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07.02.2020 Views

Petranboard The people of Petran, Turkey, have been snowboarding for roughly 300 years. Offline in Albania Sometimes you get a trip so good that the travel part is just as exciting as the destination. Severin Van Der Meer “I don’t really like to get told I shouldn’t do something, but I love to get inspired from other people.”

Petranboard<br />

The people of Petran, Turkey,<br />

have been snowboarding for roughly<br />

300 years.<br />

Offline in Albania<br />

Sometimes you get a trip so good<br />

that the travel part is just as exciting<br />

as the destination.<br />

Severin Van Der Meer<br />

“I don’t really like to get told I shouldn’t<br />

do something, but I love to get<br />

inspired from other people.”


JONES MTB


+ + +<br />

JONES<br />

JONES XLT<br />

JONES ZEPHYR<br />

EXPERIENCE<br />

THE<br />

THIRTYTWO.COM


Edito°<br />

TEXT<br />

Matteo Rossato<br />

PHOTO<br />

Achille Mauri<br />

Il tema di questo edito è la tecnologia.<br />

Prima che controlliate la copertina per vedere se<br />

avete erroneamente aperto una copia di Focus,<br />

vi anticipo che sì, vi è un nesso con lo snowboarding,<br />

quindi abbiate la pazienza di leggere fino in fondo.<br />

Dunque dicevamo il tema è la tecnologia e in particolare<br />

i suoi pro e contro. La tecnologia ha reso<br />

fruibile l’informazione ad un pubblico infinitamente<br />

più ampio di quanto i mezzi di comunicazione classici<br />

abbiamo mai potuto aspirare. La tecnologia ha<br />

messo alla portata di tutti i famosi 15 minuti di celebrità,<br />

così come ha dato l’occasione a chiunque di<br />

potersi affermare, grazie alle infinite possibilità dei<br />

social network e delle piattaforme digitali.<br />

La tecnologia ha letteralmente azzerato le distanze<br />

tra le persone, almeno potenzialmente. Ma la tecnologia<br />

ha anche compromesso la qualità dell’informazione<br />

e dei media: oggi chiunque con una connessione<br />

dati può dire la sua e renderla pubblica: questo<br />

non lo rende necessariamente un divulgatore, un attore<br />

o un giornalista. La tecnologia ha azzerato così<br />

efficacemente le distanze, che ora abbiamo intere<br />

generazioni di alienati, che non riescono a comunicare<br />

se non tramite la rete, con messaggi, commenti<br />

o video reaction: si litiga su instagram, si denuncia<br />

su twitter e ci si sfoga su youtube. Su questo numero<br />

di <strong>Sequence</strong> troverete molti spunti di riflessione in<br />

merito. Abbiamo parlato con Absinthe di quanto le<br />

premier dei video, una volta comuni e ora una rarità,<br />

siano importanti per il tessuto sociale del nostro<br />

sport e per tale motivo loro, da 15 anni, non mancano<br />

di organizzare un tour mondiale di date.<br />

Siamo andati Offline con Nitro in Albania, che tramite<br />

il loro ultimo film, propone di scollegarsi ogni tanto<br />

dalla rete per godere del mondo reale. Abbiamo<br />

discusso con Matt Georges del suo ultimo progetto<br />

DIY cartaceo Club Sandwich ed infine abbiamo raccontato<br />

la gloriosa storia di Transworld snowboarding,<br />

caduto sotto il fuoco nemico della democratica<br />

“comunicazione digitale” moderna.<br />

In tutto questo quindi, qual’è la morale? La tecnologia<br />

è un male? Non necessariamente. Ma sicuramente<br />

dopo la scorpacciata di informazioni istantanee<br />

propinate ogni minuto dai social negli ultimi anni, il<br />

popolo dello snowboard sta sentendo la necessità di<br />

fermarsi un momento e tornare a godere dei preziosi<br />

momenti che la montagna offre, delle ragionevoli<br />

attese per vedere un bel video o per leggere un articolo<br />

ben scritto su un magazine, o semplicemente<br />

compiere l’atto sovversivo di buttare il cellulare<br />

nella giacca in modalità silenzioso e scambiare due<br />

parole con il compagno di surfata.<br />

Sono certo che il buon Jake sarebbe d’accordo.<br />


Grilo at Avoriaz 1800<br />

Snowboarding<br />

simplified<br />

for everyone.<br />

BUR19_20W_StepOn_<strong>Sequence</strong>IT_#2.indd 1 10.10.19 09:47


Editor In Chief<br />

Denis Piccolo<br />

Creative Director<br />

George Boutall<br />

Editorial Coordinator<br />

Matteo Rossato<br />

Crew<br />

Editor In Chief<br />

Denis Piccolo<br />

denis@hand-communication.com<br />

Editorial Coordinator<br />

Matteo Rossato<br />

ross@hand-communication.com<br />

Advertising Office<br />

hello@hand-communication.com<br />

+39 333 7741508<br />

Creative Director<br />

George Boutall<br />

george@evergreendesignhouse.com<br />

Graphic Design<br />

Francesca Pagliaro, Diego Marmi,<br />

Stefano Luongo<br />

Editing & Translation<br />

Giacomo Margutti<br />

<strong>Sequence</strong>-Magazine.com<br />

Federico Mura<br />

hello@hand-communication.com<br />

Photographers & Filmers<br />

Matt Georges, Dominic Zimmermann, Markus<br />

Rohrbacher, Gianfranco Battaglia, Claudio<br />

Foco, Cyril, Silvano Zeiter, Kevin Kok, Achille<br />

Mauri, Migi, Roberto Bragotto, Alex Steward,<br />

Francesco Zoppei, Scotty Stephenson, Ben<br />

Gavelda, Aaron Schwartz, Andrea Schilirò,<br />

Thomas Monsorno<br />

Collaborators<br />

Lisa Filippini, Elisa Maria Ferrari, Giulia<br />

Boccola, Silvia Galliani, Marta Manzoni, Luca<br />

Albrisi, Enrico Santillo, Antonio Isaja, Sofia<br />

Parisi, Fabrizio Bertone, Simone Lovera<br />

Cover<br />

Severin Van Der Meer by Silvano Zeiter<br />

Company Editor<br />

Hand Communication<br />

Corso Francia 17 - Torino<br />

hello@hand-communication.com<br />

Store Magazine Map<br />

sequence-magazine.com/magazine-finder<br />

Online Shop & Subscriptions<br />

sequence-magazine.com/shop<br />

Printers<br />

L’artistica Savigliano<br />

Savilgiano - Cuneo - Italy<br />

lartsavi.it<br />

Distribution<br />

25.000 copies distibuted in +500 European<br />

stores: Italy, Switzerland, Austria, Germany,<br />

France, England, Spain, Belgium,<br />

Finland, Holland, Czech Republic,<br />

Slovakia & Portugal<br />


RIDE SICKY SEQUENCE SINGLE 190X250.indd 1<br />

9/16/19 6:18 PM


116° Severin Van Der Meer<br />

84° Campiglio to Alberg<br />

92° On the Shoulders<br />

of Giants<br />

76° Jake Burton<br />

98° Offline in Albania<br />

60° Petranboard<br />

106° Japan Triple<br />

Index<br />

8° The daily News<br />

12° Fresh Made<br />

16° Killer Collabs<br />

20° Eco Seven<br />

24° Auclair Gloves<br />

26° <strong>Sequence</strong> Guide<br />

28° Blue Tomato<br />

30° Yoga Snowboarding<br />

32° Skicircus<br />

34° Ursus Snowpark<br />

36° Pila Snowland<br />

38° 15 Minutes<br />

40° Sam McMahon<br />

42° Club Sandwich<br />

44° <br />

46° Suzy Greenberg 270<br />

48° Ten years of Jones<br />

50° On the Lookout<br />

54° Halldor Helgason<br />

56° Gigi Ruf is back<br />

68° Isle of Snow<br />


K2Snbd-ITA-<strong>Sequence</strong>_Mag-Kennedi_Deck_Ad-230x285+5mm-1.0-Print.pdf 1 15.10.19 14:23<br />

KENNEDI<br />

DECK<br />

K2 proudly welcomes Kennedi Deck to the International AM Team. Snowboarding by Kennedi<br />

Deck. She is riding the Cold Shoulder board and Meridian binding. Photos by Marc O’Malley.<br />

Location: Washington, USA.<br />

K2SNOW.COM<br />

SINCE 1987<br />


The Daily Pill<br />

BY DAVIDE FIORASO<br />

Burton Mountain Mash 2020<br />

Annunciate date, location e preview del Burton Mountain Mash 2020. Madonna di Campiglio<br />

si riconferma location ideale per le attività che andranno a comporre l’agenda tra<br />

il 27 gennaio e il 2 febbraio 2020. Torneranno pro-rider nazionali ed internazionali per il<br />

consueto appuntamento con lo Slope Style presso l’Ursus Snowpark, mentre amatori ed<br />

appassionati potranno sfidarsi nell’Anon Banked Slalom. Nel village farà tappa il Test Ride<br />

dove provare le tavole 2020/21 e gli attacchi Step On, mentre i rider più piccoli potranno<br />

divertirsi in tutta sicurezza al Burton Riglet Park. Per le donne tornerà lo snowboard camp<br />

in rosa, mentre non mancheranno i momenti dedicati agli “addetti ai lavori” che coinvolgeranno<br />

negozianti e rivenditori.<br />

Quiksilver presenta Dark Matter<br />

Basterebbe un solo nome, quello di Travis Rice, per far crescere l’attesa. Non un nome<br />

qualsiasi, ma quello di uno dei rider più significativi del nostro tempo, un atleta che da<br />

sempre sa innovare ed emozionare. Dopo il progetto Fourth Phase, Travis Rice torna in<br />

grande stile chiamando a raccolta l’amico Elias Elhardt ed il leggendario regista Curt Morgan<br />

di Brain Farm, con cui ha condiviso That’s It, That’s All e The Art Of Flight, artefice di<br />

aver rivoluzionato i film d’azione dell’ultimo decennio. Il risultato è Dark Matter, presentato<br />

da Quiksilver, una celebrazione dello spazio e del tempo al Tordrillo Mountain Lodge, nel<br />

remoto backcountry dell’Alaska. Sarà disponibile da Natale 2019 su Amazon Prime, iTunes<br />

e Vimeo on Demand.<br />

Arthur longo entra nel team Capita<br />

Scott Stevens, Kazu Kokubo, Jess Kimura, Kevin Backstrom, Brandon Cocard, Mike Rav,<br />

Johnny O’Conner, Phil Jacques. Come alzare ancora il livello di un team stellare? Beh, con<br />

Arthur Longo. Il 31 enne di Grenoble è letteralmente atterrato nel team Capita andando a<br />

rinforzare il fortissimo roster dei Defender of Awesome. Per celebrare l’arrivo in pompa<br />

magna, Capita ha realizzato una limited edition della Mercury, la sua all-mountain per<br />

eccellenza, sul mercato in versione pro model 157 con un design customizzato. Una tavola<br />

dalla versatilità estrema, pensata per raggiungere standard elevati in powder, condurre<br />

curve impeccabili in pista e affrontare il park se decidi di dar sfogo alla tua fantasia. Proprio<br />

come piace fare ad Arthur.<br />

Giro è il primo brand a incorporare un tessuto polartec nei caschi<br />

Giro Sport Design ha integrato l’innovativo tessuto Polartec Power Grid nella sua nuova<br />

linea di caschi all mountain e freestyle. Power Grid non solo aumenta il calore riducendo<br />

gli spazi, ma genera punti di contatto mirati che assorbono e diffondono il sudore favorendo<br />

un’evaporazione più rapida. La sua lavorazione a maglia bi-componente utilizza due<br />

costruzioni diverse in altrettante superfici: una ottimizzata per allontanare l’umidità dal<br />

corpo, l’altra per asciugare rapidamente. Incorpora inoltre il cloruro d’argento che previene<br />

la formazione di odori. “La competenza di Polartec nella termoregolazione è un naturale<br />

completamento della leadership di Giro nella progettazione di caschi” – afferma David Karstad<br />

di Polartec.<br />

Conzzeta mette Mammut sul mercato<br />

Il gruppo Conzzeta ha annunciato di volersi focalizzare su uno specifico campo di interesse<br />

con l’intento di cedere gli altri marchi a portafoglio, tra cui Mammut Sports Group AG, parte<br />

della holding svizzera fin dal 1982. A partire dal 2020, Conzzeta concentrerà le sue risorse su<br />

Bystronic, leader globale nella produzione di sistemi per la lavorazione della lamiera. Di conseguenza<br />

Mammut, Schmid Rhyner e FoamPartner, non riceveranno più il supporto di cui<br />

hanno bisogno. I profitti di Mammut, aumentati in modo significativo dal 2016 al 2018, con<br />

ottime previsioni anche per il 2019, mostrano prospettive di crescita e sviluppo favorevoli per<br />

il potenziale acquirente. La vendita di Mammut è specificamente diretta all’internazionalizzazione<br />

del marchio che, sotto un nuovo proprietario, potrebbe trovare una nuova spinta.<br />


ASYMMETRICAL<br />

NEVER<br />

FELT SO<br />

NATURAL<br />

The 3 asymmetrical functions FIT - FEEL - FLEX are combined in an asymmetric<br />

shape and closure system that delivers optimum support and flex. The result is the<br />

highest performance and most incredible feeling boot on snow.


The Daily Pill<br />

BY DAVIDE FIORASO<br />

Rene Rinnekangas promosso al global pro team di Rome<br />

Rene Rinnekangas, già parte del programma AM da diverse stagioni, si unisce a Stale Sandbech,<br />

Thomas Delfino e Alek Ostreng nel Pro team di Rome Snowboards. L’annuncio a<br />

sorpresa gli è stato comunicato durante il Sales Meeting di qualche settimana fa a Killington,<br />

nel Vermont. Rider finlandese classe 1999, Rinne è apparso dal nulla qualche anno<br />

fa, diventato famoso in poco tempo. E’ entrato per la prima volta nella coscienza collettiva<br />

durante la Dew Tour Team Challenge 2017, collezionando di lì a breve un’incredibile video<br />

part come quella di “Everybody, Everybody”, eccellenti risultati agli X-Games e la partecipazione<br />

alle Olimpiadi di Pyeongchang del 2018. Un risultato meritato che porterà tanta<br />

energia contagiosa a tutto il team.<br />

Zen snowboard: original, customized or fully customized?<br />

Zen Snowboards, progetto dell’ex snowboarder professionista e park shaper Reto Neiger,<br />

spinge la customizzazione ai massimi livelli. Le tavole Zen si differenziano qualitativamente<br />

e funzionalmente dai prodotti di massa. Sono realizzate con componenti di fascia alta,<br />

assemblate con attenzione ai dettagli, dando come risultato un pow(d)ertool orientato alle<br />

prestazioni. Con il Big Nose “BN 3.0”, terza rimodulazione dei suoi ibridi all-mountain, Reto<br />

ha sviluppato uno shape sorprendentemente versatile, veloce e affidabile. Disponibili in<br />

undici diverse dimensioni con pop, flex e design personalizzabili a proprio piacimento. Per<br />

coloro che desiderano la massima qualità e la massima affidabilità, adattata alle proprie<br />

esigenze.<br />

Il superpipe di Kitzsteinhorn apre a pieno regime<br />

Il Superpipe di Kitzsteinhorn, Zell am See-Kaprun, in Austria, è in ottime condizioni e<br />

pronto ad accogliervi. Dopo aver ospitato gli allenamenti di molte star internazionali provenienti<br />

da Europa, Asia, Australia e Nord America, il Superpipe ha aperto a tutti i rider, dilettanti<br />

e professionisti. Una struttura lunga 150 m e alta 6.5 costruita da Alli Zehetner ed il<br />

team di Parkshaper. Quest’anno inoltre, Glacier Park e Superpipe saranno ancora più facili<br />

da raggiungere grazie alla nuova 3K K-onnection, una linea di funivie lunga 12 chilometri<br />

che collega il centro di Kaprun direttamente con il ghiacciaio Kitzsteinhorn attraverso la<br />

Maiskogel, raggiungendo i 3029 m sopra il livello del mare.<br />

Victor de le rue entra nel team jones snowboards<br />

Victor De Le Rue, attuale campione del Freeride World Tour 2019, entra nella famiglia<br />

Jones come nuovo rider del Team Internazionale. Cresciuto nei Pirenei francesi, in una<br />

famiglia di snowboarder leggendari, Victor ha iniziato a fare snowboard a sei anni, diventando<br />

campione juniores di boardercross, slopestyle e halfpipe. Raggiunta la maggior età,<br />

Victor si è allontanato sempre più dalle discipline agonistiche tradizionali per dedicarsi al<br />

filming e al freeride. “Siamo felicissimi di avere Victor nel team! Ho avuto occasione di surfare<br />

e campeggiare con lui e sono rimasto strabiliato dalla sua abilità nel riding e le buone vibrazioni<br />

che emana in montagna. Ha grandissime capacità alpinistiche e come freestyler, inoltre è umile ed<br />

estremamente pacato. Sarà perfetto nel nostro team” - ha dichiarato Jeremy Jones.<br />

Selezionati i vincitori di Ispo brandnew 2020<br />

Sono stati selezionati i vincitori di ISPO Brandnew 2020, la principale competizione di<br />

startup nel settore sportivo. Una giuria indipendente di esperti ha valutato le proposte, redatto<br />

un elenco iniziale di 50 nomi e selezionato un vincitore in ciascuna delle 8 categorie.<br />

Ognuno di loro ha saputo conquistare la giuria con concetti sostenibili e personalizzabili,<br />

prodotti che hanno un enorme fattore di divertimento. Per le startup premiate, ISPO Brandnew<br />

crea un potente trampolino di lancio nel moderno business degli articoli sportivi.<br />

Tutti i vincitori e i marchi selezionati presenteranno le loro soluzioni all’ISPO di Monaco<br />

dal 26 al 29 gennaio 2020 presso il Brandnew Village del padiglione B4.<br />

10°


Fresh Made<br />

BY DAVIDE FIORASO<br />

1. 2. 3.<br />

4. 5. 6.<br />

1. DC shoes asap anorak<br />

Parte della Transitors Collection, Asap<br />

Anorak è una giacca da snowboard ripiegabile<br />

e comprimibile che abbina lo stile<br />

streetwear a dettagli pensati per l’inverno.<br />

Un guscio ricco di caratteristiche tecniche,<br />

tra cui l’impermeabilità Weather<br />

Defense da 10K, le prese d’aria in mesh, le<br />

cuciture nastrate, il cappuccio regolabile<br />

in due direzioni, la fodera in taffeta, le<br />

tasche scaldamani con zip. Questa versione<br />

Repurpose utilizza residui di poliestere.<br />

2. Jones carbon flagship<br />

Pronta per la competizione, costruita per<br />

solcare i terreni ripidi alla massima velocità.<br />

Per il 2020 Jones Snowboards ha completamente<br />

ridisegnato la Carbon Flagship con<br />

una nuova forma e nuovi materiali. Il tapered<br />

shape di 12.5 mm sulla coda agevola il<br />

galleggiamento e le curve veloci, mentre l’anima<br />

in legno a tripla densità e la tecnologia<br />

Traction 3.0 offrono una risposta torsionale<br />

e un controllo senza eguali. La nuova<br />

Ultra Base è la soletta più veloce mai testata.<br />

3. Komono Anton Goggle<br />

Un tributo alla legacy decennale di Komono<br />

e un passo avanti in territori ancora inesplorati.<br />

La prima maschera per gli sport invernali<br />

presentata dal brand di Anversa porta il<br />

nome del suo fondatore, Anton Jannssens,<br />

ex-snowboarder professionista. Caratterizzata<br />

da lenti potenziate e strap in caucciù, abbina<br />

un fit perfetto a una protezione ampia, con<br />

una attitudine forte e decisa. La maschera è<br />

disponibile con un set di divertenti patches<br />

che possono essere applicati a proprio gusto.<br />

4. Shimoda Action X Camera Bag<br />

Shimoda Designs, la company di Ian Millar<br />

nota per progettare alcune delle borse<br />

fotografiche più innovative al mondo, presenta<br />

la nuova collezione Action X pensata per i<br />

fotografi di avventura che vogliono muoversi<br />

sulla neve. Tre zaini da 30L, 50L e 70L con<br />

unità Core rimovibile di nuova concezione e<br />

una funzione di caricamento dall’alto che si<br />

affianca al pannello laterale ad accesso rapido<br />

e all’apertura posteriore. Si completa di cinghie<br />

in TPU e supporto rimovibile per casco. È<br />

disponibile attraverso la campagna Kickstarter.<br />

5. Nidecker Carbon Binding<br />

Superleggeri, resistenti, reattivi. I Carbon<br />

Binding stabiliscono un nuovo standard<br />

in termini di rapporto prestazioni-peso. È<br />

l’unico modello della gamma Nidecker che<br />

presenta gli straps con la rivoluzionaria<br />

tecnologia Hyperfuse sviluppata da Now<br />

Bindings per portare il massimo livello<br />

di precisione e trasferimento di energia<br />

sulle curve, mantenendo comunque<br />

un alto comfort. Utilizzano l’esclusivo<br />

baseplate Unibody Pro con il 33% di fibra<br />

di vetro, highback e buckles in alluminio.<br />

6. Korua Bullet Train Plus<br />

È iniziata una nuova era nel carving. Bullet<br />

Train è la tavola direzionale progettata<br />

per rendere agevoli le svolte estreme. Fa<br />

parte della collezione Plus di Korua, una<br />

linea che mira a costruire le migliori tavole<br />

da snowboard possibili. I materiali di alta<br />

qualità la rendono veloce come un proiettile;<br />

grazie alla costruzione in titanio,<br />

che assorbe le vibrazioni garantendo una<br />

migliore torsione, questa bestia silenziosa<br />

taglia i dossi con facilità e precisione. “By<br />

far the best carving board I have ever ridden”.<br />

12°


ADDITIONAL INFORMATION<br />

ONLINE:UNIONBINDINGCOMPANY.COM<br />

SOCIAL:@UNIONBINDINGCO<br />

UNION BINDING COMPANY<br />

RIDER<br />

JOHNNY O'CONNOR<br />

RIDING<br />

STRATA<br />

CONTACT<br />

California Sports<br />

tel:00390119277943<br />

www.californiasport.info<br />

YR.15<br />

PHOTO<br />

DANIEL BERNSTAL


Fresh Made<br />

BY DAVIDE FIORASO<br />

7. 8. 9.<br />

10. 11. 12.<br />

7. O’neill Original Anorak Jacket<br />

Ispirata al passato, con dettagli tecnici aggiornati<br />

ai nostri tempi. Original Anorak è<br />

una rivisitazione della giacca progettata per<br />

la prima Coppa del mondo di snowboard. Si<br />

fa notare per la sua tasca a marsupio e i colori<br />

audaci, ma non è pensata solo per avere<br />

un bell’aspetto. E’ dotata di impermeabilità e<br />

traspirabilità 10K/10K con tecnologia O’Neill<br />

Hyperdry a rapida asciugatura ed è realizzata<br />

nell’esclusivo tessuto Repreve, fibra sostenibile<br />

ricavata dalle bottiglie di plastica riciclata.<br />

8. Thirtytwo Tm-2 Xlt Helgason Boot<br />

Un grip imbattibile, una costruzione a prova<br />

di proiettile e la tecnologia Storm Shield per<br />

affrontare qualsiasi situazione atmosferica.<br />

L’upgrade del popolare TM-2 ora anche nella<br />

versione Black/Camo creata per Halldor<br />

Helgason. Questo scarpone all-mountain/<br />

backcountry dal flex rigido ha una linguetta<br />

sagomata in 3D che riduce i punti di pressione,<br />

gambale articolato, suola Vibram e<br />

intersuola dotata di ammortizzazione Evolution<br />

Foam.<br />

9. Plum Carbon Feyan<br />

L’attacco di fascia alta per splitboarder esperti<br />

che desiderano coniugare reattività, prestazioni<br />

e leggerezza senza trascurare la solidità.<br />

Lo spoiler in carbonio offre una presa ideale<br />

senza compressione superflua, migliore resistenza<br />

alla torsione e maggiore precisione di<br />

guida. Grazie al sistema WoR (Walk or Ride)<br />

è possibile eseguire molto rapidamente la<br />

regolazione dalla modalità di salita a quella<br />

di discesa. Feyan è il compagno ideale<br />

per conquistare le vette su una splitboard.<br />

10. Roxy Torah Bright Summit<br />

Hydrosmart<br />

Stile retrò reinterpreto in una morbidissima<br />

pelle di pecora, per una protezione<br />

impermeabile che migliora con il tempo.<br />

Queste muffole da snowboard della<br />

collezione Torah Bright tengono le mani<br />

al caldo grazie all’isolamento PrimaLoft<br />

Gold Eco e la fodera in pile con tecnologia<br />

HydroSmart sul dorso della mano. Il tessuto,<br />

arricchito con una formula al 100% biologica,<br />

protegge, lenisce e si prende cura della pelle<br />

mentre lo indossi.<br />

11. Stranda Tree Surfer<br />

Nell’arco di una stagione non sempre possiamo<br />

disporre di neve fresca e giornate<br />

perfette. Ecco allora che la Tree Surfer viene<br />

in nostro aiuto. La sua coda fishshaped potrebbe<br />

ingannare, ma questa non è soltanto<br />

un ottima tavola da powder. Il rivoluzionario<br />

nose a testa di martello rompe qualsiasi<br />

crosta come un carro armato e intaglia la<br />

pista come nessun’altro. Unisce un cuore in<br />

frassino con barre di torsione in carbonio<br />

ad un topsheet costituito da un sottile strato<br />

di bambù.<br />

12. Switch Designs Coyote Boot Bag<br />

Dalla contea di Jefferson, Colorado, Switch<br />

Designs ha creato la borsa per scarponi<br />

più innovativa ed elegante sul mercato,<br />

progettata per trasportare e stivare la tua<br />

attrezzatura in maniera flessibile e pratica.<br />

Il design brevettato e la fibbia Fidlock reversibile<br />

consentono di trasformarla nella<br />

forma più adatta, convertendola da tote<br />

bag completa a zaino singolo, riducendo<br />

gli ingombri e i vincoli di stoccaggio. E’<br />

realizzata in Cordura e nylon 500D con finiture<br />

in pelle di alce.<br />

14°


nitro-quiver-sequence.indd 1 22.10.19 16:33


Killer Collabs<br />

BY DAVIDE FIORASO<br />

1. 2. 3.<br />

4. 5. 6.<br />

1. Dakine X Eric Pollard<br />

Wyeast Jacket<br />

Dopo 20 anni di collaborazione con Eric Pollard,<br />

Dakine è orgogliosa di presentare la EP<br />

Artist Series, una collezione che celebra l’arte<br />

e lo stile di prodotti realizzati per resistere<br />

alle intemperie. L’iconico shell Wyeast ha una<br />

costruzione impermeabile e traspirante, con<br />

dettagli studiati per mantenerti asciutto nello<br />

giornate di powder. Include una moltitudine<br />

di tasche per organizzare gli oggetti, ghette sui<br />

polsi e prese d’aria per regolare la temperatura.<br />

2. Nitro X Grif<br />

Mountain Snowboard<br />

Geologo, avventuriero, artista, nonché uno<br />

dei rider più stilosi ed eccentrici di tutta la<br />

Nitro Family. Fan per eccellenza del modello<br />

Mountain, per la stagione 2020 Griffin Seibert<br />

ha ricevuto in dono la tela perfetta su cui realizzare<br />

la sua visione: una grafica ispirata al<br />

suo paese d’origine, lo Utah. Totalmente rivoluzionata,<br />

la Mountain è una all terrain dallo<br />

shape direzionale con sciancratura progressiva<br />

e camber cam-out.<br />

3.Nixon X Recco<br />

Summit Backpack<br />

Parte della nuova collezione Backcountry,<br />

Summit è lo zaino sviluppato insieme a Nicolas<br />

Müller per garantire massima capienza e<br />

impatto ridotto mentre ti muovi con agilità tra<br />

gli alberi o nella fila di un aeroporto. La tecnologia<br />

di segnalazione Recco, i dettagli riflettenti<br />

e il fischietto di salvataggio incorporato ti<br />

aiutano a rimanere al sicuro anche fuori pista.<br />

L’esclusivo guscio in cotone combina fibre<br />

naturali con un rivestimento impermeabile.<br />

4. 686 X Slayer<br />

Mountain Mitt<br />

686, marchio fondato nel 1992 dal Michael<br />

Akira West, incontra lo stile thrash metal<br />

degli Slayer in una collezione limited edition<br />

per gli amanti del genere. Ecco allora<br />

che l’iconico logo dell’aquila romana compare<br />

sulla muffola Mountain Mitt. Inalterate<br />

le altre caratteristiche: tecnologia touchscreen<br />

Soundtouch, polsino regolabile con<br />

velcro, leash da polso, tessuto esterno in<br />

Dense Oxford con trattamento DWR, inserto<br />

impermeabile e traspirante infiDRY, isolamento<br />

Fiber Fill con fodera in micro tricot.<br />

5. Element X National<br />

Geographic Nyjah Lion 8 Deck<br />

Ha preso ufficialmente il via la prima release<br />

del progetto di collaborazione tra National<br />

Geographic ed Element. Una vasta<br />

capsule collection, a sostegno della conservazione<br />

e dell’educazione ambientale,<br />

che celebra il regno animale grazie ad una<br />

selezione di immagini fotografiche raccolte<br />

dagli archivi della National Geographic<br />

Society. Nella serie di tavole customizzate<br />

per l’occasione anche il pro model di<br />

Nyjah Huston.<br />

6. Vans Ferra X Mary Rand<br />

Pro Boot<br />

Vans si è riunita ancora una volta con Mary<br />

Rand, forza trainante del team femminile,<br />

per creare la nuova interpretazione dello<br />

scarpone Ferra Pro, aggiornato con una<br />

colorazione floreale ispirata alla classica<br />

arte del tatuaggio. Vera novità di questa<br />

versione 2020 è la V2 Ultracush Smartwool,<br />

una fodera termoformabile in lana merino<br />

che arriva per la prima volta sul mercato<br />

creando nuovi livelli di comfort e calore.<br />

Soletta V2 Popcush e sistema di chiusura<br />

Hybrid Boa.<br />

16°


Killer Collabs<br />

BY DAVIDE FIORASO<br />

7. 8. 9.<br />

10. 11. 12.<br />

7. Woolrich X Stussy<br />

Plaid Workshirt<br />

Woolrich annuncia la collaborazione con il<br />

brand californiano Stüssy, reinterpretando<br />

un classico d’archivio. La camicia da lavoro<br />

a quadretti è realizzata in 100% lana americana<br />

e presenta un’imbottitura in Tactel, una<br />

speciale fibra sviluppata da Dupont, ideale<br />

per l’utilizzo quotidiano e per il tempo libero.<br />

Woolrich x Stüssy sarà disponibile presso<br />

gli store Woolrich di Milano, New York e<br />

Aoyama, nonché nei chapter store Stüssy.<br />

8. Death Label X Dayze<br />

Death Series Ltd Board<br />

Death Series Ltd 2 è il risultato della collaborazione<br />

tra il brand giapponese e Dayze,<br />

all’anagrafe Yusaku Horii e Ryosuke<br />

Horii. Una tavola da park scattante e votata<br />

al divertimento: anima ottimizzata per<br />

facilitare il controllo della torsione, inserto<br />

X-Basalt Fiber che dona un pop incredibile,<br />

morbidi sidewall in uretano per<br />

una guida più fluida, angoli pre-smussati<br />

per eliminare qualsiasi attrito sui rail.<br />

9. Vssl X Vans<br />

Mountain Series<br />

Sk8-Hi MTE è il pezzo forte della nuova limited<br />

collection tra Vans e VSSL, marchio canadese<br />

di outdoor utility tools. La leggendaria<br />

high top, nella versione Mountain Edition,<br />

aggiunge dettagli pensati per la stagione fredda:<br />

calda imbottitura, strato isolante e suola<br />

vulcanizzata con struttura waffle. A questo<br />

pacchetto si abbina il kit personalizzato Camp<br />

Supplies con luce LED a quattro modalità,<br />

bussola di precisione.<br />

10. Union X Funky Binding<br />

Una collaborazione italianissima in cui<br />

sono stati versati sudore, lacrime e salsa<br />

di pomodoro. Questo attacco, in edizione<br />

limitata per Funky Snowboard, è stato<br />

realizzato dalla Custom House di Union<br />

Binding per offrire durabilità e prestazioni<br />

ai rider che snowboardano oltre 100 giorni<br />

all’anno. Indistruttibile, in grado di gestire<br />

qualsiasi condizione o terreno. Comfort<br />

e affidabilità pluriennali, supportati da un<br />

baseplate con garanzia a vita.<br />

11. West X The Helvetic<br />

Collective La Hache Ltd<br />

The Helvetic Collective è un gruppo di 12<br />

fotografi e influencer svizzeri uniti dal comune<br />

interesse per la vita all’aria aperta e<br />

le Alpi svizzere, soggetto scelto per la collaborazione<br />

con West Snowboarding sul<br />

loro modello best-seller. All-mountain per<br />

eccellenza, La Hache è una tavola studiata<br />

con una forte attenzione alla polivalenza e<br />

alle prestazioni. Ideale per il freeride, ultra<br />

stabile in pista e molto efficiente in park o<br />

in pipe per buoni freestyler.<br />

12. Ugg X Rocky Mountain<br />

Featherbed Classic Mini<br />

Nel 1978, un giovane australiano ideò quella<br />

che sarebbe diventata la calzatura simbolo<br />

dei surfisti californiani. Da allora, lo<br />

stivale UGG ha subito una diffusione capillare<br />

in tutto il mondo, apprezzato per<br />

la morbidezza del montone ed il suo design<br />

intramontabile. Dall’incontro con il<br />

marchio giapponese Rocky Mountain Featherbed,<br />

nasce questa versione del Classic<br />

Mini dove la parte alta è sostituita da un<br />

piumino imbottito in nylon ripstop.<br />

18°


COMFORT,<br />

PROTECTION,<br />

FLAWLESS FIT.<br />

Ben Ferguson<br />

M4 Goggle<br />

Prime MIPS Helmet<br />

Find yours at anonoptics.com<br />

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Eco Seven<br />

BY DAVIDE FIORASO<br />

Burton diventa una B Corporation<br />

Burton è diventata la prima azienda di snowboard a ricevere la certificazione<br />

