<br />

di una <strong>rivista</strong> non giornalistica: Simon<br />

Brunner, ex giornalista, responsabile<br />

in qualità di cofondatore<br />

dell’agenzia di comunicazione ABK,<br />

che tra l’altro si occupa della <strong>rivista</strong> riservata<br />

ai clienti di Credit Suisse «Bulletin»,<br />

darà un’idea del cosiddetto<br />

Corporate Journalism, il creare contenuti<br />

e scrivere per le aziende.<br />

Il tema verrà affrontato in diversi momenti<br />

del meeting: rappresentanti dei<br />

vari settori daranno un’idea della loro<br />

attività di freelance, come ad esempio<br />

la giornalista e autrice Anna Miller oppure<br />

il fotografo Klaus Petrus. Uno<br />

sguardo dietro le quinte dei Podcast ce<br />

lo fornisce This Wachter, fondatore di<br />

Audio Story Lab. L’aperitivo conviviale<br />

finale offrirà la possibilità di conoscersi<br />

personalmente, approfondire<br />

discussioni e allacciare contatti. L’evento,<br />

il 14 marzo dalle ore 13.15 alla<br />

Kulturhaus Helferei di Zurigo, è organizzato<br />

dalla FreKo, la commissione<br />

di <strong>syndicom</strong> dei professionisti indipendenti<br />

dei media.<br />

Eva Hirschi<br />

La giornata è l’occasione per rinnovare e consolidare la propria rete di contatti. (© Sabine Rock)<br />

Il programma della giornata<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/tdf20<br />

Agenda 2020: solidale,<br />

giusta e sostenibile<br />

Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

e responsabile settore Stampa e media elettronici<br />

Anche quest’anno l’agenda sindacale<br />

è bella piena. In cima alla lista ci sono<br />

impegni come la salvaguardia delle<br />

nostre istituzioni sociali, la messa in<br />

pratica delle rivendicazioni dello sciopero<br />

delle donne e il contributo dell’economia<br />

alla soluzione della crisi climatica.<br />

Per non parlare della lotta per<br />

buone condizioni di lavoro e una retribuzione<br />

equa per dipendenti e liberi<br />

professionisti, il tutto garantito da<br />

CCL per tutti i settori. Questo è un<br />

tema importante per i media, un settore<br />

in completo stravolgimento. Per evitare<br />

che tale trasformazione continui<br />

ad avvenire sulle spalle dei lavoratori e<br />

a scapito della formazione di un’opinione<br />

pubblica, dobbiamo intervenire<br />

per influenzare le nuove regole del gioco<br />

nella politica dei media. Insieme ad<br />

altre organizzazioni ci impegniamo<br />

per un sostegno significativo e mirato<br />

dei media indipendenti e credibili e<br />

per nuove regole adattate alle nuove<br />

sfide. Per fare in modo che i media siano<br />

all’altezza del loro ruolo come<br />

parte del servizio pubblico (organizzato<br />

pubblicamente o privatamente).<br />

Gli operatori dei media sono supportati<br />

da <strong>syndicom</strong> per influenzare in modo<br />

determinante il mondo del lavoro nel<br />

settore della comunicazione grazie al<br />

know-how, al collegamento in rete e<br />

alla capacità di azione. Per una società<br />

solidale, un mondo del lavoro giusto e<br />

un pianeta sostenibile e sano.


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Se PostCom non è in grado di esercitare la sua funzione<br />

nella politica, è solo un apparato burocratico» Christian Capacoel<br />

PostCom, un po’ più di coraggio!<br />

Per essere legittima e davvero efficace, la Commissione federale<br />

delle Poste deve mostrarsi più determinata. E farsi sentire.<br />

Stop al dumping salariale legittimato dallo Stato. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Un mercato non regolamentato<br />

