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- Best Moda: Wedding Dresses 2020 - Best Shooting: Analice Zanoni - Incontro Fatale: Mar - Best Cinema: La Mia Banda Suona il Pop - Best Intervista: Marika Zoccarato - Best Design: Le Maschere nel Mondo - Best Intervista: Marillion Intervista a Mark Kelly - Star TV: Laura Slade - Best Eventi: Motor Bike Expo - BM Tecnologia: Taxi Droni - BM Eventi: Modena City Ramblers - Best Turismo: Antichi Carnevali di Sardegna - Best Music: Volume 67, free Compilation - BM Sostenibile - Best Intervista: Blackmore’s Ritchie - Euro Charts di Febbraio IN COPERTINA: Analice Zanoni ph Denis J Axl

- Best Moda: Wedding Dresses 2020
- Best Shooting: Analice Zanoni
- Incontro Fatale: Mar
- Best Cinema: La Mia Banda Suona il Pop
- Best Intervista: Marika Zoccarato
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IN COPERTINA:
Analice Zanoni
ph Denis J Axl

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Antichi Carnevali di Sardegna

è lui ad indossare la maschera o viceversa. Così le divinità antiche ritornano prendendo

possesso del corpo dell’uomo, in un momento sacro dove la stessa vestizione è una

vera cerimonia religiosa-pagana, seguita in maniera scrupolosa, vissuta come una sorta

di “metamorfosi”.

Il dio della pioggia è invocato come mille anni fa da un popolo che soffriva periodi di

siccità tremendi, il bue – visto come divinità anch’esso - rivive accompagnato dal suo

sacerdote. Altre figure fanno la loro comparsa in tutto questo mentre il ballare lento delle

maschere con il loro ritmo cadenzato spera che la natura voglia seguire l’andamento

scelto dall’uomo. Sfilano per le strade di Tertenia le maschere di Su Maimoni, intonando:

“Maimone Maimone abbacheret su laòre abbacheret su siccau, Maimone laudau”!

(Maimone, Maimone chiede acqua il frumento, chiede acqua il seccato, Maimone

laudato!), qui dove c’è ancora chi ne pratica il culto pagano. A Mamoiada i Mamuthones

- in assoluto la più famosa delle maschere di Sardegna – hanno origine etimologica

incerta e il loro incedere lento e solenne sopravvive in tutto il suo mistero al logorio del

tempo: “sa visera” dalle cupe sembianze antropomorfe copre il viso umano, il corpo è

vestito con pellicce nere di pecora e pesanti campanacci, ed è sorprendente il contrasto

con l’aspetto degli Issohadores, così diversi nell’abbigliamento e nelle movenze. Due

protagonisti dello stesso rituale, che sfilano per le strade del paese in due file parallele,

lenti, muti, scuri e pesanti i primi, agili, colorati ed eleganti gli altri. Non esiste una

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