B Corporation, rinforzando così il suo impegno a fare<br />

impresa con un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente. Le<br />

B Corps, riconosciute come gold standard del business responsabile,<br />

si impegnano a mantenere i più alti livelli sociali e ambientali. Il<br />

marchio ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dopo un processo<br />

di B Impact Assessment che ha valutato ogni singolo aspetto dell’azienda:<br />

dall’influenza del proprio modello di business sulla comunità<br />

alla catena di fornitura, dai benefit per i dipendenti alle azioni di<br />

beneficenza che vengono attuate. “I nostri valori sono parte integrante<br />

della nostra identità come pionieri dello sport. Ora più che mai, le aziende<br />

devono farsi avanti e parlare dei problemi che impattano sul mondo e che<br />

coinvolgono tutti” – ha commentato Donna Carpenter, CEO di Burton.<br />

Vaia: Il primo amplificatore nato dalla tempesta<br />

Ciò che la tempesta ha strappato alle foreste del Nord Italia nell’autunno<br />

del 2018, viene loro restituito in un oggetto di design realizzato<br />

dagli alberi caduti. Un piccolo cubo in grado di amplificare il suono in<br />

modo naturale, nato dall’idea di tre ragazzi e la loro start up che dalla<br />

tempesta, oltre al legno, ha preso anche il nome. Un oggetto in grado<br />

di riportare valore a un territorio piegato dalle calamità naturali, secondo<br />

un processo di economia circolare in cui coinvolgere artigiani<br />

locali e materie prime già esistenti e pronte all’uso che altrimenti andrebbero<br />

sprecate, come gli alberi caduti del Trentino. Si può utilizzare<br />

come elegante supporto per lo smartphone o come amplificatore<br />

naturale per la tua playlist preferita. Al fine di tutelare le comunità e<br />

i territori esposti al rischio idrogeologico, Vaia si impegna a piantare<br />

un albero per ogni prodotto venduto. Per info www.vaiawood.eu<br />

Skullcandy svela il programma di upcycling<br />

Skullcandy ha presentato un nuovo programma di upcycling realizzato<br />

in collaborazione con la struttura green-forward Cali Resources di<br />

San Diego. La proposta è stata pianificata in modo da recuperare tutti<br />

i prodotti resi o danneggiati, rinnovandoli al fine di eliminare gli sprechi.<br />

Come bonus aggiuntivo, Skullcandy e Cali Resources doneranno<br />

parte dei proventi generati dai prodotti riciclati a Protect Our Winters<br />

(POW), il principale gruppo di difesa sul clima per l’intera comunità<br />

degli sport invernali. Dall’inizio del programma, ad aprile 2019, Skullcandy<br />

ha già riciclato oltre 34.000 prodotti. Ogni prodotto ricondizionato<br />

viene siglato con una etichetta “Upcycled For POW”, informando<br />

il consumatore che una parte dei proventi del suo acquisto<br />

andranno a favore dell’organizzazione fondata da Jeremy Jones. Il programma<br />

di riciclo si espanderà in Europa e nel Regno Unito nel 2020.<br />

20°


THE<br />

BRIGADE<br />

RETHINK<br />

YOUR RIDE<br />

NOW-SNOWBOARDING.COM<br />

REDUCE / ENHANCE / CUSTOMIZE<br />

NOW_BRIGADE_SINGLE_B1.indd 1<br />

12/8/19 12:07 PM


Schoeller introduce il tessuto biodegradabile pro earth<br />

Fondatore del sistema bluesign, primo produttore di abbigliamento<br />

sportivo a ricevere la certificazione Oeko-Tex Standard 100<br />

e una delle prime aziende a firmare l’accordo sul clima di Parigi.<br />

Schoeller Textil AG continua a dimostrarsi all’avanguardia nelle<br />

pratiche sostenibili, portando sul mercato Pro Earth, una delle prime<br />

collezioni di tessuti sintetici biodegradabili. Pro Earth è stato<br />

creato per aiutare a compensare gli oltre 16 milioni di tonnellate<br />

di rifiuti tessili prodotti ogni anno nei soli Stati Uniti. Il poliestere<br />

vergine è stato ottimizzato non solo per prestazioni di alto livello,<br />

ma soprattutto per biodegradare a velocità più elevate rispetto<br />

agli attuali standard. La nuova collezione debutterà nell’ambito<br />

della linea SFTC, joint venture tra Schoeller Textil e Formosa<br />

Co. Ltd, fornitore leader di soluzioni tessili con sede a Taiwan.<br />

Borealis: eco-friendly snowboards<br />

Sin dalla sua creazione, nel 2013, l’utilizzo di materiali a ridotto<br />

impatto ambientale è stato il fulcro del progetto di Ben Hall, fondatore<br />

di Borealis Snowboards. Il marchio francesce costruisce<br />

tavole ad alte prestazioni dando particolare enfasi al bambù, un<br />

materiale leggero, prestazionale, capace di rinnovarsi rapidamente.<br />

Tutti i nuclei in legno sono certificati FSC e provengono da<br />

foreste gestite in modo responsabile. I materiali vengono incollati<br />

con Greenpoxy, una resina epossidica composta per il 51% da biomassa<br />

riciclata, o resina Zero VOC, completamente priva di composti<br />

organici volatili. Alternative che riducono la dipendenza da<br />

prodotti derivati dal petrolio e rendono l’ambiente di lavoro più<br />

salubre. Pads in lino naturale, topsheet in bioplastica vegetale, inchiostri<br />

a base d’acqua o lattice completano il lavoro.<br />

Picture organic clothing: shelter<br />

Mat Schaer, Léo Taillefer, Levi Luggen, Thomas Delfino e Serge<br />

Lambert. Cinque amici che hanno deciso di condividere la propria<br />

passione per uno sport ed il proprio amore per la montagna.<br />

Due mesi attraverso le Alpi, cercando l’approccio più naturale<br />

possibile, esplorando valli nascoste e remote vette, lontano dal<br />

trambusto delle più grandi stazioni sciistiche del mondo. Shelter<br />

è il documentario scritto e diretto da Julien Roserens e Morgan<br />

Le Faucheur, co-prodotto da Picture Organic Clothing con Almo<br />

Films, che vuole lanciare un messaggio importante: rispettare<br />

la nostra meravigliosa Terra. Un viaggio di bivacco in bivacco,<br />

godendo fantastiche discese, lunghe traversate e faticose risalite,<br />

osservando in prima persona l’impatto del cambiamento<br />

climatico sulle Alpi. Un’avventura alla scoperta di storie uniche.<br />

Quiksilver: recycled for radness<br />

L’impegno di Quiksilver verso una produzione sostenibile si traduce<br />

in due capi simbolo della nuova collezione 2020. Il primo è la TR<br />

Stretch Snow Jacket nata per soddisfare le esigenze di Travis Rice:<br />

stile, comodità e nessun compromesso in fatto di prestazioni. Utilizza<br />

l’innovativo materiale messo a punto da Unifi: Repreve, una<br />

fibra sostenibile realizzata interamente con plastica post-consumo<br />

di qualità alimentare. Il secondo è la Spindye Snow Jacket, la preferita<br />

di Mat Crepel, realizzata in poliestere riciclato con trattamento<br />

SpinDye, tecnologia svedese che offre un sistema di tintura innovativo,<br />

pulito, tracciabile e duraturo. Un processo di colorazione certificato<br />

e trasparente, in cui il pigmento viene aggiunto alla soluzione<br />

di filatura prima dell’estrusione, diventando parte omogenea della<br />

fibra, evitando i tradizionali sistemi dannosi per l’ambiente.<br />

22°


Alberto Maffei, Italian Snowboard Freestyle Team:<br />

“ If I don’t reach a goal that I’ve set,<br />

I Just need to work harder and never give up! ”<br />

One of the best freestyle area in the Alps.<br />

campigliodolomiti.it | ursus-snowpark.com<br />

ph. by A.Botto


Max Parrot,<br />

Born to Perform.<br />

Com’è stato quando hai capito che dovevi affrontare<br />

una sfida della vita che era molto più<br />

grande di qualsiasi kicker che normalmente sfidavi<br />

come rider professionista? La cosa più difficile<br />

è stata perdere tutta la stagione scorsa! Non mi sono<br />

mai perso un contest in tutta la mia carriera e quindi<br />

non me ne sarei perso solo uno, ma tutti! Questo è stato<br />

davvero difficile da elaborare nella mia mente. Volevo<br />

competere, allenarmi e stare in tavola. Ho accettato<br />

questa sfida come se fosse una delle tante precedenti.<br />

Sapevo che non sarebbe stato facile e sarebbe stato anche<br />

lunga. L’importante era metterci tutto il mio impegno<br />

nei trattamenti e anche andare di trattamento in<br />

trattamento. Mi accorgevo così che lentamente riuscivo<br />

ad intravedere la fine di tutto quel percorso.<br />

Raccontaci il tuo programma di allenamento per<br />

tornare in forma e quando i medici ti hanno dato<br />

il via. Il mio cardio e i miei muscoli non esistevano<br />

più dopo i cicli di chemio. Sono dovuto andare in palestra<br />

cinque volte a settimana e poi andavo a saltare<br />

sui trampolini una volta a settimana. E poi a mano a<br />

mano che il mio corpo si sentiva meglio, ho iniziato ad<br />

andare sull’air bag con la mia tavola. Andavo tre volte a<br />

settimana sull’air bag e tre volte a settimana in palestra.<br />

È stato davvero intenso! Ma avevo in mente un obiettivo<br />

e avevo bisogno di raggiungerlo.<br />

Auclair Gloves sponsorizza i migliori atleti canadesi di sport invernali<br />

dagli anni ‘70. Il marchio canadese è orgoglioso della sua collaborazione<br />

con i migliori medagliati del proprio paese, e tra di loro c’è soprattutto<br />

Max Parrot, che non è solo uno snowboarder di classe mondiale che ha<br />

già vinto svariati contest tipo 10 medaglie agli X-Games e una d’argento<br />

alle Olimpiadi di PyeongChang 2018, ma è anche un eroe nella vita reale,<br />

avendo vinto la sua personale battaglia contro il cancro che gli è stato<br />

diagnosticato a fine 2018. Max, appena finito due cicli di chemioterapia<br />

durati sei mesi, è ritornato in forma il più presto possibile, e quando è<br />

tornato in tavola subito dopo ha incredibilmente vinto gli X-Games di<br />

Oslo e più recentemente il primo posto all’Air & Style di Pechino.<br />

TEXT<br />

Matteo Rossato<br />

Ciao Max, raccontaci come ti sei sentito quando<br />

ti sei reso conto di aver vinto l’oro agli X X-Games<br />

di Oslo? È stato fantastico per così tante ragioni!<br />

Prima di tutto, perchè ho raggiunto il mio obiettivo. Ho<br />

lavorato così duramente le settimane prima di andare<br />

agli X-Games ed ero davvero contento che abbia dato i<br />

suoi frutti! È stato anche per me un modo per tornare<br />

dov’ero prima del cancro, ma ora sono anche mentalmente<br />

più forte di prima. Questa vittoria ha anche segnato<br />

la mia decima medaglia X Games nella mia carriera!<br />

Quanto è importante per te essere supportato<br />

da un’azienda canadese come Auclair e far parte<br />

di una squadra di atleti così stimolante? Sono<br />

davvero orgoglioso di far parte dell’azienda Auclair e<br />

di essere circondato solo dai migliori in circolazione.<br />

Auclair è nel settore da molto tempo, sono una delle<br />

migliori aziende nella progettazione di guanti e quindi<br />

ha senso avere anche i migliori atleti nella loro squadra.<br />

Ho sempre pensato che quando ti circondi di persone<br />

che rappresentano l’elite nel loro settore, migliori anche<br />

tu imparando da tutti delle cose che tornano buone<br />

anche per te!<br />

Sempre parlando di Auclair, come è stato il processo<br />

di progettazione del tuo pro-model? Quali<br />

sono le loro caratteristiche principali? Avevo bisogno<br />

di un paio di guanti adatti allo snowboard e al<br />

mio stile di vita. Non mi devono impacciare, ma devono<br />

essere anche molto caldi! Devono essere realizzati<br />

con materiali resistenti, per cui non si tagliano quando<br />

grabbo in aria le lamine della mia tavola! E l’interno<br />

non deve essere scivoloso: la mia mano deve afferrare<br />

più facilmente la mia tavola!<br />

Quanto è importante l’attrezzatura per un atleta<br />

di classe superiore come te? In particolare, qual<br />

è la differenza tra un buon guanto e uno meno<br />

buono? Al mio livello ogni piccola cosa è importante e<br />

può fare la differenza! E l’ultima cosa che vuoi quando<br />

giri in tavola è che i tuoi guanti non siano comodo o<br />

che scivolino quando grabbi; ed è anche importante<br />

che tutto ciò che indossi si adatti al tuo stile di vita.<br />

Quali sono i tuoi piani per questa stagione in<br />

corso? Olimpiadi? Il mio piano per questa stagione<br />

è di fare tutti i grandi contest e poi iniziare le riprese in<br />

backcountry alla fine della stagione! Ho sicuramente in<br />

mente anche le Olimpiadi, ma per ora non c’è motivo<br />

di pensarci perché sono ancora molto lontane.<br />

24°


INTRODUCING THE ALPHA BETA.<br />

With a flexible 2-in-1 design featuring an insulated goatskin shell and removable<br />

soft-brushed fleece liner, the ALPHA BETA was made for your all-mountain adventures.<br />