Lo stesso vale per la regolamentazione<br />

del mercato postale. Il commercio<br />

online porta con sé nuovi modelli che<br />

oltrepassano i confini tradizionali nel<br />

mercato. Oltre a pacchi, generi alimentari<br />

e lettere superiori ai 50 grammi,<br />

oggi i corrieri recapitano in pratica<br />

quasi tutto ciò che il cliente desidera<br />

ricevere a domicilio. Questo mercato<br />

prevalentemente non regolamentato<br />

attira le aziende. Tutte vogliono accaparrarsi<br />

una fetta di torta.<br />

In tutto questo la carta vincente è il<br />

prezzo. Chi offre il prezzo più basso,<br />

può fare le consegne. La conseguenza:<br />

una concorrenza sleale a spese dei dipendenti<br />

e dei piccoli fornitori che devono<br />

lavorare con margini minimi.<br />

Vedi Uber Eats, Smood e DHL. Ovunque<br />

sono state riscontrate condizioni<br />

di lavoro precarie.<br />

Il mandato del Consiglio federale alla<br />

Commissione federale delle poste (PostCom)<br />

è chiaro. Essa deve sorvegliare<br />

il mercato postale svizzero, controllare<br />

che il servizio universale sia di elevata<br />

qualità e garantire una concorrenza<br />

leale. Per <strong>syndicom</strong> e i lavoratori<br />

del settore dei corrieri è più che mai<br />

necessario agire con la massima urgenza,<br />

in particolare per quel che riguarda<br />

il servizio universale e la concorrenza<br />

leale.<br />

Una voce troppo timida<br />

La digitalizzazione ha comportato<br />

perdite di clienti in alcuni servizi degli<br />

uffici postali. La Posta reagisce con un<br />

taglio radicale anziché sfruttare le opportunità<br />

del crescente mercato dei<br />

pacchi e posizionarsi al suo interno<br />

con i servizi più richiesti. Il numero di<br />

chiusure sta nel frattempo aumentando<br />

così da mettere profondamente in<br />

discussione la qualità del servizio universale.<br />

A ciò si aggiunge il fatto che le<br />

alternative pubblicizzate dalla Posta,<br />

come PickPost, il servizio a domicilio<br />

o le agenzie postali, vengono scarsamente<br />

o per nulla accettate dalla popolazione.<br />

Finora PostCom ha fatto<br />

elegantemente marcia indietro sulla<br />

questione e ha fatto sentire la sua voce<br />

soltanto timidamente, sebbene per la<br />

propria legittimazione ci sia bisogno<br />

di una PostCom determinata e che si<br />

faccia sentire.<br />

Certo non può avere voce in capitolo<br />

nella legislazione sulle poste, che<br />

deciderà in merito al futuro numero di<br />

uffici postali, ma può far valere la propria<br />

influenza nei confronti del Parlamento<br />

e del Consiglio federale. Qualora<br />

non dovesse farlo, si limiterebbe a<br />

essere un apparato burocratico. E per<br />

questo non c’è bisogno di una Commissione<br />

federale delle poste.<br />

Un salario minimo insufficiente<br />

PostCom agisce anche qui con titubanza.<br />

Nel 2019, sotto la presidenza di<br />

Hans Hollenstein (da poco dimessosi,<br />

sostituito dalla vodese Géraldine Savary,<br />

ex giornalista e già Consigliera<br />

agli Stati), era stato introdotto sul mercato<br />

postale un salario minimo di<br />

18,27 franchi orari. Un salario insufficiente<br />

che batte tutte le professioni<br />

nel settore logistico ed è chiaramente<br />

troppo basso per influenzare il mercato<br />

a livello normativo. I lavoratori restano<br />

decisamente esposti a pessime<br />

condizioni di lavoro.<br />

È ora che PostCom superi la sua titubanza<br />

e svolga il ruolo che le è stato<br />

conferito. I lavoratori e il servizio pubblico<br />

lo apprezzerebbero molto.<br />

Christian Capacoel<br />

postcom.admin.ch/it/pagina-inizialepostcom<br />

Combattiamo insieme<br />

la moderna schiavitù<br />

Dominik Fitze è segretario del GI giovani di<br />

<strong>syndicom</strong><br />

La tratta di esseri umani è una piaga<br />

molto specifica. Alle persone viene<br />

promesso un futuro in un paese straniero.<br />

Ma una volta giunte sul posto<br />

trovano solo sfruttamento, salari da<br />

fame, giornate di lavoro senza fine.<br />

Molte di loro sono giovani e hanno<br />

una scarsa formazione.<br />

In Svizzera, la lotta e il dibattito su<br />

questo fenomeno riguardano principalmente<br />

lo sfruttamento sessuale,<br />

ovvero la prostituzione coatta. Ma non<br />

è proprio così. Perché la moderna<br />

schiavitù riguarda anche e soprattutto<br />

i lavoratori. Badanti, stuccatori, camerieri<br />

vengono sfruttati per la loro manodopera.<br />

Recentemente un gruppo di esperti<br />

del Consiglio d’Europa è giunto alla<br />

conclusione che la Svizzera stia ancora<br />

facendo troppo poco per aiutare le vittime<br />

e punire i responsabili.<br />

Come sindacato anche noi sentiamo<br />

questo dovere. Le vittime sono i<br />

nostri colleghi. Dobbiamo essere solidali<br />

con loro e lottare insieme affinché<br />

la loro situazione migliori il più rapidamente<br />

possibile.<br />

Non dimentichiamo pertanto i nostri<br />

colleghi vittime di queste moderne<br />

forme di schiavitù e lottiamo insieme<br />

