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LEZIONARIO-FERIALE-TEMPI-FORTI

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INTRODUZIONE

120. Ne deriva, per i libri liturgici, una “presentazione” del testo che l’Ordinamento delle letture

non riporta, ma che si deve leggere nella celebrazione. Tale presentazione si farà secondo

le norme seguenti: norme che, però, potranno anche subire delle varianti, per disposizione delle

Autorità competenti, secondo le consuetudini e le diverse situazioni di luoghi e di lingue.

121. 1. Si dica sempre «Dal libro...», o «Dalla lettera...», o «Dal Vangelo...», e non «Inizio...»

(a meno che non lo si ritenga opportuno in casi particolari), o «Seguito...».

122. 2. Quanto ai nomi dei libri, si stia a quelli tradizionalmente in uso, con queste precisazioni:

a) quando si hanno due libri con lo stesso nome, si dica «Primo libro», e «Secondo libro»

(p. es. dei Re, dei Maccabei), o «Prima Lettera», «Seconda lettera»;

b) per i seguenti libri si usi il nome attualmente più in uso:

«I e II libro di Samuele», invece di I e II libro dei Re;

«I e II libro dei Re», invece di III e IV libro dei Re;

«I e II libro delle Cronache», invece di I e II libro dei Paralipòmeni;

«Libro di Esdra» e «Libro di Neemia», invece di I e II libro di Esdra;

c) si distinguano i singoli libri Sapienziali con i nomi seguenti: Libro di Giobbe, dei Proverbi,

Ecclesiaste o del Qoelet, Cantico dei Cantici, Libro della Sapienza, Ecclesiastico o del Siracide;

d) per i libri che nella Nuova Volgata sono annoverati tra quelli profetici, si dica: «Libro di

Isaia, di Geremia, di Baruc» e «Profezia di Ezechiele, di Daniele, di Osea... di Malachia», anche

per quei libri che da alcuni non sono considerati profetici;

e) si dica «Lamentazioni» e «Lettera agli Ebrei», senza menzionare Geremia e Paolo.

B. TITOLO

123. Il titolo preposto ai singoli testi è stato scelto con cura (per lo più dalle stesse parole del

testo), sia per indicare il tema principale della lettura, sia anche, quando necessario, per porre

in rilievo, già dai titoli stessi, il nesso fra le varie letture di una data Messa.

C. INCIPIT

124. L’incipit riporta anzitutto le parole con cui si introduce abitualmente il testo: «In quel

tempo», «In quei giorni», «Fratelli», «Carissimi», «Così dice il Signore», parole che si omettono

quando c’è, nel testo stesso, una sufficiente indicazione del tempo o delle persone, oppure

quando dalla natura del testo tali parole non risultano opportune. Per le singole lingue parlate,

tali formule si possono variare od omettere, per disposizione delle Autorità competenti.

Dopo quelle parole viene indicato l’esatto inizio della lettura, tralasciando o aggiungendo alcune

parole a seconda che lo esiga la necessità di capire il testo separato dal suo contesto. Così

pure vengono date convenienti indicazioni dove il testo risulta composto da versetti non

continui, se a causa di questo si devono apportare dei cambiamenti.

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