CARABINER LOOP<br />

Utility binding<br />

to secure gloves<br />

BACK OF HAND<br />

PROTECTION<br />

5mm EVA articulated padding<br />

PALM<br />

Full goatskin with double-stitched<br />

palm and textured leather overlay<br />

CUFF<br />

Elastic snow cuff with leash<br />

REMOVABLE LINER<br />

40g Thinsulate soft brushed<br />

microfleece quilted liner<br />

with reinforced palm<br />

AUCLAIR<br />

2019-2020<br />

ALL-MOUNTAIN<br />

COLLECTION<br />

Way Way Out Alpha Beta Short Mountain Ops 2 Traverse Western Ops Snow Ops<br />

www.auclairgloves.com<br />

https://www.facebook.com/AuclairSports/<br />

https://www.instagram.com/auclairsports/


The Digital Snowboard Guide.<br />

sequencesnowboardguide.com<br />

TEXT<br />

Denis Piccolo<br />

L’unica snowboard guide digitale con<br />

tutti i prodotti disponibili sul mercato Europeo.<br />

Scegli, confronta ed acquista il tuo set-up preferito.<br />

Siamo già l’unica e più completa snowboard guide<br />

stampata e distribuita in Europa in più di 600 store, ma<br />

non ci bastava. Il nostro supporto ai vostri acquisti non<br />

finisce qua: al link www.sequencesnowboardguide.<br />

com potrete vedere e confrontare tutte le tavole, gli attacchi<br />

e gli scarponi disponibili sul mercato, dovunque<br />

via troviate, sia da desktop che da mobile.<br />

Come funziona? Vi faccio un esempio. Volete comprarvi<br />

una nuova split board: siete certi di conoscere tutti<br />

i modelli che il mercato offre? La verità è che ci sono<br />

molti più brand di quanti ne conosciate. Utilizzando la<br />

ricerca e i filtri dell’applicazione sarete in grado non<br />

solo di trovare tutte le split in commercio, ma di discriminare<br />

per misura, colore, tipologia di camber e tantissimi<br />

altri parametri.<br />

Dovete cambiare gli scarponi e volete un modello<br />

un’allacciatura rapida ma non sapete quante tipologie<br />

ne esistono e in cosa differiscono tra di loro? Con una<br />

veloce ricerca sarete in grado di trovare lo scarpone<br />

perfetto per voi. Amate il rosso? Con un semplice click<br />

potrete filtrare tutte le tavole, gli scarponi e gli attacchi<br />

in commercio nel vostro colore preferito!<br />

Potrete inoltre condividere le vostre recensioni tramite<br />

i principali social network o leggere quelle di altri; se<br />

avete dubbi o domande tecniche potrete farle direttamente<br />

alle aziende e otterrete la risposta in breve<br />

tempo. Nei profili dei prodotti infine, troverete tutte le<br />

caratteristiche tecniche, i video di presentazione e se<br />

l’abbiamo provata, anche la nostra recensione.<br />

www.sequencesnowboardguide.com è il punto di riferimento<br />

per l’attrezzatura da snowboard su scala globale.attrezzatura<br />

da snowboard su scala globale.<br />

26°


Areaeffe grows along the length of the Grimod<br />

piste over an area of 20.000 sqm with a length<br />

of 600 meters; it welcomes structures of all<br />

levels, from beginners to the most experts and<br />

demanding. The structure is maintained in a<br />

manic way, shaped and groomed each morning<br />

for the joy of snowboarders and freestyle skiers.<br />

An easy zone, entirely dedicated to the beginners,<br />

allows a safe approach to the world of the<br />

freestyle: sequences of funbox, railboxs satisfy the<br />

beginners in freestyle. Kickers, funboxes, rails of all<br />

types “fill”, instead, intermediate and expert lines.<br />

Located at 2200m, the snowpark is reachable<br />

from the center of Aosta in about 30 minutes<br />

(gondola + liasion + cable car): not bad!<br />

SCOPRI TUTTE LE NOVITÀ SUL<br />

NOSTRO NUOVO SITO<br />

0165.521148<br />

347.7653434<br />

info@pila.it<br />

AREAEFFE snowpark Pila<br />

#AREAEFFE #PilaAostaValley


Blue Tomato,<br />

your ride is still their mission.<br />

Come hanno potuto continuare a farlo passando da<br />

un singolo negozio a Schladming a quasi 50 negozi in<br />

tutta Europa? Hanno semplicemente messo le persone<br />

giuste nei ruoli chiave, rider appassionati che hanno<br />

messo tutto il loro know-how nel loro lavoro, servendo<br />

i clienti nel miglior modo possibile. D<br />

Vendono solo ciò in cui credono. Questo è uno dei motivi<br />

per cui Blue Tomato ha aggiunto le recensioni di<br />

Staff Pick nella parte inferiore delle pagine del prodotto:<br />

le trovi quando scorri verso il basso fino alla sezione<br />

di valutazione, così come le informazioni sui rispettivi<br />

dipendenti. In quale dipartimento lavorano? Snowboard<br />

o sci? Quanti giorni in montagna? Che tipo di requisiti<br />

per i prodotti? Le informazioni sulla loro altezza<br />

e peso ti aiuteranno a capire meglio le dimensioni del<br />

prodotto. Queste recensioni ti aiuteranno a trovare la<br />

configurazione perfetta.<br />

TEXT<br />

Matteo Rossato<br />

your ride. our mission. E’ il motto di Blue Tomato<br />

sin dal primo giorno. Fondata in Austria nel 1988 dal<br />

campione europeo di snowboard Gerfried Schuller<br />

per soddisfare le esigenze di un’attrezzatura di qualità<br />

della. Sono sempre rimasti fedeli a questo loro principio<br />

durante l’impressionante crescita fino a diventare<br />

il rivenditore di successo per snowboard, skateboard,<br />

street style, surf e freeski che sono ora. Il loro segreto?<br />

Vendere la migliore attrezzatura adatta alle esigenze<br />

dei clienti, condividendo le loro conoscenze e supportando<br />

la scena seguendone il proprio stile di vita.<br />

Ogni anno, lo staff di Blue Tomato trascorre ore a<br />

testare nuovo materiale, parlando con i rappresentanti<br />

del marchio, i rider e altre persone del settore.<br />

Gli acquirenti di Blue Tomato passano ore e ore a<br />

dare un occhio negli innumerevoli cataloghi e guardano<br />

più snowboard, scarponi e attacchi di quanto<br />

sapessi ne esistessero. Tutto ciò perchè così avrai<br />

una selezione accurata nel negozio fisico e online<br />

su blue-tomato.com.<br />

Come prova definitiva della passione che le persone<br />

dietro Blue Tomato hanno messo nel loro lavoro e<br />

l’impegno a conoscere meglio i prodotti che vendono<br />

meglio, noi di <strong>Sequence</strong> mag abbiamo scelto cinque<br />

dipendenti e abbiamo chiesto loro di prendere le loro<br />

migliori attrezzature e scrivere una revisione dopo il<br />

test sul campo.<br />

Name: Alex<br />

Job: Brand Marketing<br />

Board: Bataleon Love<br />

Powder 148<br />

Review: Il primo giorno<br />

con questa tavola è stato una<br />

perfetta giornata in powder.<br />

La tavola ha molta galleggiabilità<br />

ed è molto facile da raidare<br />

anche quando la neve<br />

è un po’ difficile. La tavola è<br />

anche molto facile per fare<br />

curve e molto maneggevole.<br />

Name: Ben<br />

Job: Brand Marketing<br />

Board: Rome Agent 148<br />

Review: Stavo cercando una<br />

tavola che potesse tirare curve<br />

in piste e e farmi divertire<br />

in powder. Tutte le tavole<br />

che ho provato in seguito<br />

non reggevano assolutamente<br />

il confronto. Che dire..è<br />

stato amore a prima curva!<br />

Name: Oli<br />

Job: Product Content<br />

Binding: Burton Cartel<br />

Review: Dopo anni e anni<br />

e molti altri attacchi, i Cartel<br />

sono comunque ancora il<br />

numero 1 per me. Che si<br />

tratti di kicker o in fresca,<br />

ho sempre il mix perfetto di<br />

stabilità e flessibilità.<br />

Name: Brad<br />

Job: Buying and Planning<br />

Boot: Thirtytwo TM2 XLT<br />

Review: Questo è lo scarpone<br />

che scelgo quando ho<br />

davvero bisogno di reattività<br />

in fresca. La suola esterna è<br />

robusta e resiste a qualsiasi<br />

sforzo, e lo scarpone è abbastanza<br />

rigido da rispondere<br />

rapidamente senza farti<br />

sentire come se indossassi<br />

degli scarponi da sci.<br />

Name: Nico<br />

Job: Brand Marketing<br />

Binding: Union Strata<br />

Review: Il perfetto equilibrio<br />

tra i Force e gli Atlas,<br />

ma allo stesso tempo ha<br />

creato una sensazione completamente<br />

nuova nell’attacco<br />

con il footbed e le straps<br />

ultra confortevoli. Monto<br />

regolarmente quest’attacco<br />

perché si adatta sempre ed è<br />

così comodo!<br />

28°


Pic: Patrick Steiner | Blue Tomato Team Rider: Felix Widnig<br />

AUSTRIA | GERMANY | SWITZERLAND | THE NETHERLANDS | FINLAND<br />

Order your free Blue Tomato Book now | blue-tomato.com/book<br />

instagram.com/bluetomato | #yourrideourmission


Emilien Badoux.<br />

Yoga for snowboarding.<br />

Nato e cresciuto nelle Alpi svizzere, Emilien Badoux è noto<br />

soprattutto come campione del Freeride World Tour 2014:<br />

una leggenda per la comunità backcountry.<br />

Ma c’è l’altro lato di Emilien, quello che ha abbracciato<br />

la pratica Yoga fin da giovane, e lo ha portato 20 anni dopo a<br />

diventare un insegnante di Yoga ampiamente riconosciuto.<br />

Ci ha spiegato come lo yoga può migliorare sia la consapevolezza<br />

mentale che fisica, migliorando l’esperienza di riding.<br />

TEXT<br />

Matteo Rossato<br />

Ciao Emilien, presentati brevemente ai lettori di<br />

<strong>Sequence</strong>. Ciao! Sono un 36enne snowboarder svizzero<br />

e insegnante di yoga. Dopo 20 anni di viaggi in<br />

giro per il mondo per entrambe le discipline, mi sono<br />

reso conto che le nostre montagne erano il luogo perfetto<br />

per praticare yoga durante l’estate. Verbier è per<br />

il freeride quello che le Hawaii sono per il surf, trovo<br />

che la pace delle montagne sia molto favorevole alla<br />

pratica dello yoga.<br />

Qual è il tuo ricordo più bello della tua vittoria<br />

del Freeride World Tour 2014? Una volta che<br />

la gara è finita, è diminuita tutta la pressione che mi<br />

schiacciava, come perdere circa sei chili in una volta<br />

sola! Potevo solo star lì ad apprezzare il lavoro svolto.<br />

Dopo quella cosa, ho potuto davvero sentire quest’energia<br />

che mi ha aiutato ad andare avanti e realizzare<br />

altri sogni.<br />

Come e quando hai iniziato a praticare yoga? A<br />

sedici anni ho iniziato a meditare con un libro, che a<br />

diciotto anni ha portato mia madre a darmi un libro<br />

intitolato “Sport e yoga”. Ho seguito la pratica per circa<br />

dodici anni prima di trovare il mio primo insegnante<br />

di yoga! Come molte altre cose che ho fatto, mi sono<br />

motivato da solo.<br />

Perché ogni rider dovrebbe praticare yoga? Ti<br />

aiuta veramente a sentirti meglio e a iniziare ogni giornata<br />

con una mente e un corpo freschi. Diventi più consapevole<br />

delle capacità e dei limiti del tuo corpo, che<br />

30°


a sua volta aumenta la tua sicurezza e il tuo amore per<br />

lo snowboard.<br />

Qual è il tuo percorso di allenamento quotidiano<br />

quando giri in tavola? Ti alleni sia prima che<br />

dopo? Comincio la giornata con i saluti al sole per svegliare<br />

il mio corpo, poi medito per impostare la mente<br />

su ciò che verrà. La sera, dopo una grande giornata di<br />

riding e dopo un bagno, provo a inserirmi in una sessione<br />

lunga e dolce per dare al mio corpo il tempo di<br />

rilassarmi.<br />

Cos’è il flusso di yoga? Un flusso di yoga è quando<br />

pratichi movimenti e posture che si collegano tra loro,<br />

come costruire una run in freeride. Non ti fermi e torni a<br />

zero in una sessione, salti sempre da una postura all’altra.<br />

Cosa fai quando non insegni yoga o spacchi nel<br />

backcountry di Verbier? Quello che mi piace di più<br />

è viaggiare per fare surf, scoprire nuovi spot e onde.<br />

Cerco di combinare viaggi con alcuni insegnamenti di<br />

yoga e meditazione per aprire ancora di più la mente<br />

e il cuore. L’obiettivo è sentire che ogni momento è<br />

magico, questo quando fai surf o snowboard ti aiuta<br />

a rimanere in contatto con la natura senza che la tua<br />

voce interna parli troppo. Pace<br />

Ti aiuta veramente a sentirti meglio e a iniziare ogni giornata<br />

con una mente e un corpo freschi. Diventi più consapevole<br />

delle capacità e dei limiti del tuo corpo, che a sua volta aumenta<br />

la tua sicurezza e il tuo amore per lo snowboard.<br />

31°


Skicircus.<br />

Saalbach Hinterglemm Leogang Fieberbrunn<br />

TEXT<br />

Silvia Galliani<br />

C’è una Mecca per i<br />

freerider nascosta nel<br />

cuore di Salisburgo e<br />

del Tirolo. Un luogo in<br />

cui puoi immergerti in<br />

sicurezza nella polvere<br />

senza preoccuparti<br />

delle valanghe e di<br />

tutti i classici pericoli del<br />

backcountry, concentrandoti<br />

solo sulla gioia<br />

di girare in una fresca<br />

profondissima.<br />

“Da Schattberg-West (Westgipfelbahn)<br />

fino a Stemmerkogel<br />

c’è una bella linea che<br />

scende fino a Hinterglemm o<br />

Jausern. Nella parte superiore<br />

si possono trovare pendii<br />

meravigliosamente aperti che<br />

terminano con bellissime run<br />

tra i boschetti. I migliori spot<br />

per i kicker in fresca sono<br />

vicino all’impianto Seekar.”<br />

- Sabine Schipflinger<br />

Questo posto è Skicircus Saalbach Hinterglemm Leogang<br />

Fieberbrunn. Grazie a 70 impianti di risalita<br />

ultramoderni e piste perfettamente preparate, puoi<br />

raggiungere facilmente l’area aperta senza lunghe<br />

camminate e goderti i numerosi percorsi freeride<br />

segnalati - dal Wildseeloder alto 2.119 m ai comodi<br />

percorsi in powder vicino alle piste. “Easy up - Wild<br />

down” è il motto dello Skicircus, che ha qualcosa per<br />

tutti, dal freerider esperto, ai nuovi arrivati ​e ai bambini<br />

che possono fare le loro prime curve su morbide<br />

piste di neve perfetta. Questo è ciò che rende lo<br />

Skicircus Saalbach Hinterglemm Leogang Fieberbrunn<br />

un’area da freeride per tutte le skills.<br />

14 checkpoints del ricetrasmettitore di valanghe sono<br />

posizionati strategicamente in tutto il comprensorio<br />

sciistico: questo, combinato con i due campi di ricerca<br />

del ricetrasmettitore di valanghe, le informazioni sulla<br />

neve appositamente sviluppate e il sistema di allarme<br />

valanghe LO.LA *, il freeride park e i percorsi freeride<br />

contrassegnati, garantiscono una totale sicurezza.<br />

Freeride World Tour - 7-13 marzo 2020 Il Freeride<br />

Word Tour (FWT) si ferma di nuovo nella Mecca del<br />

Freeride delle Alpi di Kitzbüheler come unica tappa<br />

del tour nelle regioni di lingua tedesca. I migliori freerider<br />

del mondo devono salire per circa 40 minuti fino<br />

alla cima del Wildseeloder, prima di immergersi nella<br />

discesa di 620 metri di vertical drop. Gli spettatori possono<br />

godersi l’azione dal Contest Village a Lärchfilzkogel<br />

(a 1.645 m). Grazie alle trasmissioni in diretta TV,<br />

la folla nella “Snow area” non si perderà nulla.<br />

Freeride Testival - 14-15 marzo 2020 Con il motto<br />

“come experience freeriding!”, Il Freeride Testival<br />

2020 ritorna per la settima volta. Per tre fine settimana<br />

consecutivi, sarai in grado di testare le migliori attrezzature<br />

per backcountry e valanghe e ti sarà data<br />

la possibilità di partecipare a vari eventi collaterali,<br />

come workshop, corsi ed esercizi di sicurezza, che sicuramente<br />

miglioreranno le tue abilità in fresca. Infine,<br />

i freerider esperti avranno l’opportunità di scoprire<br />

aree nuove e sconosciute con guide locali, mentre i<br />

principianti avranno la possibilità di muovere i primi<br />

passi fuori pista con l’aiuto di coach professionisti.<br />

Infine, eventi importanti come il “Freeride World<br />

Tour” e il “Freeride Testival”, hanno reso lo Skicircus<br />

Saalbach Hinterglemm Leogang Fieberbrunn uno dei<br />

principali hotspot di freeride in Europa.<br />

32°


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Ursus Snowpark,<br />

Madonna di Campiglio.<br />

Considerato uno tra i migliori snowpark delle Alpi e frequentatissimo<br />

da un vasto pubblico di snowboarder, vanta due<br />

aree con strutture ideali per il divertimento a tutti i livelli, dai<br />

principianti alle prime armi, alle famiglie con bambini fino agli<br />

TEXT<br />

Gian Luca Zanetti<br />

LOCATION<br />

Ursus Snowpark<br />

Madonna di Campiglio<br />

Trentino, Italy<br />

appassionati più esperti e gli atleti professionisti.<br />

L’area più grande, l’Ursus Snowpark, si trova tra i 2500<br />

e i 2300 metri di altezza e si sviluppa per circa 1km di<br />

lunghezza e quasi 100.000m².<br />

La cabinovia di riferimento percorre buona parte del<br />

park e la stazione di arrivo divide il park in due zone<br />

collegate tra loro per un totale di quasi 50 strutture:<br />

la parte alta è dedicata a strutture medio facili: box,<br />

rail e salti disposti su quatto linee per un primo approccio<br />

al freestyle.<br />

nella parte bassa, si trovano aree easy con salti, box e<br />

rail per beginner, una jibline e una linea di kicker dai<br />

7 agli 11 metri adatti ad un livello intermedio, uan jibarea<br />

con strutture per i più esperti, una linea di kicker<br />

più grandi dai 14 ai 20 metri ed inoltre un tracciato di<br />

boardercross fun adatto a tutti.<br />

Da un paio di stagioni per la progettazione dello<br />

snowpark Funivie Madonna di Campiglio si avvale<br />

della collaborazione di una delle aziende più conosciute<br />

a livello europeo, F-TECH Snowpark, che studia<br />

e progetta nei minimi dettagli il progetto del park in<br />

3D in collaborazione con lo staff dell’Ursus Snowpark<br />

che si occupa poi della realizzazione e manutenzione<br />

meticolosa delle strutture.<br />

Per essere all’avanguardia non manca l’utilizzo di nuove<br />

tecnologie, lo snowpark di Madonna di Campiglio<br />

è uno dei pochi al mondo ad utilizzare la strumentazione<br />

Leica Geosystem che permette una gestione precisa<br />

ed ottimizzata del park, a partire dalle prime fasi<br />

34°


di progettazione, produzione neve e costruzione fino<br />

alla manutenzione giornaliera, offrendo ogni giorno<br />

strutture sempre in ottime condizioni.<br />

A completare l’ottima offerta, per i super appassionati<br />

che vogliono risparmiare qualche euro e concentrarsi<br />

sui trick, c’è anche la possibilità di uno skipass dedicato<br />

allo snowpark, che permette di raggiungere l’area<br />

ed utilizzare gli impianti adiacenti.<br />

Ursus Snowpark è anche Mini, sul versante opposto<br />

del park principale, in zona Pradalago, si trova la seconda<br />

area freestyle di Madonna di Campiglio il Mini<br />

Ursus Snowpark, un fun snowpark con strutture facili<br />

e coinvolgenti per iniziare a giocare e divertirsi, attrezzato<br />

con una serie di curve paraboliche, diversi dossi,<br />

box, piccoli salti e un divertente tunnel di neve, ideale<br />

per approcciare al freestyle, una zona amata dai più<br />

piccoli e non solo!<br />

Madonna di Campiglio ospiterà alcuni degli eventi più<br />

interessanti dell’inverno:<br />

Burton Mtn Mash dal 29 gennaio al 2 febbraio<br />

Red Bull Hammers with Homies dal 15 al 16 febbraio<br />

Ursus Rookie Fest dal 15 al 19 marzo<br />

website | ursus-snowpark.it<br />

ig | instagram.com/ursuscampiglio/<br />

fb | facebook.com/ursussnowpark/<br />

resort website | ski.it<br />

tourist office website | campigliodolomiti.it<br />

35°


Pila Snowland.<br />

Cool spot alert.<br />

MonteBianco, Grand Combin, Cervino, Monte Rosa, Gran<br />

Paradiso. Bastano questi nomi per a ermare che Pila è il punto<br />

più panoramico di tutta la Valle D’Aosta. Non per altro si è<br />

TEXT<br />

Federico Mura<br />

LOCATION<br />

Area Effe Snowpark<br />

Pila, Aosta, Italy<br />

aggiudicata il soprannome di “Perla delle Alpi”.<br />

70 km di piste percorribili, 4 piste nere, 21 rosse e<br />

4 blu con innevamento perfetto fino a tarda stagione,<br />

rendono il comprensorio un paradiso tutto da<br />

shreddare. La stagione 2020 si apre con una novità,<br />

in progettazione e costruzione la nuova telecabina<br />

da Pila alla Platta de Grévon. A proposito delle<br />

cabinovie, non dimentichiamo l’estrema facilità di<br />

accesso all’impianto sciistico. Un’impianto di risalita<br />

collega l’inizio delle piste direttamente con il<br />

capoluogo valdostano in meno di venti minuti.<br />

Il comprensorio è sviluppato in un ambiente talmente<br />

diversificato che risulta difficile fare selezione<br />

di stili. Che si tratti del freerider più spericolato<br />

che ama perdersi nei boschetti e andare a caccia<br />

di nuove tracce di powder, o del freestyler che può<br />

trovare il suo pane nello Snowpoark Areaeffe, fino<br />

ad arrivare allo snowboarder padre di famiglia, con<br />

un paio di pargoli intenti a combattere contro le<br />

prime cadute. Pila ha la giusta area per ognuno di<br />

essi.<br />

Nulla da fare, la neve fresca non ha mai perso il suo<br />

fascino; per questo se avete la freddezza necessaria<br />

per prendere un giorno di ferie giusto dopo una<br />

bella nevicata, troverete una pista completamente<br />

immacolata che vi aspetta. Si tratta della nera<br />

n.27 della Platta de Grévon, e qui si può tracciare<br />

qualche linea in tutta sicurezza. Mettete la sveglia<br />

presto però: quel morbido tappeto va a ruba e se<br />

fate tardi vi toccherà andare per boschi (che non è<br />

affatto un brutto piano).<br />

Se invece l’obiettivo è quello di girare come una<br />

pala di un elicottero e sverniciare ringhiere, il posto<br />

giusto è l’Areaeffe, uno snowpark di 20.000 mq<br />

sorvegliato dalla seggiovia quadriposto Grand Grimod.<br />

Ciliegina sulla torta: il capo shaper Ivo Letey.<br />

Basterebbe il suo nome come garanzia, ma in ogni<br />

caso sottolineiamo che i kicker sono shapeati alla<br />

perfezione e che le lines progressive, progettate per<br />

tutti i livelli di esperienza, sono studiate apposta<br />

per toccare la corda dell’adrenalina. Consigliamo<br />

36°


vivamente di star dietro al calendario degli eventi<br />

del park, dove potrete incrociare con facilità pro riders<br />

di livello internazionale o lanciarvi su qualche<br />

struttura per esaltare la folla.<br />

Per i più piccoli Pila offre un servizio di mini club<br />

per i futuri groomers dai 0 ai 12 anni. Mentre per<br />

i bambini che non vedono l’ora di lanciarsi sulla<br />

neve ci sono due tapis roulant gratuiti e lezioni di<br />

avvio allo sci e snowboard delle due scuole ai piedi<br />

degli impianti.<br />

I numeri sono una garanzia: ogni anno vengono<br />

stampati mezzo milione di ingressi giornalieri. Che<br />

si tratti delle vacanze invernali o semplicemente di<br />

una toccata e fuga di un giorno, basta vedere i volti<br />

soddisfatti di chi arriva giù dall’ultima pista per capire<br />

che la location non è affatto male.<br />

Insomma, Pila Snowland ha tutte le carte in regola<br />

per essere considerato uno dei migliori resort di<br />

tutto l’arco alpino. E non dimenticate che la cena in<br />

loco è d’obbligo, l’intera zona è disseminata di rifugi<br />

e ristoranti per chiudere in bellezza la giornata<br />

con qualche ottima specialità valdostana.<br />

LEFT<br />

Simon Gruber<br />

ABOVE<br />

Marcello Grassis<br />

HERE<br />

Max Vieider<br />

website | pila.it<br />

ig | instagram.com/pilaaostavalley<br />

fb | facebook.com/pila.aostavalley<br />

37°


15 Minutes.<br />

Mammut Poker Safe.<br />

15 minuti. Sono quelli decisivi per determinare la<br />

sopravvivenza di chi rimane sepolto sotto una valanga.<br />

Dopo questa manciata di minuti le chance di uscirne vivo<br />

calano drasticamente. L’incidente di una valanga è un evento<br />

che gela il sangue nelle vene. Vedere un proprio amico<br />

scomparire tra una nuvola bianca può far perdere la lucidità<br />

necessaria per intervenire in tempo e in modo ragionato.<br />

aspettare i soccorsi impiegherebbe troppo tempo.<br />

Simon mi ricorda che è doveroso sapere che lo staccarsi<br />

di una valanga nella maggior parte dei casi è evitabile,<br />

valutando le situazioni geologiche dell’area che<br />

si va a tracciare. E anche se quelli di Mammut sono<br />

strumenti di ultima generazione estremamente affidabili,<br />

non ci devono assolutamente dare quel pizzico di<br />

sicurezza in più per inoltrarci in zone in cui il pericolo<br />

rimane ugualmente e inevitabilmente rischioso per la<br />

propria incolumità.<br />

TEXT<br />

Denis Piccolo<br />

RIDER<br />

Simon Gruber<br />

PHOTOS<br />

Roberto Bragotto<br />

Simon Gruber, rider Mammut, durante una chiacchierata<br />

tra una pista e un jump, ci ha suggerito qualche<br />

piccolo consiglio per non farci trovare impreparati.<br />

Prima cosa: essere equipaggiati adeguatamente. Seconda<br />

cosa: eseguire la procedura di soccorso in modo<br />

sistematico. L’avere bene in chiaro come muoversi e<br />

quali azioni eseguire in situazioni di emergenza sarà<br />

determinante per disseppellire la vittima nel più breve<br />

tempo possibile perché, nella maggior parte dei casi,<br />

Guardo nello zaino di Simon è vedo il Poker Safe di<br />

Mammut, studiato appositamente per aumentare la<br />

sicurezza in ogni condizione di neve fresca, per ogni<br />

tipo di freerider. Il kit è composto da zaino airbag, artva,<br />

sonda e pala. Le nuove tecnologie e la produzione<br />

sempre più ampia di questi prodotti ha permesso un<br />

notevole ribasso dei prezzi sul mercato, rendendo il<br />

rapporto costi-benefici ancora più conveniente rispetto<br />

a pochi anni fa, non abbiamo più scuse, non può<br />

mancare nella nostra attrezzatura.<br />

38°


Fuori ha iniziato a nevicare, ne approfitto per una veloce<br />

intervista a Simon.<br />

Simon cos’è il freeride per te? Il freeride è una cosa<br />

che mi fa proprio spegnere il cervello, un momento<br />

di stacco, per uscire dalla confusione della giornata<br />

e prendermi un momento da solo con la montagna.<br />

Cercare degli spot da tracciare è fantastico; diventi un<br />

bimbo che gioca con la neve. Quando vai a fare una linea<br />

l’avventura ti mette tutta questa voglia di neve fresca<br />

ed è questo che mi fa uscire ogni volta più carico.<br />

Come ti prepari per una giornata di fresca? Ovviamente<br />

facendo freeride non si sa mai al 100% quello<br />

che ti aspetta. Anche se hai visto il bollettino non puoi<br />

sapere in anticipo cosa ha combinato il vento in quella<br />

specifica zona. È sempre meglio essere equipaggiati<br />

al massimo delle proprie possibilità. Collaboro con<br />

Mammut e sono molto contento dell’attrezzatura e<br />

della qualità dei prodotti per il freeride. Artva, pala e<br />

sonda sono un must. Se hai lo zaino, ancora meglio.<br />

Cosa consigli a chi vuole andare per le prime<br />

esperienze in fresca? Il mio consiglio è non sottovalutare<br />

il bollettino valanghe, e di avere sempre la<br />

massima attenzione rispetto alle condizioni dell’ambiente<br />

in cui ci si trova. Assolutamente sconsiglio di<br />

avventurarsi se il bollettino è di grado 3 o superiore.<br />

Conoscere sempre dove stai andando, non andare da<br />

solo, prediligere i boschi. Ne va della propria vita.<br />

Ti è mai capitato di subire un incidente in neve<br />

fresca? Personalmente ho già rischiato di finire sotto<br />

una valanga. Mi è capitato in un posto dove non me<br />

lo sarei mai aspettato. Fortunatamente sono riuscito a<br />

evitarla per un pelo, ma mi è andata veramente bene<br />

perché se fossi stato qualche metro più spostato verso<br />

la valanga, avrei rischiato seriamente di non venirne<br />

più fuori, anche perché ero da solo.<br />

Progetti per quest’inverno? Farò un progetto video<br />

con Ethan Morgan che probabilmente uscirà l’anno prossimo.<br />

Abbiamo già iniziato a filmare l’anno scorso ma per<br />

ritardi vari non siamo riusciti ancora a farlo uscire. Viaggi<br />

ancora non abbiamo nulla in programma dipenderà<br />

dalle condizioni. Probabilmente starò qui in Europa per<br />

quest’inverno, anche se sai bene che sono un grande improvvisatore.<br />

Ho ancora in testa il progetto Kosovo, ma<br />

vediamo se riusciremo ad organizzare in futuro.<br />

La tua giornata in fresca più epica di sempre? È<br />

difficile da dire, visto che ogni giornata di neve fresca<br />

per me è unica e indimenticabile. A me piace snowboardare,<br />

poi in ogni giornata bisogna apprezzare il<br />

meglio che ti danno le condizioni climatiche e la location<br />

in cui ti trovi.<br />

Mammut Alugator<br />

Pro Light<br />

Mammut Probe<br />

240 Fast Lock<br />

Mammut<br />

Barryvox S<br />

Mammut Pro X<br />

Removable Airbag<br />

39°


The Feels<br />

of Sam McMahon.<br />

Nidecker è molto attiva nel settore dei media, con clip e progetti<br />

che vengono postati su Internet con frequenza settimanale. A<br />

partire dal 2016, la serie Slice ’N Dice ha iniziato a spingere il<br />

movimento del carving e poche settimane fa la clip del team The<br />

Feels ha messo in mostra la vasta gamma di talenti che ci sono<br />

nel loro team. Dietro queste produzioni c’è Sam Mc Mahon, un<br />

ragazzo britannico con un gusto speciale per le cose fighe.<br />

TEXT<br />

Matteo Rossato<br />

Ciao Sam, presentati brevemente e un po’ del<br />

tuo background nel settore. Hey! Mi chiamo Sam<br />

McMahon, sono uno scrittore, fotografo e regista che<br />

vive nelle Alpi francesi. Ho iniziato a lavorare a tempo<br />

pieno per Whitelines, ma nell’ultimo anno sono stato<br />

libero professionista ma gran parte del mio tempo<br />

passato a seguire Nidecker.<br />

Come sei entrato in contatto con Thierry Kunz<br />

e il gruppo Nidecker? Abbiamo fatto alcuni progetti<br />

per Nidecker mentre lavoravamo per Whiteline, e<br />

dopo il casino che è successo lo scorso anno quando<br />

i precedenti proprietari di Whiteline hanno perso il<br />

controllo del business, ho chiesto a TK se potevo finire<br />

l’eccezionale lavoro - invece mi ha offerto un lavoro.<br />

Proprio un brav’uomo.<br />

Qual è il tuo ruolo in Nidecker? Non sono sicuro<br />

che ne sia mai venuto fuori un titolo, ma pianifico,<br />

giro ed edito tutti i loro video, gestisco la libreria multimediale<br />

e realizzo tutti i social media per Nidecker e<br />

Flow. Gestore di contenuti? Tranne il fatto che odio la<br />

parola “contenuto”: sembra quello che metti nei panini<br />

con le salsicce! Media Guy? Qualunque cosa tu<br />

voglia chiamarlo, è fantastico vedere le tue idee prodotte<br />

fino in fondo, dalle riprese di un progetto alla<br />

sua pubblicazione. Mi sento fortunato a ottenere molta<br />

fiducia da questo team, non c’è molto che ostacola<br />

qualsiasi mia idea.<br />

Hai prodotto diversi progetti video per Nidecker.<br />

Qual è il masterplan alla base di tutti i<br />

progetti? Sembra che tu voglia raccontare tutte<br />

le sfaccettature dell’azienda. Non esiste un vero<br />

piano generale, ma penso che sia importante provare<br />

sempre a raccontare storie che ispirerebbero me stesso<br />

se le guardassi. Ricordo la sensazione di essere gasato<br />

leggendo riviste di skate e guardando video di snowboard,<br />

e sebbene ce ne siano sempre meno in giro oggigiorno,<br />

ci sono molti altri modi per esprimere le tue<br />

idee. Ci vuole più tempo per far emergere un’idea ora,<br />

ma mi piace questa sfida! Personalmente, scatto e sviluppo<br />

un sacco di rullini, e mi piace molto il modo in<br />

cui assomiglia più a un ricordo che a un’immagine<br />

40°


digitale estremamente nitida - è il tipo di connessione<br />

emotiva che cerco sempre di includere in un mio progetto.<br />

È già stato detto mille volte, ma la maggior parte<br />

delle persone spegne tutto vedendo gli stessi cinque<br />

o sei trick sugli stessi salti in park - è divertente provare<br />

a fare cose su cui le persone possono investire.<br />

C’è un progetto che ami più di tutti? Perché?<br />

“Qual è il tuo bambino preferito?!” La forza di Nidecker<br />

sta nella sua diversità, sia nel prodotto che nel<br />

team, per questo facciamo sempre qualcosa di diverso.<br />

Tim Humphreys ha fatto cose folli e le sta facendo<br />

sempre più grandi ogni anno, Mike Basich si porta<br />

sempre dietro la aurea leggendaria, Mat Crepel ha la<br />

sua connessione con il surf, Emilen Badoux mescola<br />

linee mentali con lo yoga super chill... e continua! Tuttavia,<br />

la mia cosa preferita da filmare sono le curve: ci<br />

sono molti modi per catturare qualcosa di così semplice<br />

ma che non credo che quello perfetto sia stato<br />

ancora shootato.<br />

La serie Slice ’N Dice è davvero unica e insieme<br />

a Korua sta sostanzialmente mostrando un nuovo<br />

modo di percepire lo snowboard. Da dove è<br />

nata l’idea di produrre un’intera serie interamente<br />

dedicata al carving? Il confronto con KO-<br />

RUA è lusinghiero, amo quei ragazzi e quello che Aaron<br />

fa con il design, ma penso che ciò che fanno i ragazzi<br />

SnD sia diverso: uno stile più aggressivo più tutti i tricks<br />

e i doubles. Come tutti sappiamo, questo “nuovo” stile<br />

del carving e delle curve è emerso dalla cultura giapponese<br />

dello snowsurf, ma la prima cosa che ricordo di<br />

aver visto è stata questo edit di Alex Lopez che carvava<br />

a Bachelor: così in controllo ed elegante. JP Schlick in<br />

Oregon è un altro filmmaker incredibile: una grande<br />

ispirazione. Slice ‘n’ Dice stesso non è mai stata un’idea<br />

deliberata. I due ragazzi sono entrambi istruttori, e<br />

pensavano che Dave potesse eurocarvare mentre Lewis<br />

gli saltava sopra la testa in front 3. Così una mattina<br />

presto abbiamo fatto tutto per filmare questa clip prima<br />

che iniziassero a lavorare. Non l’abbiamo capito,<br />

ma gli shot di warm up hanno funzionato così bene<br />

che li ho messi su Whitelines, senza che mi aspettassi<br />

nulla. È esploso, quindi ne abbiamo dovuto fare di più!<br />

Qual è il tuo attuale kit di shredding? Sono innamorato<br />

della mia nuova Mosquito. Mi sono sempre<br />

piaciute le tavole corte e cicciotte, ma la coda è così<br />

rigida che puoi davvero tirare le curve fino in fondo.<br />

Quest’anno sono anche iniziati a piacermi gli attacchi<br />

Flow Fuse, rimanendo ancora convinto del sistema di<br />

accesso, ma soprattutto mi piace la sensazione ad avere<br />

così tanta flessione laterale per tirare curve molto<br />

surfistiche. I Bonfire sono perfetti per farmi stare al<br />

caldo e asciutto. Quest’anno ho la loro nuova giacca<br />

super elastica Apex Neoshell: super leggera, traspirante<br />

e impermeabile.<br />

Ci puoi rivelare qualcosa su progetti o prodotti<br />

per la prossima stagione? O dovremo aspettare<br />

le fiere? Mi uccidono se rivelo qualcosa prima delle<br />

fiere, ma posso darti un cheeky shaka se funziona<br />

come un indizio? Non avrei mai pensato di essere intervistato,<br />

quindi se questa è la mia unica possibilità,<br />

vorrei ringraziare Ed, Duthie e Tristan per i giorni di<br />

Whitelines, e TK e la famiglia Nidecker per quello che<br />

stiamo facendo ora. Inoltre, mia mamma, papà e ragazza.<br />

E il mio cane, hey Parker!<br />

41°


Club<br />

Sandwich.<br />

Matt Georges è uno dei fotografi di<br />

snowboard con più talento che ci sono in<br />

giro. È anche uno dei più attivi in termini<br />

di spingere una cultura più profonda<br />

dello snowboard e, oltre a imprimere su<br />

pellicola dei fantastici momenti cinematografici,<br />

gestisce anche progetti secondari<br />

da solo o con il supporto di sponsor.<br />

Pensate a First Layer, il libro di Vans, o<br />

al suo saggio fotografico The Dirty Dogs<br />

pubblicato cinque anni fa. Nel 2019 è<br />

tornato all’editoria fai-da-te con il suo<br />

ultimo progetto Club Sandwich, e lo abbiamo<br />

incontrato per saperne di più.<br />

A PROJECT BY<br />

MATT GEORGES<br />

& PERLY<br />

ITW<br />

Matteo Rossato<br />

Ok Matt, partiamo dal nome. Perché Club Sandwich?<br />

5 anni fa ho fondato la mia casa editrice indipendente<br />

chiamata The.Dirty.Dogs. e volevo avere<br />

un nome non tanto serio e un po’ facile da ricordare.<br />

Il termine “Club” è molto rilevante per questo nuovo<br />

progetto poiché è una collaborazione tra poche persone,<br />

e il termine “Sandwich” è il risultato di questa<br />

collaborazione. È anche un piccolo omaggio a tutto<br />

il cibo spazzatura (il club sandwich in rappresentanza,<br />

diciamo) che mangiamo on the road mentre<br />

viaggiamo e filmiamo lo snowboard. Ognuno di noi<br />

è uno degli ingredienti per preparare un buon pasto!<br />

Perly potrebbe essere la lattuga, Andrew Miller il<br />

pomodoro, Rip Zinger il tofu, Cole Navin la maionese<br />

e io potrei essere essere i sottaceti per esempio.<br />

Il tuo primo saggio fotografico è uscito nel 2014:<br />

quanti libri hai pubblicato finora? Sì, in realtà ho<br />

pubblicato il primo volume di The.Dirty.Dogs. e sto<br />

ancora lavorando al secondo, ma sono stato così impegnato<br />

nel metter su famiglia (di tre bambini) e nella<br />

realizzazione di progetti per e con altre persone che<br />

è ancora in fase di realizzazione. Quindi da allora ho<br />

realizzato 5 libri diversi con Vans chiamati First_Layer<br />

insieme a 4 giornali. Il nostro nuovo progetto di collaborazione<br />

si chiama Triple, è un concept e questa<br />

volta ho fatto 3 libri diversi. Sempre con un bel po’ di<br />

cartoline da mettere sul frigo o dove si vuole. L’anno<br />

scorso ho anche aiutato Ben Thouard, un famoso fotografo<br />

di surf, a editare e progettare il suo libro SUR-<br />

FACE e qualche mese fa ho fatto esattamente lo stesso<br />

con Jerome Tanon per il suo libro Zabardast, dalla sua<br />

spedizione a Karakoram, in Pakistan. Mi piace molto<br />

editare e organizzare le mie foto per un mio libro, ma<br />