affinché politica e giustizia diano<br />

loro finalmente la giusta considerazione.


«Invece di risparmiare, l’agenzia di stampa dovrebbe<br />

affrontare il cambiamento con una visione chiara» Beat Haueter<br />

21<br />

Redazione ATS di nuovo in allerta<br />

Dopo lo sciopero di due anni fa, le misure di austerità e i tagli,<br />

l’agenzia di stampa Keystone-ATS è sempre nella bufera.<br />

Si preannunciano tempi difficili per le redazioni, già ridotte.<br />

Le redazioni di Keystone-ATS non trovano<br />

pace. Oltre alle misure di risparmio<br />

già annunciate nel bilancio 2020,<br />

a fine 2019 i dipendenti sono passati<br />

da uno shock all’altro: a novembre,<br />

CH Media ha annunciato la creazione<br />

di una propria redazione giornalistica.<br />

Dopo Tamedia, stiamo parlando della<br />

seconda casa editrice che ha parzialmente<br />

disdetto il servizio ATS. A dicembre,<br />

con l’abbandono del caporedattore<br />

Marcus Hebein dopo soli nove<br />

mesi, il team ha perso ogni speranza di<br />

una maggiore codecisione. Inoltre le<br />

nuove disposizioni tariffarie hanno<br />

generato dell’incertezza, dovuta alla<br />

mancanza di comunicazione interna.<br />

«L’atmosfera è tesa», afferma Beat<br />

Haueter della redazione sportiva di<br />

Keystone-ATS, «e si profila il prossimo<br />

taglio».<br />

Una visione chiara al posto dei tagli<br />

Chi lavora presso Keystone-ATS sa<br />

cosa significa quando la nave vacilla:<br />

gli ultimi anni sono stati caratterizzati<br />

da misure di riduzione dei costi, dalla<br />

fusione di ATS con Keystone, da ristrutturazioni,<br />

licenziamenti e tagli<br />

agli stipendi e, nel contempo, dalla distribuzione<br />

di utili agli azionisti. C’è<br />

ancora poca trasparenza e le redazioni<br />

non vengono coinvolte. Invece di risparmiare<br />

denaro e chiedere sussidi,<br />

l’agenzia di stampa dovrebbe affrontare<br />

i cambiamenti del panorama mediatico<br />

con una visione chiara, afferma<br />

Haueter della commissione della<br />

redazione di Keystone-ATS. Anche se<br />

sono successe diverse cose (per esempio,<br />

si producono più contenuti multimediali)<br />

«si procede troppo lentamente».<br />

Prospettive per il futuro<br />

Nessuno sa come andranno avanti le<br />

cose. Anche se Keystone-ATS ha negoziato<br />

nuovi contratti con gli editori a<br />

fine 2019, le prospettive sembrano<br />

fosche. Ufficialmente, nel 2020, non<br />

verranno più tagliati posti nelle<br />

redazioni. «Ma, vista la situazione<br />

economica, ne dubitiamo», sostiene<br />

Haueter. Le redazioni, a suo dire, sono<br />

già talmente ridimensionate che ogni<br />

caso di influenza nel team diventa un<br />

problema: «Abbiamo raggiunto il limite<br />

sopportabile».<br />

La redazione sportiva è pronta a<br />

tutto: il buco nel budget destinato allo<br />

sport lasciato dall’abbandono di Tamedia<br />

è troppo grande.<br />

La commissione di redazione intravede<br />

uno spiraglio di luce nei piani<br />

di ristrutturazione aziendale recentemente<br />

annunciati: si apprezza in linea<br />

di principio se il giornalismo viene<br />

svolto da una parte non orientata al<br />

profitto, mentre i dividendi vengono<br />

realizzati nell’altra parte dell’azienda,<br />

ha affermato il membro della Commissione<br />

di redazione Sebastian<br />

Gänger ai microfoni di Radio SRF.<br />

Manuela Ryter<br />

Le redazioni sono così ridotte che basta un collega malato per creare problemi. (© Gaetan Bally/Keystone-ATS)<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/<br />

trasformare-ats-in-una-fondazione/<br />

CCL Posta 2021, l’ultima<br />

parola agli iscritti<br />

Da settembre dello scorso anno <strong>syndicom</strong><br />

sta negoziando il Contratto collettivo<br />

di lavoro (CCL) Posta 2021. Le<br />

trattative stanno per concludersi e<br />

sembra che tutto stia andando per il<br />

meglio. <strong>syndicom</strong> è finora riuscito a<br />

respingere qualsiasi peggioramento<br />

richiesto dai responsabili della Posta.<br />

Ad esempio, presso PostMail avrebbe<br />

dovuto essere introdotta la settimana<br />

di 44 ore. Quest’idea è ora stata abbandonata.<br />

Verso un esito positivo<br />

Il responsabile della delegazione negoziale<br />

Matteo Antonini si dice fiducioso:<br />

«Siamo riusciti a dimostrare alla<br />

Posta che negli ultimi anni ha richiesto<br />

ai suoi dipendenti diversi sacrifici<br />

e che il peggioramento delle condizioni<br />

di lavoro potrebbe trasformarsi in<br />

un boomerang. Ecco perché penso che<br />

molto presto potremo annunciare un<br />

esito positivo».<br />

Ovviamente il CCL entrerà in vigore<br />

soltanto dopo che i membri del<br />

sindacato avranno approvato il nuovo<br />

accordo. Per ottenere questa approvazione,<br />

i membri della delegazione<br />

negoziale dovranno convincere nei<br />

prossimi mesi le loro colleghe e i loro<br />

colleghi della validità delle nuove<br />

disposizioni contenute nel CCL.<br />

Matthias Loosli<br />

Tutto sul nuovo CCL<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/cclposta


