SALAD DAYS MAG #41
INTERVIEWS: Giorgio Senesi / Dritti Contro Un Muro, Fulci, GEP Caserta, Tiger Army / Nick 13, Judge, Nashville Pussy, PUP, Storm[o]. SKATEBOARD/BIKES: Trey Jones, Pat Casey, Palladium Freestyle Slap. MISCELLANEA: Crash Kid / A Hip Hop Legacy, Don’t Sweat The Technique, Broke Legacy, Saints & Sinners.
INTERVIEWS: Giorgio Senesi / Dritti Contro Un Muro, Fulci, GEP Caserta, Tiger Army / Nick 13, Judge, Nashville Pussy, PUP, Storm[o].
SKATEBOARD/BIKES: Trey Jones, Pat Casey, Palladium Freestyle Slap.
MISCELLANEA: Crash Kid / A Hip Hop Legacy, Don’t Sweat The Technique, Broke Legacy, Saints & Sinners.
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ca, erano alla ricerca di sottoculture che all’estero
avevano già cambiato i connotati della società.
In quel periodo iniziavano ad arrivare degli accenni
di “street culture” che erano all’interno di film
come ‘Beat Street’ o ‘I Guerrieri Della Notte’, e che
venivano trasmessi a orari improbabili su qualche tv
privata. Pellicole che mostravano un mondo diverso
da quello che avevamo qui in Italia, e a qualche
adolescente dell’epoca l’incontro fortuito con uno di
questi “cult movie” forse avrebbe cambiato la vita.
Ma per focalizzare ancora meglio la fatica che ci
voleva per reperire nuove informazioni dobbiamo per
prima cosa immaginare un mondo senza internet
e social network: tutto avveniva tramite esperienze
fisiche e reali. È in questa visione che ci si può
rendere conto di quanta forza e passione abbia
avuto Crash per diventare una leggenda del breaking
a livello mondiale. Non esagero quando dico questo,
e chiunque avrà il libro tra le mani vedrà la quantità
di contributi che sono arrivati, non solamente dal
Belpaese ma da tutto il mondo. Il motivo principale
è che Crash girava tanto. Non solo sulla testa con
il suo inconfondibile headspin. Crash era riuscito a
tessere una rete di contatti che farebbe invidia oggi
al miglior esperto di comunicazione. Dalla Germania
agli Stati Uniti, passando per mezza Europa, è stato
uno dei più importanti pionieri dell’Hip Hop italiano
che ha dedicato tutta la sua esistenza alla realizzazione
di un sogno, e la cura con cui è stato realizzato
questo libro gli rende giustizia.
Più di 300 pagine con immagini e contributi scritti da
tanti amici e personaggi della scena, me compreso,
che lo hanno conosciuto e hanno condiviso con lui
parte delle loro vite. Tra i tanti aspetti interessanti
ce n’è uno che mi ha colpito in modo particolare. È la
varietà a livello culturale degli amici di Massimo. Già
in quel periodo esisteva un Italia multiculturale, che
oggi viene poco raccontata cercando un esotismo
forzato in ogni ragazzo nato qui da genitori stranieri
(dal mio nome e cognome potrete capire la sensibilità
che ho verso questo argomento). Viviamo in
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