mi piace anche farlo per gli altri. Credo che sia un<br />

buon allenamento per i miei occhi e per la cultura della<br />

fotografia in generale. È come andare in una palestra<br />

fotografica, mi tiene in forma in un certo senso! :)<br />

Andrew Miller, Rip Zinger, Perly, Cole Navin e te<br />

stesso: una gamma così eclettica di menti creative<br />

con stili diversi: come li hai scelti? Cosa dobbiamo<br />

aspettarci da Club Sandwich? Voglio dire, cosa c’è<br />

dentro? Riguarda lo snowboard o c’è molto di più<br />

di del semplice riding e foto fantastiche? L’idea di<br />

Club Sandwich era quella di avere una bella scatola<br />

nera personalizzata spray dipinta insieme con una patch<br />

sopra, progettata da un artista. All’interno ci sono<br />

5 libricini con una carta diversa e differenti rilegature.<br />

Hanno tutti una tematica comune sullo snowboard<br />

ma il mio obiettivo era mostrare 5 storie diverse<br />

attraverso 5 saggi fotografici. Non è necessariamente<br />

roba d’azione, ad esempio può essere solo lo stile di<br />

vita che la circonda. Quella di Andrew è un saggio<br />

in bianco e nero sulla powder, quella di Perly è una<br />

collaborazione con Louif Paradis, Rip Zinger esplora<br />

42°


le somiglianze tra il surf invernale e lo snowboard, i<br />

documenti di Cole Navin riguardano la sua routine<br />

quotidiana mentre viaggia a causa dello snowboard<br />

e il mio è una visita a Katie Ormerod e Jamie Nicholls<br />

nello Yorkshire inglese per mostrare dove sono cresciuti<br />

facendo snowboard su una dry slope in mezzo a<br />

un campo di erba. Quindi sì, è molto eclettico!<br />

Rispetto al primo libro, Club Sandwich rivendica<br />

una sensazione più fai-da-te: perché la scatola +<br />

zines + formato patch? Beh, non proprio dato che<br />

il primo libro The.Dirty.Dogs. era rilegato a mano<br />

con una corda di cuoio e sbalzato a mano con una<br />

pressa per lettere Heidelberg di +100 anni. Mi piace<br />

sempre quel tocco D.I.Y. e voglio davvero fare qualcosa<br />

di diverso rispetto a una semplice rivista. Per Club<br />

Sandwich il fai-da-te rimane ancora mentre abbiamo<br />

personalizzato la scatola con vernici spray, numerato<br />

ognuna di esse e attaccato una patch sul davanti. Le<br />

zine hanno le stesse dimensioni ma diversi look, carta<br />

e rilegature.<br />

Qual è il messaggio nascosto dietro Club Sandwich?<br />

Probabilmente non c’è nessun messaggio nascosto,<br />

ahah. Adoriamo semplicemente scattare foto<br />

e stamparle come preferiamo. È sempre gratificante<br />

iniziare alcuni progetti da zero, vediamo dove ci porta!<br />

Non direi che è competitivo con le riviste poiché<br />

è un’edizione molto piccola di 500 copie, forse è più<br />

complementare. Capisco che alcune riviste abbiano<br />

un numero di pagine specifico per un portfolio o una<br />

storia di viaggio specifici e, a volte, la direzione editoriale<br />

è definita da marchi che acquistano pubblicità.<br />

Lo capisco perfettamente e sicuramente non sputo<br />

dove mangio. Qui con Club Sandwich siamo completamente<br />

indipendenti, non vogliamo pubblicità e<br />

l’obiettivo non è fare soldi per vivere. Tutti i vantaggi<br />

ottenuti saranno direttamente nel nuovo CB numero<br />

2, è un progetto di stampa senza scopo di lucro.<br />

Sembra che la stampa in generale stia tornando<br />

in una forma diversa e con un significato diverso.<br />

Qual è la tua opinione al riguardo? Penso solo che<br />

sia bello vedere le persone fare progetti sullo snowboard<br />

in generale, qualunque sia il mezzo. Film, riviste,<br />

libri, magazines, blogs ecc. Ultimamente abbiamo<br />

avuto alcuni bei progetti di stampa come Curator<br />

di Tassilo Hagger, Atagge / Planetaria Zine di Aaron<br />

Schwartz, il libro da coffee table Zabardast di Jerome<br />

Tanon, Torment Mag e tutto il First Layer e ora Triple<br />

di Vans. È molto stimolante!<br />

Quante copie di Club Sandwich verranno stampate?<br />

E saranno disponibili per la vendita? Se sì,<br />

dove? Abbiamo 500 scatole nere personalizzate con<br />

una patch disegnata da Will Smith + 5 zines all’interno<br />

(250 pagine tutte insieme con diversi stili di carta e<br />

rilegature) + 2 adesivi + 1 cartolina. Sarà venduto in<br />

alcuni negozi selezionati qua e là ma principalmente<br />

attraverso il nostro sito web www.clubsandwich.studio<br />

o la pagina Instagram @clubsandwich.studio per<br />

35€ spedizione inclusa.<br />

43°


«OooOoO»<br />

Skatepark at the Triennale.<br />

Il nome nasce da un gioco tra forme e lettere, lo skatepark<br />

creato dall’artista sudcoreana Koo Jeong diventa un opera alla<br />

triennale di Milano, lasciando tutti a bocca aperta.<br />

TEXT<br />

Denis Piccolo<br />

PHOTOS<br />

Davide De Martis<br />

LOCATION<br />

Triennale Milano<br />

Uno skatepark al coperto allestito ad hoc nella Galleria<br />

progettata da Gae Aulenti, al piano terra del museo.<br />

L’artista asiatica, Koo Jeong, da anni lavora sul<br />

tema del gioco e degli spazi pubblici e ha già creato<br />

altre opere simili a Liverpool, a San Paolo in Brasile e<br />

in Francia. Ma tutte all’aperto. Al contrario di questa<br />

che è un vero skatepark ma all’interno di un museo.<br />

S’intitola «OooOoO» perché riprende la forma di<br />

6 classiche ciotole “bowl” che è poi il nome classico<br />

di queste strutture nel mondo dello skateboard.<br />

«Ho giocato con le forme astratte, geometriche, come<br />

la sfera, cercando di gestire al meglio lo spazio previsto<br />

per questa installazione tenendo conto dei suoi<br />

limiti, come i muri e le colonne, senza dimenticare<br />

i requisiti di sicurezza che sono fondamentali», spiega<br />

Koo, che per realizzare l’opera si è avvalsa anche<br />

della collaborazione della comunità di skaters<br />

che popola Milano, sempre molto attiva e creativa.<br />

“La mia idea è far provare la sensazione di fare ska-<br />

te di notte, all’aperto, in mezzo alla natura - continua<br />

Koo - per questo ho chiesto a Koreless, musicista elettronico<br />

di Glasgow, di riprodurre attraverso il suono<br />

il senso di oscurità”. La colonna sonora è in crescendo<br />

e quando raggiunge il suo apice le luci si<br />

spengono: con il buio l’installazione, rivestita di<br />

una vernice fluorescente, si accende e si colora.<br />

Valeria Bertaccini, 26 anni, skater dice “L’idea è davvero<br />

originale, non esistono altri skatepark di questo<br />

tipo. Io vivo a Torino ma qui tornerò sicuramente perché<br />

in inverno è anche piacevole allenarsi al chiuso”. A parte<br />

la famosissima Bastard Bowl di via Slataper questo<br />

è l’unico skatepark al coperto aperto nella città.<br />

Lorenza Baroncelli sottolinea “Stiamo organizzando<br />

tanti eventi, sia diurni, per esempio la scuola in<br />

collaborazione con Bastard, per bambini, ragazzi, famiglie<br />

e scuole, sia serali, comunicati sul nostro sito”.<br />

Questa installazione aperta a tutti, pensata per un pubblico<br />

trasversale funge da richiamo per i tanti giovani<br />

Milanesi, e chi, magari, non frequenta abitualmente<br />

i musei o le istituzioni culturali. La Triennale sta già<br />

dialogando con il Comune perché alla fine dell’esposizione,<br />

il 16 febbraio 2020, la scultura possa trovare una<br />

nuova casa così da restare in pianta stabile a Milano.<br />

44°


45°


Suzy Greenberg 270.<br />

Scott Stevens ha sempre avuto<br />

un punto di vista particolare e<br />

diverso dal solito sullo snowboard,<br />

il suo riding super creativo<br />

dice tutto. Quindi, quando ha<br />

deciso di fare e pubblicare il<br />

suo progetto cinematografico,<br />

lo ha fatto alla sua maniera.<br />

Si parla molto di SuzyGreenberg270,<br />

abbiamo già visto i<br />

boots ThirtyTwo customizzati<br />

con quel logo ovale che ci riporta<br />

agli anni ‘90, ma nessun teaser<br />

ufficiale o comunicato stampa.<br />

TEXT<br />

Giulia Boccola<br />

PHOTOS<br />

Chris Grenier<br />

by E-stone<br />

L’unico modo per avere un’immagine più chiara era<br />

cercare # SuzyGreenberg270 per i contenuti taggati su<br />

IG o raggiungere Scott direttamente. Siamo Xennials,<br />

quindi abbiamo scelto la seconda via.<br />

Ciao Scott, perché nominare il tuo progetto cinematografico<br />

prendendo il nome da una canzone<br />

di Phish? E il numero 270? Allora, la scelta del<br />

nome arriva dal mio amico Joe Baldwin. È un grande<br />

fan di Phish. Mi ha suggerito SuzyGreenberg e io ho<br />

buttato lì 270, perché è un classico numero per i trick<br />

di snowboard. Ma onestamente Phish non mi è mai<br />

piaciuto e nemmeno ora mi interessa, ed è abbastanza<br />

divertente che sia andata comunque così.<br />

Questo progetto video è abbastanza segreto.<br />

Esistono già signature boots ThirtyTwo, ma<br />

nessun teaser in giro oltre al canale YouTube<br />

pieno di edits vecchi e nuovi. Cosa sta succedendo?<br />

Allora, diciamo che sono diventato un filmer per<br />

fare questo progetto. Più della metà delle riprese sono<br />

mie, cosa di cui sono abbastanza orgoglioso. Ero sempre<br />

molto preso, quindi ho solo provato a stuzzicare<br />

la gente con delle clip su IG, ma non ho mai avuto<br />

intenzione di fare un vero e proprio teaser. Tutti nel<br />

video hanno hashtaggato così tanto e mi è sembrato<br />

comunque un buon modo per far sapere alla gente<br />

che qualcosa bolliva in pentola mantenendo però un<br />

basso profilo.<br />

Il logo stesso ci ricorda alcuni disegni di vecchia<br />

scuola della metà degli anni novanta; ti mancano<br />

i bei vecchi tempi? Pensi che dovremmo fermarci<br />

tutti e tornare dove tutto era nuovo e più<br />

semplice? Sì, amo ancora gli anni 90 dello snowboard<br />

e sono super nostalgico. Ma non credo che dovremmo<br />

mai tornare indietro. Dobbiamo continuare<br />

a spingere, divertirci e progredire. Di recente ragazzi<br />

come Miles Fallon e Zeb Powell sono così incredibili<br />

e spingono ogni aspetto del riding. E mischiano delle<br />

mosse e l’atteggiamento degli anni 90 senza nemmeno<br />

aver vissuto veramente in quell’epoca. Quindi<br />

penso che sia sempre bello rendere omaggio alle leggende,<br />

ma continuiamo a fare del futuro! Il logo è un<br />

ovale tradizionale e in realtà l’ho preso in prestito da<br />

altre cose. Niente di incredibile, ma solo una ripresa<br />

delle vibes anni ’90.<br />

Dovremmo aspettarci un riding creativo a cui ci<br />

hai abituato di solito o sarà qualcosa di completamente<br />

diverso? Beh, mi sono fatto sicuramente<br />

molto male. Ho un sacco di pezzettini miei, ma sono<br />

per lo più orgoglioso delle cose che ho filmato io per<br />

gli altri!<br />

Sei sempre stato in prima linea nello snowboard,<br />

qual è la tua idea di futuro quando parli di<br />

esso? Continua a provare e riprovare, pensa sempre<br />

positivo e non fermarti mai! I love it! Lo snowboarding<br />

è tutto per me!<br />

Quando uscirà Suzygreenberg270 e dove? Penso<br />

il 20 dicembre !!! Non vedo l’ora che sia online.<br />

Probabilmente su Vimeo.<br />

46°


47°


Ten years of Jones.<br />

TEXT<br />

Matteo Rossato<br />

Nel 2020 Jones Snowboards compie 10 anni. Jeremy Jones<br />

ha aperto la sua azienda nel 2010, il punto più alto dell’era<br />

dello snowboard urbano / jibbing. A quel tempo solo<br />

una manciata di persone sapeva cosa fosse lo splitboard<br />

e la maggior parte degli splitboard disponibili erano fatti<br />

in casa grazie ai kit da split e a delle seghe circolari.<br />

Jeremy non si è mai arreso di fronte alle grandi sfide e<br />

coraggiosamente ha seguito la sua strada. Ora, dieci anni<br />

dopo, il suo impegno e il suo duro lavoro lo hanno ampiamente<br />

ripagato. Jones è ampiamente considerata una<br />

delle aziende di snowboard più lungimiranti e rispettate<br />

al mondo in quanto continua a vincere product awards<br />

ovunque vada e si è già assicurata una fetta in rapida crescita<br />

del mercato dello snowboard.<br />

Quando le aziende stavano cercando di offrire la più<br />

ampia gamma e sperimentando tutte le ultime tendenze<br />

sul camber, Jones si è concentrato sulle attrezzature da<br />

backcountry e ha continuato a lavorare anno dopo anno<br />

per costruire le migliori tavole da freeride del settore. Jones<br />

si è anche impegnato a produrre prodotti sostenibili<br />

sin dall’inizio, poiché ogni modello al debutto nella loro<br />

linea di tavole presentava sidewalls e lamine riciclati e la<br />

Flagship presentava un topsheet in legno impiallacciato.<br />

“Ho aperto Jones Snowboards per sviluppare le tavole all-mountain con le<br />

massime prestazioni possibili sul mercato: tavole da freeride che riflettono<br />

tutto ciò che ho imparato sia sulla neve che in fabbrica. Ogni snowboard<br />

che produciamo nasce dalla mia passione, e i nostri progetti rispecchiano le<br />

esigenze prestazionali del mio riding abbinate alle esigenze ambientali dettate<br />

dalla mia coscienza. Jones Snowboards è un’evoluzione naturale per me. Lo<br />

snowboard non è il mio lavoro, è la mia vita”<br />

Jeremy si è anche assicurato che la sua prima linea di<br />

tavole stabilisse lo standard secondo il quale ogni tavola<br />

che produceva era progettata per uno stile di riding<br />

specifico. La linea del 2010 presentava quattro modelli,<br />

Flagship, Mountain Twin, Hovercraft e Solution, e insieme<br />

coprivano l’intero spettro del backcountry riding.<br />

Durante i primi anni di Jones, Jeremy aveva anche<br />

condiviso la sua visione del futuro dell’esplorazione<br />

backcountry nella leggendaria serie di video Teton Gravity<br />

Research: Deeper, Further, Higher. I video mostravaon<br />

un nuovo capitolo della carriera professionale di<br />

Jeremy mentre abbandonava l’uso di elicotteri e motoslitte<br />

per accedere alle montagne e abbracciava l’ascesa<br />

più “umana” e non dipendente dalle macchine. Non c’è<br />

dubbio che i suoi video e quella stessa ispirazione abbiano<br />

alimentato il fuoco della rivoluzione splitboard.<br />

Nel 2013 Jones Snowboards ha fatto debuttare la sua prima<br />

linea di tavole femminili e la famosa serie Carbon.<br />

La collezione femminile era composta da tre tavole che<br />

riflettevano la stessa costruzione ad alte prestazioni dei<br />

modelli degli uomini, ma su misura per le donne, più<br />

piccole e più leggere. La serie Carbon era rivolta a rider<br />

esperti che richiedevano prestazioni più elevate in un<br />

pacchetto più leggero. Il 2013 segna anche l’ultimo anno<br />

di Jeremy per le riprese della serie Deeper, Further, Higher.<br />

Come gran finale della serie, Jeremy e Luca Pandolfi<br />

- rider italiano delle tavole Jones ed esperto alpinista<br />

- intraprendono una spedizione molto impegnativa in<br />

Nepal. Dopo una dura battaglia combattuta con i ghiacciai<br />

e le montagne, Jeremy raida un’incredibile muro di<br />

spine ad alta quota che chiama Shangri-la. L’avventura di<br />

Jeremy e Luca in Nepal è descritta nel film Higher.<br />

- Jeremy Jones<br />

48°


“Sai che vai in questa valle ed entri<br />

attraverso queste porte dove è scritto ‘Sei il benvenuto<br />

in questa valle, ti preghiamo<br />

di astenerti dall’uccidere vite altrui, astenersi dalla<br />

rabbia, astenersi dall’offendere gli altri’ e queste<br />

cose che ti mettono di buon umore. Ti prepari<br />

quando entri. È molto spirituale.<br />

È molto intenso. Penso di aver trovato la mia<br />

Shangri-La lì in quel posto. Tutti hanno<br />

bisogno di trovare la loro pace interiore<br />

perché, sai, se riesci a trovarla dentro puoi portarla<br />

fuori. Ti senti tranquillo lì. È un posto fantastico.<br />

Ci dovreste andare.”<br />

- Luca Pandolfi<br />

La carriera di Jeremy ha avuto i suoi alti e bassi. Uno dei<br />

suoi momenti più difficili è stato quando il rappresentante<br />

e amico di Jones, Joe Timlin, è morto in uno degli<br />

incidenti mortali più gravi nella storia del Colorado. La<br />

tragedia è avvenuta la notte prima che Jeremy iniziasse a<br />

girare per Higher sulla catena montuosa dell’Alaska. L’obiettivo<br />

era una discesa di una delle linee più impegnative<br />

che avesse mai tentato di scalare e raidare in Alaska<br />

- una linea mostruosa assurdamente ripida e lunga 1100<br />

metri su una cima senza nome, senza scalata, senza mai<br />

essere stata raidata prima di allora. Jeremy era ancora<br />

scioccato dalla perdita del suo amico e, per peggiorare<br />

le cose, quando raggiunsero il loro campo base, delle<br />

catastrofiche valanghe di classe 5 iniziarono a scendere<br />

intorno a loro. Ma Jeremy non si arrese, e portando Joe<br />

nei suoi pensieri, riuscì a salire con successo fino alla<br />

vetta al suo secondo tentativo e scese dalla vetta fino al<br />

campo base. Chiamò il monte Mt Timlin, in onore del<br />

suo amico caduto.<br />

“8 ore dopo, faccio gli ultimi passi verso il vertice. L’accampamento<br />

è 3600 piedi più in giù, droppo per la linea più gigante<br />

della mia vita. Il rush per la run mi trasporta in un altro mondo.<br />

Le grida incontrollabili di gioia svaniscono mentre faccio<br />

gli ultimi passi per tornare al campo. Il ricordo di Joe mi riempie<br />

ancora la testa. La sua passione per lo snowboard lo ha<br />

accompagnato per tutta la vita e il suo cuore era più grande di<br />

qualsiasi montagna che io abbia mai raidato.” - Jeremy Jones.<br />

derer, che ha condotto una spedizione nel febbraio 2015<br />

sulle Alpi albanesi nell’Europa sud-orientale. Mitch e la<br />

sua crew hanno trascorso tre settimane a esplorare la remota<br />

catena montuosa della penisola balcanica, dando<br />

vita al documentario “When The Mountains Were Wild”<br />

di Whiteroom Productions.<br />

Nel 2015 Jones ha annunciato una partnership di design<br />

con Chris Christenson, uno shaper di livello mondiale.<br />

Mountain Surfer e Storm Chaser sono i primi risultati di<br />

questa importante collaborazione e sono pensati per offrire<br />

una surfata più facile ispirata proprio al surf.<br />

Nel 2017 Jones ha introdotto per la prima volta le basi 3D<br />

Contour. Le basi 3D presentavano punti di contatto rialzati<br />

con un morbido raggio “spoon” che aiuta la tavola a<br />

mantenere la velocità e migliorare la surfata.<br />

Nel 2019, le tavole Jones hanno incrementato enormemente<br />

la loro sostenibilità passando dalla resina epossidica<br />

alla bio-resina Super Sap prodotta da Entropy Resins.<br />

Tutte le tavole Jones ora sono costruite con resina<br />

epossidica rinnovabile a base biologica certificata USDA,<br />

realizzata con carbonio a base vegetale anziché a base di<br />

petrolio. Nel 2019 Jones è anche passata a tutti i core di legno<br />

certificati FSC, aumentando ulteriormente l’impegno<br />

nella produzione sostenibile di snowboard. Dai materiali<br />

sostenibili che Jeremy sceglie di utilizzare nelle sue tavole<br />

ai molti incredibili video che ha realizzato, è chiaro che<br />

Jeremy apprezza l’esperienza umana e motiva le persone<br />

a proteggere l’ambiente tanto quanto apprezza l’innovazione<br />

tecnologica. Con una paziente attenzione alla realizzazione<br />

delle migliori tavole da freeride e il supporto<br />

diretto alle cause ambientali, i prodotti e il messaggio del<br />

marchio che Jones ha portato avanti in questi primi dieci<br />

anni sono stati molto influenti sull’intero settore dello<br />

snowboard. Ecco perché per molti osservatori Jones non<br />

è solo un marchio, ma un leader di un movimento che<br />

spingono il settore in una nuova entusiasmante direzione<br />

incentrata tanto sulla sostenibilità del prodotto quanto<br />

sulle prestazioni del prodotto.<br />

Nel maggio del 2014 Jeremy Jones e la sua famiglia hanno<br />

viaggiato in Costa Rica e si sono offerti volontari per<br />

Community Carbon Trees, l’associazione di riforestazione<br />

della foresta pluviale senza scopo di lucro. Questa<br />

esperienza di aiuto per la riforestazione ha ispirato Jones<br />

a iniziare a sostenere la CCT, un modo per aiutare<br />

a combattere i cambiamenti climatici. Jones è anche un<br />

orgoglioso sostenitore di Protect our Winters, l’organizzazione<br />

no profit contro i cambiamenti climatici che ha<br />

fondato nel 2009 e membro dell’1% di For The Planet. Nel<br />

2014 Jones ha anche lanciato un programma chiamato<br />

“Jones Adventure Grant” che ha offerto alla loro famiglia<br />

di rider e ambassadors del team l’opportunità di ottenere<br />

finanziamenti per una spedizione pionieristica di snowboard<br />

in backcountry. Il vincitore del Jones Adventure<br />

Grant 2015 è stato il veterano del team rider Mitch Toel-<br />

49°


On the<br />

Lookout.<br />

TEXT<br />

Denis Piccolo<br />

Davide<br />

Boggio<br />

“Valsesia è un posto<br />

con uno dei migliori terreni<br />

per percorrere giri in<br />

powder e fare side hits, e mi<br />

è stato utile per accrescere<br />

la mia creatività e godere<br />

ogni piccolo spot che la<br />

montagna può offrire!”<br />

Info: Mi chiamo Davide Boggio, nato il 26/02/1999,<br />

giro in tavola e mi godo la vita, ho 20 anni, sono supportato<br />

da Nitro Snowboard, Dirty Gloves, Giro.<br />

Ultimo pasto: Polenta, salsicce e funghi porcini.<br />

Miglior luogo dove shreddare: Sono cresciuto in<br />

questo piccolo resort chiamato Alpe Di Mera, situato<br />

in Valsesia. Questo è un posto con uno dei migliori<br />

terreni per percorrere giri in powder e fare side hits,<br />

e mi è stato utile per accrescere la mia creatività e<br />

godere ogni piccolo spot che la montagna può offrire!<br />

Ripper più sottovalutato: Dico Max De Vries: è<br />

molto tecnico sui rail ed è impressionante quanti trick<br />

possa chiudere.<br />

Prossimo grande trend dello snowboard: Lo<br />

snowboard sta evolvendo tantissimo in questo momento<br />

ed è fighissimo guardarsi intorno per vedere<br />

il nuovo modo in cui gli snowboarder fanno cose<br />

fantastiche godendosi la loro tavola! È pazzesco vedere<br />

tutti i video che buttano fuori le crew di tutto<br />

il mondo, perché ognuna di esse racconta una storia<br />

di amici che gira in tavola nei posti più fighi,<br />

che siano città o paesaggi, cercando qualcosa di<br />

bello da raidare o disegnare un linea in fresca in<br />

backcountry.<br />

Devi una birra a: Nitro snowboard per credere nella<br />

comunità dello snowboard, RustyToothbrush e tutti i<br />

ragazzi che ne prendono parte.<br />

Cosa non manca nel tuo shred kit: gli amici con<br />

cui condividere i momenti.<br />

Prossimamente: Quest’anno tornerò a fare qualche<br />

altro contest, filmerò con RustyToothbrush per<br />

il nuovo progetto video e farò alcuni eventi in giro<br />

per l’Europa.<br />

50°


Info: Mi chiamo Dusan Kriz e ho 24 anni. Vengo dalla<br />

Repubblica Ceca e attualmente vivo a Praga, ma negli<br />

ultimi 10 anni sono cresciuto tra le montagne più<br />

grandi della Repubblica Ceca chiamate Giant Mountains.<br />

Quando non sono in tavola lavoro come mental<br />

coach o personal coach, sostanzialmente aiuto le persone<br />

a raggiungere i propri obiettivi e sogni… almeno<br />

spero ahah.<br />

Ultimo pasto: toast con formaggio, ma l’ultimo pasto<br />

che ho effettivamente cucinato era probabilmente<br />

una classica pasta con pomodori / aglio / cipolla / salsa<br />

al basilico.<br />

Miglior luogo dove shreddare: Non è facile, ma il<br />

terreno migliore per me è sicuramente ovunque in<br />

Francia o Svizzera. Adoro tutti i tipi di montagne, ma<br />

se parliamo di backcountry, quelli sono i miei preferiti!<br />

Le persone con cui vado in tavola molto più spesso<br />

sono quelle della family di Rusty Toothbrush: Alex<br />

Stewart, Jake Simpson, Joe Simpson, Davide Boggio, JJ<br />

Rayward, Tyler Charlton e oltre alla crew Rusty ci sono<br />

Mans Hedberg, Zenja Potapov, Ondra e Dan Porkerts.<br />

In realtà mi piace girare un po’ con tutti per dirla tutta.<br />

Ripper più sottovalutato: Vorrei iniziare con Joe e<br />

Jake Simpsons. Ho trascorso tutto lo scorso inverno<br />

con loro e l’energia che stanno mettendo nello snowboard<br />

è molto stimolante! Poi direi JJ Rayward. Il kid<br />

neozelandese ha uno stile e un atteggiamento pazzeschi,<br />

ed è anche uno di quelli che mi stimola maggiormente.<br />

Poi dico Zenja Potapov. È russo, cresciuto in<br />

Finlandia e vive in Svezia.<br />

Prossimo grande trend dello snowboard: Difficile<br />

dire cosa potrebbe piacere alla gente in futuro, ma il<br />

mio punto di vista è che la tendenza ora sia esplorare<br />

nuovi luoghi e regioni come la Russia, la Georgia, l’Albania<br />

ecc... Il paesaggio laggiù è ancora inesplorato e<br />

ha molto da offrire. Se parliamo di tricks, penso che<br />

andrà in due direzioni. Uno è un modo tecnico come<br />

quad 1620, pretzels 4 ecc. E l’altro andrà più alle basi<br />

come stile e creatività. Questo è un po’ organizzato dai<br />

Giochi Olimpici. Tutti vogliono vincere, e vincere PER<br />

LO PIÙ significa spin to win.<br />

Devi una birra a: La dovrò sempre ai miei genitori<br />

che mi hanno permesso di fare ciò che amo di più,<br />

dopodichè ai miei sponsor come Horsefeathers, Northwave,<br />

Drake, Appertiff, e anche senza Alex Steward<br />

e Rusty Toothbrush non saremmo qui a fare questa<br />

intervista. Ci sono così tante persone e marchi a cui<br />

sarò sempre grato, perché mi aiutano a vivere questo<br />

tipo di vita in cui sono davvero felice!<br />

Cosa non manca nel tuo shred kit: È bello avere uno<br />

snowboard per qualsiasi session haha, sto scherzando.<br />

Direi probabilmente uno spuntino adeguato, un po’<br />

di extra gear se si rompe qualcosa, un buon piano su<br />

cosa faremo in quello spot e un po’ di erbette come<br />

ricompensa dopo la sessione, ma shhh!<br />

Prossimamente: Quest’anno gireremo un progetto<br />

davvero interessante con Northwave e Drake negli<br />

Stati Uniti e non vedo davvero l’ora di realizzarlo,<br />

e voglio concentrarmi sempre di più sul BC e sulle<br />

grandi montagne, perché tutto ciò is the shit for me.<br />

Dusan<br />

Zriz<br />

“Quando non sono in<br />

tavola lavoro come mental<br />

coach o personal coach,<br />

sostanzialmente aiuto<br />

le persone a raggiungere<br />

i propri obiettivi e sogni…<br />

almeno spero ahah.<br />

51°


PHOTO<br />

Silvano Zeiter<br />

Leo<br />

Eigensatz<br />

“Ripper più sottovalutato:<br />

Chiunque si diverta con<br />

una bella session senza<br />

sentire l’impulso di<br />

pubblicare immediatamente<br />

tutto sui social media..”<br />

Info: Leo Eigensatz, 6.3.1994, lavoro presso l’azienda<br />

di mio zio che costruisce case e altre cose, e poi in<br />

inverno vado principalmente in tavola.<br />

Ultimo pasto: Amico, vorrei poter dire qualcosa di<br />

figo come la pizza o altro, ma è ancora un po’ presto<br />

quindi ho appena preso un caffè e un frullato finora.<br />

Miglior luogo dove shreddare: Probabilmente è la<br />

risposta più cliché, ma dimmi qualcosa di meglio della<br />

fresca con gli amici.<br />

Ripper più sottovalutato: Chiunque si diverta con<br />

una bella session senza sentire l’impulso di pubblicare<br />

immediatamente tutto sui social media.<br />

Prossimo grande trend dello snowboard: Non lo<br />

so... probabilmente vlog di realtà virtuale o Instagram<br />

stories o qualche merda come questa roba qui haha!<br />

Devi una birra a: Ho dimenticato a chi devo una birra,<br />

ma sicuramente ricordo chi me ne deve una!<br />

Cosa non manca nel tuo shred kit: Se non dimentico<br />

boots, tavola, guanti e maschera al mattino - è già<br />

una buona giornata.<br />

Prossimamente: Il mio piede è ancora un po’ dolorante<br />

per l’infortunio dell’ultima stagione, ma immagino<br />

che non appena mi sento meglio torno in tavola<br />

e spero di poter portare a casa anche alcune clip…<br />

52°


Info: Nicholas Bridgman, nato a Jesolo, Venezia, il 24<br />

agosto 1993. In Italia e a Thredbo sono istruttore di<br />

snowboard, e raido su tavole Funky e Airblaster. Ogni<br />

tanto aiuto mio padre nel suo centro di sport acquatici<br />

insegnando windsurf, kite surf, surf, sup e wakeboard.<br />

Ultimo pasto: Appena arrivato dall’Australia, mi<br />

sono mangiato un piatto di spaghetti con telline e bottarga!<br />

Il cibo italiano è il migliore!<br />

Miglior luogo dove shreddare: Mi piace cambiare<br />

spesso terrain, raidare con gli amici è la cosa migliore<br />

ma mi piace anche farlo da solo, con qualsiasi condizione<br />

atmosferica.<br />

Ripper più sottovalutato: Ce ne sono molti, non è<br />

semplice farsi notare.<br />

Prossimo grande trend dello snowboard: Dal<br />

mio punto di vista lo snowboard è un’espressione<br />

di libertà ed è quindi più compatibile con il freeride<br />

ed il backcountry piuttosto che con le competizioni<br />

all’interno di un rigido insieme di regole. Direi le split<br />

board, perché stanno aprendo un mondo completamente<br />

nuovo.<br />

Devi una birra a: Ai miei sponsor Funky the Garden<br />

crew, Roby Bragotto, Scotty Stephenson, Marc Grossgasteiger,<br />

Simon Gruber, Marco Concin, ai i miei genitori<br />

e sicuramente a molte altre persone che in qualche<br />

modo mi hanno aiutato durante il mio percorso.<br />

Cosa non manca nel tuo shred kit: Té, snacks, frutta,<br />

videocamera, Arva, pala, lenti di ricambio per la<br />

mia maschera e dei guanti in più.<br />

Prossimamente: Viaggiare e continuare a insegnare,<br />

esplorare altri paesi, girare video e amare la vita!<br />

Nicholas<br />

Bridgman<br />

“ Mi piace cambiare<br />

spesso terrain, raidare<br />

con gli amici è la cosa<br />

migliore ma mi piace anche<br />

farlo da solo, con qualsiasi<br />

condizione atmosferica.”<br />

PHOTO<br />

Roberto Bragotto<br />

53°


Halldor Helgason.<br />

Halldor is a living legend.<br />

His smooth, effortless and<br />

always evolving style has risen<br />

the bar of riding and he’s<br />

a never-ending inspiration<br />

source for so many riders around<br />

the world. He’s also the most<br />

down to earth and easy dude you<br />

could ever talk with. I feel<br />

he doesn’t even recognize his<br />

icon status and his love for<br />

snowboarding always came first.<br />

ITW<br />

Matteo Rossato<br />

PHOTOS<br />

Theodore Muse<br />

La sua scelta di costruire le proprie aziende e lavorare<br />

con vere aziende di snowboard la dice lunga. Dopo<br />

l’intervista che abbiamo pubblicato un paio di stagioni<br />

fa, sono successe molte cose, quindi è tempo di tornare<br />

nel mondo di Halldor.<br />

Ciao Halldor, come hai passato l’estate? Yo,<br />

sono stato a Reykjavik / Islanda. Skate, surf, relax con<br />

la famiglia e gli amici per far tornare in forma per la<br />

stagione il mio corpo, la testa e le palle.<br />

Un breve commento sul tuo amico Frank Bourg<br />

che ha vinto la terza medaglia d’oro agli X-Games.<br />

Non ci sono parole per descrivere quanto Frank<br />

sia badass, si ammazza per fare snowboard e fa ciò che<br />

fa solo perché lo adora così tanto. Ho massimo rispetto<br />

per lui e complimenti ancora una volta. Frankster!<br />

Parliamo ancora di Frank e del canadese del<br />

Quebec in generale; sei andato a fare un trip,<br />

quindi immagino tu sappia cosa intendo: perché<br />

i canadesi francesi sono così al di sopra della<br />

media quando si tratta di street riding? Sei per<br />

caso anche tu del Quebec? Ho iniziato la mia stagione<br />

con Frank in Quebec ed è stato un viaggio fantastico,<br />

è stato divertentissimo stare in giro con quei<br />

ragazzi e, sì, sono su un altro livello quando si tratta<br />

di andare in street. Frank mi ha mostrato alcuni degli<br />

spot che avevano fatto prima e alcuni dei spot che<br />

voleva fare per il suo pezzo di Real Snow e quando<br />

vedi questi spot nella vita reale ti rendi conto di quanto<br />

è completamente pazzo lui per davvero ahah. Ho<br />

sempre ammirato i ragazzi della Brothers Factory, ero<br />

super motivato di andare in un trip con loro e spero di<br />

farne un po’ di più la prossima stagione.<br />

La stagione passata non è stata proprio perfetta<br />

per te, giusto? Avevi appena iniziato a<br />

filmare per un progetto e poi ti sei infortunato.<br />

Cos’è successo? Sì, quello era il piano ma a causa di<br />

infortuni e non ero a posto mentalmente, così ho deciso<br />

di lasciar perdere tutto e farmi una stagione off e<br />

riprendermi completamente, sia per quanto riguarda<br />

il mio corpo che per il mio stato mentale. Purtroppo<br />

è quello che dovevo fare, ma alla fine abbiamo fatto<br />

diventare il mio progetto in un video del team Lobster<br />

che si è rivelato proprio figo. Volevo solo fare qualcosa<br />

di nuovo e quello è proprio quel qualcosa che volevo<br />

fare da un po’, ma il timing per me non era giusto<br />

in questa stagione, sfortunatamente, mi sono bruciato<br />

completamente a causa di molte cose, ma mi sento un<br />

molto meglio ora e sono tornato.<br />

Tre cose che devi assolutamente fare prima di<br />

abbandonare la tua carriera di snowboarder<br />

professionista. 1- Andare in Alaska, una parte di me<br />

lo vuole davvero, ma un’altra parte di me ne è davvero<br />

impaurita, devo almeno prendermi in faccia una<br />

bella valanga prima di andare. 2- Andare a Baldface!<br />

Forse è proprio lì che farò training per le valanghe? 3-<br />

Probabilmente sembro un coglione, ma vincere come<br />

rider dell’anno sarebbe un sogno bello pesante che<br />

diventa però realtà. Ma non mi concentrerei mai su<br />

quello, se ciò dovesse accadere dev’essere solo perché<br />

stavo facendo una bella stagione divertente e quello<br />

sarebbe il bonus.<br />

54°


Immagino che tu abbia avuto molte offerte<br />

da grandi sponsor una volta che hai lasciato<br />

lo Swoosh della Nike, ma in qualche modo hai<br />

sempre preferito costruire i tuoi marchi o restare<br />

fedele ai marchi di snowboard quelli core. L’ultimo<br />

è 32: potresti dirci qualcosa in più? Da bambino<br />

ho sempre comprato i boots di Thirtytwo, così<br />

dopo aver smesso di girare per DC e Nike ho provato<br />

alcuni diversi marchi di boots e nessuno di essi andavano<br />

bene per la mia caviglia dopo che me la sono<br />

rotta. Dopo invece ho provato Thirtytwo di nuovo e<br />

la mia caviglia stava da dio. Ho girato con boots Thirtytwo<br />

in realtà da 3 anni senza essere nel loro team,<br />

quindi dopo un po’ mi hanno chiamato e ora sono effettivamente<br />

nella loro crew bella badass e non potrei<br />

essere più pompato.<br />

Parliamo del tuo pro-model TM TWO XLT.<br />

Perché ti sei diretto su questo modello? E cose<br />

che ci puoi rivelare già per la prossima stagione?<br />

Altri pro-model tuoi in rampa di lancio? Mi<br />

sono buttato sui TM TWO XLT perché sono quelli che<br />

funzionavano meglio dopo che mi sono rotto la caviglia:<br />

è bello e rigido e dura molto a lungo, di solito<br />

giro in tavola per tutta la stagione con solo un paio<br />

di boots.<br />

Come ci si sente a far parte della stessa squadra<br />

insieme a gente come Nico Müller, Jeremy Jones<br />

e Chris Bradshaw? Sarà il prossimo All Star<br />

Team? È un d’onore per me, sono super entusiasta di<br />

far parte del loro team e non vedo l’ora di fare snowboard<br />

e conoscere meglio tutto il team.<br />

E la tua nuova linea Atrip? È totalmente diversa<br />

se paragonato alla roba in stile skate che hai<br />

fatto prima. Questa è la parte divertente di avere<br />

i tuoi marchi, puoi fare tutto ciò che vuoi quando<br />

vuoi, ahah. Erano alcuni anni che indossavo dell’abbigliamento<br />

dai toni tranquilli, e volevo cambiare<br />

un po’ questa cosa e il motivo per cui sono andato<br />

più verso un look anni ‘90 è perché ho tratto gran<br />

parte della mia ispirazione per lo snowboard che<br />

ha messo insieme tutti i vecchi video di snowboard<br />

classici, sono così liberi, tweakkano l’impossibile,<br />

mischiano grab random e hanno lo stile di abbigliamento<br />

più steezy possibile. Uno dei miei video<br />

preferiti della vecchia scuola è Snowboarder in Exile,<br />

se non l’avete mai visto, dovreste assolutamente<br />

darne un’occhiata!<br />

Di recente sei finito in uno spettacolo televisivo<br />

islandese. Puoi dirci qualcosa in più sull’esperienza?<br />

È passato un po’ di tempo da quando ho<br />

fatto qualcosa per la scena in Islanda, dopo che ho<br />

smesso di far gare i media non hanno più seguito<br />

niente di snowboard ed è abbastanza difficile per<br />

qualcuno che non fa snowboard capire come funziona<br />

la parte delle riprese per un video di snowboard.<br />

Ho avuto l’opportunità di mostrare davvero<br />

quel lato dello snowboard nello show televisivo, il<br />

che ha significato molto per me e le reazioni sono<br />

state fantastiche sin da quando lo show televisivo è<br />

andato in onda.<br />

Ultima domanda su Lobster: per la prima volta<br />

nel 2020 farete la prima tavola di Lobster senza<br />

3BT. Lobster sta iniziando a prendere una sua<br />

strada - parlando solo di tecnologia? Questo è<br />

l’obiettivo, vogliamo che la differenza tra Lobster e<br />

Bataleon sia più chiara, quindi rimanete sintonizzati e<br />

vedrete cosa succede.<br />

55°


Gigi Rüf is back<br />

for slashing more.<br />

Gigi Ruf è un uomo multi-talentato. Il primo talento che possiede,<br />

quello più ovvio, è la quantità pazzesca di abilità quando si allaccia ai piedi<br />

una tavola. Lo soluzioni che sceglie quando raida sono assolutamente uniche e<br />

pochi rider in tutto il mondo possono rivendicare il suo livello di creatività e visione.<br />