22 Politica<br />

Migliorare la protezione<br />

contro il licenziamento<br />

Il consigliere federale Guy<br />

Parmelin ha manifestato<br />

la volontà di migliorare<br />

finalmente la protezione<br />

contro il licenziamento<br />

abusivo dei lavoratori attivi<br />

nei sindacati. Coinvolgendo<br />

gli esperti dell’Organizzazione<br />

internazionale del lavoro,<br />

ha fatto avviare una mediazione<br />

tra i datori di lavoro e i<br />

sindacati. L’obiettivo è quello<br />

di elaborare entro giugno<br />

delle proposte di soluzione.<br />

Testo: Luca Cirigliano<br />

Foto: Thierry Porchet<br />

Con queste proposte di soluzione si<br />

intende portare la protezione contro<br />

il licenziamento al livello richiesto<br />

dalle Convenzioni dell’OIL. Sulla<br />

base di questa proposta del Consigliere<br />

federale, a luglio 2019 l’Unione<br />

sindacale svizzera (USS) ha accettato<br />

di cancellare la Svizzera dalla<br />

lista nera dei paesi che violano i diritti<br />

dell’uomo. Alla vigilia della<br />

Conferenza dell’OIL, presieduta nel<br />

centenario della sua fondazione<br />

dall’ambasciatore elvetico Jean-Jacques<br />

Elmiger, la Svizzera era finita<br />

sulla lista nera dei paesi che violano<br />

Per i casi estremi,<br />

l’OIL prevede<br />

anche il reintegro<br />

le Convenzioni dell’OIL.Una vergogna.<br />

Con i 40 più gravi casi di violazione,<br />

la Confederazione figurava<br />

tra paesi come Sierra Leone, Tagikistan<br />

e Bielorussia. Tra l’altro insieme<br />

a Grecia e Bielorussia la Svizzera<br />

era l’unico paese europeo sulla lista.<br />

Sempre le stesse accuse<br />

In concreto la Svizzera viene accusata<br />

di violare i diritti dell’uomo in<br />

materia di protezione contro il licenziamento<br />

di lavoratori attivi nei<br />

sindacati. Tali lavoratori sono tutelati<br />

dalla convenzione OIL 98 ratificata<br />

dalla Svizzera.<br />

Già nel 2004 l’OIL aveva sottolineato<br />

di fronte al Consiglio federale<br />

che l’indennità massima di 6 mesi<br />

prevista in caso di licenziamento<br />

abusivo dal Codice delle obbligazioni<br />

(art. 336a cpv. 2) non fosse sufficientemente<br />

dissuasiva. Al contrario,<br />

in questo modo i lavoratori


Se le proposte di Parmelin non porteranno a risultati concreti, l’Unione sindacale svizzera aumenterà<br />

la pressione che l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) già esercita sulla Confederazione.<br />

Negli ultimi mesi, i sindacati sono stati confrontati a diversi licenziamenti antisindacali.<br />

