11.02.2020 Views

Toponimi dell'Alta Valle Gesso • a cura di Mauro Rabbia

Un territorio prende forma, costruisce la propria identità attorno ai nomi dei luoghi che lo compongono. Nel caso di un’area di montagna: nomi di cime, di passi, di valloni, di laghi, ma anche, a quote inferiori, dove le comunità umane si erano insediate stabilmente, toponimi che sono riferiti a sorgenti, canali, appezzamenti coltivati, boschi, oltre naturalmente a tèit e jaç. Un enorme patrimonio, accumulatosi nel corso dei secoli, passato di generazione in generazione grazie alla trasmissione verbale, che con l’abbandono della montagna è in parte andato perso. Fortunatamente numerose ricerche a livello locale a partire dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso hanno raccolto prima e fissato su carta poi una notevole quantità di nomi di luogo, indagando anche su origini e significati dei vari termini. A questa importantissima operazione di salvataggio ha contribuito attivamente il Parco Naturale Alpi Marittime che, partendo dalla capillare conoscenza del territorio dei suoi guardiaparco, ha creato un archivio di toponimi dell’area protetta. Una parte del materiale raccolto ed elaborato viene oggi divulgato con la pubblicazione di questo Quaderno, la cui consultazione siamo sicuri renderà ancora più viva e appassionante la scoperta e la frequentazione dell’alta Valle Gesso.

Un territorio prende forma, costruisce la propria identità attorno ai nomi dei luoghi che lo compongono. Nel caso di un’area di montagna: nomi di cime, di passi, di valloni, di laghi, ma anche, a quote inferiori, dove le comunità umane si erano insediate stabilmente, toponimi che sono riferiti a sorgenti, canali, appezzamenti coltivati, boschi, oltre naturalmente a tèit e jaç.

Un enorme patrimonio, accumulatosi nel corso dei secoli, passato di generazione in generazione grazie alla trasmissione verbale, che con l’abbandono della montagna è in parte andato perso. Fortunatamente numerose ricerche a livello locale a partire dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso hanno raccolto prima e fissato su carta poi una notevole quantità di nomi di luogo, indagando anche su origini e significati dei vari termini. A questa importantissima operazione di salvataggio ha contribuito attivamente il Parco Naturale Alpi Marittime che, partendo dalla capillare conoscenza del territorio dei suoi guardiaparco, ha creato un archivio di toponimi dell’area protetta. Una parte del materiale raccolto ed elaborato viene oggi divulgato con la pubblicazione di questo Quaderno, la cui consultazione siamo sicuri renderà ancora più viva e appassionante la scoperta e la frequentazione dell’alta Valle Gesso.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

138<br />

Rocca <strong>di</strong> San Giovanni. È il cuore del Parco e<br />

su questo immenso pianoro pascolivo Vittorio<br />

Emanuele II fece costruire a metà Ottocento<br />

una casa <strong>di</strong> caccia, singolare 'fortino' a pianta<br />

quadrata con torri merlate. Oggi questo e<strong>di</strong>ficio<br />

storico è stato restaurato e trasformato in un rifugio<br />

per offrire a tutti un 'soggiorno da re'.» 169<br />

316 Valasco (<strong>Valle</strong> <strong>di</strong>)<br />

T07<br />

T11 Lo Valasc / El Valasc / Valon dal Valasc<br />

È un toponimo interessante, ma la spiegazione<br />

dell’origine <strong>di</strong> questo nome è alquanto<br />

complessa. Si parte dalla ra<strong>di</strong>ce PAL, <strong>di</strong> ceppo<br />

indoeuropeo, con significato <strong>di</strong> roccia elevata,<br />

che si trasforma in FAL, FEL, VEL e VAL. A queste<br />

ra<strong>di</strong>ci si aggiunga poi la desinenza ASCO,<br />

ASCA, che caratterizza i territori dove vivevano<br />

le mitiche popolazioni liguri. Non an<strong>di</strong>amo<br />

oltre e citiamo la fonte: Rousset, "Ipotesi sulle<br />

ra<strong>di</strong>ci preindoeuropee dei toponimi alpini" 170 .<br />

Si ricorda che fino all’inizio del 1900 era chiamato<br />

Vallasco. È un magnifico ampio vallone<br />

percorso da una mulattiera delle cacce reali e<br />

da una strada carrozzabile, costruita negli anni<br />

1920 in vista del rinforzamento dei confini con<br />

la Francia. Gli alti muri in pietra <strong>di</strong> questa strada<br />

rappresentano un vero e proprio monumento.<br />

317 Valcubèrta<br />

T11<br />

Valcubèrta / Val Cubèrta<br />

Cubèrta significa coperta, nel senso <strong>di</strong> nasco-<br />

sta. Infatti parte del vallone è occultato da una<br />

cresta rocciosa e solo risalendolo si scopre un<br />

pascolo dove c’era anche il ricovero del pastore.<br />

La mulattiera per le cacce dei Savoia risale<br />

buona parte del vallone, ma ormai è fatiscente.<br />

318 Valcuca (<strong>Valle</strong>)<br />

T10<br />

T11<br />

Valcuca / Val Cuca<br />

È un vallone ripido nella parte iniziale, quando si<br />

stacca dal Valasco. In alto si apre con suggestive<br />

conche dove si alternano pietraie e piccole praterie<br />

con ra<strong>di</strong> larici. Il toponimo è interessante:<br />

«[…] La ra<strong>di</strong>ce KUK venne stu<strong>di</strong>ata da molti linguisti…<br />