Ma è anche un imprenditore e la sua creatura Slash By Gigi ne è la chiara<br />

dimostrazione. Nel 2019 ha ripreso il pieno controllo del suo marchio<br />

e lo abbiamo immediatamente chiamato per sapere quali sono i suoi piani.<br />

ITW<br />

Matteo Rossato<br />

PHOTOS<br />

Blotto<br />

Ehi Gigi, dove sei e cosa stai facendo in questo<br />

momento? Sto testando nuove tavole e il prodotto<br />

del mio sponsor, girando in resort che hanno ricevuto<br />

una buona quantità di neve all’inizio della stagione.<br />

Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 è stato un<br />

periodo molto interessante per te: hai ripreso il<br />

pieno controllo del tuo marchio Slash, hai firmato<br />

con 686 e Mons Royale. Cosa succede quasi<br />

un anno dopo? Potrei elencare tutti i miei sponsor, i<br />

marchi che supportano ciò che sto facendo attivamente<br />

in questo sport e sono ben integrato sul lato R&D<br />

delle cose. Ciò che rende il pacchetto completo al 100%<br />

è la mia società Slash Snowboard che sto gestendo.<br />

Voci dicono che stai lavorando a un progetto<br />

cinematografico di due anni con la tua crew originale<br />

dei Pirates. C’è qualcosa che ci puoi rivelare<br />

in questo momento? Pirate Movie Production<br />

si è evoluta in un pioniere nella moderna produzione<br />

di video di sport d’azione producendo il primo film di<br />

snowboard in 4k “Perceptions” o portando a casa diversi<br />

premi per “STRONGER.” Abbiamo già terminato<br />

il primo anno su due di questo progetto - ho riunito<br />

John Jackson, Victor Daviet e Manuel Diaz nei migliori<br />

spot dall’Europa all’estremo oriente. Per la stagione<br />

imminente gireranno di più qui in Europa ma abbiamo<br />

anche in programma un viaggio in Nord America.<br />

Tutte le locations che ogni snowboarder sogna, che si<br />

fondono in un’esperienza visiva eccezionale in altissima<br />

definizione.<br />

Negli ultimi due anni hai anche fatto alcune<br />

gare del Freeride World Tour; continui con quello<br />

o hai qualche progetto per questa stagione?<br />

È difficile fare tutto in effetti, quindi mi concentrerò<br />

solo sulle tappe europee del Freeride World Tour.<br />

Torniamo per un minuto su Slash: cosa è successo<br />

negli ultimi anni e cosa ti ha portato a<br />

riprenderne il pieno controllo? Nel 2016 parlando<br />

con Henry Nidecker della nostra posizione aziendale<br />

mi disse che Slash non era redditizio per il Gruppo<br />

Nidecker. Abbiamo concordato che mi avrebbe trasferito<br />

l’attività a novembre 2016 completa di stampi, forme,<br />

disegni e i marchi di snowboard relativi al brand<br />

Slash. Allo stesso tempo stavo considerando un ruolo<br />

di sviluppatore come rider con Capita Mothership ma<br />

alla fine non è stato portato a termine perché non volevo<br />

lasciare Slash. Ora va tutto bene e ho il pieno<br />

controllo di Slash con la mia rete di distribuzione in<br />

15 Paesi.<br />

Questa potrebbe essere una domanda stupida,<br />

ma scommetto che molte persone ce l’hanno in<br />

testa: perché ci sono dei morsi sui nose di una<br />

buona parte delle tue tavole? Haha, lo shape identificativo<br />

di Slash ha due ragioni. Una che ho provato<br />

un approccio minimalista per modellare le tavole<br />

quando ho iniziato nel 2012 e in secondo luogo il più<br />

funzionale è lo stand “kick” che fornisce: le tavole non<br />

possono cadere come quelle tavole rotonde.<br />

56°


57°


“Fin dall’inizio di Slash ho sempre avuto il controllo completo di<br />

tutto ciò che riguardava il design, il marketing, la strategia globale<br />

e l’immagine del marchio di Slash di Gigi. Quasi tutto c’era e<br />

funzionava già prima, tranne per il fatto che spedisco alcune<br />

tavole richieste da singoli clienti durante l’anno.”<br />

Ora che hai il pieno controllo di Slash, fai tutto<br />

da solo? Com’è il tuo programma giornaliero<br />

quando lavori su Slash? Ad esempio quando si<br />

progettano nuove tavole o quando è il momento<br />

di imballare e consegnare… Fin dall’inizio di Slash<br />

ho sempre avuto il controllo completo di tutto ciò<br />

che riguardava il design, il marketing, la strategia globale<br />

e l’immagine del marchio di Slash di Gigi. Quasi<br />

tutto c’era e funzionava già prima, tranne per il fatto<br />

che spedisco alcune tavole richieste da singoli clienti<br />

durante l’anno. La maggior parte del lavoro viene<br />

fatta durante l’estate curando i negozi per l’inverno e<br />

comunicando con i miei distributori qualsiasi nuovo<br />

sviluppo a cui sto lavorando.<br />

Devo dire che questa l’ho rubata letteralmente<br />

da un’intervista che hai fatto l’anno scorso, ma<br />

la citazione era così figa che ho dovuto: “Nulla<br />

sostituirà quella sana dose di anarchia che assicura<br />

lo stare trasversalmente”. Puoi spiegarmi il<br />

significato di una così forte affermazione? Beh,<br />

forse è fuori dal contesto qui, ma una resort si chiama<br />

ancora una “stazione sciistica” e probabilmente<br />

vogliamo solo prendere il nostro posto in un settore,<br />

appunto, sciistico. Ma di per sé la cultura della tavola<br />

si lega più a uno stile di vita artistico che a uno sport<br />

competitivo.<br />

Gigi, dove sta andando lo snowboard? Ovunque<br />

tu voglia che vada e puoi farne tutto quello che vuoi.<br />

Usa la montagna per raidare e giocare.<br />

Cosa nasconde il 2020 per Gigi? Vivo il momento<br />

e faccio quello che mi fa stare bene, e come ho detto<br />

c’è il film, le competizioni e la mia società Slash<br />

Snowboards.<br />

58°


59°


Petranboard.<br />

TEXT<br />

Achille Mauri<br />

PHOTOS<br />

Elena Gogna<br />

Achille Mauri<br />

LOCATION<br />

Petran, Turkey<br />

60°


61°


62°


La semplicità dell’oggetto<br />

era fenomenale: un asse di legno<br />

con due stopper per i piedi posti<br />

perpendicolarmente alla<br />

direzione della tavola, senza<br />

nessun tipo di sciancratura o<br />

lamine per la conduzione.<br />

Il tutto veniva gestito da una<br />

cordicella con un manico in<br />

legno all’estremità anteriore<br />

che tenuto in mano durante<br />

la discesa deformava il legno<br />

evitando infossamento: geniale.<br />

Avevamo lasciato la rumorosa capitale turca da<br />

ormai una settimana. Con Istanbul lontana, il<br />

dissolversi delle esigenze cittadine cominciava a sfumare.<br />

Stavamo bene, i nostri ritmi erano regolari e<br />

dettati dal re sole d’inverno. Io ed Elena, la mia compagna,<br />

eravamo alla ricerca di avventure locali.<br />

Ricordo bene il momento dove abbiamo deciso di<br />

andare a Petran. Stavamo guidando paralleli al grigio<br />

mar Nero il nostro furgone t4 California, portato<br />

mesi prima da Milano e depositato a Istanbul durante<br />

tutta l’esperienza lavorativa di Elena, con l’ennesimo<br />

chai abbinato al rifornimento di gasolio e il metodico<br />

scrocco di wi-fi quando abbiamo letto questa notizia:<br />

“The people of Petran, Turkey, have been snowboarding<br />

for roughly 300 years…”<br />

Ricordavo un video che vidi tempo fa sul canale Vimeo<br />

di Patagonia che raccontava l’incredibile storia<br />

di contadini Turchi che approcciavano il mondo del<br />

“discesismo” sulla neve con un singolare attrezzo in<br />

legno per ottimizzare la discesa una volta portato il<br />

gregge a far pascolare.<br />

Subito il mio entusiasmo riguardo questa notizia fu<br />

eclatante, e cominciai a capire assieme a Elena quanto<br />

fosse di strada questa irrinunciabile mecca dello<br />

snowboard. Lei, diligente e accurata nella scelta degli<br />

itinerari - capacità ereditata dal padre - pianificò il<br />

nostro arrivo nel giro di 3 giorni. Così partimmo da<br />

quella anonima gas station con un obiettivo: andare<br />

a Petran a scoprire il petranboard.<br />

Il furgone, per quanto “funky” e sportivo nell’aspetto<br />

aveva delle limitazioni sui percorsi di montagna,<br />

vista “l’età” e i singhiozzi avuti nei mesi precedenti<br />

(rotto testata del motore in Albania e fuori funzione<br />

la quinta marcia da Istanbul) e necessitava quindi di<br />

essere preparato per la meta di Petran, trovandosi a<br />

1450 msl.<br />

Così andammo a cercare gomme da neve, catene<br />

e tutto il necessario per una eventuale “lotta con<br />

l’alpe”. La volontà di raggiungere quella meta era<br />

comunque indiscutibile, e con noi avevamo sci e<br />

splitboard con pelli di foca: ci sentivamo invincibili.<br />

Approcciamo la salita e tornante dopo tornante<br />

la neve sulla strada cominciava a infittirsi rendendo<br />

sempre più rischioso e vicino il punto di stop. “Cielo”<br />

- nome di battesimo del nostro furgone - ha comunque<br />

regalato prestazioni inaspettate, rampando per<br />

diversi tornanti dall’aspetto terrificante.<br />

Calmi e fiduciosi, parcheggiammo a lato di un tornante:<br />

da qui si sarebbe continuato a piedi. Ele ai<br />

fornelli, in meno di un’ora avevamo la pancia piena,<br />

pelli assemblate e zaino pronto per una gita verso<br />

questa meta per noi ormai sacra. Neanche il tempo<br />

di chiudere la macchina e un fuoristrada - molto più<br />

prestante di Cielo - ci passò affianco con a bordo un<br />

Turco, distinto e fumatore.<br />

“Merabah”, il suo volto era stranito dal nostro look<br />

alieno pronto ad andare sulla luna. Con un semplice<br />

gesto della testa ci indicò di salire, Elena entusiasta<br />

<strong>63</strong>°


64°


più che mai del passaggio locale si catapultò in macchina.<br />

Io rimasi nel cassone del fuoristrada per cercare<br />

di fotografare qualcosa e vedere più nitidamente<br />

il mutare del paesaggio. Lei, che ha una dipendenza<br />

dalle storie delle persone, rimase in macchina a parlare<br />

con il signore.<br />

Il tempo era pessimo e man mano che salivamo entravamo<br />

nella fitta nebbia, quindi la mia idea di rimanere<br />

fuori non fu un successo, inoltre anche Ele<br />

non aveva scoperto troppe cose di quest’uomo un pò<br />

taciturno ma dall’energia molto pacifica. 30 minuti di<br />

strada e finalmente arrivammo a Petran.<br />

La visibilità era nulla. Lui parcheggiò la macchina in<br />

prossimità di una falegnameria, e ci portò a casa sua<br />

dove Fatma, sua moglie, ci accettò con un’accoglienza<br />

da Guinnes dei Primati. Chai, sguardi e qualche<br />

parola riguardo il nostro viaggio, bastarono per capire<br />

che erano buonissime persone, curiose e semplici<br />

nel loro vivere. Poche abitanti vivono a Petran durante<br />

l’inverno e loro<br />

erano alcune di queste.<br />

Subito gli diciamo il motivo che ci ha spinto a venire<br />

fin lì e non sono affatto sorpresi. La storia del Petran<br />

è diventata abbastanza famosa nell’ultimo periodo e<br />

diverse persone hanno visitato quell’area così remota<br />

del Kachatr grazie a questa stravagante attrazione.<br />

Senza neanche avere troppo tempo per decidere ci<br />

ritroviamo ospiti per la notte di questa dolce coppia<br />

turca. Abbiamo anche un ospite a cena, più giovane,<br />

con le mani di chi lavora il legno.<br />

La mattina seguente il cielo era limpido e la neve caduta<br />

durante la notte aveva ricoperto le poche tracce<br />

umane di quel paese. Faceva molto freddo, vedevamo<br />

il sole ancora lontano nelle distese valli Turche. Così<br />

ci armammo del nostro moderno materiale di salita e<br />

cominciammo a camminare verso l’alto prima penetrando<br />

il paese e poi osservandolo da sempre più sù.<br />

La nostra intenzione era tornare nel giro di qualche<br />

ora, anche se la giornata e la neve erano perfette per<br />

andare a fare qualche cima. Era una di quelle rare<br />

volte dove la scoperta era il punto di partenza e non<br />

necessitava andare più in alto di così alla ricerca di<br />

qualcosa. Le montagne hanno le capacità di creare<br />

delle culle di tradizioni che non si basano sulle vette<br />

ma sull’arena che esse creano.<br />

Petran è uno di questi casi.<br />

Ore 10.30 eravamo di nuovo a Petren. Fatma e Pietro<br />

ci aspettavano per l’immancabile chai. A questo punto<br />

la mia voglia di vedere quell’oggetto del passato<br />

era troppa da contenere e cominciai ad essere insistente<br />

nei loro confronti.<br />

65°


66°


“La morbidezza del<br />

falegname nel disegnare<br />

linee nella sua città con un<br />

oggetto che viene dalle sue<br />

piante e creato da lui era<br />

pura armonia illibata.<br />

Tutto era così soave e nativo,<br />

la sua visione del pendio<br />

era completamente differente<br />

da qualsiasi persona che<br />

approccia il discesismo<br />

nel mondo occidentale.”<br />

Il giovane uomo della sera prima arrivò dal mezzo<br />

del paese con un petranboard sotto il braccio. La<br />

semplicità dell’oggetto era fenomenale: un asse di<br />

legno con due stopper per i piedi posti perpendicolarmente<br />

alla direzione della tavola, senza nessun<br />

tipo di sciancratura o lamine per la conduzione. Il<br />

tutto veniva gestito da una cordicella con un manico<br />

in legno all’estremità anteriore che tenuto in mano<br />

durante la discesa deformava il legno evitando infossamento:<br />

geniale.<br />

Ora dovevano averne due per insegnarci veramente,<br />

quindi andammo nella falegnameria dove era parcheggiata<br />

la macchina. Un atelier rustico ma molto curato<br />

nella suddivisone delle fasi di costruzione del petranboard.<br />

Dopo una gesticolata spiegazione di come<br />

viene assemblato questo oggetto ci incamminammo<br />

verso monte alla ricerca di qualche facile pendio.<br />

A quel punto la macchina fotografica venne donata<br />

ad Elena che saltellava qua e là alla ricerca del<br />

miglior scatto che ci rappresentasse in questo momento<br />

ludico senza precedenti. Erano anni che non<br />

provavo così tanto gusto nel compire un atto tanto<br />

semplice. Durante i primi tentativi ero chiaramente<br />

in difficoltà perché cercavo di frenare curvando<br />

alla ricerca delle spigolo: errore! Tutta la frenata del<br />

petranboard si basa sulla pressione delle parte posteriore,<br />

sia con il peso che con l’ausilio del bastone<br />

- utilizzato anche per domare i pascoli di vacche.<br />

La morbidezza del falegname nel disegnare linee<br />

nella sua città con un oggetto che viene dalle sue<br />

piante e creato da lui era pura armonia illibata. Tutto<br />

era così soave e nativo, la sua visione del pendio era<br />

completamente differente da qualsiasi persona che<br />

approccia il discesismo nel mondo occidentale.<br />

“Tutto è permesso, sempre salva la fantasia”, scriveva<br />

Carlo Mollino.<br />

Abile sperimentatore di delle tecniche di discesa, che<br />

se avesse visto questa scena avrebbe sicuramente<br />

preso spunto per chissà quale definizione surreale.<br />

Alla fine lui ha abbandonato il campo da gioco, ed<br />

io ho continuato sotto la l’onnisciente lente di Elena<br />

che intrappolava un mio fanciullino momento. Lei<br />

mite e rispettosa, ha aspettato a provare il Petranboard<br />

solo alla fine, ricevendo gli applausi da tutto<br />

il paese per le sue straordinarie e lì insolite abilità<br />

sportive.<br />

La giornata si è conclusa presto, alle 13 eravamo da<br />

Cielo con un fardello in più da scarrozzare fino a Tiblisi.<br />

Mi era stato donato un Petranboard dal falegname,<br />

che oggi risiede in camera mia e grazie al suo<br />

profumo di legno e neve mi ricorda che un esigenza<br />

si può trasformare in eleganza.<br />

67°


Isle<br />

of Snow.<br />

ITW<br />

Matteo Rossato<br />

PHOTOS<br />

Silvano Zeiter


È sempre un sollievo vedere il teaser di Absinthe Movies<br />

pubblicato su internet, anno dopo anno. Ci dà la speranza<br />

che ci siano ancora persone là fuori che credono che la qualità<br />

sia migliore della quantità nello snowboard. Abbiamo avuto<br />

un’interessante e abbastanza lunga chiacchierata con David<br />

Vladyka (DV) e Shane Charlebois (SC) sulla loro ultima creatura,<br />

Isle of Snow, e il futuro dei video di snowboard in generale.<br />

Un discorso così interessante, da leggere in un colpo solo.<br />

PREVIOUS PAGE<br />

Nicolas Muller<br />

LEFT<br />

Leo Eigensatz<br />

ABOVE<br />

Leo Eigensatz<br />

70°


Ciao David e Shane, dov’è il vostro posto felice?<br />

DV: da qualche parte in una località segreta delle Alpi<br />

un lunedì mattina con 60 cm di fresca e soleggiato.<br />

SC: Stare fuori è il mio posto felice. Essere in montagna,<br />

soprattutto innevata, o nell’oceano, è una felicità<br />

insostituibile.<br />

Le vostra uscite cinematografiche sono sempre<br />

accompagnate da un tour premier piuttosto<br />

grosso: ti senti in contatto con le scene locali e<br />

incontrare fisicamente le persone con la vostra<br />

crew è ancora importante nell’era digitale in cui<br />

ogni connessione umana passa attraverso il telefono?<br />

DV: qual è il punto di fare un film se lo pubblichi<br />

solo online. Non ci sono più così tante società<br />

di video al mondo, e ancor meno quelle che fanno un<br />

tour di premiere in Europa e negli Stati Uniti. Esistono<br />

progetti video di brand che tentano di fare un tour di<br />

prime visioni, ma non arrivano mai a fare quello che<br />

facciamo noi. Lo facciamo da più di 15 anni e penso<br />

che le persone ci rispettino per questo. Entrare in contatto<br />

con un pubblico reale è importante, questo è ciò<br />

che ti fa continuare a fare ciò che fai. Le pubblicazioni<br />

online sono difficili da giudicare, ovviamente hai<br />

un numero di visualizzazioni ma con il web non sei<br />

completamente sicuro che sia preciso. Quando organizzi<br />

una premiere e hai la pressione di promuoverla,<br />

vendendo biglietti e investendo denaro che potresti<br />

non vedere mai tornare se nessuno si presenta, allora<br />

sai cosa significa portare il tuo progetto dall’inizio<br />

alla fine. Promuovere il tuo progetto è metà del lavoro<br />

di fare un video di snowboard. Molti progetti singoli<br />

tendono a dimenticare che se non sei coinvolto<br />

personalmente nella promozione il tuo progetto non<br />

andrà da nessuna parte e sarà dimenticato così rapidamente<br />

con la velocità del pollice che salta un post<br />

di Instagram. SC: Indipendentemente dalla tecnologia<br />

creata o dagli sviluppi digitali, la connessione umana<br />

sarà ancora il componente più prezioso. L’eccitazione<br />

di stare insieme con altri umani per connettersi<br />

sull’amore condiviso per una sensazione… sta tutto<br />

qui, succedono abbastanza cose al mondo che cer-<br />

71°


72°


Lo facciamo da più di 15 anni e penso che le<br />

persone ci rispettino per questo. Entrare in<br />

contatto con un pubblico reale è importante,<br />

questo è ciò che ti fa continuare a fare ciò che fai.<br />

LEFT<br />

Leo Eigensatz<br />

cano di mantenerci tutti per i fatti nostri. Ci stiamo<br />

concentrando su ciò che ci unisce. Il tour delle nostre<br />

premiere è esattamente questo. Guardare qualcosa a<br />

casa, anche da solo, è divertente, ma quando ti sincronizzi<br />

con altre persone, è un’esperienza completamente<br />

migliore. Presentarsi di persona alle anteprime,<br />

con musica dal vivo e dell’arte, questo ci fa connetterci<br />

con qualcosa di “più grande”. Mia mamma diceva<br />

sempre: “Non importa cosa succeda, mantieni un<br />

buon senso di umano”. Ecco di cosa si tratta.<br />

Il nome dei vostri film è sempre piuttosto iconico<br />

e criptico allo stesso tempo: cosa significa veramente<br />

Isle of Snow? DV: sta a te decidere. può<br />

significare: amo la neve (I love snow), l’occhio ama<br />

la neve (eye love snow) o l’isola della neve (isle of<br />

snow). Ognuno troverà un significato diverso ad esso.<br />

SC: I nomi tendono davvero a rappresentare l’anno.<br />

Questo nome è apparso chiaro, durante una nevicata<br />

notturna. La mia ragazza lo ha suggerito. Il significato<br />

deve interpretarlo il singolo individuo. Se dici tante<br />

volte Isle of Snow, potresti sentirlo. Non sono sicuro<br />

di come si traduca in altre lingue. Spero il significato<br />

sia universale.<br />

Domanda delicata: l’industria dello snowboard<br />

sostiene ancora davvero le società dei video o<br />

realizzeresti comunque un lungometraggio? DV:<br />

Francamente, è difficile dire cosa vuole veramente<br />

l’industria dello snowboard. Vogliono vendere i loro<br />

prodotti e hanno bisogno di effetti visivi per farlo, ma<br />

non sono disposti a pagare il prezzo per intero. Alcuni<br />

marchi ci hanno supportato per molto tempo e penso<br />

che per questo siano così forti nel settore. Alcuni marchi<br />

vanno e vengono. Lo stesso con i rider, spingiamo<br />

così tanti giovani talenti a prendere le prime file dello<br />

snowboard, solo per poi veder che ci lasciano per un<br />

progetto prematuro da soli o un video di brand. È un<br />

peccato perché siamo più forti tutti insieme. Tutto ciò<br />

deriva dal fatto che i brand fanno fatica a trovare un<br />

modo per comunicare con il proprio pubblico e invece<br />

di lasciarci fare ciò che sappiamo meglio spingono<br />

una loro propria agenda sui rider, che a volte non ha<br />

senso. La vera radice del problema qui è che l’industria<br />

è ancora giovane e non sente davvero le tendenze<br />

o arrivano troppo tardi per impegnarsi seriamente<br />

in queste tendenze che, quando lo fanno, è già troppo<br />

tardi. Recentemente ho parlato con un dirigente di un<br />

grande marchio nel nostro settore, abbiamo parlato<br />

dell’ultimo film e mi ha detto che gli sembrava più a<br />

poco costo e con quasi nessuno shot di big mountain<br />

riding, meno freeriding, non molto heliski e così via.<br />

Mi sentivo male ad ascoltare queste cose dette da lui,<br />

perché il motivo per cui non possiamo fare tanto heliski<br />

e freeriding come facevamo un tempo è perché<br />

hai ridotto il nostro budget tre volte rispetto all’anno<br />

precedente e ora mi stai dicendo che fa schifo il fatto<br />

che non abbiamo più freeriding nel nostro video...<br />

giusto per darvi un’idea delle cose come stanno. SC:<br />

Alcune persone seguono le tendenze, altre le fanno.<br />

Alcune aziende sanno cosa vogliono, altre stanno ancora<br />

esplorando quello che c’è da fare. Fintanto che le<br />

persone praticano lo snowboard, avranno degli eroi<br />

che li ispireranno a comprare la loro attrezzatura.<br />

Continuiamo a connettere le persone in quel modo.<br />

La passione è sempre la più forte connessione. L’industria<br />

è in costante calo, ma è eccitante lavorare con<br />

persone entusiaste. Tutto ciò che facciamo è basato<br />

sulla gratitudine e apprezzo infinitamente le persone<br />

con cui abbiamo lavorato e lo faranno ancora. Quelli<br />

che escono all’aperto e vanno in snowboard sulla<br />

neve, non solo per fare i contest e presenziare alle fiere,<br />

sono quelli che tendono a vedere e capire di più.<br />

Lo snowboard è molto vivo. In tutto il mondo.<br />

Chi ha scritto e fatto la voce fuori campo nel<br />

teaser? Sembra diffondere un messaggio. È il focus<br />

principale per voi quando fate uscire un film, vero?<br />

DV: Shane Charlebois lo ha scritto e sta parlando Scott<br />

Sullivan. Ha attirato molte persone a vedere il video e<br />

TOP<br />

Nicolas Muller<br />

73°


Tutto è successo pensando di aggiungere “di più”, “altro”,<br />

al film, quest’anno. Abbiamo abbastanza persone intorno a noi,<br />

nei media, che dicono molte parole “vuote”. Volevo che tutte<br />

le parole che usavamo fossero parole che pensavamo<br />

veramente, e che potrei anche scrivere per ricordarle.<br />

Isle<br />

of Snow.<br />

74°


BOTH<br />

Nicolas Muller<br />

questo era l’obiettivo principale. SC: Tutto è successo<br />

pensando di aggiungere “di più”, “altro”, al film,<br />

quest’anno. Abbiamo abbastanza persone intorno a<br />

noi, nei media, che dicono molte parole “vuote”. Volevo<br />

che tutte le parole che usavamo fossero parole che<br />

pensavamo veramente, e che potrei anche scrivere<br />

per ricordarle. Scott Sullivan è stata la prima persona<br />

in mente per pronunciare quelle parole. È un bravo<br />

ragazzo genuino, e si riflette nella sua voce. Mikey<br />

Leblanc ha scritto e pronuncia le parole nell’introduzione<br />

di Nico. Wolle non si sentiva a proprio agio con<br />

le proprie parole, ma sono rimasto sbalordito da come<br />

suonassero nel suo pezzo! Non avremmo potuto rinunciare<br />

a usare quelle parole dopo aver visto come<br />

si adattassero perfettamente a quello che succedeva<br />

sullo schermo. È stato davvero bello aggiungere un altro<br />

strato di significato alle loro parti video. Le parole<br />

sincere aiutano davvero in questo.<br />

C’è un limite di età per divertirsi? Sembra che lo<br />

snowboard con il carving e lo split boarding stia<br />

diventando una cosa per una più ampia gamma<br />

di generazioni. Qual è la tua opinione al riguardo?<br />

DV: nessun limite di età. SC: È quello che dici a te<br />

stesso, è quello che ti senti. Come ho detto prima, lo<br />

snowboard sta crescendo. Andare in powder e sentirsi<br />

bene è qualcosa che può solo migliora. Ho appena<br />

preso un impianto, due giorni fa, con un ragazzo di<br />

76 anni! Adorava andare in tavola. Nessuno gli dirà<br />

di smettere di divertirsi. Quelle sono le persone che<br />

ammiro. Che possiamo tutti trovare la felicità fintanto<br />

che ci piace.<br />

Cosa nasconde il futuro per Absinthe? DV: fare<br />

snowboard e fare un altro lungometraggio. Ci piacerebbe<br />

fare altri viaggi nel prossimo anno nel video, e<br />

stiamo anche lavorando a un canale TV che avrà dei<br />

behind the scenes e vecchi lungometraggi. Vi terremo<br />

informati su questa cosa! SC: Stare fuori sulla neve,<br />

dire “grazie” più che mai, restituire, collegare il mondo<br />

e le persone con lo snowboard, imparare e amare.<br />

Tutti sono invitati. H<br />

75°


Jake<br />

Burton.<br />

1981 Jake riding in California by Cassimus<br />

76°


Se sono qui a scrivere in una stanza d’albergo di fronte alla struttura<br />

per big air più grossa e più spettacolare al mondo e che sia mai stata<br />

costruita è anche grazie a Jake Burton. Il fatto stesso che ci sia questa<br />

struttura gigantesca e bellissima al tempo stesso per farci sopra una<br />

gara di big air è anche grazie a Jake Burton. Il fatto che il big air di<br />

snowboard sia alle Olimpiadi è anche grazie a Jake Burton. Il fatto che<br />

lo snowboard sia conosciuto anche in un posto come questo, la Cina,<br />

è anche grazie a Jake Burton. Il fatto che ci siano gare internazionali,<br />

ragazzi di ogni parte del mondo che provano a mettersi di traverso<br />

su una tavola con degli attacchi… è anche grazie a Jake Burton.<br />

Io ho iniziato ad andare in tavola nei primi anni 90, intorno ai miei<br />

15 anni, il mio primo amore fu una Burton Air. Avevo degli attacchi<br />

rigidi, la usavo con i boots da sci - chi lo sapeva allora come si faceva,<br />

avevo visto in giro delle foto e ci provavo. Ci misi tre giorni solo<br />

per fare tre curve di fila, ma non che me ne importasse molto, era<br />

dannatamente divertente quella roba lì. Conoscevo il nome Burton<br />

prima di sapere che ci fosse un personaggio dietro a tutto quello,<br />

un signore che si divideva con un altro signore l’idea o l’invenzione<br />

dello snowboard (perlomeno quello moderno). Nel 1977 Jake Burton<br />

si mise in testa che gli sci servissero solo per scendere da una montagna.<br />

Se ci si voleva divertire veramente serviva qualcos’altro, una<br />

tavola appunto. Prova e riprova, con cocciutaggine, inventiva, creatività,<br />

sana follia, in pochi anni Jake Burton mette in piedi l’impero del<br />

divertimento puro in montagna. Chiamatelo the American Dream,<br />

fate voi. Quello resta.<br />

L’ho intervistato più volte nel corso della mia “carriera” in questo<br />

sport. La prima volta non me la dimenticherò mai. Olimpiadi di Torino<br />

2006, il grande padrino dello snowboard mondiale, un pezzo di<br />

storia come Jake Burton prende casa per un paio di settimane a Bardonecchia.<br />