23<br />

possono essere licenziati abusivamente<br />

per metterli a tacere.<br />

Come dimostrano gli studi, i<br />

datori di lavoro autori di questo tipo<br />

di violazioni vengono generalmente<br />

condannati solo al pagamento di 2-3<br />

mensilità. Un’indennità che pagano<br />

con gli spiccioli.<br />

Allora l’OIL aveva preteso che la<br />

Svizzera estendesse l’indennità<br />

massima ad almeno 12 mensilità<br />

nonché che prevedesse per i casi<br />

estremi anche il reintegro. Ma 12<br />

mesi, a seconda della gravità del<br />

caso risp. delle dimensioni dell’azienda,<br />

non sono adeguati o non<br />

sufficientemente dissuasivi o ancora<br />

non hanno carattere penale. Ecco<br />

perché la nuova legge dovrebbe<br />

piuttosto contenere un requisito<br />

minimo (ad es. «almeno 12 mesi…»),<br />

lasciandolo però aperto verso l’alto.<br />

Da allora non è successo nulla.<br />

In Svizzera i lavoratori scomodi che<br />

esercitano i loro diritti legali e costituzionali<br />

e pertanto infastidiscono i<br />

datori di lavoro vengono tuttora licenziati<br />

come se niente fosse. La<br />

proposta del consigliere federale sul<br />

whistleblowing pare non abbia migliorato<br />

la situazione, anzi al contrario<br />

l’avrebbe addirittura peggiorata.<br />

Lo ha spiegato una rappresentante<br />

dell’OIL in occasione di un’audizione<br />

della Commissione giuridica del<br />

Consiglio nazionale (CN) responsabile<br />

della proposta.<br />

A giugno però il competente comitato<br />

dell’OIL ha deciso, su richiesta<br />

della delegazione svizzera, di<br />

cancellare la Svizzera dalla lista<br />

nera.<br />

Un’opportunità per adeguare le leggi<br />

L’USS ha accettato questa procedura<br />

poiché questa è l’unica reale possibilità<br />

di adeguare finalmente al diritto<br />

internazionale la legislazione<br />

svizzera in materia di licenziamento.<br />

Già nel 2003 l’USS aveva denunciato<br />

la Svizzera per mancato rispetto<br />

delle convenzioni ratificate. Da<br />

allora la Svizzera è stata ripetutamente<br />

redarguita dall’OIL. Eppure il<br />

Consiglio federale ha rifiutato di applicare<br />

le raccomandazioni dell’OIL<br />

stando sempre dalla parte dei datori<br />

di lavoro svizzeri che rifiutavano rigorosamente<br />

di migliorare la protezione<br />

contro il licenziamento di<br />

membri di commissioni del personale,<br />

consigli di fondazione di casse<br />

pensioni nonché di lavoratori attivi<br />

nei sindacati.<br />

Il consigliere federale Guy Parmelin<br />

si è ora impegnato ad avviare<br />

una mediazione esterna che aiuti i<br />

datori di lavoro e i sindacati a elaborare<br />

delle proposte di soluzione per<br />

migliorare la tutela dei lavoratori.<br />

Qualora il processo di mediazione<br />

non dovesse portare a dei miglioramenti<br />

concreti, l’USS aumenterà ulteriormente<br />

la pressione sulla Svizzera<br />

attraverso l’OIL. I sindacati<br />

hanno recentemente raccolto tanti<br />

nuovi casi di licenziamenti abusivi<br />

antisindacali.<br />

Cambiamento di rotta<br />

Molte vite<br />

e carriere sono<br />

state stroncate<br />

dai licenziamenti<br />

abusivi<br />

«È già stato fatto molto lavoro in<br />

questo ambito, ci sono perizie e in<br />

passato si sono tenuti anche dei colloqui.<br />

Il cambiamento di rotta del<br />

consigliere federale Parmelin è incoraggiante,<br />

come pure i segnali dei<br />

datori di lavoro di trovare una soluzione<br />

a questo problema senza paraocchi<br />

e in buona fede. Molte carriere<br />

e vite di lavoratori sono state<br />

stroncate da simili licenziamenti<br />

abusivi. Non è accettabile che la<br />

Svizzera venga meno ai suoi obblighi<br />

internazionali. Esamineremo attentamente<br />

la questione affinché<br />

anche il Consiglio federale adempia<br />

effettivamente ai suoi obblighi internazionali»,<br />

afferma Pierre-Yves<br />

Maillard.<br />

Quest’anno la Svizzera presenterà<br />

all’OIL una relazione sui risultati<br />

della mediazione. Inoltre, la<br />

Svizzera si sottoporrà volontariamente<br />

a un accertamento straordinario<br />

dell’OIL relativo al rispetto<br />

della libertà sindacale. L’USS accompagnerà<br />

questo processo.<br />

uss.ch/themes/travail/droits-syndicaux/<br />

Un diritto<br />

contrario alla<br />

corte europea<br />

In una sentenza del 2017,<br />

la Corte europea dei diritti<br />

dell’uomo invita a giudicare<br />

se la sanzione per il datore<br />

di lavoro è sufficientemente<br />

dissuasiva.<br />

Un’azienda turca aveva licenziato<br />

diversi dipendenti appartenenti<br />

a un sindacato adducendo motivi<br />

economici o uno scarso rendimento.<br />

Il tribunale di ultima<br />

istanza turco aveva giudicato tali<br />

licenziamenti abusivi poiché<br />

erano stati pronunciati a causa<br />

dell’appartenenza al sindacato.<br />

Il tribunale aveva condannato il<br />

datore di lavoro a versare a ciascuno<br />

di loro un’indennità pari a<br />

dodici mensilità oppure a reintegrarli.<br />

Il datore di lavoro ha scelto<br />

di versare loro il salario di un<br />

anno.<br />

La Corte è stata chiamata a<br />

giudicare se l’indennità delle dodici<br />

mensilità fosse sufficiente a<br />

garantire la protezione contro i<br />

licenziamenti antisindacali. Ed è<br />

giunta alla conclusione che non<br />

lo fosse. In effetti, la sanzione<br />

non è sufficientemente dissuasiva<br />

in quanto il datore di lavoro<br />

può scegliere se versare l’indennità<br />

o reintegrare il dipendente.<br />

Inoltre, se i salari sono bassi,<br />

l’indennità di un anno di salario<br />

non appare sempre dissuasiva.<br />

Alla luce di tale contesto<br />

sorge il dubbio che la legge svizzera,<br />

che prevede solo sei mesi di<br />

salario a titolo di indennità (ma<br />

di cui i tribunali ne versano di<br />

fatto solo due o tre), sia sufficientemente<br />

dissuasiva. Prima o poi,<br />

la Corte EDU ma anche l’OIL,<br />

rischiano di condannare la Svizzera<br />

per violazione dell’art. 11<br />

CEDU. Sarà il caso di rivedere il<br />

Codice delle obbligazioni.<br />

Tek Gida Is Sendikasi contro<br />

la Turchia, 4 aprile 2017


24<br />

Il nostro lavoro merita<br />

una pensione dignitosa<br />

Chi ha lavorato tutta una<br />

vita, durante la vecchiaia<br />

deve poter vivere in modo dignitoso<br />

della propria pensione.<br />

In linea di principio, la<br />

maggior parte delle persone<br />

è d’accordo con questa affermazione.<br />

Ma la previdenza<br />

vecchiaia sta affrontando<br />

grandi sfide e la situazione<br />

sta degenerando. Nonostante<br />

l’economia sia in crescita, le<br />

rendite stanno diminuendo.<br />

Testo: Gabriela Medici, USS<br />

Foto: Fotomelia<br />

L’ultimo aumento generale delle<br />

rendite AVS è avvenuto negli Anni<br />

Settanta. Da allora le rendite AVS<br />

sono state adeguate, come previsto<br />

dalla legge, solo all’evoluzione dei<br />

salari e dei prezzi. E sono così riuscite<br />

a mantenere poco più del loro<br />

potere d’acquisto, ma hanno accumulato<br />

ritardo rispetto ai salari.<br />

Inoltre, i crescenti premi delle casse<br />

malati erodono una parte sempre<br />

più importante dell’AVS, lasciando<br />

sempre meno di che vivere. Nello<br />

stesso tempo, sì è versato sempre di<br />

più nel secondo pilastro. Ciononostante,<br />

le rendite delle casse pensioni<br />

continuano a diminuire di anno<br />

in anno. Oggi sempre più assicurati<br />

ammettono indignati che devono<br />

versare di più nel secondo pilastro<br />

per percepire alla fine una rendita<br />

più bassa. Per non parlare del fatto<br />

che molte donne non hanno un secondo<br />

pilastro oppure percepiscono<br />

solo AVS troppo basse dalle casse<br />

pensioni. Ci troviamo così nell’assurda<br />

situazione che negli ultimi anni<br />

