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IN COPERTINA:
Analice Zanoni
ph Denis J Axl
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Best Turismoby Chiara MusinoANTICHI CARNEVALI DI SARDEGNATRA PASSI PESANTI E UOMINI CHE DIVENTANO DEIUn rumore di campanacci si sente in lontananza avanzare su passi pesanti che all’unisonoscandiscono l’avvicinarsi di qualche creatura strana. Siamo nell’Isola dove mondo realee magia fanno fatica ad essere distinti, dove ciò che è antico vive nel presente perchéessi sono parte di un’identità sola: la Sardegna. Immaginatela come una pietra con lemille sfaccettature di un diamante, che riesce ad offrire volti diversi a seconda di comela osserviamo: così è il suo aspetto e così sono le sue tradizioni. In questo periodo diCarnevale, fatto per far vivere mondi di tanti tipi e di tante forme, noi ve la racconteremoosservando ciò che più di tutto ne rivela l’anima arcana di centinaia, migliaia di anni, tramitele figure che custodiscono in sé questa enorme ricchezza, fra demoni e spiriti ancestrali.Grazie ad un attento lavoro delle pro loco e alla memoria degli anziani, tutto questo grandepatrimonio non è stato perduto.80Siamo in una Terra che da sempre chiama a sé i suoi abitanti, dove il vento soffiasussurrando parole in una lingua antica che si insinuano tra le pellicce dei figuranti scelti perassumere le sembianze degli dei, di demoni, delle creature metà uomo e metà bestia. Qui,nel cuore delle montagne dell’Ogliastra e della Barbagia, tra le rocce che quando il solesaluta il giorno proiettano figure simili a sagome di creature strane, l’antica tradizione ruraleè riportata in vita da chi decide di perdere la propria identità per un giorno per far rivivereun “qualcosa” che va ben oltre una maschera; chi veste queste sembianze, infatti, narra diavere la sensazione forte di entrare in un mondo quasi parallelo, dove non capisce più seBEST MAGAZINE
Antichi Carnevali di Sardegnaè lui ad indossare la maschera o viceversa. Così le divinità antiche ritornano prendendopossesso del corpo dell’uomo, in un momento sacro dove la stessa vestizione è unavera cerimonia religiosa-pagana, seguita in maniera scrupolosa, vissuta come una sortadi “metamorfosi”.Il dio della pioggia è invocato come mille anni fa da un popolo che soffriva periodi disiccità tremendi, il bue – visto come divinità anch’esso - rivive accompagnato dal suosacerdote. Altre figure fanno la loro comparsa in tutto questo mentre il ballare lento dellemaschere con il loro ritmo cadenzato spera che la natura voglia seguire l’andamentoscelto dall’uomo. Sfilano per le strade di Tertenia le maschere di Su Maimoni, intonando:“Maimone Maimone abbacheret su laòre abbacheret su siccau, Maimone laudau”!(Maimone, Maimone chiede acqua il frumento, chiede acqua il seccato, Maimonelaudato!), qui dove c’è ancora chi ne pratica il culto pagano. A Mamoiada i Mamuthones- in assoluto la più famosa delle maschere di Sardegna – hanno origine etimologicaincerta e il loro incedere lento e solenne sopravvive in tutto il suo mistero al logorio deltempo: “sa visera” dalle cupe sembianze antropomorfe copre il viso umano, il corpo èvestito con pellicce nere di pecora e pesanti campanacci, ed è sorprendente il contrastocon l’aspetto degli Issohadores, così diversi nell’abbigliamento e nelle movenze. Dueprotagonisti dello stesso rituale, che sfilano per le strade del paese in due file parallele,lenti, muti, scuri e pesanti i primi, agili, colorati ed eleganti gli altri. Non esiste unaBEST MAGAZINE81
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by Chiara Musino
ANTICHI CARNEVALI DI SARDEGNA
TRA PASSI PESANTI E UOMINI CHE DIVENTANO DEI
Un rumore di campanacci si sente in lontananza avanzare su passi pesanti che all’unisono
scandiscono l’avvicinarsi di qualche creatura strana. Siamo nell’Isola dove mondo reale
e magia fanno fatica ad essere distinti, dove ciò che è antico vive nel presente perché
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osservando ciò che più di tutto ne rivela l’anima arcana di centinaia, migliaia di anni, tramite
le figure che custodiscono in sé questa enorme ricchezza, fra demoni e spiriti ancestrali.
Grazie ad un attento lavoro delle pro loco e alla memoria degli anziani, tutto questo grande
patrimonio non è stato perduto.
80
Siamo in una Terra che da sempre chiama a sé i suoi abitanti, dove il vento soffia
sussurrando parole in una lingua antica che si insinuano tra le pellicce dei figuranti scelti per
assumere le sembianze degli dei, di demoni, delle creature metà uomo e metà bestia. Qui,
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