Io sono alle mie prime Olimpiadi, lui decide che è giunta<br />

l’ora di venire a patti anche con le odiate Olimpiadi e sponsorizza le<br />

divise ufficiali degli atleti americani (sì, i rider sono diventati atleti<br />

da quelle Olimpiadi in poi), accreditandosi e presentandosi in finish<br />

area - dando così di fatto il suo benestare al carrozzone del CIO, che<br />

bene o male, ha portato lo snowboard su tutto un altro piano (di<br />

numeri, di ascolti, di potenza mediatica). Shaun White vince il suo<br />

primo oro davanti a Jake Burton, così come i due si abbracceranno<br />

12 anni più tardi dopo un’incredibile finale, un happy ending che più<br />

pazzesco non si poteva a pensarci bene, quando l’americano vince la<br />

sua terza medaglia d’oro olimpica a PyeongChang 2018.<br />

In quella mia intervista a Jake Burton nel suo salotto olimpico del<br />

2006 mi ricordo che mi tremavano le gambe al solo pensiero, ma che<br />

durante la stessa intervista mi mise a mio agio e filò tutto liscio. Una<br />

decina di anni dopo, la mia ultima intervista con lui si svolse davanti a<br />

uno spritz durante un aperitivo milanese: come se fossimo conoscenti<br />

di lunga data. Ancora adesso, se ci penso, fu abbastanza surreale.<br />

Lo snowboard anche grazie a Jake Burton è diventato uno sport quasi<br />

di massa, conosciuto e praticato in tutto il mondo, una delle discipline<br />

più seguite durante la vetrina più importante che accade ogni<br />

quattro anni e che può far avvicinare alla tavola persone che mai si<br />

sarebbero sognate un tempo di poter divertirsi in libertà scendendo<br />

da una montagna o dalla collinetta dietro casa.<br />

Grazie di tutto, Jake. Ride on.<br />

INTRO<br />

Giacomo Margutti<br />

TEXT<br />

Federico Mura<br />

77°


Jake in highschool<br />

Jake childhood<br />

Jake elementary graduation<br />

Non è facile far capire con semplici parole quanto incredibile sia<br />

stata la vita di Jake Carpenter Burton, e con quanto coraggio lui e<br />

Donna abbiano affrontato tutte le sfide. La vita di Jake è costellata<br />

di scelte difficili, coraggio, orgoglio, forza di volontà e una determinazione<br />

rara di questi tempi. Per noi spesso è stato un esempio,<br />

pubblicando in sintesi la sua storia crediamo che possa servire da<br />

esempio a molte generazioni di nuovi snowboarder.<br />

Prima di Burton Snowboards<br />

29 Aprile 1954.Jake Carpenter Burton nasce a New<br />

York, ultimo di quattro figli. Jake frequenta la stessa<br />

scuola di suo padre e di suo fratello maggiore, e non<br />

è il ragazzo modello che ogni madre possa sperare.<br />

Le cose cambiano quando comincia a frequentare la<br />

Marvelwood School, istituto per studenti di serie B.<br />

Dopo il diploma è il momento della University of Colorado<br />

a Boulder, ma non dura molto; solo un anno<br />

dopo Jake decide di andarsene perché si sente solo<br />

e triste. Prova un altra strada. Dopo un periodo di<br />

cambiamenti repentini, finalmente Jake trova il suo<br />

percorso di studi nelle classi serali della New York<br />

University.<br />

Nel 1977, durante gli ultimi anni di università, Jake<br />

lavora anche per una piccola società di investimenti<br />

bancari,14 ore di ufficio non sono quello che Jake intende<br />

fare per una vita; inoltre, comincia seriamente<br />

a risuonargli in testa che il surfare la neve potesse diventare<br />

uno sport.<br />

78°


1998 Jake in Vermont<br />

1979 Jake in Vermont<br />

1983 Jake at US Open<br />

1989 Jake shredding<br />

Snow Surfing<br />

Jake si trasferisce a Londonderry nel Vermont. Territorio<br />

perfetto per iniziare il suo progetto. 1977, nasce<br />

“Burton Boards”. Primo quartier generale: un fienile<br />

di una casa di cui Jake era il guardiano dei cavalli.<br />

Di notte barman, di giorno costruttore di prototipi di<br />

tavole, che testa sulle colline del Sud Vermont. Poco<br />

tempo dopo nel 1978, Peter Mel, un caro amico di Jake<br />

il cui padre possedeva una fabbrica di surf, permette<br />

a Jake di usare i macchinari per costruire i suoi innovativi<br />

prototipi di snow surf. Surf durante il giorno,<br />

snowboard durante la notte.<br />

Qualche minuto dopo la mezzanotte del capodanno<br />

1982, Jake incontra quella che sarebbe stata sua moglie:<br />

Donna Gaston. Donna frequenta la Columbia University<br />

di New York, e raggiunge Jake durante i week<br />

end, aiutandolo nella fabbrica. Nonostante gli attacchi<br />

rudimentali e la difficoltà iniziali della tecnica per<br />

stare in piedi su una tavola, un numero sempre più<br />

grande di persone attorno a Jake comincia a rimanere<br />

ammaliato da questo nuovo attrezzo.<br />

1983. Un evento per niente scontato accade a Stratton<br />

Mountain. Jake Burton va a parlare con i responsabili<br />

dell’impianto sciistico per chiedere di accettare gli<br />

snowboarders sulle piste. Fortunatamente non ci sono<br />

contrasti e Stratton Mountain diventa il primo resort al<br />

mondo ad accettare snowboarder.<br />

79°


1998 Kake<br />

1989 Jake & Donna<br />

1990 Ride Day<br />

Europa<br />

È fatta; 1985, Jake e Donna si trasferiscono a Innsbruck.<br />

Donna si occupa di creare un network di vendita europeo<br />

mentre Jake si focalizza sulla manifattura con Mr<br />

Keil. Nel 1989 nasce il primo figlio di Donna e Jake a<br />

Rutland, nel Vermont.<br />

La gente è sempre più interessata a Burton e allo<br />

snowboard in generale. La fabbrica conta poco più di<br />

100 dipendenti e va alla grande. Il mercato è in costante<br />

crescita, tutto il decennio è caratterizzato da<br />

una produzione sempre maggiore di tavole. Intanto<br />

la prima metà degli anni novanta mettono alla prova<br />

l’abilità di business-man e padre di famiglia. Nascono<br />

Taylor e Timi, secondo e terzo genito di Jake e Donna.<br />

rispettivamente nel 1993 e nel 1996.<br />

Nel frattempo Burton è ormai un successo globalmente<br />

riconosciuto, tanto che nel 1997 Sport Illustrated<br />

pubblica una intervista di Jake intitolata “Chairman of<br />

the Board Jake Burton Took a Childhood Toy & Launched<br />

an International Craze.”<br />

1999: da questo anno in poi Jake setta il suo personale<br />

goal per ogni anno; raidare almeno 100 giorni all’anno.<br />

Promessa mantenuta fino a quando ha potuto,<br />

fatta eccezione del 2011 quando gli fu diagnosticato il<br />

cancro.<br />

80°


“Con il cuore in mano, devo annunciare il trasferimento della nostra<br />

produzione a Sud Burlington, Vermont in una nuova struttura accanto<br />

alla nostra sede centrale. Di conseguenza, dovremo cessare la produzione<br />

di tavole nel Vermont. Questa operazione comporterà la perdita<br />

di 43 delle più produttive e leali persone dell’azienda.”<br />

- Jake burton<br />

Jake by Ian Ruther<br />

Jake at Baldface by Jeff Curtes<br />

Jake at Baldface by Jeff Curtes<br />

Il nuovo Millenio<br />

Il nuovo millennio si apre con un mix di emozioni<br />

decisamente contrastanti. Jake vide coi suoi occhi due<br />

rider Burton vincere le prime Olimpiadi a cui lo snowboard<br />

era stato ufficialmente ammesso: Ross Powers e<br />

Kelly Clark portano a casa l’oro. Succedeva nel febbraio<br />

del 2002 a Salt Lake City.<br />

Le Olimpiadi continuano a dare soddisfazioni; nel<br />

2006 Shaun White e Hannah Teter conquistano di<br />

nuovo l’oro con una tavola Burton ai piedi.<br />

Intanto la crescita della produzione si blocca; la crisi<br />

mondiale del 2008 colpisce anche Burton Snowboards.<br />

La situazione economica generale mette Jake e<br />

Donna con la schiena al muro. Per la sopravvivenza<br />

dell’intera azienda, sono necessari tagli al personale<br />

e riduzioni di stipendi. La lettera scritta ai dipendenti<br />

dello stabilimento in South Burlington recitava:<br />

81°


Chill Ride<br />

Le Cattive Notizie<br />

Nel 2011 Jake scopre di avere un cancro ai testicoli, e<br />

affronta la malattia di petto. Le terapie sembrano funzionare<br />

e molte cose accadono. Jake crea il suo primo<br />

Signature Snowboard con la grafica di Jimi Hendrix,<br />

vengono disegnate direttamente dai progettisti Burton<br />

le uniformi per il team USA dei giochi olimpici<br />

2014, e infine arrivano altre medaglie olimpiche come<br />

l’argento di Ayumu Hirano e i bronzi di Taku Hiraoka<br />

e Kelly Clark. Le cose non si mettono bene però per<br />

Jake; il suo ginocchio è in condizioni pessime, a causa<br />

dei traumi subiti negli anni precedenti. Il Chairman<br />

Burton deve subire un importante intervento al ginocchio<br />

che comporta l’impianto di una protesi, e dopo<br />

soli tre mesi dall’operazione, Jake era già sulla sua tavola<br />

accompagnato da George, Kevin Pearce e il suo<br />

chirurgo Bryan Huber. Il nuovo ginocchio funziona<br />

alla grande.<br />

Poche settimane dopo però, le cose si fanno decisamente<br />

più serie. Jake viene portato al Copley Hospital<br />

nel Vermont per i primi sintomi della sindrome<br />

di Miller Fisher, e venne informato che in non più di<br />

tre giorni non sarebbe più stato in grado di deglutire,<br />

respirare o aprire gli occhi. L’unica chance di sopravvivenza<br />

sono le macchine. La paralisi è quasi totale, e<br />

non c’è sicurezza che le sue condizioni migliorino. Rimane<br />

attaccato alle machine per otto settimane, fino a<br />

che la paralisi non gli dà tregua. Jake torna a muoversi<br />

autonomamente dopo 10 settimane. Viene trasferito in<br />

un centro di riabilitazione di Boston dove dovrà letteralmente<br />

imparare di nuovo tutto da capo, partendo<br />

da come mangiare usando le posate.<br />

Viene scattata una foto di gruppo fatta fuori dagli uffici<br />

Burton, realizzata per mandare un messaggio di<br />

supporto a Jake. Tutti mettono bene in vista i propri<br />

diti medi. Fanculo la malattia, fanculo la sfortuna. Da<br />

quel momento il dito medio diventa un simbolo d’amore<br />

per tutta la famiglia Burton. I dipendenti stamparono<br />

una gigantografia e la mettono proprio davanti<br />

al suo letto d’ospedale. La dedica cita:<br />

“We Fucking Love You Jake”<br />

82°


“Con il cuore distrutto condivido con voi questa notizia,<br />

Jake ci ha lasciato la scorsa notte circondato dalla sua famiglia<br />

e dai suoi cari a causa di complicazioni derivate dal suo cancro.<br />

Lui era il nostro fondatore, l’anima dello snowboarding, colui<br />

che ci ha donato lo sport che tutti noi amiamo così tanto”<br />

- John Lacy, Burton CEO<br />

2018 Jake & Donna by Blotto<br />

2018 Jake<br />

2018 Jake by Blotto<br />

Back in Business<br />

Dicembre 2015: Jake sale sullo snowboard per la prima<br />

volta dopo la malattia. Nel febbraio 2016 nomina<br />

sua moglie Donna CEO di Burton e torna a lavorare su<br />

vari progetti e a supportare i suoi atleti alle Olimpiadi:<br />

questa volta è Pyeongchang 2018.<br />

Gennaio 2019, Jake e Donna si trasferiscono in Europa,<br />

a Zurigo, per evadere dalla follia degli States e per<br />

aiutare il mercato Europeo. Jake ha sempre informato<br />

i suoi dipendenti riguardo alle proprie condizioni di<br />

salute, consapevole della propria immagine e dell’energia<br />

positiva che una figura come lui trasmetteva:<br />

“Forse non ci crederete, ma il mio cancro è tornato. È lo stesso tumore<br />

della prima volta. Sembra che abbia raggiunto i miei linfonodi e stia<br />

facendosi strada. I numeri sono dalla mia parte, ma sicuramente sarà<br />

una bella lotta. Anche se è una cosa che mi spaventa enormemente,<br />

è più facile combatterlo se so che alle mie spalle ho una famiglia che<br />

mi supporterà. Provo lo stesso per la mia azienda, i miei amici, e il<br />

nostro sport. Tornerò, ma a prescindere da questo, so che tutto è in<br />

buone mani, ed è una bellissima sensazione quando si entra in questa<br />

zona di incertezza.” - Jake Burton<br />

83°


Campiglio<br />

to Alberg.<br />

TEXT<br />

Alberto Maffei<br />

PHOTOS<br />

Roberto Bragotto<br />

LOCATIONS<br />

Madonna di Campiglio, Italy<br />

Alberg, Austria<br />

84°


85°


“Per quanto il mondo dello snowboard sia multi-variegato e<br />

racchiuda in sé tante realtà diverse, c’è un qualcosa che le accomuna tutte.<br />

Che tu sia street rider, slopestyle o pipe rider, o un jibber, surfare la fresca ti<br />

dà sempre una particolare emozione, profonda<br />

quanto le origini dello snowboard stesso.”<br />

TOP<br />

Simon Gruber<br />

& Emil Zulian<br />

TOP RIGHT<br />

Alberto Maffei<br />

RIGHT<br />

Emil Zulian<br />

86°


Per quanto il mondo dello snowboard sia multi-variegato<br />

e racchiuda in sé tante realtà diverse,<br />

c’è un qualcosa che le accomuna tutte. Che tu sia<br />

street rider, slopestyle o pipe rider, o un jibber, surfare<br />

la fresca ti dà sempre una particolare emozione,<br />

profonda quanto le origini dello snowboard stesso.<br />

Ed è proprio per questo motivo che quando abbiamo<br />

delle pause tra un contest e un altro cerchiamo<br />

di spostarci per trovare un po’ di fresca da surfare,<br />

qualche salto da costruire o qualsiasi condizione che<br />

ci permetta di sfruttare la neve nella sua forma naturale.<br />

Lo scorso anno proprio durante uno di questi momenti<br />

di pausa ero a Madonna di Campiglio con Emil<br />

Zulian e Roby Bragotto, e una breve nevicata ci ha subito<br />

spinto a cercare qualche spot da fare. Non essendoci<br />

delle perfette condizioni per costruire qualcosa<br />

di grosso, ho pensato di sfruttare la bellezza delle Dolomiti<br />

di Campiglio per scattare qualche bella foto.<br />

Così ci siamo messi subito alla ricerca, e in mezzo<br />

a dei piccoli canyon naturali ci siamo imbattuti in<br />

una mini spinetta circondata da un panorama mozzafiato.<br />

Poteva funzionare anche come struttura e<br />

così ci siamo subito messi all’opera. Cominciamo a<br />

costruire lo spot e dopo qualche istante sentiamo in<br />

lontananza un urlo nel tipico dialetto Iesolano: era<br />

Nicholas Bridgman che, capito cosa stava succedendo,<br />

si è avvicinato, si è tolto la tavola e ha iniziato a<br />

costruire con noi.<br />

ProntI... via! Primo try e prima pizza, lo spot era piccolo<br />

ma da capire, la transizione non delle più facili<br />

e il piccolo landing che avevamo a disposizione era<br />

in mezzo a due belle rocce appuntite.<br />

87°


LEFT<br />

Simon Gruber<br />

RIGHT<br />

Ivan baldi<br />

BELOW<br />

Emil Zulian<br />

Finalmente capiamo come usare al top il kicker della<br />

side hit, nessuna rotazione, nessun flip... solo dei<br />

basic grab ben fatti e tirati ed ecco a voi il risultato!<br />

Arriva la sera e scendiamo a valle, stanchi dalla giornata<br />

ma non ancora soddisfatti: una volta assaggiata<br />

un pò di pow non poteva essere tutto già finito, ed<br />

è proprio in quel momento che arriva la chiamata di<br />

Simon Gruber, che si trovava ad Arlberg, e ci dice:<br />

“ragazzi qua è una bomba”.<br />

Non ce lo siamo fatti ripetere: siamo saliti in macchina<br />

e siamo partiti.<br />

Ci siamo messi in viaggio verso l’Austria per cercare<br />

la neve, e l’abbiamo trovata. Così tanta da non immaginarsela:<br />

metri su metri! E si sa che noi snowboarder<br />

quando c’è neve diventiamo creativi e non vediamo<br />

l’ora di costruire qualsiasi cosa. E cosa c’è di meglio<br />

che un bel kickerone? Dovete sapere però che è più<br />

facile a dirsi che a farsi. Per iniziare si cammina, anche<br />

tanto, ed è così che ci ritroviamo a scherzare e<br />

prenderci in giro per un’ora camminando verso lo<br />

spot dove abbiamo pensato di costruire il nostro salto.<br />

Siamo la stessa crew di Campiglio, a cui si è aggiunto<br />

Nicolino Dioli, il grande Simon Gruber ed anche il filmer<br />

Scotty Stephenson. Ci vuole un giorno intero per<br />

costruirlo ma il giorno dopo siamo gasati per saltare.<br />

Roby insiste per la luce ideale per avere del buon materiale<br />

e nel frattempo ci mettiamo a seguire il buon<br />

Simon Gruber che, da gran esperto, ha trovato due<br />

spot natural. Si mette a sistemare un wind lip e poi risale<br />

mezza montagna (personalmente la rincorsa mi<br />

sembrava un po’ esagerata). Intanto Roby si apposta,<br />

Simon droppa e spara un Fs 360 a dir poco incredibile,<br />

arrivando a fondo landing e dimostrando che<br />

in fresca basta surfare la montagna e non è necessario<br />

sempre costruire. Dopo di lui anche noi abbiamo<br />

provato ad imitarlo, ma non con lo stesso risultato.<br />

Dopo la super performance del Gruber è arrivato il<br />

momento di saltare. Ci ritroviamo in partenza nel<br />

classico momento in cui si decide chi aprirà il salto.<br />

C’è una particolare tensione nell’aria, tutti sanno che<br />

il primo giro (first track) è quello più figo sia in foto<br />

che video, ma allo stesso tempo è il giro più difficile<br />

perché non si sa la velocità, il tipo di atterraggio e il<br />

tipo di salto. Insomma una serie di fattori che rende<br />

necessaria una conta casuale.<br />

La facciamo: tocca a Nicolino. Sale in partenza, non<br />

ha la minima idea della velocità, in più sa di non<br />

88°


“Noi scoppiamo a ridere,<br />

la tensione sparisce e scatta<br />

l’entusiasmo generale per<br />

un trick così inusuale su<br />

un kicker in fresca.”<br />

89°


poter arrivare corto altrimenti tutte le foto successive<br />

verrebbero rovinate. Così nel dubbio va velocissimo<br />

e lo apre in frontflip. Noi scoppiamo a ridere, la tensione<br />

sparisce e scatta l’entusiasmo generale per un<br />

trick così inusuale su un kicker in fresca. Comincia<br />

la session. Come sempre cominciamo con qualche<br />

trick basic, tipo Fs7, Fs3, Cab5, Bs7 e poi dal nulla<br />

è sempre Nicolino che impazzisce con un mega Bs<br />

Double Cork Nose.<br />

A quel punto parte l’ignoranza e la garella, tutti cominciano<br />

provare qualche trick un po più tecnico e<br />

il risultato è prevalentemente stecche e lavatrici. Tra<br />

qualche trick chiuso e qualche lavatrice passa la giornata,<br />

una delle più belle della stagione. Scendiamo<br />

col buio e l’immancabile e meritata birretta ci aspetta<br />

nell’apres-ski a fondo pista.<br />

È incredibile sperimentare i diversi tipi di riding.<br />

Tranne Simon, siamo prevalentemente slopestylers, e<br />

mentre in park ci sentiamo imbattibili, i primi giri in<br />

fresca sono stati veramente duri, troppo aggressivi e<br />

pesanti sulle lamine e troppo centrali nei landing. Per<br />

noi è bellissimo rimetterci così tanto in gioco, uscire<br />

dalla nostra “comfort zone” e in più avere l’opportunità<br />

di avere con noi un atleta come Simon che ha<br />

un bel background di fresca sicurante ci ha aiutato a<br />

capire tantissime cose.<br />

Questo è il motivo per cui amiamo lo snowboard:<br />

non puoi essere pro in tutto, c’è sempre qualcosa da<br />

imparare e qualcuno più forte di te in qualcosa.<br />

90°


BELOW<br />

Simon Gruber<br />

RIGHT<br />

Alberto Maffei<br />

“Questo è il motivo per cui amiamo<br />

lo snowboard: non puoi essere pro in tutto,<br />

c’è sempre qualcosa da imparare e qualcuno<br />

più forte di te in qualcosa.”<br />

91°


On the shoulders<br />

of Giants.<br />

TEXT<br />

Federico Mura<br />

92°


Da colleghi, risulta veramente difficile parlare della voce che ha accompagnato<br />

lo snowboarding praticamente da quando è nato, nonché della esempio da seguire per noi<br />

tutti magazine di snowboard di epoche più recenti. Transworld snowboarding ha ispirato<br />

centinaia di migliaia di snowboarders, in un epoca in cui l’unico mezzo per rimanere<br />

aggiornati su questo nuovo modo di vivere la neve, era proprio il magazine. Il 6 marzo 2019<br />

Transworld ha chiuso i battenti, in seguito alla cessione del gruppo TEN ad American<br />