l’economia è cresciuta costantemente<br />

mentre la previdenza di vecchiaia<br />

molto meno. Allo stesso tempo, datori<br />

di lavoro, banche e assicurazioni<br />

vogliono farci credere che l’AVS si<br />

trovi di fronte al tracollo finanziario.<br />

Pertanto aumentano la pressione sui<br />

tagli delle rendite e sull’innalzamento<br />

dell’età pensionabile. In effetti<br />

vogliono vendere più prodotti possibili<br />

del terzo pilastro. Perché così<br />

fanno soldi. Sull’AVS invece non ci<br />

guadagnano nulla. Al contrario: coloro<br />

che percepiscono salari più alti<br />

versano molto di più nell’AVS rispetto<br />

a quanto percepiranno. Con la<br />

loro AVS contribuiscono a finanziare,<br />

insieme con i datori di lavoro, le<br />

rendite AVS degli imbianchini e delle<br />

commesse. Nel terzo pilastro ogni<br />

persona pensa solo a sé.<br />

La controffensiva dei sindacati<br />

In materia di previdenza, la Costituzione<br />

federale pone da quasi<br />

50 anni l’obiettivo che le rendite<br />

devono consentirci di condurre una<br />

vita dignitosa durante la vecchiaia.<br />

Un obiettivo da cui in realtà ci stiamo<br />

allontanando sempre più. Nei<br />

prossimi anni si deciderà se la ricca<br />

Svizzera si concederà una previdenza<br />

vecchiaia solidale e rispettabile<br />

oppure se le banche e le assicurazioni<br />

attueranno la tanto auspicata privatizzazione<br />

della previdenza di vecchiaia.<br />

Ecco perché ai primi di<br />

marzo l’USS lancerà un’iniziativa<br />

per una 13esima rendita AVS. Perché<br />

chi ha lavorato tutta una vita,<br />

merita una buona pensione. L’iniziativa<br />

è semplice, ma inattaccabile:<br />

rivendica un ulteriore versamento di<br />

quella rendita a cui si ha diritto<br />

nell’AVS, come se fosse una tredicesima<br />

mensilità. Ciò significa un aumento<br />

dell’8,33%. Grazie alla proprietà<br />

di compensazione dell’AVS, a<br />

beneficiarne maggiormente saranno<br />

i redditi medio-bassi. Per una famiglia,<br />

diciamo un tranviere e una<br />

commessa a tempo parziale con un<br />

figlio, l’iniziativa si traduce in circa<br />

300 franchi in più al mese. L’iniziativa<br />

prevede inoltre che la tredicesima<br />

vada a beneficio anche di chi<br />

percepisce prestazioni complementari.<br />

Dalla parte delle donne<br />

Questo aumento migliora rapidamente<br />

l’indicibile situazione delle<br />

donne in età pensionabile. Perché<br />

nell’AVS sono assicurati tutti, indipendentemente<br />

dal fatto che lavorino<br />

a tempo pieno, a tempo parziale<br />

o non lavorino affatto. E l’AVS è l’unica<br />

assicurazione sociale che riconosce<br />

come lavoro anche l’educazione<br />

dei figli e la cura di familiari<br />

malati o anziani. Ecco perché l’AVS<br />

di donne e uomini sono più o meno<br />

equivalenti. L’aumento dell’AVS<br />

c0ncretizza i progressi concreti attesi<br />

da tempo ed è la risposta giusta<br />

che arriva proprio a un anno dal successo<br />

dello sciopero delle donne!<br />

L’iniziativa USS<br />

https://bit.ly/2RBeZCr


Diritto e diritti<br />

25<br />

Nella nostra azienda, mi impegno regolarmente<br />

per gli interessi dei dipendenti e<br />

prendo in considerazione la possibilità di<br />

entrare a far parte della commissione del<br />

personale. A questo proposito, mi chiedo<br />

come la legge protegga dalle ritorsioni<br />

dei datori di lavoro i collaboratori che<br />

difendono gli interessi dei dipendenti<br />

o che sono coinvolti nella rappresentanza<br />

del personale.<br />

Qual è la tutela legale e come vengono<br />

sanzionate le ritorsioni dei datori di lavoro<br />

contro i dipendenti per queste attività?<br />

Che cosa fa <strong>syndicom</strong> per migliorare la<br />

protezione dei lavoratori impegnati contro<br />

le ritorsioni dei datori di lavoro?<br />

Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />

Il Codice delle obbligazioni protegge l’impegno dei<br />

lavoratori in relazione alle richieste dei dipendenti<br />

nell’ambito delle disposizioni sul licenziamento abusivo<br />

(cfr. art. 336 e segg.). Questa tutela riguarda diverse attività,<br />

quali, in particolare, l’esercizio dei diritti costituzionali<br />

(ad esempio, la libertà di opinione e la libertà sindacale),<br />

l’affermazione delle rivendicazioni ai sensi del<br />

diritto del lavoro, l’appartenenza a un sindacato, l’esercizio<br />

legittimo di un’attività sindacale (ad esempio il diritto<br />

di sciopero) e l’attività di rappresentanti eletti/e. La Legge<br />

sulla partecipazione tutela anche i membri delle rappresentanze<br />

dei lavoratori, stabilendo che l’attività corrispondente<br />

non dev’essere ostacolata dai datori di lavoro e<br />

che i/le rappresentanti dei lavoratori non possono essere<br />

svantaggiati(e) a causa di tale attività.<br />

La protezione dai licenziamenti ai sensi di legge in<br />

Svizzera è purtroppo configurata in modo «poco incisivo»:<br />

i licenziamenti effettuati a causa dello svolgimento delle<br />

attività sopraelencate sono abusivi, ma comunque validi,<br />

e quindi rescindono il rapporto di lavoro. Il carattere<br />

abusivo del licenziamento è sanzionato solo nella misura<br />

in cui il datore di lavoro deve pagare un’indennità fino a<br />

sei mesi di salario. Un ulteriore fattore di complicazione è<br />

che i dipendenti devono dimostrare la natura abusiva del<br />

licenziamento in un procedimento giudiziario, il che<br />

spesso è complicato. Soltanto nel caso dei rappresentanti<br />

dei dipendenti esiste un’inversione dell’onere della prova<br />

e il datore di lavoro deve dimostrare di avere un motivo<br />

fondato per il licenziamento, vale a dire che esso non ha<br />

avuto luogo per via di una delle attività protette. Se non<br />

riesce a dimostrare tale esonero, il licenziamento è considerato<br />

abusivo.<br />

Un mezzo efficace consiste nella stipula di Contratti collettivi<br />

di lavoro. In molti CCL di <strong>syndicom</strong>, tale protezione<br />

è rafforzata in vari modi, come ad esempio il raddoppio<br />

dell’indennizzo legale fino a un massimo di un salario<br />

annuale, l’adempimento di speciali regole procedurali e il<br />

coinvolgimento del sindacato nel previsto licenziamento<br />

di un membro della rappresentanza del personale, il<br />

divieto di licenziamento per via dell’attività in seno alla<br />

commissione del personale o la limitazione della libertà<br />

di licenziamento a motivi qualificati. Inoltre, <strong>syndicom</strong><br />

garantisce la protezione giuridica ai lavoratori colpiti da<br />

un licenziamento e, ove necessario, rappresenta i loro<br />

interessi nei confronti del datore di lavoro in tribunale.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/puntodiritto


Euro 22<br />

ISBN 978-88-7713-830-9<br />

26<br />

Rubriche<br />

Idee<br />

Dal più grande sequestro di eroina in Svizzera alle prigioni<br />

segrete della CIA, dal traffico di organi in Kosovo ai diritti umani<br />

in Cecenia, le inchieste giudiziarie di Dick Marty hanno toccato<br />

numerosi fronti. Una certa idea di giustizia non è solo la cronaca<br />

appassionata di quelle inchieste, ma anche la storia di memorabili<br />

incontri con delinquenti, vittime, politici (tra cui Fidel Castro,<br />

il ceceno Ramzan Kadyrov, Bashar al-Assad e Giulio Andreotti)<br />

e con uomini e donne che ogni giorno rischiano la propria vita per<br />

difendere i diritti di tutti. Tra questi Armando Spataro, Procuratore<br />

della Repubblica di Torino fino al 2018 e impegnato da anni<br />

nella lotta al terrorismo, alla mafia e alla criminalità organizzata,<br />

che di questo libro firma la bella prefazione.<br />

Dick Marty (1945) è un giurista, magistrato e politico svizzero. Si è specializzato<br />

in diritto penale internazionale e in criminologia. È stato attivo in Canton<br />