Tutti riconoscono il valore <strong>di</strong> oronimo<br />

della base, ma non sono d’accordo sulla sua<br />

provenienza. Però, col procedere degli stu<strong>di</strong>, si<br />

può già ora stabilire con certezza che l’area dove<br />

compare nei toponimi tale ra<strong>di</strong>ce sorpassa largamente<br />

il mondo conquistato dai Celti…Dall’Asia<br />

Minore alla Spagna, passando per i Balcani e le<br />

Alpi o per l’Italia Meri<strong>di</strong>onale, Sicilia Sardegna e<br />

Corsica, ne troviamo traccia negli oronimi e nelle<br />

denominazioni <strong>di</strong> villaggi situati sulle colline,<br />

quali Moncucco e Cocconato nel Monferrato o<br />

il castelliere fortezza <strong>di</strong> Cucuruzzu nel Sud della<br />

Corsica, risalente all’età del Bronzo…» 171<br />

Una mulattiera allestita per le cacce dei Savoia<br />

risale il ripido versante iniziale per terminare a<br />

ridosso <strong>di</strong> una imposta <strong>di</strong> caccia:<br />

«Nella caccia, che il Re ha fatto il giorno 23 a<br />

Valcucca vicino a Vallasco uccise una grossa<br />

lince. Sod<strong>di</strong>sfatto oltremodo per tale caccia,<br />

or<strong>di</strong>nò che fosse <strong>di</strong>stribuita doppia mercede al<br />

personale <strong>di</strong> battuta…» 172<br />

Di questo fatto si ricorda Franco Pietro, classe<br />

1920, <strong>di</strong> (274) Sant’Anna,:<br />

«Mio padre lo raccontava spesso. Quel giorno<br />

<strong>di</strong> prima mattina il Re uccise una lince. Fu così<br />

contento che interruppe la battuta <strong>di</strong> caccia.<br />

Così tornammo a casa già in mattinata e non<br />

solo, ci pagò doppia tariffa <strong>di</strong>eci lire invece che<br />

le cinque previste» 173 .<br />

319 Valèra (Giàs), 1550 m<br />

T19<br />

Jaç d’ la Valera<br />

Valèra, dal latino vallis, designa l’intervallo esistente<br />

tra due catene <strong>di</strong> montagne.<br />

A monte <strong>di</strong> questo tramuto (giàs), tuttora frequentato<br />

dal margaro, si entra nella (268) <strong>Valle</strong><br />

del Sabbione.<br />

320 Valetìna<br />

T01<br />

Valetina<br />

È un ampio vallone a monte del (285) Lago<br />

Soprano della Sella, con ra<strong>di</strong> pascoli tra creste<br />

rocciose e pietraie. È percorso dalla magnifica<br />

mulattiera costruita per le cacce reali. Giunti<br />

al Colle della <strong>Valle</strong>tta, il sentiero prosegue e si<br />

può scendere nella <strong>Valle</strong> Stura.<br />

321 <strong>Valle</strong>tta (Rio della)<br />

T03<br />

Riu d’ la Valeta<br />

Si tratta del ramo del Torrente <strong>Gesso</strong> che percorre<br />

la (323) <strong>Valle</strong> della <strong>Valle</strong>tta fino alla<br />

confluenza con il torrente <strong>Gesso</strong> <strong>di</strong> Entracque.<br />

322 <strong>Valle</strong>tta (<strong>Valle</strong> della)<br />

T11<br />

Valon dal Plan dal Re<br />

<strong>Valle</strong> è un toponimo molto <strong>di</strong>ffuso, utilizzato<br />

per in<strong>di</strong>care uno «spazio <strong>di</strong> terreno più o meno<br />

vasto, fiancheggiato da monti, pel quale spesso<br />

scorre qualche fiume o torrente» 174 .<br />

In questo caso il <strong>di</strong>minutivo nasce probabilmente<br />

dal confronto con l’a<strong>di</strong>acente (316) <strong>Valle</strong> <strong>di</strong><br />

Valasco, caratterizzato da un esteso pianoro<br />

sommitale che in passato era chiamato Vallasco.<br />

Tradotto localmente in Valon d’ la Valeta,<br />

è però conosciuto da tutti come Valon dal Pian<br />

dal Re: il nome probabilmente risale alla seconda<br />

metà dell’800, quando il Re iniziò a praticare<br />

attività venatoria in questa zona, allestendo l’accampamento<br />

<strong>di</strong> caccia nell’area del (070) Piano<br />

della Casa del Re.<br />

323 <strong>Valle</strong>tta (<strong>Valle</strong> della)<br />

T18<br />

Valon d’ la Valeta<br />

Piccolo vallone poco a monte <strong>di</strong> (271) San Giacomo,<br />

vicino al (324) Vallone della <strong>Valle</strong>tta.<br />

Questo luogo un tempo era caratterizzato dalla<br />

presenza <strong>di</strong> pascoli e <strong>di</strong> una bella mulattiera<br />

che risaliva fino alla (038) <strong>Valle</strong> della Barra,<br />

139<br />

169<br />

AA. VV., Rifugi e bivacchi delle Alpi Marittime - Mercantour, Parco Naturale Alpi Marittime, 2008.<br />

170 e 171<br />

Rousset P.L., Ipotesi sulle ra<strong>di</strong>ci preindoeuropee dei toponimi alpini, Aosta, Priuli & Verlucca e<strong>di</strong>tori, 1991.<br />

172<br />

La Sentinella delle Alpi, 25 agosto 1883.<br />

173<br />

Fonte: Franco Pietro.<br />

174<br />

De <strong>Mauro</strong> T., Mancini M., Dizionario etimologico, Garzanti Linguistica, 2000.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!