Media Inc., con un toccante post sul sito che testualmente citava:<br />

“Tutte le cose belle, sfortunatamente, finiscono. E oggi 6 marzo 2019<br />

TransWorld SNOWboarding chiude I battenti. Il 32esimo volume<br />

del magazine sarà l’ultimo e ‘Kamikazu’ sarà il nostro ultimo film.”<br />

Per concludere vogliamo sottolineare che non vi è alcuna<br />

malizia in quest articolo: il titolo dell’articolo è<br />

altamente simbolico e nasconde il vero intento, citando<br />

un aforisma di Bernardo di Chartres, filosofo francese<br />

del XII secolo.<br />

“Noi siamo come nani che siedono sulle spalle di giganti,<br />

così che possiamo vedere molte cose anche molto più in là di<br />

loro, non come per acutezza della propria vista o perché più<br />

alti di corporatura, ma perché siamo sollevati e innalzati da<br />

gigantesca grandezza.”<br />

Transworld snowboarding è stato il nostro gigante e<br />

questa vuole essere una celebrazione della sua storia.<br />

Transworld Snowboarding è nato nel 1987, ancora<br />

quando la pratica dello snowboard era ancora giovane,<br />

e i primi rider cominciavano a farsi largo tra le linee<br />

degli ski nei resort. È stato il secondo titolo lanciato<br />

al fianco di Transworld Skateboarding. Ma al contrario<br />

di TWSkateboarding, piazzato a supporto di una cultura<br />

forte e riconosciuta, TWSnow si poneva come una<br />

scommessa. Nessuno sapeva se l’arte del surfare la neve<br />

potesse avere un futuro altrettanto glorioso quanto<br />

quello dello skateboarding. E, dopo aver visto l’evoluzione<br />

degli anni 90, e dopo aver letto su queste pagine<br />

intere carriere di snowboarder dell’ultimo trentennio,<br />

dopo essere stati spettatori di snowboard movies che<br />

ci hanno fatto sognare e dopo aver consumato 32 volumi,<br />

possiamo dire con sicurezza che la missione è<br />

stata compiuta. Dal 1987 fino a ieri, Transworld è stato il<br />

pilastro fondamentale del mondo dello snowboarding.<br />

Tutto cominciò da una semplice domanda “What<br />

about a snowboard magazine?”. Nelle uscite invernali<br />

di TransWorld Skateboarding Larry Balma, editore di<br />

Transworld Skateboarding, già inseriva diversi pezzi riguardanti<br />

lo snowboard, al fine di aumentare sempre<br />

più la popolarità di questo sport. La nascita della rivista<br />

è stato un momento fondamentale, che ha settato il<br />

mood e il linguaggio di un’intera generazione.<br />

Se c’è una cosa che non si può dire è proprio che Kevin<br />

Kinnear (editore del primo numero di TW Snowboarding)<br />

fosse un guru dello snowboard. Anzi, non aveva<br />

proprio nulla a che fare con la neve. Data la sua iniziale<br />

distanza da questo mondo, ha fatto una semplice<br />

cosa: fare domande. Ai bordi di un halfpipe con un paio<br />

di blue jeans addosso e un taccuino tra le mani: così<br />

ha fatto le sue prime domande ai riders. La strategia<br />

editoriale era la seguente: “Facevo le domande di cui<br />

volevo sapere la risposta, e la condividevo con il resto<br />

del mondo”. Al suo fianco C’era Guy Motil, accompagnato<br />

da un curriculum enorme di collaborazioni con<br />

riviste di altissimo livello, tra cui anche Surfer Magazine.<br />

Eè proprio quello del surf lo stile da seguire per la<br />

prima uscita di Transworld. Il linguaggio doveva essere<br />

estremamente friendly, al contrario di quello a cui sono<br />

abituati i lettori di TW Skateboarding. Ottiche grandangolari<br />

spinte e foto badass sono sempre state distintive<br />

della cultura dello skate. Guy invece utilizzava delle ottiche<br />

mezzo-tele. Lo snowboarding non doveva essere<br />

la versione chic dello skate. C’era però una differenza<br />

inevitabile tra skate e snowboarding, che andava ad allontanare<br />

significativamente questi due mondi: il fatto<br />

che nella nuova disciplina bisognasse avere un portafoglio<br />

bello gonfio per permettersi di raidare in montagna.<br />

Il dover pagare un impianto sciistico pieno di<br />

regole e di cose che non si possono fare, ha contribuito<br />

allo sviluppo di una cultura forzatamente differente.<br />

Ma là fuori i primi Jibbers non mancavano affatto, anzi,<br />

il riding fortemente influenzato dalla cultura skate faceva<br />

sì che qualsiasi ringhiera o tavolo da pic-nic venisse<br />

trattato come una struttura da raidare, creando<br />

non pochi problemi nei resort sciistici e con la pacifica<br />

convivenza con gli skiers dell’epoca.<br />

“Snowboarding was born, lived, and died in the mid 1990s”<br />

Jamie Meiselman, Managing Editor 1993-1995 dice: “lo<br />

snowboard è nato, vissuto e morto negli anni novanta.<br />

- Ok, il morto è solo per aumentare l’effetto drammatico”.<br />

Ma effettivamente non è andata molto diversamente<br />

da così in un certo senso. Il movimento dello<br />

snowboard ha subìto un evoluzione esponenziale.<br />

I materiali migliorano, si crea il mercato, nascono le<br />

sponsorizzazioni, ma la cosa più importante è che la<br />

gente ci si appassiona. Qual è il motivo? Perché è dannatamente<br />

divertente!<br />

93°


1987 IL PRIMO NUMERO<br />

Aloha! Ecco come inizia la prima uscita di<br />

Transworld Snowboarding. Queste prime<br />

pagine hanno un significato forte. Larry,<br />

Kevin e Guy non stavano solamente documentando<br />

i primi passi di uno sport in<br />

rapida evoluzione, ma stavano mettendo le<br />

basi per un pilastro comune. Un punto di<br />

riferimento che avrebbe accomunato tutti<br />

coloro che sono parte della famiglia dello<br />

snowboarding. E questo vuol dire una<br />

cosa sola: cultura. Inizia l’era dello snowboarding.<br />

The First Time: ecco il claim<br />

del primo numero, incentrato sulle prime<br />

esperienze dei pro riders dell’epoca. Quattordici<br />

citazioni tra cui quelle di Craig Kelly<br />

e Damien Sanders, raccontano i propri<br />

primi lividi sulla tavola, e in una famiglia<br />

ancora poco estesa come quella di allora,<br />

queste parole generate da una domanda<br />

così semplice, furono capaci di scaturire<br />

un senso di empatia, curiosità e soprattutto<br />

un senso di community, gettando le<br />

fondamenta degli anni a venire.<br />

1987 Prima intervista ad un Pro<br />

Se si parla di prime volte non si può non citare<br />

l’intervista a Craig Kelly. Nell’uscita di<br />

novembre nel 1989, viene pubblicata la prima<br />

intervista in assoluto del mondo dello snowboard.<br />

Da quel momento in poi l’intervista<br />

diventa il traguardo da raggiungere, un must<br />

per ogni pro snowboarder per completare la<br />

propria carriera. E possiamo dire che un inizio<br />

migliore non poteva essere fatto. Craig Kelly<br />

è stato il rider d’ispirazione per eccellenza.<br />

Il suo stile di raidata è definito perfetto, e ha<br />

portato sempre più in alto il livello di snowboarding<br />

fino alla sua tragica scomparsa.<br />

1991 Il Primo Reader’s Poll<br />

La rivista ha successo, e nel 1991 viene consegnato<br />

il primo Reader’s Poll. Quell’anno,<br />

al contrario dei più recenti Awards, la giuria<br />

era unicamente composta dai lettori della<br />

rivista. Dopo aver compilato e spedito la pagina<br />

di votazione presente in un precedente<br />

numero di TransWorld, il 20 Marzo vennero<br />

eletti i primissimi vincitori di questo premio:<br />

Craig Kelly, Tara Eberhard, Peter Bauer, Tina<br />

Basich, Damian Sanders e Bonnie Leary.<br />

Il premio evolse poi nel Rider’s Poll, dove<br />

una giuria di oltre 100 pros individua i migliori<br />

riders dell’anno. È rimasta la votazione<br />

popolare nella categoria Reader’s Choice.<br />

94°


1994<br />

Transworld<br />

sbarca in<br />

Giappone<br />

Nel 1994 Nasce il<br />

gemello Giapponese<br />

di Transworld<br />

snowboarding, che<br />

riveste anche il<br />

primato di primo<br />

snowboard magazine<br />

Nipponico in<br />

assoluto (Qui foto<br />

della copertina del<br />

numero 11).<br />

1993 Il Primo Video Magazine<br />

Il 1993 è stato l’anno del TransWorld<br />

SNOW Video Magazine. La collaborazione<br />

con il filmer Mike McEntire, ha fatto sì che<br />

uscissero quattro episodi in quest’anno.<br />

Transworld è stato sempre all’avanguardia<br />

dal punto di vista dei media. E ha saputo<br />

sfruttare in modo magistrale anche<br />

lo strumento del video, aggiungendo una<br />

nuova figura dello snowboard: il filmer.<br />

1999 Il Primo Transworld<br />

Team Challenge<br />

Il primo TransWorld Team Challenge, un<br />

evento organizzato dal magazine per decretare<br />

il miglior team di snowboard in assoluto,<br />

si tenne nel 1999 a Snow Summit in<br />

California e fu vinto dal leggendario team<br />

Atlantis, company dalla vita breve ma<br />

che annoverava Daniel Franks e Ingemar<br />

Backman nel roster. L’evento andò avanti<br />

per 10 anni, poi fu rinominato Team Shoot<br />

Out. (Qui una foto della sesta edizione).<br />

95°


2003 Il Primo<br />

TWSnow TransAM<br />

Nel 2003 Transworld debutta con un nuovo<br />

interessante format dedicato non ai professionisti,<br />

ma bensì agli amateur: la TransAM<br />

amateur contest series. Un format che<br />

premiava la creatività e la personalità dei<br />

rider, volto a scoprire nuovi talenti. Tra<br />

gli storici vincitori del contest sono da ricordare<br />

Lucas Magoon, Chas Guldemond,<br />

Gabi Viteri, e Matt Ladley to name a few.<br />

Il TransAm andò avanti per 13 edizioni.<br />

2007 TWSnow<br />

Productions<br />

Transworld torna a firmare<br />

produzioni video, con Joe<br />

Carlino al comando. Non più<br />

in formato video magazine,<br />

ma veri e propri video full<br />

length come These Days,<br />

Get Real, In Color, Nation,<br />

Origins, Insights, Arcadia e<br />

il capitolo finale Kamikazu,<br />

nel 2019.<br />

2009 Il Primo Team Shoot Out<br />

Team Shoot Out are basato sul format Skate&Create<br />

di TWSkate. Quattro team erano<br />

invitati ad una settimana di shooting foto e<br />

video dove doveno creare un proprio concept<br />

creativo e produrre il miglior mateiale<br />

possibile. Il primo anno fù incoronato il<br />

team Rome.<br />

96°


2015 Prima “Eddie Wall Series”<br />

Nel 2015 Eddie Wall, ex pro ed eccellente<br />

anchorman comincia a curare una rubrica<br />

web che prevede una maggiore interazione<br />

con il pubblico, con dirette e possibilità<br />

per il pubblico di interagire con ospiti ed<br />

Eddie stesso. Durante uno di queste dirette<br />

furono svelati dettagli di The Fourth Phase,<br />

che sarebbe dovuto rimanere segreto fino<br />

alla sua presentazione.<br />

2011 200th Issue<br />

2011 segnò la 200esima uscita della rivista<br />

e fù celebrata con un numero da collezione<br />

che vedeva un salto mostroso di travis<br />

Rice in copetina.<br />

2008 Il Primo<br />

“Sunday in the Park”<br />

Una webisode series durata fino<br />

agli ultimi anni. Transworld è<br />

sempre riuscita ad adattarsi ai<br />

nuovi media. E lo ha fatto egregiamente<br />

con Sunday in the park,<br />

cavalcando l’onda del neonato<br />

Youtube. Sicuramente la serie<br />

web più di successo nel mondo<br />

dello snowboarding, realizzata in<br />

collaborazione con la mecca del<br />

freestyle e più famoso snowpack<br />

americano dei tempi Big Bear. Nel<br />

primo episodio di Sunday in the<br />

park erano presenti Johnny Miller,<br />

Nima Jalali, Darrel Mathes, Joe<br />

Mertes, Zak Hale, e Meyer.<br />

2018 L’ultimo Numero<br />

L’ultimo numero di Transworld arriva in<br />

edicola e nelle cassette degli abbonati.<br />

In cover vedeva una foto di Dustin Craven,<br />

scattata da Darcy Bacha. E’ la fine di<br />

un’epoca.<br />

97°


98°


Offline<br />

in Albania.<br />

TEXT<br />

Knut Eliassen<br />

PHOTOS<br />

Markus Rohrbacher<br />

LOCATION<br />

Albania<br />

99°


100°


el mondo iper-connesso di oggi non ci sono<br />

N troppi posti dove fuggire veramente. Durante il<br />

processo di pianificazione del nuovo film deal team<br />

di Nitro, OFFLINE, volevo trovare un luogo che fosse<br />

una vera fuga dalla realtà. Dopo giorni in cui abbiamo<br />

parlato con riders, amici, ricerche su Google Earth di<br />

gemme nascoste in tutto il mondo, abbiamo trovato un<br />

posto chiamato “Le Montagne Maledette” nella parte<br />

settentrionale dell’Albania a circa 45 minuti dal confine<br />

con il Kosovo. Sapevamo che questo doveva essere il<br />

posto giusto: con un nome come “The Cursed Mountains”<br />

avevamo finalmente scoperto la destinazione del<br />

nostro viaggio.<br />

Abbiamo deciso di guidare dal quartier generale tedesco<br />

di Nitro Snowboards, a Oberammergau, attraverso<br />

l’Austria e lungo la costa della Croazia, attraverso la Bosnia<br />

e fino a raggiungere l’Albania. Abbiamo calcolato<br />

che sarebbe stato un viaggio di 3, 4 giorni con un paio<br />

di fermate lungo la strada. Questo non è il classico percorso<br />

standard per uno snowboard trip. Normalmente<br />

quando fai uno snowboard trip ti dirigi verso nord o almeno<br />

verso le montagne, non verso il clima più caldo,<br />

ma questo era proprio uno dei motivi per intraprendere<br />

questa avventura. Il 20 febbraio 2019 siamo partiti per<br />

un viaggio che non dimenticheremo mai.<br />

Prima di entrare nei dettagli e nelle storie del viaggio,<br />

devo presentarvi la crew. Avevamo i nostri snowboarder,<br />

film e fotografi... I riders del team Nitro Markus Keller,<br />

Elias Elhardt, Sam Taxwood, il fotografo Nitro Markus<br />

Rohrbacher, i videomaker Karsten Boysen e Pirmin<br />

Juffinger, Andi Aurhammer e io - Knut Eliassen. Ecco<br />

come sarebbe un normale snowboard trip di Nitro: un<br />

paio di ragazzi dei media, un team manager e poi un<br />

gruppo di riders, ma volevamo anche coinvolgere alcuni<br />

individui più caratteristici in quest’avventura per<br />

enfatizzare l’idea di come lo snowboard possa unire le<br />

persone di ogni ceto sociale. Abbiamo invitato un musicista<br />

incaricato di creare la musica per il nostro film<br />

offline, Yves Ardelt, figlio del co-fondatore di Nitro Sepp<br />

Ardelt. Abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico<br />

avere un musicista di livello mondiale e un appassionato<br />

di snowboard durante il viaggio per documentare<br />

proprio la nostra avventura attraverso il suono e una<br />

prospettiva diversa. Abbiamo anche deciso di invitare<br />

una delle personalità e registi di YouTube più influenti<br />

e creativi al mondo, Dan Mace, a unirsi a noi in vere avventure<br />

snowboard “offline”. Dan Mace è originario del<br />

Sud Africa, surfista, regista e appassionato di avventure.<br />

Siamo entrati in contatto con lui attraverso un video<br />

che ha realizzato sulla sua passione per lo snowboard<br />

sul suo canale Youtube pochi mesi prima del viaggio.<br />

Gli abbiamo detto che ci piacerebbe portarlo in uno<br />

snowboard trip in modo che possa aiutarci a diffondere<br />

il messaggio su come lo snowboard può portarti offline<br />

alla sua community e ai suoi fan.<br />

Chiunque abbia mai visto un video di snowboard o abbia<br />

mai fatto uno snowboard trip può capire che questo<br />

non è un normale set-up di una crew. Vi dirò che onestamente<br />

a volte ha anche creato alcuni attriti, ritardi<br />

e situazioni un po’ così durante il viaggio, ma alla fine<br />

ha aggiunto tantissimo valore e unicità all’esperienza<br />

complessiva. Di solito gli snowboard trip sono molto<br />

focalizzati sull’ottenere action shots quando la crew è<br />

giusto solo composta da riders, filmer e fotografo, ma<br />

con l’aggiunta di queste personalità creative, l’intera<br />

nostra crew è stata in grado di apprezzare il viaggio<br />

stesso, le montagne, le persone, la cultura, il cibo e le<br />

esperienze intermedie - non solo i tricks o il riding, che<br />

è stato come una boccata di aria fresca.<br />

Per la prima parte del viaggio abbiamo guidato dal<br />

quartier generale della Nitro a Oberammergau, in Germania,<br />

fino alla città di Fiume, in Croazia, per godere<br />

della vista sull’oceano e della pesca. Fiume è una città<br />

portuale croata sul mare Adriatico settentrionale con<br />

una popolazione di circa 130.000 persone. Abbiamo<br />

sentito dagli snowboarder locali in un bar che c’era<br />

una piccola stazione sciistica sulle montagne fuori da<br />

Rejika, chiamata Platak che offre piste battute e viste<br />

sul blu profondo del mare Adriatico. Dopo alcune birre<br />

Ožujsko (che è il marchio di birra più popolare in Croazia),<br />

abbiamo deciso che avremmo trascorso un’altra<br />

notte a Fiume ed esplorando la montagna di Platak.<br />

La mattina dopo ci siamo svegliati con le onde del mare<br />

e la piacevole temperatura costiera di circa 19 gradi, che<br />

non è una temperatura normale per uno snowboard<br />

trip a metà inverno. Ci siamo messi la nostra attrezzatura<br />

da snowboard, le nostre tavole in macchina per<br />

un viaggio di 45 minuti in montagna. Nessuno di noi<br />

era mai stato lì prima o sapeva perfino se fosse aperto,<br />

ma avevamo dalla nostra la fede e un bel po’ di motivazione!<br />

Dopo aver guidato attraverso colline innevate<br />

e strade ventose, alla fine arriviamo in un parcheggio<br />

completamente asciutto e senza neve. Il resort è chiuso.<br />

Due vecchi sciatori tirano un paio di curve su una<br />

piccola macchia di neve. Mi avvicino a loro e li saluto.<br />

Mi dicono che hanno chiuso la stazione circa 2 settimane<br />

prima, ma potrebbero chiamare qualcuno che<br />

potrebbe accendere l’impianto per farci arrivare in<br />

cima. Dopo circa 10 minuti un ragazzo arriva e dice che<br />

avrebbero acceso il lift per noi per farci arrivare fino in<br />

cima e ci avrebbero pure portato in giro con una motoslitta<br />

per farci fare delle run... WOW!<br />

Dopo ore di lavori di costruzione di features qua e là<br />

e un po’ di sano carving, abbiamo deciso di tornare a<br />

Fiume per uscire su una barca a vela e cercare la cena<br />

(pesce). Il giorno successivo abbiamo guidato per 600<br />

km lungo la bellissima costa croata e abbiamo passato<br />

la notte nella famosa città di Dubrovnik da “Game of<br />

Thrones”.<br />

Dopo una mattinata a fare la classica passeggiata turistica<br />

in giro che consiglio vivamente, abbiamo fatto le<br />

valigie e abbiamo pianificato di dirigerci verso sud lungo<br />

la costa del Montenegro e in Albania... Ma, dato che<br />

qualcuno ha preso la svolta a sinistra sbagliata, siamo<br />

stati poi bloccati in coda per il confine e siamo finiti<br />

per tornare in Bosnia, il che ha significato buttar via<br />

LEFT<br />

Sam Taxwood<br />

La vista dalla cima di Platak era infinita e lo sfondo dell’acqua<br />

era qualcosa che avevo visto solo sul Lago di Tahoe in<br />

USA prima d’allora, la neve non era male e gli alberi erano<br />

perfettamente distanziati. Elias e Sam hanno fatto un paio<br />

di run in motoslitta fino in cima, hanno chiuso un po’ di side<br />

hits e hanno spaccato tra i boschetti per tutto il giorno.<br />

101°


102°


circa 2 ore di attesa in fila. Quando finalmente siamo<br />

riusciti a superare il confine bosniaco, abbiamo attraversato<br />

una bellissima montagna solo per beccarci un<br />

enorme incendio nei boschi. Le colline erano letteralmente<br />

in fiamme. Sam Taxwood ha commentato con<br />

“Bene, benvenuto in Bosnia!” il che si adattava perfettamente<br />

alla situazione. Dopo alcune ore di guida su<br />

strade sterrate attraverso le montagne, siamo arrivati ​in<br />

Montenegro e poi al confine con l’Albania.<br />

Quando siamo arrivati ​al confine con l’Albania abbiamo<br />

visto la famosa bandiera rossa e nera con l’acquila<br />

nera appesa ovunque... Il popolo albanese è molto orgoglioso<br />

della sua bandiera, e fanno bene ad esserlo<br />

perché è una delle bandiere più cazzute di tutti i tempi!<br />

Il rosso rappresenta coraggio, forza e valore, mentre<br />

l’aquila nera a due teste rappresenta lo stato sovrano<br />

dell’Albania. Abbiamo anche visto la classica Mercedes<br />

nera e i ragazzi con giacche di pelle in giro ovunque...<br />

Finalmente siamo arrivati ​in Albania, sì! Eravamo tutti<br />

molto gasati. A guidare l’auto attraverso la campagna<br />

sembrava di essere in un film di Wes Anderson perché<br />

tutte le case erano dipinte con colori così vivaci<br />

ed eccitanti. C’erano anche molti bunker e monumenti<br />

dell’era comunista sparsi per il paese, cosa che nessuno<br />

di noi si aspettava. Durante la guida abbiamo visto che<br />

c’erano persone che stavano semplicemente lungo le<br />

strade dappertutto, il che sembrava molto strano, ma<br />

abbiamo scoperto più tardi il perché: stavano aspettando<br />

l’autobus e poiché non ci sono fermate standard<br />

dell’autobus, l’autobus si ferma e prende tutti quelli<br />

che stanno in attesa di un passaggio lungo la strada.<br />

Dopo un po’ di ore sulle strade più folli che abbia mai<br />

visto, situazioni di guida assurde, e alcune scorciatoie<br />

che in realtà si sono tramutate in tutt’altro (suggerimento:<br />

mai prendere scorciatoie nei Balcani) siamo<br />

arrivati ​finalmente nel nostro piccolo castello di pietra<br />

nella Valbone Valley. Finalmente eravamo arrivati ​alle<br />

Montagne Maledette.<br />

Ci siamo svegliati al sorgere del sole in una delle valli<br />

più belle che abbia mai visto, la Valbone Valley. Un posto<br />

che è noto ad alcuni per le escursioni estive e anche<br />

i campi di marijuana illegali, ma non ci addentreremo<br />

in questa cosa… Ciò che ci ha entusiasmato di questo<br />

posto è stato il fatto che non tante persone avessero<br />

mai praticato snowboard qui ed era un mistero il motivo<br />

per cui nessuno lo aveva fatto prima... Il terreno è<br />

pazzesco. Dopo aver camminato intorno al “castello” in<br />

cui alloggiavamo e incontrato le guide locali della compagnia<br />

Albania Heliski, ci siamo resi subito conto che<br />

c’era abbastanza WiFi per 5 persone alla volta ... una<br />

cosa che non ci importava dato che l’ambiente era così<br />

bello e stavamo andando in tavola, inoltre eravamo lì<br />

per metterci, per l’appunto, offline.<br />

Dopo le istruzioni base di backcountry e heli-safety, la<br />

crew entra nell’unico elicottero privato che c’è in Albania<br />

e decolla per raidare montagne tenute nascoste dal<br />

nostro mondo per anni. Però non c’è spazio per me,<br />

quindi devo rimanere indietro, il che va bene perché<br />

così sono in grado di esplorare la valle con la mia splitboard<br />

e startmene per un po’ di tempo offline e da solo.<br />

Vedo piccole baracche di legno con serrature coperte<br />

da telecamere di sorveglianza, e penso che è un po’<br />

strano. Più tardi scopro che devi stare molto attento<br />

e stare lontano da questi posti perché queste sono le<br />

“case di coltivazione” dove gli agricoltori locali mantengono<br />

le loro scorte e protezione per coltivare marijuana<br />

sulle montagne. I percorsi che si possono fare in<br />

split boarding sono infiniti, ma dal momento che era il<br />

mio primo giorno vado tranquillo e sicuro.<br />

Quando la crew torna dopo il primo giorno in montagna<br />

sono tutti entusiasti del terreno, dell’ambiente e<br />

pronti a raidare di nuovo il giorno successivo dall’alba<br />

al tramonto. Ho notato che una volta a casa, sono tutti<br />

corsi a connettersi sull’Internet che però è inesistente.<br />

Nel mondo di oggi, abbiamo questo bisogno incessante<br />

di pubblicare sempre ciò che abbiamo fatto e comunicarlo<br />

al resto del mondo. Sam voleva pubblicare sul<br />

suo Instagram, Elias doveva spingere questo ultimo video,<br />

“Contraddiction”, Dan aveva bisogno di caricare il<br />

suo ultimo video di Youtube, io dovevo controllare le<br />

mie e-mail di lavoro, tutti avevano il loro “motivo” per<br />

tornare online. Questo è un qualcosa con cui abbiamo<br />

lottato solo nei primi due giorni, ma dopo aver capito<br />

che è difficile essere online, inizi a smettere di stressarti<br />

di essere online e ti godi il ​tempo con le persone e<br />

le esperienze reali. Se c’è una cosa che tutti noi siamo<br />

portati a casa dall’esperienza al Castello, è una considerazione<br />

maggiore per quando ci prendiamo una pausa<br />

dal mondo online per goderci la vita reale. Durante i<br />

giorni in cui non potevamo raggiungere la cima delle<br />

montagne, usavamo questo tempo extra per costruire<br />

jumps intorno al Castello, conoscere la gente del posto,<br />

esplorare la zona circostante in auto e persino uscire<br />

con alcuni ballerini albanesi tradizionali.<br />

I ballerini albanesi tradizionali ci hanno mostrato<br />

come ballare la Vallja albanese dalla loro zona locale<br />

di Bajram Curri, ed è stato molto divertente soprattutto<br />

dopo alcune Birra Korca (birra albanese locale) e Raki.<br />

Come al solito, è stata Elias Elhardt ad apprezzare maggiormente<br />

la danza Vallja albanese, ballando tutto il<br />

tempo con un sorrisone in faccia dopo aver mostrato<br />

loro alcuni tricks con lo snowboard intorno al falò. Il<br />

giorno seguente, dopo aver ballato fino a tarda notte,<br />

il meteo era ancora troppo pericoloso per andare in<br />

montagna. Abbiamo deciso di guidare fino in Kosovo e<br />

visitare una piccola città tradizionale chiamata Prizren<br />

per provare la cucina locale. Se mai vi trovaste in queste<br />

​zone, vi consigliamo di provare il Byrek, una torta<br />

fatta di pasta ripiena di cipolle, olio d’oliva, uova e carne<br />

macinata. Siamo anche entrati in contatto con locals<br />

molto amichevoli e sono tutti rimasti sorpresi che eravamo<br />

lì per fare snowboard.<br />

La maggior parte dei giorni nelle Montagne Maledette<br />

erano ventosi, soleggiati e desolati perchè non c’era nessun<br />

altro al di fuori di noi - sono stati dei giorni fantastici.<br />

Le Montagne Maledette sono probabilmente chiamate<br />

montagne maledette perché non vorresti mai andartene.<br />

NEXT PAGE<br />

Knut Eliassen<br />

Alla fine tutti abbiamo dovuto però tornare alle nostre “vite reali”,<br />

quindi abbiamo iniziato il nostro viaggio di ritorno sapendo<br />

di ripartire verso casa con un’esperienza dentro di noi che sarà<br />

per sempre. A volte si fa un viaggio così bello che la parte<br />

del viaggiare è emozionante quanto la destinazione: il viaggio<br />

perfetto! Forse era perché non avevamo Internet per la<br />

maggior parte del tempo ed eravamo OFFLINE!<br />

103°


104°


105°


Japan<br />

Triple.<br />

TEXT & PHOTOS<br />

Matt Georges / Triple<br />

RIDERS<br />

Danimals<br />

Benny Urban<br />

Ivika Juergenson<br />

Dominic Wagner<br />

LOCATION<br />

Hokkaido, Japan<br />

Danimals<br />

Danimals<br />

Benny Urban<br />

106°<br />

Ivika Jurgenson


Benny Urban<br />

Alex Pfeffer & Danimals<br />

Benny Urban<br />

L<br />

’Hokkaido, l’isola settentrionale del Giappone, è<br />

nota soprattutto per avere la neve fresca più leggera<br />

e profonda del mondo, ma non tanto per i suoi gioielli<br />

in street. Pochi anni fa durante un camping trip sono<br />

finito per caso a Otaru, sulla costa, ed era tutto fighissimo.<br />

È una città di pescatori molto collinosa con un’incredibile<br />

vista sul mare del Giappone. È pieno di turisti<br />

durante i fine settimana e nelle festività natalizie, ma<br />

molto tranquillo e adorabile per il resto del tempo. Per<br />

una volta è un grande cambiamento girare in tavola per<br />

le strade con una vista del genere, ma purtroppo alla<br />

polizia non piace molto il fatto che degli stupidi snowboarder<br />

spostino la neve. Siamo stati arrestati e cacciati<br />

11 volte in 2 settimane! Controllo completo del passaporto<br />

in ogni momento, circondati da 10 poliziotti a volte.<br />

È stato un po’ da pazzi ma ci siamo sempre ritrovati<br />

in situazioni molto educate e calme. L’unico problema<br />

per noi era solo cambiare i distretti di polizia per non<br />

finire con gli stessi ufficiali giorno dopo giorno. Non è<br />

stato il trip di snowboard più semplice della storia, ma<br />

fortunatamente finivamo ogni sera al ramen di Shin per<br />

ricaricare le batterie e ricominciare tutto il giorno dopo.<br />

107°


Danimals - Sketchy Boardslide<br />

L’intero scenario era piuttosto improbabile<br />

qui. L’inrun stava in un giardino privato<br />

proprio di fronte a una ferrovia trafficata, e<br />

il macchinista poteva quasi toccarlo dal finestrino.<br />

La ringhiera stessa era arrugginita,<br />

molto traballante e molto stretta, quindi<br />

a volte il tail strisciava sul muro. E, ultima<br />

cosa ma non meno importante, l’atterraggio<br />

era su un marciapiede pulito e affollato. Forse<br />

non lo sapete, ma i giapponesi odiano,<br />

o odiano veramente tanto quando si mette<br />

della neve su un marciapiede pulito. A loro<br />

non importa molto se si fa snowboard in<br />

street, ma non gli piace di sicuro quando si<br />

sposta la neve.<br />

Danimals - Ollie transfer<br />

Siamo tornati in questa palestra 3 volte per<br />

fare un rail. La sicurezza stava diventando<br />

sempre più pesante ogni volta che ci vedeva<br />

lì di nuovo. Quello era il landing di Benny<br />

e Dom e Benny non amava troppo il rail,<br />

quindi ha costruito questo piccolo transfer<br />

solo per divertimento e io gli facevo delle<br />

foto giusto tra una hit e l’altra. Sono anche<br />

quei piccoli momenti di snowboard che non<br />

si vedono nei video: tutti i momenti di attesa<br />

di altri rider e dei loro trick e il modo in cui<br />

si tengono occupati a fare altro. Alcuni guardano<br />

il telefonino, altri girano un secondo<br />

angolo di ripresa mentre altri costruiscono<br />

un mini shred per divertirsi.<br />

108°


“La sicurezza<br />

diventava più<br />

pazza, ogni volta<br />

che ci vedeva.“<br />

109°


110°


“Girare in street a<br />

Otaru è molto<br />

accogliente rispetto<br />

ad altre città dove è<br />

solo ghetto, sporco<br />

e grigio.“<br />

Benny Urban - Bluntslide 270<br />

Quel tipo di giornata in cui si guida in giro<br />

per ore in cerca di spot ma vieni preso a<br />

calci dalla polizia, combatti con la pioggia<br />

e finisci in un quartiere abbandonato per<br />

assicurarti che si riesca comunque a portare<br />

a casa un po’ di action di snowboard.<br />

Alla fine abbiamo trascorso un paio d’ore<br />

su questo divertente tetto con un’incredibile<br />

vista sul mare. A volte è bello vedere<br />

alcuni behind the scenes e non sempre e<br />

solo i trick o gli spot più assurdi.<br />

Benny Urban - 50|50 Gap 50|50<br />

È difficile notarlo su questa foto ma il rail<br />

aveva alcune viti proprio sketchy da cima a<br />

fondo. Slaminare non era davvero una cosa<br />

da rischiare e il kink era proprio gnarly. Dan<br />

e Benny ci girarono sopra insieme, su entrambi<br />

i lati, con diversi tricks. Ancora una<br />

volta avevamo una vista pazzesca sul mare<br />

giapponese. Girare in street a Otaru è molto<br />

accogliente rispetto ad altre città dove è solo<br />

ghetto, sporco e grigio.<br />

111°


Benny Urban - Frontside Lipslide<br />

Siamo tornati in quel punto quattro volte<br />

in tutto prima che Benny fosse in grado<br />