Ticino come Procuratore generale e come Consigliere di Stato; ha fatto parte<br />

della Camera alta del Parlamento svizzero ed è stato membro dell’Assemblea<br />

parlamentare del Consiglio d’Europa, dove ha presieduto la Commissione delle<br />

questioni giuridiche e dei diritti dell’uomo. Nel 2011 ha ricevuto il titolo<br />

di Dottore honoris causa dell’Università di Ginevra.<br />

Dick Marty<br />

UNA CERTA IDEA DI GIUSTIZIA<br />

Dick Marty<br />

UNA CERTA<br />

IDEA DI<br />

GIUSTIZIA<br />

Spionaggio, droga, terrorismo:<br />

le mie inchieste tra<br />

Europa e Medio Oriente<br />

Prefazione di<br />

Armando Spataro<br />

ECA 1758<br />

Edizioni<br />

Casagrande<br />

Saper ascoltare... e parlare!<br />

«I vostri clienti più insoddisfatti<br />

sono la vostra più grande fonte di<br />

apprendimento». Parola di Bill Gates.<br />

C’è sempre da imparare, anche<br />

quando qualcosa non funziona.<br />

In questo caso, viene in aiuto il corso<br />

«Come trasformare il reclamo in<br />

vantaggio», tenuto dal formatore<br />

Stefano Bosia, dal 23 marzo a Bellinzona.<br />

Nonostante l’avvento del digitale,<br />

sono ancora pochi (il 4%) i<br />

clienti che esprimono il loro malcontento.<br />

Di solito, in maniera molto<br />

semplice e silenziosa, non tornano<br />

più. Il corso spiega come<br />

affrontare questo momento di crisi,<br />

per trovare una soluzione comune e<br />

condivisa che permetta di mantenere<br />

o addirittura aumentare il rapporto<br />

di fiducia con la clientela. «Se il<br />

cliente è insoddisfatto – spiega Bosia<br />

– crediamo che lo sconto possa risolvere<br />

il tutto. Ma così non è! Lo sconto<br />

ha un effetto di breve durata. L’ho<br />

imparato in una tipografia, quando<br />

il proprietario, invece che concedere<br />

lo sconto, insistette per rifare il lavoro.<br />

Il cliente era mortificato per questa<br />

scelta, ma alla fine diventò uno<br />

dei migliori promotori della stessa.<br />

Un servizio così non l’aveva mai ricevuto!».<br />

Uno dei segreti sta sicuramente<br />

nella capacità di ascolto del<br />

cliente... ma non è l’unico.<br />

Per imparare invece a parlare meglio<br />

in pubblico, Helias ripropone<br />

«Public Speaking», sabato 4 aprile.<br />

Attraverso contributi teorici e una<br />

serie di esercitazioni pratiche davanti<br />

alla telecamera, gli esperti Pasquale<br />

Diaferia e Patrizia Pfenninger<br />

daranno consigli su come fissare<br />

i concetti e superare la timidezza, in<br />

modo semplice, pratico e diretto.<br />

Perché parlare in pubblico non è<br />

solo un fatto di retorica applicata,<br />

ma anche un lavoro personale e interiore<br />

di miglioramento continuo.<br />

Per chi ha già partecipato al primo<br />

corso, è previsto un modulo avanzato.<br />

(Redazione)<br />

La lista dei corsi Helias e i formulari di<br />

iscrizione si trovano su www.helias.ch<br />

© Schweizer Parlament<br />

Un secolo di proporzionale<br />

Nel 2018 è stato celebrato il centenario<br />

dell’introduzione del sistema<br />

proporzionale a livello nazionale.<br />

Il 13 ottobre 1918, infatti, Popolo e<br />

Cantoni accettarono con una netta<br />

maggioranza l’iniziativa a favore<br />

dell’elezione del Consiglio nazionale<br />

con il sistema proporzionale.<br />

La sua introduzione ebbe notevoli<br />

conseguenze sul sistema politico.<br />

Le elezioni anticipate che si tennero<br />

l’anno seguente, nell’ottobre del<br />

1919, appena dopo la fine della prima<br />

Guerra Mondiale, videro mutare<br />

la composizione del Consiglio nazionale<br />

in maniera radicale. Per ricordare<br />

l’evento, i Servizi del Parlamento<br />

federale hanno ideato<br />

l’esposizione «100 anni di proporzionale»,<br />

ora in mostra al pianterreno<br />

e al primo piano di Palazzo delle<br />

Orsoline a Bellinzona, sede del governo<br />

cantonale ticinese. Si tratta di<br />

una tappa altamente simbolica, perché<br />

proprio come conseguenza della<br />

cosiddetta «presa di Palazzo delle<br />

Orsoline» nella rivoluzione settembrina<br />

del 1890, il Ticino passò al sistema<br />

proporzionale. In questo senso,<br />

il nostro cantone fu pioniere<br />

nella storia e nella politica svizzera.<br />

La mostra segue il periodo di quasi<br />

un anno intercorso tra l’accettazione<br />

dell’iniziativa e le prime elezioni<br />

svolte con il proporzionale, fra eventi<br />

ricchi di conseguenze come la fine<br />

della Prima Guerra mondiale e lo<br />

sciopero generale del 1919. Foto<br />

d’archivio, pannelli statistici, manifesti<br />

della campagna elettorale del<br />

1919 si accompagnano a materiali<br />

didattici che possono essere scaricati<br />

dal sito per preparare al meglio la<br />

visita. A giugno un evento segnerà la<br />

fine dell’esposizione in Ticino. La<br />

visita al Palazzo delle Orsoline e<br />

all’esposizione è gratuita. Visite guidate<br />

per gruppi, su prenotazione,<br />

anche in tedesco, francese e inglese.<br />

(Giovanni Valerio)<br />

Per prenotare visite guidate e tematiche<br />

www.ti.ch/visiteguidate<br />

Processo ai potenti<br />

Nato dopo un incidente che ha portato<br />

l’autore a una momentanea perdita<br />

di memoria, il libro è custode<br />

delle battaglie di Dick Marty contro<br />

il non-detto, i silenzi, le omertà e<br />

l’abbandono dello Stato di diritto;<br />

contro gli interessi economici, soprattutto<br />

bancari; contro «quei» legami<br />

tra potenti, coltivati a dispetto<br />

del prezzo che il più debole deve pagare.<br />

Contro quei poteri che Marty,<br />

giurista e magistrato, ex Procuratore<br />

generale, già Consigliere di Stato e<br />

membro dell’Assemblea parlamentare<br />

del Consiglio d’Europa, ha sempre<br />

combattuto. Leggiamo così delle<br />

indagini sul traffico di droga in Svizzera<br />

e di organi in Kosovo, delle prigioni<br />

segrete della CIA e delle violazioni<br />

dei diritti umani in Cecenia, e<br />

siamo portati a riflettere sullo scontro,<br />

insito nella società civile (anche<br />

in Svizzera), tra perdenti e vincitori,<br />

che non sono necessariamente i più<br />

meritevoli. Scrive l’ex procuratore:<br />

«Il disincanto è giunto molto presto<br />

anche per me e la mia idea di giustizia,<br />

perché non è vero che di fronte<br />

alla giustizia siamo tutti uguali».<br />

Contro le istituzioni e gli stati democratici<br />

indifferenti allo sviluppo dei<br />

singoli individui, la giustizia di cui<br />

parla Marty è libera dalle costrizioni<br />

del dogmatismo e dal pensiero unico,<br />

e anche dal liberismo sfrenato.<br />

È un’idea di giustizia che non trova<br />

espressione nelle mobilitazioni delle<br />

masse, ma non può nemmeno essere<br />

il solo prodotto del coraggio di<br />

pochi. Si fonda piuttosto sul concetto<br />

di equità. La giustizia di cui parla<br />

Marty ha a che fare con l’impegno<br />

collettivo e quotidiano, per i diritti<br />

dell’uomo, per un equo trattamento<br />

tra gli individui all’interno della società<br />

e nei rapporti fra le nazioni. Per<br />

questo, il libro di Dick Marty non è<br />

un processo ai potenti soltanto. Ma<br />

parla a tutti noi, ogni qualvolta anteponiamo<br />

gli interessi personali alla<br />

giustizia per tutti. (Valeria Camia)<br />

Dick Marty, Una certa idea di giustizia, trad.<br />

Daniela Marina Rossi, Edizioni Casagrande


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi A gennaio e febbraio 2020, <strong>syndicom</strong> è stato al fianco dei firmatari della petizione<br />

per la costituzione di una commissione del personale nella regione di distribuzione<br />

della posta di Bienne. Inoltre ha sostenuto i negoziatori e i conducenti di AutoPostale,<br />

e ha accompagnato i pensionati di Basilea e i fiduciari del settore ICT di Zurigo.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5


1. I dipendenti firmatari che hanno raccolto le firme della petizione<br />

per costituire una commissione del personale nella regione di<br />

distribuzione della posta di Bienne. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

2. Il gruppo di esperti di AutoPostale per la Legge sulla durata<br />

del lavoro. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

3. I conducenti di AutoPostale di Corcelles e Sédeilles (VD) hanno<br />

incaricato <strong>syndicom</strong> di negoziare l’aumento della loro percentuale<br />

di occupazione, attualmente all’80%. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

29<br />

4, 5, 6. La solidarietà con i conducenti giurassiani si manifesta in Val<br />

d’Hérens (VS), in Ticino e tra i colleghi che partecipano a un<br />

corso dedicato alla Legge sulla durata del lavoro a Balsthal. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

7. I pensionati basilesi del settore Posta Telecom durante la loro prima<br />

escursione del 2020 nella regione di Rheinfelden. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

8. La riunione dei fiduciari del settore ICT (Information Communication<br />

Technology) di Zurigo/Svizzera orientale. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

9, 10. I pensionati basilesi del settore media riuniti per la loro tradizionale<br />

fonduta. (© Rosmarie Gerber)<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9 10


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

Diego Moretti: «Da sempre mi batto<br />

per la giustizia, a difesa dei più deboli»<br />

47 anni, nato a Cantù (Italia), Diego<br />

Moretti ha prima lavorato per un artigiano<br />

brianzolo e poi come metalmeccanico<br />

in un’azienda di Lecco.<br />

Nel 2003, dopo il matrimonio con una<br />

cittadina svizzera, inizia a lavorare<br />

all’azienda Piciotti di Bioggio, acquisita<br />

poi da Südpack, specializzata in cartonaggio<br />

e imballaggio. Attivo già nel sindacato<br />

Comedia, è stato vicepresidente<br />

di <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano. Ora è<br />

sindacalista per Unia (settore edilizia),<br />

ma è sempre iscritto a <strong>syndicom</strong>. Tanto<br />

che ha partecipato attivamente ad altre<br />

azioni sindacali, come ad esempio<br />

la protesta al centro pacchi PostLogistic<br />

di Cadenazzo nell’autunno 2015.<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Foto: Sandro Mahler<br />

«Quando offendono la<br />

dignità, è ora di reagire»<br />

Ho cominciato a impegnarmi nel sindacato<br />

perché sono stati i miei colleghi<br />

a chiedermelo. All’inizio, lottavo<br />

per i miei diritti. Appena assunto, ho<br />

studiato il contratto e, se vogliamo<br />

anche ingenuamente, sono andato<br />

dal direttore per reclamare i miei diritti.<br />

Parlando chiaro. Perché ho sempre<br />

creduto (e lottato) per la giustizia.<br />

Così sono entrato nella commissione<br />

del personale (CoPe) continuando<br />

una battaglia di principio,<br />

che non era più soltanto mia ma era<br />

diventata collettiva. Ho partecipato<br />

alle trattative per ben tre rinnovi contrattuali<br />

e ogni volta era sempre peggio:<br />

la direzione chiedeva sempre sacrifici<br />

a noi lavoratori. Ero davvero<br />

deluso dai risultati delle trattative!<br />

<strong>syndicom</strong> era in minoranza e l’altro<br />

sindacato presente in azienda accettava<br />

il peggioramento dei contratti<br />

di fronte alla minaccia di trasferire<br />

l’azienda all’estero. Così sono uscito<br />

dalla CoPe ma era chiaro che avrei<br />

continuato a difendere i diritti dei<br />

miei colleghi.<br />

Il peggio è stato raggiunto nel 2015.<br />

Quando la Banca nazionale ha abolito<br />

il tasso minimo di cambio con<br />

l’Euro, l’azienda intendeva pagare i<br />

frontalieri il 10% di meno. Anche se<br />

non ero frontaliere (come l’80% dei<br />

dipendenti Südpack), non mi sembrava<br />

corretto. È iniziata una battaglia<br />

che ha spaccato in due l’azienda.<br />

Con la scusa di una riduzione del lavoro,<br />

sono stato licenziato assieme a<br />

5 miei colleghi. Lo ricordo come se<br />

fosse oggi. Quando sono uscito<br />

dall’ufficio del direttore con la lettera<br />

di licenziamento in mano, c’erano<br />

colleghe in lacrime. Non era un momento<br />

facile per me, con due figli e<br />

mia moglie che aveva perso pure lei il<br />

suo impiego. Ma era il tempo di reagire,<br />

contro una direzione che aveva<br />

calpestato anche la dignità dei lavoratori.<br />

Così, in pochi giorni, grazie al<br />

segretario sindacale Marco Forte abbiamo<br />

organizzato uno sciopero che<br />

ha fatto scalpore in Ticino. Abbiamo<br />

usato ogni mezzo: facebook, i media,<br />

la televisione. All’alba, abbiamo tenuto<br />

un’assemblea fuori dai cancelli<br />

dell’azienda, chiedendo un incontro<br />

con i dirigenti della casa madre, in<br />

Germania. Le trattative non sono state<br />

facili, ma grazie alla nostra dimostrazione<br />

di forza abbiamo ottenuto<br />

delle indennità e la promessa formale<br />

che io e gli altri colleghi licenziati<br />

avremmo avuto la precedenza in caso<br />

di nuove assunzioni. Di fatto, un<br />

reintegro! Il mio era sostanzialmente<br />

un licenziamento antisindacale, perché<br />

anche se non facevo più parte<br />

della CoPe ero attivo più che mai. Anche<br />

formalmente, ero vicepresidente<br />

di <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano.<br />

Lo sciopero ha causato una perdita<br />

d’immagine per Südpack, tanto che<br />

il direttore è stato poi rimosso qualche<br />

mese dopo. Da allora, l’ambiente<br />

lavorativo è migliorato. Nel frattempo,<br />

il mio impegno e la mia testardaggine<br />

sono stati notati da Unia, e<br />

poco dopo ho iniziato a lavorare proprio<br />

come sindacalista. Ho trovato<br />

così la mia strada, perché da sempre<br />

mi batto a difesa dei più deboli.<br />

Le immagini dello sciopero<br />

https://bit.ly/2U8etxA


Impressum<br />

Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva-Translations, Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout: Stämpfli SA, Berna<br />

Correzione testi: Petra Demarchi<br />

Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 20 aprile 2020<br />

Chiusura redazionale: 9 marzo 2020<br />

31<br />

Reka, per avere di più.<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio un buono REKA del valore di<br />

50 franchi. La soluzione sarà pubblicata<br />

sul prossimo numero insieme col nome<br />

del vincitore. Non è previsto alcuno<br />

scambio di corrispondenza sul concorso.<br />

Sono escluse le vie legali. Inviare la<br />

soluzione entro il 9 marzo a <strong>syndicom</strong>,<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno.<br />

Reka_KW_Syndicom_I.indd 1 21.12.15 14:16<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è PARLAMENTO. Il vincitore è<br />

Francesco Fieni di Grono, a cui va un<br />

buono Coop di 40 franchi.<br />

Congratulazioni!<br />

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+41 (0)58 817 18 18 - mail@<strong>syndicom</strong>.ch


32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Vittoria di tappa<br />

per gli autisti !18.12.2019<br />

Il Parlamento del Giura ha approvato<br />

una mozione d’urgenza, presentata<br />

alla fine di novembre. In quest’ultima, il deputato PS<br />

e membro di <strong>syndicom</strong> Nicolas Maître esige che i<br />

sindacati abbiano il diritto di essere ascoltati<br />

nell’ambito della procedura di gara d’appalto.<br />

Scopri la nostra delegazione20.12.2019<br />

A gennaio sono iniziati i negoziati sul rinnovo del<br />

CCL AutoPostale e sullo statuto del personale degli<br />

imprenditori postali. Abbiamo selezionato con cura<br />

la delegazione per le trattative: scoprite i membri<br />

di questa delegazione sul nostro sito web!<br />

T-Systems Suisse ha ora un CCL16.12.2019<br />

<strong>syndicom</strong> ha stipulato un contratto collettivo di<br />

lavoro (CCL) con il fornitore di servizi digitali<br />

T-Systems Svizzera, una filiale di Deutsche<br />

Telekom. Il CCL entra in vigore il 1° gennaio 2020.<br />

Con la conclusione del contratto, T-Systems<br />

Svizzera riconosce il partenariato sociale e si<br />

assume la responsabilità sociale come una delle<br />

aziende IT leader nel nostro paese.<br />

Contro le molestie<br />

e la violenza10.12.2019<br />

@<strong>syndicom</strong>_de – La violenza e le<br />

molestie fanno ancora parte del mondo<br />

del lavoro nel 2019 – in tutti i settori. Per essere efficaci,<br />

le contromisure devono basarsi su condizioni quadro<br />

adeguate. Il Consiglio federale dice di agire. È tempo di<br />

#RatifyC190! @UNI_Europa #HumanRightsDay<br />

TikTok all’attacco nel 202026.9.2019<br />

Se il 2019 è stato l’anno di Instagram, che ha<br />

superato il miliardo di utenti, il 2020 sarà<br />

quello di TikTok. Applicazione più diffusa nel<br />

primo semestre del 2019, il prossimo anno<br />

acquisirà lo status di imprescindibile nelle<br />

strategie riguardanti i social media dei marchi destinati<br />

a una popolazione giovane. Seguono Twitch, Discord e<br />

anche un gioco online: Fortnite!<br />

<strong>syndicom</strong> magazine № 14 –<br />

Aria fresca a Palazzo gennaio 2020<br />

Onda verde, politica climatica, svolta a sinistra, più<br />

seggi occupati da donne – Il nostro Parlamento si<br />

femminilizza e ringiovanisce. Su quali forze possono<br />

contare i sindacati? Rassegna nel nostro ultimo<br />

Magazine che si può anche leggere online all’indirizzo<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/servizio-soci/<strong>rivista</strong>/<br />

Non esitate a dare un’occhiata!<br />

Think.Write.Speak.<br />

Avere una voce 4.4.2020<br />

Superare la timidezza e imparare<br />

a parlare in pubblico, attraverso<br />

un sistema di regole e di autodiagnosi estremamente<br />

semplice ed efficace.Ecco il tema del corso<br />

Public Speaking, in programma il 4 aprile a Bellinzona.<br />

Iscrizioni a helias.ch.<br />

Referendum, già 50mila firme<br />

contro l’e-ID22.12.2019<br />

Gli svizzeri si pronunceranno sull’identità<br />

elettronica. I promotori del referendum<br />

contro l’e-ID hanno annunciato di aver<br />

raccolto 55.403 firme. Avevano tempo fino al 16 gennaio<br />

per raccoglierne almeno 50mila. L’8 ottobre scorso la<br />

Società Digitale, l’organizzazione svizzera Campax, la<br />

piattaforma «We collect» e l’associazione Public Beta<br />

avevano infatti lanciato la raccolta di firme.<br />

Nessun salario inferiore<br />

ai 4.200 franchi nel settore<br />

delle infrastrutture di rete9.1.2020<br />

Questo il risultato ottenuto dai sindacati<br />

nei confronti delle due federazioni padronali,<br />

l’Associazione svizzera dell’infrastruttura di rete (SNiv)<br />

e l’Associazione Imprese di costruzione Linee aeree e cavi<br />

(AILC). Per il 2020, le misure salariali prevedono un aumento<br />

del salario minimo per l’insieme del settore dello 0,8%.<br />

Saranno anche aumentati gli stipendi minimi per i lavoratori<br />

non qualificati e per gli elettricisti di rete.<br />

Solo un’economia al servizio di tutta<br />

la popolazione avrà un futuro9.1.2020<br />

L’orientamento sempre più liberale della politica<br />

sociale ed economica degli ultimi trent’anni ha<br />

portato in Svizzera alla perdita della solidarietà.<br />

Questo è ciò che risulta dall’analisi dell’Unione<br />

sindacale svizzera (USS). Solo grazie alle offensive<br />

condotte dai sindacati e dai contratti collettivi<br />

di lavoro è stato possibile evitare il peggio.

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