di chiudere propriamente il suo trick. Alla<br />

fine non l’abbiamo usato nel video perché<br />

è sceso dal rail forse 10 cm prima. Di solito<br />

non uso mai una foto di un trick non chiuso,<br />

ma lo ha fatto in realtà. Avrebbe potuto<br />

farlo un po’ meglio, ma sarebbe stato uno<br />

sforzo eccessivo dopo quello che abbiamo<br />

dovuto passare lì in quel posto. Siamo stati<br />

cacciati 3 volte di seguito, poi hanno piazzato<br />

delle corde intorno al rail, pieno di<br />

segni «proibiti». Benny era così entusiasta<br />

di chiudere questo lipslide che abbiamo<br />

tagliato di tutto e filmato di nuovo.<br />

Dom Wagner - Backside Wallride<br />

Stessa storia in questo spot: siamo stati cacciati<br />

3 volte di seguito. L’inrun era un campo<br />

di bambù molto ripido che portava a un gap<br />

di un piccolo tetto per poi saltare sul wall e<br />

atterrare nel mezzo di un cortile di una scuola<br />

e gli studenti potevano vederci dalla finestra<br />

della loro classe. Non era proprio il set<br />

ideale dato che abbiamo dovuto nasconderci<br />

un paio di volte per non essere visti.<br />

Benny Urban - Backside Lipslide<br />

Stessa storia in questo spot. Siamo stati cacciati<br />

3 volte – giusto la nostra routine quotidiana<br />

a Otaru. Non tanto per lo snowboard, ma solo<br />

per essere in giro e spostare la neve dal punto<br />

A al punto B. Non capiscono proprio perché<br />

lo facciamo. L’inrun era molto complicata, e<br />

Dan e Dom dovevano spingere Benny con una<br />

pala in modo che potesse ottenere un po’ più<br />

di velocità. Dovevamo fare di nuovo molto in<br />

fretta perché non volevamo essere presi dagli<br />

stessi poliziotti. Sicuramente non volevamo<br />

coinvolgere il servizio di immigrazione e<br />

cacciarci fuori dal paese solo perché abbiamo<br />

spostato della neve.<br />

112°


“Sicuramente non<br />

volevamo coinvolgere<br />

il servizio di<br />

immigrazione e<br />

cacciarci fuori dal<br />

paese solo perché<br />

abbiamo spostato<br />

della neve.“<br />

113°


Japan<br />

Triple.<br />

114°


115°


Severin<br />

Van Der Meer<br />

INTERVIEW<br />

Matteo Rossato<br />

PHOTOS<br />

Silvano Zeiter<br />

116°


117°


118°


Severin Van Der Meer è un killer silenzioso.<br />

Il suo riding lo ha fatto salire in cima alla scena<br />

europea, con una progressione impressionante<br />

e inarrestabile che lo ha portato dalle run del park<br />

di Laax al backcountry più spesso insieme<br />

Nicolas Mueller e John Jackson. La sua crescita<br />

è stata assolutamente naturale e guidata solo<br />

dal suo istinto e dalla sua volontà di esplorare<br />

terreni diversi... e non ha intenzione di fermarsi qui.<br />

Ciao Severin, prima parliamo delle tue radici. Il<br />

tuo cognome sembra essere olandese, ma sei<br />

completamente svizzero e ci dovrebbe essere<br />

anche del sangue tedesco da qualche parte. Sì,<br />

esattamente! Le radici della parte di mio padre provengono<br />

dai pirati olandesi e la parte di mia madre è<br />

completamente svizzera.<br />

Questa descrizione ti sta bene? Cresciuto in<br />

park, ti sei trasferito sui kicker in backcountry<br />

e ora sei un ripper totalmente da freestyle<br />

backcountry che ama i pillow e i drop. O ti piace<br />

considerarti solo uno snowboarder? Ho iniziato<br />

20 anni fa gasandomi solo in pista e con le side<br />

hits. Eravamo un gruppo di amici che adoravano lo<br />

snowboard, non c’era mai un “bad day”, trovavamo<br />

sempre qualcosa per divertirci. Quando sono venuto<br />

a Laax per la prima volta, stavo molto in park perché<br />

è semplicemente un paradiso lì così, un ambiente<br />

fantastico per divertirsi. Tuttavia, quando c’era neve<br />

fresca, ho sempre scelto di dare un occhio in giro.<br />

Al giorno d’oggi amo ancora girare per in park, ma<br />

preferisco semplicemente fare backcountry e trovare<br />

alcune cose divertenti costruite dal vento per essere<br />

creativo, un po’ di runs sui pillow tra gli alberi o qualunque<br />

cosa si possa trovare in giro. Mi piace moltissimo<br />

esplorare nuovi terreni e trovato nuovi spot che<br />

magari non ho mai visto prima.<br />

Ti sei unito alla crew di Absinthe Films nel 2017<br />

con AfterForeve e da allora hai sempre avuto<br />

una parte nei loro video. Come sei entrato in<br />

contatto con loro? Era la fine del 2015 quando Nico<br />

(Mueller) mi chiese se mi sarebbe piaciuto girare con<br />

Absinthe. Sono sempre stato un loro grande fan, mi<br />

son sempre piaciuti tutti i loro video, ogni anno mi<br />

pompavano con le loro release. Farne parte era sempre<br />

stato un sogno impossibile. Ovvio che ero lusingato<br />

che Nico me l’avesse chiesto, ma all’inizio mi<br />

sembrava tutto piuttosto irreale. Fino a quando Vlad<br />

(filmer di Absinthe Euro) mi ha chiamato e mi ha veramente<br />

chiesto se volevo unirmi a loro in un primo<br />

viaggio a Nendaz con Mat Schaer e Freddy Kalbermatten:<br />

non ci ho pensato due volte, ho fatto le valige e ho<br />

inaugurato un nuovo capitolo della mia vita.<br />

119°


“Al giorno d’oggi amo ancora girare per in park,<br />

ma preferisco semplicemente fare backcountry<br />

e trovare alcune cose divertenti costruite dal vento<br />

per essere creativo, un po’ di runs sui pillow tra gli alberi<br />

o qualunque cosa si possa trovare in giro.<br />

Mi piace moltissimo esplorare nuovi terreni e<br />

trovare nuovi spot che magari non ho mai visto prima.”<br />

Absinthe è una delle più iconiche produzioni di<br />

video di snowboard in tutto il mondo, e anche<br />

una delle ultime ancora in piedi. Cosa ne pensi<br />

del fenomeno web-instagram-youtube vs classico<br />

video integrale? Filmare con Absinthe è un sogno<br />

diventato realtà per me, sono cresciuto guardando<br />

i loro lungometraggi. Girare una parte completa<br />

mi è sembrato irreale e volevo fare snowboard e concentrarmi<br />

solo su quello. Non sono mai entrato nella<br />

hype di Instagram / YouTube, mi sembra tutto come<br />

se fosse uno show molto finto. Per quest’anno ho deciso<br />

di conseguire un altro mio progetto personale per<br />

cambiare uin po’ e dedicarmi a una nuova sfida.<br />

Continuando con Absinthe, qual è - secondo<br />

te - la tua parte migliore tra AfterForever, Turbodojo<br />

e quest’ultimo Isle of Snow? E perché?<br />

Penso che la mia ultima parte da Isle of Snow sia la<br />

migliore. L’intera stagione è andata davvero bene. Ho<br />

iniziato con un viaggio in Giappone insieme ai ragazzi<br />

di Beyond Medals, passato alcuni giorni con Freddi<br />

Kalbermatten per il suo progetto e filmato per la mia<br />

parte intera con Absinthe. Niente era pianificato, ma<br />

tutto è andato per il meglio e non ho sentito alcuna<br />

pressione o qualcosa del genere; mi è piaciuto come<br />

tutto è andato per il meglio ed ero solo felice di stare<br />

sulla mia tavola.<br />

Lo scorso inverno hai anche girato il mini film<br />

Laax Hibernation dove c’eri tu con due leggende<br />

viventi come Nico Muller e John Jackson.<br />

Come è andata girare in tavola con loro? Cosa<br />

ti piace del loro atteggiamento e del loro riding?<br />

Girare con loro è surreale! C’è sempre un’atmosfera<br />

così piacevole, così rilassata, che tutti sono sempre<br />

entusiasti e motivati per shreddare. Nico è sempre<br />

super tranquillo e John mantiene sempre una vibe fighissima.<br />

La Svizzera o il Giappone come miglior spot per<br />

il riding? Ci è stato detto che ti sei innamorato<br />

della Terra del Sol Levante. O ci sono altri posti<br />

nel tuo cuore? Ci sono così tanti bei posti ma è difficile<br />

battere il ramen, l’Onsen, la powder leggerissima<br />

e sentire e conoscere l’atmosfera magica del Giappone.<br />

Conoscere una nuova cultura è sempre interessante<br />

e stimolante. Apprezzo molto che la Svizzera sia<br />

casa mia però, perchè per quanto riguarda lo snowboard<br />

abbiamo tutto dietro l’angolo, devi solo aspettare<br />

e sapere quando andare e dove.<br />

120°


121°


122°


“Penso che tutti possano e debbano<br />

fare la differenza. Non mi piace davvero<br />

sentirmi dire che non dovrei fare qualcosa,<br />

ma mi piace essere ispirato da altre persone<br />

ed è quello che cerco di fare il più possibile.<br />

Questo è uno dei motivi per cui voglio<br />

realizzare il mio progetto in Svizzera.”<br />

Qual è la tua posizione sul riscaldamento globale<br />

e la vita sostenibile? Penso che tutti possano<br />

e debbano fare la differenza. Non mi piace davvero<br />

sentirmi dire che non dovrei fare qualcosa, ma mi piace<br />

essere ispirato da altre persone ed è quello che cerco<br />

di fare il più possibile. Questo è uno dei motivi per<br />

cui voglio realizzare il mio progetto in Svizzera. Abbiamo<br />

tutto qui, quindi perché andare altrove? Avrei<br />

potuto andare in qualche posto tropicale per fare surf<br />

quest’estate, ma ho deciso di tornare all’arrampicata<br />

e sono andato a fare surf in Francia. Goditi ciò che<br />

abbiamo qui.<br />

Hai anche filmato per il progetto Planetaria di<br />

Alex Tank: com’è stato essere in un video con<br />

un approccio così diverso rispetto al solito video<br />

di snowboard? Ho avuto la fortuna di unirmi a loro,<br />

anche se solo per un’ora. Adoro quando le persone<br />

mescolano la loro passione creativa con lo snowboard.<br />

Alex e Fabian sono la coppia perfetta, hanno fatto<br />

una cosa veramente fighissima. Mi piace guardare i<br />

lungometraggi per vedere tutti gli stili diversi dei miei<br />

amici, ma guardare cose come Soft o Planetaria mi<br />

gasa davvero tanto! Quella roba è unica e si vede davvero<br />

la magia di un lavoro di squadra.<br />

Il tuo sponsor di lunga data Ride ha rivoluzionato<br />

l’intero business dello snowboard con la serie<br />

Pig: cosa li rende così diversi? Con quali altri<br />

modelli giri di solito e perché? Il cambio di tavola<br />

ha davvero cambiato il mio riding. Da quasi tutte le<br />

tavole che ho provato ho potuto prendere qualcosa<br />

che amavo. Girare con la War e la Super Pig sembra<br />

proprio una combinazione perfetta di molte cose. Si<br />

può semplicemente girare con queste due tutti i giorni<br />

e ci si diverte tantissimo. La mia scelta in questo momento<br />

è la Berzerker - Blauvelt e Ride hanno creato<br />

una tavola completamente nuova per quest’anno. Si<br />

adatta davvero al mio riding, è una delle tavole più<br />

fighe di sempre!<br />

Quali sono i tuoi piani per la stagione in corso?<br />

Come ho detto prima, ho la possibilità di fare un progetto<br />

insieme ai miei amici di Hillton. Vogliamo realizzare<br />

un cortometraggio concettuale, mantenendo<br />

tutto naturale e creando qualcosa di unico. Non voglio<br />

davvero rivelare troppo, ma sono super entusiasta di<br />

cambiare un po’ le cose che faccio di solito e lavorare<br />

stavolta su qualcosa di speciale. Grazie e spero<br />

di incontrarvi tutti voi ragazzi da qualche parte nella<br />

bellissima Natura.<br />

123°


124°


125°<br />

Severin Van<br />

Der Meer


446 SNOWBOARD EUROPEAN SHOPS • BUY YOUR COPY ON SEQUENCE-MAGAZINE.COM/SHOP<br />

ITALY<br />

1. SPORTLER AFFI<br />

2. RIDERS ACTION<br />

3. RAINBOW<br />

4. SWIT SHOP<br />

5. ZEROQUATTRO<br />

6. IMPACT SHOP<br />

7. ALE’S SURF SHOP<br />

8. DF BELLINZAGO<br />

9. LANDI SPORTS<br />

10. DF SIRTORI<br />

11. SUB<br />

12. FLOWER<br />

13. MINOIA STORE<br />

14. FRISCO SHOP<br />

15. SHAPE STORE<br />

16. EMMECI<br />

17. NENCINI SPORT<br />

18. BIG AIR<br />

19. DETOMAS SHOP<br />

20. MANCINI STORE<br />

21. MAXI MERATE<br />

22. WIPE OUT<br />

23. UAINOT<br />

24. CERVINIA 2001<br />

25. AREA 41<br />

26. WHITE REEF<br />

27. OLLIE<br />

28. RADICAL SPOT<br />

29. BURNING BOARDS<br />

30. LOVE BOARD<br />

31. SPORTMARKET<br />

32. CRAZY BOARD<br />

33. SNOWYSUMMIT<br />

34. BOARDERLINE<br />

35. 360 SLIDE SHOP<br />

36. POINT DU SPORT<br />

37. DF CREMONA<br />

38. SNOWTIME<br />

39. DF DESENZANO<br />

40. GVM SHOP<br />

41. MORGAN AIR<br />

42. TWENTY FIVE<br />

43. MOUNTAIN LAB<br />

44. GIANNI SPORT<br />

45. DREAMSTORE<br />

46. ON SIDE<br />

47. SNOWGANG<br />

48. SPINNAKER<br />

49. CENTRO SURF SHOP<br />

50. BOARD CORNER<br />

51. A&F COMPANY<br />

52. BIG STONE<br />

53. SPORTWAY<br />

54. PLANET RIDER<br />

55. NAUTICA URBAN<br />

56. QUIKSILVER IMPERIA<br />

57. PLANET SPORT<br />

58. LELE SNOW SHOP<br />

59. SHAPE STORE<br />

60. BRUMA ON THE BEACH<br />

61. EAST WIND<br />

62. BOTTERO SKI<br />

<strong>63</strong>. ZONE<br />

64. DF LISSONE<br />

65. MAXI LISSONE<br />

66. MOUNTAIN RIDERS<br />

67. SPORT ADVENTURE<br />

68. NENCINI SPORT<br />

69. GRINGO<br />

70. LM STORE<br />

71. SPORT 3TRE<br />

72. THE GARDEN SCHOOL<br />

73. DODI’S<br />

74. ON SIDE<br />

75. SPORTIME<br />

76. MUD & SNOW<br />

77. DALL’ORSO<br />

78. BOARDRIDER<br />

79. SUPERSKI DANDO<br />

80. PIPE PRO SHOP<br />

81. HARLEM MELEGNANO<br />

82. FAKIE TECH SHOP<br />

83. SNOWBOARDMANIA<br />

84. BURTON STORE MILAN<br />

85. DF MILANO<br />

86. PLEASURES<br />

87. RADICAL<br />

88. BASTARD STORE<br />

89. MARGOT<br />

90. FACTORY STORE<br />

AFFI<br />

AFFI<br />

ALBA<br />

AOSTA<br />

BARDONECCHIA<br />

BARI<br />

BASSANO<br />

BELLINZAGO<br />

BERGAMO<br />

BEVERADISIRTORI<br />

BOLZANO<br />

BORGOSESIA<br />

BRESCIA<br />

BRESCIA<br />

BUSNAGO<br />

CADREZZATE<br />

CALENZANO<br />

CAMERANO<br />

CANAZEI<br />

CASTEL DI SANGRO<br />

CERNUSCO<br />

CERVIGNANO<br />

CERVINIA<br />

CERVINIA<br />

CESENA<br />

CESENA<br />

CHIETI<br />

CHIOGGIA<br />

CLES<br />

CODROIPO<br />

CORNUDA<br />

CORRIDONIA<br />

CORRIDONIA<br />

CORTINA<br />

COTRONEI<br />

COURMAYEUR<br />

CREMONA<br />

CUNEO<br />

DESENZANO<br />

DOMODOSSOLA<br />

EUPILIO<br />

FALZES<br />

FIDENZA<br />

FIORANO<br />

FIRENZE<br />

FOLGARIDA<br />

FORNO DI ZOLDO<br />

GENOVA<br />

GENOVA<br />

GENOVA<br />

GIANICO<br />

GIULIANOVA<br />

GRAVELLONA<br />

GROSSETO<br />

IGEA MARINA<br />

IMPERIA<br />

ISEO<br />

L’AQUILA<br />

LECCO<br />

LIDODITARQUINIA<br />

LIGNANO PINETA<br />

LIMONE PIEMONTE<br />

LIMONE PIEMONTE<br />

LISSONE<br />

LISSONE<br />

LIVIGNO<br />

LIVIGNO<br />

LIVORNO<br />

LODI<br />

LONATO DEL GARDA<br />

CAMPIGLIO<br />

CAMPIGLIO<br />

MAGIONE<br />

MALÈ<br />

MANTOVA<br />

MARANO SUL PANARO<br />

MARGHERA<br />

MARIA PIETRASANTA<br />

MARINA DI MASSA<br />

MARINA DI RAVENNA<br />

MELEGNANO<br />

MERANO<br />

MEZZOLOMBARDO<br />

MILANO<br />

MILANO<br />

MILANO<br />

MILANO<br />

MILANO<br />

MILANO<br />

MILANO<br />

91. NEURO SHOCK<br />

92. EXTREME<br />

93. THIRD GENERATION<br />

94. OBEREGGEN<br />

95. DF OLGIATE<br />

96. DF ORIO<br />

97. HOBBIT SHOP<br />

98. CREMA SPORT<br />

99. ALTERNATIVE SHOP<br />

100. PARMA SPORT<br />

101. THE BOFF<br />

102. PAPER SURF<br />

103. MAKAI SURFSHOP<br />

104. EIGHT SIX<br />

105. DF PIACENZA<br />

106. TOMMY SPORT<br />

107. ONBOARD<br />

108. BLACKOUT<br />

109. FINDY<br />

110. DREAMSTORE<br />

111. BOARD ROOM<br />

112. BUGS SHOPS<br />

113. DEKA UPPER<br />

114. TREE60<br />

115. HOSTILE SHOP<br />

116. SURF SHOP<br />

117. SURF PARADISE<br />

118. KAHUNA<br />

119. QUIKSILVER ROMA<br />

120. CITY BEACH<br />

121. REKORD<br />

122. FRONTSIDE<br />

123. 100 - ONE<br />

124. BANZAI SURF SHOP<br />

125. SNOWLIMITS<br />

126. NEW WHITE SHARK<br />

127. DF SAN GIULIANO<br />

128. FRESH FARM<br />

129. SPORT TENNE<br />

130. UNICO SPORT<br />

131. GIUGLAR<br />

132. PUNTO SPORT<br />

133. KAU KAU<br />

134. MAT SHOP<br />

135. 3SIXTY<br />

136. SWITCH SHOP<br />

137. LORI SPORT<br />

138. RED CAB<br />

139. DOLOMITI ADVENTURE<br />

140. BOARD STYLE<br />

141. HOT ICE<br />

142. MAXI SESTO<br />

143. SURF SHOPPE<br />

144. LIL FAKIE<br />

145. MAZZUCCHI<br />

146. MAKE MERRY<br />

147. BLU SURFER<br />

148. PROMOSPORT<br />

149. STRIKE<br />

150. JOLLY SPORT<br />

151. GRASSI SPORT<br />

152. JIMMY SURF SHOP<br />

153. TEDDY PALOMINO<br />

154. CATTI SPORT<br />

155. PURA VIDA<br />

156. ZOO PARK<br />

157. SPORTANGEL<br />

158. RIDER SHOP<br />

159. DETOUR<br />

160. SLIDE BY DETOUR<br />

161. PROSPORT<br />

162. BRUMA STREET STYLE<br />

1<strong>63</strong>. LIQUIDO<br />

GERMANY<br />

164. PULSSCHLAG<br />

165. SURF&SNOW CENTER<br />

166. HILIGHT<br />

167. BLUE TOMATO<br />

168. BLUE TOMATO<br />

169. PLANET SPORTS BERLIN<br />

170. DER BERG RUFT<br />

171. BOARD MONKEYS<br />

172. NO LIMIT<br />

173. PLAN-B FUNSPORT<br />

174. FREERIDE BOARDSHOP<br />

175. BLUE TOMATO<br />

176. SKI-ARENA<br />

177. BLUE TOMATO<br />

126°<br />

MODENA<br />

MODENA<br />

MONDOVÌ<br />

OBEREGGEN<br />

OLGIATE OLONA<br />

ORIO AL SERIO<br />

OVINDOLI<br />

PADOVA<br />

PARMA<br />

PARMA<br />

PASSO DEL TONALE<br />

PESARO<br />

PESCARA<br />

PIACENZA<br />

PIACENZA<br />

PIASCO<br />

PINEROLO<br />

PINEROLO<br />

PINZOLO<br />

PISTOIA<br />

PORTO SAN GIORGIO<br />

POZZA DI FASSA<br />

PRATO<br />

PRATO<br />

PRATO NEVOSO<br />

PRATO NEVOSO<br />

RICCIONE<br />

ROMA<br />

ROMA<br />

ROMA<br />

RONCHI DEI LEGIONARI<br />

ROSETO DEGLI ABRUZZI<br />

ROVERETO<br />

S. MARINELLA<br />

SALUZZO<br />

SB DEL TRONTO<br />

SG MILANESE<br />

SM DEI MUCCHIETTI<br />

SAN VALENTINO<br />

SAN VENDEMIANO<br />

SANT’AMBROGIO<br />

SAPPADA<br />

SARZANA<br />

SARZANA<br />

SAUZE D’OULX<br />

SCANDICCI<br />

SCHIAVON<br />

SCOPELLO<br />

SELVA DI VAL GARDENA<br />

SENAGO<br />

SERRA SAN QUIRICO<br />

SESTO SAN GIOVANNI<br />

SESTRIERE<br />

SILANDRO<br />

SONDRIO<br />

SPOLETO<br />

TERAMO<br />

TORINO<br />

TORINO<br />

TORINO<br />

TORINO<br />

TORINO<br />

TORRE DEL LAGO<br />

TRAVERSETOLO<br />

TURANO<br />

VARESE<br />

VELLETRI<br />

VERANO BRIANZA<br />

VERONA<br />

VERONA<br />

VICENZA<br />

VITERBO<br />

VITERBO<br />

AACHEN<br />

AUGSBURG<br />

BALINGEN<br />

BERLIN<br />

BERLIN<br />

BERLIN<br />

BERLIN<br />

BIELEFELD<br />

BIELEFELD<br />

BOCHUM<br />

BOLSTERLANG<br />

BONN<br />

BRANDENBURG<br />

BREMEN<br />

178. SURFSHOP CHAR.<br />

179. BIKER BOARDER<br />

180. EASTSIDE<br />

181. RAILSLIDE<br />

182. PLANET SPORTS<br />

183. BRETTLLADEN<br />

184. WILD EAST<br />

185. THE BOARDER SHOP<br />

186. WAREHOUSE ONE<br />

187. BLUE TOMATO<br />

188. PLANET SPORTS<br />

189. RAILSLIDE<br />

190. BLUE TOMATO<br />

191. EDGE 2 EDGE<br />

192. SPIN LOOP<br />

193. DAILY MILK!<br />

194. BLUE TOMATO<br />

195. FREERIDER SHOP<br />

196. PLANET SPORTS<br />

197. BRETTWERK<br />

198. BLUE TOMATO<br />

199. SPORT KAUFMANN<br />

200. POWSTORE<br />

201. PLANET SPORTS<br />

202. NUBUK SPORTS<br />

203. BLUE TOMATO<br />

204. PLANET SPORTS<br />

205. SURFLINE KIEL<br />

206. BLUE TOMATO<br />

207. PLANET SPORTS<br />

208. SPORT GRUNER<br />

209. PLANET SPORTS<br />

210. FOLLOW ME STORE<br />

211. PLANET SPORTS<br />

212. S’BRETT<br />

213. BLUE TOMATO<br />

214. PLANET SPORTS<br />

215. PLANET SPORTS<br />

216. QUIKSILVER<br />

217. SANTO LOCO<br />

218. BURTON STORE<br />

219. BLUE TOMATO<br />

220. WESTSIDE<br />

221. WESTSIDE SURFING<br />

222. PANORMA BOARDS<br />

223. PLANET SPORTS<br />

224. BLUE TOMATO<br />

225. BOARDBANDITS<br />

226. WSM FUNSPORT<br />

227. MISTERSKI<br />

228. BLUE TOMATO<br />

229. POWDER FORCE<br />

230. ADRENALIN<br />

231. BLUE TOMATO<br />

232. BLUE TOMATO<br />

233. WIND<br />

234. BALANCE<br />

235. RIDERS HEAVEN<br />

236. BLUE TOMATO<br />

237. BLUE TOMATO<br />

238. FIFTY-EIGHT<br />

239. BLOWOUT<br />

240. ENDLESS WINTER<br />

AUSTRIA<br />

241. UNDERGROUND<br />

242. MOREBOARDS<br />

243. BLUE TOMATO<br />

244. ALTON STORE<br />

245. HOTZONE.TV<br />

246. HAMMERSCHMID<br />

247. BLUE TOMATO<br />

248. BLUE TOMATO<br />

249. MOREBOARDS<br />

250. BLUE TOMATO<br />

251. BURTON STORE<br />

252. BURTON STORE<br />

253. DIE BOERSE<br />

254. MOREBOARDS<br />

255. MOREBOARDS<br />

256. XDOUBLE<br />

257. MOREBOARDS<br />

258. MOREBOARDS<br />

259. MOREBOARDS<br />

260. BLUE TOMATO<br />

261. BETABOARDS<br />

262. MOREBOARDS<br />

2<strong>63</strong>. LIVID SPORTS<br />

264. GREEN ROOM<br />

265. MOREBOARDS<br />

BREMEN<br />

CHEMNITZ<br />

CHEMNITZ<br />

DARMSTADT<br />

DRESDEN<br />

DRESDEN<br />

DRESDEN<br />

DÜSSELDORF<br />

DÜSSELDORF<br />

ESSEN<br />

FRANKFURT<br />

FRANKFURT<br />

FREIBURG<br />

GARMISCH-PARTENKIRCHEN<br />

GÖTTINGEN<br />

GÖRLITZ<br />

HAMBURG<br />

HAMBURG<br />

HAMBURG<br />

HANAU<br />

HANNOVER<br />

HANNOVER<br />

HASLACH IM KINZIGTAL<br />

HEIDELBERG<br />

HEIDENHEIM<br />

KARLSRUHE<br />

KARLSRUHE<br />

KIEL<br />

KÖLN<br />

KÖLN<br />

KONSTANZ<br />

KREFELD<br />

LÖRRACH<br />

MANNHEIM<br />

MANNHEIM<br />

MÜNCHEN<br />

MÜNCHEN<br />

MÜNCHEN<br />

MÜNCHEN<br />

MÜNCHEN<br />

MÜNCHEN<br />

MÜNSTER<br />

MÜNSTER<br />

MÜNSTER<br />

NEU-ISENBURG<br />

NÜRNBERG<br />

OBERHAUSEN<br />

OBERWIESENTHAL<br />

OLDENBURG<br />

PADERBORN<br />

PASSAU<br />

PFORZHEIM<br />

REGENSBURG<br />

REGENSBURG<br />

ROSENHEIM<br />

SAARBRÜCKEN<br />

SAARLOUIS<br />

SONTHOFEN<br />

STUTTGART<br />

TRIER<br />

ULM<br />

WÜRZBURG<br />

ZWICKAU<br />

ALTENMARKT<br />

AMSTETTEN<br />

BREGENZ<br />

FELDKIRCH<br />

GERLOS<br />

GMUNDEN<br />

GRAZ<br />

GRAZ<br />

GRAZ<br />

INNSBRUCK<br />

INNSBRUCK<br />

INNSBRUCK<br />

INNSBRUCK<br />

INNSBRUCK<br />

INNSBRUCK<br />

INNSBRUCK<br />

KIRCHBERG<br />

KLAGENFURT<br />

KUFSTEIN<br />

LIENZ<br />

LINZ<br />

LINZ<br />

LOFER<br />

MAYRHOFEN<br />

MAYRHOFEN


266. MOREBOARDS<br />

267. MOREBOARDS<br />

268. BURTON STORE<br />

269. BLUE TOMATO<br />

270. MOREBOARDS<br />

271. BOARD.AT<br />

272. BLUE TOMATO<br />

273. BLUE TOMATO<br />

274. BLUE TOMATO<br />

275. BLUE TOMATO<br />

276. BLUE TOMATO<br />

277. MOREBOARDS<br />

278. SUPA SURFER<br />

279. MOREBOARDS<br />

280. MOREBOARDS<br />

281. MOREBOARDS<br />

282. BLUE TOMATO<br />

283. MOREBOARDS<br />

284. BLUE TOMATO<br />

285. BLUE TOMATO<br />

286. DIE SURFINSEL<br />

287. FAME BOARDSHOP<br />

288. MOREBOARDS<br />

289. MOREBOARDS<br />

290. MOREBOARDS<br />

291. HANG LOOSE<br />

292. MOREBOARDS<br />

293. BLUE TOMATO<br />

294. LA RESISTANCE<br />

MAYRHOFEN<br />

NEUSTIFT<br />

PARNDORF<br />

PASCHING<br />

PASCHING<br />

SAALBACH<br />

SALZBURG<br />

SCHLADMING<br />

SCHLADMING<br />

SCS VÖSENDORF<br />

SEIERSBERG<br />

SÖLDEN<br />

ST. ANTON<br />

ST. PÖLTEN<br />

STEYR<br />

TELFS<br />

VILLACH<br />

WELS<br />

WIEN<br />

WIEN<br />

WIEN<br />

WIEN<br />

WIEN<br />

WIEN<br />

WIEN<br />

WIEN<br />

WIENER<br />

WÖRGL<br />

ZELL AM SEE<br />

349. QUIKSILVER<br />

350. L’IMPREVU SNOW<br />

351. HAWAII SURF<br />

352. MONTAZ<br />

353. GRAND CENTRAL<br />

354. ESPACE GLISSE<br />

355. BOARDRIDERS<br />

356. ATELIERDUSNOW<br />

357. SUPER WHITE<br />

358. LESPIEDSDANSL’EAU<br />

359. ADDICTED<br />

360. AINAY BOARD<br />

361. MASSILIA<br />

362. PICTURE PRO<br />

3<strong>63</strong>. AVALON RIDER<br />

364. GLISSE<br />

365. PASSION<br />

366. SLOPE STYLE<br />

367. THE WOODS<br />

368. QUAI 34<br />

369. URBANSURFERPARIS<br />

370. BOUTIK ZAO<br />

371. BOARDRIDERS<br />

372. LA LUGE<br />

373. SLIDE BOX<br />

374. TURBULENCES<br />

375. BLACK CATS<br />

376. RIP CURL<br />

HOSSEGOR<br />

ISOLA 2000<br />

IVRY SUR SEINE<br />

LA RAVOIRE<br />

LAVALETTEDUVARS<br />

LABENNE<br />

LAPORTE ANGLET<br />

LES 2 ALPES<br />

LES 2 ALPES<br />

LONS<br />

LYON<br />

LYON<br />

MARSEILLE<br />

MEGÈVE<br />

MERIBEL<br />

MONTPELLIER<br />

MORIÈRES<br />

MORZINE<br />

MORZINE<br />

NICE<br />

PARIS<br />

HOSSEGOR<br />

ST. JEAN DE LUZ<br />

SAINT-BON-TARENTAISE<br />

STRASBOURG<br />

TARBES<br />

TIGNES<br />

TOULOUSE<br />

424. THE SNOW ASYLUM<br />

425. FINCHES EMP<br />

426. SUBVERT<br />

427. THE SNOW ASYLUM<br />

428. THE SNOW ASYLUM<br />

429. THE SNOW ASYLUM<br />

430. SNOWFIT<br />

431. ODYSSEY<br />

432. THE SNOW ASYLUM<br />

433. ABSOLUTE SNOW<br />

BELGIUM<br />

434. ONE LOVE<br />

435. LA GLISSE<br />

436. YETI BOARDS<br />

437. WEST-SITE<br />

438. STOKED<br />

439. SZONE<br />

440. SURF’IN<br />

441. PACIFIC<br />

442. STAES SPORT<br />

443. THE BOARDSHOP<br />

LONDON<br />

LONDON<br />

MANCHESTER<br />

MANCHESTER<br />

MANCHESTER<br />

MILTON KEYNES<br />

NORWICH<br />

SUFFOLK<br />

TAMWORTH<br />

WALFORD<br />

ANTWERPEN<br />

BARCHON<br />

GENK<br />

GENT<br />

HALLE<br />

LOKEREN<br />

LUXEMBOURG<br />

MECHELEN<br />

MOL<br />

WATERLOO<br />

SWITZERLAND<br />

SPAIN<br />

FINLAND<br />

295. SNOWLIMIT<br />

296. AGANÉ<br />

297. DOODAH<br />

298. DOODAH<br />

299. BLUE TOMATO<br />

300. DOODAH<br />

301. LONGBOARDER<br />

302. SURF MACHINE<br />

303. RADIX<br />

304. ETTINGER<br />

305. BURTON STORE<br />

306. DOODAH<br />

307. TRANZPORT<br />

308. BACKDOOR<br />

309. TREELEE<br />

310. BURTON STORE<br />

311. BURTON<br />

312. DOODAH<br />

313. RADIX LIESTAL<br />

314. BLUE TOMATO<br />

315. DOODAH<br />

316. LEVITATION<br />

317. MANLY<br />

318. PURE<br />

319. WILD ONE<br />

320. ELEMENT<br />

321. PLAYGROUND<br />

322. ONE 80<br />

323. VICTIM CIRCLE<br />

324. CLOUD 9<br />

325. BLUE TOMATO<br />

326. JULEN SPORT<br />

327. DOODAH ZUG<br />

328. BURTON STORE<br />

329. BLUE TOMATO<br />

330. DOODAH<br />

331. RADIX<br />

FRANCE<br />

ANDERMATT<br />

ARBEDO-CASTIONE<br />

BAAR<br />

BASEL<br />

BERN<br />

BERN<br />

BIEL/BIENNE<br />

BULLE<br />

BURGDORF<br />

DAVOS DORF<br />

FLIMS<br />

GENÈVE<br />

GENÈVE<br />

GRINDELWALD<br />

HOCHDORF<br />

LAAX<br />

LAUSANNE<br />

LAUSANNE<br />

LIESTAL<br />

LUZERN<br />

LUZERN<br />

MARTIGNY<br />

MORGES<br />

SAANEN<br />

SAAS-FEE<br />

SCUOL<br />

ST. MORITZ<br />

STUDEN<br />

WERDENBERG<br />

WINTERTHUR<br />

WINTERTHUR<br />

ZERMATT<br />

ZUG<br />

ZURICH<br />

ZÜRICH<br />

ZÜRICH<br />

ZÜRICH<br />

377. BACKINBLACK<br />

378. BURTON STORE<br />

379. DAKTAK<br />

380. LA GENERAL<br />

381. TACTIC SURF<br />

382. BOARDRIDERS<br />

383. SURF 3<br />

384. FREEBOARD<br />

385. HALF PIPE<br />

386. STYLING<br />

387. WHITE DAYS<br />

388. GREEN COW<br />

389. MOMBI SURF<br />

390. DIAMOND SNOW<br />

THE NETHERLANDS<br />

391. DOWN TOWN<br />

392. EUROFUN<br />

393. BEHIND THE PINES<br />

394. MK SKI SERVICE<br />

395. BURNSIDE<br />

396. CAER<br />

397. REVERT 95<br />

398. BAUM SPORT<br />

399. THE TUBE<br />

400. FREESTYLE<br />

401. EUROFUN<br />

402. MOUNT RUCPHEN<br />

403. MOUNT TERNEUZEN<br />

404. SNOWCOUNTRY<br />

405. CELLBLOCK<br />

406. VAN BELLEN<br />

407. EUROFUN<br />

408. UNCLE’S<br />

409. DUIJVESTEIN<br />

MADRID<br />

ESCALDES<br />

MADRID<br />

BARCELLONA<br />

BARCELLONA<br />

BARCELLONA<br />

LAS ROSAS<br />

S’AGARÓ<br />

PUEBLA LEÓN<br />

BILBAO<br />

MADRID<br />

MURCIA<br />

SALARDÚ<br />

EZCARAYLARIOJA<br />

’S-HERTOGENBOSH<br />

ALBLASSERDAM<br />

AMSTERDAM<br />

BILTHOVEN<br />

DEVENTER<br />

GRONINGEN<br />

HARLEM<br />

HENGELO<br />

MIDDELBURG<br />

ROOSENDAAL<br />

ROTTERDAM<br />

RUCPHEN<br />

TERNEUZEN<br />

TERSCHUUR<br />

UTRECHT<br />

WILLEMSTAD<br />

ZEVENHUIZEN<br />

ZIERIKZEE<br />

ZOETERMEER<br />

444. BURTON STORE<br />

445. HELSINKI SURF SHOP<br />

CZECH REP.<br />

447. RIP CURL ZLIČÍN<br />

448. RIP CURL PORÍČÍ<br />

449. RIP CURL CHODOV<br />

450. RIP CURL STORE<br />

PORTUGAL<br />

446. BOARDRIDERS<br />

HELSINKI<br />

HELSINKI<br />

PRAHA<br />

PRAHA<br />

PRAHA<br />

PRAHA<br />

ERICEIRA<br />

ENGLAND<br />

332. RIP CURL<br />

333. TECNIC ESPORT<br />

334. QUIKSILVER<br />

335. BURTON<br />

336. RIP CURL<br />

337. GLISSE<br />

338. BURTON<br />

339. QUIKSILVER<br />

340. AVENTURE<br />

341. SPORT ADVENTURE<br />

342. WOOD BOARD<br />

343. BOARDRIDERS<br />

344. ZERO G<br />

345. BOARDRIDERS<br />

346. SWITCH 5<br />

347. BOARDRIDERS<br />

348. MERCYDISTILLERY<br />

ALPE D’HUEZ<br />

ANDRORRA<br />

ANNECY<br />

ANNECY<br />

ANNECY<br />

AUBIERE<br />

AVORIAZ<br />

BIARRITZ<br />

BORDEAUX<br />

BORDEAUX<br />

BOURGLESVALENCE<br />

CAPBRETON<br />

CHAMONIX<br />

CHAMONIX<br />

CHATEL<br />

CORDOVILLA<br />

GRENOBLE<br />

410. THE SNOW ASYLUM<br />

411. THE SNOW ASYLUM<br />

412. THE SNOW ASYLUM<br />

413. BOARDWISE<br />

414. THE SNOW ASYLUM<br />

415. THE SNOW ASYLUM<br />

416. THE SNOW ASYLUM<br />

417. FREEZE PRO SHOP<br />

418. THE BOARD BASE<br />

419. THE SNOW ASYLUM<br />

420. DEVINE RIDE<br />

421. SICK AND WRONG<br />

422. THE SNOW ASYLUM<br />

423. SURFDOME<br />

AVIEMORE<br />

BRAEHEAD<br />

BRISTOL<br />

CANNOCK<br />

CASTLEFORD<br />

CHELMSFORD<br />

CHESTER<br />

EDINBURGH<br />

EXETER<br />

FORT WILLIAM<br />

HALESOWEN<br />

KESWICK, CUMBRIA<br />

LIVERPOOL<br />

LONDON<br />

IF YOU WANT TO HAVE<br />

SEQUENCE IN YOUR STORE<br />

WRITE TO US:<br />

hello@hand-communication.com


TEXT<br />

Matteo Rossato<br />

PHOTO<br />

Lenadro Eigensatz &<br />

Severin Van Der Meer<br />

by Silvano Zeiter<br />

Le ultime parole di questo secondo numero le voglio<br />

dedicare ad un pensiero che mi ronza in testa<br />

da diverso tempo e che ora sento di voler condividere.<br />

Sicuramente attirerò le antipatie di qualcuno, ma<br />

vorrei che perlomeno queste scatenassero una riflessione,<br />

perchè non c’è niente di offensivo in quello<br />

che sto per dire. Partiamo con “la” domanda: esiste<br />

ancora la figura del Pro rider così com’era considerato<br />

20 anni fa? Onestamente, se penso a Shaun Palmer,<br />

Terje Haakonsen, Peter Line e più recentemente<br />

Travis Rice, Nico Müller e Gigi Rüf, o il nostro Italian<br />

stallion Giacomo Kratter, nel panorama moderno<br />

non trovo più termini di paragone. Attenzione, non<br />

mi sto riferendo al talento, che forse oggigiorno è<br />

presente in misura ben maggiore di quanto fosse due<br />

decadi fa.<br />

Non parlo neppure dello spessore umano o del valore<br />

personale: posso dire di aver incontrato recentemente<br />

giovani professionisti con menti veramente<br />

brillanti. Parlo di quell’aurea, che solitamente circonda<br />

attori o artisti di un certo calibro, quel carisma<br />

che trascende il valore intrinseco dell’essere umano<br />

e dell’atleta e che caratterizza il personaggio. Mi sono<br />

domandato se tale carisma fosse reale, o magari frutto<br />

di un artificio orchestrato dalle company, che un<br />

tempo elevavano i propri atleti al rango di semidei.<br />

Forse è così. Però poi, recentemente, mi è capitato<br />

di scambiare due parole con alcuni dei nomi sopra<br />

citati e ho chiaramente percepito quell’aurea, come<br />

fosse un rumore di fondo.<br />

Qual’è dunque la verità? Onestamente non lo so. Forse<br />

il concetto di rockstar non è più così contemporaneo,<br />

o forse non è mai esistito, o forse ancora non c’è<br />

più spazio per gli intoccabili in un mondo semplice<br />

e tangibile come lo snowboard. In fin dei conti che è<br />

forse più bello poter interagire tranquillamente con<br />

rider che solitamente vedi nei video e sui magazine<br />

senza sentirsi in soggezione. Forse in fondo, è meglio<br />

così. Voi cosa ne pensate?<br />

Word out.<br />

128°


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